*Storia prima classificata al contest 'I sette vizi capitali'*
The unforgivable
Superbia
Lo sguardo di Sirius è
sprezzante, come se tutto quello che guarda sia inferiore, come se gli altri non
siano altro che piccoli insetti neri da schiacciare. Per un attimo si sente
tremare perché ha paura che un giorno possa guardare così anche lui, possa
scoprire il suo segreto e guardarlo come si guarda qualcosa di altamente
disgustoso che non dovrebbe nemmeno stare al mondo. Come se lui non meritasse di stare nemmeno al suo cospetto. E
come potrebbe meritarlo? Sirius è bello, elegante, popolare, niente a che vedere
con lui e quando lo sente ridere beffardo di qualcuno, quando lo sente dire con
estrema noncuranza: “Lascia che parli tanto non potrà mai essere come me” con la
feroce certezza di essere il migliore,
non riesce a catalogare questo modo di essere semplicemente come superbia, in un
angolo della sua testa sa perfettamente che Sirius ha ragione, che lui è
migliore di molti altri, anche se poi si prenderebbe a pugni da solo per averlo
pensato. Lo irrita enormemente questo modo di fare e di essere, questo suo
sentirsi sempre dannatamente superiore a tutti e quando ne ha parlato con James,
per la prima volta ha avuto sentore di qualcosa che non avrebbe mai creduto che
potesse esserci fra i due.
Perché James ha riso, non la risata strafottente
di chi ti prende in giro e basta, la risata tenera di chi sa perfettamente che
hai ragione ma allo stesso tempo guarda con indulgenza e tenerezza lo sbaglio
altrui perché consapevole di quello che c’è dietro.
“Vedi” ha risposto alla
fine, cercando con lo sguardo Sirius che sta giocando a scacchi con Peter
sfoggiando un aria incredibilmente annoiata mentre lo batte per l’ennesima
volta.
“Hai ragione, lui è superbo più di chiunque altro, però in fondo beh…
ti sei chiesto perché senta la necessità di sentirsi sempre superiore agli altri
e sminuirli costantemente?”
Remus volta il capo di scatto per guardarlo e
quello che legge nei suoi occhi lo lascia senza fiato. La costante certezza di
essere la sola persona che riuscirà mai a capire Sirius fino in fondo,
l’incrollabile orgoglio di essere l’unico a cui Sirius permetterà di
farlo.
“Vuoi dire che lui in realtà non si sente affatto così?” distoglie lo
sguardo perché si sente quasi di troppo quando Sirius ricambia l’occhiata di
James, quasi che una corrente invisibile avesse attraversato l’aria, incendiando
tutto quello che si trova nel mezzo.
“Voglio dire che la sua paura più
grande è quella di essere esattamente
come quelli che prende per il culo, di non avere niente di speciale in
fondo” Remus si morde le labbra, ha capito quello che James vuole dire e ha
capito anche quello che James non ha
detto. La voce tenera con cui ha pronunciato l’ultima frase ne smentisce
totalmente il significato. Sirius per James è speciale, è la persona più
speciale che ci sia e questo nonostante -o proprio a causa- della sua superbia.
Gola
“Non ci posso
credere!” Sbotta Lily, quasi spaccando il timpano a Remus, “Ma guardalo!Si è
fatto portare dai suoi gufi ostriche, caviale e Champagne! Ma chi si crede di
essere? Con quello che ha speso avrebbe potuto sfamare buona parte del terzo
mondo!”
Remus quasi si strozza immaginando Sirus che va in giro in mezzo ai
bambini poveri a elargire ostriche con fare da benefattore, è un immagine capace
di mandare di traverso il cibo a un quasi morto di fame.
“Ora capisco perché
James è uno stupido idiota… con un amico così non poteva essere altrimenti”
evita di farle presente che anche lui è
amico di Sirius e che quindi questa affermazione può essere leggermente
offensiva. Lo evita principalmente perché ha colto alla perfezione lo sguardo
che Lily sta rivolgendo a James e non gli piace per niente, quello sguardo
prevede un interessamento di gran lunga superiore a quello che la ragazza
ammette; questo lo fa tremare un po’ perché non osa nemmeno immaginare come
potrebbe reagire Sirius se qualcuno dovesse mettersi in mezzo a lui e James.
