CAPITOLO 21
Da adesso in poi

"Il coraggio dell'imperfezione significa portare i propri sforzi su un campo di battaglia importante, la dove si compiono cose significative e dove il fallimento o il successo diventano questioni relativamente secondarie "

- Grossman  -



Solo pochi sguardi, fuggevoli, timidi in un certo senso.

Alistair e Fabien.

Shadè che si è accoccolata sul fratello e adesso dorme tranquilla, alla presenza rassicurante dei suoi angeli custodi.

Ali sospira passandosi una mano sui capelli neri, sono cresciuti, ora arrivano alle spalle ma non vuole tagliarli, gli piace la sensazione che danno a contatto con la pelle candida di Jhoann. Gli piace tutto quello che fa con il suo ragazzo ed è per questo che ora tutto gli è sfuggito di mano.

Si è rinchiuso nel suo mondo felice e ha lasciato che di Shadè si occupasse Fabien, non avrebbe dovuto, oh non avrebbe dovuto.

Se lo ripete ossessivo, avrebbe dovuto capire che sarebbe stato troppo.

Lo guarda, i capelli castani sciolti sulla schiena, il torace compatto e ben modellato è senza maglietta ma le spalle unte testimoniano un massaggio, forse dello strano ragazzo rosso. Il viso è tirato e le mani sbucciate, gli occhi ambrati gonfi e rossi, per un attimo gli si stringe il cuore ha diritto di essere felice, lui e Shadè. Hanno diritto ad amarsi e coccolarsi, a ferirsi anche perché no, ma poi risollevarsi e continuare più forti di prima. Mentre in questa insana follia tutto sembra essere un illusione,

/apri gli occhi/

La felicità sfugge dalle mani come un acuto di una chitarra elettrica, potente, ti squassa il corpo e le sue onde ti raggiungono dovunque tu vada, e anche alla fine, quando il suono ormai è solo un ricordo tu puoi ancora sentire in corpo l’energia che ti possiede e attraversa. Ma poi non è così no? Il suono ormai è finito e benché la sua illusione perduri ormai tutto è finito.

/puoi aiutaci?/

E più l’acuto è potente più è difficile scordarselo e continuare come se niente fosse.

/Fabien/

Ma è poi la cosa più giusta da fare?

Alle volte pensa davvero che non ci sia nessuno al di fuori di lui, si guarda attorno e vede solo buio, solo nero, solo follia, solo alienazione.

Chi sarebbe stato in grado di aiutarli?

/c’è qualcuno?/

Perché ormai la vita che fa con Jhoann è diventata un ‘isola felice ma non basta, non può bastare, perché al di fuori c’e la vita, quella vera, e ferisce, e fa male, ma sa che non può continuare a imbrogliare per sempre.

Non si bara con la vita.

/c’è qualcuno li fuori?/

Però il mondo… il mondo li avrebbe mai capiti?

Ha la matematica certezza che fuori di li ci sarebbe stata solo morte.

Il muro che Shadè ha costruito… chi lo avrebbe mai abbattuto? È li, lo può quasi guardare, mattone dopo mattone, sempre più alto, niente si sarebbe salvato, e quando lei ne sarebbe stata rinchiusa ormai tutto sarebbe stato perduto.

E lui?

Oh lui non sa più cos’e la cosa giusta da fare.

Vede il muro alzarsi e non riesce ad abbatterlo, non vede soluzioni, vede solo pazzia.

/Fabien/

Fabien tu sei in grado di aiutarli? Di abbattere il muro della piccola e lanciare un ancora ad Alistair?

Forse no ma può sentirlo.

Può sentire la voce di Alistair urlare e chiamarlo, dalla struggente malinconia che i suoi occhi verdi suggeriscono proviene una scintilla, una piccola falena che ancora lotta. E in fondo è per questo che non se n’e andato.

Adesso lo capisce appieno.

Andarsene avrebbe decretato la vittoria della follia, lui vuole ancora combattere, vuole stare li e combattere, vuole salvare tutti.

Anche suo padre.

Però adesso tutto sa di fanatismo no?

Non può pretendere di fare tutto da solo, non può avere la presunzione di salvare tutti solo perché ne è sicuro, nessuno avrebbe potuto, e impuntandosi come fa lui le cose sarebbero solo peggiorate.

E glielo dice.

“Alistair…non puoi farcela. Capisci?Non puoi”

Una stilettata, Fabien ha capito, in parte almeno, quello che lui si propone di fare. Perché adesso fa così? Non capisce che lui ha solo bisogno di sentirsi dire che invece ce l’avrebbe fatta?

