EPILOGO:
VITA
 
“ Uffa che stress. Sembra che si siano messi tutti d’accordo! Ma vi sembra giusto? È il quinto compleanno dei miei piccoli e nessuno può venire a festeggiarli…che schifezza fare una misera cena solo con quei tre scimmiotti! Uff!
Stizzita finisco di intrecciare l’ultima treccina sottile nei miei capelli. Ne ho fatte alcune giuste sopra, prendendo le ciocche blu. Dopo il matrimonio ho deciso di fare solo il blu come maches. Guardo soddisfatta il lavoro finale. Non è male. Semplice e sbrigativo. Ora le lego insieme in tanti nodi che si spargono su tutta la lunghezza. Si, devo ammettere che sono ancora più lunghi. Non credo avrò mai il coraggio di tagliarli! Mi infilo gli stivali in pelle e allaccio le fibbie. Ma che gonna corta ho indossato! Credo che nonostante io ormai sia una moglie e una mamma da 5 anni, non mi ci abituerò mai!
Lo dimostra la canottiera sotto la maglia retata e le catene intorno al collo…come dice Jun, nemmeno l’inferno può cambiarmi a me! Mi accarezzo la pancia leggermente gonfia. Fra 7 mesi la nostra famiglia si allargherà! Un sorriso di pura felicità mi illumina il viso.
Sono contenta, ho tutto quello che voglio. Un matrimonio con l’amore, un marito che pare un principe e mi ama…due figli da crescere…un lavoro che mi permette di fare quello che mi piace…tutto!
Il telefono squilla:
- Astrid?-
- si? Sono io…-
- ah ah! È da 5 anni che lavoriamo insieme e ancora non mi riconosci?-
- oh, Norman, sei tu…-
- si…so che sarai impegnata coi preparativi, quindi ti tengo poco. Volevo solo dirti che non ci sono problemi, da ora attueremo il procedimento dell’altra volta. Tu vieni fin quanto puoi, poi riprenderai. -
- ok, perfetto…quindi da adesso ballerò nei video sporadicamente, mi limito a dirigerli e a creare coreografie…-
- si, sarai la maestra di danza…avrai carta libera sui video e gestirai la cosa, in un certo senso passi di livello…so che tu preferivi ballare…non si esclude…ma smettila si sfornare figli!-
- ma senti un po’…invidioso, eh? -
- ah ah ah…sei la solita…non preoccuparti per me e pensa alla festa, ora!-
- ok, ciao…-
Riattacco il cellulare alzando le spalle. Chiudo la finestra ed esco al buio. Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo. Io sono nata per ballare, è quel che mi piace di più al mondo. Ma ci sono cose che richiedono cura e tempo. Non sono più una ragazzina…e quel che importa è comunque che non mi allontani dal mondo del ballo e della musica! Mi sta bene…ora ci sono altre cose alle quali non rinuncerei per nulla al mondo.
Entro nella camera dei piccoli ed ogni pensiero troppo serio per me svanisce. Li vedo e scoppio a ridere!
Trovo Jun in mezzo alla stanza con Kira sotto un braccio e Rei sotto l’altro. Ovviamente Rei scalcia e strepita, mentre Kira è ferma immobile con uno sguardo gelido.
Jun mi lancia un occhiata di disapprovazione.
- Vedi di domare questa bestia, che le sta facendo di tutto!-
È una chiara richiesta d’aiuto. Non posso fare a meno di ridere ancor di più sadicamente divertita.
- amore, ma a me sei pur riuscito a domarmi!-
In questo momento vengo attraversata da un fulmine di ghiaccio…non pensavo ne fosse capace!
- ti pare che sei stata domata? Mi sembri sempre uguale a quando avevi 20 anni ed eri incosciente!-
Spalanco gli occhi verdi e lo fisso da finta innocente:
- ioooooo!? Ma che diciiiii!?-
Così dicendo entro e prendo in braccio il piccolo biondo dalle ciocche un po’ ribelli che non di riesce a sistemare in nessun modo. Lui si aggrappa a me a koala e mi stringe le piccole braccia intorno al collo fissando da monello il papà. Gli mostra la lingua e vittorioso dice:
- ora c’è la mamma!-
Al che la piccola Kira dai capelli castano rossicci che le coprono le spalle, si fa prendere in braccio dal papà mostrando la somiglianza impressionando la somiglianza impressionante con suo padre. Gli occhi a mandorla dello stesso colore dei capelli, rossicci tutti e due…belli come il sole…urca, non che la mia copia qua sia brutta! Guarda che meraviglia con questi occhi verdi e vispi! Pur essendo gemelli non si somigliano molto, gli eterozigoti hanno spesso caratteristiche completamente diverse.
