CAPITOLO
17:
VISIONS OF PARADISE
"Vorrei per te un sogno da
tenere, come un piccolo uccello in un nido, non in grado di volare,
ma con la gloria
in seno... Vorrei per te che quel sogno un
giorno volasse via...
affinché
spedisca il tuo cuore nella
bellezza del suo canto.. "
- Pensiero
Indiano -
Il silenzio di una mattina la cui magia per secoli si è
cristallizzata e ripetuta, per ricordare a tutti che la speranza non
è morta ma ha le sembianze di una falena piumata che scorre
sull'anima, scorre e forse prima o poi si poserà da qualche
parte ma l'essenziale è la piccola melodia che fanno le sue
ali quando vola, impercettibile magia figlia del vento.
E la
neve.
La neve che silenziosa e lenta costruisce un mondo, un
mondo di cristallo e di ghiaccio, un mondo perfetto per poter andare
incontro alla vita e crederci.
E la spalla nuda di Shadè
che la trapunta azzurra lascia leggermente scoperta, scivolando sulla
pelle e scoprendola alle dita leggere di Fabien, dita che sfiorano e
scrivono, scrivono la loro storia, incidendola come un sogno sulla
pelle, tatuaggi invisibili che solo loro potranno vedere in seguito e
che la piccolina si porterà sempre dietro, in ogni sentiero
del mondo.
Le ciglia tremano e infine vincono la loro
battaglia con il sonno e si aprono lentamente a svelare il nero
profondo dello sguardo, oscurità liquida che non permette a
nessuno di scrutarne il fondo, solo a fabien.
Follia
controllata che ogni giorno si risveglia dando in pasto alla gente la
sua debolezza, la sua fragilità, offrendo un bersaglio
facile
perchè sentire quello che dicono loro è
certamente più
facile che ascoltare le voci nella propria testa, voci che le
sussurrano cose contrastanti, voci che litigano per aver ragione e
per pretendere di essere la sua.
Ma lei dov'è? Per che
cosa vive?
Le mani che lentamente scostano dal viso i suoi
boccoli scuri, gli occhi castani, caldi, che la guardano come se
potessero contenerla tutta, con l'anima.
Il sorriso di chi,
dopo aver fatto l'amore, scopre di amare quella persona più
di
quanto credeva possibile.
"hai fame Shadè?"
un sussurro per nn spezzare la quiete che si respira e la piccola ha
solo il tempo di annuire prima che la porta si spalanchi e catapulti
in camera un esagitato Syren che si lancia sul fratello urlando "BUON
NATALE TESOROOOOOOO!!!"
Gli risponde il gemito di Fabien
che si copre con la trapunta e si rannicchia su se stesso per
limitare i danni fisici al minimo, “dai non fare il pigrone,
è
tardi! Vestiti e andiamo da Jhoann e Alistair così gli
portiamo il pranzo!” un viso stravolto si leva da sotto le
coperte
“ e chi cucina?” come a prevedere la battuta
inevitabile che
sopraggiungerà Syren gli posa le mani sul collo e con
espressione minacciosa ringhia “io…qualcosa in
contrario?”
Il
fratello agita le mani in segno di resa “per
carità…”
per poi buttarlo giù dal letto e ridendo replicare
“basta
che tutti abbiano un assicurazione sulla vita…” al
che Shadè
si alza in fretta e furia trascinandosi dietro la trapunta per
coprirsi, non vuole essere coinvolta in lotte sanguinarie
lei…
Però è bello guardarli, guardare come si
azzuffano stando attenti a non fare del male all’altro,
vedere come
ridono divertendosi come pazzi, lei non ha mai avuto niente di tutto
questo, e non ne aveva mai nemmeno sentito la mancanza…come
si fa
ad avere nostalgia di qualcosa che non si è mai vissuto?
