CAPITOLO
25
Inventi
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Voglio
fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi.
Tu
sei la coppa che attendeva i doni della mia vita.
Le
stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
Vedo
nella tua vita tutto ciò che vive.
-Neruda-
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Luce.
Questo
ci vuole.
Un
mondo invaso dalla luce che lasci scappare qualche spiraglio di tenebra
solo ogni tanto, un mondo colorato, pulsante di vita e di amore,
abbagliante quasi nel suo essere luce.
E
le ombre che si insinuano nel viso, a poco a poco, eppure hanno la sola
funzione di dare profondità ad Alistair, i capelli neri come la notte
vellutata, gli occhi verde smeraldo, come un bosco colpito dai primi
raggi del sole, la bocca piccola ma ben disegnata, rossa.
I
colori più vivi di quanto in realtà siano, è nuvoloso fuori ma questo
sembra non condizionare il ritratto che Jhoann sta facendo ad Alistair,
inventa le sue forme, lo stile è sempre il suo anche se cambiato
ultimamente, come se seguisse la maturazione che lentamente sta
avvenendo dentro di lui, come se l’arte fosse una cosa viva in lui, un
animale incatenato che brama la libertà e tutto quello che Jho può fare
per placarla è dipingere, dare un illusoria e ingannevole prospettiva
del mondo e delle cose, delle persone, accarezzare dolcemente l’animale
per poi strattonarlo con forza, per avere il massimo, sempre il massimo
da lui, nulla di meno. Carezze e baci, pugni e catene, un altalena di
forza e amore che blandiscono la bestia e fanno si che lo assecondi
sempre… distrattamente si trova a pensare che se un giorno dovesse non
dipingere per lui sarebbe stata la fine, l’animale si sarebbe liberato
uccidendolo, ne era sicuro.
È
già un ora che Alistair posa davanti a lui, solo un lenzuolo a
coprirlo, lo sguardo verde concentrato a osservare Jho fissamente
quasi, può sentire i pensieri che scorrono nella mente del moro,
riflessioni, ricordi, supposizioni… mentre sta immobile a farsi
ritrarre, e tutto scivola via lentamente, basta che affidi tutto
all’arte ed essa avrebbe cullato dolcemente i suoi sogni portandolo
all’oblio, dolce oblio, dolce follia che fa vedere con la lente del
sogno la realtà, quello che c’è oltre la forma, la massa indistinta di
vita che scorre per i labirinti dell’anima ululando la sua
disperazione.
Jhoann
è assolutamente concentrato perché quello che vuole dipingere non è una
fotografia fedele del suo ragazzo, quello che vuole ritrarre è la massa
di vita che si cela dietro la forma che lui si è dato.
Alistair
dal canto suo sta guardando l’artista al lavoro e ne è totalmente
affascinato, è come se nella sua espressione intensa, nei suoi occhi
azzurri che adesso hanno assunto una tonalità quasi ultratterrena, lui
riuscisse la scorgere la propria anima, il riflesso di come Jho lo vede
e di conseguenza esso si trasformasse in realtà, in quel momento il
ragazzo è un creatore di mondi, inventa la sua forma, i suoi colori, lo
dipinge di sole anche se questo non c’è, si sente perforato da uno
sguardo così acuto che sembra voglia cogliere quello che c’è al di la
di tutte le maschere che inconsapevolmente lui ha indossato.
Non
ha mai visto Jhoann sotto questo punto di vista, con quello sguardo
penetrante e quell’espressione intenta come se solo lui potesse vedere
qualcosa che agli altri sfugge, come se solo lui potesse prendere la
sua vera anima, ridarle i suoi colori sgargianti e la sua luce e poi
restituirgliela.
Chiude
gli occhi sospirando, è un ora che posa in questo modo ma gli sembra
solo un attimo, si è perso a guardare Jhoann e adesso quello che riesce
a scorgere è così immenso da stordirlo, mentre dipinge affiora una
sorta di spietata acutezza che si riflette sul suo volto, deve aver
avuto quell’espressione Dio, mentre creava il mondo, Ali non riesce ad
immaginarne una diversa.
E
la cosa strana, che lo induce a chiudere gli occhi per sentirsi meglio
è che lui si vede davvero riflesso negli occhi del ragazzo, è come se
Jho stesse intessendo un sogno per lui eppure estremamente reale.
È
lui.
Si
sente dentro il lui, si trova in un certo senso.
