Another Brik In The Wall


CAPITOLO 2

La luce della luna piena illumina a giorno un paesaggio che potrebbe anche essere inquietante a quest'ora di notte... se non fosse che ho dormito in posti ben peggiori nella mia vita.
L'aria, tutto sommato, è fresca anche se siamo in estate e una fastidiosa umidità mi entra nelle ossa, mi avvolgo nel sacco a pelo affondando la testa sopra le foglie che sono riuscito ad ammonticchiare.
Le stelle sopra di me, la terra sotto... dovrei essere seccato perchè sono scomodo... cazzo ragazzi... sono forse impazzito?
Dentro ho un letto in una stanza quasi vuota... con me ci sono soltanto due ragazzi.
Un letto con un materasso e una copertina leggera... o se proprio non voglio c'è anche la stalla con la paglia fresca e il calore delle mucche.
Non mi da fastidio il loro odore, ne ho sentiti di fetori peggiori nella mia vita e tutti provenivano da un uomo fisicamente impeccabile.
Chiudo gli occhi con un sospiro e mi giro su un fianco, che meraviglia sentirsi così libero... che cosa stupenda!
Non riusciranno a infilarmi in un letto dentro una stanza, nessuno riuscirà più a rinchiudermi... mai più.
Mi addormento senza rendermene conto, finalmente in pace e rilassato.
Per la prima volta nella mia vita.
A risvegliarmi è l'alba che sorge a est, uno spettacolo che riesce ancora a stupirmi... e non sono molte le cose che riescono a farlo...credetemi.
Alzo le braccia sopra la testa e sento i muscoli che si tirano, allungandosi lentamente... quando lo sguardo mi cade su una coperta appoggiata negligentemente sopra il sacco a pelo.
...e di chi è sta cosa?
Mia no di sicuro... incredibile!!!
Ecco perchè ho dormito così bene.
Credevo che nei prati crescessero i fiori e l'erba, è la prima volta che invece ci scopro una coperta!
Il primo impulso è quello di strapparmela di dosso e buttarla dalla parte opposta ma... un'occhiata più approfondita mi rivela che non è poi una gran coperta.
La lana è lisa e logora in alcuni punti, è pulita però ed ha un delicato profumo... profumo che io ho sempre associato a mia madre.
Pulito, fresco... leggermente dolce.
Qualcuno è venuto fin qua durante la notte per appoggiarmi una coperta sul corpo.
Il viso di "quella" donna dai capelli indefiniti e gli occhi verdi pungenti passa davanti ai miei occhi, chissà perchè.
E' pieno di gente la dentro, perchè proprio lei?
Eppure so di non sbagliarmi, ne sono sicuro... è stata lei a fare una cosa del genere.
E non mi ha svegliato.
Credevo che lo avesse fatto... onestamente mi aspettavo che arrivasse qualcuno pronto a portarmi dentro anche a forza, non che ci sarebbero riusciti, è chiaro... ma la loro faccia ieri sera quando ho detto che dormivo fuori era troppo comica!
Prevedibili... ecco quello che ho pensato.
Assolutamente prevedibili.
Invece quella femmina assolutamente misteriosa per me è arrivata qui e non mi ha chiamato, non ha cercato di convincermi di nuovo a dormire dentro al sicuro.
Mi ha coperto e basta.
Piego il tutto, coperta compresa, e le porto in casa, appoggiandoli nella stanza dove Paolo ha messo il mio zaino e scendo in cucina guidato dall'aroma fresco del caffé... questo si che lo bevo, il degno inizio di una giornata in cui dovrò tirare fuori tutta la mia voglia di vincere... perché sento che mi sto rammollendo e questo non è un bene, non lo è affatto.
Sono le sei di mattina e Anna è già in cucina che beve il caffé davanti a un vassoio di brioche ancora calde, mentre scrive su un quaderno chissà che cosa, tutta assorta.
Alza la testa al mio arrivo e, per un attimo, un lampo di gioia attraversa lo sguardo... non trionfo e supponenza... ma autentica gioia.
E' per questo che non volto i tacchi e me ne torno fuori.
Quella donna mi incuriosisce troppo, è enigmatica, misteriosa quasi... e per uno come me i misteri non esistono...nel modo più assoluto.
