Till I Collapse
CAPITOLO
3:
KARL
È
un sogno a svegliarmi. Anzi, non un sogno, un incubo. Uno dei miei
soliti. Ne faccio spesso, ma non mi fanno ne caldo ne freddo.
Mi
infastidisce un po’ il fatto che mi svegliano sempre prima,
molto
prima, dell’ora dell’alzata…ma non fa
nulla. Tanto prima o poi
dovevo alzarmi.
È
ancora buio pesto fuori, apro la luce del comodino e con movimenti
monotematici prendo il telecomando della televisione. Non ho voglia
di alzarmi, sono ancora le 4.30 e il sonno è andato
completamente via.
Faccio
un giro veloce dei canali appoggiando un braccio dietro la testa per
stare più comodo. Non mi interessano programmi o film
particolari, specialmente di notte, ma anche se volessi vedere
qualcosa non ci sarebbe nulla. Accendo la tv per rito, per passare il
tempo a far qualcosa invece che attivarmi così presto.
Pigramente
cambio canale. Ci sono solo telegiornali e conferenze in differita.
Non mi piacciono. L’unica cosa che rimane è il
canale dei
video musicali. Non che io abbia grandi gusti o conoscenze in quel
settore ma almeno si sente qualcosa di migliore piuttosto che solite
chiacchere.
Mi
alzo e sbuffo.
Alla
fine sapevo che finiva così.
Mi
farò la doccia con calma.
Alzo
il volume della tv per sentire anche nell’altra stanza,
lascio la
porta aperta.
Tanto
per non sentire il solito e noioso silenzio che regna sovrano in
questa casa.
Sento
la conduttrice notturna cominciare a parlare di un video andato di
moda tempo fa. Una ragazzina giovane che cantava in
francese…a
detta di quella tipa sarebbe anche
sensuale…mah…ne dubito ora
vediamo. Mi pare che abbia a che fare con un nome tanto
cretino…è
in francese, ma chissenefrega. (a chi interessa mi sono ispirata alla
canzone Moi Lolita di Alize…quando ho iniziato a scrivere il
cap è
partita sta canzone e mi è venuto un pensiero poco casto
immaginandomi Karl e la canzone…NdAka)
La
musica parte con un leggero languore che accompagna i miei movimenti.
Mi spoglio lentamente e in fin dei conti la voce nella ragazza non
è
male, è bassa e la sa usare…non male come
sensualità.
Mi tolgo la canottiera e la butto nel cesto della biancheria da
lavare, infilo i pollici nei boxer sui fianchi e abbasso anche quelli
mentre l’acqua calda crea vapore nel bagno appannando i
vetri. Non
è una canzone da me ma che vuoi…si sente quello
che c’è.
E poi per quello che sto facendo va bene.
Una
volta completamente nudo sembra che perfino i miei muscoli rilassati,
tendendosi, sentano il ritmo seducente della canzone, mi passo una
mano fra i capelli leggermente spettinati, poi le ciocche bionde
tornano a cadermi ai lati del viso.
Entro
nel box doccia sotto l’acqua che subito mi scorre sopra.
Altro
che canzone…è questa la vera
sensualità.
Non
c’è niente di meglio di questo.
Le
gocce del getto caldo arrivano sui miei capelli che mi si appiccicano
alla testa e al volto, le sento poi bagnarmi il viso, chiudo gli
occhi che sono diventati subito blu intenso, come l’acqua
profonda
del mare, tiro indietro la testa e socchiudo le labbra facendo
entrare un po’ di quell’acqua che corre
implacabile. Intanto le
mani accompagnano la corsa delle gocce lungo il mio corpo, le passo
sul torace e sugli addominali che sento scolpiti e tesi. La musica
è
lontana ma immagino si addica al momento.
Mi
sembra di essere al posto dell’acqua che mi accarezza
infondendomi
brividi sulla bianca pelle.
Solitamente
non mi accorgo delle emozioni e delle sensazioni che sento, mi
passano attraverso per poi uscirmi e scivolarmi sul corpo come il
getto in questo momento, ma ora non posso negare che non mi dispiace.
Le gambe ed ecco che il tutto si completa. Mantenendo gli occhi
chiusi e la testa all’indietro passo le mani sul capo
tirandomi
indietro i capelli biondi che mi arrivano alle spalle.
Questo
calore e queste carezze mi donano una carica che nessuna nota
potrebbe donarmi anche se l’insieme crea un atmosfera
notevole.
