FORSE ANCORA POESIA
3° Capitolo
Questo
capitolo è tutto interamente di Javier e Hari.
Non
volevo chiaramente che andasse così ma... così
è venuto e adesso che l'ho finito mi rendo conto che sono
troppo belli insieme.
Davvero
fantastici.
Dedicata
come sempre a Saga e Kanon per il loro compleanno e ad Aphro' per i
consigli dati.
In
questo capitolo in special modo ^__^.
Buona
lettura.
\Hari|
All'inizio
sembra un sogno.
Di
quelli belli intendo, o perlomeno inoffensivi.
Mi
sveglio alle sette, mio fratello si è già alzato,
scuotendo la testa vado in bagno e poi torno a letto,
sperando di riuscire ad addormentarmi di nuovo almeno per un'oretta, ed
infatti.... crollo di colpo!!
Iniziando
a sognare.
Sogno
la Grecia e il tempo in cui ero felice, quando mio
fratello
non era in prigione e noi eravamo insieme nella casa che la mamma e
papà ci avevano lasciato .
Ma
poi il sogno sfuma nei colori densi e vischiosi della notte.
Di
quelle nere, senza luna ne stelle.
La
casa non è più quella confortevole della mamma ma
è quella terribile di mio zio.
La
mia stanza minuscola, uno sgabuzzino senza finestra, dove per aprire la
porta dovevi chiudere il letto pieghevole.
L'odore
è quello della mia paura, della mia disperazione per una
situazione
che non aveva via d'uscita.
Il
suo ghigno mi perseguita così come la sua voce che mi
insulta.
Solo.
Mio
fratello mi ha lasciato solo.
Non
si difendeva, non accusava il vero colpevole e lasciava che tutti lo
credessero un assassino.
E
che mi insultassero come suo fratello.
Mi
sveglio di soprassalto, il pianto in gola e la paura di trovarmi in
quella misera
stanza.
Invece
sono qui, nella camera dell'albergo di Alex e di Niki, con la finestra
che dà sul lago e le sue acque verdissime che mi salutano.
Sospiro
di sollievo e torno a distendermi chiudendo gli occhi.
La
mente ancora in subbuglio.
Alexander
ha riaperto vecchie ferite che mai si cicatrizzeranno del
tutto.
Eppure
io ho davvero perdonato, così come so di esserlo stato a mia
volta.
Perchè
mai, in cinque anni, sono andato a trovarlo, nemmeno una volta sola.
Troppo
rancore.
Ha
passato cinque anni la dentro da solo, senza nessuno accanto, senza suo
fratello che, anche se credeva nella sua innocenza ,lo odiava
perché si prendeva le colpe di un
“amico”.
Un
figlio di puttana che, come ringraziamento, non andava nemmeno a vedere
come stava.
Non
gli diceva nemmeno “grazie”.
Mi
metto a sedere sul letto passandomi una mano tra i
capelli.
Guardo
l'ora...le otto e mezza.
Tanto
vale che mi alzo...non si sa mai che riprendo questo sogno, una volta
mi basta e mi avanza.
Vado
nel bagno e mi faccio la doccia...ieri sera poi ero troppo stanco per
farla.
Ed
è mentre l'acqua mi accarezza il volto alzato verso l'alto
che i ricordi tornano, prepotenti.
Quando
Harish è uscito di prigione.
L'avvocato
mi aveva
chiamato
tre giorni prima per comunicarmi la sua scarcerazione.
Janish
aveva confessato, schiacciato dal rimorso.
Disse
proprio così.
Avrei
voluto schiacciarlo io, non il rimorso.
Dopo
cinque anni di inferno si faceva schiacciare, quel verme.
Tutti
questi pensieri mi passarono per la testa in un secondo, ma
all'avvocato non dissi nulla.
Silenzio
assoluto.
E'
stato lui che, avendo forse intuito la situazione, disse una cosa che
aprì la mia coscienza facendomi capire che io, di mio
fratello, non sapevo nulla...ma pretendevo di giudicarlo lo stesso,
dall'alto del mio dolore.
E
della mia arroganza:
<<
Sono trent'anni che faccio l'avvocato difensore e ne ho viste tante, mi
creda.
Ma
come suo fratello... gli dico solo una cosa, poi lei è
libero di fare tutto quello che vuole: quando ho chiesto ad Harish
perché non accusava quell'uomo mi rispose con una frase che
mi fece capire quanta differenza c'era tra
noi:
“
non sarò io a puntare il dito contro di lui, non lo aiuterei
così. Deve essere lui a capire quello che ha fatto.
