Forse Ancora Poesia
CAPITOLO II:
CREDO
Lo abbraccio da
dietro passando le braccia intorno alla sua vita, petto contro
schiena, poso le labbra sulla sua gola liscia e lo stringo forte,
come se nient’altro contasse
–in quel preciso
momento-
che noi.
Posso leggere nella
sua mente come se la sua testa fosse fatta di vetro e piano piano
quello stesso vetro si stesse per frantumare.
Ne posso quasi
sentire il rumore.
Nella disperata
tranquillità di Sendoh,
nel mio volerlo
proteggere,
si stava
frantumando-
Sento Hana
rabbrividire fra le mie braccia, non gli vedo il viso ma so che
è
stravolto per le lacrime versate.
Quella scena.
Dio.
Mi si conficca in
testa come una lama di ghiaccio, strappandomi il cuore e lasciandomi
privo di forze.
Una cosa simile…
gli occhi di
Sendoh, la disperazione di Hana.
Tutto questo.
Le uniche due
persone che abbia mai amato in vita mia anche se in modo diverso.
Perchè io
voglio veramente bene a Sendoh,
la sua voce,
il suo modo di
ridere,
di riflettere sulle
cose, il suo modo consapevole di amare.
E l’ho fatto
soffrire.
Ma è così
grande quello che provo per Hanamichi…
così… assoluto!
Io credo in lui.
Negli anni che ci
aspettano,
nell’esaltante
idea di noi due assieme a realizzare I nostri più grandi
sogni...ci credo.
Sei tu ,Hana, che
per primo ti sei reso conto di amarmi, ma non avresti fatto nulla per
rispetto verso Sendoh.
Tu gli vuoi ancora
bene, lo so.
Ma ami me.
E quel giorno.
Me lo ricordo come
fosse successo un minuto fa invece è già passata
una
settimana, stavamo aspettando Akira e tu avevi quella luce negli
occhi… solo a guardarmi. A guardarmi. Eri certo di quello
che
provavi per me, non saprei se io ne ero altrettanto sicuro, forse
all’inizio eri veramente tu ad amare di più, ma io
ti ho
subito raggiunto.
Io e la mia
ossessione per il basket e per l'america, io e il mio disinteresse
per gli altri...
…
Lo sentivo…
era come se io
sfumassi man mano che mi avvicinavo agli altri e di me non restasse
nulla, gli unici appigli alla realtà erano il basket e Akira.
Grazie a te mi sono
risvegliato.
Si perché
alla fine tu non ce l'hai fatta a non fare nulla, a restare
indifferente, soffocavi ogni pensiero, ogni emozione ma non sei mai
stato bravo in questo... e la scelta era amarmi o impazzire.
Così
ingoiando il senso di colpa, la paura e il ricordo vivido di Sendoh
mi hai afferrato per le braccia, e non c'era dolcezza in questo, ne
esitazione. C'era un disperato bisogno di non mentire
più...almeno
a te stesso, e se io in quel momento mi fossi ritratto disgustato
forse ora il teatrino reggerebbe ancora, forse ora almeno Sendoh
sarebbe felice e noi non avremmo questo peso sulla coscienza...
ma io non ce l'ho
fatta.
E non perchè
non avessi la forza di mandarlo via, no, non sono come lui, la mia
intera vita è fatta di autocontrollo, semplicemente
perché
non lo ritenevo giusto nei confronti di nessuno.
Sendoh meritava un
amore vero e sincero e io volevo Hanamici.
E allora rivoltai
la situazione fino a spingerlo contro il muro e baciarlo con foga,
aggressività, quasi fosse una punizione per tutto quello che
avrebbe comportato quel bacio.
Sapevo che non
avrei dovuto, che così facendo avrei fatto soffrire Sendoh,
l’unico amico mio, ma ho dovuto.
Nello stesso
istante in cui lui mi ha guardato in quel modo io non ho avuto
scelta.
Nessuna.
Nemmeno quando dopo
mi ha afferrato i capelli con forza, fino a farmi male per
costringermi a staccarmi da lui e guardarlo negli occhi, e lentamente
chiedermi cosa dovevamo fare adesso.
Da piccolo i miei
genitori mi rimproveravano sempre, perché stavo da solo,
perché mi piaceva la solitudine, dicevano che non serve a
nulla pensare, che per avere successo dovevo darmi da fare.
E loro ci
credevano.
È questo che
mi fa più male, hanno vissuto una vita senza in
realtà
viverla affatto.
E io avrei corso il
rischio di fare la stessa cosa, guardare gli altri dall‘alto
in
basso solo perché loro avevano quest‘ansia
insesprimibile di
viverla la vita, viverla davvero.
Ero freddo,
indifferente a tutto quello che mi succedeva intorno, come un angelo
meccanico, perfetto ma così freddo nella sua
fissità.
Adesso credo nei
pensieri, è come se le mie idee rinascessero, ho voglia di
tutto
-incredibile-
ma ormai il tempo è
mio, non me lo lascerò sfuggire fra le dita,
stringerò
la mano e i granelli di sabbia che scandiscono il mio tempo non mi
sfuggiranno più.
