CAPITOLO 31:
COPPIE

“ Porco mondo, e questa da dove sbuca? La notizia intendo…oh santo paradiso…proprio questa doveva capitarmi…ora sicuramente siamo tutti salvi….con un altro Wakabayashi che ricco e scontento scorazzerà per il mondo di qua e di là cercando di farsi cagare dai genitori idioti…certo…sempre se non me lo appiopperanno a vita! E chi lo sa come si cresce un marmocchio? Diventerò vecchio prima del tempo….e quei debosciati là si succhieranno tutta la mia giovinezza!
Mia mamma mi lancia uno sguardo che molti definirebbero materno….io lo definisco da serpe visto che la conosco e so che cosa significa in realtà:
‘ ed ecco risolto il problema….l’erede ce lo darà lui!’
sono convinto che significhi questo!
Cerco di restare indifferente mentre tossisco…mi è andato di storto tutta la bevanda…maledizione…e chi ci riesce a stare indifferente? Avevo fatto dei così bei progressi, cazzo!
Sento Karl che mi fissa penetrante…e che vuol dire? ‘trattieniti’? no no, caro, ora basta! Non sono tipo da andarmene in silenzio senza far casino.
Odio essere ignorato…e odio quando non mi chiedono il mio parere…odio un sacco di altre cose…come anche essere preso per fesso…e i miei genitori!
Mentre mio padre viene sommerso da pacche amichevoli sulla spalla da parte dei suoi compari, mia madresi avvicina a me attirando tutta l’attenzione per questo. Ecco la scena centrale, una madre che chiede al figlio che ne pensa del futuro nuovo arrivo…furba…ma del resto lo sapevo…lo vedi che è una serpe? Fa in modo che io non possa dire realmente quello che penso e che facciamo tutti bella figura dando l’idea di famigliola felice.
E perché dovrei trattenermi e fare buon viso a cattivo gioco?
Solo per non fare piazzate e figuracce?
Ma chissenefrega!
- caro, che ne pensi del tuo futuro fratellino?-
alzo un sopracciglio scettico…poi il mio volto si trasforma in ironia sadica pura…diciamo pure che il mio tipico gigno sbieco mi si dipinge trionfale in volto…e vedo che nei suoi occhi si accende un lampo che sembra dirmi di non azzardarmi:
- cara mamma…che notizia splendida…non hai idea di come hai allietato i miei grigi e noiosissimi giorni di povero figlio solitario e dimenticato! Visto che hai trovato subito la soluzione al problema? Un nuovo erede che vi darà a sua volta un altro erede…meglio di così che potevate volere? Io dal canto mio riconosco di essere stato un pessimo figlio, odioso, dispotico, altero, viziato e ingrato! Oh, dimenticavo un appellativo importante….ingombrante ed inutile…devo dire che la soluzione migliore per sbarazzarsi di un patetico giocatore di calcio è stata ficcarlo in una mega villa in mezzo a servitori con un personal trainer e lasciarlo crescere da solo…si si, ottimo. Bene, mamma, ti faccio i miei auguri…sono proprio felice che tu abbia trovato un altro figlio a cui appioppare l’intera eredità, renderlo infelice a tua volta, fargli pesare il nome che ha…e tirarlo su come un burattino senza vita e pensieri propri. Una mossa abile e geniale. Ora immagino che io ti serva meno di prima…e che la cosa migliore per tutti sia diseredarmi specie dopo aver saputo la gravità della mia disabilità mentale…certo, avere un figlio primogenito omosessuale è il disonore maggiore. Ma ora non preoccuparti, posso tornare a sparire con la felicità che tu non ti faccia più viva con me…senza pensieri, sai? Vai pure tranquilla avanti per la tua fottuta strada di merda ignorando che il tuo primogenito sia vissuto da solo, che sia diventato solo un campione di calcio qualunque, che sia un gay schifoso e che tu non sappia nemmeno quanti anni abbia! Ora puoi concentrare tuttel e tue energie velenose su questo nuovo arrivo.
