3°
CAPITOLO
Come
immaginava a casa hanno già mangiato e sua madre gli ha lasciato la
cena in caldo.
Suo
padre è nello studio ed Elisa è uscita.
Sua
madre è stata molto evasiva in proposito, ha detto che Elisa sembrava
decisa ad aspettarlo ed era anche molto preoccupata, poi dopo aver
fatto una telefonata, non si sa a chi, è uscita portandosi dietro le
chiavi di casa! La faccia innocente di sua madre da "io non c'ero e se
c'ero dormivo" non inganna Luca neanche un po', fino a ieri l'avrebbe
tormentata per farsi dire dov'è andata sua sorella, ma non stasera.
Stasera
la sua mente è di là, nello studio da suo padre.
Sa
bene perché sua sorella è andata via e scoprire dove è relativo, forse
è meglio se non c'è, tanto immagina cosa voleva dirgli e sarebbe stato
tutto inutile.
Si
dirige verso lo studio, ha fatto finta di mangiare, per non dover
sentire sua madre e i suoi rimproveri, ma in realtà ha solo giocato con
il cibo, la mente rivolta a suo padre.
Graziano,
il padre di Luca ed Elisa, è chino sulla scrivania e sta lavorando.
Succede
spesso che si porti il lavoro a casa e ultimamente poi sembra che tutti
abbiano bisogno di lui, non c'è sera in cui non deve chiudersi li
dentro con le sue immancabili scartoffie, come dice Luca. Gli manca
veramente suo figlio, lo ha visto così poco in questi giorni, gli
mancano quelle loro chiacchierate serali, quando Selene prepara la
cena, e loro si rifugiano in salotto, raccontandosi la serata e ridendo
per un nonnulla.
Oggi
è strano, sembra avercela con il mondo intero, è arrivato tardi anche a
cena, e nessuno sembra sapere il perché.
Alza
la testa pensieroso, è chiaro che ha un problema e lui vorrebbe
aiutarlo, ma non ha mai forzato la sua confidenza, tanto è inutile, se
non vuole dirgli niente insistere non servirà affatto.
In
quel momento la porta si apre e, come evocato dai suoi pensieri, Luca
entra. Graziano tira un sospiro di sollievo, Luca è li, è stato lui a
cercarlo, adesso gli dirà cos'è che lo preoccupa e ne parleranno
insieme. E lui, per una sera, lascerà in disparte il suo lavoro. Ma ad
un'occhiata più precisa, si rende conto che c'è qualcosa di più.
Luca
è diverso, i suoi occhi sono...assenti, si, non saprebbe come
descriverli se non così...è come se lo guardasse attraverso ...ed è una
cosa così incredibile da fargli venire la pelle d'oca; i capelli si
drizzano sulla nuca e lui lascia cadere la penna.
