CAPITOLO 35:
IN
GIAPPONE
“E così
rieccomi qua. Dopo molti mesi sono tornato a casa, anche se
momentaneamente. Il Giappone è sempre uguale, immancabile, caotico, un
mondo. Mi era mancato. Devo dire la verità, mi era mancato.
Astrid
accanto a me ha tutta l’aria di esserci tornata più volte di me
rispetto questo quasi anno intero…ma la mia attività di allenatore
professionista mi ha permesso pochi viaggi…e quando erano le ‘vacanze’
di diritto io stavo male! Come si fa a stare così tanto separati da un
posto come questo? Quando ci nasci la prima cosa che vorresti è vedere
il mondo. Poi quando riesci ad uscire da questo universo a parte torni
a desiderare il contrario...di tornarci. Ti rendi conto di quanto lo
ami.
È
divertente guardarla conciata in questo modo, qua si mimetizza bene, è
normale vedere gente vestita in quel modo strano. Ha occhialoni da sole
enormi color verde che sfumano. Un cappello largo nero con visiera
bassa che copre il volto insieme a quelle lenti, i capelli lunghi sono
legati in tante trecce piccole e grandi dove i colori che si è fatta
spiccano, sono lunghi i suoi capelli e sta molto bene così. Poi ha
pantaloni neri con dei lacci assurdi che le si arricciano i lati dalla
vita alle caviglia, ma dove trova questi guardaroba? Ha una maglia
collo alto e senza maniche, le spalle scoperte e dei manicotti
anch’essi neri come la maglia che le fanno da guanti a dita scoperte.
Anfibi ai piedi.
Stravagante,
ma qui in mezzo nemmeno troppo, io ci sono abituato. La gente, qua a
Narita, la guarda relativamente stupita. Genzo dietro di noi cerca di
ignorarla…si da arie da gran donna, chissà che le passa per la testa.
Sta giocando a far la diva di holliwood e al bel tenebroso
evidentemente non sta molto bene la cosa. Io e lui siamo vestiti in
modo semplicissimo con del gel che ci doma i capelli, occhiali da sole
entrambi, qua fa più caldo rispetto alla Germania, sta arrivando
l’estate.
A
prenderci è venuto qualcuno della famiglia di -Astrid…mamma mia che
caos, se ripenso a loro mi viene mal di testa…ma lei mi ha assicurato
che in questo periodo sono ancora tutti nei rispettivi
paesi…solitamente vengono tutti verso agosto.
Speriamo!
Non
c’è bisogno di dire che arriva qualcuno effettivamente…con un ora di
ritardo ma arriva…io e Genzo all’inizio ci eravamo guardati strani
quando ci aveva dato la disponibilità dei suoi per venirci a prendere,
ma del resto i miei genitori non potevano e Genzo ormai qua non ha
nessuno se non i governanti della sua cara vecchia villa.
-ciao
ragazziiiiii!!!! Ma cosa ci fate qua??? Pensavo che foste tutti a casa
vostra!-
Astrid
saltellando in una direzione precisa, va incontro ai suoi parenti
finalmente arrivati!
Si
catapulta al collo di un alto ragazzo biondo più grande di lei. Lui me
lo ricordo. Il nome no, non ricordo i nomi di nessuno…ma il tipo…era il
freddo composto diplomatico calmo che risolveva tutti i casini. Russo,
se non sbaglio!
-hanno
riunito tutta la famiglia, preparatevi…-
Parlano
in giapponese…effettivamente per capirsi meglio è l’unica. Tutti sanno
circa la lingua natale degli altri rispettivi fratelli e sorelle, ma
quella con cui si capiscono meglio è il giapponese.
-ma
come mai sei venuto tu? Mi aspettavo che venisse Michael!-
-no,
lui è in punizione perché ha sfasciato di nuovo la macchina di papà.-
-ooohhh-
Poi
irruppe in una risata immaginandosi come doveva aver fatto l’incidente.
-mi
sembrava strano…di solito tu non ti muovi!-
Poi
cambiò discorso:
-ma
vabbè, ti presento Jun e Genzo…ahm no, li avevi già conosciuti, vero?-
Lui
ci tende la mano che noi stringiamo, io sorrido amichevolmente dicendo
che ci eravamo già conosciuti, Genzo non sorrido proprio come faccio
io, ma a modo suo si mostra gentile…in fin dei conti lui era il più
normale del gruppo!
