4 Capitolo

Nella stanza di Luca c'è il solito caos che regna, sovrano.
Le scarpe da ginnastica sono si fuori nella terrazzina, come sua madre gli chiede\ordina di fare ogni santa volta ma, comunque, la porta del sopracitato terrazzino è aperta e l'odore che emanano è quasi insopportabile.
Per terra i resti dello zaino aperto giacciono, inanimati, insieme ai vestiti. Ma lui sembra non rendersene conto.
E' disteso nel letto, completamente vestito, le mani dietro la testa e il viso chiuso, indecifrabile.
Sta pensando alla giornata appena trascorsa e non sa proprio che cosa gli abbia preso oggi, con Astrid.
Voleva annullare il loro appuntamento per l'indomani, senza scusarsi nemmeno.
Voleva essere duro e sgarbato per ferirla.
Pochi attimi prima aveva visto suo padre sulle scale.
Stava salendo con l'immancabile libro sotto il braccio e un'espressione distesa e sorridente sul viso ma, quando aveva incrociato il suo sguardo, il sorriso si era spento sulle labbra e aveva abbassato gli occhi.
Quello che aveva ferito Luca più di ogni altra cosa era stata proprio quella reazione: suo padre non aveva avuto la forza per sostenere il suo sguardo, si erano fermati un momento sul pianerottolo ma nessuno dei due aveva aperto la bocca.
Luca aspettava un cenno, qualunque cosa che gli facesse capire che suo padre aveva recuperato quell'orgoglio e quella dignità che lo avevano sempre contraddistinto.
Un movimento delle spalle, della testa, qualcosa nello sguardo.
Invece Graziano abbozzò una specie di sorriso e salì in tutta fretta le scale, negli occhi, in quell'attimo in cui si erano fissati, Luca vide una disperazione che gli tolse il respiro.
Appena arrivò in salotto prese il cellulare di sua madre e tornò in camera sua.
La voglia di piangere era così forte da fargli male, un male oscuro li, in fondo alla gola.
Assurdamente si sentiva quasi in colpa per aver ridotto così suo padre, ma ne aveva veramente il diritto?
Poi rivide il viso dolcissimo di sua madre e una rabbia gelida lo investì di nuovo.
Così chiamò Astrid con la precisa intenzione di comportarsi da bastardo.
E adesso, invece, è lì, eccitato come non mai, con una voglia pazza di lei.
Ma non è solo una cosa fisica.
Be...diciamo che anche quello ha la sua parte, la sua pelle ha un profumo incredibile e baciarla è stato come...come andare in moto a folle velocità.
Perde il controllo di se stesso e solo con uno sforzo notevole riesce a tornare in se e a tirarsi indietro.
Si rende conto che non ci riuscirà a lungo ma...che meraviglia sfidarsi così sulla sua moto che è una continuazione di se stesso.
Così come lo è Astrid.
Questo pensiero lo colpisce improvvisamente come una frustata.
E' vero, è stato tutto giusto e perfetto oggi con lei, come non gli è mai capitato con nessun' altra.
Non è la prima ragazza con cui esce e certamente non è la più bella.
Ha avuto diverse ragazze e, nonostante i suoi 19 anni, il sesso per lui non ha più segreti.
Eppure si rende conto che con Astrid è diverso.
Lei non è come le altre, non lo è mai stata.
Come fa a dirle che voleva prenderla, portarla a letto e poi lasciarla per dare una lezione a suo padre?
Improvvisamente l'enormità di quello che ha pensato lo colpisce in pieno.
Si mette le mani sul viso, consapevole che la disperazione provata quando aveva visto che suo padre non era l'uomo meraviglioso che lui credeva l'aveva fatto impazzire.
E se non sceglieva Astrid?
Se non sarebbe stata lei ma un'altra, una qualunque appena un po' carina?
Sarebbe stato in grado di fermarsi?
Si alza dal letto con questa domanda piantata nel cervello, si spoglia lasciando i vestiti sul pavimento, va in bagno, apre l'acqua calda e si mette sotto il getto quando è quasi bollente.
Se ne sta lì, con il viso abbassato e l'acqua che gli scorre addosso
Dio, che stupido sono stato...
ripete queste parole come in una litania.
Forse non si sarebbe fermato, se era un'altra sarebbe riuscito ad andare fino in fondo.
Avrebbe fatto del male non solo a lei, chiunque essa fosse stata, ma anche a se stesso.
Come avrebbe potuto guardarsi allo specchio dopo?