Luca
si appoggia alla porta con le mani affondate nei jeans, i capelli
biondi che ricadono in riccioli disordinati davanti agli occhi, quegli
occhi così freddi e lontani:
-
Posso parlarti un momento? Non ti porterò via troppo tempo.-
La
sua voce, bassa e misurata, lo allarma ancora di più, fa un cenno
affermativo con la testa e Luca, senza muoversi da lì continua a
parlare:
-
Oggi sono andato in marina con i miei amici, te ne ho parlato ieri,
ricordi?- Al cenno affermativo di suo padre continua:- Eravamo in
piazza libertà, seduti sugli scalini della Loggia, quando, verso le
dieci e mezza, vediamo una splendida ragazza, che sembra in attesa di
qualcuno. Era sui venticinque anni, un corpo da favola, figurati che
gli altri mi spingevano a farmi sotto. All'improvviso si ferma una
macchina, si apre lo sportello e lei sale. Fin qui tutto normale, un
pezzo di ragazza come lei non poteva di certo essere sola, ma
vedi...quando la macchina si è allontanata ho notato tre cose: era una
mercedes grigia, aveva il fanalino posteriore rotto e le prime cifre
della targa erano AW4. Non sono riuscito a leggere il resto perché la
mia mente è entrata nel pallone immediatamente, ma quello che ho visto
mi è bastato. Hai idea di quello che ho provato?- Si ferma un attimo
perché si accorge di aver alzato la voce. Apre e chiude i pugni che
stringe dentro le tasche dei jeans e lo guarda attentamente, sul viso
non si muove un solo muscolo, sembra una statua di marmo se non fosse
per gli occhi...completamente spalancati e colmi di panico! Luca
continua appena si rende conto di essersi calmato:
-
Ho passato una giornata infernale, mi dicevo che a Udine, ci sono
parecchie macchine simili e con il fanalino rotto, che era pazzesco
farsi prendere così dal panico. Ma poi rivedevo la macchina fermarsi,
la ragazza salire, la porta chiudersi e l'auto ripartire...con il
fanalino rotto. Quel fanalino che, Elisa mi ha confermato, tu non hai
voluto far aggiustare.-
Graziano
lo interrompe con voce stridula dal panico:- Hai parlato con tua
sorella?-
Ma
Luca ignora la domanda e continua imperterrito:- Così mi sono detto che
dovevo parlare con te, perché tu mi avresti detto sicuramente la
verità, lo hai sempre fatto, del resto, vero?-
Un
silenzio pesante come piombo scende nella stanza. Nonostante tutto Luca
spera ancora assurdamente che suo padre sbatta i pugni sul tavolo,
furibondo! Spera di sentire la sua voce urlare che è pazzo, fuori di
testa, completamente, irrimediabilmente!
-
Ma come ti permetti, e si che mi conosci bene! Come puoi credere che
io, proprio io, faccia una cosa del genere a tua madre, a voi?-
Ecco...queste sono le parole che vorrebbe sentire, magari seguite da
una sberla ben assestata! Non sarebbe stato mai così felice di prendere
una schiaffo in tutta la sua vita.
Invece
suo padre sembra un uomo appena emerso da un incubo; è senza fiato
e...senza parole. Il suo panico è così evidente che a Luca fa quasi
pena, ma quando parla una collera gelida prende il posto di qualsiasi
altro sentimento:
-
Ma certo, certo che ti ho sempre detto la verità. Ci sono tante
macchine simili, e il fanalino poi...- La sua voce si incrina, Luca gli
legge negli occhi la sua voglia di parlare, di dirgli tutto e forse
sarebbe preferibile a quel mucchio di balle che gli sta rifilando. Ma
un'occhiata a Luca lo fa desistere:- Una combinazione, ecco! E poi io a
quell'ora stavo lavorando!-
Si
ferma, il viso inondato di sudore; come
può sperare che ci caschi?! Mi prende per fesso totale?!
Pensa Luca incredulo. Annuisce alcune volte con convinzione:- Lo
sapevo, non poteva che essere così.- Mormora a voce abbastanza alta da
farsi sentire. Poi si volta e se ne va. Ma, appena mette la mano sulla
maniglia si ferma:- Hai dieci giorni di tempo per lasciare quella
donna, dopo di ché dirò tutto alla mamma...e tu te ne andrai.- Esce
dalla stanza e richiude la porta lentamente dietro di sé. Non vuole
allarmare sua madre, non ancora. Sale le scale con noncuranza e, alla
domanda di sua mamma su cosa faccia risponde che è stanco e che va a
letto lasciandola allibita ai piedi delle scale. Sono appena le nove e
trenta. Entra in camera, si spoglia completamente, resta con i boxer,
infila la maglia del pigiama e va a letto. Chiude la luce e per un
attimo...assurdamente e contro ogni logica...un viso dolcissimo e due
splendidi occhi grigi pieni di pagliuzze verdi e dorate gli scaldano il
cuore chiuso in una morsa di ghiaccio.
