NOTE: la
fic ha partecipato al contest indetto da Parsifal sulle canzoni dei
Pink Floyd, sono arrivata terza. Ne avevo una decina in lista e non
sapevo decidermi ma questa è una specie di tormento perché la musica mi
trasmette una tale malinconia che volevo assolutamente usare per
l’ambientazione giusta. Inizialmente non sapevo trovarla ma poi sono
stata folgorata da due personaggi ed una situazione nonché un fandom ed
una storia perfetti… Doko e Sion, saga di Hades, Saint Seiya, quando si
stanno per affrontare. In realtà sono solo i pensieri di Doko nel
momento in cui si ritrova davanti Sion tornato dall’Ade per battersi
con lui, di conseguenza non ricalca di preciso la scena del manga
poiché è esattamente il momento prima di quando succede tutto. Ho
provato ad immaginare la loro infanzia e cosa rappresentavano loro per
i piccoli Saint per cui erano dei punti di riferimento, ho provato ad
immaginare anche come possano essersi sentiti loro nel corso di tutto
quel tempo innanzi a tutti quegli eventi difficili da digerire e spesso
tristi oltre che atroci, alle colpe che potrebbero essersi dati in
quanto erano più grandi degli altri, e così grazie ad una canzone
splendida che ho sempre giudicato un capolavoro, ecco la mia fic.
Specifico
che ci sono piccole incongruenze riguardo al passato di Doko che Parsy
mi ha fatto notare, cose di cui non sapevo, onestamente, però diciamo
che possono essere considerate innocenti esigenze di copione. O pura
ignoranza mia. Insomma, sappiatelo, ecco! La
cosa curiosa è che alcuni passaggi del testo non riuscivo a conciliarli
con la fic, mentre li pensavo, ma poi scrivendo si sono inseriti alla
perfezione da soli fino a che il titolo stesso ha avuto senso
nonostante inizialmente non sembrava averlo, per me. Infatti,
a questo proposito, ho vinto il premio speciale per il miglior utilizzo
della canzone, cosa molto soddisfacente! In
conclusione, vi auguro buona lettura. Baci Akane
High
hopes -
Grandi Speranze - (Pink
Floyd)
Oltre
l’orizzonte del luogo in cui abbiamo vissuto da giovani, in
un mondo di magneti e miracoli, i
nostri pensieri vagavano costantemente e senza confini, il
suono della campana della discordia era iniziato Per
la Lunga Strada e giù dal Ponte s'incontreranno
ancora vicino al Taglio C’era
una banda logora che seguiva i nostri passi correndo
prima che il tempo portasse via i nostri sogni lasciando
la miriade di piccole creature a cercare di incatenarci a terra ad
una vita consumata da lento decadimento. L'erba
era più verde, la
luce era più brillante, circondati
di amici le
notti di meraviglie. Cercando
oltre le braci di ponti lucenti dietro di noi sino
a uno sguardo di come fosse verde sull’altra sponda, passi
fatti in avanti ma camminando nel sonno di nuovo indietro, trascinati
dalla forza d'una marea interiore. A
più grande altezza con bandiere spiegate abbiamo
raggiunto le gelide cime di quel mondo sognato. Per
sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e'
una fame non ancora soddisfatta, i
nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene
abbiamo percorso questa strada così tante volte L'erba
era più verde la
luce era più brillante il
sapore più dolce le
notti di meraviglie circondati
di amici la
bruma cresceva all’alba l’acqua
correva il
fiume senza fine per
sempre e sempre
Perché
siamo gli ultimi? Forse è giusto così… Forse
non potevamo che essere noi gli ultimi. Uno
scontro che in molti vorrebbero vedere, in molti darebbero oro per
assistere. Ed
io darei oro per poterlo vivere con un altro stato d’animo. C’è
fretta in ogni cosa che ci circonda, a partire dal nostro destino, ma
io riesco ancora a perdermi oltre l’orizzonte del luogo in cui abbiamo
vissuto da giovani. Era
un mondo di magneti e miracoli, ricordi Sion? Ne
eravamo affascinati anche se eravamo dei giovani che si addestravano
per diventare Gold Saint. Penso che in molti di noi l’hanno fatto
proprio per quel fascino pazzesco che questo ambiente nobile e
miracoloso aveva su di noi che, ancora troppo piccoli ed inesperti, non
comprendevamo. Non veramente, non fino in fondo. Ricordo
come i nostri pensieri vagavamo costantemente e senza confini, non
avevamo freni e sognavamo missioni gloriose da portare a termine e
vittorie importanti da guadagnare per la nostra Dea. Pensavamo
in grande anche se eravamo dei mocciosi e prima che ce ne potessimo
rendere veramente conto, il suono della campana della discordia era
iniziato. Tanti
piccoli segni che ci hanno messi in allarme, molti dei quali forse non
li abbiamo notati, non abbiamo saputo leggerli. Certamente eravamo
troppo inesperti per capire che questo destino targato Hades era già
cominciato all’epoca. Perché
come potevamo immaginare che nel momento in cui l’addestramento
cominciava, era solo perché un pericolo serio si profilava
all’orizzonte? Un
orizzonte lontano, forse, ma certo e sicuro come la morte. Per
la lunga strada che abbiamo percorso nel corso della nostra vita, sin
dal momento in cui siamo stati chiamati a diventare Saint, Sion, i
nostri passi erano sempre rivolti per giungere a questo giorno, questo
momento. E
non siamo stati solo noi, molti altri nostri compagni ci hanno seguito
ed hanno percorso tutti questi stessi ponti ed ora sono andati già giù
per l’ultimo rimasto, a rate, uno per uno verso un unico stesso posto.
