CAPITOLO 12:
INFERNO IN TERRA
PARTE 1

 
“La porta suona, sono appena tornato dall’allenamento mattutino…ho un paio d’ora di pausa, poi alle 16.00 ho il corso per tedesco, e quando finisce quello ho l’allenamento pomeridiano che finisce a sera prima di cena. Volevo rilassarmi per bene e dormire un po’, non avevo nemmeno fame…e viene gente a casa a questa ora…senza avvisare! Voglio proprio vedere chi è!
Apro e chi mi trovo davanti? Anzi fra le braccia? Un uragano familiare…effettivamente doveva tornare in mattinata con sua madre…ma credevo avessero le chiavi…evidentemente le hanno perse! Astrid senza nemmeno avermi salutato mi si  butta letteralmente fra le braccia stritolandomi felice. Fa una tale confusione che non capisco nemmeno come le mie mani siano finite sulla sua schiena…me le avrà messe lei come fa di solito…si perché lei fa così…mi si appende al colle e mentre io non me ne accorgo mi prende le mani e le braccia e si abbraccia da sola mettendomele intorno al suo corpo! È assurda!
Sorrido e a stento dico un :
- Benvenu…-
che mi muore in gola vedendo il codazzo che ha dietro di se!
Mantenendo tutta la compostezza di cui sono capace in queste condizioni chiedo pacato:
- e loro chi sono, Astrid?-
Lei si stacca da me e si volta poi con un gesto della mano che sminuisce la situazione torna ad aggrapparsi al mio collo come se fossi il suo fidanzato.
- oh, nessuno…i miei fratellastri e sorellastre!-
e manca un pelo che il mio cuore non subisca un brutto colpo.
Mi limito ad impallidire impercettibilmente e a rimanere serio e composto, lascio che si sfoghi e che mi stritoli quanto vuole all’entrata, poi finalmente si scioglie e io sorrido alle persone di varia altezza, misura, sesso e stile. Da bravo padrone di casa faccio gli onori e li faccio accomodare con gentilezza senza far capire assolutamente nulla a nessuno di quel che vorrei fare in realtà, poi come se nulla fosse la cingo per la vita e come se fosse la mia cara e dolce fidanzata la conduco in cucina e mi chiudo a chiave la porta alle spalle.
La mollo, la faccio sedere con una certa autorità e in piedi davanti a lei smetto di fare la faccia serena e tranquilla, divento spaventosamente serio, punto i miei occhi castano autunnale che immagino ora abbiano preso una strana ed impressionante intonazione rossastra, nei suoi occhi verde chiaro. Passo le mani fra i capelli portandoli all’indietro dove i soliti ciuffi tornano lunghi sugli occhi, mi passo poi le mani anche sul volto e con calma…molta e terribile glaciale calma dico:
- Astrid. Ti do esattamente 2 secondi e mezzo per spiegare tutto quello che nella tua testolina è passato prima di arrivare in questa MIA casa con tutta quella gente!-
noto con piacere che gli occhi suoi sono diventati verde scuro e che il sorrisone largo le è sparito lasciando un’espressione infantile di un bambino che ha combinato un guaio e che non vuole sottoporsi al giudizio terribile dal papà…conoscendola quella troverebbe il modo di scappare anche dal giudizio universale…ma non ora…ora è mia!
Lei prende un profondo respiro, apre la bocca per rispondere ma si blocca non riuscendo a far uscire una mezza sillaba.
- i secondi sono passati a due e basta!-
Ancora silenzio…mi sa che questa non ha proprio pensato prima di venire qua!
Continuo imponente a guardarla mentre lei scruta nella sua testolina vuota ogni possibile scelta per non farmi arrabbiare più di quanto non lo sia ora.
- ecco vedi…loro sono i miei fratellastri e sorellastre…-
- fin qua ci sono.-
calmo…molto calmo…e gelido…terribilmente gelido…non uno straccio di aiuto.
- uhm, mia madre dovrebbe arrivare fra poco e ti spiega tutto lei!-
fa per alzarsi sperando di cavarsela così ma io l’afferro per un braccio e la spingo di nuovo con forza e autorità seduta.