-andiamo,
dai, che sono stanchina!-
Colei
che ho per fidanzata decide di stare dietro e di lasciare me davanti…si
stravacca bene per dormire comodamente…lamentandosi sulla presenza di
Genzo che turba il suo sonnellino. Da lì a casa loro c’è un bel po’ di
strada.
La
prima notte dormiremo a casa
sua, poi andremo a Tokyo dai miei così potrò festeggiare il loro
anniversario in un buffet noiosissimo, subito dopo, la rimanente
settimana e poco più ci stabiliremo alla villa di Genzo a Fujisawa…per
stare tutti e tre insieme con comodità e fare quel che dobbiamo fare
con calma, diciamo…
Arriviamo
da lei e ci assalgono tutti i suoi parenti e fratelli e sorelle…è
allucinante…non ci conoscono nemmeno…o meglio ci hanno visto una volta
sola…e guarda come si comportano….vorrei essere già da Genzo, per i
fatti nostri e basta!
Mi
trattengo, metto su la mia aria da intellettuale diplomatico e affronto
tutti per riuscire ad arrivare al padre e alla matrigna che non avevo
ancora conosciuto.
Per
il pranzo del giorno dopo hanno organizzato una cena coi miei, vogliono
conoscersi, anche se questa bella donna giapponese non è la vera madre
di Astrid. Ne farà solo le veci e sembra che le due vadano molto
d’accordo.
Lui
è un uomo sulla quarantina passata molto affascinante ben tenuto,
tipico tedesco comunque. Mi stringe la mano e ci presentiamo.
All’apparenza sembra a posto, ma per esperienza so che se ha a che fare
con Astrid sicuramente non è come sembra.
La
sua donna è piccoletta e minuta, non dimostra affatto l’età che
dovrebbe avere. È molto bella, capelli lunghi lisci e neri, occhi neri
e bellezza molto fine!
Lascio
perdere la descrizione degli altri ‘animali’, molto meglio arrivare
alla sera dove in camera nostra possiamo dormire. Ci hanno messo me e
Genzo in camera insieme perché sono a corto di camere, invece Astrid
l’hanno messa nella sua solita vecchia camera insieme all’inseparabile
Yasmeen.
Parliamo
un po’ ma senza entusiasmarci un po’. siamo stati fino a tardi insieme
con gli altri e quando la piccola fenomenale è crollata priva di
energie e piena di sonno.
Sento
chiaramente che a Genzo manca Karl…è strano averlo qua, stare insieme
in un posto e non vedere accanto al portiere il kaiser.
-sopravviverò!-
Mi
risponde così facendomi sorridere.
Ed ecco poi
il giorno torna in fretta. La mattina ci ha visti tutti alle prese con
i turni ai bagni per lavarci e sistemarci. Con tutta la massa che
c’era. Io e Genzo abbiamo più o meno pazientato che tutti finissero
osservando come Astrid si prendeva a pugni con gli altri membri della
sua stessa famiglia.
Già…Karl…se
sapesse che siamo finiti in camera insieme credo che ci ucciderebbe
circa. Sorrido fra me e me all’idea…conoscendolo non è detto che non
venga all’improvviso saltando la riunione della nazionale tedesca.
Oggi
rivedrò dopo molto tempo i miei e vedo la mia ragazza in completa
confusione all’idea…perché è una presentazione ufficiale…
-Jun,
come diavolo mi devo vestire?-
-ma
dai, li hai già conosciuti…-
-si,
ma tu stavi male e nessuno dei due ha fatto caso all’altro…anche perché
non ero mica la tua fidanzata…dai, come devo vestirmi?-
-perché,
hai vestiti decenti?-
S’intromette
Genzo brusco per la svegliataccia. Alla fine lui non c’entra nulla con
tutto questo, è venuto solo per la riunione fra qualche giorno con i
ragazzi della nazionale…ma come dice lui sopravviverà!
-Astrid…è
superfluo dirtelo…sii te stessa…-
Sembra
risollevarsi..mi allaccia le braccia intorno al collo e sorridendo mi
chiede:
-sei
sicuro?-
Io
annuisco posandole le mie labbra sulle sue in uno stampo leggero. Poi
lei felice si separa saltellando ancora, passando accanto a Genzo gli
da un pizzicotto nel sedere per aver osato dirle quello.
