CAPITOLO
31:
COPPIE
“ Porco
mondo, e questa da dove sbuca? La notizia intendo…oh santo
paradiso…proprio questa doveva capitarmi…ora sicuramente siamo tutti
salvi….con un altro Wakabayashi che ricco e scontento scorazzerà per il
mondo di qua e di là cercando di farsi cagare dai genitori
idioti…certo…sempre se non me lo appiopperanno a vita! E chi lo sa come
si cresce un marmocchio? Diventerò vecchio prima del tempo….e quei
debosciati là si succhieranno tutta la mia giovinezza!
Mia
mamma mi lancia uno sguardo che molti definirebbero materno….io lo
definisco da serpe visto che la conosco e so che cosa significa in
realtà:
‘
ed ecco risolto il problema….l’erede ce lo darà lui!’
sono
convinto che significhi questo!
Cerco
di restare indifferente mentre tossisco…mi è andato di storto tutta la
bevanda…maledizione…e chi ci riesce a stare indifferente? Avevo fatto
dei così bei progressi, cazzo!
Sento
Karl che mi fissa penetrante…e che vuol dire? ‘trattieniti’? no no,
caro, ora basta! Non sono tipo da andarmene in silenzio senza far
casino.
Odio
essere ignorato…e odio quando non mi chiedono il mio parere…odio un
sacco di altre cose…come anche essere preso per fesso…e i miei genitori!
Mentre
mio padre viene sommerso da pacche amichevoli sulla spalla da parte dei
suoi compari, mia madresi avvicina a me attirando tutta l’attenzione
per questo. Ecco la scena centrale, una madre che chiede al figlio che
ne pensa del futuro nuovo arrivo…furba…ma del resto lo sapevo…lo vedi
che è una serpe? Fa in modo che io non possa dire realmente quello che
penso e che facciamo tutti bella figura dando l’idea di famigliola
felice.
E
perché dovrei trattenermi e fare buon viso a cattivo gioco?
Solo
per non fare piazzate e figuracce?
Ma
chissenefrega!
-
caro, che ne pensi del tuo futuro fratellino?-
alzo
un sopracciglio scettico…poi il mio volto si trasforma in ironia sadica
pura…diciamo pure che il mio tipico gigno sbieco mi si dipinge
trionfale in volto…e vedo che nei suoi occhi si accende un lampo che
sembra dirmi di non azzardarmi:
-
cara mamma…che notizia splendida…non hai idea di come hai allietato i
miei grigi e noiosissimi giorni di povero figlio solitario e
dimenticato! Visto che hai trovato subito la soluzione al problema? Un
nuovo erede che vi darà a sua volta un altro erede…meglio di così che
potevate volere? Io dal canto mio riconosco di essere stato un pessimo
figlio, odioso, dispotico, altero, viziato e ingrato! Oh, dimenticavo
un appellativo importante….ingombrante ed inutile…devo dire che la
soluzione migliore per sbarazzarsi di un patetico giocatore di calcio è
stata ficcarlo in una mega villa in mezzo a servitori con un personal
trainer e lasciarlo crescere da solo…si si, ottimo. Bene, mamma, ti
faccio i miei auguri…sono proprio felice che tu abbia trovato un altro
figlio a cui appioppare l’intera eredità, renderlo infelice a tua
volta, fargli pesare il nome che ha…e tirarlo su come un burattino
senza vita e pensieri propri. Una mossa abile e geniale. Ora immagino
che io ti serva meno di prima…e che la cosa migliore per tutti sia
diseredarmi specie dopo aver saputo la gravità della mia disabilità
mentale…certo, avere un figlio primogenito omosessuale è il disonore
maggiore. Ma ora non preoccuparti, posso tornare a sparire con la
felicità che tu non ti faccia più viva con me…senza pensieri, sai? Vai
pure tranquilla avanti per la tua fottuta strada di merda ignorando che
il tuo primogenito sia vissuto da solo, che sia diventato solo un
campione di calcio qualunque, che sia un gay schifoso e che tu non
sappia nemmeno quanti anni abbia! Ora puoi concentrare tuttel e tue
energie velenose su questo nuovo arrivo.
