FOLLIA
4
CAPITOLO
SALVAMI
Qualcuno mi renda
l’anima
R. Zero
Guarda il mondo fuori dalla finestra, i raggi dorati che
giocano con il grigio dell’asfalto, il cielo freddo e
così
azzurro da far male, vorrebbe che il vento si alzasse e che lo
trascinasse via, lontano da tutto, da tutti, da suo padre, dalla
violenza, dalla sua squallida vita… si ricorda bene i
momenti in
cui erano felici, i giorni in cui anche la mamma era viva,
viva…
col suo violino sempre appresso, con le sue mani che lo
accarezzavano, lo coccolavano, la sua voce dolce, il suo amore. E suo
padre. Il suo meraviglioso padre. Così felici,
così
tremendamente e spaventosamente felici. Perché è
dovuto
finire tutto così? Perché è stato
tutto così
ingiusto? Si scuote rabbioso, non serve a nulla perdersi in inutili
compatimenti. Non è da lui. Shadè sta impazzendo
e suo
padre sta morendo. Lentamente. La sua anima è già
morta
e per il corpo… bhe è solo questione di tempo. E
lui si
scopre a pregare che avvenga presto, perché sta per cedere,
Shadè è già persa. Non vorrebbe
neanche pensarlo
ma… è inutile illudersi. I suoi occhi sono vuoti
e l’unica
reazione che ha avuto negli ultimi tempi è stata quella di
oggi pomeriggio. Non può sperare che i suoi professori
ignorino la cosa a lungo, non può imbrogliarli in eterno.
Forse Fabien può aiutarlo, dopotutto ha reagito di fronte a
lui, forse può fare qualcosa, è sempre allegro ma
non
gli sembra un ragazzo superficiale… l’unica cosa
è parlare
con lui e vedere se può fidarsi. Accarezza con lo sguardo il
corpo di sua sorella abbandonato sul letto, dorme. Tutta
rannicchiata, con i capelli sparsi per il cuscino e un espressione
serena in volto. Solo quando dorme ha un po’ di pace.
Finalmente.
Senza incubi, senza nulla che la turbi. È sabato e loro
padre
starà via tutta la notte a bere ed ubriacarsi,
può
arrischiarsi a lasciare sola Shadè. La guarda ed
è come
se fosse una farfalla bianca inseguita da centinaia di farfalle nere,
che la dilaniano e la uccidono. E lui l’unica farfalla
colorata che
sta a guardare senza poter fare nulla. Nulla. Adesso però
deve
vedere che indirizzo ha Fabien... prende il suo diario e controlla
nella rubrica, eccolo li. Fabien Meret via xxxxxxxxxxx incredibile,
è
l’unico indirizzo che ha segnato in tutto il
diario… allora non
gli è indifferente! Prende la giacca ed incurante del vento
che si è alzato affronta la città. I capelli neri
s’ingrovigliano e le mani gelide bruciano nella tasca, ma
Alaistair
non fa caso a nessuna di queste cose, la sua mente è tesa,
concentrata a trovare la casa di Fabien… considerato che lui
si
perde in un bicchiere d’acqua e non sa neppure nuotare questa
non è
per niente un impresa semplice! Finalmente una grande casa rosa trova
spazio di fronte a lui, reprimendo un moto d’orrore per il
colore
terrificante della casa, suona il campanello
AAAAAAAAAAAARRRRRGGGGGGGGGHHHHHHHH con un salto cade
all’indietro,
inciampando sul gradino e finendo a terra, ma che cos’era
stato? La
porta si apre e una testa di capelli tinti dei colori più
improponibili fa capolino,
“ si? Chi ha suonato?” Alistair si
riprende immediatamente, tornando a calarsi sul viso la solita
maschera di imperturbabilità, “cercavo
Fabien” dice
scrutando attentamente il ragazzo che si erge davanti a lui, ha i
capelli lunghi fino alle spalle, legati in una coda dai colori
più
assurdi, blu, verde acido, rosa shocking (ma com’è
che si
scrive?), porta orecchini che assomigliano ad un enorme zanna di
drago, vestito tutto di pelle, con dei pantaloni aderenti che
lasciano mooooolto poco all’immaginazione e due grandi occhi
castani sottolineati dalla matita nera. Si gira languidamente e
urlando a gola spiegata rivolto alle scale ordina “ Fabien
amore
scendi, c’è il tuo prossimo cliente alla
porta” Alistair
mantiene eroicamente il controllo di se e sibila a voce bassa
“ non