“non ti dirò che sei un grande, che hai ragione, che è la cosa giusta da fare, perché non lo è. È una puttanata”

Chiude gli occhi, è sempre stato insensibile alle critiche che tutti gli fanno, il padre assente, la sorella strana, il suo atteggiamento distaccato quasi insensibile.

Ormai ha imparato a farsi scivolare tutto addosso, perché è l’unica cosa sensata da fare, non si vive con la paura del giudizio degli altri, no, l’unica cosa che ti può salvare è proteggere le persone che ti sono care. E questo Ali lo sa bene. Per questo non vuole lasciare suo padre li, così, per questo non vuole arrendersi.

Perché ha un immagine stretta al cuore, la nascita di Shadè. Era piccolino ma se la ricorda bene.

Sua madre che stringeva al petto quella piccola bimba e suo padre che sorrideva felice e gli dava un mazzo di fiori perché li regalasse alla madre da parte sua, che lui si vergognava.

Un immagine tanto serena e stupida nella sua insulsa quotidianità, da piangere quasi, mentre ricorda.

È per questo che ancora non vuole mollare tutto, perché ha la stupida e assurda speranza che tutto possa risolversi.

“capito Alistair? Non puoi continuare a vivere nei ricordi perché prima o poi ti strapperanno via anche gli ultimi residui di umanità.”

Scuote la testa, non può avere ragione Fabien, non può davvero trattarsi di questo perché anche se il mondo dovesse crollare lui non avrebbe mai lasciato suo padre.

“io lo amo ancora” sussurra, scoprendosi come non ha mai fatto nemmeno con Jhoann.

“lo so” risponde Fabien,

/tornare indietro/

Non si potrebbe tornare a quel periodo felice dove tutto era serenità e lui aveva conosciuto suo padre per quello che era?

“ma ormai è perso”

NO!

È questa la prima reazione di Alistair, non può essere perso, niente è mai perso e lui avrebbe rischiato l’impossibile per farlo tornare indietro, questa per lui è una certezza.

Anche se forse si tratta di egoismo.

“tu non sai!” dice il ragazzo con foga, nessuno può permettersi di giudicarli, nemmeno Fabien.

“tu non sai niente!Per cui non venirmi a dire come fare a vivere la mia vita o tirarmi fuori di qui”

Un lampo passa negli occhi di Fabien, un lampo doloroso eppure ammirato, lotta ancora, nonostante tutto lotta ancora.

Lui si sarebbe arreso molto prima.

“io so solo che amo Shadè e non voglio che viva ancora in questa follia”

Chiude gli occhi, Alistair, tutte le promesse di un mondo migliore che sua madre gli sussurrava la sera prima di dormire, dov’erano? Per che cosa lui andava avanti ormai? Solo in memoria di un fantasma? Per salvare un morto?

Per che cosa mette a rischio la sua vita e quella di Shadè?

“ne vale la pena Alistair?”

Un ‘si’ muore sulle sue labbra, non ha il coraggio di gridarlo e nemmeno di sussurrarlo.

‘vale la pena morire per salvare un morto?’ questo è quello che voleva dire Fabien e Alistair lo sa bene, se lo è ripetuto mille volte.

“si perché prima di morire mi ha chiesto scusa”

Silenzio.

Non capisce più di cosa sta parlando Alistair, lui vuole solo che vivano una vita normale santo cielo, è chiedere troppo?

“c’è stato un punto, sai, entro il quale lui era ancora lucido, non dava ascolto all’alcool ma a noi, un punto in cui lo potevo ancora salvare. Ma ero piccolo e non ho capito, ho lasciato che tutto andasse così, ero chiuso in me per il troppo dolore e non ho raccolto la sua richiesta”

Se lo ricorda bene quel periodo, lui aveva 10 anni, più o meno, e Shadè 8, suo padre aveva cominciato a bere e tornare a casa ubriaco, ma ancora si sforzava di non darlo a vedere, ancora si sforzava di dare ai bambini tutta la felicità possibile, per Claudia.

Eppure stava perdendo, giorno dopo giorno, la sua lucidità, e benché si aggrappasse con i denti e con le unghie alla vita perdeva interesse in essa sempre più frequentemente.

“ci ha preso per mano e ci ha portato a fare una passeggiata, in occasione della sua assunzione come guardiano notturno in un deposito, ci ha preso un gelato e mi ha guardato negli occhi”

Eppure quel giorno è stato l’inizio della rovina perché non aveva più nemmeno il lavoro per cui restare lucido, visto che il nuovo impiego gli lasciava tempo e solitudine a sufficienza per ubriacarsi in santa pace.