Ma sono contenta che lui somigli a me anche di carattere mentre lei a Jun…è un contrasto piacevole, come a dire che continueranno loro per noi!
Con un ghigno poco materno ribatto:
- certo amore mio, ti difendo io dal lupo cattivo! Jun, tu non lo capisci…la sua è arte repressa!-
Alza un sopracciglio con quel suo fare aristocratico…e vorrei mangiarmelo…Dio, è troppo bello!
- ah, ora si uccidere si chiama arte?-
Sdrammatizzo un po’ stringendo di più mio figlio che convintissimo fa le boccacce agli altri due che rimangono seri e composti:
- ma che voi che sia? Un piccolo calcio, una tiratina di capelli…-
- eh si…e rischiare di farla arrabbiare…ti ricordi chi è che ha finito per rompersi un braccio l’ultima volta che Rei ha fatto arrabbiare Kira?-
Ricordando l’evento storico in cui due bimbi di 4 anni si sono messi a picchiarsi e la femminuccia è riuscita a far cadere il maschietto con una frattura per risultato, sorrido divertita…è stato un momento storico! Fai arrabbiare i calmi e freddi! Sono divertenti questi due, non mi annoierei mai!
- dai, su, non fare il pesante, andiamo che la mamma dopo averci preparato tutto è scappata al suo appuntamento! Arriveranno subito gli altri!-
Così deviando abilmente il discorso che so sarebbe stato vinto da loro, metto giù il piccolo e lo vedo:
- amore, non dirmi che tuo padre ti ha vestito così bene!-
- No…io ho scelto i vestiti….bravo?-
È troppo geniale questo piccoletto! È mio figlio! Lo abbraccio forte e fiera dico:
- certo tesoro, fortuna che te li sei scelto tu!-
Mi riferisco ai pantaloncini larghe coi tasconi che arrivano ai polpacci formato bimbo, e alla maglietta nera con il drago disegnato sopra. È un grande! Non potevo fare di meglio!
Guardo Kira e Jun leggermente contrariati. Quella è piccola eppure ha già una personalità fortissima!
Lei si sarà fatta vestire da suo padre. Con la fascetta bianca nei capelli, un vestitino color panna, semplice ma molto elegante per una bimba, e i sandali nuovi.
- Amore, stai bene anche tu…ma lasciamelo dire, la tua moda lascia a desiderare…dovrò darti delle lezioni!-
- per carità, va bene così!-
Si affretta a difenderla l’uomo accanto a lei. Finalmente do la mia attenzione a lui. Cazzo….è sempre più figo ogni giorno che passa!
Si è legato i capelli autunnali come gli occhi penetranti in una coda bassa e morbida dalla quale scappa qualche ciocca morbida sugli occhi.
Indossa pantaloni in tessuto fine e liscio per l’estate, bianchi che mostrano le sue gambe splendide, una  camicia sempre bianca lasciata fuori dai pantaloni. Sembra un angelo…troppo per me!
- oh amore della mia vita…angelo sacro…vieni e purificami col tuo nettare!-
Comincio la preghiera con fare sentimentale…o da buffona. Al che lui composto mette già la piccola, mi si avvicina e placido senza fare una piega mi risponde:
- cara, non qua davanti ai bambini…sei anche in cinta, non puoi strapazzarti in quel modo!-
Penso di aver lasciato la bocca aperta per un minuto mentre lui usciva senza problemi seguito dalla sua beniamina. Non me l’aspettavo…da quando è così malizioso? O sono io che ho pensato male? Vi prego…ditemi se sono impazzita!-
- mamma…quando arriva Sakuya?-
Mi riporta alla realtà Rei.
- Sakuya? Arriveranno subito, stella! Andiamo, va!-
Così dicendo raggiungo subito gli altri due indaffarati in cucina a sistemare altre cose.
Mi fermo sull’uscio lasciando andare a fare un po’ di confusione al piccolo. Fisso assorta Jun. Cavolo, è così strano pensare a lui come mio marito, mi sembra impossibile…assurdo. Ogni volta è così…ogni secondo della mia vita. Mi rendo conto di quel che mi è capitato…di come l’ho conosciuto…che in un anno me lo sono sposata…Santo Cielo…così incosciente, sono!  E l’ho trascinato nella mia pazzia! Da non crederci. Se la scrivo o la racconto, non ci credono a questa storia!