- non voglio sapere quando arriva tua mamma…voglio sapere DA TE cosa ci fanno loro qua!-
- ecco, allora…loro sono i figli di mio padre e delle varie mogli che ha avuto nella sua vita...la prima moglie è stata mia madre ed io la sua prima figlia…poi mia mamma si è separata e lui si è trasferito in giappone per lavoro…lì ha conosciuto un sacco di donne con cui è stato e si è sposato…con ognuna ha avuto qualche figlio, io ho perso il conto delle matrigne ma erano quasi tutte simpatiche…a parte quelle che ho fatto scappare a gambe levate erano tutte simpatiche…era mio padre che è infedele…queste donne alcune avevano altri figli grandi, anche più grandi di me, altre ne hanno avuti dopo…insomma la mia famiglia è un gran casino…io fin da piccola ho fatto avanti e indietro dalla Germania dove stava mia madre al Giappone dove stava mio padre e le numerose e nuove fidanzate e mogli. Io conosco tutti, mia madre proprio non tutti…-
comincio a spazientirmi tuttavia sempre calmo rispondo:
- tutto questo non risponde alla mia domanda…perché sono qua?-
Mi sorride furbescamente e risponde tutto d’un fiato:
- c’è una riunione di famiglia con tutti quanti, non so perché ma ogni tanto la fanno….persone strane…e i figli non sapevano dove metterli, così sono venuti qua a trovarmi!!!!!!!!-
non una piega.
- e quanto staranno?-
- finchè la riunione non finisce!-
ancora nessuna piega:
- e quando finisce?-
- potrebbero finirla subito come fra un paio di giorni…-
alzo un sopracciglio, niente di più e ripeto la domanda marcando sull’ultima parola:
- e quando finisce?-
fa gli occhi da cucciola e con la vocina sottile e impercettibile dice:
- non lo so!-
poi si copre la testa con le braccia per evitare mazzate in testa da parte mia!
Respiro. Calmo. Respiro. Calmo. Devo strare calmo. In fondo ho solo bisogno di calma e tranquillità, riposo fuori dal mio lavoro di allenatore. Rilassarmi e stare CALMO…MOLTO MA MOLTO MA MOLTO CALMO!
Sorrido con un sorriso tirato, di quelli che si fanno quando uno dentro sta per scoppiare e cerca di tenere il controllo…di quelli proprio meno raccomandabili e più spaventosi.
Mi avvicino a lei e la sgarbuglio facendola alzare, le metto un braccio intorno alle spalle costringendola ad ascoltarmi e a guardarmi negli occhi.
- Astrid. Tu sai la mia condizione, no?-
- si…-
- dimmi, qual è?-
- che devi stare calmo fuori dall’ambiente lavorativo, rilassarti senza stressarti, non stare nel troppo casino continuo e..-
- stop…hai detto la cosa giusta! Hai centrato il punto….io devo stare calmo e tranquillo senza…?-
- casino…-
- bene…brava…e perché?-
- sono le condizioni del medico…o così o non fai nemmeno l’allenatore e te ne stai buono a casa a fare lavori sedentari…-
- e perché?-
- perché soffri di mal di cuore…hai una malattia cardiaca che si è aggravata con l’ultima operazione!-
- bene, vedo che le cose le sai…allora fai solo finta di non sapere, di ignorare e di essere ottusa…-
-…-
- Astrid, dimmi un'altra cosa.-
- si?-
- di chi è questa casa ora?-
- tua.-
-  e a chi devi chiedere prima di far venire qua amici tuoi?-
- a te!-
- con chi devi consultarti prima di prendere decisioni che mi coinvolgono così?-
- con te!-
- e l’hai fatto?-
- n…-
- non ho sentito!-
- no…-
- e loro secondo te sono persone tranquille che mi permettono di rilassarmi e stare calmo come dovrei?-
- ehm…no?-
- vedo che hai risposto giusto a tutto…ora cosa credi che dovresti fare?-
- andarmene con loro altrove?-
- ma allora lo vedi che se ti impegni riesci a sfruttare bene anche tu i tuoi neuroni?-
- Jun?-
- che c’è?-
- sai che quando fai così assomigli tanto a Karl?-
- si?-
- si.-
- Jun?-
- che c’è, ora?-
- vuoi veramente che ce ne andiamo?-
- e perché dovrei volerlo? In fin dei conti mi sei capitata qui con 15 persone dall’aria del tutto casinara e sconosciute, me li hai piazzati in casa dicendo che non sai per quanto tempo devono fermarsi, mi stai sconvolgendo i miei piani, i miei programmi, i miei doveri, la mia pace, in questi giorni rischierò l’ennesimo attacco di cuore stando con 15 come te, mi hai preso per una casa-famiglia che raccoglie chiunque non sappia dove andare, non mi hai consultato, hai fatto e fai i tuoi comodi senza calcolarmi, mi hai dato per scontato ed infine fai come se comandassi tu ed io non esistessi trattandomi da tuo un tuo fidanzato potenzialmente cretino perché asseconda ogni tuo capriccio assurdo. Perché dovrei volere che ve ne andaste?-
lei mi guarda serie e pensierosa per alcuni minuti nei quali cerca di capire se quel che ho detto era ironico o seriamente vero.