Chiude l'acqua calda e resta pochi secondi sotto quella fredda ma, nonostante lo shock, sorride tra se ripensando alla telefonata di prima.
Voleva comportarsi da bastardo...ed invece la sua voce calda, sensuale lo aveva accarezzato piano.
Eccitandolo come nessuna donna mai aveva fatto prima.
Torna serio e chiude l'acqua, prima di prendersi un accidenti, ma si rende conto che non è servito poi a tanto.
-La differenza è lei-
Dice a voce alta, si guarda allo specchio e fa una smorfia alla vista del suo volto livido:
- si, la differenza è lei, lo è sempre stata, per questo ne stavo alla larga, con lei non potevo “divertirmi” come con le altre, perché...perché la mao, maledizione a me! E adesso?-
Sferra un pugno alla sua immagine ma si ferma a pochi centimetri dallo specchio.
Nello stesso momento Graziano è seduto sul divano, un libro sulle gambe, gli occhi fissi sulla televisione e la mente da tutt'altra parte.
Suo figlio lo ha messo con le spalle al muro e non è certo un posto comodo dove stare.
Guarda il profilo perfetto di Selene, è appoggiata al divano, con le gambe incrociate sotto di se , i capelli legati in una morbida coda, con alcune ciocche che ricadono disordinatamente attorno al viso.
E' sua moglie da 23 anni e la sua donna da 25, l'ha amata e la ama profondamente, perché allora non riesce a lasciare Nicole?
Ma sopratutto...perché si è messo con lei?
E' possibile che esista un legame più forte dell'amore?
Stasera dovevano vedersi ma lui ha annullato il loro appuntamento ed è tornato a casa prima del previsto, tanto che Selene rimase stupita quando lo vide entrare a quell'ora insolita.
Ma non gli aveva fatto domande, si era stretta a lui, fiduciosa e innamorata,ancora adesso dopo 25 anni, e lo aveva baciato.
E lui si era sentito quasi un eroe.
Almeno fino a quando non aveva visto Luca sulle scale.
Allora tutto era crollato miseramente e la disperazione che lo aveva tenuto sveglio tutta la notte era tornata con prepotenza.
Luca aveva ragione e lui sapeva benissimo che non poteva durare a lungo.
Ma Nicole...be, anche lei era speciale.
Non gli aveva mai chiesto nulla, neanche quella sera gli aveva fatto domande quando lui aveva telefonato per annullare la loro serata.
Mai una scenata, né musi lunghi o discussioni.
Con lei si sentiva di nuovo vivo, come ai primi tempi del suo matrimonio.
Adesso doveva scegliere: o Nicole o la sua famiglia.
Ma il pensiero di perderli gli era insopportabile.
Non sarebbe mai riuscito a vivere senza di loro, era arrivato il momento di togliere completamente dalla sua vita questa storia con Nicole che era iniziata come una breve evasione ed era continuata per quattro anni.
Ma come ci sarebbe riuscito?
Sapeva benissimo che una parte di se stesso sarebbe rimasta con lei ma sapeva anche che non riuscirebbe più a guardare suo Luca negli occhi se non lo avrebbe fatto.
E non è detto che suo figlio riuscirà a perdonarlo lo stesso.
Un cielo limpido e sereno ma freddo saluta Luca l'indomani mattina.
Quando entra in cucina per fare colazione trova sua sorella in piedi, davanti alla finestra, con al tazza del caffè stretta tra le mani.
Ha lo sguardo assente e la testa appoggiata alla spalla destra, come fa sempre quando è preoccupata per qualche cosa.
I capelli sono raccolti in una coda molto bassa e diversi riccioli le incorniciano il volto.
E' bellissima sotto questa luce, Luca vorrebbe essere un pittore e saperla ritrarre, ma è lei l'artista della famiglia, quella che in poco tempo riesce a fare dei capolavori, lui fa dei disegni che fanno ridere anche suo cugino di sette anni.
Eppure adesso vorrebbe essere capace di farlo, per cogliere quell'espressione così intensa che Elisa ha sul viso e come la luce rosata che entra dalla finestra illumina i suoi capelli di mille bagliori.
E' preoccupata per qualche cosa, ma non credo di essere in cima ai suoi pensieri adesso.
E invece di essere contento uno strano malessere lo rende inquieto.
Dovrebbe essere felice, ha sempre trovato strano che sua sorella non avesse uno straccio di storia.
Evidentemente si sbagliava ed invece di sentirsi sollevato si sente inquieto.