Brindo
a te mamma…che la tua vita sia lunga e ricca di denaro, fama e
riconoscimenti e povera di sentimenti, lealtà, famiglia e specie amore
da parte di tutti ma in primis da tuo figlio!-
Così
dicendo dopo essermi versato nel bicchiere dello champagne, lo bevo
tutto d’un fiato. Poi stringo il bicchiere fra le mani e la fisso con
il fuoco negli occhi…un fuoco che nelle situazioni normali da vita di
tutti giorni sembra quasi semplice ghiaccio…nel silenzio generale e
quasi mortale…sento gli occhi di tutti addosso, lei che non respira
più…è sbiancata violentemente.
Tutti.
Tutti mi hanno sentito e curiosi hanno succhiato nel loro cervello ogni
parole rielaborandola nel modo più crudele possibile per poi ributtarle
fuori tramite uno sguardo severo pieno di acidità…tutto quello che si
merita…come se loro invece fossero diversi da lei…come se non si
sapesse già tutto questo…come se a qualcuno fregasse veramente qualcosa
degli altri.
Un
minuscolo suono si leva…è il vetro del cristallo che ho in mano che si
scheggia ferendo il mio dito. È un rumore insignificante come anche il
taglio…ma in questo momento si è sentito come se fosse uno sparo…non
avevo idea della forza che
usassi ma non è importante.
Ora
via, voglio andarmene lontano da questa gente…si soffoca, non si
respira…
Butto
a terra il bicchiere che si rompe in pezzi piccolissimi che finiscono
anche ai piedi di mia madre immobile. I vetri sparsi sembrano il
disegno di un anima.
Infine
faccio un passo avanti per avvicinarmi ulteriormente a lei.
Occhi
negli occhi.
Infine
ecco, udibile e chiaro ma sibilato e tagliente:
-
mi fai schifo, mamma…come sempre…-
poi
dopo averla come sbudellata con lo sguardo mi volto e senza guardare
nessuno ma solo avanti a me, con passo spedito ma non veloce, sostenuto
e incisivo, me ne vado dalla sala, sento altri passi che mi seguono,
Karl, e un rumore seguito da un brusio…mia mamma deve essere
svenuta…troppo imbarazzo, stress, incredulità…o forse il suo stesso
veleno ha fatto effetto…mi preoccupa un po’ quel bambino che porta in
grembo…spero che nasca sano!
Poi
via, non voglio più saperne nulla di loro.
All’aria
aperta e fresca di New York lo dico con un sospiro profondo e un mezzo
sorriso obliquo…uno dei miei…
-
però mi ci voleva…non vedevo l’ora di dirlo! Ora si che posso godermi
Nwe York!-
sento
il respiro di Karl accanto a me alterato…non ride apertamente e non
parla…ma lo guardo e ancora prima di vederlo so che sorride…ora sta
pensando: ‘è sempre Genzo…non si smentisce!’
ed
è proprio così…che si aspettavano tutti? In fin dei conti mi aspettavo
tutto…a parte la notizia del bambino…e non vedevo l’ora di fare la
scena madre!
Ripenso
a prima e mi rivedo l’immagine con gli occhi della mente…poi mi passo
una mano fra i capelli spettinandoli togliendo un po’ il gel che li
teneva a posto, mi sbottono la giacca e i primi bottoni della camicia,
poi metto le mani in tasca e abbandono la testa indietro guardando in
alto il cielo notturno”
- eh si,
sono proprio un figo!-
“E’ notte
inoltrata e la temperatura permette di stare in semplici maniche di
camicia, è completamente diverso dalla Germania, qui a New York…non
avrei mai pensato di venirci un giorno eppure eccomi qua…con Genzo, a
passeggiare di notte per le vie trafficate e illuminate di una mega
città simile.
La
troppa folla e il casino non mi è mai piaciuto, ma ci si adatta…è da un
po’ che camminiamo e dopo la sua uscita, Genzo, è rimasto in
silenzio…spero che stia riflettendo e pensando…gli ci vorrebbe ogni
tanto, anche se devo dire che sta volta sono stato d’accordo con lui,
ma forse io per come sono fatto me ne sarei semplicemente preso e
andato via per i fatti miei…senza aver più nulla da spartire con loro!
Ha
fatto il suo effetto!
Credo
non abbia rimpianti o dispiaceri…forse solo uno…non aver mai avuto una
famiglia, ma questo è una cosa che ci accomuna…sospiro non
vistosamente…mi è venuta in mente mia sorella Maria…mi manca, tutto
d’un tratto vorrei averla qua, forse perché ho visto gli effetti di una
famiglia separate dove tutti si odiano. Noi non ci odiamo…io, mamma e
papà non ci odiamo…semplicemente non abbiamo mai comunicato
veramente…siamo stato sempre lontanissimi pur essendo così vicini…e il
risultato è stata indifferenza pura e reciproca. Maria ne avrà sofferto
sicuramente più di me. Quando torno andrò da lei.