Infine sempre guardandomi ingenua e infantile fa:
- Jun?-
- cosa c’è ancora!-
- sei arrabbiato con me?-
non capisco nemmeno io come abbia fatto semplicemente ad aprire la porta della cucina e a buttarla fuori con gentilezza ed eleganza senza farle il minimo male. Richiusa la porta mi ci appoggio sopra premendomi l’indice e il pollice sulla fronte in mezzo agli occhi.
Sospiro profondissimo…peggio di due canyon(si scriverà così?).
- perché me l’hai fatta arrivare? Perché, Dio? Che ho fatto? Voglio vivere ancora un pochetto…non chiedo molto…giusto un po’…-
Santa Pazienza, Astrid, che dovrò mai fare con te? Sei un bel mistero! Perché non riesco mai a fare come fa Karl? Gli assomiglio, dici? Ma dove? Lui ti avrebbe già buttata fuori casa con tanto di bagagli fatti da un pezzo! Come faccio a sopportarti? Siamo i perfetti opposti eppure…uff…come faccio a mandarla via con tutta quella marmaglia di gente inferocita? Senti il casino che fanno, ho paura a tornare di là solo per vedere in che stato pietoso è la casa! La mia casa…ordinata…pulita…silenziosa…addio tranquillità! Stanno per iniziare giorni terribili…ma non li passerò solo…anzi!
Altro che lei…il vero mistero sono io…perché alla fine l’accontento e l’aiuto?
Non trapianto di cuore…ne avrei bisogno uno di cervello!
Sospiro per l’ennesima volta e veramente tornato in me con i miei modi definiti da Principe da Astrid, immagino che lei con principe intenda eleganza, grazia, calma, gentilezza, superiorità…l’impressione è questa che do, lo so benissimo…in realtà non so come definirmi…ad ogni modo questo è come riesco ad essere e così riapro la porta ed esco pronto al peggio e ad affrontare l’inferno in terra!
Ecco, a questo punto vorrei trovare veramente risposta a questa domanda amletica…che ho fatto io per meritarmi questo?
Vorrei sapere come e perchè mi ritrovo, ora, bagnato da cima a fondo da quei terribili esseri mostruosi!”
 
“Quello che vorrei sapere è che ci facciamo io e Karl qua! Va bene che la casa di Jun è grande ma ora sembra così piccola e così affollata…non va bene per i miei gusti…cioè…se sono coi miei amici e la mia compagnia non ho problemi e sono sempre al centro del asino come mi piace stare, ma in mezzo a degli estranei scatenati…no…
siamo fermi io e Karl vicini all’altro e in piedi davanti alla porta squadriamo piuttosto male uno ad uno…e loro non si sono nemmeno accorti del nostro arrivo…ammiro invece Jun che bagnato mantiene la sua aria da Principe estremamente sicuro di se come se avesse sempre e comunque la situazione in mano…lui si che è superiore a queste bestie.
