CAPITOLO
16
STOP CRYING YOUR
HEART OUT
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spaces, what are we living for?
Abandoned
places, I guess we know
the score
On and on
Does anybody
know what we are looking
for?
-Queen-
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Dal diario di
Jhoann.
24 dicembre 1999
- Non piangere.
Fermati, per
favore,
fermati.
Non piangere
più.
Perché
se no
io impazzisco,
penderò
un ascia e farò tutti a
pezzi,
gli ipocriti che
stanno a guardare,
tutti
quelli che pretendono qualcosa da te,
tuo padre.
Non
importa chi è nel giusto o chi è nel torto,
non
importa quanto lui ha dovuto soffrire,
non importa il
tuo
amore per lui.
Io lo
farò a pezzi.
Non mi
importa di soffrire, di morire, di continuare a vivere con questo
vuoto dentro...
Non mi importa
basta che tu non soffra.
Altrimenti cosa
ci resterebbe?
Solo altro
sangue.
Solo altro
dolore sulle guance pallide degli innocenti.
Sacrificherò
tutti i miei sogni per te, tutti i mie
bisogni, tutta la mia sete, ma per favore non piangere.
Che
fine ho fatto io?
Sono sempre
stato sicuro di essere io
quello nel giusto, e invece ora mi rendo conto che non esiste giusto
o sbagliato. Perché quello che noi chiamiamo 'giusto'
può
essere la più orrenda delle ingiustizie.
Stringimi.
Solo questo.
Stringimi
perché non voglio
perdermi.-
E in fondo che
ne sanno loro?
Continuano
con la loro bella vita, tutti perfettini e perbenisti e pensano che
basti voltare la testa per far sparire le cose. Beh lasciatevelo dire
le cose non spariscono così! Fanno solo più male
perché
si posano sulla superficie dell'anima e granello dopo granello
crescono, crescono fino a scoppiare e sporcare di sangue le pareti
del cuore.
Tutto e niente.
Profondità
e
pochezza.
Voltare la testa
e guardare fisso.
Le
grandi contraddizioni dell'epoca, contraggono lo spirito come una
donna nel momento del parto contrae l'utero, ma quello che ne viene
fuori adesso è solo altro dolore.
"e si fotta la
retorica" le parole di Jhoann che ridacchiando si apre una birra
e si accoccola sulla sedia osservando Alistair dormire.
Non
tranquillo, questo no, ogni tanto apre gli occhi e li fissa su di lui
quasi avesse paura che scappasse e constatato che è sempre
li
a scrivere li richiude. Questo non si può chiamare dormire
tranquillo ma almeno dorme.
Non ha fatto
altro questi due
giorni.
E lui non sa che
fare perché domani è
natale e Fabien non potrà propinare balle a suo padre in
eterno, prima o poi dovrà spiegargli la presenza di
Shadè
in casa. E poi intuisce che questo è solo il riposo del
guerriero... quando si sarà ripreso prenderà in
mano la
situazione e loro non potranno fare niente.
Giusto o
sbagliato che sia.
Sospira
accendendosi una sigaretta e
guardando Alistair che ora ha aperto quegl'occhi verdi, come di un
gatto ferito a morte, e lo guarda.
E lui si sente
maledettamente impotente.
Che cazzo
può fare ora?
Cosa
può dirgli?
Gli viene solo
voglia di
urlare.
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Stanchezza,
penetra dappertutto
scappando dalle ferite dell'anima e uccide in un momento anni di
lotta e di rabbia, anni di comprensione e di cocciutaggine.
Per
un attimo di pace sarebbe disposto a vendersi l'anima.
E a
questo pensiero ride da solo perché lui l'anima l'ha gia
venduta e non c'è più nulla ormai che
può
salvarlo. Nemmeno Jhoann.
Ha lottato per
una vita intera, ha
lottato con tutte le forze che aveva e anche con quelle che non
possedeva, d'altronde qui non è come una partita di calcio
dove se non ce la fai più ti siedi in panchina e dici
'grazie
continua un altro' qui è la vita vera e se molla
è
fottuto.