Altrimenti
la prigione non gli servirà a nulla.
Comunque
io non vendo un amico, nemmeno per la mia libertà.”
Questo
mi disse suo fratello, e io allora presi la decisione di non chiedergli
nessuna parcella.
Il
minimo che potevo fare per lui.>>
Così
andai a prenderlo quando lo liberarono.
Lottai
fino all'ultimo per non farmi vedere ne sentire.
Ma
le parole dell'avvocato risuonavano in me, chiare e precise.
E
mi spingevano da lui.
Ci
andai e rimasi nascosto, osservai il suo volto quando usciva da quelle
mura maledette, il suo pallore, la sua magrezza.
E
lo zaino sgangherato che aveva su una spalla.
Lo
vidi
che si guardava attorno per un attimo, vidi le sue spalle piegarsi
quando capì che non c'ero...e allora uscii dal mio
nascondiglio, gli corsi incontro pronto a colpirlo... invece mi
rifugiai nelle sue braccia e piansi tutte le lacrime che non avevo
versato.
Nemmeno
sotto gli insulti di mio zio.
Tra
le braccia di colui che credevo mi avesse dimenticato.
Finisco
la doccia con calma, chissà dov'è andato Harish?
Probabilmente
con Alex, da qualche parte attorno al lago.
Scendo
in sala per fare colazione ed è li che vedo gli altri.
Ci
sono tutti, Niki, Angelo, Milos e Mika che è davvero
notevole.
Devo
ammettere che non ho mai visto nessuno bello come lui...eppure i miei
occhi sono calamitati immediatamente da Javier.
Splendido
anche con un paio di jeans e una camicia nera.
Il
cuore torna a battere all'impazzata...e che diamine, non sono un
adolescente!!
Devo
darmi una regolata!!!
Tutti
i miei buoni propositi si infrangono davanti al suo sorriso luminoso
appena mi vede.
Sono
cotto, irrimediabilmente.
Spero
solo di non rendermi troppo ridicolo!
\Javier\
Ci
siamo tutti, nemmeno ci fossimo dati appuntamento.
Mancano
soltanto Alex e Harish...ma questo è normale, visto il tempo
che devono recuperare.
E
Hari...probabilmente dorme ancora e si alzerà tardi...in
fondo ha vent'anni e a quell'età...<<
Hari...siamo qui...>>
la
voce squillante di Niki interrompe le mie elucubrazioni mattutine,
così mi volto e lo vedo... e il cuore ha un tuffo.
Non
posso fare a meno di sorridergli.
C'è
qualcosa in lui che muove il mio profondo.
Non
sono uno che ci prova con tutti.
Mai
avuto nessuno, non ho tempo da perdere con relazioni
più
o meno serie.
Quando
ci ho provato mi è bastato per tutta la vita.
Così
ho sempre pensato.
Perché
allora il cuore va in gola e la mia bocca si apre in un sorriso?
Qui
mi sa che devo tirare fuori tutto il mio autocontrollo...e il sorrisino
che Nikolas mi lancia mi fa capire che se non mi sbrigo tutto l'albergo
se ne accorgerà.
Visto
anche l'occhiata maliziosa che Mika e Milos mi lanciano.
Accidenti
anche agli amici perspicaci !!
Si
siede con noi e, prontamente, Milos lo fa sedere accanto a lui...di
fronte a me.
Niki
va a prendergli la colazione e torna dopo due minuti con un vassoio
pieno di ogni ben di Dio.
C'è
caffé, panna, latte, pane, burro, marmellata, brioche....e
perfino dei biscotti.
Credo
che se aveva più tempo gli portava un'intera pasticceria.
Hari
spalanca gli occhi, sorridendo incredulo ma Niki lo ferma prima che
possa
protestare:
<<
non devi mica mangiare proprio tutto... non conoscendo i tuoi gusti ti
ho messo tutto quello che era disponibile ma tu mangia quello che ti
senti...>>
<<
per fortuna che non conosce i tuoi gusti...altrimenti saresti
stato spacciato: ti riempiva di quello che a te piace di
più fino a farti scoppiare...>>
questo
è Angelo e io non posso fare a meno di ridere...anche se
maschero il tutto dietro a un colpo di tosse.
