FORSE ANCORA POESIA
\Questo
epilogo è scritto tutto da Hari in prima persona.
Non
chiedetemi il perchè visto che non ne ho la più
pallida idea.
Una
nota serve adesso, alla conclusione di questa fic che mi ha preso
davvero tantissimo: mi ha aiutato a scriverla un amico a cui devo molto.
Lui
dice che io sono la sua voce e che si è divertito
moltissimo, in realtà mi sento piccola e inadeguata con lui
accanto ma, alla fine, la cosa importante è riuscire a
rendere bene quello che noi due volevamo far arrivare a tutti quelli
che si mettono a leggere: I sogni non sono soltanto pii e lontani
desideri che non si avvereranno mai.
E
non serve dimenticare il presente per realizzarli, bensi è
il presente che vive attraverso essi.
Se
riusciamo a farlo...non ci saranno più ostacoli.
Un
abbraccio a tutti quelli che leggeranno e uno in particolare per Aphro'.
Ti
voglio bene, questa fic è anche un po' tua.
Buona
lettura.
Parsy\
EPILOGO
Dalla
finestra della sala si vede un meraviglioso panorama.
Granada
è davvero una bellissima città, il clima molto
simile a quello della mia terra, non ho avuto problemi di adattamento o
altro, anche perchè, accanto a me, c'è Javier.
E
con lui vicino potrei andare in capo al mondo.
Accidenti,
ma sono io che penso simili cose?
Se
me lo dicevano soltanto un mese fa, probabilmente, avrei spaccato loro
la faccia.
Possibile
che io sia cambiato così tanto?
Sento
che si avvicina a me e mi porge un bicchiere:
<<
non è alcolico, tranquillo>>
sorrido
tra me e me...non ha dimenticato che non bevo alcool.
Mi
volto e prendo il bicchiere dalla sua mano, sfiorandolo lentamente.
Un
mese che non ci vediamo.
In
quella settimana passata in Italia non abbiamo mai dormito insieme.
Non
abbiamo fatto l'amore, per una forma di rispetto verso mio fratello,
che divideva la camera con me.
E
perchè tutti e due volevamo essere soli per farlo.
Siamo
consapevoli che non sarà per una notte soltanto, che non
sarà qualcosa da dimenticare in fretta.
Bevo
quello che credo sia un succo di frutta con ghiaccio sempre senza
smettere di guardarlo, mentre lui assapora lentamente il vino bianco.
Mi
piace tutto di lui.
Ogni
cosa.
Mi
piace il suo silenzio che sa riempire di parole quando ne ho
più bisogno.
Mi
piace il modo che ha di guardarmi, di scrutarmi dentro e di sorridermi
per quello che ci trova.
Mi
piace il sapore della sua bocca, il calore dei suoi abbracci.
Potrei
attraversare a nuoto il Mediterraneo per raggiungerlo, consapevole che
ogni più piccola fatica non sarebbe stata vana.
<<
E' di tuo gradimento?>> fa alzando il bicchiere, con gli
occhi che brillano.
Io
ci sto e alzo a mia volta il mio:
<<
assolutamente...proprio come piace a me...>>
l'allusione
non è assolutamente velata e so che lui ha capito benissimo
quello che intendevo dire.
Mette
giù sul tavolino basso il bicchiere ormai vuoto e si
avvicina a me.
Lascio
che tolga dalle mie mani il mio bicchiere, che lo metta accanto al suo
e attendo, con un batticuore che negherò assolutamente a
tutti di aver provato, che avvicini il suo volto al mio.
Vedo
le sue labbra sempre più vicine e apro leggermente la mia
bocca, attendendolo.
E'...fresco.
La
sua bocca è fresca e sa di vino...credo che dipenda, in
effetti, da quello che ha bevuto.
Mmm...
buono.
Mai
assaggiato il vino bianco e mai lo assaggerò...ma dalla sua
bocca ...bè, potrei anche pensarci.
Lo
sfiorarsi dura un attimo soltanto.
Poi
incollo la bocca alla sua e lui mi stringe forte.
Così
forte da farmi gemere.
Ma
non di dolore.