-
guarda, andiamo là…-
dice
Genzo indicando l’entrata ad un parco pubblico. È tornato tranquillo
come sempre e si è tolto la giacca dicendo che per lui tutto quel lusso
e tiratezza è decisamente troppo! Forse mi scappa un mezzo
sorriso…effettivamente è vero…è troppo anche per me…e dire che siamo
sempre stati abituati bene in fatto di vestiti!
Silenzioso
lo seguo, è un parco verde normalissimo con erba tagliata e pulita,
panchine in legno dipinte del classico rosso e alberi ai lati dei
sentieri in ghiaia piccola. Nulla di che, è tutto circondato da un
cancello al quale si attorcigli dell’edera per dare rispetto alle
strade trafficate un po’ di isolamento.
Camminiamo
un po’ io guardo dritto davanti a me…non sono abbastanza romantico da
guardare le stelle come fa Genzo…dev’essere però proprio un bel
cielo…se tutte queste luci permettessero una visione reale e completa
degli astri che dovrebbero spendere. La luna si vede, è la classica
luna grande a spicchio…molto suggestiva…ebbene si, alla fine ho
guardato anche io. Devo ammettere che si sta decisamente bene.
O
magari era là che si stava male…aria viziata e soffocante…non perché
fossero finestre chiuse da anni…ma per chi c’era dentro…erano loro che
emanavano quel fetore immaginario che faceva contorcere le membra.
Eravamo entrambi fuori luogo là…è stato divertente però vedere i
diversi colori che la faccia della madre di Genzo ha assunto quando lui
le parlava davanti a tutti…e poi quando ha buttato il bicchiere a terra
e le ha espresso in due parole quello che aveva esposto solo fino ad un
secondo fa…encomiabile lo svenimento. Sarò molto interessante da qui in
poi…già….interessante vedere come Genzo si troverà a crescere un
bambino, suo fratello. Si siede a terra ignorando le panchine, l’erba
fresca e comoda è effettivamente meglio…come a voler sottolineare che
lui è di un altro mondo e non di quello! Mi siedo con lui continuando a
rivedermi gli istanti di minuti prima. È così che mi ricordo del
piccolo taglio che si è procurato scheggiando il bicchiere. Accanto a
lui prendo silenzioso la sua mano e cercando la flebile luce della luna
e dei lampioni trovo il dito ferito, il sangue si è fermato sul
polpastrello e non ne esce più. Siamo soli e solo ora mi sento anche io
bene, posso permettermi di fare una cosa simile.
Avvicino
il dito alle mie labbra e senza esitare gli lecco quella linfa rossa
che ormai non esce più. Non sono mai stato un fanatico del sangue come
Astrid…ma ritengo che il suo ora abbia un lontano retrogusto
interessante e affascinante…o forse è l’atmosfera ad esserlo. Ci vuole
veramente molto poco…una notte, un po’ di solitudine, aria aperta…e noi
due…sento i suoi occhi su di me e anche questo mi piace…si, sto facendo
progressi, ora riesco ad ammettere apertamente ciò che mi piace e ciò
che voglio…e i sentimenti che questo ragazzo mi fa provare…provare…già,
è proprio così. Io provo. Un sacco di cose.
E
tutte per lui.
Non
è da me tutto questo sentimentalismo…alzo gli occhi azzurri sui suoi
che non si distinguono dallo scuro intorno, la penombra che gioca con
la sua pelle e i suoi capelli lo rende più tenebroso e affascinante se
possibile…proprio gradito…cingo con le labbra il suo dito ora caldo e
sento che le altre si posano sulla mia guancia in un contatto semplice.
Sto proprio bene ora. Ma forse è anche naturale voler un po’ di più in
questo momento…questo gusto risveglia in me dei desideri.
Credo
che mi prenderò anche il resto.
Dopo
aver succhiato l’indice passo alle altre con molto languore…appoggio le
mie mani dietro di me in modo da protendermi di più e lascio che lui
muova da solo. Solo con questo piccolo gesto la carica sensuale è
altissima…solo così.