S’incontreranno ancora, tutti i Saint che nel corso di tutti questi
anni si sono formati, e saranno vicino al taglio finale dell’Ade, il
luogo dove tutto avrà fine. Ripensando
a questi compagni che ci hanno seguito e che ora ci hanno già
preceduti, Sion, mio compagno, come posso non soffermarmi su un gruppo
in particolare? Era
una banda logora che seguiva tutti i nostri passi correndo prima che il
tempo portasse via i nostri sogni. Persone come Saga, Kanon, Aiolos… e
dopo di loro Aphrodite, Deathmask, Shura, Camus, Milo… per non dire
Aldebaran, Mu, Shaka e Aiolia… li ricordi, Sion, com’erano piccoli e
come ci seguivano? Si
allenavano e si impegnavano, quando non erano ancora dei veri Gold
Saint, ma ce la mettevano tutta, fra i loro giochi ed i loro momenti
seri. Capivano quanto importante fosse il loro richiamo, cercavano di
emularci perché noi due eravamo quelli più grandi che li avevano
preceduti. Noi eravamo i loro esempi. Ed erano bambini che giocavano
con la terra ma anche piccoli guerrieri che si allenavano ferendosi pur
di arrivare alla loro meta. Poi
il tempo è trascorso sotto i nostri occhi ma non ce ne siamo veramente
accorti, vero? Ha
portato via i nostri sogni di eroi gloriosi lasciando una miriade di
piccole creature, i nostri nuovi compagni, a cercare di incatenarci a
terra vicino a loro per non farci andare, per la paura che noi, le loro
guide, non fossimo più il punto fermo. Perché hanno fatto di tutto per
non farci andare via e prendere le nostre strade, le strade che noi
sapevamo di dover prendere. E
poi è tutto sfuggito di mano ancora una volta… con l’incarnazione della
Dea e la follia di Saga… e la vita che ha cominciato a consumarsi in un
lento decadimento. Quando
sei morto mi sono isolato lasciandomi andare, me ne sono andato
estraniandomi dagli eventi sempre più sbagliati che avvenivano nel
Tempio. Ho
lasciato che il mio corpo acquistasse un aspetto decadente e vecchio
per poter raccogliere quanto più spirito pensando a noi, a quel periodo
dove i nostri piccoli non cadevano in errore per la paura di sbagliare. Ripensavo
all’epoca in cui l’erba era più verde e la luce era più brillante,
ripensavo a quando eravamo circondati da amici e alle nostre notti di
meraviglie. Cercavo
oltre le braci dei ponti lucenti dietro di noi, spostavo lo sguardo per
capire quanto verde fosse sull’altra sponda, quella del passato, quella
del nostro periodo migliore, quando eri vivo e stavamo insieme e
allevavamo i nostri piccoli eroi che vivevano sotto il nostro mito. Rivedevo
i passi fatti in avanti da tutti noi e solo lì, isolato e schiacciato
dal dolore per ciò che ti era accaduto in modo così ingiusto ed atroce,
ciò che poi aveva dato in un certo modo inizio a quella serie di
sofferenze ed errori sempre più grandi e gravi, li vedevo come un
cammino nel sonno che ci riportava invece indietro, trascinati dalla
forza d’una marea interiore. Si
può dare la colpa a Saga per il tuo destino? Si
può dare la colpa all’ignoranza per il destino di molti altri di loro? Si
può dare la colpa alla cecità per il destino di tutti gli altri? Ho
passato tutto il tempo a mia disposizione a cercare di capire di chi
potesse esserlo. Certo la tua morte è stato l’inizio ma forse non
quello vero ed autentico. Forse
doveva comunque accadere tutto per poter arrivare ad oggi in questo
modo. Oggi
che vedo tutto quello che abbiamo fatto o che abbiamo in qualche modo
contribuito a fare… alle grandi altezze conquistate con la bandiera
della vittoria spiegata, alle gelide cime raggiunte in quel mondo
sognato da noi da piccoli, quando immaginavano grandi missioni per noi
grandi eroi di Athena. Eravamo in un certo senso oppressi dal desiderio
dell’ambizione, ma non eravamo adulti per sapere di cosa si trattava
veramente. Solo quando abbiamo vestito la nostra armatura ed abbiamo
