CAPITOLO 27:
IN DISCOTECA
- RAGAZZI! OGGI
E’ IL COMPLEANNO DEL MISTER E PER FESTEGGIARLO HA DECISO DI PORTARCI
TUTTI IN DISCOTECA FINO A TARDI OFFRENDO DA BERE A TUTTI! -
- SIIIIII!!!!!!
-
“Mi prendo
questa piccola libertà, ovvero di inventare tutto di sana pianta una
serata simile. Bè, che è il compleanno di Jun è vero, ma non aveva
deciso proprio nulla, tanto mento di offrire da bere a tutti… eh eh,
credo che mi odierà per questo!
D’altronde ci
vuole una serata simile, ci si divertirà!
Ad un certo
punto sento un lungo brivido gelido che percorre tutta la mia
schiena... che qualcuno mi abbia mandato accidenti?
Possibile in
effetti!
Mi volto e lo
vedo… i suoi occhi sembrano proprio quelli di Karl in questo momento,
poi con quelle sfumature rossastre sembra una specie di demone… ma così
sensuale… gli faccio un occhiolino seguito da un bacio sulla guancia
dopo essermi buttata sulle sue braccia.
Tanto ormai mi
conosce e poi non può negare che è una bella idea, sicuramente ci aveva
pensato anche lui solo che non aveva il coraggio di proporlo.
Spero proprio
la giornata passi in fretta per arrivare subito a stasera.
Però è meglio
scappare via prima che reagisca!”
- Ti
sei rimessa bene dall’influenza, eh? -
“ Rispondo con
tono tirato che di controllato ha poco ormai.
Quando sparisce
nei corridoi dell’edificio mi tocca sospirare da solo quasi sconfitto
da quella belva che ne sa sempre una più del Diavolo!
Chissà che ha
in mente per stasera.
La mia
intenzione non era affatto quella di festeggiare… ogni anno i miei
genitori organizzavano noiosissimi ricevimenti in onore del mio
compleanno ed io non ne posso proprio più di festeggiare questo giorno.
A me basta anche uscire con gli amici più stretti a fare un semplice
giro per le vie, senza impegni o stancate da discoteche. Mi sembra di
tornare ragazzino quando tutti mi invitavano a feste e locali
all’ultima moda,
Sono passati
pochi anni in fin dei conti da quel tempo, ma il fatto di aver quasi
sempre negato la mia presenza un po’ per la mia salute e un po’ perché
se mi vedevano in giro le ragazzine mi assalivano, è diventata un po’
un abitudine per me.
Non sono
convinto di stasera, a me queste cose non attirano granchè… discoteche,
balli, confusione, canzoni assordanti tutte uguali e noiose… ma ormai
non ho scelta e devo pure pagare da bere a tutti… ma sa quanti sono?
Ok che non ho
problemi di soldi ma c'è un limite a tutti!
Passandomi
accanto i ragazzi mi battono le mani sulle spalle e sulla schiena
facendomi gli auguri e congratulandosi con me per la bella idea di
stasera… ma che ci vadano da soli!
Vorrei
dirglielo ma non sarebbe da me, loro pensano che sia una mia idea e non
mi rimane che sorridere col mio modo pacato e sereno.
Questa me la
paga… non sono mai stato un tipo vendicativo, ma questa, Astrid, me la
paga!”
- Che
dici? Ci vai stasera? -
"E' la voce di
Genzo a risvegliarmi dal torpore in cui mi trovavo. Sa benissimo che
non adoro la discoteca, le feste e i posti pieni di gente e casino…
anche perché rischio di venire assalito come lui e Jun dalle ragazzine.
Roteo gli occhi
lasciandomi un po’ andare alla svogliatezza e poca convinzione, sbuffo
anche… certamente riesco ad essere me stesso solo con lui.
Dopo quella
notte sono cambiato parecchio nei suoi confronti, non sono più
sostenuto e distante quando sono solo con lui, sono più rilassato e non
mi interessa di farmi trovare con strane espressioni o contemplazioni.
- Mah, non so,
sai che non mi piacciono molto queste cose… -
Anche se la mia
voce è monocorde come al solito lui fa un ghigno divertito… forse mi ha
immaginato in mezzo a tutto quel caos saltellante!
