CAPITOLO 34:
FANTASMI

"E l'aereo parte con loro tre a bordo. Se ne vanno da me lasciandomi solo nel mio solito paese natale. Il mio sguardo duro si posa sulla gente circostante che mi fissa incuriosita. Tutti mi hanno riconosciuto e si chiederanno chi io sia venuto a salutare. E che gliene importa?Ignoro tutti come ho sempre fatto e alzo impercettibilmente le spalle. Chi se ne importa. Stando con Genzo ho imparato ad assumere molti dei suoi atteggiamenti. Il menefreghismo è fra questi. Anche se devo ammettere che prima non badavo molto di più alle persone.
Mi rimetto gli occhiali scuri che risaltano il mio biancore, mi passo una mano fra i biondi capelli portandoli all'indietro, infine mi volto ed esco dall'aeroporto internazionale di Berlino(spero esista davvero...NdAka). Ormai sono andati, è inutile aspettare oltre.
Vado alla mia macchina e metto in moto. Avrò circa due settimane o giù di lì per starmene per i fatti miei nel modo più totale possibile.
Genzo e Jun sono stati convocati dalla Nazionale Giapponese...anche se non capisco perché anche Jun...e così Astrid ne ha approfittato per scendere anche lei da suo padre e quella sua sgangherata famiglia. Jun sicuramente la presenterà ai suoi come la sua ufficiale ragazza...poverino...
Genzo mi aveva chiesto di venire con lui, avremmo dormito alla villa sua che ha in Giappone....ma anche io in questo periodo ho la convocazione in nazionale e non posso mancare a quella...ne sono il capitano in fin dei conti. Si tratterrà solo di pochi giorni. Posso resistere lontano da lui. Che sarà mai?
Metto in moto e dopo la prima scalo alla seconda per arrivare in autostrada...presto sono in quinta e corro veloce con la mia BMW sportiva(una marca a caso costosa....NdAka).
Accendo lo stereo dell'auto. Non è mai stata una mia mania, ma me l'ha trasmessa Genzo...come la maggior parte delle cose che faccio ora.
La radio manda note di una cantante dalla voce speciale. Persino un profano come me lo capisce. È molto acuta, credo che non esista una che abbia un timbro di voce simile. L'ho sentita altre volte fra il repertorio di Genzo, anche se dice che non è fra le sue preferite. Per me è molto brava.
(parlo di Skin. NdAka)
È strano...solo ora lentamente me ne rendo conto...anzi...tutto d'un tratto.
Che mi è successo?
Le abitudini, fissazioni, stranezze...tutto...di Genzo...è trasmesso e radicato in me più di quanto io sia disposto ad ammettere. Quel ragazzo ha fatto inconsapevolmente su di me un lavoro incredibile.
Accelero ancor di più raggiungendo una velocità massimo notevole, supero macchine e mi faccio strada da solo. Anche questo...non è da me, io non lo farei mai. Anzi...il Karl vecchio.
È da un po' che noto questi piccoli cambiamenti. Non lo faccio di proposito, ma mi sono adattato a lui...inconsapevolmente...si...oserei dire addolcito. Che strano. Molto. Mi suona nuova. Tuttavia faccio sempre molta, moltissima fatica a sorridere. Ci riesco solo in compagnia di Genzo...ovviamente.
Sono insinuazioni che solo pochi giorni fa mi avrebbero dato molto fastidio, ora invece mi risollevano un po'. forse perché è bello essere modellati e fidarsi di qualcuno. Credo che alla base sia un po' questo. Non mi è mai capitato di sentirmi così nei confronti di nessuno, lui è stato il primo.
E non so se sarà l'ultimo, ma non è questo il punto. È stato lui a guarirmi. Dipende molto anche dai sentimenti. Mi secca molto ammetterlo ma è così. Sono diverso, sono cambiato...e sento il bisogno di dimostrarlo a chi ho sempre creduto fuori dalla ma vita...perché in realtà non ci è mai stato.
È là che mi sto dirigendo ora.
Lo sguardo si incupisce leggermente....anche questo 'alla Genzo'.
In ogni mio pensiero, movimento, gesto, ricordo, parole lui c'è...è un po' fastidioso ma in fin dei conti gli devo molto...come anche il fatto che ora so fare una cosa che non avrei mai creduto possibile. Ora so amare. Amarlo. E sto dannatamente bene così come sono, non sono debole o scoperto. Sono forse più forte.