E
quando questa consapevolezza assume corpo il cielo si spalanca sopra di
lui, il vento tiepido lo frusta e la sconfinata voglia di libertà lo
assale, lui in quel momento è libero, solo in quel momento sente che
davvero potrebbe essere in grado di farcela.
Sorride
e allunga una mano, la distanza non è troppa, sono ancora stesi a letto
Jho si è limitato a prendere l’album e cominciare a disegnare, in
silenzio.
E
adesso la mano di Alistair percorre le sue gambe scoprendogliele, la
pelle è bollente e il viso arrossisce un po’ ma non lo manda via, non
vuole più mandarlo via.
Tuttavia
non si interrompe, manca poco ormai e non si lascia distogliere dalla
mano di Ali che ha cominciato ad accarezzarlo languido, come se avesse
capito tutto e adesso non potesse esimersi dal fargli sentire la sua
presenza anche col corpo, sta inventando la poesia in un certo senso.
Poesia.
Inventa
la luce che poi sono gli occhi di Alistair, e il moro con stupore si
rende conto che ha davvero ritratto lui ma in un modo sconvolgente,
diverso da ogni altro modo, così vivido eppure irreale, etereo ma
spietato.
Guarda
il suo viso concentrato, la ruga sulla sua fronte e le guance
leggermente arrossate, il fiato gli esce più velocemente a causa della
mano che sta cominciando ad essere più intraprendente, ma gli occhi
sono solo per il dipinto.
E
mentre lo guarda così si sorprende a non sapere più dove finisce lui e
comincia Jho, il sogno e la realtà, un’unione saldata dalle loro anime
che si sono cercate, divertite, inventate, amate, un’unione solo
suggellata da quel dipinto, un sentirsi così intimo e in profondità
come neanche fare l’amore può regalare. In quel momento capisce come
davvero si può fare l’amore senza nemmeno sfiorarsi.
È
come se fosse rinato nei suoi pensieri, nelle sue emozioni e
sensazioni, nel suo quadro, e ora fosse colorato e folle più che mai,
più forte, uguale eppure diverso, come l’ultimo punto prima di andare a
capo, una lettera mai spedita o la neve ghiacciata sopra un ramo sul
punto di rompersi eppure perfetto nella sua favola.
Posa
l’album e i colori e lo guarda sorridendo, la mano di Ali è salita ora
e accarezza dolcemente la sua virilità, ansima e chiude gli occhi
lasciandosi andare, il dolore della violenza subita dimenticato, ora
sente più forte e intensa che mai la loro nuova unione, la loro
rinascita, non lo manda via adesso, sente il peso del ragazzo quando si
stende sopra di lui e lo abbraccia baciandolo, sentendolo più in
profondità che mai.
Ha
inventato la poesia.
E
poesia sia.
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La
luce fievole del sole entra dalla finestra illuminando lievemente il
tavolo della cucina dove Fabien e Shadè studiano.
Passano
meno tempo insieme ultimamente perché Alistair tende a passare più
tempo in casa con Shadè e lui non sa cosa pensare di questo, è
difficile penetrare nella testa di Ali, giusto un tipo con Jho ci
potrebbe riuscire…pazzo quanto lui!
Ridacchia,
d’altronde Jho ha sempre avuto ragazzi strani…vedi Syren!
Spera
solo che tutto si risolva per il meglio, perché ora come ora non
sarebbe in grado di dire come andranno le cose e azzardarsi a fare una
previsione è quanto meno avventato, bisogna stare attenti, pensava che
fosse Shadè la più fragile dei due e invece si è trovato fra le mani un
vaso di cristallo si…ma resistente. Si crepa irrimediabilmente ma non
si rompe. Il cristallo di Alistair invece è più sottile, mille piccoli
pezzettini si staccano man mano che va avanti e non può fare nulla per
impedirlo, spera che quello che gli ha detto sia servito ma guardando
Shadè adesso ne dubita, sono ferite lente da rimarginare, legami
ambigui e difficili da spezzare, lo temono ma lo amano, soprattutto il
ragazzo, ne ha paura, sa che lo distruggerà ma non è capace di
andarsene e lui non se la sente di giudicarlo per questo.
È
suo padre e qualunque parola che si potrebbe spendere sarebbe ipocrita
e buonista, non esistono estremi, non esistono bianchi o neri, il mondo
di Ali è fatto di sfumature…e appena adesso stanno cominciando a
colorarsi un po’, con l’aiuto di Jho, ce ne vorrà di tempo.