“E guarda come si sta strafogando… mio Dio è disgustoso” Remus guarda e
quello che vede non è altro che l’ennesima conferma dei suoi sospetti.
Sirius
sta guardando le ostriche come se fossero l’ottava meraviglia del mondo e lui
non vedesse l’ora di affondarci i denti per perdersi nel loro gusto sublime, e
James sta guardando Sirius allo stesso modo.
Si chiede come diavolo facciano
gli altri a non vederlo tanto è chiaro ai suoi occhi, o forse è chiaro solo
perché li conosce e ha imparato che se l’ingordigia di Sirius è davvero
leggendaria, lo è anche quella di James, però rivolta decisamente a un altro
soggetto.
Poi vede Sirius levare gli occhi su James ed alzare un angolo
della bocca alla battuta che quest’ultimo deve avergli rivolto, ed è un sorriso
molto diverso da quello che la maggior parte delle persone può sperare di
ottenere dal ragazzo, è un sorriso sincero. E lo sguardo è quello di una persona
che metterebbe da parte tutte le ostriche del mondo per potersi mangiare quello
che sta vedendo, e allora deve correggersi. L’ingordigia di Sirius è leggendaria
ma il soggetto prediletto non è decisamente il cibo.
Invidia
Non riesce davvero a
scrollarsi di dosso la fastidiosa sensazione di essere seguito, e questo trova
conferma quando finalmente Sirius lo raggiunge, appoggiandosi noncurante al muro
e ostentando quello sguardo assolutamente indifferente, quello che usa sempre
per nascondere quello che prova.
“Ti ha chiesto di portarle dei fiori?”
chiede Sirius atono, Remus si stringe nelle spalle a disagio, sa che Lily
procurerà un piccolo terremoto nel precario equilibrio su cui si reggono i suoi
amici.
“Si” risponde solo, sperando che questo basti per scoraggiarlo
dall’insistere. Ma sta parlando di Sirius e ovviamente non basta.
“Perché non
ci va lui?” la voce tradisce un moto di stizza questa volta, anche se si rifiuta
di guardarlo negli occhi.
“Perché la Evans lo prenderebbe a sberle, mentre io
sono suo amico e mi ascolta” quando si volta a guardarlo, Remus quasi rimpiange
che l’abbia fatto.
La rabbia che vede divampare nei suoi occhi grigi non ha
davvero eguali.
“E tu hai intenzione di essere una sorta di Cupido o cosa?”
sputando fuori le parole quasi che a trattenerle dentro possano avvelenargli il
sangue, e forse è davvero così.
“Io ho intenzione di portarle le rose e
basta, ho già detto a James che non voglio immischiarmi e che questa è l’ultima
volta che lo faccio.” Sirius sembra calmarsi un attimo per poi vedere comparire
in fondo al corridoio una capigliatura rossa che torna a fargli incupire lo
sguardo. Remus si chiede se si rendano conto di quanto siano ridicoli entrambi,
davvero non si sono accorti di quanto stiano coinvolgendo Lily in qualcosa di
più grande di loro? Se Sirius non si sbrigherà a capire perché James sta facendo
tutto questo l’unica a rimetterci sarà lei.
“Mi chiedo perché diavolo sia
così fissato con quella stupida oca, si sta mettendo in ridicolo per una tizia
che non può dargli nulla” Remus si volta a guardarlo risentito, tutta questa
faccenda sta diventando ridicola ed è seriamente intenzionato a fare qualcosa
perché si concluda al più presto.
“Guarda che Lily è una mia amica anche”
replica secco, quei due testoni lo faranno impazzire prima o poi.
Sirius non
risponde, continua a guardare Lily come se volesse cancellarla dalla faccia
della terra, con quello sguardo gelido che ti fa sentire un piccolo insetto
scuro al suo cospetto.