cominciato il vero percorso come Gold Saint di Athena, abbiamo capito
cosa significava, cosa dovevamo fare, per cosa eravamo stati chiamati. Quale
sacrificio, quale vero sacrificio da compiere per permettere a tutti,
ma proprio tutti, di diventare coloro che dovevano essere, coloro che
erano destinati a diventare, per poter arrivare davanti al vero ed
unico nemico di tutti, Hades. Ed
ora eccoti qua, tornado dall’Ade come gli altri Gold a cui il dio dei
morti ha dato nuova vita, per compiere l’ultima grande importante
missione che vi rimane. C’è
una fame non ancora soddisfatta, fra noi, vero Sion? I
nostri occhi stanchi ne hanno viste molte e vagano ancora
nell’orizzonte del nostro passato doloroso… sebbene abbiamo percorso
questa strada così tante volte per tutti i combattimenti compiuti, ce
ne rimane ancora uno ultimo da affrontare prima di quello reale e
decisivo, di quello autentico, di quello per cui tutti noi Gold siamo
stati forgiati e per cui a nostra volta abbiamo forgiato altri dopo di
noi per prepararli al loro destino. Ci
pensi, Sion? Proprio
noi due, dobbiamo batterci, affinchè tu mi porti laggiù insieme ai
nostri compagni per l’ultimo Ponte, vicino al Taglio di quel Muro. Un
Muro che aspetta solo noi. Sorrido
in modo strano, nostalgico e consapevole, un po’ amaro, forse, ed un
po’ eccitato per quest’ultimo grande onore. Battermi
con te è proprio il modo in cui ho sempre desiderato andarmene. Per
mano tua. Non
ho mai avuto dubbi. Ed
ora che guardo nei tuoi occhi verdi che ho sempre amato e sempre
sognato, rivedo in essi l’erba più verde di un tempo, quando eravamo
vivi e felici, i tuoi capelli mi fanno pensare alla luce che una volta
era più brillante di questa così oscurata ed il sapore dell’esistenza
stessa era più dolce, almeno quanto il tuo sguardo mentre si posava sul
piccolo Mu. Ti
guardo e non vedo una dura atroce battaglia ed una morte insostenibile,
ma rivedo solo le notti meravigliose passate insieme, un po’ circondati
dagli amici e dai nostri piccoli combattenti, un po’ in solitudine a
chiederci se stavamo facendo bene. Ricordi,
Sion, come la bruma cresceva all’alba, in quelle notti meravigliose
passate insieme? Come
l’acqua correva nel fiume senza fine che costeggiava il nostro piccolo
angolo di paradiso? Ero
convinto che quell’acqua avrebbe corso per sempre e sempre ed ora a
distanza di anni passati ad osservare una cascata scendere da una
montagna, penso la stessa identica cosa… Non
abbiamo sbagliato niente, tutto quello che è successo è stato perché
doveva accadere ed anche se il fato di Saga che poi ha colpito così
duramente te ed ha toccato tutti facendoci cadere in un modo che non
pensavamo possibile… anche quello, doveva accadere. Non
abbiamo sbagliato niente, perché grazie a tutto ciò c’è un’altra
piccola banda logora che si sta dirigendo giù nell’Ade per la Lunga
Strada e giù per l’ultimo Ponte, e quella piccola banda di Bronze
Saint, insieme ai nostri piccoli eroi d’oro che ci aspettano al taglio
del Muro del Pianto, ce la faranno a compiere quell’ultimo grande
miracolo che ci rimane, l’ultima missione, l’ultimo percorso, l’ultimo
cammino. Ma
sono contento di farlo con te. Sono
davvero contento. Non
abbiamo sbagliato niente, nonostante col tempo possiamo essere arrivati
a pensarlo. Alla
luce poco brillante di oggi che non è come quella di un tempo, penso
con certezza che quando loro torneranno, saranno baciati dalla stessa
luce brillante che splendeva su di noi… e l’erba sarà ancora verde
chiara come i tuoi occhi… e le loro notti saranno di nuovo
meravigliose… e saranno di nuovo circondati serenamente da amici… e
l’acqua scorrerà nel fiume per sempre e sempre anche per loro… Andiamo,
Sion, le nostre speranze sono alte, ce la possiamo fare. I
nostri piccoli eroi compiranno il miracolo.