4
Capitolo
Nella
stanza di Luca c'è il solito caos che regna, sovrano.
Le
scarpe da ginnastica sono si fuori nella terrazzina, come sua madre gli
chiede\ordina di fare ogni santa volta ma, comunque, la porta del
sopracitato terrazzino è aperta e l'odore che emanano è quasi
insopportabile.
Per
terra i resti dello zaino aperto giacciono, inanimati, insieme ai
vestiti. Ma lui sembra non rendersene conto.
E'
disteso nel letto, completamente vestito, le mani dietro la testa e il
viso chiuso, indecifrabile.
Sta
pensando alla giornata appena trascorsa e non sa proprio che cosa gli
abbia preso oggi, con Astrid.
Voleva
annullare il loro appuntamento per l'indomani, senza scusarsi nemmeno.
Voleva
essere duro e sgarbato per ferirla.
Pochi
attimi prima aveva visto suo padre sulle scale.
Stava
salendo con l'immancabile libro sotto il braccio e un'espressione
distesa e sorridente sul viso ma, quando aveva incrociato il suo
sguardo, il sorriso si era spento sulle labbra e aveva abbassato gli
occhi.
Quello
che aveva ferito Luca più di ogni altra cosa era stata proprio quella
reazione: suo padre non aveva avuto la forza per sostenere il suo
sguardo, si erano fermati un momento sul pianerottolo ma nessuno dei
due aveva aperto la bocca.
Luca
aspettava un cenno, qualunque cosa che gli facesse capire che suo padre
aveva recuperato quell'orgoglio e quella dignità che lo avevano sempre
contraddistinto.
Un
movimento delle spalle, della testa, qualcosa nello sguardo.
Invece
Graziano abbozzò una specie di sorriso e salì in tutta fretta le scale,
negli occhi, in quell'attimo in cui si erano fissati, Luca vide una
disperazione che gli tolse il respiro.
Appena
arrivò in salotto prese il cellulare di sua madre e tornò in camera sua.
La
voglia di piangere era così forte da fargli male, un male oscuro li, in
fondo alla gola.
Assurdamente
si sentiva quasi in colpa per aver ridotto così suo padre, ma ne aveva
veramente il diritto?
Poi
rivide il viso dolcissimo di sua madre e una rabbia gelida lo investì
di nuovo.
Così
chiamò Astrid con la precisa intenzione di comportarsi da bastardo.
E
adesso, invece, è lì, eccitato come non mai, con una voglia pazza di
lei.
Ma
non è solo una cosa fisica.
Be...diciamo
che anche quello ha la sua parte, la sua pelle ha un profumo
incredibile e baciarla è stato come...come andare in moto a folle
velocità.
Perde
il controllo di se stesso e solo con uno sforzo notevole riesce a
tornare in se e a tirarsi indietro.
Si
rende conto che non ci riuscirà a lungo ma...che meraviglia sfidarsi
così sulla sua moto che è una continuazione di se stesso.
Così
come lo è Astrid.
Questo
pensiero lo colpisce improvvisamente come una frustata.
E'
vero, è stato tutto giusto e perfetto oggi con lei, come non gli è mai
capitato con nessun' altra.
Non
è la prima ragazza con cui esce e certamente non è la più bella.
Ha
avuto diverse ragazze e, nonostante i suoi 19 anni, il sesso per lui
non ha più segreti.
Eppure
si rende conto che con Astrid è diverso.
Lei
non è come le altre, non lo è mai stata.
Come
fa a dirle che voleva prenderla, portarla a letto e poi lasciarla per
dare una lezione a suo padre?
Improvvisamente
l'enormità di quello che ha pensato lo colpisce in pieno.
Si
mette le mani sul viso, consapevole che la disperazione provata quando
aveva visto che suo padre non era l'uomo meraviglioso che lui credeva
l'aveva fatto impazzire.
E
se non sceglieva Astrid?
Se
non sarebbe stata lei ma un'altra, una qualunque appena un po' carina?