Eppure… eppure quel vuoto che le preme lo stomaco e minaccia
di
soffocarla, quella voce insinuante che le dice che non è
tutta
lì…la vita che vive è solo un
anticamera, una gabbia,
la mancanza di quel qualcosa che non riesce mai a capire…non
è
forse questo? Il disperato bisogno di giocare con suo fratello, di
avere una mano calda che le accarezza i capelli come fa Nicole la
madre di Fabien, di sentire lo sguardo severo ma preoccupato del
padre del ragazzo sondarla, essere coinvolta nei litigi, negli
scherzi, nei momenti di riflessione, essere amata… non
è
forse questo che le manca? E in sostanza tutto quello
è…la
famiglia. Le è sempre mancata anche se non sapeva
cos’era
fino a conoscere Fabien. Conosce solo la forza e la dolcezza con cui
la protegge Alistair e tuttavia c’è qualcosa di
struggente
anche in questo, la disperata consapevolezza di essere in bilico su
un filo che si affaccia sulla morte.
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Il
vento scuote con forza la città, unico suono in quella
mattina
che si è ammantata di neve per risplendere ancora di
più
contro il mondo, e Alistair lo guarda.
Guarda Jhoann come
solo un amante può fare, cattura negli occhi ogni
particolari
di lui e tutto gli sembra fantastico, la pelle candida, la bocca di
quel delizioso rosso naturale che invita al bacio, i capelli come
fili d’oro che splendono sotto le luci della candela accesa,
un
alone dorato che accompagna Alistair nella sua contemplazione.
E
ogni cosa torna al suo posto.
In quella mattina un po’
speciale gli sembra di rinascere di nuovo, se avrà lui,
sempre
lui, al suo fianco forse sarebbe riuscito a sconfiggere gli orrori
della realtà.
Le palpebre tremano leggermente e il
risveglio di Jhoann si fa completo quando vede Alistair al suo fianco
e quando comprende il significato di quello sguardo. Allora lo
abbraccia forte posando la testa nell’incavo del suo collo e
facendo scorrere le mani sul suo corpo, ancora caldo di lui, non si
sarebbe mai stancato di averlo, di accarezzarlo piano e sentire i
suoi gemiti alzarsi, di raggiungere il centro del suo piacere e
mordergli un orecchia aumentando il ritmo, sentendolo muoversi e
venirgli incontro, ascoltando i mugolii rochi di piacere. È
musica che penetra nelle vene correndo dritta al cervello e ampliando
tutto il piacere che Alistair gli da. È il suo turno adesso
di
guardarlo, la bocca leggermente aperta e ansimante, il corpo
completamente abbandonato che ancora ricorda l’orgasmo appena
avuto, che ancora brama piacere.
“buon natale tesoro” gli
sussurra all’orecchio il biondo per poi scendere sul collo e
tracciare lievi ricami di saliva, è questo il più
bel
buongiorno mai dato e ricevuto, quando nient’altro conta e il
mondo
potrebbe scomparire, quando la neve protegge i loro gemiti e la magia
di quel giorno li benedice.
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“ho fame”
proclama il biondo stiracchiandosi, “ti pare una cosa
romantica da
dire dopo aver fatto l’amore con me?” replica
Alistair
ridacchiando e sfiorandogli lo stomaco con due dita, seguendo la
linea degli addominali e scendendo sempre più. Arriva una
mano
a fermarlo “no Ali…ho fame sul serio insomma devo
ricaricarmi
anche io alle volte non sono mica superman!” e per evitare
ulteriori tentazioni si alza dal letto, la figura sottile che quasi
scivola nella stanza, e gli occhi di Alistair che la guardano avidi.
Proprio in quel momento la porta si spalanca e si sentono gli urli di
Fabien che cerca di fermare il ciclone dai capelli multicolori che
è
approdato in casa ed è saltato addosso a Jhoann stile koala
“BUON NATALE JHONNYYYYYY” arriva ad urlargli
all’orecchio prima
di venire staccato da Fabien “non chiamarmi così
bestia!