A lui invece
piacciono queste serate… siamo piuttosto diversi ed infine è proprio
questo ghigno a convincermi… verrò solo per controllarlo. Questo quando
beve troppo, parte e non sa più quel che fa.
Lancio una
scusa a caso, quella più logica, senza realizzare che magari potrebbe
farlo ingelosire.
Oh bè... anche
se si ingelosisce non mi tocca più di tanto, anzi, meglio così.
È più
divertente!”
- Ma
si, credo che verrò, in fin dei conti ha organizzato tutto Jun, è il
suo compleanno. -
“Non gradisco
molto questa risposta e lui lo nota subito.
Non capisco
ancora una volta perché con lui io non riesco a tenere la mia immagine
di bel tenebroso silenzioso, musone e con un tocco di freddo mistero.
Con lui cade
ogni cosa e mi sembra di tornare bambino!
Ma che cavolo…
non doveva mica venirci per Jun ma per me!
Per star con me
fuori da un ritiro calcistico!
Non nascondo il
mio malumore e stizzito gli do le spalle cominciando a frugare nelle
tasche. Dove cazzo sono le mie sigarette?
Senza rendermi
conto che sono sotto il mio naso e che non le vedo per la mia piccola
furia che cerco di non scatenare.
Che razza di
tipo è?
Siamo sicuri
che stiamo insieme?
- Guarda che
sono lì! -
Me le indica
Karl con la sua solita aria metallica; è tornato come sempre, freddo e
distante… e dire che in questo ultimo periodo aveva imparato a
sciogliersi un po’ con me in privato.
Quando fa così
significa che nasconde qualcosa che non vuole che io scopra
assolutamente. Tanto ci riuscirò comunque a sapere di che si tratta!
- Le avevo
viste! -
Non mi risponde.
Ne prendo una e
la metto fra le labbra, prima di accenderla mi dirigo fuori in attesa
che gli allenamenti mattutini inizino dopo la colazione.
Non dico
nient’altro lasciandolo là, non so nemmeno se mi segue o che fa, non
voglio saperne nulla... almeno fino a stasera!
E che cazzo...
doveva proprio dirmi che veniva per Jun?
Ma ti pare?
Tiro una
profonda boccata e la ributto fuori dopo aver annerito per bene i miei
polmoni. Come al solito quando sono arrabbiato non riesco a nasconderlo.
A proposito di
nascondere, che diavolo ha Karl che non vuole farmi sapere?
Sicuramente
viene non solo per Jun… forse però...
- Quello scemo
odia fare il romantico! -
Dico ad alta
voce calandomi il cappellino sul volto per coprire gli occhi dal sole.
Ad un tratto sento una tirata per la maglia da dietro, prendendomi alla
sprovvista mi faccio ficcare da non vedo bene chi, in un angolo del
campo nascosto. Qua intorno è ancora tutto silenzioso, sono pochi i
giocatori già usciti.
Questo è un
posticino adatto per…
Due braccia mi
avvolgono da sotto, due mani accarezzano il petto e afferrano la
maglia, una bocca all’orecchio sussurra:
- Stupido… non
si tratta di romanticismo… ma di gelosia… -
Spalanco gli
occhi senza aver tempo di realizzare la frase e capire che significhi,
capisco solo che è Karl… e che una mano sale e prepotente mi volta la
testa verso il suo viso baciandomi inizialmente a fior di labbra, poi
approfondendo con la lingua.
Non mi resta
che rispondere al bacio rimanendo fermo e bloccato dalle sue forti
braccia.
Vorrei
ricambiare ma lui mi tiene così fermo, schiena contro petto.
Preme il suo
bacino contro il mio fondoschiena e sento la sua eccitazione salire.
- Ti sembro una
persona fredda, ora? -
Vorrei anche
dir qualcosa ma poi l’altra sua mano va sotto la mia maglia toccandomi
la pelle e nonostante la sua sia fredda, riesce a darmi brividi
ugualmente… di piacere.
Cazzo, come
faccio a trattenermi?
Mi gira in modo
da avere un albero davanti a noi per coprirci meglio rispetto al campo
e io mi appoggio ad esso, aggrappandomi alla sua corteccia ruvida.
Siamo l’uno
contro l’altro, eccitati da far schifo e in mezzo al calore e alla
voglia e alla sua bocca che mi bacia il collo come un soffio freddo ma
sensuale, realizzo che siamo dei poveri cretini… entrambi gelosi per
motivi astrusi… impossibilitati a fare a meno l’uno dell’altro.