Ma sono certa che è stata la pazzia più bella e giusta di tutta la mia vita. Spesso continuo a ricordare alcuni momenti di quel periodo…io mi sento ancora giovane….con lui mi ci sentirò eternamente!
Ho sempre pensato che mi sarei sposata con un pazzo scatenato teppista come me…invece No….uno che è tutto l’opposto…eppure una coppia più giusta non poteva formarsi!
Incredibile…veramente incredibile.
Tutto così unico e speciale…e vedere che nei nostri figli riviviamo noi è commovente persino per me. Non devo farmi sfuggire nulla di questi momento perfetti e felici, nemmeno una goccia. Li assorbirò fino alla nausea…e oltre!
Questa vita…la condurrò finchè non crollerò…per sempre!
Evvai!”
 
“ Sono alla porta ad aspettarli da 10 minuti. Io ero puntuale, ma ovviamente loro No….e certo…sono fratelli! Non dovevo lasciare che fosse Genzo a preparare Sakuya….quello si perde, con se stesso, figurari con un bambino di 6 anni!
Sospiro esasperato. Io l’ho sempre detto che Genzo sarebbe stata la mia rovina! Ma come una droga non riesco  farne a meno!
Mi ha cambiato lentamente ed inesorabilmente. Colpa o merito comunque è sempre lui!
Mi guardo allo specchio per l’ennesima volta.
Sono a posto, non ho nulla che non Va…non so più che fare. Di nero vestito per far contrasto con la chiara carnagione, capelli in ordine, il solito taglio, li ho spuntati un po’ ieri facendoli arrivare al collo in modo da avere le spalle libere. Forse lo sguardo è troppo duro, ma ormai quello è il mio normale…e poi quando mi fanno fare ritardo non riesco ad essere diverso! Dannazione! Da quando siamo venuti a vivere insieme è addirittura più lento nel far le cose…lui…con la sua indolenza…flemmaticità…che gira per casa…ha dalla sua che non fumacchia più….col fratellino che abita ormai con noi…!
Ripenso alla piccola peste che pare la copia di Genzo, sia di carattere che di aspetto…vivere con due Genzo, uno in miniatura e uno grande non è uno scherzo…ma solo io potrei riuscirci….e poi mi sta dannatamente bene!
Ma alla fine non ho da lamentarmi. La squadra va benissimo, con Genzo e Jun non può che essere così. Il rapporto anche…perfino lo pseudo figlio che siamo costretti a crescere come previsto da lui alla fine mi piace!
Non pensavo che aver sbandierato la nostra vita privata ai 4 venti avrebbe giovato…si però in un primo momento è stato infernale…non lo augurerei a nessuno, però ha avuto ragione quell’incosciente. Dopo un po’ si sono stufati di ricamare sull’evidenza…avendo già detto tutto il possibile, su cosa spettegolavano? Ma non glielo dirò mai che ha avuto ragione!
Intanto sanno tutti la mia vita…voglio dire, ancora più di quanto non lo sapessero già prima.
Dopo un paio di altri minuti si decidono a farsi vivi. Speravo di riuscire a trasmettergli almeno un po’ di disciplina, al piccolo fenomeno, ma non c’è stato verso. Quello venera il fratellone ed è già un asso del calcio!
Arrivano in lentamente all’ingresso dove li aspetto io.
- con calma, eh? Non c’è mica fretta!-
- lo so che non c’è!-
Ha il coraggio di rispondere convinto così. Nemmeno un occhiata gelida delle mie lo fa desistere…forse ormai siamo entrambi troppo abituati, ma tanto lo sono anche loro…però detesto arrivare tardi agli appuntamenti. Era una cena insieme, ci eravamo dati un orario…e va bene che c’è la possibilità di trovare Astrid ancora sotto la doccia…ma odio far spettare ugualmente!
- su su…non fare il muso! Andiamo!-
Che faccia tosta! Decido di non calcolarlo, far finta che non esista, freddamente prendo i pacchi dei regali per i bambini ed esco.