Non
cambierà mai e subito mi pento di averle dato carta bianca….mia madre
si sentirà male al mio posto, ne sono certo!
Alla
fine ha scelto dei pantaloni jeans corti sfilati, le gambe sono coperte
fino a metà coscia da delle specie di calze coprenti blu elettrico,
anfibi soliti ai piedi, una canottiera azzurra w sopra una maglia a
rete leggera larga bianca…bracciali borchiati, catene e ciondoli
vari…occhialoni e cappello del giorno prima. Le treccine se le è
lasciata…ma checcarina!
A
mia mamma verrà come previsto un infarto!
E così
eccoli qua, son odi fronte a me seduti al tavolino di questo rinomato
famoso ristorante coi genitori di Astrid…e Genzo vorrebbe essere come
sempre altrove, povero, come lo capisco. Mi da fastidio pure a me la
situazione, ma era inevitabile…subito si defilerà.
Ad
ogni modo riesco a prestare poca attenzione agli altri. Il mio piccolo
lato egoista si fa strada, succede perché ho davanti i miei genitori.
Loro
sono composti, tirati ed elegantissimi come sempre. Non saprei se sono
contenti di conoscere i genitori di Astrid, ma sembrano contenti di
rivedermi e si concentrano prevalentemente su di me…anzi, mi madre. Mio
padre è più interessato agli altri.
Domani
sera ci sarà il loro anniversario e il ricevimento serale sarà
noiosissimo…toccano a tutti queste cose, io ci sono abituato fin da
piccolo, ma Astrid non sprecherà le sue battute.
Mio
padre e quello suo conversano amichevolmente mostrando i poli opposti
di cui fanno parte. Non per i soldi e la società che frequentano, ma
per i modi di pensare, fare, affrontare la vita. Lui è proprio come sua
figlia. Ne più ne meno. Schietto, sincero, diretto…simpatico e
socievole se chi ha davanti è tale, altrimenti chiuso e ostile fino
alla morte. Sembra che mio padre gli piaccia. È molto simpatico e dice
delle battute che fanno ridere tutti…a parte mia madre che è occupata a
notare quanto io sia sciupato…e quanto lunghe siano le gambe di
Astrid…lei è così. Si è sforzata specie in questi ultimi anni di
cambiare, essere meno oppressiva e tesa…ha fatto passi da gigante…ma
rimane molto difficile trattarla.
Io
le voglio bene perché è mia madre, ma a volte, spesso è e lo è stato
pesante. Dovrebbe lasciar perdere certe cose che lei ritiene
essenziali, troppo materiali…mio padre l’ha capito e sono contento di
avere un alleato in lui. L’ostacolo in ogni cosa è sempre stato lei.
Se
le chiedessi cosa ne pensa della mia ragazza direbbe che era meglio
Yayoi…che per me vorrebbe una più raffinata e cose simili…e finirebbe
per rovinare tutto. Io lo so e non le chiedo nulla!
Ma
sempre più sono convinto di aver fatto la cosa giusta ad andarmene…così
mi godo di più la sua presenza e tante cose che prima stando qua mi
avevano logorato dandomi un ombra che cresceva sempre più. Ora posso
dire di essere guarito e di stare veramente bene d’animo. Come
dire…sento di aver visto la giusta strada…non so, vorrei che
continuasse così. Con Astrid sto bene, tira fuori lati di me che non
pensavo di avere, mi ha fatto scoprire che so amare veramente e non con
l’indecisione che avevo prima di partire. Il lavoro mi piace e anche se
è doloroso veder giocare altre persone il mio calcio, me ne sono fatto
una ragione e dirigere da bordo campo è un po’ come giocare…trovare dei
giocatori che mi ricordano me quando praticavo ancora…è bello
insomma…ho la mia vita e i cambiamenti profondi che ho subito sono
importanti. Tutti nel giro di pochi mesi siamo cambiati, solo Astrid,
forse, è rimasta invariata…ma quella chi la cambia? E poi non ha
bisogno di cambiare, guai se lo facesse!