Domani, domani comincerò da lei,
si dice con forza, dopo di che si mette in posizione fetale e comincia
a piangere. Finalmente può piangere la perdita di suo padre. Soltanto
adesso lo può fare. Soltanto adesso.
Come
al solito il prof. di religione è in ritardo, Luca e Alessandro sono
seduti sui rispettivi banchi e stanno parlando tra di loro a voce
abbastanza bassa. Il resto della classe, comunque, non potrebbe
sentirli nemmeno se si mettessero ad urlare, tanto ognuno si fa i fatti
suoi e la loro unica preoccupazione è quella di parlare il più
possibile prima che arrivi il prof.
L'unica
che li sta osservando è Astrid, a dire il vero è Luca che guarda; lo sa
che tutta la classe si è accorta che le piace Luca (giusto per usare un
eufemismo) ma non gli interessa poi molto. A volte dice a se stessa che
non ha orgoglio, ma poi pensa che l'orgoglio non ha gli occhi
incredibili di Luca, la sua bocca carnosa, i capelli biondi che gli
arrivano alle spalle in una cascata di riccioli...pensa a come deve
essere accarezzarli e una sensazione strana la pervade, darebbe
qualunque cosa per essere guardata da lui, osserva le sue mani che
spostano
i
capelli dagli occhi e per un attimo le vede protese verso di lei.
Chiude gli occhi con la sensazione che lui possa "sentirla" , come se
lei fosse un enorme specchio che riflette ciò che prova. In quel
momento Luca si volta a guardarla e un sorriso cattivo gli brilla sul
viso. Non c'è nulla del ragazzo che soffocava i singhiozzi sul cuscino
durante la notte. Sembra che quelle lacrime si siano portate via tutta
la sua umanità, quella che faceva di lui un ragazzo diverso dagli
altri, unico e irresistibile. Oh si, anche adesso è irresistibile, ma
in modo diverso, completamente diverso.
Alessandro
osserva Luca e quello che vede non gli piace assolutamente. Gli ha
appena raccontato quello che è successo con suo padre e del suo
ultimatum e Ale ha qualcosa da obiettare:- No, scusa un attimo, gli hai
dato dieci giorni di tempo per lasciarla , ma tu, come farai a sapere
che l'ha veramente lasciata? Pensi che basti chiederglielo? Credi
veramente che ti direbbe "si, certo figliolo"?- Luca si volta a
guardarlo e gli risponde con sicurezza:- Come sei spiritoso certe
volte! Come potrei chiederlo a lui? Ormai è diventato un maestro nelle
balle, Elisa conosce la donna che lui vede, è riuscita a scoprire chi è
e dove abita. Andrò da lei e riuscirò a capire se si vedono ancora.-
Ale lo guarda allibito, cavolo,
fa proprio sul serio
pensa con stupore. Luca scuote la testa seccamente:- Non guardarmi in
quel modo, so bene quello che faccio. Non me ne starò qui tranquillo
mentre lui cornifica mia madre. E ti dirò di più-
Si
ferma un attimo e guarda Astrid che parla con Micaela, la sua compagna
di banco. Proprio in quel momento si voltano a guardarlo e lui, per la
prima volta la saluta con un sorriso che...però non arriva agli occhi.