Quanto
mi era mancato.
Quanto
mi era mancata la sua bocca, il suo spaore, le sue braccia.
Lascio
che guidi lui il bacio facendomi succhiare la lingua, facendomi
esplorare la bocca...avrò tempo per fargli capire che non
sono uno che subisce facilmente.
Anche
se subire lui è estremamente piacevole.
Devastante
direi.
Mi
fa cadere sull'ampio divano e lui finisce sopra di me.
Scivola
con la lingua sulla mia gola, risale nelle orecchie, le accarezza con
attenzione e io mi sento liquefare come cera che si scioglie al calore
della fiamma.
<<
Hai fame?>>
mormora
sulla mia pelle, facendomi sfuggire un gemito...non riesco a rispondere
se non con gemiti, e per ora sta toccando soltanto il mio viso e il
collo, che farò quando andrà oltre?
Faccio
cenno di no con la testa e lui sorride lentamente.
Non
ho chiuso gli occhi e non intendo farlo.
Voglio
guardarlo fino a che la ragione me lo consentirà.
<<ho
preparato qualcosa per te...>> e intanto mi apre la
camicia e tocca con le dita i miei capezzoli, si lascia sfuggire un
sospiro ad occhi socchiusi, come se aspettasse quasto da non so quanto
tempo.
Non
sono sicuro se stia parlando di cibo o...china la testa sui capezzoli e
inizia a leccarli con calma.
E'
bellissimo.
Vorrei
ricambiare il piacere che mi sta dando ma non riesco a fare niente di
niente.
Nulla
che non sia gemere sommessamente, muovendo la testa senza sosta.
<<
Vuoi assaggiarlo?>> e inizia a succhiare.
Grido
per la prima volta, come può farmi provare tutto questo
piacere senza farmi impazzire?
<<
si...si...per favore...si...>> mormoro senza neanche
sapere quello che sto dicendo.
E
lui continua, facendomi assaggiare tutto quello che aveva preparato per
me.
Ed
io, che volevo fargli capire che non sono uno che subisce e basta, non
riesco a fare nulla.
Nulla
se non scioglermi tra le sue braccia.
Divento
un solo fascio di nervi che lui fa vibrave con maestria.
Ha
detto che non ha avuto esperienze se non con quel...quel.
Quindi
usa soltanto l'istinto.
E
mentre la sua bocca scivola giù continuando il cammino lungo
il mio corpo io cerco di assimilare ogni più piccola
emozione, ogni piacere, ogni gesto che lui compie, per assorbirlo in me.
Per
farlo mio, completamtente mio.
Che
sarà di noi quando dovrò tornare a casa?
Me
lo sono chiesto per tutta la durata del mese che ci ha separati, ma
adesso, onestamente, non me ne importa più.
Riesco
a pensare soltanto alle sue mani, alla sua bocca, alla sua lingua che
mi sta esplorando, senza sosta.
E'
scivolato sullo stomaco e io mi rendo conto che non ho più
vestiti addosso.
Sono
nudo e non me ne ero accorto.
Quando
mi avvolge con la sua bocca erompo in un grido rauco, la gola
completamente asciutta.
E'
come se un calore indescrivibile fosse esploso nelle mie vene.
Chiudo
gli occhi, sopraffatto dal piacere e mormoro il suo nome senza sosta.
Cosa
mi sta facendo?
Che
cosa?
Gli
artiglio i capelli e grido mentre mi sciolgo nella sua bocca.
Si
rialza e mi guarda, mi brucia con quello sguardo appassionato.
Un'altra
faccia di quest'uomo che si sta rivelando completamente diverso
dall'idolo della mia giovane vita, quando lo osservavo gareggiare e
credevo di amarlo e di conoscere tutto di lui.
Si
alza in piedi portandomi con se, stringe forte la mia mano e andiamo in
quella che penso sia la sua camera.
Non
riesco a vedere nulla, nulla se non quel letto dove mi fa
cadere,
i suoi vestiti che vanno a finire per terra e lui che si stende di
nuovo su di me.