E non è solo per quell'espressione così assorta e preoccupata ma è per qualcosa
di più oscuro e profondo, un vago e minaccioso senso di ...gelosia?
Possibile? Ma allora sono proprio il minimo dei minimi pensa con costernazione.
Si rende conto di essere rimasto fermo sulla porta fino a quel momento, entra lentamente e si dirige verso i fornelli, dove il pentolino con il latte è posato accanto alla caffettiera:
-E' tutto pronto, devi solo versartelo nella tazza-
Elisa si volta verso di lui sorridendo teneramente e Luca si sente un verme pensando alla gelosia di poco prima.
E' straordinaria e si merita tutta la felicità possibile e un sorriso illumina finalmente il suo volto, mentre si volta e si versa il suo caffè latte personale (1\2 litro di latte e un goccino di caffè ).
Si siede a tavola e invita sua sorella a fare altrettanto:
-Siediti qui, accanto a me . -
Quella richiesta così inusuale la coglie di sorpresa, lo guarda con attenzione, temendo uno scherzo ma Luca ha rivolto la sua attenzione ai biscotti e sembra del tutto inoffensivo mentre infila metà mano nel latte insieme al biscotto per poi ficcarselo in bocca.
Così si siedono accanto e continuano a fare colazione insieme, Elisa con il suo caffè, Luca con quella montagna di biscotti:
-Per fortuna che adoro andare in palestra, altrimenti penso che rotolerei invece di camminare -
sospira Luca deliziato, dopo aver mangiato l'ennesimo biscotto, Elisa sorride tra se e sta per rispondergli con una battuta quando lui esce fuori con una frase che la gela completamente:
-Come si chiama?-
Lo guarda smarrita, sperando di aver capito male ma lui la disillude subito:
-e dai Eli, non far finta di nulla, c'è un lui che ti fa perdere il sonno, vero? L'ho capito da poco ma ho il sospetto che sia una faccenda iniziata già da un po'; allora? Fuori il nome.-
Elisa si alza e mette la tazza nel lavandino, il cuore va a mille e spera solo che suo fratello la pianti con tutte queste domande:
-Io vado, ho il treno alle otto e, se non mi sbrigo...-
ma Luca la interrompe, spazientito:
- il nome Eli...-
lei va all'entrata, prende la giacca, lo zaino e fa per uscire quando sente la voce di suo fratello dietro di se:
- guarda che non esci senza dirmelo...-
si volta a guardarlo, spazientita, Luca è appoggiato alla porta della cucina e sembra completamente rilassato ma Elisa non si lascia ingannare, sa che basta un suo piccolo movimento e lui scatta come una molla e allora decide, proprio in quel preciso istante, che è ora di finirla:
-Daniel! Il suo nome è Daniel! Contento adesso?-
Lo lascia li, con un'espressione di assoluto stupore dipinta sul viso ed esce di corsa.
Prende l'autobus al volo e sparisce alla vista di Luca prima che lui possa fare un solo gesto.
Il suo unico pensiero è per Daniel prima di essere travolta dalle chiacchiere di Laura, la ragazza che va con lei alla stazione ogni volta che devono prendere il treno, Elisa per Venezia mentre Laura scende a Casarsa:
-Povero caro...spero che sappia tenere testa a Luca .-
E' un Luca completamente scioccato quello che si presenta a scuola poco dopo.
Arriva un attimo prima di Astrid e Alessandro e non sa proprio con chi andare.
La voglia di parlare con il suo amico è fortissima così, appena lo vede scendere dall'autobus, si dirige verso di lui.
Per tutta la strada si è ripetuto che non può essere quel Daniel, accidenti, ha la sua età, solo qualche mese più di lui ma ben 4 anni meno di Elisa.
E quando è iniziata quanti anni aveva?
Possibile che sua sorella si fosse messa con un ragazzino?
E a ogni pensiero di questo genere cresceva la sua confusione ma anche la sua rabbia.
Meglio per lui se è un omonimo ringhia tra se ogni dieci secondi ma sa che le possibilità che non siano il suo amico sono scarsissime, altrimenti perché tutta quella reticenza?
E perché Elisa è scappata così?
Eh si...perché quella era proprio una fuga in piena regola.
Ma, appena si avvicina ad Alessandro ecco sopraggiungere l'autobus di Astrid.