Brindo a te mamma…che la tua vita sia lunga e ricca di denaro, fama e riconoscimenti e povera di sentimenti, lealtà, famiglia e specie amore da parte di tutti ma in primis da tuo figlio!-
Così dicendo dopo essermi versato nel bicchiere dello champagne, lo bevo tutto d’un fiato. Poi stringo il bicchiere fra le mani e la fisso con il fuoco negli occhi…un fuoco che nelle situazioni normali da vita di tutti giorni sembra quasi semplice ghiaccio…nel silenzio generale e quasi mortale…sento gli occhi di tutti addosso, lei che non respira più…è sbiancata violentemente.
Tutti. Tutti mi hanno sentito e curiosi hanno succhiato nel loro cervello ogni parole rielaborandola nel modo più crudele possibile per poi ributtarle fuori tramite uno sguardo severo pieno di acidità…tutto quello che si merita…come se loro invece fossero diversi da lei…come se non si sapesse già tutto questo…come se a qualcuno fregasse veramente qualcosa degli altri.
Un minuscolo suono si leva…è il vetro del cristallo che ho in mano che si scheggia ferendo il mio dito. È un rumore insignificante come anche il taglio…ma in questo momento si è sentito come se fosse uno sparo…non avevo idea della forza che usassi ma non è importante.
Ora via, voglio andarmene lontano da questa gente…si soffoca, non si respira…
Butto a terra il bicchiere che si rompe in pezzi piccolissimi che finiscono anche ai piedi di mia madre immobile. I vetri sparsi sembrano il disegno di un anima.
Infine faccio un passo avanti per avvicinarmi ulteriormente a lei.
Occhi negli occhi.
Infine ecco, udibile e chiaro ma sibilato e tagliente:
- mi fai schifo, mamma…come sempre…-
poi dopo averla come sbudellata con lo sguardo mi volto e senza guardare nessuno ma solo avanti a me, con passo spedito ma non veloce, sostenuto e incisivo, me ne vado dalla sala, sento altri passi che mi seguono, Karl, e un rumore seguito da un brusio…mia mamma deve essere svenuta…troppo imbarazzo, stress, incredulità…o forse il suo stesso veleno ha fatto effetto…mi preoccupa un po’ quel bambino che porta in grembo…spero che nasca sano!
Poi via, non voglio più saperne nulla di loro.
All’aria aperta e fresca di New York lo dico con un sospiro profondo e un mezzo sorriso obliquo…uno dei miei…
- però mi ci voleva…non vedevo l’ora di dirlo! Ora si che posso godermi Nwe York!-
sento il respiro di Karl accanto a me alterato…non ride apertamente e non parla…ma lo guardo e ancora prima di vederlo so che sorride…ora sta pensando: ‘è sempre Genzo…non si smentisce!’
ed è proprio così…che si aspettavano tutti? In fin dei conti mi aspettavo tutto…a parte la notizia del bambino…e non vedevo l’ora di fare la scena madre!
Ripenso a prima e mi rivedo l’immagine con gli occhi della mente…poi mi passo una mano fra i capelli spettinandoli togliendo un po’ il gel che li teneva a posto, mi sbottono la giacca e i primi bottoni della camicia, poi metto le mani in tasca e abbandono la testa indietro guardando in alto il cielo notturno”
- eh si, sono proprio un figo!-
“E’ notte inoltrata e la temperatura permette di stare in semplici maniche di camicia, è completamente diverso dalla Germania, qui a New York…non avrei mai pensato di venirci un giorno eppure eccomi qua…con Genzo, a passeggiare di notte per le vie trafficate e illuminate di una mega città simile.
La troppa folla e il casino non mi è mai piaciuto, ma ci si adatta…è da un po’ che camminiamo e dopo la sua uscita, Genzo, è rimasto in silenzio…spero che stia riflettendo e pensando…gli ci vorrebbe ogni tanto, anche se devo dire che sta volta sono stato d’accordo con lui, ma forse io per come sono fatto me ne sarei semplicemente preso e andato via per i fatti miei…senza aver più nulla da spartire con loro!
Ha fatto il suo effetto!
Credo non abbia rimpianti o dispiaceri…forse solo uno…non aver mai avuto una famiglia, ma questo è una cosa che ci accomuna…sospiro non vistosamente…mi è venuta in mente mia sorella Maria…mi manca, tutto d’un tratto vorrei averla qua, forse perché ho visto gli effetti di una famiglia separate dove tutti si odiano. Noi non ci odiamo…io, mamma e papà non ci odiamo…semplicemente non abbiamo mai comunicato veramente…siamo stato sempre lontanissimi pur essendo così vicini…e il risultato è stata indifferenza pura e reciproca. Maria ne avrà sofferto sicuramente più di me. Quando torno andrò da lei.