“Si può sapere perché ce l’hai tanto con lei? Sai che
non è un oca e che James con lei potrebbe essere felice” sa perfettamente di
essere estremamente scorretto mentre glielo dice, quasi se ne pente mentre vede
l’espressione di Sirius contorcersi, come se qualcuno gli avesse sferrato un
pugno in pieno viso.
Quell’espressione parla di un dolore irracontabile e di
un sentimento profondo e strisciante che morsica lentamente ogni parte del suo
corpo per poi arrivare lentamente al cuore, senza scampo alcuno.
“Proprio per
questo” mormora e Remus è sicuro che non si sia accorto di avere davvero
parlato, e di averlo fatto davanti a lui, così approfitta di questo attimo di
stordimento e continua.
“Vorresti essere al suo posto?” glielo dice
dolcemente ora, perché l’irritazione è passata ed è sopraggiunta la tristezza
nel vedere il suo amico con quel dolore addosso, e ha l’orrenda sensazione che
questo sia solo il primo di una lunga serie. Anzi nemmeno il primo visto tutto
quello che ha già passato fin’ora.
Sirius scuote la testa lentamente, ancora
quell’espressione persa in volto, “Vorrei essere l’unico in grado di renderlo
felice” e allora si rende conto che quello che gli aveva attraversato la testa
prima non era un semplice sospetto, ma la cruda realtà.
Sirius non odia Lily
perché ne è geloso e ha paura che gli porti via James, Sirius la odia perché ne
è invidioso marcio, e ha il terrore che lei possa dargli molto più di quello che
gli offre lui.
Accidia
“Perché non glielo dici Sirius?” chiede Remus, guardando
tristemente l’amico steso sul letto, senza la minima intenzione di alzarsi né di
fare alcunché.
“Dirgli cosa?” persino la voce esce pigramente, quasi che
stare immobile lasciando che il tempo passi, senza fare assolutamente niente per
fermarlo, possa essere la sola soluzione adottabile.
“Andiamo!” sbotta Remus
sovrastandolo dall’alto e allargando le braccia esasperato.
“Lo sai cosa!
Quanto durerà questa storia? Gli permetterai di sposarsi senza dirglielo Siri?”
nemmeno questo pare scuoterlo, sembra che non abbia davvero la forza di fare
nulla, l’anima schiantata da un sofferenza così grande da rendere assurda anche
l’idea di parlarne.
“Cosa cambierebbe? Lui la ama” e questa è la cosa più
stupida che lui abbia mai detto, James potrà volerle bene, potrà anche illudersi
di amarla, ma amare davvero, quello è
una cosa che ha provato e prova solo per Sirius, e di questo Remus ne è
convinto.
“Non dire cazzate Sirius, non puoi essere così cieco santo Dio!
Davvero non ti sei mai reso conto che quello che lui ama sei tu?” Sirius volta la testa a guardarlo, per un
attimo gli occhi sono accesi da una speranza così feroce che è convinto di
avercela fatta, a scuoterlo, ma poi tornano a spegnersi e l’amico ride, di una
risata amara e così dolorosa da strappargli il cuore al solo sentirla.
“Sei
carino a dirlo ma smettila. Non conosci davvero James se pensi una cosa del
genere” Remus non può fare altro che guardarlo a bocca aperta, è davvero la
prima volta che Sirius sbaglia così clamorosamente nei confronti di James, è
sempre stato l’unico a capirlo davvero, a poter entrare nella sua testa e nel
suo cuore, quei due si sono sempre intesi al volo, non avevano certo bisogno di
parole per comprendersi. Adesso sentirlo parlare così lo fa tremare perché per
la prima volta ha paura che Sirius e James non riusciranno a capirsi proprio
riguardo alla cosa più fondamentale e preziosa per loro.
Il loro amore.
Sirius volta la testa premendola sul cuscino e continua a stare disteso.
Domani l’unica persona che abbia mai amato si sposa e lui ha intenzione di fare
esattamente quello che sta facendo adesso.
Niente.
