IF
YOU STAY, I’LL BE FORGIVEN
Ora
che Gerard lo guarda tutto preso dal suo racconto, Frank si rende conto
di quanto in realtà gli sia mancato. Di quanto avesse fatto di tutto
per convincersi che non fosse così, mettendo chilometri e chilometri
fra loro, sia fisicamente che non, e questo comunque non sia bastato
del tutto. Se gli bastano gli occhi verdi e finalmente entusiasti di
Gerard per farlo scivolare ancora in pensieri pericolosi, allora vuole
dire che non è servito per un cazzo, non è servito nemmeno sposare
Jamia, e questa cosa un po’ lo mette in crisi, perché, cazzo, Jamia è
l’amore della sua vita, e lui morirebbe per lei, ma Gerard… oh Gerard è
tutt’altro.
-Oi,
mi stai ascoltando?- chiede ad un certo punto Gerard, e lui vorrebbe
sparare una battuta divertente delle sue, dirgli che per chiunque
sarebbe impossibile continuare a seguirlo, dopo ore che continua a
blaterare andando da un argomento all’altro e perdendo il senso del
discorso iniziale. Solo che è assurdo anche solo pensare di dire una
cosa del genere a Gerard, e che Gerard gli creda, soprattutto. Perché
non è mai stato così, lui è sempre stato in grado di seguirlo in ogni
volo pindarico, che fosse più o meno sensato.
-No,
giocavo a dare una forma alle nuvole- risponde allora, buttandola sullo
scherzo come è tanto bravo a fare, per non far capire a Gerard quanto
in realtà è contento che lui abbia di nuovo quell’entusiasmo per la
loro musica, e che sopra ogni cosa ne abbia parlato con lui prima che
con tutti gli altri.
Non
dovrebbe sentirsi onorato come invece si sente adesso.
Il
fatto è che l’aveva capito, che Gerard non era contento del nuovo
disco; non aveva quell’entusiasmo nello sguardo, non gli luccicavano
gli occhi, e aveva fatto una fatica pazzesca a scrivere dei testi che
lo soddisfacessero. E lui é sempre stato bravissimo a scrivere, le
parole gli escono dalla penna con una facilità disarmante, e sono
bellissime, roba da toglierti il fiato dai polmoni.
A
Frank ci era voluto un niente a capire che ora era diverso.
E
aveva avuto paura, inutile negarlo.
Così
in questo momento Frank vorrebbe saltare addosso a Gerard e
abbracciarlo fortissimo e dirgli: Bentornato
cazzo, non importa quanto ci daranno addosso all’idea di buttare via un
disco già finito, io sarò con te, lo sarò sempre, non mi frega un cazzo
degli altri, basta che tu continui a sorridere così, ad essere così
felice.
Ecco,
vorrebbe dirgli una cosa del genere, solo che non è neanche
contemplabile l’idea di dirglielo adesso, adesso che ci sono Jamia e
Lindsey, adesso che si sono allontanati in questo modo.
-Quella
ha la forma di un orso che corre senza testa, guarda- esclama poi
Gerard, indicando un punto a caso, sopra le loro teste, assecondandolo
come il cretino che è. Frank scoppia a ridere, perché in fondo Gerard
può
dire di
aver messo la testa a posto, di essere diventato un marito e un padre
esemplare, ma quando salta fuori con queste uscite totalmente
allucinanti, allora diventa ilsuo
Gerard
e basta. Quello capace di perdersi in discordi complicati sulla vita e
sulla morte, inframmezzati da metafore assurde che nessun altro, a
parte Frank, avrebbe capito.
-Sì,
perché la testa che l’ha quel coniglio mannaro, guarda- risponde lui
sullo stesso tono, indicando un’altra nuvola.
Gerard
ride, piano, e forse la sente anche lui quella sensazione, quella che
finalmente qualcosa sia tornato al suo posto, nell’ordine
dell’universo. Un piccolo meccanismo che prima non girava bene, per
niente, e lui nemmeno se n’era accorto, pensava davvero che andasse
bene così, senza quasi sentirlo né vederlo, e solo adesso che si stanno
addosso da mesi, il tempo di lavorazione di un disco praticamente
finito, avesse capito cos’è che non andava.
-Seriamente
Gee… se vuoi mandare tutto a puttane lo sai che io ci sono. E ’fanculo
a tutto, queste canzoni sono la cosa migliore che tu abbia scritto, non
ci devi nemmeno pensare a cosa fare. Chiama Rob e digli che si siamo,
che siamo con lui.-
E
Gerard lo guarda sorpreso, non se l’aspettava che Frank gli desse il
suo appoggio in quel modo totalmente incondizionato, non dopo tutto
quello che è successo e che si sono detti.
Forse
a un certo punto è vero che le persone devono fermarsi e capire cos’è
che è davvero importante. Forse per non perdere qualcosa di grande, si
deve prendere il resto, orgoglio, rabbia, delusione, e mettere tutto
nel piatto della bilancia, stabilendo senza cosa non saremmo capaci di
vivere.
Evidentemente
Frank l’ha fatto, e l’ago è scivolato dalla sua parte.
Gerard
non ha mai avuto dubbi, l’ha sempre saputo, che Frank è più importante,
che la musica che fanno assieme non si può semplicemente accantonare;
solo che aveva sepolto tutto sotto una coperta pesante fatta di rancore
e paura, per non ammettere che forse senza Lindsey sarebbe riuscito a
sopravvivere, male e a stento ma sarebbe andato avanti, ma senza Frank
è tutto fottuttamente senza senso.
E
finalmente Frank glielo dice, perché non ne può più di sentirsi questa
cosa premere nel petto e non poterla nemmeno pensare senza che gli
pruda la lingua per la voglia di dirla. E lui non è mai stato un tipo
che ci pensa due volte, e quanto spesso in passato questo gli aveva
procurato casini su casini?
-Pensavi
davvero che avrei potuto darti una risposta diversa? La cosa che conta
di più per me è che tu sia felice Gee. È sempre stata questa.-
Non
lo guarda mentre lo dice, ha paura che questo possa rovinare nuovamente
tutto, e si sente un quindicenne che si fa troppe seghe mentali, ma oh,
Gerard gli tira fuori dal petto roba che pensava di avere sepolto
quando aveva lasciato il liceo.
È
sempre stato così.
Poi
sente le dita di Gerard sfiorargli il mento, per costringerlo a
guardarlo, ed è la cosa più bella del mondo sentirsele nuovamente
addosso, sentire la loro freschezza e il brivido che gli spediscono
lungo la schiena solo sfiorandolo così.
Forse
Gerard sta pensando che è stato un dannato coglione, a esserselo
dimenticato, che avrebbe dovuto tenere ben a mente che è sempre stato
questo che muoveva le azioni di Frank. Forse era stato brusco, forse a
un certo punto avevano rotto il ponte che permetteva a entrambi di
capirsi solo con uno sguardo, ma questa cosa non avrebbe mai dovuto
dimenticarla.
Forse
sta pensando che ora che l’ha capito non ha intenzione di perderlo più.
Ma
vuole provare a vedere se Frank è ancora in grado di leggergli dentro
come nessun altro, come nemmeno Mikey, quindi non dice nulla.
Il
modo in cui Frank si preme addosso la sua mano, costringendola a una
carezza che contiene l’intera guancia, è la sua risposta.