- guarda, andiamo là…-
dice Genzo indicando l’entrata ad un parco pubblico. È tornato tranquillo come sempre e si è tolto la giacca dicendo che per lui tutto quel lusso e tiratezza è decisamente troppo! Forse mi scappa un mezzo sorriso…effettivamente è vero…è troppo anche per me…e dire che siamo sempre stati abituati bene in fatto di vestiti!
Silenzioso lo seguo, è un parco verde normalissimo con erba tagliata e pulita, panchine in legno dipinte del classico rosso e alberi ai lati dei sentieri in ghiaia piccola. Nulla di che, è tutto circondato da un cancello al quale si attorcigli dell’edera per dare rispetto alle strade trafficate un po’ di isolamento.
Camminiamo un po’ io guardo dritto davanti a me…non sono abbastanza romantico da guardare le stelle come fa Genzo…dev’essere però proprio un bel cielo…se tutte queste luci permettessero una visione reale e completa degli astri che dovrebbero spendere. La luna si vede, è la classica luna grande a spicchio…molto suggestiva…ebbene si, alla fine ho guardato anche io. Devo ammettere che si sta decisamente bene.
O magari era là che si stava male…aria viziata e soffocante…non perché fossero finestre chiuse da anni…ma per chi c’era dentro…erano loro che emanavano quel fetore immaginario che faceva contorcere le membra. Eravamo entrambi fuori luogo là…è stato divertente però vedere i diversi colori che la faccia della madre di Genzo ha assunto quando lui le parlava davanti a tutti…e poi quando ha buttato il bicchiere a terra e le ha espresso in due parole quello che aveva esposto solo fino ad un secondo fa…encomiabile lo svenimento. Sarò molto interessante da qui in poi…già….interessante vedere come Genzo si troverà a crescere un bambino, suo fratello. Si siede a terra ignorando le panchine, l’erba fresca e comoda è effettivamente meglio…come a voler sottolineare che lui è di un altro mondo e non di quello! Mi siedo con lui continuando a rivedermi gli istanti di minuti prima. È così che mi ricordo del piccolo taglio che si è procurato scheggiando il bicchiere. Accanto a lui prendo silenzioso la sua mano e cercando la flebile luce della luna e dei lampioni trovo il dito ferito, il sangue si è fermato sul polpastrello e non ne esce più. Siamo soli e solo ora mi sento anche io bene, posso permettermi di fare una cosa simile.
Avvicino il dito alle mie labbra e senza esitare gli lecco quella linfa rossa che ormai non esce più. Non sono mai stato un fanatico del sangue come Astrid…ma ritengo che il suo ora abbia un lontano retrogusto interessante e affascinante…o forse è l’atmosfera ad esserlo. Ci vuole veramente molto poco…una notte, un po’ di solitudine, aria aperta…e noi due…sento i suoi occhi su di me e anche questo mi piace…si, sto facendo progressi, ora riesco ad ammettere apertamente ciò che mi piace e ciò che voglio…e i sentimenti che questo ragazzo mi fa provare…provare…già, è proprio così. Io provo. Un sacco di cose.
E tutte per lui.
Non è da me tutto questo sentimentalismo…alzo gli occhi azzurri sui suoi che non si distinguono dallo scuro intorno, la penombra che gioca con la sua pelle e i suoi capelli lo rende più tenebroso e affascinante se possibile…proprio gradito…cingo con le labbra il suo dito ora caldo e sento che le altre si posano sulla mia guancia in un contatto semplice. Sto proprio bene ora. Ma forse è anche naturale voler un po’ di più in questo momento…questo gusto risveglia in me dei desideri.
Credo che mi prenderò anche il resto.
Dopo aver succhiato l’indice passo alle altre con molto languore…appoggio le mie mani dietro di me in modo da protendermi di più e lascio che lui muova da solo. Solo con questo piccolo gesto la carica sensuale è altissima…solo così.
