C'era una volta...
C'era una volta...
un
gattino che doveva attraversare la strada.
Era
molto piccolo e quella era la sua prima passeggiata da solo.
La
sua mamma trepidava dall'altra parte del marciapiede, in ansia per la
sorte del suo piccolino.
Ma,
del resto, anche lei sapeva bene che non sarebbe mai riuscita ad
insegnargli ad essere indipendente se non iniziava a cavarsela da solo
anche in quelle cose.
Così
lui, il micetto, era li, con una zampina sul marciapiede e una sulle
strisce, spaventatissimo.
Quando
la gente si riversava sulla strada lui provava ad infilarsi ma aveva
una paura folle delle scarpe delle persone che erano due volte lui
e sembrava volessero calpestarlo.
Allora
faceva dietro-front immediatamente.
Del
resto, quando le persone si fermavano, iniziavano a sfrecciare le
macchine.
Velocissime.
E questo
lo terrorizzava ancora di più.
Restò
li per un po', miagolando disperato,fino a quando due piccole mani lo
raccolsero.
Si
trovò davanti a due occhi verdi che lo guardavano, estasiati.
Era
una bambina che doveva attraversare la strada per andare a scuola, come
ogni mattina.
Se
lo strinse al cuore e, insieme , andarono al di là di quei
pochi metri di asfalto così pericolosi.
Quando,
alla sera, la mamma lo stava lavando e lui si godeva le sue coccole,
estasiato, gli disse quello che aveva imparato durante la
giornata:
<<
Quando non riesci a farcela con le tue forze...chiedi aiuto.
C'è
sempre qualcuno più grande di te che può
prenderti in braccio>>.
C'è
sempre qualcuno più grande di noi che può
prenderci in braccio.
E'
difficile chiedere aiuto, il più delle volte è
difficile vedere l'aiuto che sta arrivando.
Ma
se mettiamo da parte l'egoismo che ci porta a pensare di non aver
bisogno di nessuno, troviamo la mano tesa per noi.
Non
diventiamo anche noi come quelle persone che, indifferenti al micetto,
rischiavano di calpestarlo.
Apriamo
i nostri occhi e siamo noi stessi le piccole mani che prendono in
braccio.
Dedicato
a quel ragazzo di Firenze picchiato a sangue perchè
gay.