Qua non ci
fermiamo più.
È pericoloso
continuare ma ogni remora svanisce quando infila una sua gamba in mezzo
alle mie e comincia ad accarezzarmi così.
Mi mordo le
labbra per non gemere, l’unico pensiero che ho ora è:
‘continua’
non smettere
Karl.
Non sentiamo
nulla, solo noi stessi ma che altro importa?
Stiamo così per
sempre… così vicini... così…
Peccato che sia
lui a riprendere il controllo, quello che fra i due mantiene sempre un
po’ di sangue freddo… o almeno quasi sempre.
Se c’è qualcosa
che odia è proprio venir scoperto in certi momenti.
Appoggio la
fronte davanti a me ansimando leggermente, cerco il mio di controllo…
un controllo che tarda a venire… volevo solo raggiungere il nirvana con
lui, che male c’era? Saremmo tornati in tempo per gli allenamenti
pomeridiani!
Alla fine mi
giro appoggiando la schiena all'albero, Karl mi sta difronte e mi
guarda con occhi azzurri dalle sfumature blu, si era eccitato
parecchio. Si passa una mano sul volto sistemandosi e si limita a
guardarmi insistente e diretto.
Io tornato in
me raccolgo il cappellino caduto a terra e impreco per la sigaretta
andata a quel paese, quindi al richiamo di Jun di iniziare il
riscaldamento, gli lancio un sorriso malizioso dicendogli:
- Direi che noi
siamo già caldi, no? Gli diciamo che non ci serve il riscaldamento? -
Scuote la testa
cominciando ad avviarsi verso gli altri, infine risponde ironico:
- E glielo dici
tu? -
Mugugno
qualcosa tipo un mezzo insulto divertito e senza farmi notare esco da
quest’angolo mettendomi a correre lungo il permimetro del campo per
calmare totalmente la mia eccitazione che mi ha fatto bollire il sangue.
Non vedo l’ora
che il ritiro finisca così potrò lasciarmi andare quando voglio in sua
compagnia, al di fuori dei campi da calcio, s’intende!”
“Come al solito
siamo tutti pronti tranne loro due… i due ritardatari cronici per
ecellenza.
Astrid e Genzo.
Io e Karl ci
lanciamo un occhiata molto significativa, tutti i ragazzi attendono di
muoverci e loro se la prendono comoda.
Il primo ad
uscire è Genzo versione bello e dannato… devo ammettere però che quei
pantaloni neri, stretti e a vita bassa gli stanno piuttosto bene, gli
fasciano le gambe in modo interessante… bè, la sua descrizione la
lascerò a Karl, dalla sua faccia credo gradisca, anche se non fa
particolari apprezzamenti, si capisce che gli piace molto vestito così.
Attendiamo
altri 5 minuti ed esce anche lei…
- Finalmente… -
Mi sfugge dalla
bocca l’esclamazione che muore subito appena noto il suo vestito.
Partendo dal
volto truccato, occhi e bocca neri, pelle più bianca del solito. I
capelli tirati su sulla nuca in una coda alta che presenta un nodo al
posto dell’elastico e tutti i capelli disordinatamente lasciati cadere
dove vogliono, onde dai colori sgargianti.
Poi il vestito.
Ai piedi degli
stivali pieni di fibbie che arrivano fin sopra le ginocchia, poi si
vedono le gambe con le calze retate con fantasia piuttosto personale,
indossa una specie di giacchino o spolverino di velo nero dalle maniche
larghe e lunghe che coprono le mani, il top stretto e allacciato solo
in vita da una fibbia somigliante ad una cintura di cuoio, che scende
fino alle ginocchia di nuovo largo e morbido, sul davanti si apre
rivelando le gambe e una gonna corta e stretta di un tessuto simile a
pelle.
Sotto lo
spolverino di velo che lascia trasparire tutto ciò che c’è, ha un top
sempre nero attillato che evidenzia il seno più prosperoso del solito…
e il collo avvolto dall’estremità di questo indumento costituito da
pizzo scuro.
L’insieme è
piuttosto appariscente e… come definirla?
Non trovo le
parole esatte ma ogni volta che esce la sera per qualche festa riesce
sempre a stupirmi!
Nonostante il
suo corpo non sia quello di una top model sa ugualmente evidenziare i
suoi punti forti ed essere bella.