Niki
mi guarda di traverso per un attimo, sospettoso ma io faccio
l'indifferente, prendendo ancora una fetta di
pane
e imburrandola con molta cura.
Hari
ringrazia a mezza voce tutta quella gentilezza, probabilmente non ci
è abituato, da quello che Alex mi ha raccontato la sua vita
non deve essere stata molto felice.
I
genitori morti quando aveva 13 anni, il fratello in prigione innocente,
uno zio bastardo che approfittava di lui... è normale che
adesso tutti noi lo riempiamo di attenzioni.
Perfino
Angelo lo guarda senza quella indifferenza che riserva a tutti quelli
che non sono Mika e i suoi amici della fattoria.
Terminata
la colazione Nikolas e Milos ci
salutano.
Oggi
è sabato, giornata di verdure.
Nikolas
deve andare alla fattoria di Anna e Paolo per comperarle fresche per il
fine settimana e Milos lo accompagna.
Mika
e Angelo spariscono con un mezzo sorriso malizioso...dicono che hanno
un appuntamento da qualche parte... così io e Hari ci
troviamo soli.
Qui
il tutto puzza di complotto.
Forse
Niki e Milos davvero hanno bisogno di andare alla fattoria ma gli altri
due... un
appuntamento!!!
Ma
va... scuoto la testa impercettibilmente e mi volto con un mezzo
sorriso verso Hari che mi sta guardando, attento.
<<
Io non conosco bene il lago e la zona attorno ad esso ma questa parte
l'ho esplorata abbastanza.
Se
ti va possiamo andare a fare una passeggiata ed arrivare fino al
boschetto che c'è laggiù...>>
indico
con la mano la parte a nord-est e subito mi rendo conto di quello che
ho detto...gli ho proposto una passeggiata noi due da soli.
Una
sorta di appuntamento.
Lui
abbassa la testa e dice un “si” quasi di slancio,
per paura che io cambi idea.
Almeno
questa è la mia impressione.
Gli
ho data un appuntamento, e va bene.
Con
questo?
Mi
piace, non sono un ragazzino che non riesce a tenere a bada gli ormoni
impazziti.
Faremo
questa passeggiata e non dovrà certo difendersi da me,
accidenti.
Mi
volto verso la porta e mi avvio con decisione, quando mi volto per
vedere se mi ha seguito lo vedo che mi osserva attento, scrutandomi.
Sento
i suoi occhi che non tralasciano un solo pezzetto della mia persona
e... sospiro, piano.
Sarà
mooolto difficile tenere a bada quella parte di me che ho messo a
dormire e che sembra si sia risvegliata tutta in una volta!!
<<
Non ho mai visto un posto così bello. Un giorno mi
piacerebbe davvero arrivare lassù...sulle cime
più alte delle Alpi...>>
con
la mani indica le montagne più lontane da noi e mi scappa
un' altro sorriso, da quando lo conosco ho sorriso molto più
che nel resto della mia vita.
Le
sparate di Niki e Milos non sono valide chiaramente.
Mi
intenerisce molto, mi sorprende e ...mi piace.
E
in questo momento, mentre il suo profilo osserva attento le montagne
che si specchiano nel lago io decido di dirglielo.
Senza
prima fermarmi e riflettere, ponderare attentamente e scegliere la
soluzione migliore.
Agisco
d'istinto, stanco forse di essere sempre controllato, sempre
così preciso.
Puntiglioso
quasi.
E
solo.
Ci
incammino nel bosco e, appena giungo al mio luogo preferito ,mi fermo,
sedendomi su alcune radici alquanto grandi, sembrano in effetti degli
scalini naturali, fatti apposta per far riposare, un po' la gente..
Si
siede accanto a me, un po' rosso in viso e non certo per la camminata
appena fatta.
Istintivamente
alzo una
mano
e gli tolgo alcuni ciuffi di capelli ribelli che gli velano lo sguardo,
lui apre maggiormente gli occhi e mi fissa, attonito.
Ma
non toglie la mia mano che si sofferma sul suo volto.
Lo
conosco da meno di ventiquattro ore.
Non
mi è mai successa una cosa del genere nella mia vita.