Sarebbe
stato in grado di fermarsi?
Si
alza dal letto con questa domanda piantata nel cervello, si spoglia
lasciando i vestiti sul pavimento, va in bagno, apre l'acqua calda e si
mette sotto il getto quando è quasi bollente.
Se
ne sta lì, con il viso abbassato e l'acqua che gli scorre addosso
Dio,
che stupido sono stato...
ripete
queste parole come in una litania.
Forse
non si sarebbe fermato, se era un'altra sarebbe riuscito ad andare fino
in fondo.
Avrebbe
fatto del male non solo a lei, chiunque essa fosse stata, ma anche a se
stesso.
Come
avrebbe potuto guardarsi allo specchio dopo?
Chiude
l'acqua calda e resta pochi secondi sotto quella fredda ma, nonostante
lo shock, sorride tra se ripensando alla telefonata di prima.
Voleva
comportarsi da bastardo...ed invece la sua voce calda, sensuale lo
aveva accarezzato piano.
Eccitandolo
come nessuna donna mai aveva fatto prima.
Torna
serio e chiude l'acqua, prima di prendersi un accidenti, ma si rende
conto che non è servito poi a tanto.
-La
differenza è lei-
Dice
a voce alta, si guarda allo specchio e fa una smorfia alla vista del
suo volto livido:
-
si, la differenza è lei, lo è sempre stata, per questo ne stavo alla
larga, con lei non potevo “divertirmi” come con le altre,
perché...perché la mao, maledizione a me! E adesso?-
Sferra
un pugno alla sua immagine ma si ferma a pochi centimetri dallo
specchio.
Nello
stesso momento Graziano è seduto sul divano, un libro sulle gambe, gli
occhi fissi sulla televisione e la mente da tutt'altra parte.
Suo
figlio lo ha messo con le spalle al muro e non è certo un posto comodo
dove stare.
Guarda
il profilo perfetto di Selene, è appoggiata al divano, con le gambe
incrociate sotto di se , i capelli legati in una morbida coda, con
alcune ciocche che ricadono disordinatamente attorno al viso.
E'
sua moglie da 23 anni e la sua donna da 25, l'ha amata e la ama
profondamente, perché allora non riesce a lasciare Nicole?
Ma
sopratutto...perché si è messo con lei?
E'
possibile che esista un legame più forte dell'amore?
Stasera
dovevano vedersi ma lui ha annullato il loro appuntamento ed è tornato
a casa prima del previsto, tanto che Selene rimase stupita quando lo
vide entrare a quell'ora insolita.
Ma
non gli aveva fatto domande, si era stretta a lui, fiduciosa e
innamorata,ancora adesso dopo 25 anni, e lo aveva baciato.
E
lui si era sentito quasi un eroe.
Almeno
fino a quando non aveva visto Luca sulle scale.
Allora
tutto era crollato miseramente e la disperazione che lo aveva tenuto
sveglio tutta la notte era tornata con prepotenza.
Luca
aveva ragione e lui sapeva benissimo che non poteva durare a lungo.
Ma
Nicole...be, anche lei era speciale.
Non
gli aveva mai chiesto nulla, neanche quella sera gli aveva fatto
domande quando lui aveva telefonato per annullare la loro serata.
Mai
una scenata, né musi lunghi o discussioni.
Con
lei si sentiva di nuovo vivo, come ai primi tempi del suo matrimonio.
Adesso
doveva scegliere: o Nicole o la sua famiglia.
Ma
il pensiero di perderli gli era insopportabile.
Non
sarebbe mai riuscito a vivere senza di loro, era arrivato il momento di
togliere completamente dalla sua vita questa storia con Nicole che era
iniziata come una breve evasione ed era continuata per quattro anni.
Ma
come ci sarebbe riuscito?
Sapeva
benissimo che una parte di se stesso sarebbe rimasta con lei ma sapeva
anche che non riuscirebbe più a guardare suo Luca negli occhi se non lo
avrebbe fatto.
E
non è detto che suo figlio riuscirà a perdonarlo lo stesso.
