Legati per la vita


Mika è tornato a casa dalla Spagna da una settimana soltanto, eppure il pensiero che gli aveva attraversato la mente, mentre era sull'aereo all'andata del viaggio, non lo lascia un attimo.
Pensa e ripensa di continuo a quell'immagine che ha distratto notevolmente la sua mente, molto vigile, al pensiero che erano sospesi a tremila metri di altezza su un uccello gigantesco.
Che cosa poteva mai distrarre il nostro amico Svedese, leggermente maniaco, dal pensiero che stava sfidando la forza di gravità?
L'immagine di lui e Angelo a letto insieme.
E fin qui nulla di strano.
Nudi entrambi.
E anche qui nulla di nuovo.
Il particolare era un altro: Lui è legato al letto e Angelo sopra di lui.
Ogni volta che questa immagine arriva alla sua mente non riesce nemmeno a respirare.
Deve metterla in atto.
A tutti i costi.
Guarda il suo compagno che dorme accanto a lui, ignaro di tutto.
Non è che il loro rapporto abbia bisogno di ulteriori aiuti, intendiamoci.
A letto va magnificamente... e anche fuori.
Ma lui è dell'idea che ogni rapporto che si rispetti vada movimentato, di tanto in tanto.
E, cosa ancora più importante, bisogna sempre realizzare i propri sogni, specie questo tipo di sogni.
Così questa mattina esce di casa molto presto e fa una piccola deviazione prima di andare alla serra, per prendere il necessario per... mettere in atto le sue fantasie.

Mika
Sapevo che avrebbe detto di sì.
Non avevo il minimo dubbio, in effetti.
Se avessi proposto di legare lui, forse, la questione sarebbe stata più complicata, ma visto che quello ad essere legato sono io, Angelo non ha avuto un attimo di esitazione, gli occhi che brillavano, pericolosi.
Così mi ha legato alla spalliera d'ottone del nostro letto con le sciarpe di seta che ho comperato stamattina.
Non sono bloccato troppo strettamente, ma ha voluto farlo anche con i piedi, dicendo che se volevo giocare si doveva fare a modo suo.
Chiaramente ho detto di sì.
So che lui pensa di avere in pugno la situazione... e io glielo lascio credere.
Altrimenti non mi diverto.
Mi guarda, attento.
I suoi occhi neri scivolano su tutto il mio corpo, come se fosse la prima volta.
Come se non mi avesse mai visto prima.
Lo fa con la stessa pigra curiosità, quella scintilla pericolosa negli occhi, che mi ha acceso la prima volta che l'ho visto.
Sotto il sole di luglio, nella fattoria di Anna.
Poi inizia a spogliarsi, lentamente.
Credevo di essere il solo a saper fare certi giochetti, evidentemente mi sbagliavo.
Per fortuna.
<< Non parlare, non dire nulla. Fino a quando non te lo dico io>> ma il suo sguardo è tutt'altro che minaccioso.
Pericoloso, ma non minaccioso.
E allora, prima di obbedire, detto anche io le mie condizioni:
<< Va bene, ma dovrai farmi impazzire. Se così non sarà...domani ci sarai tu su questo letto, legato.>> mi fissa un attimo, in silenzio.
E quello che attraversa i suoi occhi, per un attimo, mi fa tremare.
Ma non di paura.
Oh no, non di paura.
<< Davvero?>> non dice altro, ma so benissimo che ha raccolto la sfida.
Così chiudo la mia bocca e la aprirò soltanto... quando sarà lui a chiedermelo.
E' estenuante.
Mi sta togliendo tutte le forze e quello che riesco a fare è soltanto gemere sommessamente.
Ho promesso che non avrei aperto bocca e io ho una sola parola ma... sta diventando sempre più difficile.
E' steso sopra di me e non c'è una parte del mio corpo su cui non ha posato la sua bocca.
E su qualcuna anche i denti.
Sugge, lecca, morde come se io fossi un piatto prelibato e lui un affamato.
Come se da me dipendesse la sua vita.
Alza la testa dal mio stomaco e guarda, ancora una volta, il mio viso arrossato, si strofina su di me di nuovo prima di abbassare ancora la testa e occuparsi dei capezzoli.
Non ha detto una sola parola nemmeno lui.
Mi sta facendo morire, ma non dice nulla, portandomi così sull'orlo della follia.
Fa passare la lingua sul capezzolo per poi iniziare a succhiarlo con foga, mentre le mani tormentano l'altro, stringendo con forza.
Accarezzando lentamente.
Alterna dolcezza a forza con una facilità sconcertante.
Ma quello che mi fa impazzire davvero sono queste mani e questi piedi immobili.
Il dolore per la scomoda posizione, per ora, è leggero, ma so che fra poco sarà insostenibile e questo, invece di spaventarmi, aumenta il mio piacere sempre più.
Non posso abbracciarlo, non posso toccarlo, non posso nemmeno gridare come vorrei.
Cerco di alzare il bacino per trovare un po' di sollievo ma lui mi rimanda giù con un colpo di reni, obbligandomi all'immobilità.
Poi parla, finalmente, per la prima volta:
<<Non muoverti, dirigo io il gioco. >>
Le parole sembrano fredde... ma la sua voce... oh... è tutta fuorché fredda.
E' meravigliosamente profonda, eccitante ed...eccitata.
Così decido di far vedere, al mio amore, quello che sono capace di fare.
Una volta di più.
So che si aspetta qualcosa da me, una qualsiasi reazione... e adesso vedrò di non deluderlo.
Non posso fare nessun movimento ne parlare, ma posso usare il mio viso... e la mia lingua.
Così inizio ad accarezzare le labbra con la lingua, bagnandola sensualmente.
La faccio scivolare sui denti, per poi tirarla fuori di nuovo, a lambire di nuovo le labbra.
Faccio l'amore con la mia bocca sotto i suoi occhi.
Lui mi osserva, le labbra umide, che si aprono in un sorriso sensuale.
Quante facce ha questo mio uomo?
Quante?
Oh, sarà mia premura scoprirle tutte stasera.
Tutte quante.
<< Bravo... mi fai impazzire quando muovi così quella lingua.
Adesso ti do un piccolo premio...>> e mentre parla scivola giù lungo il mio corpo, verso le caviglie e le slega.
Lentamente.
Poi inizia a massaggiare i piedi, i polpacci.
Ripristinando così la circolazione e dandomi un sollievo intenso.
Sollievo che si trasforma in piacere quando la lingua prende il posto delle mani.
Mi sono imposto di non godere ancora.
Fino a quando non mi prenderà.
Ma so che se questo non avverrà nei prossimi minuti io potrei anche venir meno alla mia parola e perdere.
E questa sarebbe la prima volta da quando sono con Angelo.
Ma anche lui non ce la fa più.
E quando mi afferra per i fianchi alzandomi le gambe sopra le sue spalle rilasso ogni muscolo, preparandomi a riceverlo ancora una volta dentro di me.
Guarda con attenzione i miei occhi, fissa il suo sguardo nel mio e, lentamente, attimo dopo attimo, entra in me.
Centimetro dopo centimetro avanza nel mio corpo senza chiudere gli occhi, cercando in me quel piacere devastante che mi sta regalando.