Se molla
sarà tutta la sua vita a mollare con
lui, tutte le corde e i fili che ha tessuto e intrecciato per anni,
per non cadere nell'oblio, cederanno e sarà stato tutto
inutile.
Lui queste cose
le sa, ne è consapevole in un
modo che quasi gli fa paura, non gli sarà mai dato di
ignorare
tutto ed essere per una volta nella sua vita *egoista*?
È
andato avanti ad oltranza per 17 anni e ora è solamente
stanco.
Così
stanco da desiderare chiudersi in un
guscio di noce e tapparsi le orecchie per riposare finalmente
tranquillo.
Dove
potrà mai posare tutto questo
Alistair? Quale posto nel mondo accetterebbe la sua stanchezza
dandogli in cambio energia? Non esiste niente che può fare
ormai, non esiste niente che può cambiare.
Eppure il
gesto di Jhoann lo coglie di sorpresa. Si alza di scatto e lo
afferra, tirandolo su dal letto e uscendo in fretta e furia per
bussare alla porta di un suo vicino e prendere in prestito la sua
macchina, e tutto questo sempre in silenzio, come se il solo
pronunciare una parola potesse far vacillare la sua decisione. Gli
occhi azzurri risoluti e la bocca carnosa piegata in una smorfia
decisa mentre guida e penetra la notte come una freccia infuocata,
nelle orecchie gli Oesis con 'Stop cryng your heart out' una canzone
che si insinua nelle orecchie e nel cervello costruendo castelli di
rabbia dalle mura spesse e incrollabili, ogni mattone è un
istante della sua vita e ogni muro è un giorno che non
potrà
mai essere abbattuto.
Il muro non si
romperà mai.
E
la sua voce può solo uscirne soffocata e svilita, oppressa
da
tutto quel caos che gli si agita dentro.
Si ferma fuori
Torino, sulle colline che sovrastano la città e sembra di
essere in cima al mondo in un certo senso, come se si potesse volare
sulla città ed entrare in ogni singola casa e chiedere
perché
si ostinano ad accenderla quella luce, per chi brilla? Per che cosa?
Jhoann lo
trascina fuori dalla macchina e improvvisamente
sente in vento gelido che gli sferza il viso, il vento dicembrino che
non risparmia nessuno e soffia via ogni cosa, dolore, lacrime, amore,
rabbia...
"dillo al vento"
sussurra Jhoann, un
mormorio che si perde nel frusciare delle foglie e dei passi che lo
guidano in cima a quella villetta disabitata che sembra essere il
ritrovo di molta gente disperata a giudicare dai resti che trovano
nelle stanze, ma il biondo non si ferma li, no continua fino ad
arrivare sulla terrazza e offrire il viso al gelo e ai cristalli di
ghiaccio che si formano sui capelli, per poi sciogliersi a contatto
col viso.
"dillo a lui...
tutto il dolore e la
sofferenza, tutto quello che non riesci a dire nemmeno a te stesso...
"
e Alistair
capisce cosa vuole dire Jhoann e in fondo è
l'unico modo per stemprare un po’ quella rabbia che batte nel
petto
e non vuole uscire e che prima o poi finirà per soffocarlo.
L'unica cosa che
ancora lo potrebbe salvare... affidare tutto
a lui, così potente da sconfiggere città intere
eppure
capace di essere dolce e complice, immane e consolatore, distruttore
e portatore di pace, guida e carnefice.
Il vento.
E
alla fine ad Alistair tutto questo è come se gli scoppiasse
nel cuore e l'unica cosa che può fare è
appoggiarsi al
parapetto e prendere fiato, inclinare il viso e offrire la gola
candida a quello che per oggi sarà il suo confidente, il suo
amante, il latore del suo messaggio.
E urlare.