-
La vedi Astrid laggiù?- Non aspetta una risposta e continua
imperterrito:- Comincerò con lei, mio padre si è portato via la parte
migliore di me, non permetterò più a nessuno di farlo. Lei
sarà la mia vittima!- Alessandro chiude improvvisamente la bocca che
aveva lasciato spalancata:
-
Ma sei impazzito?!- Sbotta subito dopo:- Che c'entra quella povera
ragazza?-
-
Nulla!- Conferma Luca:- Ma si trova al posto sbagliato nel momento
sbagliato. E io ne approfitto. La userò come mio padre ha usato me, mia
sorella e mia madre. Diventerò come lui, così potrà essere fiero di
me.- Finisce la frase con sarcasmo. Alessandro scuote la testa ma Luca
non lo sta guardando, mormora tra se:- Tutta la gente che mi sta
attorno se ne accorgerà, tutti quanti!-
-
Bè- Fa Ale guardingo:- Basta che non mi metti fra quella gente!-
-
Non preoccuparti, tu, mia madre e mia sorella siete gli unici che
conoscono il vero Luca.- Ale sospira esageratamente:
-
Che sollievo, mi hai tolto dieci anni di vita, anzi, adesso che ne ho
solo otto torno in terza elementare così evito il compito di greco che
abbiamo alla seconda ora.- Luca scoppia finalmente a ridere e Ale
schiva con sollievo una sberla, è riuscito a distrarlo per ora, ma non
sa proprio cosa fare per aiutarlo, perché ha bisogno di aiuto, è
completamente fuori di testa!
Il
compito di greco era particolarmente difficile, almeno a sentire i
ragazzi, perché per il prof. non era granché...anzi, si era tenuto sul
leggerino...questa volta!
-
Leggerino...per fortuna che doveva essere leggerino!- Sbotta Alessandro
nell'intervallo. Sono seduti sugli scalini del cortile e stanno
fumando. Bruno è l'unico che non fuma, non lo ha mai sopportato e
ancora adesso si chiede come accidenti fanno.
-
Quello di leggerino ha solo il cervello!- Esclama ispirato.
-
Si... e non solo quello- Termina Daniel, scoppiano a ridere divertiti
ma Luca smette subito, guarda Alessandro che gli fa cenno di no con la
testa, lui imperterrito si alza e dopo un veloce:- torno subito- si
dirige verso la fine del cortile.
-
Ma dove va?- chiede Daniel, incuriosito dagli scambi dei due, ma
Alessandro scuote la testa senza rispondergli, una luce preoccupata
negli occhi. Lo vede dirigersi verso Astrid e Micaela che stanno
parlando e mormora tra se:
-
Ho paura che andrà fino in fondo, accidenti; che c'entra Astrid con
quel figlio di...suo padre?- Impotente lo osserva mentre si siede
accanto a loro e comincia a parlargli, si sente un incrocio fra in
verme e un cane...
Ma
porca miseria, che faccio? Lo lego alla sedia? Oppure avverto Astrid?
Non me lo perdonerebbe mai...e poi...può darsi che non riesca ad andare
fino in fondo;
ma sa che è una scusa un po' fiacca, il Luca di adesso sembra non avere
pietà per nessuno; e lui, guardando il sorriso luminoso di Astrid,
prova il desiderio di scuoterlo fino a fargli entrare un po' di buon
senso in quella testaccia dura.
Quando
suona la campana Luca e Alessandro rallentano apposta per restare soli
e parlare un po'. Ale guarda il suo migliore amico mentre mette il
giaccone, raccoglie lo zaino e s'incammina verso l'uscita. Con le mani
cerca le sigarette nelle tasche, ne trova ancora una superstite e se
l'accende ancora nel corridoio, indifferente alle occhiatacce delle
prof.
L'unica
cosa che può fare è aspettare e vedere cosa farà veramente Luca. Lo
conosce meglio di qualunque altra persona, sa che non è quella carogna
che vuole diventare e ha sempre avuto l'impressione che avesse un
debole per Astrid, ecco; spera proprio di non sbagliarsi...è l'unica
speranza che ha quella povera ragazza per non prendersi una botta
terribile.