Il
mio corpo adulto reagisce al piacere e apro gli occhi mantenendo un
apparente indifferenza che infondo un immagine inconsapevolmente
sensuale.
Con
la spugna di bagnoschiuma al pino selvatico torno ad accarezzare il
mio corpo e mi lavo, stesso destino ai capelli per poi sciacquarmi e
sentire la schiuma bianca colare lungo la schiena e le gambe.
È
già finito, è durato così poco.
Sto
ancora un po’ qua sotto a scaldarmi e deliziarmi.
L’acqua
è una delle poche cose che mi piacciono. Credo di poterlo
affermare con sicurezza.
Non
mi interessano e nemmeno mi piacciono molte cose, ma quelle poche me
le so godere. Senza farmi notare da nessuno perché non lo
ritengo necessario e non ne vedo l’utilità, ma
l’importante
è che io non me lo perda.
L’acqua
è una di queste, mi piace stare anche sotto la pioggia, ci
sto
spesso.
L’altra
cosa è il calcio.
E
su questo non ci sono più dubbi, anche se
c’è gente
che ancora sostiene che non l’amo e che ci gioco solo per
vincere.
Sono
affari miei perché gioco a calcio, non deve interessare a
nessuno.
Vincere
mi piace…voglio sempre vincere perché so di
meritarmelo,
quando trovo avversari degni mi impegno per vincere perché
è
nella mia natura la sfida e far di tutto per arrivare alla meta. Io
gioco per vincere, sono nato per questo. Ma non solo. Gioco anche
perché quello che provo giocando a calcio nessun altro
riuscirà mai a donarmelo credo. E questo chi non mi
conosce(quindi tutti)non potranno mai capirlo, ma a me non importa di
farlo capire, io so perché faccio le cose e gli altri
nemmeno
li vedo se non sono degne di attenzione.
Chiudo
l’acqua e un senso di mancanza e di freddo mi assale. Proprio
ora
mi viene alla mente quella testaccia uraganica di Genzo.
Lui
coi suoi modi eccentrici e incomprensibili ma duri e forti è
risaltato subito. Ha una testardaggine ed orgoglio che non ho mai
visto in nessuno. Si impunta sulle cose e non smette di massacrarsi e
massacrare gli altri finchè non la ottiene.
Ho
imparato a conoscerlo bene in questi anni…e posso dire con
certezza
che per quanto mi piaccia come persona è troppo odioso
quando
si deve impuntare anche in cose che non c’entrano col
calcio…e
deve contrastarmi quando non siamo dello stesso parere.
Mi
urla sempre dietro di tutto e non risparmia insulti e
pugni…che
tipo….a parte che i suoi pugno si ricordano per molto
tempo…è
un portiere dalla forza incredibile…l’unico in
grado di parare i
miei tiri…e non ci riesce nemmeno sempre.
A
questo pensiero mi si forma sulle labbra un lieve sorrisetto di
soddisfazione.
È
cambiata canzone, non conosco nemmeno questa, ma mi suona familiare.
Il mio corpo gocciolante mi fa segno pieno di brividi di coprirmi,
prendo un asciugamano e lo avvolgo alla mia vita, vado di fronte allo
specchio appannato e con una mano lo pulisco. Mi vedo bagnato coi
capelli all’indietro appiccicati alla testa e gli occhi blu
intenso. Quando esco dalla doccia sono sempre di questo colore, poi
tornano color ghiaccio.
Prendo
ad asciugarmi i capelli e poi mi appoggio il panno intorno al collo.
La
canzone mi fa venire in mente di nuovo Genzo.
Ecco
dove l’ho sentita…da lui.
Lui
è fissato con questa musica.
(è
Nothing else matters dei Metallica. NdAka)
è
rock se non sbaglio, questa è una delle poche che mi
piacciono
fra quelle che lui sente, le altre sono così rumorose e mi
sembrano tutte uguali. Questa per me è più
sensuale
dell’altra. Con la chitarra elettrica che fa un ottimo lavoro
malinconico.
Già,
mette tristezza.
Esco
dal bagno ancora umido e nudo, non mi sono ancora pettinato i
capelli, sono tutti ingarbugliati e spettinati con ciocche che
ricadono sugli occhi, vedrò di
sistemarli…altrimenti poi
assomiglio troppo a quel trasandato perennemente spettinato, anche se
lui sostiene che è un effetto voluto per essere
più
figo non mi pare proprio una buona soluzione
somigliargli…anche se
noi due non ci somiglieremo nemmeno fra duemila anni!