Un
cielo limpido e sereno ma freddo saluta Luca l'indomani mattina.
Quando
entra in cucina per fare colazione trova sua sorella in piedi, davanti
alla finestra, con al tazza del caffè stretta tra le mani.
Ha
lo sguardo assente e la testa appoggiata alla spalla destra, come fa
sempre quando è preoccupata per qualche cosa.
I
capelli sono raccolti in una coda molto bassa e diversi riccioli le
incorniciano il volto.
E'
bellissima sotto questa luce, Luca vorrebbe essere un pittore e saperla
ritrarre, ma è lei l'artista della famiglia, quella che in poco tempo
riesce a fare dei capolavori, lui fa dei disegni che fanno ridere anche
suo cugino di sette anni.
Eppure
adesso vorrebbe essere capace di farlo, per cogliere quell'espressione
così intensa che Elisa ha sul viso e come la luce rosata che entra
dalla finestra illumina i suoi capelli di mille bagliori.
E'
preoccupata per qualche cosa, ma non credo di essere in cima ai suoi
pensieri adesso.
E
invece di essere contento uno strano malessere lo rende inquieto.
Dovrebbe
essere felice, ha sempre trovato strano che sua sorella non avesse uno
straccio di storia.
Evidentemente
si sbagliava ed invece di sentirsi sollevato si sente inquieto.
E
non è solo per quell'espressione così assorta e preoccupata ma è per
qualcosa
di
più oscuro e profondo, un vago e minaccioso senso di ...gelosia?
Possibile?
Ma allora sono proprio il minimo dei minimi pensa con costernazione.
Si
rende conto di essere rimasto fermo sulla porta fino a quel momento,
entra lentamente e si dirige verso i fornelli, dove il pentolino con il
latte è posato accanto alla caffettiera:
-E'
tutto pronto, devi solo versartelo nella tazza-
Elisa
si volta verso di lui sorridendo teneramente e Luca si sente un verme
pensando alla gelosia di poco prima.
E'
straordinaria e si merita tutta la felicità possibile e un sorriso
illumina finalmente il suo volto, mentre si volta e si versa il suo
caffè latte personale (1\2 litro di latte e un goccino di caffè ).
Si
siede a tavola e invita sua sorella a fare altrettanto:
-Siediti
qui, accanto a me . -
Quella
richiesta così inusuale la coglie di sorpresa, lo guarda con
attenzione, temendo uno scherzo ma Luca ha rivolto la sua attenzione ai
biscotti e sembra del tutto inoffensivo mentre infila metà mano nel
latte insieme al biscotto per poi ficcarselo in bocca.
Così
si siedono accanto e continuano a fare colazione insieme, Elisa con il
suo caffè, Luca con quella montagna di biscotti:
-Per
fortuna che adoro andare in palestra, altrimenti penso che rotolerei
invece di camminare -
sospira
Luca deliziato, dopo aver mangiato l'ennesimo biscotto, Elisa sorride
tra se e sta per rispondergli con una battuta quando lui esce fuori con
una frase che la gela completamente:
-Come
si chiama?-
Lo
guarda smarrita, sperando di aver capito male ma lui la disillude
subito:
-e
dai Eli, non far finta di nulla, c'è un lui che ti fa perdere il sonno,
vero? L'ho capito da poco ma ho il sospetto che sia una faccenda
iniziata già da un po'; allora? Fuori il nome.-
Elisa
si alza e mette la tazza nel lavandino, il cuore va a mille e spera
solo che suo fratello la pianti con tutte queste domande:
-Io
vado, ho il treno alle otto e, se non mi sbrigo...-
ma
Luca la interrompe, spazientito:
-
il nome Eli...-
lei
va all'entrata, prende la giacca, lo zaino e fa per uscire quando sente
la voce di suo fratello dietro di se:
-
guarda che non esci senza dirmelo...-
si
volta a guardarlo, spazientita, Luca è appoggiato alla porta della
cucina e sembra completamente rilassato ma Elisa non si lascia
ingannare, sa che basta un suo piccolo movimento e lui scatta come una
molla e allora decide, proprio in quel preciso istante, che è ora di
finirla:
-Daniel!
