E' Questione Di Ali

CAPITOLO III

L'urlo raggiunge Rukawa mentre sta facendo qualche tiro a canestro.
Ed è uno di quelli che perfora i timpani.
Non ha bisogno di chiedersi il perché, lo immagina benissimo e, se non conoscessimo bene l'asso dello Shohoku quello che affiora sulle sue labbra potrebbe benissimo essere scambiato per... un ghigno? Naaaaaaa.

L'alba li aveva sorpresi abbracciati e quando l'allarme del cellulare aveva suonato Sakuragi si era già alzato e stava guardando fuori, osservando lo sfacelo che il temporale della notte aveva prodotto.
Il cortile della scuola era pieno di rami spezzati e di foglie infradiciate e l'acqua aveva lasciato pozzanghere simili a piccoli laghetti, lasciando uno spettacolo davvero desolante.
"Unm po' come me in questo momento" aveva pensato sospirando.
Si sentiva anche lui come quel cortile, con i pensieri arruffati, in disordine... sotto litri di acqua... fredda per di più.
Come aveva potuto farsi fare quelle cose... farsi toccare così da Kaede rukawa?
Era stato... era stato ... " bellissimo... ammettilo".
< Piantala> disse seccato a voce alta... dannata vocina rompiscatole " ho ragione io...stare tra le sue braccia è stato giusto e meraviglioso":
aveva ragione!
Quella vocina aveva ragione.
"Proviamoci" gli disse Rukawa poche ore prima. Dopo averlo baciato a quel modo... e dopo che lui aveva risposto con tutto quel trasporto.
Ma era proprio quello che lui voleva?
Risente le braccia calde di Rukawa attorno al suo corpo, la testa appoggiata sulla sua spalla... e la sicurezza che la sua vicinanza gli aveva fatto provare.
Il suono del cellulare aveva interrotto le sue riflessioni, si era passato stancamente una mano tra i capelli incamminandosi verso gli spogliatoi, dovevano darsi una sistemata prima di... ma lo spettacolo che trovò appena entrato di nuovo in palestra gli tolse il fiato e all'improvviso non ricordò più che cosa doveva fare.
Rukawa si era appena svegliato ed era seduto in mezzo alla coperta, i capelli spettinati e gli occhi ancora chiusi... era da mangiare.
Ed è quello che voleva fare lui in quel momento.
Si incamminò verso quel ragazzo che era diventato l'incarnazione di tutti i suoi desideri ... si, lo avrebbe lasciato fare... almeno fino a quando non avrebbe avuto ben chiaro in mente che cosa voleva da lui... e quando Rukawa aprì gli occhi si rese conto che stava ingannando se stesso... sapeva benissimo che cosa voleva da quel dannato volpino, purtroppo lo sapeva anche troppo bene.
Ma questo non vuol dire che gli avrebbe reso la vita facile!!!
Invece di fermarsi accanto a lui, stenderlo di nuovo sul materassino e baciarlo fino a rimanere senza fiato passò oltre,
" lui mi ha detto di provarci... lui per primo... e allora tocca a quel meraviglioso no... no, intendevo dire dannato... si, dannato volpino, ecco!"
Non riuscì a mettere nemmeno un passo dentro lo spogliatoio che Rukawa lo raggiunse, veloce come un fulmine e altrettanto letale.
Gli passò le braccia attorno al torace appoggiando le labbra sul suo orecchio  < buongiorno do-hao>
E tutti i suoi buoni propositi si sciolsero come neve al sole.
Le labbra si appoggiarono sul suo collo in un bacio leggero, per un secondo la lingua sfiorò quella pelle deliziosa... per poi lasciarlo andare.
Si sistemò  in trance, cercando di cancellare tutto ciò che potesse far immaginare agli altri quello che avevano fatto durante la notte... ed ecco che al solo pensarlo diventò di brace!
<In fondo non abbiamo fatto nulla...cioè... nulla di male... si insomma> smise di borbottare sotto voce per paura che quell'accidenti di demonio che stava giocando a basket lo sentisse blaterare come un bambino... fino a quando una macchia sospetta non attirò la sua attenzione.