Cosa sei venuto a fare?” intanto Shadè
è corsa dal
fratello che si è indossato qualcosa in fretta e furia e gli
si aggrappa addosso sorridendo felice. “come cosa sono venuto
a
fare! Ho portato il pranzo!”
“e il bicarbonato?”
replica sarcastico il biondo, cercando di scrollarselo di dosso, ma
Syren fà orecchie da mercante e anzi si aggrappa ancora di
più, “sei cattivo con me!Sei il ragazzetto
più
cattivo del mondo, scommetto che anche Alistair non ti sopporta e sta
con te per guadagnarsi la sua fetta di paradiso” Fabien alza
gli
occhi al cielo afferrandolo per le reni e staccandolo di nuovo a
forza, “Syren… dagli il tempo di vestirsi e
intanto presentati ad
Alistair…non ti sembra di essere maleducato?” il
pazzo sembra
effettivamente pensarci, messo in crisi dalla possibilità
che
Alistair possa considerarlo un maleducato, quindi per rimediare si
lancia fra le sue braccia strofinando il viso sul suo collo
“ciao
Ali tesoro, come stai? La prima volta che ti ho visto eri ridotto
male…” poi osserva il maglione, chiaramente di
Jhoann e inarca un
sopracciglio con la sua aria da ‘adesso sparo una
cazzata’ e apre
bocca “adesso va meglio a quanto pare…Jhoann deve
averti fatto
una cura moooolto grossa!” al che Fabien gli da uno schiaffo
inorridito e lo stacca anche da lui
“scusalo….è mio
fratello ed è pazzo, apre bocca solo per dargli
aria”
“no
tesoro io apro bocca per infilarci dentro qualcos’altro di
solito”
questa volta il calcio nel sedere arriva da Jhoann che si è
rivestito alla buona e ha messo a riscaldare quello che dovrebbe
essere il pranzo “Syren ancora una battuta del genere e ti
lancio
contro Argento” e come se solo in quell’istante si
sia ricordato
del cane Syren si aggrappa alla vita di Shadè piagnucolando
“noooooooooo il cagnaccio noooooooo quello mi
odia!”
Il
primo pensiero che passa attraverso la mente di Alistair, è
‘questo è pazzo’ poi guardando come si
era lanciato su
Shadè si corregge ‘pazzo e pericoloso’
ma la piccola non
sembra spaventata, anzi…ride e lo abbraccia come a volerlo
sul
serio proteggerlo da qualcosa, ‘ok un punto a suo
favore…piace a
Shadè’ e osservandosi intorno nota come Jhoann
stia ridendo
pizzicandosi con Syren, Shadè ride e lo difende, Fabien che
scuote la testa occupandosi del pranzo ma sotto sotto sta ridendo
anche lui… ha uno strano potere quel ragazzo, quello di
sollevare
l’animo della gente e capire infallibilmente i sentimenti
delle
persone, aveva capito il suo imbarazzo e aveva fatto quella scenetta
imbarazzante che però l’aveva sciolto e messo a
suo agio,
aveva capito la paura di Shadè e si era aggrappato al suo
collo…in quel ragazzo c’e più di quanto
appaia.
E
finalmente si siedono a tavola, alle due del pomeriggio più
o
meno, e Alistair non può fare a meno di notare come persino
Shadè mangi di gusto, servendosi due volte, come se la
tranquillità di quei giorni abbia giovato a tutto, corpo,
mente, spirito. Come una cura miracolosa. Prima o poi sarebbero
dovuti tornare a casa, pensiero scomodo ma inevitabile in fondo, era
bello svegliarsi avendo la consapevolezza di avere vicino qualcuno da
amare, proteggere, qualcuno che ti ama e che ti proteggerà
qualsiasi cosa accada, era come vivere in un sogno, camminare sul
filo del rasoio, in procinto di cadere ma con la gloria in
seno…
insieme avrebbero potuto sul serio fare tutto. Ora come ora si sente
invincibile, pronto persino per tornare a casa.