Sono io che esisto
e credo.
Scusami Akira.
Scusami ti prego!
Stringo di più
Hanamichi convulsamente quasi, appoggio la testa nell’incavo
del
suo collo
La sua pelle
liscia,
i brividi che mi
attraversano il corpo,
la voglia di lui.
Gli bacio la spalla
nuda, lasciata scoperta dal maglione enorme che indossa, con la punta
della lingua disegno i suoi contorni, con frenesia quasi, voglio
perdermi in lui, nel suo corpo, nella sua anima,
in lui. Le mie mani
si insinuano sotto il suo maglione, sfioro
i muscoli scolpiti,
mi lascio inebriare dal suo calore, dalla sua eccitazione,
più
lento ora… voglio assaporare ogni attimo,
ogni più
piccolo istante di lui.
Rovescia il collo
all’indietro per offrirmelo, mugolando piano quando glielo
mordo
dolcemente,
la mente piena del
suo sapore e il corpo che si risveglia,
lascio una mano a
stuzzicare i capezzoli mentre l’altra scivola dentro i jeans,
muovendosi prima lentamente e poi sempre più
veloce… il tuo
viso Hana… dev’essere qualcosa di stupendo.
Passo per passo
riapro finestre già chiuse…precipito dentro di
te, che cosa
mi aspetta?
Stavo cadendo,
morendo nell’anima e l’ultima spiaggia del mondo
che valga la
pena sei tu…
Lo sento tendersi,
sussultare e la sua energia pulsante si riversa nella mia mano.
Si gira, sempre
restando abbracciato a me,
il suo sguardo.
Stravolto dal
piacere, dal dolore, dalla consapevolezza che è colpa nostra.
Se Akira si è
spezzato.
Poggia le labbra
sulle mie offrendomi la sua bocca ed è come
se con questo gesto
si mettesse nelle mie mani,
Interamente.
Con un lieve tocco
mi riversa sul letto continuando a baciarmi, le nostre lingue
intrecciate, dardeggiano, esplorano la morbida cavità
dell’altro,
le nostre due anime
e il piacere, il
desiderio, che cresce sommergendoci e facendoci tremare. Come una
bolla di sapone, inarrestabile, una tempesta che si abbatte su case e
persone devastando tutto.
Adesso ascoltami
gridare e gemere
mi sto perdendo di
più
Il ciclone arriva
Ed è molto
più alto adesso
L’uragano soffia
verso il mio cuore.
Le sue mani su di
me, mi spogliano, mi fanno impazzire, vorrei non finisse mai.
Mi inarco gemendo
quando mi prende in bocca…
…
torturandomi…
la sua lingua sul
mio sesso, la sua bocca su di me e i brividi di puro piacere che mi
attraversano il corpo.
Basta.
Non ne posso più…
voglio entrare in lui, sto impazzendo dal desiderio…
Con un colpo di
reni inverto le posizioni, lo guardo un attimo negli occhi nocciola,
liquidi quasi, completamente persi nel mondo dei sensi…poi
affondo
in lui con una spinta, il calore mi investe travolgendomi e io non
capisco più nulla, sento le lacrime salire ai miei occhi
…lacrime… perché? Piango e mi muovo
dentro di lui, lo
sento assecondarmi, gemere.
Stiamo danzando.
Ho mai pianto in
vita mia? Non avrei mai creduto di farlo per Akira… e forse
non è
per lui.
Forse è per
me stesso.
Mi butto su
Hanamichi, sul suo petto, le lacrime silenziose che continuano a
scendere implacabili.
Se n’è
accorto?
Si è accorto
che sto piangendo come uno stupido?
Mi stringe forte,
soffocandomi quasi, posa le labbra sui miei capelli, poi scende sulle
tempie, sulle palpebre, bevendo le mie lacrime. Piccoli brividi mi
investono mentre il mio corpo torna a reagire a questo contatto,
certo che se n’è
accorto.
È
incredibile come riesca a capire tutto di me…(questo
però
non glielo dico, non vorrei accrescere il suo già smisurato
ego) è come se facesse ogni cosa come se non avesse mai
fatto
nient’altro.
Gli bacio le dita
succhiandole piano e intrecciando le gambe alle sue, questo dolore
insopportabile non è scomparso, ma trova una ragione, un
senso
in lui.
Per difendere la
nostra intesa, il nostro amore, contro un mondo che respinge due come
noi, c’è bisogno forza e rabbia. So
com’è stato
difficile per te affrontare il mondo sapendo di amare prima Akira e
poi me… ma ti proteggerò.
Il tuo cuore
fragile nessuno lo spezzerà.
Lo prometto.
Tutti quanti sono
grandi nella loro dignità, si credono perfetti, i soli che
hanno il diritto di giudicarci e di puntare il dito su di noi, e
forse sono nel giusto,
forse siamo davvero
sbagliati.
Ma io voglio amore
E tu ne hai.