Certo però che comunque non mi perdo come è vestito. Sempre coi suoi jeans cadenti ed una maglietta maniche corte stretta nera. Sta decisamente bene…..figuriamoci. Ho l’impressione che non potrà mai imbruttirsi. Quei suoi capelli neri che finiscono sempre ovunque vogliano, ora leggermente più lunghi, fanno venire in mente desideri poco casti. Lo sguardo ironico di uno che mille ne fa e mille ne pensa….oppure da semplice re del mondo…odio ammetterlo…ma se c’è un lato negativo della faccenda è che con Sakuya qua non possiamo baciarci quando vogliamo! Anche se uno col carattere di Genzo cresciuto da due gay, non può certo avere idee rigide e pregiudizi….i bambini non li hanno, sono gli adulti ad averli e ad inculcarli. Sarà sicuramente un tipo dalla mente molto aperta…e non so se diverrà come noi anche lui, non è detto. È assurdo credere che un bambino cresciuto da omosessuali lo diventerò anche lui. Non  è vero. Lui ha un rapporto d’amicizia incontaminata e identica sia con Rei che con Kira…anche se ammetto che sono piccoli per analizzarli in quel senso…già…non si può dire.
Tuttavia mentre salgo in macchina riflettendo su queste cose, sento perenne lo sguardo penetrante e sicuro di Genzo su di me.
- ehi, scimmia, vai ad aprire il cancello che usciamo con la macchina!-
Ha un tono autoritario e antipatico, l’unico che funziona un po’ con l’indomabile fratellino. Brontolando cose incomprensibili scende e si dirige al cancello. Lo vedo saltare per prendere la maniglia e aprire….mentre assorto rifletto su quanto somigli pericolosamente al mio fidanzato, sento un dito girarmi la testa in modo poco gentile e una bocca posarsi sulla mia…non è UNA bocca…è LA bocca!
Come al solito mi ha letto il pensiero realizzando il desiderio di entrambi…già…chi lo dice che un bambino è una costrizione?
Lo so, ormai l’ho imparato…tuttavia se fossimo soli avremmo potuto approfondire meglio invece che accontentarci solo di un semplice bacio leggero.
- sei un figo pazzesco!-
Mormora sfacciatamente con un sorriso enigmatico dei suoi.
Rimango senza parole, come normalmente accade…cioè non parlo di natura quindi ora non è un anormalità. Lo guardo negli occhi e prima che possa ribattere rientra il moretto brontolando.
Ci stacchiamo e di malavoglia metto in moto…non vedo l’ora che venga stanotte!
Lui è un po’ tutto ormai. È banale dirlo. 5 anni fa non avrei mai pensato di poter aspirare ad una famiglia quale alla fine siamo. Non è nostro vero figlio, non siamo sposati…ma ci amiamo anche senza il simbolo del matrimonio. Quel qualcuno che sta lassù non ci ha mai benedetti, ma non l’abbiamo mai preteso. A noi è sempre bastato l’uno l’altro…stare insieme sinceramente con questo amore che ora non mi vergogno più chiamare tale. Avevo paura. Ho avuto paura di poter perdere Genzo per dei figli. Non è stato così. Credo sia bello.
Forse posso dirlo effettivamente.
Senza più vergognarmi, reprimere, sentirmi arido…io ora come ora sono proprio felice.
Sto bene come sono. Non voglio che nulla cambi, tutto deve rimanere sempre così. Perfetto e giusto.
Per noi lo è…anche se la gente sa che siamo omosessuali, che conviviamo e che abbiamo in casa un moccioso, anche se la gente ci addita….anche se la stessa gente ipocritamente ci chiede gli autografi e ci applaude quando segnamo.
Egoisticamente…chi se ne frega degli altri.
A me basta lui, un bambino che mi fa scoprire quel tipo di sentimento infantile che pensavo di aver cancellato, degli mici veri che mi distraggono. E il calcio, il mio sogno, la cosa che mi piace fare a vita.
Tutto qua.
Ho imparato la semplicità della vita e dei sentimenti, nell’ammetterli.
Ora non posso farne a meno.
È essenziale. Ma lo è lui. Genzo.
Senza non sarei più Karl.
Può accadere di tutto, chi se ne frega…così direbbe lui e lo dico anche io perché vero.
Alla fine quel che importa è che la mia vita sia vissuta con quella persona speciale accanto.
Genzo…e finchè non crollerò stiamo certi che andrà tutto bene.
Non può che essere così.
Semplice e cristallino.”
 
“ Arriviamo tardi come al solito. Tanto ormai sono abituati. È come un rito, loro sanno che devono dirci mezz’ora prima per poter incontrarci all’ora voluta!
Scendiamo dall’auto che parcheggiamo fuori dal giardino spazioso. Uno sguardo alla villa illuminata dalle luci tenui notturne che partono dalla base dell’edificio e si spandono sull’alto. Jun ha gusto, in queste cose. Ogni volta che vengo la guardo attentamente, è una bella abitazione. Anche quella di prima lo era, ma vedendo l’andamento di Astrid è stato utile ingrandirsi in una villa…hanno già due figli in un solo colpo e un terzo nascerà. Il giardino dotato di ampio spazio per giocare a calcio, con tanto di porta e rete, panchine, alberi….un laghetto sul fondo…è un signor giardino.