Il lampo passa subito, sostituito da una calma molto tranquilla e placida.
Se non fosse che ho 10 decimi di vista potrei pensare che ho visto male.
<< Buongiorno Angelo... ho appena fatto le brioche, ne vuoi una con il caffé?>>
Al mio cenno affermativo si alza e mi sposta la sedia, invitandomi a sedere
Il caffé è veramente buono, non troppo forte ma aromatico, come piace  a me.
Addento la brioche calda con circospezione... mica mi fido molto di 'ste cose casalinghe...
Buona cazzo!
E' veramente speciale.
Non è che ne abbia mangiate tante in vita mia, le posso contare sulle dita di una mano... il giudice, per "premiarmi", dopo mi dava sempre una o due di questi cosi che mi obbligava a mangiare ma non erano minimamente paragonabili a questo.
La marmellata calda mi invade la bocca facendomi strabuzzare gli occhi per poi richiuderli subito dopo, estasiati.
Li ha appena sfornati e sono le sei del mattino... a che ora si alza questa donna?
Ieri sera era l'una che ancora parlava in cucina... ho la sensazione che avrò molte sorprese... non abbasserò la guardia nemmeno per un secondo ma diciamo che per il momento sono ad un livello di studio.
Molto attento e approfondito ma... ancora studio.
Il resto della mattinata va via tra i lavori soliti con gli animali e quello nei campi.
Vengo anche a conoscenza degli altri "ospiti" della fattoria, ragazze e ragazzi che hanno un passato pesante quanto il mio probabilmente, con occhi pieni di ombre e di dolore ma... il mio cuore rimane chiuso a doppia mandata.
Anche io ho le mie cicatrici e quelle degli altri non mi toccano, non più.
Si vive e si soffre da soli.
E questa è l'unica verità che riconosco.
Non lego con nessuno, non parlo con nessuno anche se sento lo sguardo di parecchi di loro che mi scivola addosso fermandosi per qualche minuto, il tempo necessario a studiarmi un pochino.
Mi rendo conto, in questo momento, che potrei mordere chiunque tenti di avvicinarsi a me per rivolgermi anche solo un semplice saluto!!!
Non voglio nessuno tra i piedi, nessuno che mi rompa le palle... è una mia scelta e devono rispettarla... non accetto condizioni ne altro che non siano quelle che mi impongo io.
E questo stato di cose va avanti fino a  quando non arriva un furgone davanti alla casa padronale, un furgone con l'insegna della serra di Heather.
E questa è la seconda volta oggi che mi fermo ad osservare ... la prima è stata davanti all'alba stamattina... la seconda davanti alla persona più incredibile che io abbia mai visto!
In assoluto proprio.
La prima cosa che noto è la massa splendida di capelli biondi che arrivano fino a metà schiena.
Sembrano oro fuso e la tentazione di affondarci le mani è così forte da farmi stringere forte i pugni fino a sbiancarli!
Il dolore mi fa ritornare in me... ecco, un semplice capogiro... sono a digiuno dalle sei... abbastanza normale, no?
Ma gli occhi non possono fare a meno di percorrere quel corpo incredibile che sta davanti a me.
Non è una checca questo ragazzo!!!
E su questo non ci sono dubbi!!!
Se no a quest'ora sarebbe già senza denti per il modo in cui mi sta guardando.
Ma non è neanche un ragazzo come tutti gli altri, nessuno mette dei pantaloni così aderenti e una camicia bianca allacciata per due bottoni soltanto... in campagna!!!
Se non riesco a togliergli gli occhi di dosso è solo perchè il mio cervello non riesce a credere a quello che vedono i miei occhi!
E basta!
Dopo avermi guardato per bene fa un sorriso che non mi piace affatto e afferra una borsa dal furgone, una borsa con dei vestiti che spuntano fuori... ahhhhh...nn è rincoglionito allora il ragazzo...
Beh, meglio per lui!
Entra in casa per cambiarsi e mi lascia così, a guadarlo, con quegli occhi strani che mi accompagnano anche quando lui non c'è più.
E' un giardiniere... o almeno questo è quello che mi dice Paolo mentre andiamo in città con il furgoncino per comperare alcune cose e portare le verdure in qualche mensa privata.
