Nessuno Fra Noi
Parte 2
La luce nella stanza
è ovattata ma questo non impedisce a Mitsui di notare i
lividi sul volto di Kogure.
Si nota chiaramente il
segno lasciato dagli occhiali che si sono rotti sul suo viso,
è pieno di tubicini e gli occhi chiusi.
Coma vigile.
Frattura temporale
sinistra.
Ematoma da riassorbire.
Se non succede nelle
prossime dodici ore deve essere operato per ridurre la pressione del
sangue sul cervello.
Frattura di tre costole.
Rotto anche il braccio
destro.
E la milza.
Stranamente le gambe
sono intatte.
Anche se piene di
lividi e tagli.
Se supera la notte ha
buone possibilità di salvarsi.
Se supera la notte.
Se il coma non diventa
profondo.
Se.
Il cervello di Mitsui
è attraversato da flash che, a intervalli regolari, gli
scavano a fondo alimentando la sua rabbia.
La voce del dottore
rimbomba nella sua mente e crea echi distorti.
Stava parlando con i
genitori di Kogure che lo ascoltavano straziati dal dolore, increduli,
incapaci di capire il perché di tanto odio verso un ragazzo
dolce e buono come il loro Kimi.
Lui era in disparte e
aveva ascoltato tutto.
Loro lo avevano fatto
entrare, in fondo era il suo più caro amico.
Il suo ragazzo.
Il suo amante.
Ma questo chiaramente
non lo sapevano.
Ha solo cinque minuti
per stare con lui, protetto da un camice verde, con mascherina e
copriscarpe.
Nessuno sa cosa
è successo, perché.
Ma lui si.
Lui sa benissimo il
come e il perché.
Per lui.
Non hanno digerito come
li ha lasciati.
Ne la sua passione per
il basket.
O per kogure.
E' colpa sua, certo.
Ma guai a coloro che
hanno alzato la mano su di lui.
Sarebbe meglio per loro
se non fossero mai nati.
Sa chi
sono…conosce bene il loro modo di agire e sa dove trovare
quei tre bastardi che lo hanno aggredito.
"La pagheranno per
quello che ti hanno fatto… te lo prometto Kimi, non
avrò pace fino a quando non imploreranno pietà."
Si china su di lui e
gli sfiora la guancia con le labbra indugiando un attimo contro quella
pelle così morbida… e così fredda.
Sente il cuore che
manca un battito e quel nodo che gli stringe la gola come una morsa
d'acciaio si scioglie un poco.
Ma lui lo ricaccia
giù a forza.
No, adesso non
c'è spazio per le lacrime.
Ma solo per la vendetta.
Esce dalla stanza e si
toglie il camicie con estrema calma, i gesti misurati, quasi
controllati che nascondono la rabbia che lo sta bruciando.
Rukawa e Sakuragi si
alzano e si avvicinano a lui.
E' Rukawa che parla per
primo, esternando i sentimenti di tutti e due: - veniamo con
tè-.
Mitsui alza la testa,
stupito.
Questa proprio non se
lo aspettava da quel freezer di Rukawa.
I suoi occhi sembrano
freddi e lontani come sempre ma, a uno sguardo più attento,
nota un fuoco che brucia, implacabile.
Scuote la testa,
perplesso.
- no…
è un problema solo mio… basto io per quei
vigliacchi…-
Sakuragi lo guarda,
subito arrabbiato: - come no! Io posso…-
Rukawa lo ferma con un
colpo del gomito, continuando a guardare Mitsui negli occhi.
E quest'ultimo regge il
suo sguardo glaciale senza battere ciglio.
- Perché?
Voi che c'entrate con noi?-
e Rukawa lo stupisce
ancora una volta: - perché prima, mentre eri dentro, ho
pensato a come avrei reagito io se al posto di Kogure ci fosse stato
Hanamichi. Devono pagarla.-
Non c'è
bisogno di dire altro.
Per un attimo gli occhi
di Mitsui si addolciscono.
Ma è solo un
istante.
Tornano subito pieni di
rabbia, così come la sua voce: - E la pagheranno.
Ma voi restate qua.
Voglio che sappia dove
sono quando si sveglierà.
Non deve pensare che
l'ho lasciato solo.-
Si guardano per un
istante senza parlare, poi Rukawa sente Sakuragi che si rilassa al suo
fianco, fa un passo indietro e sospira piano: - stai attento al
più grosso, è il più pericoloso.
Quello che ha colpito
Kogure con il calcio alla testa anche se era a terra. Quello dei
capelli lunghi ha due mani immense ma sembra inoffensivo… il
piccoletto invece ha due occhi terribili e feroci…-
Hanamichi lo ascolta,
allibito, ma come accidenti ha fatto a memorizzare in trenta secondi
tutte quelle cose?
Mitsui fa una smorfia
che dovrebbe essere un sorriso e lancia un "grazie" da sopra la spalla,
prima di andare a caccia.
Si ferma un attimo,
gira appena la testa verso i suoi amici.
- se peggiora mandami
uno squillo.
Uno solo.
Io capirò.