Prima che io possa perdermi nell’immaginare cosa potrei fare con Karl di notte in uno spazio simile così curato, Sakuya mi spinge lateralmente per passare….e che tipo, mica fa un'altra traiettoria, no proprio dove sono io!
- ehi, bestia immonda!-
tuono seccato…non vengo calcolato nemmeno di striscio, noto che cerca di arrampicarsi sul muretto all’ingresso per suonare il campanello ma non ci arriva così sadico vado da lui e sprofondando le mani nelle tasche lo guardo strafottente:
- ehi…chiedimelo….lo vedi  che non ci arrivi? Sei tappo…su avanti voglio che me lo chiedi di aiutarti!-
Lui smette di saltare e mi lancia un occhiata piena di fuoco negli occhietti neri. Mette le mani sui fianchi e alzando il mento in segno di sfida regge il mio sguardo senza problemi. Il nanerottolo ha 6 anni, è mio fratello…e osa pure sfidarmi così! Chi si crede di essere? Non lo aiuterò mai, deve chiedermelo!
- chiedimelo!-
- no!-
- avanti, chiedimelo!-
- no!-
- su, non fare il bambino!-
- lo sono, sei tu che non lo sei!-
mentre prendiamo a litigare come se avessimo la stessa età mi chiedo dove abbia imparato certe risposte! Io alla sua età…si….alla sua età parlavo anche peggio…ed ero pià odioso ed insopportabile…ok, ok….ma solo io posso, lui no!
Nell’apice della nostra baruffa in cui sto per mettergli le mani addosso ci interrompe il suono del campanello…ha suonato Karl!
Mi alzo dritto sulla schiena e  lo fisso piuttosto contrariato!
- Karl! Lo stavo educando!-
- a diventare un idiota come te?-
la risposta secca e fredda è accompagnata dallo sguardo che diciamo non ha eguali. Come al solito è l’unico che ha il potere di farmi sentire una cacca!
Sento il sorrisetto vittorioso del piccolo verme in mezzo a noi due e mi viene l’istinto di dargli un pugno in testa per la sfacciataggine, ho già il pugno alzato quando la porta si apre e ci accolgono due tornadi come di consueto.
La bionda alta prende in braccio il piccolo facendolo girare e gridando fra sette svenevoli con acuti assurdi, il biondo piccolo invece si appende al mio braccio cominciando a scalciare e ad insultarmi con parolacce che sono sicuro gli ha insegnato sua madre. Non è d’accordo che io picchi il suo amico!
- porco cane, toglietemi la zecca di dosso!-
urlo scocciato entrando per non cadere! Ma è un diavolo!
- mollamiiiiiiiiiiii! Aiutoooooooo! -
sento il fratellino adorato che urla anche lui angosciato.
Va avanti così per un po’ finchè Astrid non decide che ha fame! Ringrazio il cielo per questi suoi cambiamenti schizofrenici e voglie da gravidanza!
Noto con piacere  che Karl, Jun e la piccola Kira hanno tutti la stessa espressione. Non c’è bisogno di descriverla, immagino.
Ridacchio divertito.
La scena viene definitivamente interrotta dai piccoli. Rei saltellando felice va da Sakuya cominciando a parlargli a macchinetta come una certa conoscenza. Non capisco cosa dicono poiché sembra arabo….il linguaggio dei bimbi…stranezze! Li lascio perdere quando Sakuya a sua volta prende per mano Kira e conduce i due gemelli nella stanza dei giochi dietro le scale.
Vorrei proprio vederli grandi, quei tre…saranno distruttivi! Ok…togliendo Kira che mi pare fin troppo calma e fredda come tipetta, credo che gli altri due si faranno notare parecchio!
Finite le riflessioni sui piccoli Misugi e sul piccolo Wakabayashi, passo a salutare Jun frettoloso per entrare in cucina e sbirciare cosa si mangia! Anche io ho fame…e non sono incinta!
C’è Astrid che spilucchia a mi offre una piccola polpettina di riso.
Con la bocca piena intavoliamo un breve discorso:
- allora…chomp… come va?-
- mmm…chomp….bene…non si nota?-
- …uuuuuhhh…-
- cos’era? Chomp…-
- mmmm….stai benissimo…chomp….col pancione…-
mi becco un calcio negli stinchi che mi fa mandare di traverso il boccone, di rimando lo sputo e le arriva proprio addosso. Per vendicarsi ecco che me lo sputa anche lei.