sono il cliente di nessuno” Lo strano ragazzo gli scocca un
occhiata maliziosa, gli si avvicina passandogli le braccia intorno al
collo e, strusciandosi sensuale su di lui, gli mormora
all’orecchio
“ puoi essere il mio se vuoi” Alistair lo guarda
incredulo, ma
chi è sto pazzo? Poi una voce seccata li raggiunge
“ Syren
levati da li” ed è con sollievo che Alistair vede
la testa
castana di Fabien fare capolino dalle scale, Syren vola tra le sue
braccia baciandogli il collo e mormorando “vi lascio soli ma
ricordati… fatti pagare stavolta! Tu sei sempre troppo buono
con i
clienti!” poi svolazza verso una porta di legno nero
scomparendo
all’interno. “chi era quel…”
guarda Fabien con circospezione…
non vuole offenderlo, magari è il suo ragazzo o
chissà
chi! “ quel pazzo esaltato con manie di egocentrismo? Non
preoccuparti è un po’ sciroccato ma è
fondamentalmente buono, comunque è mio fratello”
Rassicurato
dalla notizia Il ragazzo lo guarda negli occhi, dello stesso castano
intenso dei capelli, ora non c’è spazio per gli
scherzi, per
nient’altro tranne che loro. “Devo parlarti di
Shadè” e
queste parole suonano come una condanna, rimbombando per la stanza,
Fabien arrossisce, mentre in un tremito brevi flash di Shadè
si riaffacciano alla sua mente, i capelli viola, gli occhi neri, la
pelle candida. “andiamo a bere qualcosa?” Alistair
lo osserva un
attimo, i lunghi capelli castani sono raccolti in una treccia che gli
arriva fino al sedere e il viso è teso, ansioso quasi, ogni
traccia di buonumore scomparsa al suono di quel nome. Quante domande
si era fatto, quante congetture su di lei… sta per scoprire
la
verità? Guardando il viso serio di Alistair ne dubita ma in
ogni caso un altro pezzettino di vetro sta per andare al suo posto,
formando finalmente la vetrata della loro vita.
Camminano in
silenzio, cercando di opporsi al vento che spazza via ogni cosa,
pensieri, parole, silenzi, abbracci… tutto.
È riposante
a volte.
Capisce Shadè, sempre indifferente, in silenzio,
quasi come se nulla la potesse sfiorare… è
infinitamente
facile affrontare le cose così. Ma non puoi decidere della
tua
vita, puoi solo lasciarti trascinare dagli eventi e spesso è
peggio, molto peggio.
Arrivano ad un bar in centro, entrano e si
siedono ad un tavolino appartato, non vedono niente e nessuno, ognuno
dei due teso a trovare le parole giuste, con la mente e i pensieri
rivolti a Shadè. Il cameriere arriva e se va con le loro
ordinazioni, la voce di Alistair spezza quel silenzio teso. “
cos’è
successo stamattina?” - come sarebbe a dire? –
pensa confusamente
l’altro, “ sarei io che dovrei chiederlo! La prof
ci ha chiesto
di studiare insieme storia e letteratura e quando alla fine delle
lezioni mi sono avvicinato e le ho afferrato il braccio per fermarla
e parlarle ha reagito così! Che cavolo è
successo?”
“respiri mai?” è il commento divertito
di Alaistair,
appoggia il gomito sul tavolo e la testa alla mano, guardandolo
tranquillamente, è delizioso mentre arrossisce e alcune
ciocche di capelli sfuggono dalla treccia scivolando davanti al viso,
- è davvero carino- pensa scostando distrattamente i capelli
dal viso del ragazzo e sistemandoglieli dietro l’orecchio, -
Shadè
ha buon gusto- “ sono sicuro che anche tu a Shadè
non sei
indifferente.” Fabien sussulta, agganciando lo sguardo a
quello
verde di Alaistair, “non scherzare” sbuffa
spazientito, ha l’aria
di uno che ha voglia di scherzare? È bastato Syren prima!
“
dico sul serio! Per questo ti dico di non mollare. Studia con lei,
fai il possibile per coinvolgerla…” si interrompe
un attimo,
quasi a dover trovare la forza di continuare “ nella vita.
Per
scuoterla. Stalle vicino.” Incredibile. Cosa sta cercando di
dirgli? “Come fai a sapere che mi piace
Shadè?” domanda
stupida in effetti... se arrossisce non appena sente il suo nome non
è che ci voglia una laurea per capirlo.
