\\Una
notte arrivarono qui, a trovarmi, due amici miei che non sentivo da
tanto tempo.
Hanno
voluto che raccogliessi la loro testimonianza e che la mettessi su
carta.
Eccola
qui, per tutti quelli che si fanno fermare dalle barriere.
Per
tutti quelli che non sanno che, per amare, serve soltanto un cuore.
Passatela,
fatela leggere a chi ne ha bisogno.
Fatevi
portatori anche voi, come me, del loro messaggio.
Ragazzi...spero
di essere stata alla vostra altezza ^_^\\
Nel mio silenzio
\\Io sono la musica, tu
le parole.
La
canzone è il silenzio.\\
Qui,
dove io sono, dove esisto fin da qundo sono venuto al mondo,
c'è un eterno silenzio.
Un
silenzio totale, assoluto.
Credevo
che tu lo avessi capito ed invece, evidentemente, le mie parole sono
scivolate su di te come acqua fresca.
Quelle
parole che faccio fatica a pronunciare, che non posso ascoltare.
E
che invece ho imparato a farlo soltanto per te.
Io
vivo nel mio silenzio, non conosco altro.
Non
so cosa siano i suoni, la musica.
Non
so che vuol dire l'emozione di una canzone, una voce che canta soltanto
per te.
Che
pronuncia parole d'amore.
Che
si alza, pura e cristallina, nell'aria.
Tu
che invece canti da quando la memoria ti sorregge e non puoi farmi
ascoltare le tue canzoni nè la tua musica.
Eppure
lo sapevi.
Quando
sei entrato nella mia vita e hai rotto il mio voluto isolamento, sapevi
che io ero sordo.
Io
sono sordo.
Sordo
dalla nascita e di conseguenza anche muto.
Lasciato
dai miei e cresciuto in un istituto dalla pietà di
alcune suore che mi hanno insegnato tutto quello che so.
Hanno
impedito che io vivessi recluso nella prigione peggiore che mai essere
umano potesse costruire: quella voluta dalla nostra anima.
E
quella costruita dal nostro orgoglio.
Loro
mi hanno cresciuto e fatto studiare.
Custodi
di un'eredità d'amore che non trovi più, in un
mondo che non ha tempo per chi è diverso.
Tu
sei arrivato e hai sconvolto il mio silenzio.
Sei
entrato a forza e ti sei fatto ascoltare senza bisogno di una sola
parola.
Hai
voluto che imparassi a parlare, a pronunciare parole che non ho mai
voluto dire, consapevole di rendermi ridocolo.
L'unica
cosa che mi rimaneva era la mia dignità.
Invece
tu mi hai insegnato che la dignità non è qualcosa
che ti rende grande.
Non
sei grande se hai dignità ma hai dignità se sei
grande.
E
con te lo sono diventato.
Perchè
adesso vuoi rovinare ogni cosa?
Come
puoi dire di amarmi se non riesci a capire e a penetrare nel mio
silenzio?
Tu
sei tutto ciò che io ho sempre aborrito e allontanato da me
con decisione.
Sei
il silenzio assoluto e totale.
Io
che vivo immerso nella musica e nelle parole.
Io
che mi esprimo soltanto attraverso i suoni.
Guardarti
e capire che saresti stato mio è stata una decisione unica e
improvvisa.
E
io non sono quello delle decisioni improvvise.
Non
sono impulsivo, mai stato in tutta la mia vita.
A
parte quel momento unico, prezioso e perfetto.
Quando
ho capito che in tè c'era racchiuso tutto quello che io
volevo nel mondo.
Con
decisione sono entrato in te, mi sono fatto
“ascoltare” a forza, quasi.
Consapevole
che , se lasciavo fare a te, non avrei avuto una sola speranza.
Non
potevi ascoltare la musica ma potevi sentire le sue vibrazione sulla
tua pelle.
E
leggere le parole che scrivevo.