Avarizia
“Guarda… guanti rossi e oro, a
James piacerebbero” si morde il labbro osservando di sottecchi il suo amico che
si stringe nelle spalle, apparentemente per reprimere un brivido di freddo,
anche se Remus non vuole indagare quanta parte abbia il freddo e quanta il nome
di James.
“Costano troppo” Remus lo guarda sbalordito, da quando Sirius ne
fa una questione economica?
“E quella cornice magica che fa scorrere a tua
scelta le foto che vuoi?”
Altro sguardo annoiato, altra alzata di
spalle.
“Bah… sono dei ladri qui, non vale la pena” Remus non dice nulla e
proseguono nella loro visita.
Al quarto regalo oggettivamente perfetto che
Sirius scarta sempre con quella motivazione, sbotta: “Ma si può sapere cos’hai?
Sei tu che hai insistito per accompagnarmi, io ti avevo detto che ci sarei
andato anche da solo!” Sirius gli rivolge uno sguardo infastidito e si scosta i
capelli dalla fronte con un gesto fluido ed elegante, poi risponde: “ Ti da
fastidio che sia venuto? Sono mesi che mi rompi le palle perché non esco, ecco
ora sono uscito e non va bene lo stesso?” Remus porta le mani ai lati del naso,
massaggiando con la punta delle dita la radice e sospirando, adora Sirius ma a
volte è capace di comportarsi davvero come uno stupido bambino di cinque anni, e
per di più avaro! Sirius non é mai stato avaro, soprattutto quando si tratta di
James! “Mi fa piacere che tu sia venuto Siri” comincia, lo sforzo nel mantenere
il tono paziente e controllato è evidente: “Ma non capisco perché ti fai
problemi di soldi per fare un regalo al tuo migliore amico” ed è li che Sirius
sbotta, e non lo faceva da così tanto tempo che Remus non può fare altro che
guardarlo stupito.
“Non è il mio cazzo di migliore amico, va bene? Tu sei il
mio migliore amico, non me ne fotte niente della sua dannata amicizia, può
andare a ‘fanculo lui e consorte!”
Ha allargato le braccia sottolineando con
le mani il concetto e lasciando senza fiato Remus, sono passati mesi, sapeva che Sirius stava ancora male per
quello, ma non immaginava fino a questo punto. Per la prima volta rimpiange
ferocemente il fatto che James non sia lì con loro, lui avrebbe capito subito
che Sirius non stava affatto bene, lui avrebbe saputo cosa dire e come
prenderlo, lui avrebbe saputo cosa fare.
“Sirus…” non riesce a pensare null’altro se non chiamarlo, e sa già che
questo non è sufficiente perché l’amico si passa le mani nei capelli con furia,
strappandosi alcune ciocche e continuando nella sua sfuriata: “Sirius niente!
Sirius si è rotto le palle di fare l’amico mentre lui non mi ha mai dato niente
di quello che ha dato a lei! Perché io devo fare il generoso mentre lui invece è
avaro di ogni cosa?” Remus si morde il labbro avvicinandosi a lui e posandogli
le mani sulle spalle, a quel gesto Sirius sembra sgonfiarsi e vederlo per la
prima volta da quando ha iniziato a urlare.
“Scusa” mormora, appoggiando la
testa sulla sua spalla, Remus alza le braccia per circondare la sua schiena
ampia, non può sopportare la vista del suo amico ridotto così, è una cosa capace
di lacerarti dentro.
“Guarda solo lei, tocca solo lei, ama solo lei…non
riesco a sopportarlo” dice in un bisbiglio spezzato, le dita che gli arpionano
la giacca e il viso premuto contro il suo collo.
“Penso che potrei morirne”
sussurra poi, e Remus serra gli occhi capendo il perché dell’improvvisa avarizia
di Sirius. Lui avrebbe dato il mondo a James ma il mondo è ancora nella sua mano
e tutto quello che rimane è il nulla.