-
Allora, ci sei anche tu oggi?- Sbotta Luca spazientito:
-
Vieni con Patrizia al cine?-
- Ma proprio a vedere Titanic dobbiamo andare?-
Luca
alza gli occhi al cielo:- Ti ho pur detto che avevano già deciso di
andare a vedere Titanic oggi, non vorrai mica farmi andare da solo con
quelle due spero! Poi Micaela non la reggo proprio!-
Alessandro
fa una smorfia strana, un lampo di dolore gli attraversa lo sguardo ma
Luca non lo nota, sta guardando Astrid che si sta avvicinando
all'uscita, i capelli che oscillano sulla schiena, si muovono come una
cascata di seta nera contro il bianco della giacca a vento, le gambe
fasciate dai jeans elasticizzati sembrano non finire più e prova una
strana sensazione alla bocca dello stomaco:- Bè...- mormora con voce
roca:- Non sarà poi così spiacevole stare con lei-
-
D'accordo- Lo interrompe Alessandro:- Però vengo solo io, Patty
ultimamente ha dei problemi e non può venire. Ma io ci sarò, non sia
mai detto che ti abbandono al momento del pericolo.- La sua voce è
sarcastica e Luca sorride in risposta.
Non
ha notatola sua esitazione, ne quel lampo di sofferenza che, per un
attimo, ha velato i suoi occhi.
L'avrebbe
notato fino a ieri, ma non oggi...così preso da se stesso e da Astrid.
Anche se non lo avrebbe ammesso mai.
Nonostante
le premesse (tre ore di film con Di Caprio non sono il sogno più grande
di Luca) il film non è poi così male e Luca, con sua sorpresa si
diverte parecchio. La prima parte è un po' noiosa, con tutte quelle
smancerie, ma dal iceberg in poi deve ammettere che non ha perso una
battuta. Appena iniziato il film tutte le ragazze guardano Di Caprio
che si gioca a carte il suo destino, ed
ha pure vinto... che sfigato!
Pensa Luca mentre osserva attento Astrid. La delicatezza dei suoi
lineamenti lo incanta...non è una bellezza nel senso classico del
termine, intanto ha il naso un po' grande e il viso rotondo...ma quegli
occhi incredibili lo ipnotizzano, non può fare a meno di guardarla e si
giustifica dicendo che questa è la prima fase, quella della conquista.
La
sua bocca, poi, è il sogno di ogni ragazzo, con il labbro inferiore
pieno e morbido, pensa a come deve essere incredibile baciarla e uno
strano formicolio lo invade, stringe forte i pugni per fermare le sue
mani, si rende conto che si sta eccitando pericolosamente, non riesce a
fermare i suoi occhi che continuano a scrutarla dalla semioscurità
della sala, osservando la sua pelle così liscia e chiara, priva dei
classici difetti delle ragazze della sua età. Così bianca rispetto a
quei capelli neri da lasciarlo stordito. Emana un profumo leggero e
delicato, proprio come lei, e pensa che, in fondo, non sarà così
spiacevole amarla, ma una vocina dentro di lui continua: il
difficile sarà poi farla soffrire!
Ma lui la zittisce subito.
Ad
un certo punto Astrid si volta per dirgli qualcosa e così si accorge di
essere osservata. Per un attimo rimangono a fissarsi in silenzio, poi
Astrid parla e il suo viso si illumina:
-
E' bellissimo, vero?- La sua voce è dolce e tenera, Luca alza una mano
e segue i contorni del suo viso, in questo momento non sta pensando a
nessun piano, segue semplicemente un impulso irresistibile. Si ferma
quando arriva alla bocca, la accarezza leggermente, poi china la testa
e la bacia. Le sfiora soltanto le labbra ma questo basta a stordirlo.
Vorrebbe stringerla forte e aprirle la bocca, ma non è certo quello il
posto giusto, con un notevole sforzo lascia cadere la mano e risponde a
voce bassa:
-
Hai ragione è davvero bellissimo- Astrid non è del tutto sicura che
stia parlando del film.