Mentre si salutano una parte di sé osserva attentamente tutti quelli che scendono dall'autobus, aspettando di vederla da un momento all'altro:
-Ale, io devo parlarti di Daniel, è importante e...- La frase si perde in un mormorio indistinto appena la vede, ha una gonna nera che si ferma sopra il ginocchio e la giacca a vento bianca è aperta, lasciando intravedere un maglioncino aderente che la fascia alla perfezione.
I capelli neri sono sciolti come sempre e arrivano a sfiorarle la vita.
Appena la vede un sorriso dolcissimo illumina quegli occhi che lo hanno tenuto sveglio per gran parte della notte.
Si volta verso Alessandro ma lui si già eclissato molto discretamente.
Sa già che quando entrerà in classe dovrà dare molte spiegazioni e probabilmente passeranno tutto il tempo parlando, cercando di non farsi beccare dai professori ma adesso non è importante, come non è importante Daniel né Elisa.
Luca resta lì come un cretino, senza riuscire a muoversi.
E' lei a fare i primi passi ma, quando si ferma davanti a lui sembra che tutto il suo coraggio l'abbia abbandonata, il sorriso si spegne lentamente, allora Luca riempie quel piccolissimo spazio che ancora li separa e la abbraccia.
Attorno a loro gli altri ragazzi li spingono, indifferenti a quello che stanno facendo, qualcuno si volta a guardarli con un mezzo sorriso ma poi tira dritto.
Luca resta li, con il viso tra i suoi capelli, respirando il suo delicato profumo fino a quando lei mormora, con un filo di voce:
-forse è meglio toglierci da qui, stiamo dando spettacolo -
La sua voce tenera ed esitante la fa sorridere, com'è diversa dalle altre che facevano di tutto per esibirlo, come se fosse un trofeo appena vinto.
Le fa una carezza sul volto, togliendo una ciocca di capelli e appoggia, brevemente, le labbra sulla sua guancia.
Un bacio leggerissimo che però scivola sulle labbra per fermarsi li.
Un attimo soltanto.
Ha ragione lei, è meglio spostarsi e lui sa benissimo dove andare, dove non ci sono sguardi curiosi ne indagatori.
A passo sicuro, con la sua mano stretta nella sua, si dirige dove mette la moto, nel cortile interno della loro grande scuola.
Là non c'è nessuno, soltanto moto grandi e piccole e una quantità impressionante di biciclette e un paio di ragazzi che parlano un po' più in la e ai quali lui fa un cenno con il capo:
-Li conosci?-
ma Luca sa che quella è una domanda casuale, per rompere quel silenzio imbarazzante.
In fondo è il loro primo appuntamento da soli, se mai si può chiamare appuntamento vedersi dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni, escludendo chiaramente quello di ieri, dove erano in quattro.
Riesce a capirla benissimo perché anche lui sente qualcosa che assomiglia all'imbarazzo e, onestamente, non credeva proprio di poter provare una cosa del genere con una ragazza.
Ma appena si appoggia al sellino della sua moto dimentica tutte le sue paure e le mille domande che popolano la sua mente in quegli ultimi giorni.
Ha deciso di abbandonarsi a lei e a quello che provo.
Basta giocare con le ragazze, per ora c'è Astrid e questo sentimento che cresce sempre più, finalmente libero.
Parlerà con lei di tutto quello che è successo, certo, ma non adesso.
Adesso proprio no.
Allarga leggermente le gambe e lei si appoggia a lui mentre iniziano a baciarsi.
Come se non ci fosse nulla altro al mondo che loro due.
Loro due, quella moto dove sono appoggiati e il loro sapore, la loro morbidezza.
La loro passione.
Rientrano in classe in ritardo, con il professore che li incenerisce con lo sguardo.
Astrid va al suo banco dove un'imbronciata Micaela la sta aspettando,mentre Luca si siede accanto ad Alessandro che, con l'aria più indifferente del mondo,mormora :
-il rossetto caro, te ne sei messo troppo stamattina-
senza distogliere gli occhi dal professore.
Luca lo guarda allibito e si pulisce con un fazzolettino che Alessandro gli porge.
Per tutta la lezione Bruno e Daniel gli lanciano occhiate incuriosite ma Luca fa finta di non accorgersene e si finge immerso nella spiegazione del professore.
Immagina la curiosità degli amici e già pensa a cosa gli dovrà dire,del resto è abbastanza comprensibile, anche lui, al loro posto, vorrebbe capire che accidenti sta succedendo al loro amico, visto che rientra in classe dieci minuti dopo,mano nella mano con una loro compagna che non aveva mai filato prima, bé, ce n'è abbastanza per scatenare le loro fervide immaginazioni.