Ira
Sirius sente la rabbia masticare
pezzi sempre più grandi di sé, non ha intenzione di fermarla perché se solo ci
provasse potrebbe esplodere, quindi l’unica cosa che può fare è spingere James
in quel cazzo di vicolo e sbatterlo al muro, per poi urlargli addosso tutto il
suo furore: “Tu devi lasciarmi in pace capito?Dovete piantarla tu e Remus di
seguirmi ovunque vada!Se ho voglia di andare per locali Babbani a fare rissa non
sono cazzi vostri!” può vedere lo stupore negli occhi di James, e in fondo c’è
anche un dolore sordo che si rifiuta di prendere in considerazione ora come ora.
Se lo facesse impazzirebbe.
“Remus è preoccupato! Dice che va avanti da mesi
questa storia, MESI, perché cazzo io non ne sapevo niente?” James non si cura di
abbassare il tono della voce, non si cura di nulla che non sia la sua faccia che
lo guarda furioso, i suoi occhi che sembrano spiritati e, in ultima analisi, non
si cura di niente che non sia Sirius stesso.
L’amico però non sembra
placarsi, anzi, le parole di James lo accendono ancora di più, si allontana da
lui con un gesto che assomiglia molto a un ‘ma vaffanculo và’ e James non è
sicuro che non l’abbia borbottato davvero, fra i denti.
“Senti ma fammi un
favore, lasciami in pace e vattene da tua moglie”
e ora anche James è
incazzato, Sirius può vedere l’ira salire sul suo volto e inondare i lineamenti,
contraendoli, ma non rimangia nulla. Avrebbe voglia di farlo a pezzi,
distruggerlo, ucciderlo.
Avrebbe voglia di baciarlo fino allo sfinimento.
“Che cazzo di problema hai Sirius?Non ne posso più di vederti così. Non fare
lo stronzo e dimmi cosa diavolo ti sta succedendo!” e il suo tono rappresenta il
limite per Sirius. Perché è arrabbiato ma è quella rabbia venata di dolore e
impotenza nel vedere una persona cara distruggersi senza poterne frenare la
caduta, è un dolore così simile al suo da risvegliarlo in tutta la sua potenza.
E fa un male che non si può nemmeno immaginare.
“Non ce la faccio va
bene? Non ne posso più, ho cercato di uscirne ma non ce la faccio. Ti amo ok? Ti
amo e tu mi stai uccidendo cazzo! E’ questo che volevi sentirmi dire? MI STAI
UCCIDENDO!” e non appena le parole si librano nell’aria Sirius si è già pentito
di averle dette, è lacerante tutto questo dolore, tutta questa rabbia, stanno
spezzando lui per primo e non vuole che questo tocchi anche a James.
“Sei un
coglione” sussurra lui, e Sirius chiude gli occhi tentando di cancellare tutto
questo, forse se li stringe abbastanza forte si risveglierà nel suo letto e
scoprirà che niente è mai successo, che James non si è sposato e non sta per
avere un bambino, che sono ancora a scuola e sono ancora loro.
Ma James continua.
“Sei una
stupida testa di cazzo, perché ora?” il sussurro si fa più forte, le mani
stringono i suoi polsi affondando nella pelle e Sirius non può ascoltare, James
non può davvero pretendere che lo ascolti mentre gli sta riducendo il cuore a
brandelli.
“PERCHE’ SOLO ORA DANNAZIONE?” urla, e la disperazione che coglie
nella sua voce è così forte da costringere Sirius a riaprire gli occhi e
guardarlo stupito.
“TI ODIO, VAFFANCULO SIRIUS, CAZZO FOTTITI!” la foga
nella sua voce è sottolineata dagli occhi quasi spiritati e l’espressione del
viso accartocciata, ogni parola si conficca nella sua carne e lui annuisce
perché se le merita tutte, James ha ragione, si merita tutto il suo odio. Solo
che poi James alza le mani, rabbioso, e gli afferra il viso con forza,
graffiandogli le guance e guardandolo fisso negli occhi con uno sguardo che
potrebbe bruciare il polo nord.