Socchiudo gli occhi gustandomi meglio il suo sapore…lui li ha già chiusi. È tutto un tutt’uno…arriva presto e subito…toglie la mano quando sono al mignolo e la sostituisce alle sue labbra chinandosi su di me. Ha una bocca così carnosa e morbida da far perdere la testa.
La sua lingua si incrocia presto con la mia dando l’idea di velluto e scioltezza…come cera sciolta sembra che lui giochi con me e io con lui…siamo fatti in modo tale da essere compatibili solo l’uno con l’altro!
Dopo un bacio simile è anche facile che venga il resto…eppure il sangue non è stato abbastanza scaldato, forse…visto che ci stacchiamo come a decidere che per ora basta così.
Si distende mettendo la mani incrociate dietro la nuca, poi guarda in alto fissando costellazioni imperfette per via delle poche stelle che si vedono.
Io non ho intenzione di fare altrettanto…ma a quanto pare Genzo non la pensa così visto che mi tira e mi fa appoggiare al suo braccio come una coppia romantica qualunque. Non gradisco la posa perché così faccio la parte della donna...andiamo, non prendetemi in giro!
Mi alzo sul gomito e gli lancio un occhiataccia artica molto eloquente…non azzardarti a farlo mai più!
E smettila di ghignare, brutto idiota!
- razza di cretino!-
poi mi stendo per conto mio ad un metro di distanza da lui…e per punizione sciopero!
- mi dispiace solo per quel bambino che nascerà…-
finalmente fa il serio…forse…
- sarebbe strano il contrario.-
composto e serio rispondo…forse avrebbe preferito più sentimento e coinvolgimento nei miei confronti e meno logicità, ma sono fatto così.
- loro sanno che penso questo di loro ma non ho mai osato dirlo davanti a tutti…credo che mi odino per questo…-
- mettila così…almeno ora provano qualcosa per te…-
ma mentre lo dico mantengo la mia freddezza, questo lo diverte visto che lo sento ridacchiare.
- già, prima proprio si erano dimenticati della mia esistenza! -
stiamo un po’ zitti poi riprende sempre lui.
- che ne dici? Hai rimpianti?-
alzo un sopracciglio…
- dovrei chiedertelo io…-
- mi riferisco a..-
- so a cosa ti riferisci…se tu ne sei stato sicuro io non ho di certo nulla di cui pentirmi…e poi di cosa dovrei pentirmi? Di non essermi nascosto a vita? Di non aver messo su un muro di menzogne e finzione…e pateticità? No, non ho nulla di cui vergognarmi e mai l’ho avuto!-
sicuro di me come al solito…eppure io un confronto con i miei lo vorrei fare…ora, solo ora…prima non l’ho mai desiderato…volevo solo che riconoscessero che loro figlio fosse in gamba almeno in qualcosa…e non un fallito…insomma volevo dimostrare loro qualcosa su chi ero diventato…affinché essendo fieri di me mi calcolassero. Ma ora voglio un chiarimento…e sincerità.
- idem!-
faccio un mezzo sorriso e al ricordo di un vecchio film che mia madre vedeva sempre quando ero piccolo, dico serio:
- sai che è pericoloso dire quella parola?-
- idem?-
- si.-
- perché?-
- perché quando uno l’ha detto in un film poi è morto assassinato…io non mi azzarderei se fossi in te!-
ci mette un lungo attimo a realizzare se io fossi serio oppure se scherzassi…si perché è raro che scherzi e quando lo faccio sono estremamente composto quindi non si capisce…e fa più effetto.
- ma…sei serio?-
alza la testa e mi guarda cercando di capire se dicessi veramente. Non lo capisce, così decide di darmi dell’idiota comunque…non si sa mai!
- non prendermi per il culo deficiente!-
è inevitabile la risata…è proprio nato per fare il comico, questo qua…è l’unico a riuscire a farmi ridere apertamente e rilassato!
- pezzo di merda…ammettilo che ci godi a farmi passare per un coglione!-
- certo!-
in risposta alla mia freddezza compostezza mi arriva la sua giacca in faccia…e il suo grugnito offeso si leva per il parco pieno di coppiette simili a noi…che per fortuna si fanno i cazzi loro! Anche se sto bene, non vedo l’ora di tornarmene a casa con lui.”