È 'bello' per queste e molte cose che nella vita quotidiana non si notano perché sembrano normali e insignificanti. Lui non se ne rende conto e pensa di essere speciale per il suo carattere tenebroso in pubblico, molto più particolareggiato in privato. Ma non è solo questo. Lui per me è diventato pian piano indispensabile. Lui vola sempre...io sembro solo volare ma alla realtà colui che spicca il volo altissimo è lui.
Una vita piena di passioni ceche è stata la mia. Combattuta da solo per non soccombere in mano ai mass media che la facevano pezzi. Mi sono perso molto...e con una corazza inscalfibile sono andato avanti. Il gelo intorno al mio cuore per non essere ferito. Dovevo dimostrare molte cose a tutti. A tutti....e allo stesso tempo venir notato dai miei genitori per il quale ero invisibile. Mi sono perso molte cose per poi scoprire da solo che l'unico ad essere severo con me ero io. L'unico ad ignorarmi, ad odiarmi, a non sopportarmi, a criticarmi, a condannarmi.
Sospiro pesantemente. Ma non l'ho scoperto proprio da solo...sinceramente No. C'è stato l'arrivo prepotente di una persona speciale.  Non ha chiesto che voleva, permessi, pensieri, opinioni. È arrivato e basta...e ha preteso molto, tantissimo. Si è fatto strada ed ha ottenuto il rispetto di tutti con le sue sole forze.
La verità è che l'ho sempre invidiato...e sono stato abbastanza onesto con me steso da ammetterlo candidamente invece che combatterlo. Per questo lui è sempre stato l'unico con cui sono riuscito a legare. L'unico con cui io avessi rapporti.
Quante volte mi ha costretto a riflettere.
E il bello è che non se ne è mai accorto. Pazzesco.
Il bello...già...è lui bello ma se glielo dico poi non si smonta più!
Faccio un breve cenno divertito sulle labbra.
Che personaggio carismatico!


Devo dire però che l'ho adulato troppo. Ora basta. Non serve.
Mi limito a dire che tutto è stato permesso da questo sentimenti che mi ha insegnato a provare. Mi ha spiegato a gesti che non dovevo vergognarmi di essere umano. Mi ha insegnato a gesti che potevo liberarmi. È il caso di liberarmi di questi fantasmi del passato.
Non sono mai stato solo come ho pensato. E me ne rendo conto ora perché ho capito fino in fondo quanto sia prezioso per me quel ragazzo. È arrivato il momento del confronto finale con lui.
Con quell'uomo che mi ha portato ad essere quello che sono stato tanto a lungo.
Mio padre. Lo devo vedere e fargli sapere che va tutto bene.
Non so, penso di doverlo fare per chiudere col mio passato da vittimista. In realtà ho visto cose che non sono mai state....
Giro la stradina secondaria e parcheggio l'auto nel giardino apposito.
Scendo lasciando aperta la macchina. Sono a casa. Quella vera.
Sto per suonare ma la porta mi si apre prima.
È una ragazza dal volto familiare.
Quanto è cresciuta. Bella e raffinata, elegante, distinta. Maria. Bionda dai lunghi capelli e gli occhi azzurri...sicuramente sarà molto corteggiata. Mi spiace essermene andato. Me la sono perso così...ogni volta che la guardo è sempre più matura e diversa. Lei è migliore di me alla sua età, diventerà grande qualunque cosa farà.
- ciao Karl...come mai?-
Mi saluta gentile e diplomatica. In un seguito di slancio strano le sfioro la spalla e le tocco le guance con le mie in un saluto informale ma mai usato da me. Lei rimane spiazzata e mi fissa stranita. Non se lo aspettava ma io volevo farglielo almeno una volta, questo saluto.
- ciao, Maria. Passavo di qua e pensavo di salutare.-
Capisce subito che p una scusa perché in realtà volevo solo parlare coi miei di chissà cosa. È questo che pensa.
- c'è papà?-
Lei spalanca gli occhi...sorpresa ancor di più della mia visita. Per la prima volta sono io a cercarlo ufficialmente e apertamente.
- l...lui...si...cioè...è passato di qua oggi e la mamma...-
Cerca di spiegarmi in modo piuttosto confuso che ci faccia qua quell'uomo andatosene tempo fa. Chissà come facevo a sapere che l'avrei trovato qua.
Forse...forse solo sto sentendo che tutto si sta mettendo a posto...e dopo di questo lo sarà ancora di più.
Lei mi fa strada dentro in casa e mi fa accomodare in soggiorno, dopo avermi offerto da bere una limonata fresca, fa molto caldo, va a chiamare i nostri genitori. Volevo vederla crescere e diventare così donna ma mi sono perso tutto. Tutto.