Il suo nome è Daniel! Contento adesso?-
Lo
lascia li, con un'espressione di assoluto stupore dipinta sul viso ed
esce di corsa.
Prende
l'autobus al volo e sparisce alla vista di Luca prima che lui possa
fare un solo gesto.
Il
suo unico pensiero è per Daniel prima di essere travolta dalle
chiacchiere di Laura, la ragazza che va con lei alla stazione ogni
volta che devono prendere il treno, Elisa per Venezia mentre Laura
scende a Casarsa:
-Povero
caro...spero che sappia tenere testa a Luca .-
E'
un Luca completamente scioccato quello che si presenta a scuola poco
dopo.
Arriva
un attimo prima di Astrid e Alessandro e non sa proprio con chi andare.
La
voglia di parlare con il suo amico è fortissima così, appena lo vede
scendere dall'autobus, si dirige verso di lui.
Per
tutta la strada si è ripetuto che non può essere quel Daniel,
accidenti, ha la sua età, solo qualche mese più di lui ma ben 4 anni
meno di Elisa.
E
quando è iniziata quanti anni aveva?
Possibile
che sua sorella si fosse messa con un ragazzino?
E
a ogni pensiero di questo genere cresceva la sua confusione ma anche la
sua rabbia.
Meglio
per lui se è un omonimo ringhia tra se ogni dieci secondi ma sa che le
possibilità che non siano il suo amico sono scarsissime, altrimenti
perché tutta quella reticenza?
E
perché Elisa è scappata così?
Eh
si...perché quella era proprio una fuga in piena regola.
Ma,
appena si avvicina ad Alessandro ecco sopraggiungere l'autobus di
Astrid.
Mentre
si salutano una parte di sé osserva attentamente tutti quelli che
scendono dall'autobus, aspettando di vederla da un momento all'altro:
-Ale,
io devo parlarti di Daniel, è importante e...- La frase si perde in un
mormorio indistinto appena la vede, ha una gonna nera che si ferma
sopra il ginocchio e la giacca a vento bianca è aperta, lasciando
intravedere un maglioncino aderente che la fascia alla perfezione.
I
capelli neri sono sciolti come sempre e arrivano a sfiorarle la vita.
Appena
la vede un sorriso dolcissimo illumina quegli occhi che lo hanno tenuto
sveglio per gran parte della notte.
Si
volta verso Alessandro ma lui si già eclissato molto discretamente.
Sa
già che quando entrerà in classe dovrà dare molte spiegazioni e
probabilmente passeranno tutto il tempo parlando, cercando di non farsi
beccare dai professori ma adesso non è importante, come non è
importante Daniel né Elisa.
Luca
resta lì come un cretino, senza riuscire a muoversi.
E'
lei a fare i primi passi ma, quando si ferma davanti a lui sembra che
tutto il suo coraggio l'abbia abbandonata, il sorriso si spegne
lentamente, allora Luca riempie quel piccolissimo spazio che ancora li
separa e la abbraccia.
Attorno
a loro gli altri ragazzi li spingono, indifferenti a quello che stanno
facendo, qualcuno si volta a guardarli con un mezzo sorriso ma poi tira
dritto.
Luca
resta li, con il viso tra i suoi capelli, respirando il suo delicato
profumo fino a quando lei mormora, con un filo di voce:
-forse
è meglio toglierci da qui, stiamo dando spettacolo -
La
sua voce tenera ed esitante la fa sorridere, com'è diversa dalle altre
che facevano di tutto per esibirlo, come se fosse un trofeo appena
vinto.
Le
fa una carezza sul volto, togliendo una ciocca di capelli e appoggia,
brevemente, le labbra sulla sua guancia.
Un
bacio leggerissimo che però scivola sulle labbra per fermarsi li.
Un
attimo soltanto.