Vediamo…passo in rassegna quelli seduti nei divani, ci sono due ragazzi e una ragazza. Uno dei due è un adulto sopra i 25 anni, l’altro deve avere sui 15 anni ma mi sembra così composto e freddo…totalmente un altri rispetto ad altri della sua età qua dentro. Ma è un tipo interessante, ha i capelli lunghi fina al fondo schiena, neri e lisci, molto curato e composto…ha i lineamenti indiani…ma non proprio…dev’essere un misto…metà giapponese e metà indiano dell’India. Non tanto freddo quanto composto, tranquillo, riflessivo…da l’idea di un tipo spirituale…magico…mette soggezione…è vestito di bianco con stoffe morbide e lisce e lunghe. Non legge ma non fa nulla, guarda fuori dalla finestra estraniato dal caos. Il ragazzo sulla trentina quasi è nell’altro angolo del divano, ha la pelle bianchissima, gli occhi chiari anch’essi, credo azzurri ma non potrei giurarci perché li tiene abbassati, legge un libro, e porta gli occhiali da vista dalle lenti un po’ scurite. Ha una bella bocca, carnosa ma incurvata verso il basso, i capelli biondo chiaro sono lisci e scalati fino al collo, con dei ciuffi laterali che gli accarezzano il volto fino al mento. È vestito di nero, semplici pantaloni a sigaretta e una maglia stretta a collo alto. Lui si fa i fatti suoi…come faccia a leggere con questo casino non so…mi dà l’aria di un tipo freddissimo e gelido…ma anche di forte maturità. Credo abbia origini russe…ma magari mi sbaglio. La ragazza è seduta in mezzo visto che l’altro divano è occupato da un'altra ragazza che dorme stravaccata. Quella seduta fra i due è molto carina…ma più che bella d’aspetto…è bella per come si è impostata e per i suoi modi. È minuta, bionda coi capelli ricci corti fino alle spalle ma tenuti molto bene e perfetti, la pelle è chiara e non è truccata… credo abbia sui 18 anni ma ne dimostra di più. Ha il nasino piccolo e dritto…il classico alla francese, magra, piatta, occhi azzurri, abiti raffinati, firmati e perfetti come lei. Questa è una di razza! Ha il pedigree!
Nell’altro divano stravaccata a gambe larghe e braccia a penzoloni c’è una ragazza…avrà 17 anni…dorme della grossa. Pallidina, ha l’aria malaticcia, occhiaie profonde, capelli ingarbugliati lunghi fino poco sotto alle scapole credo, ma essendo distesa non potrei dirlo con sicurezza, sono biondo scuro ma ha delle ciocche colorate di biondo chiaro a metà lunghezza, presenta una lunga ricrescita. Ha gli occhiali anche lei e si è dimenticata di toglierli per dormire. Non so come faccia a dormire in mezzo a quel caos assurdo…madore..anche bene. È vestita in modo trascurato…cioè con le prime cose che gli sono venute in mano…infatti sono degli abbinamenti che farebbero concorrenza agli spaventapasseri.
Passo agli altri. Con Astrid la pazza uragano lunatica, che deve essere tornata oggi, c’è un’altra ragazza che balla divertita con lei…mi sa che sono piuttosto simili come carattere. È magra e alta, avrà anche lei sui 19- 20 anni. L’aspetto è piuttosto semplice, non è una delle bellezze sensazionali…ha lunghi capelli fino al fondoschiena rosso acceso, pelle abbronzata e occhi grigi. Ballano sulle note di the kids aren’t all right degli Offspring a fare i dj, cantante, braker è un ragazzo dai capelli blu corti e sparati in ogni direzione col gel, pelle abbronzata, occhi grigi anche lui…immagino che sia il padre comune di questi tipi ad avere gli occhi grigi…obiettivamente è un bel ragazzo dal corpo atletico…deve essere uno di quelli che hanno mille ragazze al minuto, ha la cicca in bocca…ed è quello che incita e organizza i piani…il leder del gruppo e del casino…il classico teppista. Avrà dai 16 ai 18 anni…non riesco ad immaginare di preciso quanti ne deve avere. È vestito come veste Astrid.
Poi ci sono altri bambini che corrono su e giù con un sacco di oggetti in mano…questi vanno dai 14 anni in giù…ognuno vestito in modo diverso, dal rap, al metal, al discotecaro, al semplicissimo, al casual, al dandy…ma tutti che fanno casino correndosi dietro, bagnandosi coi gavettoni e la pistola enorme ad acqua…qualcuno invece dell’acqua si butta dietro farina…impastando tutto quanto. Ci sono anche due gemellini, un maschietto ad una femminuccia…sono emulatti, la pelle color nocciola e vanno dietro a tutti…avranno sui 4 anni. Sulle spalle di uno dei terribili che distruggono la casa c’è un altro bambino, credo abbia 2 anni circa…si aggrappa alla fronte del fratello e ride divertito.