È qua che arrivano anche Jun e Karl…e ci guardano schifati uscendo subito di nuovo!
Bè….ammetto che non è stata una cosa proprio carina da fare!
Ci facciamo la linguaccia come Rei e Sakuya fanno sempre poi ci ripuliamo decidendoci a portare in sala da pranzo le portate per mangiare.
- SCIMMIETTE A TAVOLA! LAVATEVI LE MANI, SE PROPRIO CI TENETE, MA VENITEEEE!-
il richiamo di Astrid per i piccoli è tutto un programma!
Ogni volta che ha una delle sue uscite lo penso….se non ci fosse sarebbe da inventare.
La seguo con un vassoio di antipasti che poso sul tavolo imbandito….a giudicare dalla precisione degli oggetti posi ad arte direi che l’ha sistemata Jun!
Arriva però lei che sposta tutto malamente e rovina il suo capolavoro! Lo sguardo poco convinto del marito è il massimo.
Come fanno due così diversi ad essersi addirittura sposati?
Non so, ma sono belli da vedere. Ispirano allegria, è la classica famiglia che io avrei sempre voluto. Lei pazza e lui maturo e composto…ma molto dolce. Un gran papà! Li invidio. Senza dubbio. Ma non me ne vergogno, non ci sto male. Loro ormai sono la nostra seconda famiglia e la prima non ha molto da invidiare…se non le piccolezze…Karl, colui che amo, il piccolo Sakuya, sentirlo frutto di un amore. Per me è come un figlio. Mi è stato affidato appena nato da quegli incoscienti dei miei genitori. Io lo sapevo che sarebbe finita così. Sono andato nel panico più assoluto, chiamavo tutti per aiutarmi, finchè non ho imparato da solo. Astrid e Jun me lo tenevano i primi anni perché così faceva compagnia ai loro due piccoli ed io mi riposavo.
Mi sento un genitore più che un fratello maggiore. E la cosa mi lascia stranito…non pensavo che avrei potuto provare quel tipo di gioia. Non so cosa potrei provare facendone nascere uno col mio seme, ma ora come ora non mi interessa. Come non mi interessa il legame del matrimonio. Mi sento così legato a Karl che darei tutto per non vederlo più cupo e ombroso come anni fa.
Mi sembra…Dio…si, mi sembra come un piccolo angolo di paradiso.
Sono felice.
Questo basta.
Faccio per lavoro quello che più mi piace, vivo con due persone che adoro, ho degli amici che ci hanno dato tanto.
Sono pensieri sdolcinati, infatti non li faccio spesso…ma sai….ci sono dei momenti in cui non si può farne a meno. Quando si sfiora la perfezione e senti palpabile la gioia anche se non fai nulla di particolare.
Guardo nuovamente Karl che aiuta Sakuya a sedersi bene sulla sedia. Ha un che di paterno innato. Mi piace sotto questa luce. È una crescita ulteriore per tutti. Quando anni fa pensai che non avrei mai avuto figli se fossi rimasto con Karl, ma che ne avrei voluti…ricordo come ha sofferto. E mi è parso di morire sentendo le sue lacrime scendergli sulle guance. È stato un momento in cui mi sarei preso a pugni. Ed ora…guarda un po’ come è andata!
È una storia che fa ridere!
Assurda!
Ma se non lo fosse stata non sarebbe stata per noi!
Mi siedo accanto a Karl visto che i posti vicino a mio fratello sono occupati da Kira e Rei.
È perfetto.
È bello.
Una figata pazzesca.
Non manca nulla.
Esatto. È questo il punto.
Non manca nulla.
Non rinuncerei per nulla al mondo a questo posto che mi sono guadagnato da solo…con lui…e finchè non crollo, finchè la forza non mi abbandonerà, nessuno mi toglierà questo paradiso. Nessuno potrebbe battermi.
Finchè io ci sarò proteggerò tutto questo.
So che sarà sempre così.
È una promessa, una conferma, una convinzione.
Anche perché io ho solo quelle!
Una vita grande per grandi persone!”
 
“ La  cena è passata da un pezzo ed ora siamo tutti nei divani a parlare con la tv di sottofondo, c’è una partita, è la seconda semifinale della coppa dei campioni. In qualità di allenatore è mio dovere controllare e studiare la nostra futura avversaria. Devo vedere chi ci affronterà in finale! Anche se da come gioca, credo che sarà quella italiana, è in gamba e non sarebbe la prima volta che arriva a vincere la coppa. ma sono sicuro che non sarà così facile con noi.