A
interrompere i suoi giri mentali è Syren che bofonchia con
la
bocca piena “ jhoann la mamma ti saluta….sarebbe
venuta anche lei
oggi ma la tentazione di avere la casa libera per un giorno intero
era troppo forte!” chiaramente ne viene fuori una cosa
incomprensibile, almeno per le orecchie di Alistair. Ma il biondo
risponde tranquillo “ ok grazie, salutamela anche
tu” per poi
ridere della faccia stranita del compagno e giustificarsi “oh
beh
io ho capito cosa diceva….” e Fabien fargli eco
“si anche io
più o meno” Syren intanto continua a
mangiare…e non la
finisce più! Ma dove lo mette tutto il cibo in eccesso?
Muscoli ne ha ok ma è indubbiamente magro, potrebbe
sollevarlo
con un braccio solo, e poi è modo di mangiare quello? Sembra
debba affogarsi nel cibo! Come a leggergli nel pensiero la voce
rassicurante di Jhoann arriva “ oh non preoccuparti fra un
po’ ti
abituerai alle frasi contorte di Syren, ai suoi soliloqui con la
bocca piena e a tutto il resto…“ anche se ad
Alistair questa
suona più una minaccia che altro, non è sicuro di
volersi abituare a Syren…
E come eco ai suoi pensieri un
urlo del pazzo si leva per la stanza, solo che ha ancora la bocca
piena quindi il cibo gli va di traverso e lui è costretto a
tossire come un disperato prima che Fabien alzando gli occhi al cielo
si decida a battergli la schiena consentendo a Syren di riprendere a
respirare. Ancora paonazzo lancia un nuovo urlo correndo alla
finestra: “NEVICA!NEVICA!NEVICA!NEVICA!”
“Syren abbiamo
capito porca miseria! È tutta la notte che nevica cosa
c‘è
di strano?” grida a sua volta Fabien, “si ma aveva
smesso
stamattina e avevo paura che si sciogliesse! Invece adesso nevica di
nuovo ed è neve che attacca!“ e il ciclone non si
ferma,
anzi, si catapulta fuori, chiaramente senza giacca, e si mette a
correre per strada, alzando il viso alla carezza gelida della neve e
allargando le braccia, probabilmente nel tentativo di diventare un
enorme pupazzo di neve….
Fabien sospira alzandosi in piedi,
si infila la giacca e afferra quella di Syren,
“però non è
una cattiva idea… andiamo a farci un giro”
Questa volta
persino Jhoann ha delle riserve, il tempo non è dei migliori
e
l’idea di congelarsi andando in giro per strade
presumibilmente
deserte rischiando di buscarsi tutti i malanni del mondo
nonché
di farsi un capitombolo per strade giacciate e piene di neve non
è
molto allettante, però Shadè ha già
messo il
cappotto stringendosi a Fabien contenta e quest’ultimo li
guarda
aspettando che si alzino. “e andiamo” esclama
Alistair,
stupendosi per primo, non capita spesso che abbia voglia uscire,
anzi, di solito è Jhoann che lo costringe a farlo
minacciandolo di atroci tormenti, non è proprio pigrizia la
sua, diciamo che non vuole disperdere energie
indispensabili….
E
mentre la neve piano piano cala un velo di abbacinante purezza sul
mondo, Alistair e Jhoann si rendono conto di come questa giornata sia
perfetta. Perfetta Shadè che sorride serena abbracciata a
Fabien, perfetto Syren che cerca di afferrare la neve e poi si
imbroncia perché non ci riesce, perfetto
quell’istante di
struggente nostalgia di un qualcosa che già sta passando e
che
non si ripeterà mai uguale. Perfetta la città
già
bianca per la nevicata di quella notte, perfetti gli alberi, puro
cristallo che allunga le sue dita al cielo, perfetto il pupazzo di
neve che costruiscono in mezzo alla strada deserta, perfetta
l’inevitabile battaglia di neve che ne segue… una
giornata da
tenere sempre stretta al cuore.