“questa è una di quelle serate che non sono da me ma da Jun! Già…è proprio così! Prima serata, cena fuori in un ristorante di lusso…entrambi vestiti bene e tirati a lucido…pazzesco…una cosa troppo ignobile! E poi…io…così docile…no, no…non è da me…è che èì lui…mi fa un effetto da tranquillante…come una droga. Che figo, non voglio più che finisca!
Mi ha invitato con fare ufficiale ad uscire con lui dicendo che avevamo di cose da parlare…peccato che ho rovinato il momento chiedendo perché non potessimo parlarne in casa normalmente…tanto lui mi conosce. Dio, sto facendo uno sforzo pazzesco a trattenermi dal non combinare guai e disastri…sto facendo proprio sforzi disumani. Ma ci sono sti tipi che mi stanno fissando dall’inizio…uff, che cazzo vogliono? Che pianti rissa? Si, lo vorrei anche io…ma che minchia vogliono? Sono quei soliti stronzi che ti fanno una radiografia da capo a piedi con quello sguardo da fighi e figli di papà…i soliti tipi che vanno a puttane insomma! E si aspettano che tu ne rimanga lusingata! Poi si soffermano sulla mia ciccia…che poi ultimamente sono riuscita anche a farla calare leggermente con notevoli sforzi…per poi arrivare alle tette e alle gambe…senza parlare del culo…ma le tette sono più interessanti…e ti spicciano soddisfatti della merce osservata…aspettandosi che tu vada da loro e gli chieda se puoi infilarti nel loro letto per allietargli la nottata! Un pugno ci vorrebbe…altro che sorrisino…brutti pezzi di merda! Solo perché ho una gonna lunga fino ai piedi in pelle nera con lo spacco che arriva alla coscia? Oppure per il top troppo scollato che evidenzia il seno con reggiseno a balconcino? Mah…stronzi. Punto e basta! Nient’altro!
Finalmente la cena finisce…finalmente perché non ne potevo più di sti ciglioni che mi fissavano facendo apprezzamenti buzzurri…e dire che sto buona solo perché l’ho promesso a Jun…ci tiene così tanto affinché sia una bella serata perfetta…!
Ci alziamo e lui mi infila il cappotto lungo fino alle caviglia marrone scuro. Mi tiro fuori i capelli facendoli scivolare sulla calda stoffa di lana, sono pettinati e lisci con le masches rinnovate coi soliti mille colori. Mi arrivano fino al sedere…o poco più giù. Ne vado fiera….ma capelli a parte odio questo tipi di sguardi…ok…ok…OK! Io sono una tipa ultranarcisista e vanitosa e adoro quando riconoscono giustamente la mia bellezza o il mio talento in qualcosa…ma odio quando lo apprezzano in QUESTO modo…devono essere discreti, simpatici, ninini e gentili…altrimenti a fanculo io ce li mando! Come sto facendo ora…Jun mi tiene la porta aperta e fino all’ultimo quelli mi guardavano…ed ecco…mi volto solo con la testa, lancio loro uno sguardo assassino e uscendo faccio discretamente un dito medio che si vede chiaramente! Poi esco e me ne vado!
Oh…yeah!!!!
Questo mi rende fiera di me!
Jun ha notato tutto ma scuote solo il capo e se ne sta zitto!
Caro lui…per me solo uno così va bene!
Prima che quelli reagiscano ed escano mi prende sottobraccio e accelera il passo…non per paura di loro…ma per paura di quel che potrei fare se stuzzicata ancora di più! Già fremo!”
“non si smentisce mai…Astrid è sempre Astrid, mi sembraca effettivamente strano che non avesse ancora fatto nulla. Troppo buona! Così la riconosco! Non glielo avevo chiesto io di comportarsi bene ma ha capito che ci avrei tenuto ad una serata normale e tranquilla.
Alla fine ha tenuto banco facendomi ridere con tutti gli aneddoti della sua infanzia…con tutti quei fratellastri e sorellastre! È stato bello.
Lei credo si aspetti chissà cosa…ma in realtà volevo solo chiederle ufficialmente di mettersi con me…tutto qua…dico tutto qua perché ormai di fatto lo siamo già!
È una tipa completamente fuori…cioè…fuori dalla mia portata, diversissima come la luce e l’ombra…eppure non potremmo stare che insieme…sembra che l’unico in grado di domarla sia io…è pazzesco!