Non sia mai che io non adempi ai miei doveri! Anche se è un occasione speciale io devo sempre ricordarmi che ho degli obblighi, ho preso un impegno anni fa e lo devo sempre portare a termine!
È divertente guardarla con Karl e Genzo….ma ancor di più con Astrid.
- brutto pezzo di merda! Ma guarda cosa fai! No no! Devi buttarti, insomma salta! E quello? Che passaggio era? Ma fatevi controllare dal medico! Per non parlare dell’arbitro…se ci capita anche a noi uno così giuro che faccio una strage! Incompetenti! Jun, ma come fanno a giocare così!?-
la guardo completamente serio e cosciente. Così pacato rispondo:
- intanto spiegami cosa c’entra il medico! Poi non ho capito esattamente cosa dovrei risponderti…ad ogni modo ognuno ha il suo gioco e tu dovresti lasciar vivere di più la gente…specie se è in tv!-
mi guarda con tanto d’occhi non capendo nulla di quello che le ho detto:
- eh?-
- ti ha detto di stare zitta che non capisci un accidente di nulla di calcio!-
interviene tagliente Karl…forse vorrebbe che la finisse…effettivamente è stressante vedere qualcosa con lei!
Sotto questo aspetto non crescerà mai…tanto meno cambierà. Le sembra il momento di litigare? Manca solo che si metta a pestarlo e il bambino finirà sicuramente per ringraziarla!
- Astrid…sei incinta…sta calma!-
più che un consiglio sembra un ordine…o una minaccia…quella di Genzo.
Alla parola incinta lei si illumina, come se un campanellino le squillasse nella sua testa strana. Si aggrappa a me con aria preoccupante e mi dice:
- amore…ti prego….ho voglia di fragole!-
la guardo. E la guardo ancora. Continuo a guardarla. Siamo sposati da 5 anni ma ancora non capisco quando è seria o quando scherza.
- tesoro…non è stagione di fragole…non puoi volerle…-
- ma io le voglio!-
comincia a miagolare e a fare gli occhini teneri. Può anche strisciare, ma i fatti sono che in giro non si trovano fragole! Lei e le sue voglie!
- ma se non me le prendi il bambino…-
- non tirare in ballo il bambino che non c’entra! -
cerco di essere severo ma lei in risposta si mette a fare i capricci coprendo la voce della tv:
- io le vogliooooo! Rei, papà non mi prende le fragoleeee!-
alla velocità della luce si precipita Rei, la scheggia bionda, e mi si butta addosso coprendomi di piccoli pugni imitato da Sakuya. Sospiro stanco. È diverso quello di Karl che è il tipico di uno che sta per perdere la pazienza!
Genzo sembra divertirsi!
Arriva la piccola Kira che spinge via i due maschietti e mi si mette davanti per difendermi. Non dice nulla ma lancia uno sguardo molto sottile e tagliente ai due malvagi mostriciattoli…nonostante tutto è divertente. Sono proprio unici questi bambini! Iniziano la lotta davanti a noi coinvolgendo qualunque cosa capiti sul loro cammino. Si nascondono dietro Genzo e Karl per poi finire col picchiare anche i due malcapitati.
Per poter vivere in pace Genzo si alza e furbamente immedesimatosi in uno della loro età grida:
- chi vuole una lezione di calcio gratis?-
un paio di occhi gelidi ed uno color autunno lo fissano come se fosse impazzito, invece il paio sadico e divertito lo incita:
- si si! Andiamo tutti, altro che tv! Dai!-
sempliciotta…sono certo che pensi così il biondo. Ma effettivamente è vero…peggio dei piccoli!
Scotiamo il capo e seguiamo nostro malgrado gli altri che corrono felici fuori.
Sembrano proprio dei bambini!
Rimango più indietro notando come Genzo si piazza in porta e sfida tutti a fargli goal! Bella forza! In un primo momento ci provano Rei e Sakuya, Kira rimane ferma senza provarci nemmeno…sicuramente  pensa  che non è stupida come loro, non si farà certo umiliare! Ma è simpatica l’idea che si sia iscritta a calcio femminile anche lei! Proprio mia figlia, no? Obiettivamente per essere così piccoli si capisce che sono portati per questo sport e la cosa mi crea sollievo e piacere. Ci prova anche Astrid che viene subito fermata da Karl…fortuna che almeno lui un po’ di cervello ce l’ha. Dopo un bel po’ che ci provano e che Genzo fa lo sborone arriva Karl a sorpresa che tira una bordata per fargli abbassare le ali. Siccome Genzo non se lo aspettava riesce a segnare…anche se per un pelo…e l’espressione comica del moro è encomiabile. Sorrido perfino io. Poi gli rilancia il pallone e lo intima a riprovarci….sicuramente non segnerà di nuovo!