Ha
ragione lei, è meglio spostarsi e lui sa benissimo dove andare, dove
non ci sono sguardi curiosi ne indagatori.
A
passo sicuro, con la sua mano stretta nella sua, si dirige dove mette
la moto, nel cortile interno della loro grande scuola.
Là
non c'è nessuno, soltanto moto grandi e piccole e una quantità
impressionante di biciclette e un paio di ragazzi che parlano un po'
più in la e ai quali lui fa un cenno con il capo:
-Li
conosci?-
ma
Luca sa che quella è una domanda casuale, per rompere quel silenzio
imbarazzante.
In
fondo è il loro primo appuntamento da soli, se mai si può chiamare
appuntamento vedersi dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni,
escludendo chiaramente quello di ieri, dove erano in quattro.
Riesce
a capirla benissimo perché anche lui sente qualcosa che assomiglia
all'imbarazzo e, onestamente, non credeva proprio di poter provare una
cosa del genere con una ragazza.
Ma
appena si appoggia al sellino della sua moto dimentica tutte le sue
paure e le mille domande che popolano la sua mente in quegli ultimi
giorni.
Ha
deciso di abbandonarsi a lei e a quello che provo.
Basta
giocare con le ragazze, per ora c'è Astrid e questo sentimento che
cresce sempre più, finalmente libero.
Parlerà
con lei di tutto quello che è successo, certo, ma non adesso.
Adesso
proprio no.
Allarga
leggermente le gambe e lei si appoggia a lui mentre iniziano a baciarsi.
Come
se non ci fosse nulla altro al mondo che loro due.
Loro
due, quella moto dove sono appoggiati e il loro sapore, la loro
morbidezza.
La
loro passione.
Rientrano
in classe in ritardo, con il professore che li incenerisce con lo
sguardo.
Astrid
va al suo banco dove un'imbronciata Micaela la sta aspettando,mentre
Luca si siede accanto ad Alessandro che, con l'aria più indifferente
del mondo,mormora :
-il
rossetto caro, te ne sei messo troppo stamattina-
senza
distogliere gli occhi dal professore.
Luca
lo guarda allibito e si pulisce con un fazzolettino che Alessandro gli
porge.
Per
tutta la lezione Bruno e Daniel gli lanciano occhiate incuriosite ma
Luca fa finta di non accorgersene e si finge immerso nella spiegazione
del professore.
Immagina
la curiosità degli amici e già pensa a cosa gli dovrà dire,del resto è
abbastanza comprensibile, anche lui, al loro posto, vorrebbe capire che
accidenti sta succedendo al loro amico, visto che rientra in classe
dieci minuti dopo,mano nella mano con una loro compagna che non aveva
mai filato prima, bé, ce n'è abbastanza per scatenare le loro fervide
immaginazioni.
E
poi, dulcis in fundo, c'è Alessandro con le sue frecciatine,come quando
gli mormora, con la massima noncuranza:
-quando
ti comporterai da carogna avvertimi, non voglio perdermi lo
spettacolo!-
Comunque,
se Dio vuole, finisce anche questa mattinata e si ritrova fuori.
Già
a ricreazione hanno cercato di bloccarlo per martellarlo di domande ma
lui, con uno scatto degno di Mennea, è riuscito ad evitarli per
raggiungere Astrid che cercava, a sua volta, di convincere una
preoccupata Micaela che il rossetto sbavato non erano affari suoi e che
non era successo nulla di indecente con Luca, né il giorno prima ne
oggi.
Liquidata
anche l'amica, finalmente, riuscirono ad avere un po' di intimità in
uno dei tanti angolini che Luca conosce molto bene.
All'una
però Daniel, Bruno ed Alessandro non lo lasciano andare e,senza
demordere, lo seguono fino alla fermata dell'autobus dove lui saluta
una delusa Astrid.
Capisce
bene che deve delle spiegazioni ai suoi amici più cari, così come lei
dovrà raccontare tutto, o quasi, a Micaela, ma gli sarebbe piaciuto
moltissimo essere accompagnata a casa da lui, sulla moto.