Mi si avvicina
con passo sicuro e sostenuto… voglio vedere quanto le dura.
- Allora come
sto? -
Mi chiede
eccitata come una bambina… non è capace di trattenersi e sembrare
adulta anche nello spirito.
- Dark! -
Me la cavo con
questo?
Mi guarda torva
pensandoci su…
- E' un
complimento? -
Mi chiede
sospettosa.
- Si, stai
benissimo! -
Alla fine era
ovvio che voleva che glielo dicessi!
Lei sorride e
ricambio.”
- Andiamo che è
da un sacco che ti aspettano .-
“ Finalmente
posso scatenarmi, era ora… qualunque posto va bene pur di poter ballare
e bere!
Il paradiso per
me!
Arriviamo e ci
tocca aspettare in coda, c’è un po’ di gente, ma del resto è sabato.
Mentre
aspettiamo di entrare uno della squadra mi si avvicina cominciando a
parlarmi, non lo ascolto nemmeno, lo osservo bene, non è un tipo
malaccio.
Muscoli da
calciatore, volto da delinquente, un filo di barba che fa sexy, occhi
furbi e verdi, capelli ordinati sistemati col gel, abbastanza chiari
con la frangia domata che scende ai lati e un taglio che arriva più o
meno fino al collo.
Non è male, è
un centrocampista promettente pieno di grinta e talento, come ormai
tutti i giocatori di questa squadra.
Spicca anche
perché è il leder di turno fra il suo gruppo.
Com’è che si
chiamava?
Christopher, se
non mi sbaglio.
Al momento di
rispondere e sostenere il discorso è il mio turno d’entrata, così me la
cavo facilmente… non avrei saputo che dirgli.
Chissà che
voleva poi!
Mi giro intorno
alla ricerca di Jun… ma dov’è?
Con sguardo
cupo prego di non essermi persa di nuovo. Arrivo in sala e siamo
d’accordo che andiamo tutti insieme alla sala superiore che di solito è
riservata a questo genere di feste.
Spero che
qualcuno abbia prenotato, ma non è questo che mi interessa… io voglio
trovare Jun!
Arrivo al piano
di sopra e lo cerco ancora. Poi l’occhio mi cade sul bancone del
bar…ecco, con dell’alcool in pancia cercherò meglio!
Poco dopo non
posso più resistere. Ne mettono una più bella dell’altra, così
semplicemente vado in pista e Sick and tired di Anastacia è il mio
primo ballo di stasera!
Muovo il bacino
e le braccia e subito parte tutto il corpo dietro queste note che
trasportano in un mondo piuttosto sensuale.
Chiudo gli
occhi come faccio sempre quando ballo, e da sola o in compagnia non mi
fa differenza. Io ballo. Credo di essere nata per questo.
Abbassandomi di
colpo parto con alcune mosse di brake dance che secondo me ci stanno
troppo bene, ma non penso mai ai passi e alle mosse da fare, non penso
al ballo. Non penso proprio. Io faccio. Mi lascio fare. Perché per me è
questo il ballo, senza pensieri, senza regole, senza nulla.
Mi servirebbe
un degno compagno su cui ballare, ma mi accontento dello sguardo della
gente che mi accarezza… mi accorgo di loro solo dopo che la canzone è
finita ed io attendo il pezzo seguente.
Quello dopo non
mi piace molto, è uno di quelli senza ritmo né senso, per cui non mi
faccio problemi e vado a bere!”
“Non capisco
perché ha mandato proprio me a prendere da bere per entrambi.
Scocciato come
mio solito porto i bicchieri al divanetto ai bordi della pista da
ballo, dov’è Karl? L’avevo lasciato qua… ah sì, eccolo, è ancora qua…
ma non è solo!
Che palle… già
iniziano le ragazzine!
Sbuffo ad alta
voce… e io che speravo di avere la sala superiore solo per noi.
Illuso!
Alzo gli occhi
al cielo e mi fermo a qualche metro a osservare la scena. Se mi faccio
vedere anche io è finita, assalgono anche me e addio fuga ma è
divertente vederlo alle prese con la sua impassibile freddezza anche in
mezzo a quella scena imbarazzante. A me non darebbe fastidio ma lui è
diverso.
Gli sono sedute
da tutte le parti e la metà hanno già il cervello spappolato da fumo e
alcool… stupide gallinelle!