\Angelo\
Non ce la facevo più.
Se aspettavo ancora un minuto soltanto sarei venuto sul suo corpo e avrei così fatto capire, al mio fin troppo sveglio amante, che anche legato immobile in un letto...mi stava facendo impazzire.
Mi fermo quando i miei fianchi toccano i suoi, resto immobile nel suo corpo, assaporando questa sensazione di pienezza e di possesso che provo quando sono così. Così dentro di lui.
In profondità.
Non lascio i suoi occhi un istante e dentro lo vedo galleggiare in un mare di piacere.
Li ha quasi liquidi.
Mare profondo e limpido, solcato soltanto da me.
Assesto la prima spinta, leggermente.
E lo sento tendersi.
Appartenenza.
E ' mio, sì, ma nella stessa misura in cui mi appartiene anche io appartengo a lui.
Ed è questa certezza che mi fa sentire completo e appagato.
Una sensazione inebriante.
Continuo a muovermi lentamente, e, prima di perdere definitivamente il controllo di me stesso, gli libero i polsi.
Senza uscire da lui mi allungo completamente sul suo corpo fino a raggiungere i suoi polsi.
Ha affondato i denti nelle labbra per non far uscire nemmeno un gemito, ma il suo corpo parla per lui.
Lo libero, gli massaggio i polsi per qualche secondo e poi... poi gli sussurro all'orecchio: <<adesso sì, adesso puoi parlare...e muoverti>> ... e lui mi prende in parola.
Completamente.

Il letto sfatto e le sciarpe di seta usate per legarlo abbandonate ai piedi del letto, testimoniano la notte... movimentata che abbiamo passato.
Molto movimentata.
Noi due stesi in mezzo al letto, abbracciati così stretti da non distinguere dove finisce l'uno e cominci l'altro, come due superstiti dopo un tifone.
Ed è proprio questo quello che è successo.
Non so quante volte l'ho preso, quante volte si è messo su di me per farmi spazio nel suo corpo ancora una volta.
So soltanto che con lui non mi annoierò mai, nemmeno una volta.
Osservo i suoi polsi, il segno è ancora visibile... lui sembra notare il mio sguardo, perchè mormora sulla mia pelle:
<< Pentito?>> so benissimo che è l'ennesima provocazione... che io non faccio cadere, assolutamente:
<< Mai...e tu? >>
Sorride ... e sembra quasi innocente... quasi: << ... credo che quelle corde rimarranno li ancora per un po'...>>
Un'altro bacio spegne definitivamente le nostre voci.