-
Hai finito di piangere? Se lo sapevo portavo il salvagente, almeno non
affogavo...- Micaela si volta e incenerisce Alessandro con uno sguardo
micidiale. Il suo viso è completamente stravolto dalle lacrime che ha
cominciato a versare copiose quando l'iceberg si "scontra" con la nave
(o meglio quando la nave gli va addosso) ma rende lo stesso l'idea,
infatti Alessandro arretra con un sorrisino nervoso:- OK OK, ho
capito...smetto subito!- Senza degnarlo più di uno sguardo Micaela si
rivolge ad Astrid:
-
Ma come fai a non commuoverti???? Sei proprio senza cuore!!!-
-
Bè...- Astrid lascia la mano di Luca e si avvicina a Micaela dandole un
fazzolettino di carta:- Se devo dire la verità, quando ho visto quella
mamma con il suo bambino congelati nell'acqua mi sono quasi messa a
piangere- Micaela alza gli occhi al cielo ma prende il fazzolettino
visto che ha fatto fuori i suoi:
-
Non è possibile, ma se era già da un ora che piangevo.- Luca e
Alessandro scoppiano a ridere e Astrid fa uno sforzo eroico per
trattenersi: conosce Micaela, non glielo perdonerebbe mai altrimenti.
Ma è tutta se stessa che ride... dentro di lei sta facendo capriole e
sta ballando e ridendo; una giornata così l'aveva solo sognata, ma mai,
nemmeno nei suoi sogni più arditi ha mai provato una felicità così
assoluta.
Comunque
riesce a tenere un certo contegno fino a quando arrivano davanti alla
moto di Luca. A quel punto lui si volta verso Alessandro che aveva
continuato a beccarsi con Micaela:- Ale io accompagno a casa Astrid,
non è che tu potresti...bè, magari torni con Micaela?-
I
due rispondono all'unisono:- Ma sei impazzito? Io con...con...- Si
fermano quando si accorgono di aver parlato insieme, poi Alessandro,
per niente cavaliere, "ruba" la parola ad un'offesissima Micaela:-
Piuttosto torno con un cactus!- Micaela apre la bocca ma poi cambia
idea e si chiude in un ostinato mutismo, con sollievo di Luca che ha
già le palle piene di quei due, e
si che Ale è un ragazzo intelligente, non ha mai incontrato qualcuno
che lo fa uscire di testa come 'sta qua,
pensa perplesso.
-
Senti- Fa Alessandro svelto:- Tu accompagna pure Astrid, io torno in
autobus, ti telefono stasera, non preoccuparti!- E, prima di finire la
frase è già alla fermata.
Luca
vorrebbe fermarlo ma un'occhiata ad Astrid gli fa cambiare idea: il suo
viso è il ritratto della felicità e il pensiero che ne è lui la causa
gli fa uno strano effetto. Dovrebbe piantarla li e andarsene,
ma
il pensiero della sua vendetta è sempre più lontano, non è più quello
che occupa i suoi pensieri adesso, non proprio. Eppure la conosce da 4
anni...già
,e forse è proprio per quello che la tenevo a distanza...in fondo lo
sapevo che mi avrebbe fatto questo effetto.
Scaccia
con forza ogni pensiero dalla sua mente e afferra il casco di
Alessandro per metterlo ad un ' eccitatissima Astrid che sta cercando
di convincere Micaela che è al sicuro con Luca perché , su una moto in
pieno centro, non può mica massacrarla e poi ucciderla, no? Finalmente
Micaela si decide ad andarsene, non dopo aver lanciato uno sguardo
severo a Luca .