Una macchia sul suo collo, bella in vista... che prima non c'era, assolutamente.

Il resto è noto e adesso potete anche spiegarvi il perché dell'urlo disumano che perfora i timpani dell'algida e bellissima volpe che continua a tirare a canestro lo stesso, senza interrompere il suo allenamento quotidiano, tanto sa che adesso lo farà quel do-hao.
Infatti il nostro amico sta arrivando a tutta velocità, con un diavolo per capello, giustamente arrabbiato per quello che lui ritiene una provocazione bella e buona.
< Dannata Kitsune... ma allora vuoi proprio morire... dimmelo subito che la facciamo finita così evitiamo inutili perdite di tempo...e guardami maledizione>
lo afferra per la maglia della tuta, facendo così cadere per terra il pallone, la risposta di Rukawa è in uno sguardo glaciale che congelerebbe all'istante l'inferno... ma non un tensai mortalmente arrabbiato come Sakuragi:
< E non guardarmi così accidenti, lo vedi questo segno qua sul collo? Eh... lo vedi?>
Con uno strattone Rukawa si libera delle mani che lo tenevano fermo e solleva un sopracciglio cercando di rimanere indifferente, ma è difficile far finta di niente davanti a quella furia umana...
< Hn...>
<ma come "Hn"... accidenti Kaede, che cazzo è questo coso qua...e rispondi dannazione>
Rukawa fa un passo in avanti e, con una smorfia che assomiglia tanto ad un ghigno, osserva attentamente l'ematoma da suzione (volgarmente chiamato "succhiotto"...) che fa bella mostra di se sul collo bianco del suo compagno, lo ha chiamato Kaede... chissà se si  è reso pienamente conto che lo ha chiamato per nome?
Rukawa se lo chiede con una soddisfazione che lo preoccupa un pochino... quel rossino sta diventando troppo importante per lui e questo non sa se è propriamente un bene.
< Un succhiotto> e fatta questa affermazione con voce sicura torna a giocare ignorandolo completamente, anche se non perde nemmeno una sua mossa.
Avere il suo collo così vicino è stata una tentazione irresistibile, se si è trattenuto è stato solo perché vuole provocarlo ancora un po', lo diverte troppo quando è furibondo e urla e strepita... per contrasto lui diventa ancora più freddo e sa che questo lo fa impazzire.
< Dannato Rukawa... non far finta di nulla accidenti, cosa faccio adesso io... si vede benissimo e non ho niente da metterci sopra, ma lo sai che penseranno tutti quando mi vedranno, eh?
Te le immagini le domande idiote e le battutine sarcastiche?
E io che gli dico, eh? Che una volpe deficiente mi ha succhiato il collo stanotte?>
La voce calma della volpe in questione lo blocca ancora una volta...
< Perché no? E' la verità ...> lancia la palla in un perfetto canestro per poi voltarsi a guardarlo, penetrante, serio... da rabbrividire:
< O hai paura? >
Tanto valeva che gli mollasse un pugno, la reazione sarebbe stata la stessa!!!
Chiaramente finisce in zuffa ed è soltanto la campanella che segna l'inizio delle lezioni a fermarli.

<Lo ha chiamato per nome... hai notato En-soph? Hana ha chiamato Rukawa per nome...>
I due angeli stanno osservando i loro ragazzi che cercano di sistemarsi alla meno peggio e chiaramente En-soph non condivide l'ottimismo di Roby
< Si va bè, lo ha chiamato Kaede ma... si vergogna di lui, non lo hai visto?>
<Ma che vergogna e vergogna...> reagisce il rosso angelo contrariato... ma quel biondo ha gli occhi foderati di prosciutto, come può non capire la reazione di Hana-chan?
<non è vergogna, che accidenti dici? Non vuole sbandierare ai quattro venti qualcosa a cui non sa di preciso neanche lui che nome dare, come puoi non capirlo?