Abbasso
la mano e, sempre guardandolo, gli dico:
<<
ti piace questo bosco allora?>>
lui
fa un cenno affermativo con il capo, e io continuo, a voce bassa:
<<
Non sono il tipo che fa questo genere di cose, voglio che tu lo
sappia>>
Avvicino
ulteriormente il mio viso al suo, i suoi occhi brillano come se fossero
illuminati da una luce interiore che li fa risplendere:
<<
nemmeno io ...>>
la
sua voce è ancora più bassa della mia...e mi fa
correre dei brividi lungo la schiena:
<<
E non sono nemmeno quello che va da
un'avventura
ad un'altra>>
Di
nuovo la sua voce bassa e penetrante:
<<
non amo le avventure >>
i
brividi salgono lungo le spalle e le braccia, ma la mia voce
è irriconoscibile perfino alle mie orecchie:
<<
Ma in tè c'è qualcosa che mi
colpisce...>>
i
nostri profili si sfiorano, piano,
<<
mi intenerisci
...>>
anche
le bocche si sfiorano
<<e
mi piaci>>
Ed
è lui ad annullare la distanza che c'è fra noi
unendo le nostre labbra.
Bocca
contro bocca mentre chiudiamo gli occhi, lasciando che le mani salgano
ad accarezzare le spalle.
Ci
stacchiamo un attimo, i suoi occhi sono così profondi da
annullare quello che resta della mia ragione.
<<
Tu non mi
intenerisci...>>
mormora
lui sulla mia bocca
<<
mi fai impazzire ...semplicemente.>>
vi
posa le labbra brevemente
<<
anche senza muovere un solo muscolo >>
sorrido
prima di baciarlo di nuovo e mi prendo l'ultima parola:
<<
Allora vedrò di muoverlo...così andremo
oltre...>>
Non
sono completamente io quello che dice una cosa del genere, e che sta
baciando con passione un ragazzo più giovane, all'aperto.
In
un bosco.
Ma
mentre apriamo le nostre bocche e lasciamo che le lingue si incontrino
mando al diavolo la voce che mi dice se sono per caso impazzito.
Lo
stringo a me così forte da poter contare tutte le
sue ossa e sento che fa altrettanto.
Se
fosse possibile mi stringerebbe ancora di più.
Non
so
se
questo è il vero Javier ma non me ne importa nulla.
In
questo momento non me ne importa assolutamente nulla.
\Hari\
Sono
in estasi e spero di rimanerci il più a lungo possibile.
E'
stato il mio primo bacio, se vogliamo essere pignoli è stato
anche il primo uomo per cui ho provato interesse.
In
assoluto.
Quando
gareggiava prima dell'incidente
era
uno spettacolo.
Un'
tutt'uno con il fioretto, una cosa sola.
La
linea del corpo, l'eleganza dei movimento.
La
bellezza dello stile.
Unico.
Rimanevo
incollato allo schermo senza fiatare, senza perdermi un solo
istante delle sue gare.
E
mi sembravano sempre poche.
Ho
provato
anche
a fare fioretto o scherma ma non ero tagliato per questo sport.
Mi
piaceva sia come fiorettista che come uomo.
E
quando l'ho avuto davanti... ah...che momento indimenticabile.
Non
sono rimasto assolutamente deluso.
Anzi,
superava la mia più rosea aspettativa.
Nonostante
l'incidente e le sue limitazioni fisiche non aveva perso la sua classe
e la sua bellezza innegabile.
Lui
è stato il motivo per cui nessuno mi è mai
interessato.
Non
ho mai guardato nessuno due volte di seguito.
Maschio
o femmina che sia.
E
adesso che sono tra le sue braccia e che lui è tra le
mie...adesso so che il mio tempo non è stato buttato via.
Non
è stato vano.
Valeva
la pena aspettarlo per farsi baciare così da lui.
E
per baciarlo a mia
volta.
Ci
separiamo senza fiato.
Mi
bacia le palpebre, piano piano.
Appoggia
la bocca sulla tempia, sullo zigomo per poi tornare sulle labbra che
apro di nuovo, assetato.
Assetato
di lui.
Se
non fossimo all'aperto lo stenderei sotto di me... Dio... sto per
impazzire.
E'
come andare a fuoco.
Mi
faccio accarezzare dalla sua lingua soffocando un singhiozzo mentre
prendo il sopravvento guidando il bacio a modo mio.
Devastante.
Quello
che provo per lui è devastante.
Si
stacca da me con forza, mi tiene a debita distanza e respira con
affanno, cercando di ricomporsi.
Io
invece non riesco assolutamente a darmi un contegno.