Mi
vesto con calma e placidità freddamente e lontano con la
mente.
Quell’idiota
di Genzo…ancora una volta che mi insulta come ieri sera e lo
pesto
come non ho mai fatto.
Solo
i suoi insulti riescono ad infastidirmi anche se non lo do a vedere.
Lui
è uno dei pochi che riesco a stimare, si mi piace come
persona, ma a volte è
così…così….insopportabile.
però i suoi modi di mostrare l’amicizia e
l’affetto mi
piacciono.
Nessuno
li comprende eppure sembrano così chiari.
Guardo
l’ora, sono le 5.30…è ancora
presto…la mia mente
sistematica comincia a ragionare e a selezionare tutto quello che
nell’arco di due ore posso fare.
Rifletto
su quello che devo fare oggi.
Sono
già pronto e potrei uscire ma a quest’ora
è tutto
chiuso e non saprei che fare.
Chiudo
la tv e decido di avviarmi ugualmente. La strada per arrivare al
luogo dell’appuntamento è lunga e me la
farò a piedi.
Se era tardi avrei preso la macchina, ma non ne vale la pena.
Sprofondo
le mani in tasca e con il mio solito abbigliamento impeccabile e
firmato mi avvio per le deserte e fresche strade della Germania.
Oggi
il Signor Mikami ci presenta il nuovo allenatore della nuova squadra
sperimentale dove sia io che Genzo siamo stati comprati.
Di
nuovo insieme…dopo un paio di anni passati avanti e indietro
ci
ritroviamo. Non ho ancora visto la squadra intera, non credo si sia
ancora riunita ma spero non siano malaccio, altrimenti non avrei
accettato.
Prima
di tutti devo vedermi con Genzo, poi arriveranno anche gli altri due
e inseguito insieme andiamo al luogo degli allenamenti della squadra.
Assaporo
appieno la mattina solitaria e il silenzio…dopotutto adoro
anche il
silenzio.
Con
modi che sembrano più freddi dell’aria di questa
giornata
proseguo riflettendo distante e assente.
Sono
sicuro che quello scemo sarà ancora arrabbiato per ieri
sera…dovrei esserlo io…dopo la scenata che ha
fatto si è
scolato una bottiglia di tequila e si è preso una delle
ragazze che ci stavano corteggiando durante la serata, l’ha
baciata
davanti a tutti mantenendo gli occhi aperti fissi su di me e poi come
un sesso dipendente se ne è andato con lei che gli si
strusciava addosso come una sanguisuga.
Che
scena…erano tutti che morivano d’invidia e di
paura. Quando è
così incazzato dopo essersi sfogato a parole e a pugni va
sempre a donne…strano che ne abbia presa solo una.
A
volte è ancora un bambino e tutta l’immagine
imponente e
rispettosa cade quando combina ste stronzate!
Eppure
ho dato l’impressione di non esserne toccato minimamente.
È
questo che l’ha fatto andare fuori di testa più di
tutto.
Lui
lo fa per avere una mia reazione ed io di proposito non reagisco
anche se sarei voluto andarmene o comunque prenderlo e buttarlo nel
fiume!
Un
giorno all’altro per farlo sbollire lo faccio.
Fra
ricordi e scorciatoie comprese di riflessioni sul grande super
portiere, il tempo passa e arrivo al luogo dell’appuntamento.
Sono
preciso e spaccato. Mentre lui come sempre è in ritardo.
Passano
i minuti e lui non arriva.
Ma
che cosa devo fare con lui?
È
di un ritardo mostruoso. A momenti arrivano gli altri due e lui non
si fa ancora vivo.
Ma
perché non si decide a crescere?
Sarebbe
ora!
Non
mi resta che chiamarlo al cellulare.
-
Pronto?- seccato. Osa pure essere seccato!
E
poi come pronto?
-
ehi, idiota dove sei?- monocorde e staccato.
-
sono appena arrivato! E idiota dillo quando ti guardi allo specchio!-
osa pure essere spiritoso!
-
dove sei arrivato? Qua non c’è nessuno!- il mio
tono non
cambia.
-
sarai cieco!- il suo invece si. Comincia ad alterarsi man mano che
risponde.