E poi lo prenderanno in giro... ha perfettamente ragione, adesso dovrà rispondere a un mucchio di domande imbarazzanti>
En-soph non si scompone minimamente, si mette alla destra di Rukawa per seguirlo mentre escono dalla palestra ,
< Perché imbarazzanti? Kaede ha ragione, dovrà solo dire la verità, così li zittisce immediatamente...<
<Si, me lo immagino... tanto non è mica il tuo Kaede ad andare in giro con un succhiotto sul collo>
En-Soph non risponde e, appena in corridoio, si dividono per andare con i loro protetti e anche se non sono più vicini la sente lo stesso la voce calda di Roby che lo stupisce di nuovo, avvolgendolo dolcemente:
< Piacerebbe anche a me...>
"Quel rossino ha la seccante capacità di leggerti dentro quando meno te lo aspetti..." pensa con un sorriso nonostante tutto... è vero, piacerebbe anche a lui provare... se soltanto Roby non fosse l'angelo di Sakuragi...se soltanto non fosse così cocciuto... e così bello.
Si scuote improvvisamente, stupito dai suoi stessi pensieri...
Che accidenti gli succede? Lui è un angelo.
Punto e basta.
Queste cose deve lasciarle agli umani.
Mentre da lassù, l'arcangelo Gabriele lo osserva sorridendo.

Quello che succede in palestra nel pomeriggio è la naturale conseguenza di quel segno rosso così visibile sulla pelle delicata di Sakuragi.
Partendo da Mito che gli offre il suo fazzoletto per coprire l'ematoma
al resto dell'armata che si piega in due dalle risate... anche se se ne vanno con un occhio nero e numerosi lividi in tutto il corpo.
Per terminare con Mitsui e Ryota e le loro battutine sceme.
Quando se ne va dalla palestra ha un diavolo per capello e la certezza che se non ha strozzato quella dannata volpe oggi pomeriggio è stato solo perché tutti avrebbero capito il responsabile di quello scempio sulla sua gola perfetta... dandogli il colpo di grazia.
Ma non riesce a fare nemmeno un passo al di la del cancello che sente la bicicletta di Rukawa che si sta avvicinando a lui.
Si affianca senza dire una sola parola, scende e continua a camminare a piedi accanto a un rossino sempre più allibito.
Per un istante la faccia che fa Sakuragi è davvero comica, se qualcuno dei suoi amici passasse di li in quel preciso istante si renderebbe  immediatamente conto di tutto... ma per fortuna (di Hana) non c'è nessuno dei suoi in vista, così lui può fermarsi e guardare attonito la schiena ampia e perfetta del volpino che lo supera tranquillamente, per poi fermarsi ad aspettarlo e apostrofarlo con un secco < e allora do-hao... ci sei?> che ottiene lo scopo di svegliarlo dallo stato catatonico in cui era caduto.
Si avvicina a lui pronto allo scontro ma deve trattenersi, anche se con una forza di volontà che, sinceramente, non sapeva nemmeno lui di possedere.
E che diamine... perché deve dargli la soddisfazione di vederlo di nuovo fuori dai gangheri? In fondo lo sapeva che finiva così... lui è gelido ed insensibile e non gliene frega niente se fanno congetture assurde sul responsabile di quel segno, tanto mica le fanno su di lui... di fatto, a Rukawa non hanno detto assolutamente nulla... eh già, i segni nel collo non li ha lui quindi che gliene frega se...
< Potevi dirglielo...>
per la seconda volta si ferma in mezzo al marciapiede e fissa quella schiena a bocca aperta...
< ma che... ci sei o ci fai? Ti senti quando parli per caso?>
Rukawa alza gi occhi al cielo e lo aspetta di nuovo, poi lo guarda dritto negli occhi e sillaba di nuovo, chiaramente e a voce alta, in modo che non ci siano dubbi in proposito:
< Potevi dirglielo...> e poi, prima che Sakuragi possa fare anche solo una mossa, piccola piccola... lo afferra per la giacca attirandolo bruscamente contro di se e lo bacia.
Li, in mezzo al marciapiede, a pochi metri dalla loro scuola.