Socchiudo
gli occhi gustandomi meglio il suo sapore…lui li ha già chiusi. È tutto
un tutt’uno…arriva presto e subito…toglie la mano quando sono al
mignolo e la sostituisce alle sue labbra chinandosi su di me. Ha una
bocca così carnosa e morbida da far perdere la testa.
La
sua lingua si incrocia presto con la mia dando l’idea di velluto e
scioltezza…come cera sciolta sembra che lui giochi con me e io con
lui…siamo fatti in modo tale da essere compatibili solo l’uno con
l’altro!
Dopo
un bacio simile è anche facile che venga il resto…eppure il sangue non
è stato abbastanza scaldato, forse…visto che ci stacchiamo come a
decidere che per ora basta così.
Si
distende mettendo la mani incrociate dietro la nuca, poi guarda in alto
fissando costellazioni imperfette per via delle poche stelle che si
vedono.
Io
non ho intenzione di fare altrettanto…ma a quanto pare Genzo non la
pensa così visto che mi tira e mi fa appoggiare al suo braccio come una
coppia romantica qualunque. Non gradisco la posa perché così faccio la
parte della donna...andiamo, non prendetemi in giro!
Mi
alzo sul gomito e gli lancio un occhiataccia artica molto eloquente…non
azzardarti a farlo mai più!
E
smettila di ghignare, brutto idiota!
-
razza di cretino!-
poi
mi stendo per conto mio ad un metro di distanza da lui…e per punizione
sciopero!
-
mi dispiace solo per quel bambino che nascerà…-
finalmente
fa il serio…forse…
-
sarebbe strano il contrario.-
composto
e serio rispondo…forse avrebbe preferito più sentimento e
coinvolgimento nei miei confronti e meno logicità, ma sono fatto così.
-
loro sanno che penso questo di loro ma non ho mai osato dirlo davanti a
tutti…credo che mi odino per questo…-
-
mettila così…almeno ora provano qualcosa per te…-
ma
mentre lo dico mantengo la mia freddezza, questo lo diverte visto che
lo sento ridacchiare.
-
già, prima proprio si erano dimenticati della mia esistenza! -
stiamo
un po’ zitti poi riprende sempre lui.
-
che ne dici? Hai rimpianti?-
alzo
un sopracciglio…
-
dovrei chiedertelo io…-
-
mi riferisco a..-
-
so a cosa ti riferisci…se tu ne sei stato sicuro io non ho di certo
nulla di cui pentirmi…e poi di cosa dovrei pentirmi? Di non essermi
nascosto a vita? Di non aver messo su un muro di menzogne e finzione…e
pateticità? No, non ho nulla di cui vergognarmi e mai l’ho avuto!-
sicuro
di me come al solito…eppure io un confronto con i miei lo vorrei
fare…ora, solo ora…prima non l’ho mai desiderato…volevo solo che
riconoscessero che loro figlio fosse in gamba almeno in qualcosa…e non
un fallito…insomma volevo dimostrare loro qualcosa su chi ero
diventato…affinché essendo fieri di me mi calcolassero. Ma ora voglio
un chiarimento…e sincerità.
-
idem!-
faccio
un mezzo sorriso e al ricordo di un vecchio film che mia madre vedeva
sempre quando ero piccolo, dico serio:
-
sai che è pericoloso dire quella parola?-
-
idem?-
-
si.-
-
perché?-
-
perché quando uno l’ha detto in un film poi è morto assassinato…io non
mi azzarderei se fossi in te!-
ci
mette un lungo attimo a realizzare se io fossi serio oppure se
scherzassi…si perché è raro che scherzi e quando lo faccio sono
estremamente composto quindi non si capisce…e fa più effetto.
-
ma…sei serio?-
alza
la testa e mi guarda cercando di capire se dicessi veramente. Non lo
capisce, così decide di darmi dell’idiota comunque…non si sa mai!
-
non prendermi per il culo deficiente!-
è
inevitabile la risata…è proprio nato per fare il comico, questo qua…è
l’unico a riuscire a farmi ridere apertamente e rilassato!
-
pezzo di merda…ammettilo che ci godi a farmi passare per un coglione!-
-
certo!-
in
risposta alla mia freddezza compostezza mi arriva la sua giacca in
faccia…e il suo grugnito offeso si leva per il parco pieno di coppiette
simili a noi…che per fortuna si fanno i cazzi loro! Anche se sto bene,
non vedo l’ora di tornarmene a casa con lui.”