Sospira,
non è sicuro di quello che ha costruito, questo forse è il vero
problema, vede Shadè china sui libri, ripensa a com’era, lo sguardo
vuoto e il terrore del mondo, certo, è cambiata questo è innegabile, si
è fatta forte, sta lentamente cominciando a guardare la realtà
allontanandosi dalla follia che aveva preso tutto quanto…eppure la vera
follia qual è?
Non
è forse la sua che pretende di farla tornare al mondo reale quando
questo non potrà che farla soffrire?
Prima
non vedeva nessuno, solo la sua anima a pezzi, era un modo di
proteggersi…adesso invece comincia a vedere gli altri ma forse proprio
per questo è ancora più pericoloso no?
Si
soffre di più quando si è consapevoli di quello che ci aspetta, questo
è quello che pensa Fabien.
Ormai
il processo è irreversibile ma non sa proprio come finirà, il
compleanno di Shadè si avvicina e se Ali non manterrà la parola data sa
già che cosa sarà costretto a fare.
È
l’unico modo perché ormai questa situazione è sfuggita dalle mani di
tutti e pensare di riuscire a risolvere tutto da soli è pura utopia,
anche se sa cosa comporterà.
Il
già fragile legame che unisce lui e Shadè…che fine farà?
Fabien
è consapevole del fatto che ormai sta camminando su una lastra gelata,
piena di scricchiolii e di crepe, sa che potrà cedere da un momento
all’altro, non è forte il loro amore, loro due lo sono ma il loro amore
no, non può esserlo costruito su quelle basi.
Shadè
in bilico fra la follia e la realtà e lui che non sa la strada giusta
da percorrere, il risveglio della piccola è cominciato ma ha paura di
aver commesso il peccato più grande.
Averla
sporcata.
Perché
quando lei era ancora folle la sua anima era pura, immacolata come una
distesa candida di neve, ma adesso…adesso comincerà a sporcarsi, la
consapevolezza la schiaccerà e non sa davvero come andrà a finire tutto
quello.
Per
la prima volta ha paura di quello che potrà accadere e si rende conto
di essere stato troppo ottimista, ha rischiato e spera di non aver
rovinato tutto.
Lo
spera perché quello che sente adesso per Shadè è quanto di più vicino
all’Amore vero ci sia, ne è sicuro.
Riesce
a vedere la sua anima ed è quanto di più splendente riesce a
immaginare, luce screziata di ombre che tuttavia la rendono ancora più
luminosa, le parole sono superflue adesso fra loro, riescono a capirsi
con uno sguardo solo e quando fanno l’amore può sentire le loro anime
unirsi quasi fameliche, la sua sete di vita farsi allucinante, solo in
quei momenti si rende conto di come in realtà Shadè voglia vivere, solo
che non sa come fare.
Smarrita.
E
ogni suo sguardo ucciso, negato, torturato, dalla gente che non
capisce, da suo padre, dalla sua follia.
Un
essere così…sarà davvero in grado amarlo? È davvero in grado di vivere
normalmente? Lui non potrebbe vivere senza di lei…ma lei?
La
guarda, ha smesso di scrivere e ha alzato la testa per osservarlo, i
boccoli violetti le circondano il viso candido e gli occhi neri sono
intensi e palano di profondità mai visitate da esseri umani, abissi
luccicanti dagli abitanti divisi fra luce e tenebra, le sfumature di
Shadè parlano di mondi scintillanti ed eterei, di cascate di luce e di
foreste dagli alberi di cristallo, parlano di notti vellutate e stelle
infuocate, parlano di mari oscuri e insondabili, di un mondo che sta al
confine fra la notte e il giorno e mai nessuno potrà vedere realmente
la linea sottile che divide i due mondi, nemmeno Fabien, ma lui almeno
è in grado di *vederla*, vederla realmente, ed è una delle due persone
che la piccola riesce a vedere.
E
adesso sa che ha paura, glielo legge negli occhi, paura di sbagliare
con lei, paura di essersi illuso di essere amato a sua volta, paura che
una creatura come lei non possa amare davvero nessuno perché troppo
persa nei suoi mondi.
Neanche
lei può dare una risposta a questo, nemmeno lei si conosce bene, sa
solo che ora come ora non può pensare a fare a meno di lui e questo è
il massimo che ora riesce a dare, il massimo che ha mai dato.
Sente
l’amore scorrere, ha voglia di toccarlo, di baciarlo, di sentirsi reale
attraverso i suoi occhi, è come se rinascesse ogni volta quando fanno
l’amore, o quando lui la guarda in quel modo, teme di potersi perdere
eppure sa che sarebbe il modo più dolce e giusto per farlo. Grazie a
lui sta tornando reale, è difficile e doloroso ma se il premio poi è
stare vicino a lui allora lei non ha dubbi.