Osservo
un po’ tutti. Genzo che bene o male è diventato mio amico come Karl in
Germania…che assurdità…dovevo andare fin là per scoprirlo…i genitori di
Astrid che ci fanno notare quanto pazzesco è stato per noi due
incontrarci in germania e innamorarci là quando sarebbe stato più
logico incontrarsi i Giappone dove vivevano entrambi…anche se lei
faceva su e giù dall’europa all’asia.
Osservo
i miei genitori che sono diversi fra loro negli approcci alla vita e
alle novità…e nonostante questa loro diversità di fondo vanno d’accordo
ed io li amo sempre.
Poi
arrivo ad Astrid che ancora una volta, oltre che per il suo
abbigliamento, è riuscita ad attirare l’attenzione anche per la figura
che ha fatto…ma come fa a cadere all’indietro dalla sedia trascinandosi
la tovaglia coi piatti e le varie cose appoggiate sopra? Solo lei
poteva riuscirci. Rido di gusto divertito dalla scena e da come si
rialza lei con aria colpevolissima ma non mortificata. Mi insulta
dicendomi di non ridere così…poi ordina a Genzo che ghigna anche lui di
aiutarla a ripulire tutto…mia madre è sbiancata e mio padre…bè, lui è
rimasto piacevolmente colpito dall’uragano che mi porto dietro. Genzo
contro voglia l’aiuta solo perché si era annoiato per tutto il pranzo.
Dovrei aver più paura per far accettare Astrid ai miei, ma non riesco
più a dar peso alle cose che mi pesavano prima. Ora ho altre priorità e
vedo tutto in modo totalmente diverso. Non vorrei che cambiasse nulla
da ora!”
“dire che
mi sto annoiando è dir poco…rimango solo perché non ho scelta. Alla
fine era inutile fare un viaggio così lungo da solo quando potevo avere
la compagnia di qualcuno. Fortuna che questo pagliaccio mi fa divertire
ogni tanto. Sbuffo per l’ennesima volta quando vado in bagno
sbadigliando…che palle che palle…voglio Karl, qua con me…e fargli tutto
quello di cui ho voglia…ma perché non è venuto anche lui?
-ti
manca, eh?-
La
voce familiare mi arriva da dietro, mi fa sobbalzare un po’, mi giro e
il volto indecifrabile della bionda tornado mi accoglie.
-Karl
intendo…mi dispiace, ma alla fine non c’era alternativa…e sai come
fanno i genitori…ci tengono a
queste cose…-
Senza
volerlo ha toccato un tasto dolente.
Genitori…a
cosa tengono? Bella domanda, e che ne so io? I miei tengono ai soldi,
agli affari e alla fama…ma non credo siano tutti così!
Spero
almeno. Quelli di Karl…mah…non hanno avuto molto carattere da quel che
ne so io…invece quelli di Jun sono troppo aristocratici ma non come i
miei, non tengono ai soldi o cose simili…chissà a cosa tengono…oltre
che al loro unico ed egregio figlio. Lo vedo che gli pesa questo
ruolo…e quanto sta bene ora che è lontano da loro…non per cattiveria,
ma ha affrontato anche lui i suoi fantasmi e i suoi lati…quelli di
Astrid invece sono pazzi e assurdi come lei…alla fine che ne so io di
genitori? Non ci sono regole standard, come faccio a regolarmi? Ognuno
è diverso e tira su i figli a modo suo…ma chi ci capisce qualcosa? I
modelli…come saprei io che genitore vorrei essere per un mio ipotetico
e improbabile figlio? Non saprei crescere nessuno perché se penso ai
modelli che ho avuto intorno a me non vorrei essere come nessuno di
loro…e allora mi impanico e preferisco non diventare proprio per nulla
genitore. Sto bene così. Con una persona da amare che mi ama e mi fa
stare bene…con degli pseudo amici intorno…e le monate che voglio fare
per il resto della mia vita. Nulla di più. I genitori non sono previsti!
-mah…bè,
più che altro mi annoio, non ho nulla contro la giornata in se…so che
non dipendeva molto da voi due. -
Lei
si appoggia alla parete dietro di se e mi fissa da dietro quelle sue
lenti verdi spropositate. Sembra seria…è raro, ma sembra proprio così.