Ecco, questo
sarà anche il mio punto debole, la gelosia, ma non significa che devo
anche subirla.
Prima che
decida qualunque cosa, altre mi vedono e mi placcano.
Che palle!
- Ehi ma tu sei
Genzo Wakabayashi! Che bello, allora la voce era vera! C’è tutta la
squadra! Infatti ecco lì anche Karl Schneider!
Waaaaaa!!!! Che
emozione! -
- Sii, fammi un
autografo! -
E mani
dappertutto… e voci assordanti che superano la musica… e tirate
ovunque… e che scassa cazzo!
Non capsico
molto perché si moltiplicano a vista d’occhio, accidenti anche ad
Astrid e alle sue idee… doveva affittare l’intera discoteca!
Guardo le mie
mani, guardo Karl che mi lancia uno sguardo piuttosto chiaro e guardo
le ragazze… vorrei semplicemente ucciderle ma mi trattengo e stringendo
le mani sui bicchieri come calmante, mi scolo entrambi i jack daniel’s
tutto d’un colpo!
Non basterà
così poco per trattenermi tutta la serata dal fare un genocidio!”
“ Ciliegina
sulla maledettissima torta, mi tirano a ballare in pista.
E che canzone è
questa?
Potevano
mettere una più appropriata ad una discoteca del cavolo!
Non è proprio…
oh,al diavolo ma chi se ne frega della musica, voglio levarmi dalle
palle queste qua!
Voglio fare
quello per cui sono venuto qua… Genzo, fa qualcosa altrimenti non
rispondo più di me stesso.
Sono presissime
dalla musica... e da me direi. Questa che mi balla davanti mi palpa il
sedere, questa che mi balla dietro si struscia tutta su di me… e ma per
chi mi hanno preso, per un palo da lap dance?
Stringo gli
occhi a fessura e immagino la mia esasperazione… non resisterò a lung,
non basterà far finta di essere altrove, la mia tecnica non funzionerà…
Ma perché devo
essere così conosciuto?
E perché queste
devono essere così stupide e sanguisughe?
Possibile che
non capiscano dalla mia faccia che non le voglio assolutamente fra le
scatole?
Non capiscono
che devono dileguarsi?
A momenti…
succede qualcosa per cui tutti potranno pentirsi!”
“Questa è la
classica musica da discoteca… questa è la classica gente che balla
musica assordante simile... questo è il classico casino che si trovano
in psoti del genere...
Ma perché ho
accontentato Astrid?
Dovrei essere a
casa ora!
Tanto più che
ho perso tutti. Dunque, non vengo spesso nelle discoteche… anzi diciamo
raramente. Essendo che odio posti simili non sono masochista.
Che sala
avevano detto?
Intanto sto
percorrendo tutto l’edificio e ovunque vado mi riconosce qualcuno o c’è
comunque una che mi ferma.
Sospiro fra me
e me, mantenere l’autocontrollo in certi momenti è molto difficile.
Se entro
l'immediato non trovo qualcuno di familiare giuro che esco e torno
all’albergo!
Comincio a
sudare e fa così caldo che presto mancherà l’aria, qua dentro, e mi
verrà un altro infarto!
E la gente ci
va sempre, felice e contenta come fosse la maggior aspirazione.
Non posso
crederci!
Poi ci penso...
credo che se trovo quello che mette su hip hop, trovo subito Astrid che
balla scatenata.
Cambio sala e
la becco… sta parlando con qualcuno ma non mi sembra felice, cioè è un
libro aperto… vuole togliersi dai piedi quel ragazzo che non la molla.
Quando lui si gira io mi fermo, ma guarda… le fa il filo proprio uno
della squadra. Che strano, non avrei mai detto, ma del resto vestita
così è facile che succeda. Non è brutta, basta che si valorizzi e non
si conci sempre in quei modi assurdi e pietosi.
Vedo che le
offre da bere e siccome basta che sia alcolico, lei prende subito.
Quando lui gli porge il bicchiere riesce a distrarla un attimo e noto
che ci infila qualcosa… ma che è? Non credo sia droga o cose simili,
cioè lui lo conosco, non credo sia tipo da far cose simili… spero non
sia nulla.