Io mi porto una mano alla fronte…credo che mi troverò a sfoderare il mio lato peggiore…e Karl…bè…lui farà come sempre il ghiacciolo…
Astrid si avvicina a noi alla porta e subito viene da noi anche Jun che continua a non scomporsi. La multicolore grida al ragazzo allo stereo identificato da me come il capo:
- Michael, chiudi che devo presentare!-
tutto e tutti si fermano e ci guardano…io ho uno dei mie lugubri sguardi…non gradisco questo casino…perché non sono io a crearlo e perché questi giù non li sopporto.
Astrid comincia con le presentazioni:
- Vi ho chiamato io prima di venire qua, così davate man forte a Jun. Bene, partiamo dai calmi e dai ghiaccioli.-
indica il divano e il biondo che legge vestito di nero.
- lui che legge, biondo, con gli occhi azzurri è il nostro ghiacciolo…è il più grande, non è figlio di nostro padre ma una delle mogli che ha avuto l’aveva già. Ha 27 anni  e si chiama Yan. È russo ma si è trasferito in Giappone con la madre dopo che il padre si è disperso nella madrepatria in una tormenta anni fa. Come si può capire destare il suo interesse è pressoché impossibile!-
ora indica la ragazza in mezzo:
-lei si chiama Alexane Aliènor ed è francese purosangue.
La madre e il padre erano conti francesi nobili, un conte che però ha perso tutto e così ognuno è andato per la sua strada e si sono separati…poi loro due sono andate a fare un viaggio in Giappone e lì hanno incontrato mio padre che si era trasferito là per lavoro. Mio padre e la donna hanno avuto un altro figlio che è lui…-
indica il ragazzino con il bambino piccolo sulle spalle, è biondo cenere coi rasta e una fascia da dove le trecce spuntano finendo per aria. A quelle si aggrappa il piccolo. È vestito con abiti larghi e sformati.
- …che si chiama Jean Joseph, lui è mezzo francese e mezzo tedesco. Ha 13 anni e ve lo raccomando!-
ora indica l’altro ragazze seduto sul divano, quello coi capelli lunghi e neri.
- e quel capolavoro che a mio avviso è il più bello di tutti è Kiran. Ha 15 anni e sua madre era indiana, su suo padre non si sa nulla, era probabilmente un Giapponese…ma appena l’ha messa in cinta è scappato…è stato cresciuto da sua madre in India…poi però lui è andato in cerca del padre in Giappone, una volta scoperto che era di quel paese e ottenuto una sua foto. Là ha incontrato mio padre e non ho ben capito come poi lui ha incontrato lei e si sono innamorati…lei è stata una delle ultime mogli che ha avuto mio padre ma purtroppo si è ammalata gravemente e da un momento all’altro ci ha lasciato. Mi piaceva molto sua madre. Io lo trovo meraviglioso lui…e sa un sacco di riti magici e leggende e detti…è un gran saggio. Con lei ha avuto un'altra figlia, Hima…-
indica una bambina  dai capelli mossi lunghi e neri fino a metà schiena ma legati in tanti codini che fanno l’effetto fontanelle. È molto bella come bambina ed è sporca di farina e bagnata.
- lei dalla pelle scura…da mio padre ha preso il colore chiaro degli occhi infatti è molto bella. Ma è un maschiaccio vero e proprio. Mi fa ridere troppo!-
poi indica quella che dorme sul divano che non si è accorta di nulla.
- lei che dorme tranquilla e beata ha origini italiane non è figlia di mio padre ma è come se l’avesse adottata. Si chiama Andrea e…credo che anche lei si sia scambiata per un uomo da come si concia…non le interessa l’aspetto e va come le capita, si trascura molto…dorme sempre perché è affetta da una malattia, infatti l’aria malaticcia non è dovuta dalle ore piccole che fa visto che non esce mai e odia la gente…anche se non capisco come possa far finta di non vedere questa marmaglia. È quella che mette più in soggezione fra tutti…lei ha una lieve forma di autismo, rispetto quando era piccola è migliorata moltissimo e sta guarendo pian piano…ma lo è ancora un po’. È spesso presa in giro da molti ma siccome a lei non gliene importa nulla di nessuno, non parla, non fa nulla per pigrizia, non guarda negli occhi nessuno..e…bè, imparerete a conoscerla…l’importante è lasciarla alle cure di Yan, Alexane e Kiran. Non hanno fatto in tempo ad avere altri figli poi la madre e mio padre.-
passa ad indicare la ragazza  che tiene sotto braccio, quella dai capelli rosso fuoco.