Per un attimo Sakuragi si sente affondare in quelle profondità blu, i suoi occhi ancora aperti lo stanno inchiodando, sfidandolo a staccarsi per primo, a scappare da lui... poi non capisce più niente.
Niente se non quella lingua di nuovo sulla sua, quella bocca calda e umida che lo avvolge esigendo una risposta immediata.
E lui si aggrappa alle sue spalle, incurante del luogo e della gente che si ferma a guardarli.
Apre un po' di più la bocca e muove la lingua anche lui, esplorando a fondo ogni più piccolo angolino, completamente in balia di quella passione che, a viva forza, ha preso il controllo dei suoi sensi mandando a benedire la razionalità e il buon senso (quale, quello di Hana?hem...)
Il sapore della sua bocca... sono passate soltanto poche ore eppure si rende conto che è questo quello che gli è mancato di più.
E quello a cui ha pensato incessantemente per tutta la mattinata e gran parte del pomeriggio.
Quando  si ritrovano a corto di ossigeno si staccano lentamente, continuando a guardarsi mentre il mondo intorno a loro, lentamente, riprendi i contorni nitidi che aveva prima di quel bacio incredibile.
< Ma hai visto che roba quei due? >
<Bleah...mi dà fastidio vedere un ragazzo e una ragazza che lo fanno figurati due froci...>
Insieme al mondo però ci sono anche un gruppo di ragazzi che li stanno guardando... e che stanno anche commentando a voce alta quello che per loro è uno spettacolo disgustoso (buono Hana...ho detto "per loro"...).
< E dobbiamo fargliela passare liscia?>
<Bah... non voglio sporcarmi le mani... basta che vadano a fare le loro schifezze lontano da qui...>
A Sakuragi non serve altro, stringe le mani a pugno così forte da sbiancare le nocche ed esplode:
< Ma io li tolgo dal mondo ... li disintegro... bastardi figli di...>
E' Rukawa che lo ferma, un suo braccio è ancora attorno alla sua vita, lo strattona con forza verso di sé e, con voce perfettamente calma e tranquilla, cerca di raffreddare i suoi bollenti spiriti:
< Stà calmo, lascia stare... ma che te ne importa di quello che dicono..>
Sakuragi lo guarda a bocca aperta... per poi prendersela anche con lui:
< Come "che me ne importa"... ma li hai sentiti come ci hanno chiamato? Io non mi lascio insultare da nessuno, io sono il ...>
La volpe alza gli occhi al cielo rassegnato... la conosce a memoria la manfrina ormai, però lo sente più morbido tra le sue braccia, meno rigido e furioso... almeno fino a quando un incosciente, non se ne esce con la frase più infelice dell'anno:
< guarda come si stanno scaldando... però... il moro non è niente male... se fosse una femmina e non un lurido frocio lo avrei già...>
chiaramente non finisce la frase... e altrettanto chiaramente si ritrova un pugno simile ad un macigno di un quintale dritto sul naso.
Rukawa, che si era irrigidito a quella frase, sospira sconsolato quando vede quella furia dai capelli rossi che si catapulta addosso al ragazzo che ha appena finito di parlare, si appoggia al muro dietro di loro e, con aria indolente, osserva Sakuragi attorniato da ben sette ragazzi dalle intenzioni non propriamente pacifiche.
"Ma guardalo...poteva almeno contarli prima..."pensa con rassegnazione, < preparatevi pidocchi... perché adesso assaggerete i pugni del mitico unici tensai... io mi chiamo  Hanamichi Sakuragi...non dimenticatelo...>
<Ma voi potete anche chiamarlo idiota...>
dice Rukawa a voce abbastanza alta da essere sentito anche dal rossino che continua la sua lite con una testata micidiale a quello che aveva parlato per primo.
La lotta continua con un esito moooolto incerto perché se il nostro Sakuragi è un tensai anche nelle liti è pur vero che loro sono in sette... forse un po' troppi anche per lui.
E credete che lui invochi l'aiuto della kitsune?
Manco morto.