Sento
la testa pesante e le membra deboli.
Mi
sembra di avere la febbre...e forse è proprio
così..
Vorrei
continuare ma lui non me lo permette, senza dubbio è il
più forte dei due perché se dipendesse da me ...
<<
Hari...è meglio se ci fermiamo. Adesso.
Fra
un attimo non potrò più farlo, non ne
sarò in grado...>>
Ha
il respiro affannato e i suoi occhi...i suoi occhi sembrano bruciare.
All'improvviso
sento il calore del sole su di me.
E
mi rendo conto che siamo all'aperto.
Chiudo
gli occhi per un breve momento e respiro, piano.
Cercando
di calmarmi.
Santo
cielo... mi sembra di essere un adolescente.
Mi
dà un' ultimo bacio sulle labbra e poi si alza, con
un'eleganza innata in lui.
Osservo
avido ogni suo movimento.
Non
riesco a staccare i miei
occhi
dai suoi.
E
dalla sua mano che si tende per aiutarmi a fare altrettanto.
Mano
che io afferro prontamente.
Per
un attimo il calore del suo palmo contro il mio mi dà le
vertigini.
Se
qualcuno mi avesse raccontato sensazioni del genere...bè,
probabilmente avrei pensato che ha letto troppi romanzetti rosa.
Peccato
che io non li abbia mai nemmeno sfiorati.
Rientriamo
in
albergo
senza incontrare nessuno dei suoi amici.
E
nemmeno Alex e mio fratello sono tornati.
Una
parte di me si chiede dove accidenti siano finiti ma è la
più piccola e viene messa a tacere prontamente.
Vorrei
che mi portasse in un luogo dove poter continuare, con calma, quello
che abbiamo iniziato nel bosco ma lui si dirige verso le sdraie che
sono dall'altra parte, quella che dà sulle montagne, e,
scegliendone due un po' appartate, si stende sopra.
La
mia delusione è così evidente che alza un
sopracciglio e mi osserva, attento.
Io
scuoto leggermente la testa e mi sdraio su quella accanto alla sua.
<<
e' meglio se ci prendiamo un po' di tempo per conoscerci meglio Hari,
prima di ...approfondire la nostra conoscenza.
Io
sono un uomo molto difficile e altrettanto complicato , potrei ferirti
anche senza averne l'intenzione...>>
chiaramente
ha ragione, anche se non per il motivo che lui immagina.
<<
Non sono abituato a riflettere molto, quando lo faccio combino solo
guai.
Agisco
d'impulso e non torno mai indietro.
Quindi,
in questo senso, hai ragione tu:è meglio se rifletti bene
prima di...andare avanti con me.>>
Il
suo sorriso taglia il sole a metà.
Gli
ho appena detto di riflettere bene?
Sono
rincretinito per caso?
<<
Non ho avuto davvero nessuno prima di te, ma ho conosciuto un ragazzo
che aveva la tua età, alle ultime
olimpiadi.
Lui
si è dichiarato subito innamorato di me>>
una
fitta mi attraversa il cuore, improvvisa.
Accidenti..
sono geloso anche.
<<
Una sera soltanto ho ceduto e gli ho dato un bacio.
Una
volta sola. E da quella è cominciato il
tormento.>>
Se
potessi, se soltanto potessi ,l'avrei già strozzato con le
mie mani sto
tizio.
<<
Quando mi sono stufato perchè la sua gelosia era diventata
paranoia bella e buona ...abbiamo litigato.
E
di brutto.
Molto
brutto Hari>>
Sento
i brividi lungo la schiena e guardo la sua gamba.
Lui
fa cenno di si con la testa e conclude:
<<
si, l'incidente in cui ho perso la possibilità di continuare
a tirare di fioretto è stata la conseguenza di
questa
...litigata.>>
lo
fermo di slancio, non c'è bisogno che continui a ricordare
questo coglione...
<<
basta Javier, non dire altro.
Ho
capito... ma io>>
Non
mi fa terminare, si tende verso di me e appoggia una mano sulla mia
bocca...accarezzandola.
E
io faccio fatica a seguire quello che mi dice, già nel
pallone:
<<
Non mi fa più soffrire parlare
di
lui, davvero.
Te
l'ho detto perchè tu capisca una cosa: Io ho un carattere
davvero difficile e quello che mi è successo non
mi ha aiutato di sicuro a ...migliorarlo, diciamo.