- questa bellezza proibita è la mia ragazza! Scherzo…magari lo fosse, se la sente il suo boy mi uccide! Ha madre brasiliana e il padre è il mio…è stata una delle prime, dopo di me, che ha avuto mio padre. Ha 18 anni…ma i suoi sono stati insieme poco. Si chiama Yasmin Elanie. Mio padre è un gran bastardo in fondo! L’ha lasciata perché aveva messo incinta un'altra donna…americana…era in vacanza in brasile e ha incontrato la madre di Yas…infatti è brasiliana…se le è portato in casa…poi per motivi di lavoro ha dovuto fare un viaggio in america ed è incontrato un'altra donna che ha messo in cinta…ma non si sono sposati i due…lui ha riconosciuto il figlio, infatti sta con noi come gli altri…ma non si è sposato.-
indica il capo branco, il teppista.
- il figlio in questione è lui, è americano ma siccome la madre non ne voleva sapere di tenerlo lei e basta lo ha fatto andare su e giù. Lui è Michael. È un teppista che comanda il branco…ma io non mi faccio comandare! Ohohohohonoh!!!!! Lui canta e suona in una band che lo segue fedele…ma in queste riunioni di famiglia li molla. Balla anche…come me e Yas e altri qua…insomma lui è quello che ha la colpa di tutti i guai…è la mente diabolica…-
il ragazzo in questione le tira uno dei suoi scarponi in testa…le fanno piuttosto male ma aggiunge:
- mente diabolica…mi risulta che tu mi tieni testa molto bene con la tua girl!-
un dito medio in risposta…segni d’affetto immagino!
- ecco, poi ci sono i due gemelli che hanno 4 anni ma a momenti ne fanno 5, sono i figli di mio padre e di una bella donna di colore loro
sono venuti emulatti, lei era del Camerun.  Le bimba si chiama Akua e lui Akil. Sono divertentissimi questi due…li facciamo crescere troppo bene!-
ora indica un maschio e una femmina con le pistole d’acqua uno e la farina l’altra, hanno i lineamenti giapponesi…ma hanno anche qualcosa di europeo.
- loro sono i figli dell’ultimo matrimonio di mio padre…sembra che ci stia bene con lei, non l’ha ancora tradita, hanno avuto 3 figli e lei è in cinta di ancora uno e sono affiatati, stanno insieme da tanto. Allora il maschio ha 10 anni e si chiama Akira, la femmina ha 8 anni e si chiama Nana, e quello sulle spalle di Jean è l’ultimo arrivato, giapponese anche lui ovviamente fratello degli altri due, si chiama Akane(concedetemelo!!!!! NdAka).-
respira un attimo…ma come diavolo fa uno a memorizzare tutto quanto? Sono pazzi questi…nessuno si salva..a parte quei tre nel divano forse…che tanto normali non sono visto che fanno finta di nulla in mezzo a questa gente! Voglio andarmene…prima che prenda la parola Astrid di nuovo per presentare noi io parlo col mio tono schietto e poco amichevole:
- io sono Genzo, sono qui per sbaglio e me ne vado!-
esco e dietro vengo seguito da Karl che non si spreca nemmeno a presentarsi. Ma qualcosa ci ferma…è uno sguardo…uno sguardo pungente e freddo…uno sguardo di comando!
Ci voltiamo verso la fonte…è Jun. Ok, non possiamo abbandonarlo qua…bè, detto fatto, torno indietro prendo Jun per un braccio e lo porto fuori con noi chiudendo la porta.
Il silenzio ci circonda per alcuni secondi per poi scoppiare l’urlo di tartan…che sarebbe l’urlo di Astrid furiosa!
- non potete andarvene! Tornate subito qua! È un ordine! Razza di stronzi senza cuore!-
è giusto questo il modo per convincermi!!!!! Bene! Non torno indietro…ma Jun esita più che altro per la casa….in effetti anche io e Karl ci fermiamo…la guardiamo per l’ultima volta…
- eh si…era una bella casa! Mi dispiace Jun!-
- mi dispiace un corno!-
risponde Jun risoluto e stizzito.