Ed infatti, di li a poco, lo hanno bloccato... in due gli tengono ferme le braccia e altrettanti le gambe mentre gli altri tre lo stanno colpendo al torace e al volto, senza tralasciare un solo millimetro di pelle.
E a questo punto Rukawa interviene... quella pelle è solo sua, soltanto lui ha il diritto di mettergli le mani addosso... per accarezzarlo o per picchiarlo sono soltanto affari suoi... ma nessun'altro si deve azzardare a sfiorarlo.
E adesso lo farà capire anche agli altri.
Si stacca dal muro e nessuno è in grado di vedere i suoi movimenti... nel giro di pochi istanti gli è addosso e, con calma metodica e freddezza.. incomincia a picchiarli.
Ad un certo punto si ritrova con le spalle contro quelle di Sakuragi e questa sensazione lo esalta pericolosamente.
Non c'è niente da fare... quando è vicino a lui la sua razionalità e freddezza se ne vanno a farsi benedire ... e questo lo preoccupa più di quei dementi che le stanno prendendo di santa ragione.
< Non c'era mica bisogno di aiutarmi sai... me la cavo benissimo anche da solo>
chiaramente quella testa rossa non ammette nemmeno sotto tortura di aver bisogno di aiuto, del suo aiuto poi... ma Rukawa non gli dà retta e, in breve tempo, mettono fuori combattimento tutti e sette i ragazzi che li avevano insultati.
Ed è mentre Rukawa prende la bicicletta che aveva fatto cadere quando aveva afferrato Sakuragi per baciarlo che lo vede barcollare, in effetti il nostro amico è conciato piuttosto male e alcuni colpi sono andati a segno piuttosto bene, l'algida Kitsune stenta a riconoscersi... eppure è proprio lui che ignora le proteste di quel Do-hao e lo  afferra un attimo prima che vada a finire per terra.
Lo trascina a casa sua quasi con la forza, preoccupato per i lividi che spiccano sul pallore di quel viso per lui perfetto.
E mentre gli sfiora le labbra con un bacio leggero lo fa stendere sul divano, preoccupato per l'insolito silenzio del suo tensai... quando mai lui non apre la bocca per dar fiato alle trombe?
Gli accarezza il viso per un'ultima volta e poi va nell'altra stanza per prendere la scatola del pronto soccorso..."mi sto rimbecillendo, basta che lo guardo e le mie difese vanno in fumo... qui urge correre ai ripari" appena starà bene dovrà pensare seriamente a tutto questo, appena starà bene e lui non sarà più così coinvolto... nel tremila o giù di li.

Roby ed En-Soph intanto hanno osservato la lite per niente preoccupati... o meglio, En-Soph non lo era perché era sicurissimo che Rukawa lo avrebbe aiutato, di questo avviso non era invece Roby che cercava di calmare Sakuragi anche quando erano in quattro a tenerlo... perché solo lui sapeva la fatica che doveva fare per controllarlo quando perdeva "realmente" la testa.
Fino ad ora era successo soltanto due o tre volte... e lui preferiva non ricordarle... nel modo più assoluto.
C'era anche il rischio che l'arcangelo Michele, che aveva un debole per Sakuragi ed era in sintonia con la sua energia, sentendo che lui la usava con tanta forza, accorresse in suo aiuto e se soltanto una minima parte della forza di Michele si univa a quella del suo protetto...non osa pensare alle conseguenze... per quei poveretti che avrebbe avuto davanti sarebbe stata la fine.
Guarda En-Soph con preoccupazione e lo vede completamente sereno e tranquillo mentre osserva Kaede che si prende cura di Hanamichi... e una strana e sospetta pace lo invade... quell'angelo ha un effetto incredibile su di lui... assolutamente incredibile... e mentre pensa a tutto ciò sente che l'arcangelo Michele lo sta chiamando.
Lascia li una parte della sua luce e sparisce senza dire nulla a En-Soph che rimane a guardarlo a bocca aperta..." certo che quell'angelo è strano" pensa scuotendo la testa e tornando a guardare i due ragazzi stesi nel divano nella penombra della stanza.