Anzi,
l'ha peggiorato ulteriormente...e io non voglio che tu soffra per
questo.
Non
cerco soltanto una scopata con te, questo deve essere
chiaro>>
ha
parlato a voce bassissima ma è come se avesse urlato.
Prendo
la sua mano che è ancora sulla mia bocca e ci appoggio sopra
le
labbra.
E
al diavolo se c'è chi ci guarda.
E
così gli rispondo, sulla sua mano:
<<
Non voglio solo una scopata da te, questo mi è molto chiaro.
Anche
io sono difficile, molto.
E
mio fratello ne sa qualcosa.
Con
il mio orgoglio e la mia irruenza potrei comprare mezzo mondo.
Ma
so che adesso voglio te, in ogni modo possibile ed immaginabile.
Io
ti conosco da tanto tempo Javier...e non ti lascerò andare
via così semplicemente...>>
Mi
accarezza ulteriormente... dolce, forte, eccitante da morire:
<<
Non c'è niente di semplice in te... neanche io ti
lascerò andare via così...stai tranquillo.
Troveremo
una soluzione...>>
E
in questo momento un bacio ci starebbe così bene...se non
fosse che Niki e Milos hanno
deciso
che, evidentemente, il tempo che siamo stati da soli è
più che sufficiente e arrivano da noi.
In
quarta.
Sospiro,
frustrato, ma lui scuote la testa e si prepara alle loro battute,
mentre io stacco i contatti per rivivere mentalmente tutta questa
meravigliosa mattinata che sta giungendo al termine.
|Javier\
Arrivano,
decisi a metterci a disagio, lo leggo nei loro occhi.
E
dietro di loro ecco gli altri due, Mika e
Angelo.
Beh...in
un certo senso è un bene che siano qui adesso.
Altrimenti
la tentazione di chiudermi in camera con Hari sarebbe diventata troppo
forte.
Non
è che adesso è scemata ma, di sicuro, loro la
raffredderanno molto presto!
<<
Ecco dove siete andati a finire... se non vi trovavo qui andavo a
cercare in camera...>>
<<
Milos...>>
la
mia voce
è
minacciosa ma il mio sguardo la smentisce perchè, in
effetti, questo pensiero ha attraversato la mia mente...e non solo la
mia.
<<
Non dargli retta, io lo avrei portato dove c'è quel
boschetto laggiù.
Gli
alberi sono così fitti che coprono ogni cosa agli sguardi
dei curiosi...>>
Guardo
Hari in tempo per vedere una piccola luce che gli attraversa lo sguardo.
Luce
che non passa inosservata a nessuno di quei quattro impiccioni:
<<
Mi sa che l'hanno
scoperto
da soli sai Niki...>>
mormora
Mika mentre si siede vicino a me, mettendosi comodo e fissandomi
candidamente...per quanto candido possa essere Mika chiaramente.
<<
Dici?...>>
mormora
malizioso quell'altro, così decido di farla finita e mi alzo
per rientrare in albergo...
<<
Vado a vedere se il pranzo è pronto...ho una certa
fame>>
accidenti...ho
parlato di fame?
<<
immagino, vuoi qualche consiglio su come... soddisfarla?>>
Mika...
dovevo aspettarmelo, ho abbassato la guardia per un momento...e lui ne
ha approfittato, e non è l'unico
<<
non credo che abbia bisogno dei tuoi consigli sai?
Forse
è Hari che ne ha bisogno...>>
Niki
conclude l'opera e a queste parole Hari si alza di scatto, seguendomi a
ruota.
Non
si sa mai che decidano di darli...questi famosi
consigli.
Sento
che Angelo dice di finirla con queste cazzate e, nonostante tutto, mi
scappa un sorriso.
Sono
unici, e per fortuna aggiungo.
<<Ma
...fanno sempre così?>>
Scuoto
la testa mentre il sorriso non si spegne, anzi...
<<
tranquillo, quando c'è qualcuno come te danno il
peggio...>>
mi
guarda incuriosito:
<<
Come me?>>
<<
Si, giovane come te...bello come te.>>
Mi
volto per osservarlo :
<<
e che ha attirato la mia...attenzione.
Come
te>>
<<Siete
matti tutti quanti, per questo andate
d’accordo...>>
Ma
la voce trema leggermente e...non è certo per
l'ilarità.
Quella
è sparita con le mie ultime parole.
Così
com'è sparita la mia.