Ti
ho insegnato a parlare.
Ho
voluto che tu imparassi a parlare lo stesso, vincendo la paura.
Paura
di renderti ridicolo e sgraziato.
Di
perdere quell'orglogio al quale ti aggrappavi con le unghie e con i
denti.
Hai
capito che non ci sono solo le mani e i gesti per comunicare e che
l'orgoglio non è tutto ciò che abbiamo...ma
soltanto una stupida ancora che ci tiene legati in fondo al mare.
Ti
ho insegnato anche ad amare senza riserve, senza paura di farti male.
Di
essere respinto come fecero i tuoi, troppo deboli per amare.
Pensavano
forse di non avere la forza di difenderti.. .senza capire che saresti
stato tu a difendere loro.
Tu
che mi hai dato così tanto.
Appena
hai capito che potevi amarmi senza spezzarti in due mi hai sommerso con
la tua dolcezza, con la tua tenerezza.
Con
il tuo Amore.
Tu,
così cupo, silenzioso, chiuso,
ti
sei aperto per me.
E
sei entrato in me.
Ti
sei fatto spazio in mezzo alla mia musica, hai creato la tua sinfonia
con le mie note.
E
adesso mi chiedi, stupito ed arrabbiato, perchè voglio
rovinare ogni cosa.
Come
fai a non capire quello che è così semplice ed
elementare?
Io
non voglio rovinare ogni cosa, non voglio penetrare nel tuo silenzio.
Non
ne ho bisogno.
Nel
tuo silenzio ci sono già e non voglio vivere in nessun'altro
luogo.
Capiscilo.
Capiscimi.
Lascia
che io faccia di te la mia casa.
Il
mio lavoro.
La
mia musica.
Permettimi
di diventare la tua famiglia sempre.
Non
soltanto quando i miei impegni me lo permettono.
Sempre.
Non
soltanto tra una tournèè e l'altra.
Voglio
aprire gli occhi e trovare i tuoi che mi stanno osservando.
Voglio
specchiarmi nel tuo silenzio e annegarci dentro.
Voglio
ascoltare le tue parole pronunciate soltanto per me.
E
suonare le mie canzoni...soltanto per te.
Voglio
comporre con te dinnanzi.
Tu,
la mia musa ispiratrice.
Non
puoi impedirmi di lasciare le torunè per vivere con te,
sempre.
Suonare
soltanto per te, tu che hai imparato a superare la barriera dell'udito
e a commuoverti fino all'estremo.
Non
ho bisogno di nessuno se ho te.
Non
sentirti responsabile di nulla se non del mio amore.
Per
te, che sei tutto ciò che io voglio dalla vita.
Fu
così che il Duca lasciò il mondo dello
spettacolo, le tournè, la televisione e quant'altro faceva
per promuovere e far ascoltare la sua musica.
C'è
chi disse che si ritirò in America, in uno sperduto paesino
del Canada.
Chi
giurò e spergiurò che l'aveva visto in Tibet in
un monastero.
Mentre
i giornali trovarono la sua casa sul lago di Garda, in Italia.
Ma
dopo i primi tempi, come ogni cosa, il clamore suscitato dal suo ritiro
scemò, si placò lentamente.
Ogni
due anni circa usciva un suo nuovo disco e ai suoi fan questo bastava.
La
sua musica era maturata.
Sembrava
che si rivolgesse direttamente all'anima, suoni che con l'orecchio non
potevi capire...se non accendevi anche il cuore.
Quello
che è certo è che, ogni sua composizione, era
dedicata alla persona che rese possibile questo...miracolo.
Scritto
a mano, sulla copertina di ogni suo disco, c'era una dedica
semplicissima.
Tre
parole soltanto:
“Per
il mio sole.”
Tutto
qui.
E
il mondo non aveva bisogno di altro.
\\
Dedicata a Marc, musicista di immenso valore.
E
a Janni, la sua Luce\\