E poi, dulcis in fundo, c'è Alessandro con le sue frecciatine,come quando gli mormora, con la massima noncuranza:
-quando ti comporterai da carogna avvertimi, non voglio perdermi lo spettacolo!-
Comunque, se Dio vuole, finisce anche questa mattinata e si ritrova fuori.
Già a ricreazione hanno cercato di bloccarlo per martellarlo di domande ma lui, con uno scatto degno di Mennea, è riuscito ad evitarli per raggiungere Astrid che cercava, a sua volta, di convincere una preoccupata Micaela che il rossetto sbavato non erano affari suoi e che non era successo nulla di indecente con Luca, né il giorno prima ne oggi.
Liquidata anche l'amica, finalmente, riuscirono ad avere un po' di intimità in uno dei tanti angolini che Luca conosce molto bene.
All'una però Daniel, Bruno ed Alessandro non lo lasciano andare e,senza demordere, lo seguono fino alla fermata dell'autobus dove lui saluta una delusa Astrid.
Capisce bene che deve delle spiegazioni ai suoi amici più cari, così come lei dovrà raccontare tutto, o quasi, a Micaela, ma gli sarebbe piaciuto moltissimo essere accompagnata a casa da lui, sulla moto.
Luca resta sul marciapiede con la promessa di andare a casa sua nel pomeriggio per studiare Latino e, lui spera almeno, non soltanto quello.
Rimane li a guardarla fino a quando l'autobus svolta l'angolo, poi si volta per affrontare il match che l'aspetta e, puntuale, si trova davanti gli occhi ridenti di Daniel.
Così, improvvisamente, ricorda anche Elisa.
E il motivo per cui, solo poche ore prima, era furibondo con lui.
Ed è proprio Daniel a dirgli:
- sbaglio o è esploso un grande amore a scoppio ritardato?-
Ma Luca non ride più e la dolcezza che aveva illuminato il suo sguardo fino a un attimo prima lo abbandona.
E davanti ai suoi amici allibiti apostrofa Daniel con voce gelida:
- Tu ed io dobbiamo parlare, o forse è meglio dire che tu devi parlarmi, dico bene? -
Un barlume di speranza si fa strada in Daniel , “ lo sa, Elisa glielo ha detto, non riesco a crederci “, ma Luca lo costringe a mettere da parte le sue considerazioni e le sue speranze quando lo afferra per un braccio e lo trascina in disparte, salutando con un secco cenno del capo due paia d'occhi spalancati che lo guardano come se fosse impazzito.
E' strano vedere Luca in quelle condizioni, così come è stato strano vederlo tenero e dolce con Astrid.
Daniel non oppone resistenza e si lascia portare via docilmente da un Luca piuttosto arrabbiato.
E' successo tutto così improvvisamente che non riesce a capacitarsi del cambiamento così repentino del suo amico.
La sera prima lui ed Elisa erano insieme a casa sua.
I suoi erano usciti per andare a lezione di ballo e loro, abbracciati sul divano davanti a una TV inutilmente accesa, avevano parlato con calma di tutto quello che era successo negli ultimi giorni con Luca e suo padre.
Ama profondamente Elisa e da più di un anno il loro rapporto è completo e bellissimo.
L'unico dolore è sempre stata questa segretezza con Luca e i suoi amici.
All'inizio pensava che si vergognasse di lui e della sua giovane età, ma lei gli aveva fatto capire che, l'unica cosa di cui aveva paura, era la reazione di suo fratello.
Cosa doveva fare per aiutarla?
Voleva vivere la loro storia alla luce del sole, senza vedersi di nascosto né inventare balle per non farsi scoprire da Luca.
Oh si, lui capiva benissimo quello che provava lei per quel fratello così testardo e orgoglioso.
Anche se era figlio unico sapeva cosa voleva dire amare qualcuno profondamente da volersi difendere da tutte le delusioni e i colpi bassi della vita.
Lo aveva scoperto con lei.
Ma questo non vuol dire che la approva, se fosse dipeso da lui avrebbe affrontato Luca già da un po' per mettere finalmente le cose in chiaro, bé...adesso ne ha l'occasione, adesso è li con Luca che lo guarda con due occhi duri come l'acciaio, le mani strette a pugno, stese lungo i fianchi e il corpo pronto a scattare per spedirlo lungo disteso per terra.