- ella è casa mia…e mai sarà…non l’abbandono così! Dai portiamoli fuori…poi possiamo anche seminarli se ci tenete!
Un sospiro di pazienza!
Non vorrei…ma se lo chiede lui…effettivamente lo capisco…farei fuoco e fiamme se fossero a casa mia! Karl non si esprime..che diavolo di marionetta ho per amico?
Secondo sospiro.
- vado io!-
apro la porta infilo la mano e afferro i capelli ingarbugliati di Astrid e la trascino fuori richiudendo la casa. Le dico di andare fuori da là e farli stare in giro per la città. Poi entro di nuovo e nel giro di due secondi sono bene o male…molto male direi…fuori…lasciando perdere sul come li ho cacciati…il segreto è nel farmi arrabbiare…guai a chi mi contraddice e non mi obbedisce! Io decido, gli altri eseguono!
 
- Mancava da presentare loro…allora…lui truce e schietto, il bel tenebroso è Genzo Wakabayashi, è Giapponese ma alle medie è venuto qua in germania ed è diventato un professionista, fa calcio, è il portiere numero uno nel mondo! Bisogna fare attenzione a lui perché è un tipo pericoloso se si arrabbia, con poca pazienza e il sangue freddo e l’autocontrollo lo tiene solo per alcune cose…come il calcio…per il resto è un tipo difficile e indecifrabile…ve lo dico così si regolano tutti!-
bene, ottima presentazione…dubito comunque che serva…mi stanno tutti, i ghiaccioli a parte, sulle scatole…uno per uno! E col culo che ho mi si appiccicheranno proprio i più odiati!
- lui è la persona più odiosa che esista sulla faccia della terra! È Karl Hainz Schneider, il numero uno europeo, il miglior calcitore...lui è proprio tedesco...credo andrà d’accordo con  Yan...sono simili in quanto a freddezza...ma io ci litigo sempre perchè non mi calcola e mi ignora...cosa che io odio...su di lui non dico altro altrimenti si vendica e finiamo per scannarci!-
sorrido col mio ghigno…non male come idea…potrei scatenare Karl!
- e lui è l’amore, la mia dolcezza…il Principe!-
- il Principe!?-
dice qualcuno all’unisono.
- certo! Lui è un Principe, si chiama Jun Misugi ed è giapponese ma è venuto qua in Germania su ingaggio, allena la squadra di Genzo e Karl ed è un genio del calcio….io lo ritengo il migliore, ma non può giocare per motivi seri. È bello, amato dalle donne e dagli uomini, circondato da tutti, adorato, elegante, aggraziato, professionista, freddo e dolce e gentile quanto basta, non una cosa esagerata, non si fa calpestare e rigirare…sicuro di se…è superiore a tutti…un Dio in Terra!-
ma che razza di descrizione è questa! È una fanatica….credo che se si trovassero soli lo violenterebbe. Jun con compostezza e calma corregge:
- non sono un principe, è lei che mi chiama così. Esagera sempre ma credo la conosciate meglio di me!-
- per pranzo andiamo tutti a mangiare fuori! E paga Nana!-
Nana:
- paga Akira-
Akira:
- pagano Akil e Akua-
Akil e Akua dicono il nome di rito non capendo che succeda esattamente:
- Michael!-
Michael:
- paga Yasmin!-
Yasmin:
- paga Andrea !-
Andrea rinco :
- paga Hima!-
Hima:
- paga Kiran!-
Kiran che per uno strano motivo continua il gioco:
- paga Jean !-
Jean :
- paga Alexane !-
Alexane che più che altro non vuole saperne di pagare :
- paga Yan!-
Yan, come ogni volta che fanno il gioco, si trova alla fine in quanto ultimo e  più grande…ma non avendo la forza, ne la voglia, ne trovando motivo per ribattere, sta zitto e li ignora ben sapendo che alla fine dovrà pagare lui veramente…se non gliene importa è solo perché sa anche che metterà tutto sul conto del padre!
Non so perché ma di questo ne sono convinto e poi mon ci vuole un genio per arrivare a queste conclusioni!
E ci avviamo con enorme sopportazione verso un ristorante per mangiare…basta poco…e presto me la filo!”