Vorrei fermarla
o farmi vedere ma ecco che qualcuno mi riconosce e mi blocca
subissandomi di domande e afferrandomi portandomi in un angolo del
bancone bar dandomi da bere.
In meno di un
minuto sono di nuovo da un'altra parte!
Non dopo aver
visto però come ballava Astrid con lui.
Cos’è?
Mica sarò
geloso?
Ma mi da
fastidio, questo si!
Incupisco un
po’ il volto ma ormai l’ho persa di nuovo.
Sospiro.
Questa sarà una
lunga serata!”
“Fra una
ricerca e l’altra mi concedo dei balli, delle bevute e dei riposini, ma
ad interrompere questo ritmo arriva il ragazzo di prima di cui ormai ho
scordato il nome grazie all’alcool che ho in corpo. Mi offre ancora da
bere e inizia a parlarmi, non lo capisco, c’è musica e casino. Io
prendo il bicchiere e qualunque cosa sia, lo ingurgito tutta d’un
fiato, poi mi invita a ballare e proprio sulla classica canzone da
disco, arriva Sexbomb remixata, quindi molto più ritmata. Mmm... non
male!
Bè, alzo le
spalle, una vale l’altra… ho voglia di ballare e comunque mi serviva un
compagno con cui ballare...
Ecco che
lentamente ci muoviamo con le prime note piuttosto insinuanti. Gli
cingo il collo con le mie braccia tenendo il bacino a contatto col suo
e il busto indietro. Non mi piace lui, ma la canzone si balla così ed
ecco che inizia il ballo vero e proprio con la carica sensuale giusta,
una bomba vera e propria del sesso, la ragazza di questa canzone lo è
questo e l’uomo non riesce a resistere.
Bene, eccomi
qua!
Mi abbasso e mi
alzo strofinandomi come da copione, mi volto e continuo di schiena
contro il suo torace, sul culmine ecco che mi abbasso in avanti
muovendomi sempre più e lui mi mette le mani ai fianchi per prendere il
mio stesso ritmo. Risalgo e gli appoggio la testa sulla spalla, ora
avvicina il volto al mio e mentre sta per fare qualcosa di poco gradito
mi rendo conto di non essere molto in me.
Mi stacco e la
musica fortunatamente finisce.
Che mi prende?
Mi gira la testa e non mi sento molto normale, tanto meno in me… metto
il muso ma al ritorno della musica il mio corpo torna a muoversi da
solo, non so cos’ho ma non arrivo a pensare… voglio solo ballare e
divertirmi, non smettere mai… sarò forse ubriaca, anche se reggo
l’alcool benissimo e non ho bevuto ancora molto.
Per calmarmi e
fermare la mia testa vado ad ingurgitare qualcosa di leggero, la mia
fedele birra che funge sempre da tranquillizzante al termine della
quale si torna in pista… con sempre questo qua alle costole.
Era sparito un
attimo andando chiedere al DJ qualcosa, forse vuole una serie di
canzoni particolari… ma non me ne importa.
So solo che non
capisco più nulla e che il mio corpo balla ancora con lui.
Non lo voglio,
ma non capisco veramente…
Non so... ho
l’impressione che ci sia qualcosa che non va.
Anche questa è
una canzone piuttosto sensuale… questo tipo che canta è italiano se non
sbaglio, lo conosco…
'Baila Morena'.
Siamo fiamme
nel cielo, lampi in mezzo al buio… dice così, vero? Mi piace e il ritmo
è incalzante, coinvolgente, mi trascina contro ogni mia volontà a farmi
avvolgere da lui, dalle sue mani che vagano sul mio corpo mentre si
muove. Chiudo gli occhi, forse così sparisce e fa venire Jun… dov’è? Lo
voglio.
Ma ora ballerò.
È ancora tempo
di questo, per me!
Sotto la luna
piena… me la vedo. Con un uomo che mi guarda soddisfatto dalle mie
movenze.
Non sono più io.
Da qui in poi è
confusione… ma lui mi dice di ballare e io ballerò.
Poi mi farò
trovare da Jun, promesso… siccome non riesco a trovarlo farò si che mi
trovi lui e là c’è proprio un palo da lap dance rialzato su un cubo,
non potevo chiedere di meglio…
Un ghigno mi si
dipinge in volto, un volto attualmente carico di sadismo, furbizia e
sensualità.
Quando mi
aggrappo al palo, non capisco più niente.