La
moto lanciata a folle velocità, zigzagare tra le macchine e affrontare
le curve come se fossero le ultime...Luca cerca di trattenersi per non
spaventare Astrid, sa che il suo è un gioco rischioso, ma semplicemente
non ci pensa, non mentre corre a quel modo. Si ferma ad un semaforo
rosso e si volta a vedere come ha reagito.Si aspetta di trovarla in
lacrime o comunque terrorizzata dal suo modo suicida di guidare, invece
lei sta ridendo come una pazza, si toglie il casco e scuote la testa
mentre gli occhi le risplendono di eccitazione:- E' favoloso...non
dirmi che siamo già arrivati, ti prego- Luca le rimette il casco
indugiando su una carezza :- non c'è bisogno di pregarmi, non siamo
ancora arrivati, mi hai detto che abiti a Passons, vero?- Lei fa un
cenno affermativo:- e allora tieniti forte che ti farò volare-
ovviamente non se lo fa ripetere due volte e quando arrivano davanti a
casa sua lei sta ancora volando...letteralmente! Scioglie le mani che
aveva allacciato attorno alla vita di Luca e, con un salto, scende
dalla moto ridendo ancora, poi incontra lo sguardo di Luca e si ferma
di colpo, si sta avvicinando lentamente, come se ogni passo costasse
fatica ed è proprio così, la ragione gli dice che dovrebbe andarsene
adesso e lasciarla lì senza una parola ma la voglia di baciarla è più
grande di qualsiasi ragionamento; le passa un braccio attorno alla vita
mentre appoggia l'altro alla moto, così Astrid si ritrova imprigionata
tra la moto e Luca che china la testa su di lei.- C'è qualcuno a casa
tua che potrebbe vederci?- mormora sopra le sue labbra ma sa che, anche
se ci fosse tutta la sua famiglia schierata a guardarli...non
riuscirebbe a fermarsi lo stesso, gli sfiora le labbra poi torna ad
alzare la testa per permettergli di parlare:- no...mia...mia madre
lavora e mio padre..- la sua voce è poco più di un sussurro e lei
stessa si stupisce di riuscire ancora a respirare, sono secoli che
aspetta questo momento e finalmente adesso è lì ,tra le sue braccia.
Luca non la lascia continuare, le chiude la bocca con la sua e,
finalmente, la bacia. Lascia gli occhi aperti per osservare ogni
particolare del suo viso, per vedere la sua reazione ma, quando Astrid
con un sospiro schiude le labbra lui chiude gli occhi e si abbandona
completamente, facendosi sommergere da una marea di emozioni.
Approfondisce il bacio affondando la lingua nella sua bocca e Astrid
gli risponde con trasporto. Si fermano a fatica, è la prima volta che
da spettacolo in mezzo alla strada. La guarda in viso, i capelli
spettinati, gli occhi che brillano, le guance accese e la bocca...così
morbida, la sfiora velocemente e si allontana a distanza di sicurezza:-
adesso è meglio che vada, spero di non averti messo nei guai- Astrid
scuote la testa senza rispondere, non si fida della sua voce, se è per
questo non si fida nemmeno di se stessa.
Farsi baciare così per strada è da folli...pensa
con gioia
meravigliosamente folle .Tutto
il suo essere sta cantando una canzone meravigliosa, e questo stato di
grazia continua anche quando Luca le da appuntamento per l'indomani
alle otto meno venti, fuori dai cancelli della scuola. Sale sulla moto
e sparisce in fondo alla strada. Solo quando è al sicuro in camera sua
,con la radio accesa ,distesa sul letto mentre con la mente rivive
questa giornata stupenda una domanda incrina la sua felicità, una
domanda che è come un tarlo, un minuscolo tarlo che s'insinua nei suoi
pensieri e inizia a roderli Perché?
Perché proprio oggi, dopo almeno tre anni che gli sto spudoratamente
dietro ,mi ha chiesto di uscire con lui Ieri non mi vedeva nemmeno e
oggi all ' improvviso...mi bacia a quel modo si
tocca la bocca con la mano ma nella mente rimane quella domanda accidenti
a me e a come sono fatta! Ma che me ne frega del perché?
Ma
sa che non riuscirà a zittirla così facilmente. Si goderà questo
momento con Luca e tutti quelli che verranno, fino a quando lui vorrà,
ma dentro di se una parte resterà vigile e attenta...e lei non potrà
farci nulla.