Lei
vuole amarlo come lui si merita, vuole stargli vicino, consolarlo
quando lui vacillerà, ed essere un sostegno come lui lo è per lei,
vuole essere alla sua altezza e farà di tutto per diventare migliore di
quello che adesso è.
Gli
sfiora una mano accarezzandogli il palmo, la sua pelle è morbida e
calda, chiude gli occhi, ha percorso mille volte il suo corpo e ormai
conosce a memoria ogni muscolo, ogni cicatrice, ogni linea, la pelle
vellutata coperta da una leggera peluria, il calore che emana quando la
abbraccia e le loro pelli nude sono a contatto, prima aveva paura del
contatto fisico ma adesso sa che alle volte può essere l’amore, la
libertà, la passione, il desiderio e anche la purezza.
Può
essere sentire l’altra persona fino in fondo all’anima.
Si
alza dalla sedia e si siede in braccio a lui, affondando le mani nei
suoi capelli lunghi e spostandoglieli dal volto dietro la schiena, lui
alza il viso sospirando, trema leggermente ed è estremamente raro
vedere Fabien così, uno dei rari momenti di paura e abbandono, e lei ne
è testimone, ed è onorata di poter vedere la sua anima messa a nudo ed
avere la possibilità di fare qualcosa per lui.
Si
abbassa sul volto e gli bacia leggermente la fronte, le palpebre, le
guance, per poi arrivare alla bocca, la accarezza con la lingua,
leggermente, per poi chiedere il permesso di entrare che gli viene
subito concesso, ed è solo quando le loro lingue si intrecciano
lentamente, solo in quel momento, che sente le sue spalle rilassarsi,
lo abbraccia forte e si stacca dal bacio posando le labbra sul suo
collo e percorrendolo con le labbra, succhiando e fermandosi a baciarlo
nel punto che sa lo fa impazzire, vuole solo sentirlo adesso, vuole
fargli capire di non aver paura, vuole dirgli che lei * vuole*
diventare reale se poi il premio è di stare accanto a lui, scende dalla
sedia accucciandosi ai suoi piedi e sbottonandogli la camicia, ogni
bottone che slaccia con lentezza esasperante è un pezzo di pelle che si
sofferma a baciare, non ha mai preso l’iniziativa la piccola, preferiva
stendersi e lasciare che fosse Fabien a procurargli piacere, ma adesso
sente di dover prendere in mano la situazione, per una volta, sente di
avere un debito nei suoi confronti.
Così
quando arriva ai pantaloni il suo volto non si contrae, non ha paura
adesso, nemmeno quando infila la mano nei boxer e poi cala la testa per
cominciare a leccare e succhiare, sente i gemiti di Fabien che
finalmente si è lasciato andare, e la sua sorpresa nel vederle fare una
cosa che finora non aveva mai osato chiederle, non sa come fare e si
vede ma quel che conta adesso non è l’esperienza ma l’istinto, e quello
di Shadè la sta guidando nel modo giusto.
Si
alza poco dopo, lasciandolo insoddisfatto ma blocca le sue proteste sul
nascere posandogli le mani sul torace e scuotendo la testa, indicando
che deve stare fermo, vuole fare tutto lei.
Così
Fabien si abbandona sulla sedia e quando lei si siede sopra di lui,
stringe le mani sulla sua schiena per attirarla a se e insegnarle i
movimenti giusti, si morde le labbra per non gemere troppo forte e
allarmare il maniaco in casa (Syren nella fattispecie) e si lascia
andare nelle mani e nel corpo di Shadè.
E
quando lei si abbandona sopra di lui, il ragazzo la stringe forte,
sfiora la sua schiena nuda in una carezza rilassante e le bacia il
collo, sussurrando solo un “Grazie” che la piccola accetta con un
sorriso.
Si
alza conducendola in camera e stendendola sul letto, adesso vuole
ricambiare.
E
prima che inizi tutto di nuovo, prima che Fabien si spogli, quando
ancora la sta guardando ormai sereno e rassicurato su quello che lei
prova e sulla cosa giusta da fare, la piccola lo attira a se e posa la
sua bocca sull’orecchio mormorando un “ti amo” che gli inumidisce gli
occhi.
C’è
davvero bisogno di dire altro ormai?
I
suoi dubbi sono stato fugati e anche se si ripresenteranno sa che la
piccola sarà sempre con lui e che ci sarà sempre una possibilità.
“ti
amo”