Credo di non
ricordare più chi sono, dove, con chi e perché, ma l’importante è che
tengo presente che voglio Jun!”
“ Hanno preso a
fare una canzone più seducente dell’altra e Astrid ha preso a non
essere più in sé ma non me ne frega nulla di nessuno.
Io ora voglio
solo una persona.
Karl.
E fra una cosa
e l’altra non riesco più a pensare che a lui, non posso più farne a
meno.
Col mio sguardo
tenebroso che lascia a disagio tutti, mi femro e a voce bassa e
penetrante ma ben udibile da tutti, lo dico:
- Toglietevi! -
Non so che
faccia fanno né la loro reazione, a me basta che se ne vadano e così è.
Poi mi faccio
largo fra le altre ragazze e la gente che mi divideva da Karl e appena
lo trovo lo afferro per un braccio e dico la stessa cosa alle sue fan.
Subito mi guardano stranite non capendo cosa voglio io dal loro
giocattolo!
I suoi occhi
azzurri si posano sui miei neri e questa è la mia benzina.
Lo tiro
portandolo in un angolo dove nessuno si fa i cazzi degli altri per un
motivo semplicissimo, è l’angolo delle coppiette e per noi uno vale
l’altro, bastava andar via da là.
Lo spingo
contro il muro in un posto più appartato e incurante di chi ci può
vedere, finalmente posso baciarlo.
Chissenefrega
se ci scoprono, se tutti sanno che siamo gay e stiamo insieme, non me
ne importa nulla… nulla… perché mi basta solo una cosa… lui. Né io né
lui non faremo mai di tutto per mascherarci, abbiamo superato quella
fase, semplicemente come ogni coppia vogliamo che la gente si faccia i
cazzi propri lasciandoci la nostra intimità.
È vita privata
e nessuno deve ficcarci il naso.
È un diritto di
ognuno che desidera l’intimità ma se capiterà di farci vedere, non ce
ne importerà.
Non siamo
persone che pensano agli altri… siamo talmente egoiste da prenderci e
fare solo quel che ci pare e ora la sua lingua, il suo istinto, la sua
pelle, il suo profumo, la sua eccitazione è tutto quel che voglio.
Un'altra
canzone sexy di sfondo ci fa da colonna sonora. Non mi importa nulla…
basta che ci sia lui e che le sue mani vaghino sul mio corpo, che la
sua lingua si intrecci con la mia, che la sua bocca baci il mio collo,
che la sua gamba si avvinghi alla mia.
Alzo il
ginocchio come ha fatto lui questa mattina con me e lo strofino fra le
sue cosce fino a quel punto sensibile già visibilmente eccitato.
Io indosso una
delle mie magliette attillate nere ed è lui ad alzarmela per poter
aderire meglio, mentre gli slaccio la camicia blu notte scoprendogli il
petto. Ci stringiamo strofinandoci in una scena forse troppo calda per
un posto simile però non potevo più trattenermi. Era tutta la notte che
lo desideravo… in un ambiente simile, con cariche sessuali così alte,
con musica che penetra il sangue impossessandosi di noi.
È tutto qua e
noi siamo il completamente dell’attimo.
Gli avvolgo il
capezzolo con la bocca aperta e delicato gli faccio venire voglia di
altro.
Premo il bacino
contro il suo e lui fa altrettanto mentre dalla sua gola escono respiri
rochi e profondi, ansimiamo in silenzio.
Lo prendo per
la vita e lo alzo facendolo avvolgere con le gambe ai miei fianchi, poi
spingo ancora contro il muro e scendo con le mani al suo fondoschiena
così desiderabile e altri baci seguono il tutto, baci che seguiranno
tutta la notte!”
“ Vago per la
discoteca ancora, sono risucito a liberarmi di quella persona e non ho
intenzione di farmi fermare ancora. Torno nei pressi di dove l’avevo
vista prima e mi guardo intorno.
La musica
cambia lenta ma c’è così tanta gente che non riesco a notarla.
Stringo le
labbra mordendomele.
Sono seccato,
se devo essere sincero.
Nessuno lo
noterà, magari, ma io sono seccato, perché quando l’ho lasciata ho
visto cose che non mi sono piaciute.