Mi da le notizie frammentate da lunghi silenzi... non è uno che parla molto, a differenza della sua donna che quando inizia non la finisce più!
Le butta quasi casualmente... il nome ad esempio.. Mika, è svedese ed è in Italia da dieci anni.
L'accento è quasi sparito ma devo ammettere che gli dà un'aria raffinata.
Potrebbe anche fregare qualcuno... fino a quando non lo guardi negli occhi. Allora ti rendi conto che è un figlio di puttana come me.
Che ci fa qui... deve piantare dei roseti e fare una serra dietro la fattoria, si fermerà qui fino alla fine dei lavori, che seguirà personalmente.
Nel senso che si mette una tuta e lavora anche lui con gli altri.
Gratuitamente.
A questo non ci credo nel modo più assoluto.
Almeno fino a che non lo vedo con i miei occhi.
E' gay... e anche questo me l'ha buttato li come se glielo avessi chiesto, senza dare nessunissima importanza alla cosa.
Mi ha anche chiesto che ne penso dei gay... " fino a che non mi rompono le palle mi va benissimo"
Questa è stata la mia risposta... più o meno.
La sua risata rara ma non per questo meno esplosiva mi ha preoccupato... devo dire che mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta!
Che cazzo ho detto di così divertente?
Ma chiaramente non gliel'ho chiesto... chissà che mi rispondeva altrimenti.
Chiaramente tutto questo mi ha portato a pensarlo per tutta la mattinata... un incubo a occhi aperti!!!
Sopratutto il suo culo... quello proprio non sono riuscito a togliermelo dalla mente.
Quindi, quando vedo che Paolo si ferma davanti a una casa fuori città, nella parte peggiore della periferia, dove il sole non si azzarda nemmeno ad entrare... sono ben caricato!
E pronto a sfogarmi contro chiunque.
Sopratutto quando Paolo mi dice, con occhi freddi come il ghiaccio, che li abita il bastardo che ha messo incinta sua figlia.
La noncuranza con la quale entriamo senza suonare il campanello contrasta con la posizione rigida del corpo... siamo tutti e due pronti a scattare alla minima occasione e spero veramente che qualcuno ce la dia... anche minima.
Il portoncino dell'enorme caseggiato dove abbiamo parcheggiato è aperto, andiamo su fino al terzo piano.
Paolo è silenzioso e sale le scale con un passo felpato, delicato quasi.
Che contrasta notevolmente con lo sguardo che mi lancia da sopra la spalla quando arriviamo davanti a una porta anonima...come tutto in quello schifo.
Quasi quasi è meglio il ponte dove dormivo io... almeno li sapevo che cosa aspettarmi.
E da chi.
Quello che viene ad aprirci è l'essenza stessa di tutto ciò che io ho sempre odiato in tutta la mia vita.
Viscido.
E' il primo termine che mi viene in mente quando lo guardo.
Sorprendentemente è vestito benissimo e contrasta con il luogo molto squallido, molto sporco...molto tutto.
I capelli sono puliti e ben pettinati e così anche la sua persona... peccato che la repulsione verso di lui aumenti sempre di più, ad ogni istante...ad ogni piccolissimo istante che passa.
Come in un flash mi viene in mente il giudice, la sua ossessiva pulizia, la sua impeccabile facciata irreprensibile.
La sua puzza di marcio.
Alla legittima richiesta di presentarci Paolo dice una sola frase: il nome della sua fattoria.
E il porco impallidisce violentemente facendo un passo indietro e cercando di chiuderci la porta in faccia.
Primo errore della serata.
Infatti Paolo aspettava solo qualche cosa per reagire... una piccolissima provocazione...una cazzata qualunque.
E la trova in quel preciso istante.
Con un calcio incredibile apre la porta facendola sbattere sulla faccia di un allibito bastardo che impreca ad alta voce... mentre si tiene la faccia con le due mani.
Entriamo e io chiudo con cura quello che resta dell'ex porta dietro di me, preparandomi a sfogare, in piccola parte almeno, un po' della rabbia che questo essere con la faccia sporca di sangue, ha fatto crescere in me.