In
un barlume di lucidità penso che questa è
l'occasione per finire sopra di lui e ...ricambiare le sue carezze.
Penso...fino
a quando la sua testa sparisce oltre le mie gambe...mentre sento che mi
sta preparando per lui.
E
qui la mia mente schizza via, impazzita.
Artiglio
le lenzuola sotto di me e urlo, urlo...mentre dei flash bianchi
attraversano i miei occhi chiusi.
<<
Hai una sensibilità unica qui...>>
mormora
guardandomi negli occhi, mentre alza la testa e torna su di me.
Io
non capisco più nulla, non realizzo nemmeno che cosa ha
detto di preciso...so soltanto che stavo per impazzire dal piacere.
E
che non ha nemmeno finito.
Istintivamente
alzo le gambe e mi preparo per accoglierlo dentro di me.
Non
riuscirei a resistere ancora un minuto.
Uno
soltanto.
E
lui mi accontenta.
<<Rilassati...e
ascoltati...ascoltati...>>
è
quello che mormora nelle mie orecchie, dopo averle baciate.
E
continua a mormorarlo mentre entra dentro di me.
Lentamente.
Attimo
dopo attimo, accarezzandomi per diluire un po' il dolore inevitabile.
Si
ferma per darmi modo di abituarmi a lui.
E
io cerco il dolore...cerco il dolore che, inevitabilmente, dovrei
provare.
Mai
nessuno è arrivato qui, dov'è lui.
Non
l'ho permesso a nessuno.
Mai.
Cerco
il dolore ma non lo trovo.
Sono
immerso in un oceano bianco che sta montando dentro di me, inesorabile.
Cancellando
ogni altra sensazione o pensiero.
Così
mi muovo io per primo, alzando i fianchi in un invito inequivocabile.
Facendogli
aprire ancora di più gli occhi.
<<
Hari...>>
mormora,
rapito quasi
<<
meraviglioso >>
aggiunge
prima di iniziare a muoversi dentro di me.
E
qui davvero non capisco più nulla.
Quando
mi sveglio, la notte è appena iniziata e la finestra aperta
fa sentire i rumori della città che ancora non dorme.
Javier
riposa accanto a me, un braccio sopra il mio torace in una stretta
molto possessiva., la testa sulla mia spalla, in un gesto tenerissimo.
Mi
ha fatto morire.
Non
credevo che sarebbe stato così devastante.
Non
lo credevo affatto.
Ho
perso i sensi per un breve attimo, mentre lui si lasciava cadere sopra
di me.
Poi
ci siamo addormentati così, senza riuscire a dire una sola
parola.
Non
vorrei muovermi ma le esigenze fisiologiche si fanno sentire.
Così,
cercando di fare più piano che posso per non svegliarlo, mi
alzo e vado in bagno.
Ne
approfitto per lavarmi, ogni più piccolo muscolo mi duole ma
così grida che sono vivo, mi ricorda il piacere
più folle che io abbia mai provato in tutta la mia vita.
Quando
esco lo trovo ad aspettarmi in sala, con un accappatoio addosso e i
capelli umidi.
Si
è lavato anche lui nell'altro bagno.
In
mano ha delle carte che mi porge quando mi avvicino a lui.
Alzo
le sopracciglie, incuriosito, ma lui sorride e mi incita a leggere.
E
io leggo...leggo e rileggo, incredulo.
<<
E' arrivato il permesso, adesso è tutto a
posto.>>
Lo
guardo, smarrito.
Non
può essere quello che sto capendo...
<<
Hai letto bene...aprirò un museo come questo anche in
Grecia...credo che Patrasso sia il posto ideale...>>
rimango
li, con le carte in mano a guardarlo, allibito...
<<Credevi
che ti avrei lasciato andare? Forse non hai capito allora, ma io
intendo passare tutta la mia vita con te.
Se
hai qualcosa contro questo...>>
Non
lo faccio terminare, lascio le carte sul tavolino e lo bacio.
Meglio
tronacare sul nascere idiozie simili.
Passerò
tutta la mia vita con lui.
Adesso
ne sono certo.
Tutta
la mia vita.
Bè...secolo
più secolo meno...