E forse lo sapeva, forse in un angolo della sua mente suo padre ne era consapevole perché accarezzandogli una guancia, quel giorno lontano, gli ha detto:

“’scusa per tutto quello che ho fatto e che farò’” il muro, il muro era sempre li, e sebbene adesso Fabien sia un martello in grado di romperlo, i mattoni sono troppo duri per lui.

E Jhoann.

Anche lui è un martello.

Eppure il boato sordo del muro che crollava ancora non lo sente

Trema ma non cade.

I mattoni che cadono a terra, spezzati, la polvere grigia che testimonia la caduta…ancora non c’è.

Hanno in mano la chiave,

Fabien e Jhoann, i soli che davvero possono trasformarsi in martelli per far crollare il muro, eppure ancora non sanno come fare.

Ci stanno provando però.

E qualche mattone è caduto, prima con Shadè e adesso con Alistair.

Un mattone per ogni speranza che fanno rinascere, per ogni illusione che spezzano.

Per ogni cuore che amano, per ogni mano che stringono a se, per ogni volta che li baciano, per ogni volta che il loro corpo entra in quello dei fratelli, per ogni slancio avuto, per ogni lacrima fatta cadere, per ogni inverno passato a tentare ancora, per ogni parola d’amore pronunciata.

Un mattone.

Solo questo.

Eppure prima o poi il muro crollerà e adesso che anche Alistair può sperare in questo forse una soluzione c’è.

“ma con questo non voleva certamente condannarti a una vita simile” risponde Fabien accarezzandogli i capelli neri, ricorda quando è venuto da lui a chiedergli di salvare Shadè, di aiutarlo, a dirgli che lui non sapeva più cosa fare.

Già allora ha intuito che dietro ad Alistair c’e molto più di quanto appare, che il suo sguardo freddo nasconde dolore, e la sua espressione indifferente nasconde speranza.

“nessun padre lo vorrebbe Alistair…e partendo dal presupposto che ormai tuo padre ha il cervello fritto per il troppo alcool… beh se ancora fosse lucido, se ancora fosse *vivo* sono sicuro che ti manderebbe a fanculo e ti direbbe di salvarti, almeno tu”

Ascolta in silenzio, il moro, Fabien gli sta dando un’altra visione di ‘salvezza’ una visone che lui, troppo preso dalla sua crociata personale, non ha mai contemplato.

“perché la cosa più grande che tu puoi fare, adesso, è vivere la tua vita così appieno e così dolorosamente felice da ripagare tuo padre e tua madre da ogni sofferenza, ogni rinuncia, ogni morte” si avvicina a lui, così appassionato adesso, così dolce coi capelli lisci che gli ricadono sul torace e si inanellano sul divano. Quasi una rappresentazione di salvezza.

“essere lo specchio di quello che erano loro una volta…guardati adesso, Alistair, lo sei? Adesso testimoni solo dolore e sofferenza”

Ammutolisce e lo ascolta, attento, intuisce che tutto quello che gli sta dicendo Fabien, è vero, e lui che più o meno ha una famiglia felice, lo può capire.

“non distruggere ancora in voi due il ricordo di quello che era..perché non lo vorrebbe se fosse ancora *lui*”

È impallidito adesso, perché nessuno mai glielo ha detto?

Perché nessuno gli ha mai parlato così invece di tentare di entrare nella loro vita con supponenza e ignoranza?

“non voglio denunciarlo” questo no, sarebbe troppo, anche se forse è sul serio la cosa giusta da fare.

“Shadè compirà 18 anni il 13 giugno… allora ce ne andremo”

Quanto gli è costato prendere questa decisione?

Fabien può solo intuirlo, ma anche intuendolo sente che il dolore, adesso, è ancora più grande.

“non è arrendersi Alistair… è solo tenersi stretti i ricordi da salvare”

Annuisce, certo, lo sa, adesso ne è consapevole ma fa male lo stesso perché significa che sul serio non c’è più nulla da fare.

Però in un certo senso adesso si sente meglio, come qualcuno che decide di buttarsi nel burrone in auto e nell’ultimo istante lascia il volante accettando l’inevitabile.

Adesso Ali ha lasciato il volante e tutto quello che potrà succedere lo costruirà piano piano ma non sarà mai tutto solo nelle *sue* mani.

Allunga una mano ad accarezzare i capelli della piccola e incontra quella di Fabien che ha avuto la stessa idea, si guardano e si sorridono, ha messo un pezzetto della sua vita nelle mani di Fabien e non se ne è pentito.