Luca
resta sul marciapiede con la promessa di andare a casa sua nel
pomeriggio per studiare Latino e, lui spera almeno, non soltanto quello.
Rimane
li a guardarla fino a quando l'autobus svolta l'angolo, poi si volta
per affrontare il match che l'aspetta e, puntuale, si trova davanti gli
occhi ridenti di Daniel.
Così,
improvvisamente, ricorda anche Elisa.
E
il motivo per cui, solo poche ore prima, era furibondo con lui.
Ed
è proprio Daniel a dirgli:
-
sbaglio o è esploso un grande amore a scoppio ritardato?-
Ma
Luca non ride più e la dolcezza che aveva illuminato il suo sguardo
fino a un attimo prima lo abbandona.
E
davanti ai suoi amici allibiti apostrofa Daniel con voce gelida:
-
Tu ed io dobbiamo parlare, o forse è meglio dire che tu devi parlarmi,
dico bene? -
Un
barlume di speranza si fa strada in Daniel , “ lo sa, Elisa glielo ha
detto, non riesco a crederci “, ma Luca lo costringe a mettere da parte
le sue considerazioni e le sue speranze quando lo afferra per un
braccio e lo trascina in disparte, salutando con un secco cenno del
capo due paia d'occhi spalancati che lo guardano come se fosse
impazzito.
E'
strano vedere Luca in quelle condizioni, così come è stato strano
vederlo tenero e dolce con Astrid.
Daniel
non oppone resistenza e si lascia portare via docilmente da un Luca
piuttosto arrabbiato.
E'
successo tutto così improvvisamente che non riesce a capacitarsi del
cambiamento così repentino del suo amico.
La
sera prima lui ed Elisa erano insieme a casa sua.
I
suoi erano usciti per andare a lezione di ballo e loro, abbracciati sul
divano davanti a una TV inutilmente accesa, avevano parlato con calma
di tutto quello che era successo negli ultimi giorni con Luca e suo
padre.
Ama
profondamente Elisa e da più di un anno il loro rapporto è completo e
bellissimo.
L'unico
dolore è sempre stata questa segretezza con Luca e i suoi amici.
All'inizio
pensava che si vergognasse di lui e della sua giovane età, ma lei gli
aveva fatto capire che, l'unica cosa di cui aveva paura, era la
reazione di suo fratello.
Cosa
doveva fare per aiutarla?
Voleva
vivere la loro storia alla luce del sole, senza vedersi di nascosto né
inventare balle per non farsi scoprire da Luca.
Oh
si, lui capiva benissimo quello che provava lei per quel fratello così
testardo e orgoglioso.
Anche
se era figlio unico sapeva cosa voleva dire amare qualcuno
profondamente da volersi difendere da tutte le delusioni e i colpi
bassi della vita.
Lo
aveva scoperto con lei.
Ma
questo non vuol dire che la approva, se fosse dipeso da lui avrebbe
affrontato Luca già da un po' per mettere finalmente le cose in chiaro,
bé...adesso ne ha l'occasione, adesso è li con Luca che lo guarda con
due occhi duri come l'acciaio, le mani strette a pugno, stese lungo i
fianchi e il corpo pronto a scattare per spedirlo lungo disteso per
terra.
Dopo
alcuni secondi di silenzio Daniel si decide a parlare:
-cosa
c'è di preciso che dovrei dirti, secondo te?-
Cerca
di prendere tempo per capire che cosa sa esattamente.
Elisa
aveva detto che non era ancora il momento giusto perché Luca aveva
scoperto tutto di suo padre.
Come
mai ha cambiato idea?