“L’ho capito”
afferma infatti Il ragazzo, addolcendo lo sguardo e sorridendo. Il
primo sorriso che gli vede fare oggi. Ed è stupendo, come se
il sole fosse finalmente sorto dalle nuvole lasciando la nebbia e
l’oscurità, “ti sto dicendo di stare
attento con lei.”
Si passa una mano a sistemare i ciuffi di capelli sfuggiti alla
treccia e gli rivolge tutta la sua attenzione, che a dire il vero
aveva già. “ lei…è
così fragile… si
potrebbe spezzare. Non voglio che tu la prenda in giro, se solo
potessi aiutarla… se solo avessi pazienza e piano piano
riuscissi a
farla tornare in vita. Perché io non so più cosa
fare.”
Abbassa gli occhi, interrompendo il contatto e sussurra, quasi a se
stesso “ so cosa dovrei fare… ma non so se sarebbe
la cosa
giusta. Non so cosa vuole lei, e se si rende conto della situazione.
Ho bisogno di lei” poi tace, rendendosi conto di aver detto
troppo
e nervosamente lascia cadere lo sguardo per la stanza, osservando i
vari avventori e solo allora si accorge che seduto ad un tavolo
dall’altra parte del locale c’è Johann.
Johann con un
espressione tesa e arrabbiata sul volto, che sta' parlando a voce
piuttosto alta con un uomo seduto accanto a lui, suo padre
probabilmente.
“ piantala papà. Non lo farò e
basta!” il tono tagliente di chi sta' per perdere la
pazienza…se
non l’ha già persa. “ ti stai solo
ostinando! Trascini la
tua vita senza fare nulla…torna da noi e vivi una vita
normale,
come si conviene…manchi a tutti!” il biondo sbatte
il pugno sul
tavolo, provocando molti sguardi curiosi, “non è
vero!!! Ti
da solo fastidio che la gente pensi che hai fallito con me! Non ti
frega un cazzo della mia felicità, della mia
strada” lo
sguardo gelido e furibondo “ non dire stupidaggini!
È a te
che non importa nulla, non fai nulla, ti stai rovinando!”
“
papà! Che cosa vuoi saperne tu di me e di quello che voglio?
Di quello che penso di quello che sono? Non hai mai capito nulla! Non
torno da te e ora vattene e non rompermi i coglioni!”
l’uomo si
alza dalla sedia schiaffeggiandolo violentemente, la mano bruna sulla
pelle candida e Alaistair si sente come cadere, precipitare, la mano
e la guancia, e lo sguardo incredulo e pieno d’odio, sembrano
i
suoi. Si alza precipitandosi da lui, scosta l’uomo
spingendolo da
parte e abbracciando Johann sibila “non lo toccare”
lo sguardo
azzurro del ragazzo si sposta su di lui, da dove è saltato
fuori? E perché ha reagito così? Si lascia andare
nel
suo abbraccio, nonostante tutto, è così caldo e
morbido, inebriante sapersi così uniti e vicini, il suo
profumo e il sapore dolce della sua anima che lo protegge. Nessuno
l’ha mai fatto. La rabbia svanisce lentamente, sfuma nel
brivido
che gli percorre la schiena al contatto con il corpo di Alaistair,
nella voglia di perdersi in lui e di accarezzarlo e possederlo. Vede
il padre che scoccandogli un occhiata disgustata se ne va, meglio.
Adesso ha la serata libera.
Non l’ha sopportato.
Vedere
Johann picchiato da suo padre…esattamente come succede a
lui. Sa
che la situazione è diversa, che probabilmente era un gesto
dettato dalla rabbia ma non ne ha potuto fare a meno. Affonda il viso
nei capelli morbidi del ragazzo e si rende conto della situazione,
sono in un bar, con mezza gente girata a guardarli, compreso Fabien,
e lui è abbracciato ad un ragazzo con cui ha scambiato si e
no
due parole… e la cosa gli piace! Si costringe a staccarsi,
lo
guarda in viso, sfiorando il livido violaceo che è appena
affiorato, così simile ai suoi, “ti fa
male?” sussurra
continuando ad accarezzargli la guancia setosa, calda,
“no” un
brivido, e la sua capacità di pensare che sta' per andare a
quel paese, poi una voce estranea irrompe nel loro nulla
“Alaistair…
io andrei…” scosta la mano di scatto rivolgendo a
Fabien la sua
attenzione “ scusami” dice piano “ ti ho
mollato così”
l’amico alza le spalle noncurante, “non fa nulla,
grazie per
quello hai detto… su Shadè. Mi piace sul serio e
farò
del mio meglio per aiutarvi.” Poi si gira, con la treccia che
ondeggia e lo sguardo già perso nei pensieri.