Storia Di Una Lacrima
Cado.
E mentre
scivolo lentamente come cristallo amaro mi chiedo se quando sono nata
tu avessi davvero pensato che avresti potuto lasciarmi proprio per lei,
per una donna così, così meravigliosamente complicata,
acida, impulsiva e pasticciona, una donna come mai ne avevo viste nella
mia breve vita… e nemmeno tu scommetto.
Sono nata
pochi mesi fa, quando tua madre è morta, mi sono formata nella
mia rotondità perfetta e mi sono bloccata all’angolo
sinistro del tuo occhio, tu non volevi lasciarmi, volevi che io fossi
testimone silenziosa del tuo dolore e del fatto che comunque tu
continuavi ad andare avanti, volevi tenermi sempre li,
nell’angolo del tuo occhio, deciso a non versarmi mai, a non
separarti mai da me, deciso a farmi diventare un simbolo.
Il simbolo della tua forza.
Ma lei
non era del tuo stesso avviso, lei era convinta che la forza si
dimostra anche chiedendo aiuto, anche ammettendo che da soli non ne
possiamo più e quindi ammettere di aver bisogno di qualcuno, era
convinta che la vera forza fosse quella, quella che permette ad un uomo
di diventare davvero tale.
Le lacrime.
Io dovevo
essere versata e anche quando tu ormai mi avevi dimenticata, anche
quando eri convinto che ormai mi fossi asciugata lei è riuscita
nel suo intento, è riuscita a farmi diventare davvero un simbolo
della tua forza.
È
riuscita a farti ammettere che il tuo cuore era straziato, la bruciante
ferita che la perdita della donna più importante della tua vita
aveva procurato era sempre li, bruciava e gridava ma tu non
l’ascoltavi, ma ora… ora è diverso.
Lei si
è donata con la dolcezza di una madre, la forza di un padre e
l’amore di un’amante e tu hai capito finalmente che
così saresti impazzito, che continuando a fare finta di nulla
saresti diventato gelido e nulla sulla terra avrebbe più potuto
salvarti, hai capito che io ero rimasta sempre li, caparbiamente decisa
a non morire e non lasciarti diventare una statua di ghiaccio, hai
capito che la cosa più importante del mondo non era essere forti
ma esserlo per qualcuno, per qualcosa… per te.
E quindi
ti sei alzato dal letto con un peso nel cuore e un nodo in gola,
convinto che era giunto il momento di versarmi ma mai davanti a lei, il
tuo orgoglio non te l’avrebbe mai permesso.
Ma sai una cosa?
Sono
convinta che davvero lei sia una persona speciale, una donna che non ha
paura di dimostrarsi debole e che ti starà sempre vicino
qualunque cosa accada perché non c’è
nient’altro al mondo che valga la pena di essere vissuto appieno
se non tu.
Caparbia,
stupida donna che ha saputo farsi amare da te in modo così
totale e completo da lasciarti finalmente libero di piangere.
Così.
Semplicemente
hai allentato il controllo ferreo che avevi su di me e io sono caduta,
lentamente, sulla tua guancia liscia e pallida, convinta che la mia
corsa sarebbe finita sul pavimento… invece improvvisamente due
labbra calde mi hanno raccolta, labbra brucianti sulla tua pelle
gelida, labbra d’amore che finalmente erano riusciti a farmi
diventare immortale, perché io vivrò per sempre.
Mi ha
raccolto non per consolarti, non esiste consolazione a un dolore
così grande e lei lo sa benissimo, mi ha raccolto perché
io potessi vivere per sempre in lei, mi ha raccolto per farmi scivolare
dentro di se e farmi posare nella parte più nascosta, più
segreta e fragile, il suo cuore.
Adesso ti
ho lasciato ma non ti perderò mai veramente perché da qui
continuerò a vivere per sempre dentro di lei e continuerò
a proteggerti e vegliare su di te, sul tuo cuore ferito, vivo dentro di
lei ma in realtà vivo nel cuore di tutti e due perché
finalmente sono diventata un simbolo, il simbolo del vostro eterno
amore.