Quando l’ho incontrata la prima volta in quel modo era così selvatica…pian piano è cambiata tantissimo…la vicinanza di tutti noi…e poi la dolcezza che dimostra nei miei confronti. È un universo enorme da scoprire ed io ho voglia di scoprirlo. È diverso da ogni esperienza avuta. Non posso dire di amarla o di voler stare con lei per sempre, ma ho bisogno di lei come lei ha bisogno di me…voglio stare con lei ora…e scoprire di cosa è capace, i suoi desideri e cosa farà domani. Questo è quello che so ora…è lei che mi ha insegnato a non programmare tutto, vita, momenti, incontri, partite…bè, mi ha concesso che programmare le partite è utile ma fino ad un certo punto. Ora sono diventato più imprevedibile rispetto al mio solito…e non mi conosco più tanto bene…e i momenti di crisi sono sempre meno…riesco a convivere con la morte come faccio sempre ma in modo più sereno. Sono contento. Sto bene. Anche se morissi subito sarei felicissimo di aver vissuto fin qua e averla conosciuta…e fatto tutto quello che ho fatto.
La prendo per mano dopo queste riflessioni e semplicemente ci fermiamo sotto un lampione di un marciapiede qualsiasi. L’aria non è più così tanto fredda e si sta bene anche fuori. Vedo bene i suoi lineamenti morbidi, i suoi occhi grandi e grigi per il freddo…ma grigio chiaro perché è felice. Se ci fosse il sole sarebbero verde intenso. Non vorrei rovinare nulla ma credo che aspetti questo momento da tanto, lei per me è un libro aperto e la capisco al volo. Le leggo dentro.
- Astrid…-
poi però mi fermo, non so bene cosa dire perché è banale chiederle se si mette con me…poi non è da me…sospiro…solo lei riesce a lasciarmi senza parole pur non facendo nulla. Ci avviciniamo impercettibilmente…poi chiudo gli occhi per poi riaprirli. Ci fissimo intensamente…come un film romantico…dove la luna non si vede e il violino non si sente. Ho deciso che proverò a fare come fa lei…a lasciar fare alle cose, come vengono.
- …posso baciarti?-
trattiene il respiro…e si capisce che lo fa dalla felicità…proprio non riesce a trattenere le sue emozioni.
- tutte le volte che vuoi!-
e così è.
Poso leggere le mie labbra sulle sue e la bacio delicato. Piccoli baci a fior di labbra per schiuderle lentamente e iniziare a incontrarci con la lingua. Le sfioro la guancia con le dita e arrivo fino alla nuca dove vi affondo nei capelli lisci e profumati.
È un momento splendido. Non me lo immaginavo così semplice, ma effettivamente non poteva che essere così. Solo così. Lei è così strana che uno che aspetta il primo bacio da lei per fidanzarsi o dichiararsi immagina prima epopee e comicità…e poi ci si scopre ancora più sorpresi di sempre perché non è nulla come te lo aspettavi. E lei arriva a darti questa sensazione pazzesca di novità continua.
È banale dire che sono rilassato? Che sto bene? Che sono felice? Che ogni cosa svanisce per concentrarmi su di lei e sul suo sapore?
Sono certo che lei lo paragonerebbe così:
sembra uno di quei cioccolatini chiamati Truffes Fantasie. Sono coperti di polvere di cacao e appena li metti in bocca la lingua sente quel sapore vellutato e irresistibile…poi non riesci a resistere e mordi subito stupendoti quanto in fretta si liquefa al contatto della tua lingua e della tua saliva, dolce e deciso allo stesso tempo, un sapore indimenticabile…e morbido…che poi si fonde quando cominci a masticarlo…e ti godi il sapore intenso ed intrinseco per poi dispiacerti quando ti rendi conto che sta già per finire…e così inghiotti subito tutto prima di non avere più nulla in bocca…e desiderandone subito un altro te ne prendi ancora dalla confezione…e tutto ritorna da capo esattemente piacevole come prima.
Sono certo che il suo paragone sarebbe questo.
Ed è un paragone ben riuscito che rende benissimo l’idea di questo bacio. Del tutto diverso dall’altro in discoteca quando lei era impasticcata!
Certamente molto meglio.
È proprio il caso di dirlo…vorrei che il cioccolatino non finisse mai!”