Dopo alcuni secondi di silenzio Daniel si decide a parlare:
-cosa c'è di preciso che dovrei dirti, secondo te?-
Cerca di prendere tempo per capire che cosa sa esattamente.
Elisa aveva detto che non era ancora il momento giusto perché Luca aveva scoperto tutto di suo padre.
Come mai ha cambiato idea?
- Non prendermi per uno stupido, non lo sopporto!-
Esclama Luca, si rende conto di aver gridato ed abbassa la voce:
- Sai benissimo che cosa dovresti dirmi, sei il ragazzo di mia sorella, vero?-
Daniel capisce che è arrivato il momento di chiarire le cose e cerca di fare appello a tutto il suo autocontrollo, non deve dimenticare che davanti a se non c'è soltanto il fratello della sua ragazza ma, sopratutto, un suo amico anche se l'altro, adesso, vorrebbe soltanto stenderlo:
- Potrei dirti che non sono affari tuoi, nonostante tutta la mia buona volontà non riesco a capire perchè ti scaldi tanto. Elisa è tua sorella, non la tua ragazza.-
Ha parlato con un tono di voce calmo e misurato, apparentemente rilassato ma osserva Luca con attenzione per capire e prevenire eventuali scoppi d'ira.
Sa che lo sta provocando ma lo conosce bene, non c'è altra strada con lui.
Infatti Luca abbocca subito:
- Ma che cosa dici? Come sarebbe “non sono affari tuoi”? E di chi vuoi che siano? Da quanto tempo vi vedete alle mie spalle? Da quanto fingete indifferenza davanti a tutti?-
Sorridendo tra se Daniel si rende conto di essere sulla strada giusta e continua con lo stesso tono calmo:
- ma cos'è che ti brucia tanto? Essere tenuto all'oscuro della nostra storia-
e calca la voce sulla parola “nostra” ,
- il fatto che sono un tuo amico o perchè sono più giovane di lei? Hai paura che si renda ridicola ? Bè, non devi preoccuparti di questo, tua sorella è una ragazza splendida e l'unico sentimento che possono provare agli altri è solo invidia-
Ha parlato scandendo bene le parole e adesso è li, davanti a un Luca spiazzato che lo guarda come se non riuscisse a riconoscerlo:
- Ma non dire stronzate! So bene che nessuno si prenderà gioco di voi, non lo permetterò mai...-
Si ferma rendendosi conto di quello che ha detto, guarda la faccia calma e rilassata di Daniel e si accorge che non sono più soli, Alessandro e Bruno sono vicino a loro e li osservano preoccupati.
Si sono avvicinati al secondo scoppio d'ira di Luca e hanno ascoltato, con evidente costernazione, quello che si sono detti
Luca guarda i loro volti ansiosi e non sa se arrabbiarsi o essergliene grato, in fondo gli hanno impedito di fare una sciocchezza.
Eppure non riesce a non avercela con Daniel, quel che gli brucia di più è stato il loro silenzio, se glielo dicevano subito sarebbe stato meglio, non poteva certo dire che non si sarebbe arrabbiata ma almeno non si sarebbe sentito preso in giro:
- Comunque, per rispondere alla tua domanda...è da più di un anno che siamo insieme -
Alla faccia sbalordita di Luca Daniel continua:
- già, hai capito bene, lei aveva 22 anni e io 18, quando ci siamo resi conto di quello che stava accadendo ormai era tardi per fermarci o per ragionare e non ti abbiamo detto nulla perchè è stata una scelta di Elisa. Che io ho rispettato pur non essendo daccordo.
Ma lei aveva paura della tua reazione, paura che la disapprovassi o peggio... temeva il tuo disprezzo...-
Finisce di parlare e si rende conto che Luca, ormai, non è più arrabbiato, sembra un puglie al quale abbiano appena detto che l'incontro non si farà più.
Sul suo viso passano un'infinità di emozioni ma prevale la delusione e Daniel si rende conto che Elisa, forse, aveva ragione : gliene sono capitate troppe ultimamante e questa non ci voleva, già, proprio non ci voleva.
Prova una pena improvvisa per quel ragazzo così cocciuto ed esageratamente possessivo, ma anche leale e coraggioso; “però deve capire che non può intromettersi così nella vita degli altri e pretendere di esserne il padrone “ pensa Danil e sul suo viso passa un'ombra di durezza che lo fa sembrare più maturo dei suoi 19 anni.
Si è nascosto per un anno...non ha intenzione di farlo mai più.