-
e tu mi vedi lì invece?-
-
no!-
-
allora sei cieco anche tu?-
-
no!-
-
di grazia potresti illuminarmi e dirmi dove diavolo sei arrivato?-
-
sono al Domingo -
-
genio, perché sei lì?-
-
non dovevamo vederci qua?-
sospiro
profondamente. Solo lui arriva ad irritarmi così presto!
Solitamente non sono così, se altri mi vedrebbero con lui
non
mi riconoscerebbero!
-
no!-
-
come?-
-
guarda che sei stato tu ieri sera a dirmi di vederci
all’Aida!-
-
come?-
nemmeno
ripeto, mi sto stufando. Almeno riesco a mantenere il mio sangue
freddo nella voce e nel tono…sarà per questo che
lui si sta
incazzando?
-
ma che dici?-
non
rispondo nemmeno ora.
-
ma mi dici qualcosa?-
-
mi spieghi cosa vorresti che ti dicessi di preciso? Cosa dovrei
dirti? Ho già detto abbastanza…anzi…ho
dimenticato una
cosa…idiota!-
-
e non essere così normale…insomma…hai
sbagliato posto,
siamo tardi e Mikami e l’allenatore ci staranno aspettando e
tu sei
il solito ghiacciolino!-
-
Primo non è arrivato nessuno e mi viene il dubbio che tu
abbia
sbagliato completamente di dirmi le cose…anzi mi viene il
dubbio
che tu non abbia proprio capito nulla coma al solito! Secondo Hai
sentito tu Mikami e hai fatto tutto tu. Mi hai detto ieri sera che ci
saremmo visti all’Aida tutti e quattro e avremmo fatto
colazione
per poi andare al campo dall’altra squadra. Terzo non sono io
che
ho sbagliato ma tu! Quarto siamo di un ritardo mostruoso ed io odio
esserlo, Mikami e l’allenatore saranno già
arrivati ovunque
dovevano arrivare e andati via!-
non
ho mai parlato tanto come ora…anzi, solo lui riesce a farmi
parlare
in generale…la prossima volta spreco le mie parole solo per
insultarlo! Mantenere il sangue freddo con lui non è facile,
il mio si sta esaurendo.
-
Karl…ma ieri sera dopo esserci concordati abbiamo litigato
ed
io…bè…non ricordo quel che ho fatto ma
devo essere stato
fuori! Non contare quello che ho detto e deciso ieri!-
-
e su cosa dovrei contare allora? Non ti ascolto più? Mi sa
che
mi conviene! Ma se vuoi posso dirti quello che hai fatto ieri
sera…io
me lo ricordo bene! Confermo…eri fuori e mi chiedo quando tu
sia
stato dentro!-
-
non essere volgare…ieri notte anche se non ricordo quello
che ho
fatto e quanto ti assicuro che sono stato dentro…-
-
e chi è il volgare ora?-
-
e poi lascia perdere ieri sera! Non ricordo neanche perché
abbiamo litigato!-
-
sul luogo dell’incontro di oggi!-
silenzio…ah,
te ne stai zitto eh? Ora ti ricordi che tu volevi vederci in un posto
io nell’altro…e che ora abbiamo fatto
l’incontrario, ovvero tu
sei andato al luogo che avevo detto io e io sono andato al luogo che
avevi detto tu!
-
sei in moto?-
-
si.-
-
vieni qua, ti aspetto. Poi vediamo dove era sto benedetto luogo
d’incontro con Mikami e il coach(esiste là la
parola coach
per indicare l’allenatore? NdAka) …altrimenti
andiamo subito al
campo.-
-
mmm-
potrebbe
anche dirsi quanto è stupido risparmiando a me la fatica di
farlo…anzi no, non voglio più sprecare fiato e
tempo e
parole per lui. Gli butto giù il telefono e torno alla mi
gelidità interna ed esterna. Lo aspetto. Che altro mi rimane
da fare? Ucciderlo è troppo poco e tenerlo vivo è
un
sacrilegio…ma fra le due cose preferisco fare quella che non
mi fa
diventare un criminale…diventerò santo ma un
criminale non
mi va, troppa fatica…anche se credo che nessuno riterrebbe
la sua
morte un peccato!
Come
faccio a stimare un tipo così?
Guardo
il cielo azzurro che sta volta sembra più sereno dei miei
occhi!
Chissà
che altro deve succedere!
Prima
che la giornata finisca potrebbe anche crollare il tetto e le mura di
questo mondo, vista la piega che ha preso la situazione…e
lui non
se ne accorgerebbe neanche!