-no,
infatti…era da fare e questa era l0unica occasione, tanto non stiamo
molto qua. Domani c’è il rinfresco e poi si va da te e si festeggia coi
vostri amici…mi dispiace un po’ per quel ghiacciolo…-
Alzo
un sopracciglio e ironico faccio:
-ma
và, non ti credo!-
-scemo…non
per lui ma perché tu per due settimane starai senza…-
Alzo
le spalle:
-ci
sono stato tanto insieme…e mica mi trasferisco qua, torno là fra due
settimane…-
-sei
più insensibile di me!-
Ridacchio
divertito…se le ragazze fossero tutte con le palle come lei forse non
sarei gay! Ma ho incontrato Karl e quindi il problema non si pone!
-la
verità è che ti annoi anche tu…-
Asserisco
così mentre lei presa in flagrante guarda da un’altra parte
tossendo…non sa dire le bugie!
-ma
noooooooo!!!!!! Voglio solo starmene per conto mio col mio ragazzo e il
mio amico!-
-in
due parole fuori dalle palle gli adulti!-
Faccio
ancora il mio ghigno quando lei mi si avvicina togliendosi gli
occhiali, mi fissa con quei suoi occhi verdi e con un tono strano dice:
-e
non dirmi che non vorresti stare anche tu col tuo ragazzo e i tuoi
amici in una bella città per una piccola vacanza!-
-Astrid…cosa
hai in mente?-
-io?!
Niente, perché?-
Fa
la finta innocente ed io non so proprio che altro dire se non un alzata
di spalle…è grande e incosciente, anche se sputa il rospo non cambia
idea qualunque essa sia! Tanto vale non allarmarsi inutilmente!
Anche
questo giorno è passato, la sera del successivo c’è il famoso
ricevimento. Noto con piacere che Astrid ha avuto il buon gusto di
indossare un kimono e farsi fare una pettinatura alla giapponese. Il
contrasto coi suoi capelli chiari(anche se colorati da mille ciocche),
la sua pelle chiara e i lineamenti europei è molto carino e sembra una
specie di angioletto…sembra perché in realtà tutti conoscono il suo
lato di canaglia e demone!è una serata come previsto da ricconi snob
anche se non come gli ‘amici’ dei miei. È tranquillo e formale,
all’aperto della villa di Jun a Tokyo, con luci soffuse da giardino.
Jun si è vestito secondo il volere dei genitori, per far piacere loro,
con camicia color avorio in raso e dei pantaloni della stessa stoffa
con la riga in mezzo grigio cupo.
I
capelli pettinati all’indietro gli stanno molto bene. Io? Io non
importa come sono vestito…completo in stoffa leggera blu notte. Io,
Astrid e Jun siamo in fila vicini ed è tutta la serata che sorridiamo e
stringiamo mani…e che mi trattengo a stento a sentire i commenti poco
raffinati della ragazza…fortuna che c’è lei che mi ravviva la serata
altrimenti mi sarei ucciso prima!
-guarda…quella
sembra una barboncina invecchiata…e quella…ha la faccia da pecora, per
non parlare dei capelli…oh, no, ho trovato nonna papera..ha persino la
sua pettinatura! Ehi ehi ehi…c’è Dante Alighieri sfuggito da qualche
girone della Commedia Divina…resuscitato proprio…guarda là…e che ne dici di Mr Bean? Quello è proprio
un cartone animato in piena regola…che piedi enormi c’ha? E gli occhi?
La sciarpa rosa poi…c’è un freddo…quella sembra un grillo saltellante…e
lei la brutta copia della tizia nella prateria…abbiamo anche
Hitler…mamma mia, che sorprese…-
E
continua per tutta la sera..sono tante le volte in cui vado in bagno
per sbaccanare liberamente dal ridere!
Serata
pallosissima se non fosse proprio stato per lei!
Ottimo,
ottimo!
E
finalmente domani potrò tornare a casa mia, quella dove ho passato i
primi anni della mia vita, torno nella città dove ho conosciuto i miei
pochi veri amici…chissà…chissà come sarà rivederli dopo così tanto
tempo…Tsubasa. Misaki, Hyuga…sarà bello…dopotutto posso ammetterlo…sarà
divertente…specie far conoscere Astrid alla tigre! Al pensiero di
rivederlo uno dei miei sorrisi sbiechi mi si dipingono sulle labbra…non
vedo l’ora di rivederli…”