È una confusione piacevole.
Mi rifaccio la coda ormai disfatta lasciandoli comunque morbidi e mi appoggio con la spalla allo stipite della porta. Non è quel che si potrebbe definire caldo, ma si sta bene. Nonostante sia sera e il buio circondi l’ambiente, le luci forti dorate che partono dal terreno illuminando l’alto fanno un effetto suggestivo desiderato. Illuminano i volti e i corpi in movimento. Mi piace osservare i dettagli. Come sempre.
Le stelle non si vedono grazie a questa illuminazione, ma basta andare in mansarda per ammirarle nel loro splendore.
La leggera brezza fresca mi provoca brividi che sicuramente loro non sentono con tutto le corse che fanno.
Sono belli.
È un bel quadro.
Un artista lo dipingerebbe… ma dovrebbe essere un artista che ha vissuta queste nostre vite, altrimenti non avrebbe senso.
Un attimo  che vorrebbe fuggire ma che per ora rimane qua…con noi…vivo e intenso. Perché sono certo che si sia innamorato di loro anche lui.
Non è uno sguardo malinconico quello che li accarezza. Non uno misterioso come lo sarebbe stato un tempo. Tanto meno indecifrabile.
È pura e semplice serenità.
Mi sento a mio agio.
 È stata una scommessa per me chiederle di sposarmi. Io non faccio mai cose impulsive, non mi butto mai, non provo tanto per provare…non rischio….a patto che non sia una cosa più importante di me stesso come il calcio.
Ma ne avevo trovata un'altra di ragione per rischiare…Astrid.
L’ho fatto…e credo di aver vinto la scommessa.
Ora a distanza di 5 anni da quel momento memorabile e di quel matrimonio altrettanto esplosivo, posso dire di aver avuto ragione.
È lei che mi completa. Si finisce sempre per innamorarsi perdutamente per tutta la vita di una persona del tutto diversa da te stessa, assurdo, no? Ma è così. Ricordo i primi pensieri di quando la vidi….volevo che tornasse indietro da dove era venuta. La consideravo un cataclisma….anche ora lo è…ma adesso è  un cataclisma indispensabile.
Come tutto. Io potrei fare a meno di ogni cosa, tranne degli amici veri, della mia famiglia, del calcio e di lei.
Il resto potrebbe sparire.
Mi sembra tutto giusto e non perché il puzzle è finito e i tasselli sono al loro posto. Questo puzzle non finirà mai! È tutto giusto perché è così. E basta.
Quei due bambini e quello che ha in corpo sono la nostra vita. Io lo sono per lei e lei per me. Quei due che giocano a fare gli adulti lo sono.
Si sta bene così, no? Perché cercare dell’altro?
Io accetto tutto quello che mi viene donato sul cammino che ho scelto di percorrere. Se c’è significa che va bene.
Una storia pazzesca, per nulla da me eppure allo stesso tempo semplice.
Due amici che non si smentiranno mai.
E la certezza che finchè il cuore batterà in me io non crollerò. Andrò sempre avanti. Non per me, non per egoismo, non più. Ma per loro. Perché li amo e ci tengo.
Perché è la vita che mi sono scelto ed ora so che era l’unica adatta a me.
Non  l’accuso più per avermi strappato il calcio. La ringrazio, tanto alla fine siamo noi a vivere in funzione di ciò che è essenziale.
Io non mi farò mai vincere.
Sarò sempre vincitore.
Perché ci sono loro.
Vengo interrotto dal pallone che mi passa Astrid.
- dai tesssoroooo! Fa vedere chi sei!!!!-
così accentuando il sorriso rilassato di pura beatitudine cammino unendomi a loro, incitato dai bambini, da mia moglie e sfidato come al solito da Genzo, con lo sguardo sereno e tranquillo di Karl, mi appresto a tirare.
Va tutto bene, con questa luce artificiale chiudo gli occhi per riaprirli subito concentrato, sorrido come è mia abitudine fare per le cose che mi piacciono.
Sono ancora al mondo.
E sono felice.
Come è nel nostro motto…
Nessuno potrebbe battermi!”
 
FINE