“questa
è una di quelle serate che non sono da me ma da Jun! Già…è proprio
così! Prima serata, cena fuori in un ristorante di lusso…entrambi
vestiti bene e tirati a lucido…pazzesco…una cosa troppo ignobile! E
poi…io…così docile…no, no…non è da me…è che èì lui…mi fa un effetto da
tranquillante…come una droga. Che figo, non voglio più che finisca!
Mi
ha invitato con fare
ufficiale ad uscire con lui dicendo che avevamo di cose da
parlare…peccato che ho rovinato il momento chiedendo perché non
potessimo parlarne in casa normalmente…tanto lui mi conosce. Dio, sto
facendo uno sforzo pazzesco a trattenermi dal non combinare guai e
disastri…sto facendo proprio sforzi disumani. Ma ci sono sti tipi che
mi stanno fissando dall’inizio…uff, che cazzo vogliono? Che pianti
rissa? Si, lo vorrei anche io…ma che minchia vogliono? Sono quei soliti
stronzi che ti fanno una radiografia da capo a piedi con quello sguardo
da fighi e figli di papà…i soliti tipi che vanno a puttane insomma! E
si aspettano che tu ne rimanga lusingata! Poi si soffermano sulla mia
ciccia…che poi ultimamente sono riuscita anche a farla calare
leggermente con notevoli sforzi…per poi arrivare alle tette e alle
gambe…senza parlare del culo…ma le tette sono più interessanti…e ti
spicciano soddisfatti della merce osservata…aspettandosi che tu vada da
loro e gli chieda se puoi infilarti nel loro letto per allietargli la
nottata! Un pugno ci vorrebbe…altro che sorrisino…brutti pezzi di
merda! Solo perché ho una gonna lunga fino ai piedi in pelle nera con
lo spacco che arriva alla coscia? Oppure per il top troppo scollato che
evidenzia il seno con reggiseno a balconcino? Mah…stronzi. Punto e
basta! Nient’altro!
Finalmente
la cena finisce…finalmente perché non ne potevo più di sti ciglioni che
mi fissavano facendo apprezzamenti buzzurri…e dire che sto buona solo
perché l’ho promesso a Jun…ci tiene così tanto affinché sia una bella
serata perfetta…!
Ci
alziamo e lui mi infila il cappotto lungo fino alle caviglia marrone
scuro. Mi tiro fuori i capelli facendoli scivolare sulla calda stoffa
di lana, sono pettinati e lisci con le masches rinnovate coi soliti
mille colori. Mi arrivano fino al sedere…o poco più giù. Ne vado
fiera….ma capelli a parte odio questo tipi di sguardi…ok…ok…OK! Io sono
una tipa ultranarcisista e vanitosa e adoro quando riconoscono
giustamente la mia bellezza o il mio talento in qualcosa…ma odio quando
lo apprezzano in QUESTO modo…devono essere discreti, simpatici, ninini
e gentili…altrimenti a fanculo io ce li mando! Come sto facendo ora…Jun
mi tiene la porta aperta e fino all’ultimo quelli mi guardavano…ed
ecco…mi volto solo con la testa, lancio loro uno sguardo assassino e
uscendo faccio discretamente un dito medio che si vede chiaramente! Poi
esco e me ne vado!
Oh…yeah!!!!
Questo
mi rende fiera di me!
Jun
ha notato tutto ma scuote solo il capo e se ne sta zitto!
Caro
lui…per me solo uno così va bene!
Prima
che quelli reagiscano ed escano mi prende sottobraccio e accelera il
passo…non per paura di loro…ma per paura di quel che potrei fare se
stuzzicata ancora di più! Già fremo!”
“non si
smentisce mai…Astrid è sempre Astrid, mi sembraca effettivamente strano
che non avesse ancora fatto nulla. Troppo buona! Così la riconosco! Non
glielo avevo chiesto io di comportarsi bene ma ha capito che ci avrei
tenuto ad una serata normale e tranquilla.
Alla
fine ha tenuto banco facendomi ridere con tutti gli aneddoti della sua
infanzia…con tutti quei fratellastri e sorellastre! È stato bello.
Lei
credo si aspetti chissà cosa…ma in realtà volevo solo chiederle
ufficialmente di mettersi con me…tutto qua…dico tutto qua perché ormai
di fatto lo siamo già!
È
una tipa completamente fuori…cioè…fuori dalla mia portata, diversissima
come la luce e l’ombra…eppure non potremmo stare che insieme…sembra che
l’unico in grado di domarla sia io…è pazzesco!