-
Non prendermi per uno stupido, non lo sopporto!-
Esclama
Luca, si rende conto di aver gridato ed abbassa la voce:
-
Sai benissimo che cosa dovresti dirmi, sei il ragazzo di mia sorella,
vero?-
Daniel
capisce che è arrivato il momento di chiarire le cose e cerca di fare
appello a tutto il suo autocontrollo, non deve dimenticare che davanti
a se non c'è soltanto il fratello della sua ragazza ma, sopratutto, un
suo amico anche se l'altro, adesso, vorrebbe soltanto stenderlo:
-
Potrei dirti che non sono affari tuoi, nonostante tutta la mia buona
volontà non riesco a capire perchè ti scaldi tanto. Elisa è tua
sorella, non la tua ragazza.-
Ha
parlato con un tono di voce calmo e misurato, apparentemente rilassato
ma osserva Luca con attenzione per capire e prevenire eventuali scoppi
d'ira.
Sa
che lo sta provocando ma lo conosce bene, non c'è altra strada con lui.
Infatti
Luca abbocca subito:
-
Ma che cosa dici? Come sarebbe “non sono affari tuoi”? E di chi vuoi
che siano? Da quanto tempo vi vedete alle mie spalle? Da quanto fingete
indifferenza davanti a tutti?-
Sorridendo
tra se Daniel si rende conto di essere sulla strada giusta e continua
con lo stesso tono calmo:
-
ma cos'è che ti brucia tanto? Essere tenuto all'oscuro della nostra
storia-
e
calca la voce sulla parola “nostra” ,
-
il fatto che sono un tuo amico o perchè sono più giovane di lei? Hai
paura che si renda ridicola ? Bè, non devi preoccuparti di questo, tua
sorella è una ragazza splendida e l'unico sentimento che possono
provare agli altri è solo invidia-
Ha
parlato scandendo bene le parole e adesso è li, davanti a un Luca
spiazzato che lo guarda come se non riuscisse a riconoscerlo:
-
Ma non dire stronzate! So bene che nessuno si prenderà gioco di voi,
non lo permetterò mai...-
Si
ferma rendendosi conto di quello che ha detto, guarda la faccia calma e
rilassata di Daniel e si accorge che non sono più soli, Alessandro e
Bruno sono vicino a loro e li osservano preoccupati.
Si
sono avvicinati al secondo scoppio d'ira di Luca e hanno ascoltato, con
evidente costernazione, quello che si sono detti
Luca
guarda i loro volti ansiosi e non sa se arrabbiarsi o essergliene
grato, in fondo gli hanno impedito di fare una sciocchezza.
Eppure
non riesce a non avercela con Daniel, quel che gli brucia di più è
stato il loro silenzio, se glielo dicevano subito sarebbe stato meglio,
non poteva certo dire che non si sarebbe arrabbiata ma almeno non si
sarebbe sentito preso in giro:
-
Comunque, per rispondere alla tua domanda...è da più di un anno che
siamo insieme -
Alla
faccia sbalordita di Luca Daniel continua:
-
già, hai capito bene, lei aveva 22 anni e io 18, quando ci siamo resi
conto di quello che stava accadendo ormai era tardi per fermarci o per
ragionare e non ti abbiamo detto nulla perchè è stata una scelta di
Elisa. Che io ho rispettato pur non essendo daccordo.
Ma
lei aveva paura della tua reazione, paura che la disapprovassi o
peggio... temeva il tuo disprezzo...-
Finisce
di parlare e si rende conto che Luca, ormai, non è più arrabbiato,
sembra un puglie al quale abbiano appena detto che l'incontro non si
farà più.
Sul
suo viso passano un'infinità di emozioni ma prevale la delusione e
Daniel si rende conto che Elisa, forse, aveva ragione : gliene sono
capitate troppe ultimamante e questa non ci voleva, già, proprio non ci
voleva.
Prova
una pena improvvisa per quel ragazzo così cocciuto ed esageratamente
possessivo, ma anche leale e coraggioso; “però deve capire che non può
intromettersi così nella vita degli altri e pretendere di esserne il
padrone “ pensa Danil e sul suo viso passa un'ombra di durezza che lo
fa sembrare più maturo dei suoi 19 anni.
Si
è nascosto per un anno...non ha intenzione di farlo mai più.