“Non sai quanto l’ho aspettato” sussurra
James, Sirus non sente davvero il dolore per le striature rosse che cominciano a
stillare sangue, non sente nulla se non il corpo di James premuto al suo e il
completo sbalordimento che lo coglie quando l’amico gli morde le labbra,
affondando i denti per fargli male e strappandogli un gemito sorpreso. Lo morde
e poi lo lecca e poi gli afferra i capelli strattonandolo e costringendolo ad
aprire la bocca per divorarlo. Non può davvero descrivere la sensazione che
prova mentre gli si scioglie fra le braccia, riducendosi a subire il suo assalto
che più che piacere provoca dolore, ma non è niente rispetto all’anima che
implode in sé stessa, perché se prima a soffrire era lui e basta ora ha
condannato James alla stessa pena, e si sta odiando per questo.
Lussuria
Mani che
tracciano il contorno di pelle solo sognata prima di allora, pelle bianca e
morbida, pelle che occhieggia maliziosa dalla camicia lasciata aperta e ormai
scivolata sulla spalla; James non avrebbe mai immaginato che il corpo di un uomo
potesse ridurgli il cervello in meri impulsi di ordine sessuale che gli
impongono di toccare la sua pelle, baciare la sua pelle, succhiare la sua pelle, mordere la sua pelle.
E’ un qualcosa a
cui nessuna scuola del mondo lo ha mai preparato, e in fondo ne è felice. Se può
lasciar scivolare la mano sulla sua spalla e scoprire pian piano altre porzioni
di pelle da sfiorare, se può trattenere il fiato per resistere al desiderio di
possederlo con tutta la furia che possiede, allora è felice di scoprirlo in quel
modo, e che nessuno glielo abbia mai insegnato.
Sembra non abbia mai fine la
voglia che ha di lui e nonostante non sia certo la prima volta che lo fanno, si
sorprende a mordersi le labbra per cercare di contenere la voglia spasmodica di
averlo ancora e ancora, fino a che entrambi non sapranno
nemmeno pronunciare il loro nome.
“Dovremmo smetterla” sussurra Sirius, ma
James non lo ascolta, sta ridisegnando il contorno della sua clavicola con la
lingua, mentre le sue mani sbottonano la camicia lentamente.
“Jamie… dico sul
serio… non è giusto” non è molto credibile mentre lo dice, non si può essere
credibili col fiato che comincia a spezzarsi e il corpo che va a fuoco.
Non
ottiene risposta ad ogni modo, le mani di James sono troppo impegnate a scorrere
lungo il petto, i palmi aperti per toccare quanta più pelle possibile, i
polpacci premuti sulle sue cosce.
“Jamie…” ci riprova ma ottiene solo un
morso sul capezzolo che lo fa gemere, le mani di James scendono sul bottone dei
suoi jeans mandando definitivamente all’altro mondo ogni voglia di ribellarsi
ancora.
“Morirei se non potessi più toccarti” dice James, concedendogli
finalmente una risposta che ormai Sirius non può più controbattere occupato
com’è a gemere, ed è un gemito che gronda voglia e impazienza, un gemito che
spinge l’amante a chinarsi su di lui per mordergli il labbro inferiore e
coinvolgerlo in un bacio aperto e umido, inframmezzato dai loro sospiri.
Si
rende conto che Sirius ha ragione e capisce perfettamente il motivo per cui non
voleva dirgli nulla di quello che prova, ma si rende conto anche che smettere
adesso non è più possibile, ormai sono troppo oltre, sono troppo dipendenti
l’uno dal corpo dell’altro, dall’anima dell’altro, dal cuore dell’altro. E non
vorrebbe nemmeno potendo lanciare un incantesimo per portare indietro il tempo,
perché quello che sta provando ora che le proprie labbra scivolano sui suoi
addominali e sfiorano il suo inguine è una sensazione che va oltre tutto quello
che ha mai anche solo sognato di poter
provare. Quello che sta provando ora che sente i singhiozzi di Sirius
amplificati nelle sue orecchie e la mano che spinge sulla sua testa, incagliata
fra i suoi capelli, è quanto di più bello abbia mai sentito e lui andrebbe cento
volte all’inferno pur di poter ancora anche solo respirare accanto a Sirius.