Quando
l’ho incontrata la prima volta in quel modo era così selvatica…pian
piano è cambiata tantissimo…la vicinanza di tutti noi…e poi la dolcezza
che dimostra nei miei confronti. È un universo enorme da scoprire ed io
ho voglia di scoprirlo. È diverso da ogni esperienza avuta. Non posso
dire di amarla o di voler
stare con lei per sempre, ma ho bisogno di lei come lei ha bisogno di
me…voglio stare con lei ora…e scoprire di cosa è capace, i suoi
desideri e cosa farà domani. Questo è quello che so ora…è lei che mi ha
insegnato a non programmare tutto, vita, momenti, incontri, partite…bè,
mi ha concesso che programmare le partite è utile ma fino ad un certo
punto. Ora sono diventato più imprevedibile rispetto al mio solito…e
non mi conosco più tanto bene…e i momenti di crisi sono sempre
meno…riesco a convivere con la morte come faccio sempre ma in modo più
sereno. Sono contento. Sto bene. Anche se morissi subito sarei
felicissimo di aver vissuto fin qua e averla conosciuta…e fatto tutto
quello che ho fatto.
La
prendo per mano dopo queste riflessioni e semplicemente ci fermiamo
sotto un lampione di un marciapiede qualsiasi. L’aria non è più così
tanto fredda e si sta bene anche fuori. Vedo bene i suoi lineamenti
morbidi, i suoi occhi grandi e grigi per il freddo…ma grigio chiaro
perché è felice. Se ci fosse il sole sarebbero verde intenso. Non
vorrei rovinare nulla ma credo che aspetti questo momento da tanto, lei
per me è un libro aperto e la capisco al volo. Le leggo dentro.
-
Astrid…-
poi
però mi fermo, non so bene cosa dire perché è banale chiederle se si
mette con me…poi non è da me…sospiro…solo lei riesce a lasciarmi senza
parole pur non facendo nulla. Ci avviciniamo impercettibilmente…poi
chiudo gli occhi per poi riaprirli. Ci fissimo intensamente…come un
film romantico…dove la luna non si vede e il violino non si sente. Ho
deciso che proverò a fare come fa lei…a lasciar fare alle cose, come
vengono.
-
…posso baciarti?-
trattiene
il respiro…e si capisce che lo fa dalla felicità…proprio non riesce a
trattenere le sue emozioni.
-
tutte le volte che vuoi!-
e
così è.
Poso
leggere le mie labbra sulle sue e la bacio delicato. Piccoli baci a
fior di labbra per schiuderle lentamente e iniziare a incontrarci con
la lingua. Le sfioro la guancia con le dita e arrivo fino alla nuca
dove vi affondo nei capelli lisci e profumati.
È
un momento splendido. Non me lo immaginavo così semplice, ma
effettivamente non poteva che essere così. Solo così. Lei è così strana
che uno che aspetta il primo bacio da lei per fidanzarsi o dichiararsi
immagina prima epopee e comicità…e poi ci si scopre ancora più sorpresi
di sempre perché non è nulla come te lo aspettavi. E lei arriva a darti
questa sensazione pazzesca di novità continua.
È
banale dire che sono rilassato? Che sto bene? Che sono felice? Che ogni
cosa svanisce per concentrarmi su di lei e sul suo sapore?
Sono
certo che lei lo paragonerebbe così:
sembra
uno di quei cioccolatini chiamati Truffes Fantasie. Sono coperti di
polvere di cacao e appena li metti in bocca la lingua sente quel sapore
vellutato e irresistibile…poi non riesci a resistere e mordi subito
stupendoti quanto in fretta si liquefa al contatto della tua lingua e
della tua saliva, dolce e deciso allo stesso tempo, un sapore
indimenticabile…e morbido…che poi si fonde quando cominci a
masticarlo…e ti godi il sapore intenso ed intrinseco per poi
dispiacerti quando ti rendi conto che sta già per finire…e così
inghiotti subito tutto prima di non avere più nulla in bocca…e
desiderandone subito un altro te ne prendi ancora dalla confezione…e
tutto ritorna da capo esattemente piacevole come prima.
Sono
certo che il suo paragone sarebbe questo.
Ed
è un paragone ben riuscito che rende benissimo l’idea di questo bacio.
Del tutto diverso dall’altro in discoteca quando lei era impasticcata!
Certamente
molto meglio.
È
proprio il caso di dirlo…vorrei che il cioccolatino non finisse mai!”