Mi passo una
mano fra i capelli come faccio sempre quando sono stizzito e me li
spettino volontariamente. I soliti ciuffi che coprono il mio viso
imperlato di sudore; mi manca l’aria ma ciò che mi manca di più è avere
lei accanto che mi balla interminabile attorno, che mi parla in
continuazione, che mi abbraccia ogni secondo per qualche motivo… che…
Spalanco gli
occhi.
Le mie orecchio
odono le note di questa canzone puramente erotica presentata come 'Hey
sexy lady' di un certo Shaggy.
Proprio quando
sento questo la vedo.
È una ragazza
piuttosto vistosa per il suo abbigliamento e il suo corpo… per non
parlare dei capelli inconfondibili… ma è quello che fa a lasciarmi
senza parole e a farmi avvicinare a lei ancora di più, arrivandole
sotto.
Sta facendo una
lap dance ultra sexy da film porno al palo sul cubo.
Ma è proprio
Astrid?
Dio, quanto ha
bevuto per arrivare a tanto?
Ma come si
muove… io so che è brava ma non immaginavo che avesse una carica
erotica simile.
Si muove
strisciando col bacino su e giù sul liscio palo nero al quale rimane
appesa solo per una mano, l’altro braccio è mollo dietro di se e il
busto all’indietro come anche la sua testa abbandonata ad occhi chiusi
e bocca semiaperta.
E le gambe
dalla minigonna sono aperte per… per…
Ma che diavolo
fa quello?
Sale sul cubo e
fa per sostenere il ballo con lei… ma sembra che Astrid non voglia
saperne, tanto che alza una gamba e punta il piede con lo stivale
grosso contro la sua fronte spingendolo giù dalla sua postazione.
Si ma così si è
visto tutto e i fischi si sono sprecati!
Ma che
movimenti fa?
Cosa fa?
Se era per
farsi notare ci è risucita!
Credo sia
completamente ubriaca, ma così ne va della sua integrità di donna…
insomma… domani non vorrà più alzarsi dal letto… in qualunque letto sia!
Meglio che
faccia qualcosa!
Mi sposto in
modo che lei possa vedermi e sull’ultimo pezzo della canzone,
finalmente apre gli occhi vedendomi subito. Si ferma e si mette in
piedi normale dondolando appena il corpo… che subito prende a muoversi
per conto suo visto le sue precarie condizioni fisiche. Si appoggia al
palo dietro e poi una luce pericolosa nei suoi occhi.
Grida alzando
il braccio:
- JUUUN, MI HAI
TROVATO ANCHE STA VOLTAAAA!!! -
E gridando ciò
si butta letteralmente giù dal cubo sopra di me. Fortuna che la prendo
al volo e che me l’aspettavo.
Faccio diversi
passi all’indietro urtando gente, proprio mentre pensavo di cadere mi
fermo trovando l’equilibrio.
Per un lungo
attimo il respiro e il cuore si sono fermati ma ora sembra tutto
regolare...
Quello che non
è regolare sono le sue labbra sulle mie!
Dopo un primo
momento di stranimento e invidie da parte di molti, specie di uno, e
mille occhi addosso, cosa che io non sopporto, chiudo gli occhi
assecondando il bacio… un bacio piuttosto pieno di, come si direbbe in
un occasione simile, passione. Esatto!
Tutta quella
che non pensavo di avere me la tira fuori lei… ma è così presa… credo
abbia intenzione di spogliarmi!
Credo che la
lascerei fare volentieri ma non è il posto giusto, non mi piace fare
certe cose osservato da tutti!
Barcollo
pesantemente finchè non mi rendo conto di reggerla io interamente così
la prendo in braccio e sempre senza staccarci, cerco un posto più
normale del mezzo della pista.
Arriviamo ai
divanetti dietro le colonne e ci sediamo là, lei mi cinge il collo con
le braccia e non smette di baciarmi.
È uno di quelli
più intensi che abbia mai dato e ricevuto.
Credo sia
questo che volevo dall’inizio della serata e che da un po’ mi mancava…
lei… e un bacio che non mi aveva ancora dato.
Anche se con la
fortuna che ha si dimenticherà di sicuro di avermelo dato domani
mattina e si vorrà suicidare!
Questo pensiero
mi strappa un sorriso che non nota.
Per una volta a
quel paese ogni cosa che mi caratterizza… il controllo buttiamolo da
parte per un attimo… sono solo un allenatore senza più reputazione che
mai verrà preso sul serio dai componenti della sua squadra!”