Ma non
un urlo qualunque, un urlo che cresce nelle viscere e sembra quasi
dover viaggiare sopra le nuvole e venire accolto nel cielo e disperso
dal dio del vento, l'urlo primordiale che nasce dalla carne e termina
nel vuoto di un enorme caos che scintilla e sanguina luce.
L'urlo
di chi non potrà mai esprimere a voce quello che lo
tormenta,
un urlo che non porta nessun messaggio...perché lui stesso
è
un messaggio.
E Jhoann chiude
gli occhi per un attimo e sa
che lo risentirà per sempre, quell'urlo nelle orecchie, e
ogni
volta che chiuderà gli occhi il suo eco correrà a
tormentarlo.
Aspetta in
silenzio che anche l'ultimo barlume
di voce si disperda e poi si avvicina fino quasi a sfiorarlo ma non a
toccarlo completamente, forse davvero ha trovato l'unica cosa giusta
da poter fare in quel momento, ogni parola è superflua,
potrà
solo sminuire tutto quello che sentono, ma ci deve comunque provare a
dire qualcosa perché se no sarebbe troppo da vigliacchi
continuare a guardarlo negli occhi e sapere di non aver fatto tutto
il possibile.
"io voglio
salvarti"
*come
glielo dici a un uomo così che anche tu vorresti farlo? Che
anche tu vorresti salvarti ma il destino è una catena e si
accorcia e si ritorce ma alla fine torna sempre li, come un fiume che
prima o poi sfocia nel mare nonostante tutti i giri che può
trovare per ritardare quel momento? Come può dirgli che se
solo esistesse un modo per farlo senza ferire suo padre o
Shadè
sarebbe il primo a provarci?
Così
poi alla fine dici
qualcosa ma è un niente.
"Jhoann...io non
sarò
mai più *salvo*"
e come glielo
dici a un uomo
così che se solo volesse potrebbe liberarsi dalle catene?
Che
il destino non è una corda che ci lega ma è il
vento
che corre agile sulla città e purifica tutto, le
impurità,
i peccati, il male, il dolore...e se lo capisse potrebbe volare sulle
ali di quel aria che ha protetto il suo grido e l'ha fatto arrivare
fino all'anima di tutti?
Non esistono
parole adatte, ma solo
gesti.
I gesti lenti di
Jhoann che lo abbraccia in silenzio e
lo porta giù dalle scale, in macchina e li le sue mani
cominciano a creare percorsi inesplorati sulla sua pelle gelata, ed
è
una rabbia che chiede di essere ascoltata e compresa, ma non
è
solo quella, è anche la tenerezza di chi ti amerà
sempre. Pur non capendoti o non accettando le tue idee.
Alza
il maglione e bacia il torace, scaldandolo e maledicendo il suo
vicino che poteva comprarsi una famigliare invece di una 127 no? Ma
questo non ha importanza adesso, solo i gesti stanchi di Alistair ne
ha, solo la sua bocca che cerca istintivamente quella di lui e la
mordicchia e si lascia andare docile fra le sue braccia, come cera
ormai calda.
Bacia ogni
centimetro di pelle e quando il
desiderio è al limite e nemmeno lui ce la fa più,
slaccia i pantaloni e li tira giù frenetico, spogliandosi a
sua volta e sospirando di piacere al solo guardarlo.
Affonda
il viso nei ricci scuri del suo inguine e comincia a leccare, come a
volergli risucchiare l'anima e poi restituirgliela in un ansito
leggero, come a voler dire che non esiste un limite al piacere che
provano insieme e nemmeno adesso che la carne di Alistair si chiude
sulla sua, nemmeno il dolore che prova adesso, servirà a
fermarli.
I gemiti
s'intrecciano e il movimento dei loro
corpi si sincronizza diventando sempre più frenetico, sempre
più veloce nel suo divenire piacere e poi estasi e poi
qualcosa che nessuno potrebbe definire ma che permea i loro corpi e
li fa vibrare e tendersi e godere con l'anima e con tutto.