Mi guardo intorno. È sempre uguale la casa. Ordinata, pulita...
- caro...che bella sorpresa...-
La voce stanca ma affettuosa di mia madre mi arriva da dietro destandomi dai ricordi che mi legano a questa casa.
- ciao mamma...come va?-
La saluto e abbraccio per la prima volta anche lei. Non sono comportamenti da me ma ora li voglio fare per sentire che gusto si prova a comportarsi da figlio....ora che mi sento come tale.
E ancora una volta mi trovo a dirlo fra me e me...quanto....quanto può cambiare uno stupido sentimento...per una stupida persona...pazzesco.
- a dire il vero volevo parlare con papà in particolare...speravo che fosse qua...-
- si, ci sono...-
Eccolo...è arrivato anche lui. Mi sto dietro. Io mi volto e lo vedo. La medesima stanchezza che ho notato in mia madre sta ora in lui. Ma ha una luce che lo rende riconoscibile...è felice di vedermi e di aver sentito che volevo parlargli...
Usciamo in giardino e sotto il sole camminiamo per stare un po' soli. Padre e figlio. Non lo siamo mai stati così.
- ti ascolto, parla pure.-
Non ho pose particolari o espressioni strane. Sono sempre l'apparente Karl di sempre, composto, calmo, freddo e lontano. Ma sto per sorprenderlo. So che sarà così. Chissà che farà...si...Genzo è troppo presente in me...il suo lato esibizionista e sadico si sente perfino ora!
- niente...sai, volevo solo ...-
Poi mi fermo...non so come dirglielo...in fin dei conti non ho mi parlato con mio padre.
Come si parla ad un padre?
Sto provando una strana sensazione...e non mi dispiace.
Sprofondo le mani in tasca e maschero molto bene la mia tensione. Si...non so come la prenderebbe...spero che non mi chieda spiegazioni, non saprei che dirgli....voglio solo farglielo sapere. E basta.
- volevo scusarmi.-
Inclinazione di voce normalissima...è tutto da me. Il modo di dirlo, le parole schiette e semplici...tutto bene.
- come? E di che?-
Non crede a quel che ho detto. Non ci crede.
Mi volto e lo fisso dritto negli occhi senza esitazione.
- di non averti mai capito...-
Sto in silenzio per un po' facendogli ingranare la cosa.
Abbassa lo sguardo provando ad elaborare dei pensieri in risposta, non ci riesce...così io torno a girarmi.
- volevo solo dirti questo...-
Dopo un attimo prende la parola.
- ma non sei tu che devi scusarti...-
- ssst.- interrompo brusco:- non è vero e lo sai. Io non ho mai capito nulla.-
- ma...-
- è stato solo egocentrismo il mio...e una paura enorme...di tutto. Sono stato stupido. Nulla da dire. -
Non saprei come spiegarglielo ma sento questo sentimento che mi costringe ad ammettere cose simili. Ora non riesco a vederci nulla di male.
Lo osservo ora...si stringe nelle spalle e incrocia le bracci allo stomaco...trema...lui....lui trema...ma di che? Perché? Mi sorprende vederlo in questo stato.
- padre...-
Mormoro solamente...
- come sempre sei ad un passo vanti a me...sei il mio lato vincente...laddove io fallisco tu riesci e vinci. Come sei mio figlio?-
Non capisce...siamo molto più simili di quanto pensa invece...fin ora ho pensato anche io così e lo rimproveravo. Avevo paura di venir seppellito dalla sua fama e dal suo fallimento. Di non farcela...ho fatto di tutto per non venir toccato da lui e da quel che era, un fallito. Lo detestavo per molte cose...invece  ci siamo solo rincorsi.
- non capisci, come io non ho mai capito. Non hai mai fallito. Ed io non ho mai vinto...ora ho vinto...perché ho capito come fare...-
...bastava accogliere le emozioni che mi arrivavano invece che allontanarle.
- in realtà volevo solo diventare come te...e cercavo di farmi notare e farti vedere che ero bravo anche io nel calcio e che non avrei mai fallito-
Lui nega...è scosso e non ce la fa più.
- io non mi sono mai vergognato di te ma solo di me...-
Lo sapevo...solo delle parole mai dette potevano portare ad un rapporto simile.
Genzo farebbe così. Mi viene in mente anche ora e voglio vedere che si prova a farlo.
È un gesto stupido che a lui non ho mai fatto.
Lo abbraccio.
Ed è solo ora che capisco che si prova a seguire gli istinti e ad essere sentimentali...si piange."