Nessuno Fra Noi
PARTE III
Mitsui osserva senza essere visto tre ragazzi fermi in un bar.
Eccoli li i vigliacchi, leoni quando sono in branco, pecore quando sono
da soli.
Coraggiosi quando si tratta di affrontare un ragazzo solo e indifeso
come Kogure.
Ma lui non è indifeso.
I suoi riflessi sono eccezionali, cosi come i suoi pugni.
Sa difendersi e colpire dove fa più male.
E' un ragazzo di strada lui.
Abituato a fare a pugni e con un fisico molto più forte del
loro.
Ma soprattutto è arrabbiato.
E questa rabbia darà ai suoi colpi una forza in
più.
Quando si accorgono di lui ha avuto tutto il tempo di studiarli e di
preparare un piano.
Non andrà li a testa bassa attaccando alla cieca, ma li
farà fuori uno a uno, con calma metodica.
E poi correrà da Kogure.
Esce dal bar senza una parola e il più grosso dei tre gli va
dietro da solo, sicuro e strafottente, certo che basti lui per dare una
lezione a quel traditore di Mitsui.
Ed è quello che Mitsui voleva.
Non gli dà il tempo di pensare a un probabile attacco, il
suo pugno scatta veloce appena l'altro gira l'angolo e lo colpisce allo
stomaco con una forza micidiale.
Lo manda a finire contro il muro e, senza dargli il tempo di rialzarsi,
lo colpisce con un calcio nel viso.
Si avvicina al ragazzo raggomitolato a terra, gli afferra i capelli con
la mano strattonandoli all'indietro con forza, poi a un centimetro dal
suo viso sibila con odio.
- credevi veramente che ve l'avrei fatta passare liscia? Pensavi
davvero che fosse così facile?-
ma l'altro non risponde, la bocca piena di sangue e lo sguardo
terrorizzato.
Mitsui rivede Kogure, gli occhiali rotti sul suo viso, la Milza
spaccata. e lo colpisce di nuovo.
Poi si siede su di lui, consapevole che da quelle parti non passa mai
nessuno e, se succede, si fa gli affari suoi.
Mentre lui aspetta.
Aspetta che escano anche gli altri due.
E non deve attendere molto.
Escono insieme dopo cinque minuti, preoccupati dell'assenza del loro
amico.
Appena li vedono si fermano improvvisamente, gli occhi spalancati e la
bocca aperta.
Questa non se l'aspettavano, nel modo più assoluto.
E Mitsui, senza lasciargli il tempo di riprendersi, attacca.
Ma le cose non vanno mai come uno se lo aspetta.
"Come ho fatto a cacciarmi in questo guaio?" pensa con rabbia.
Uno di loro lo sta bloccando da dietro, tenendogli le braccia in una
morsa d'acciaio mentre l'altro si sta preparando a colpirlo.
Lo hanno preso a tradimento, colpendolo con un sasso alla tempia
sinistra proprio mentre stava picchiando quel bastardo di Wakanthasa.
Non se lo aspettava, anche se sapeva che sono soltanto dei vigliacchi.
il pugno arriva puntuale e lo colpisce in pieni viso,
facendogli esplodere nella testa un'intera galassia.
In quel momento sente un suono che gli gela il sangue nelle
vene.
Il cellulare che ha tenuto in tasca.
Uno squillo.
Uno solo.
E il suo cuore va in frantumi.
- no.nooooooooooo.- urla con tutto il fiato che ha in gola mentre sente
un dolore senza nome che esplode nel suo petto.
Con un ringhio allarga di colpo le braccia liberandosi della morsa che
gliele imprigionava.
Cosa che prima non era riuscito a fare.
Una marea rossa lo sommerge, riempiendo ogni muscolo, ogni nervo, ogni
più piccola cellula del suo cervello.
E lui esplode, distruggendo tutto ciò che ha davanti a lui.
La moto divora l'asfalto, nastro nero che si srotola davanti a lui.
La pioggia ha smesso di cadere ma l'aria è piena di
umidità, rendendo difficile perfino respirare.
Lui però non se ne accorge.
Presto. deve fare presto.
Deve arrivare in tempo prima che sia troppo tardi.
Flash!
La sua mente è attraversata dai ricordi che gli divorano
l'anima ormai a brandelli.
La prima volta che si sono baciati, la prima volta che ha assaggiato
quel nettare dolcissimo che è la sua bocca.
Erano nel parco dietro casa sua e Kogure stava prendendo il sole,
seduto sulla panchina, con il viso all'indietro e gli occhi chiusi.
Ricorda chiaramente che in quel momento sentì uno scatto
dentro di se, come il meccanismo di un ingranaggio che andava a posto
da solo.
Tutto quello che aveva sempre desiderato in tutta la sua vita era li.
Davanti a lui.
Il suo mondo.
La sua rivincita.
La parte migliore di se stesso.
Smise di lottare contro i suoi stessi sentimenti e accettò
finalmente Kogure.
Si sedette accanto a lui togliendogli delicatamente gli occhiali.
Sentì che tratteneva il fiato ma non aprì gli
occhi.
Incurante del luogo pubblico e di chi poteva eventualmente passare
posò le sue labbra su quelle del suo compagno e le mosse
lentamente, il sangue che cominciava a correre più veloce
nelle vene.
Finchè, con un sospiro, Kogure aprì la bocca e le
sue mani salirono fino alle spalle, abbracciandolo.
Allora Mitsui approfondì il bacio, cercando la sua lingua,
quel tocco dolce e vellutato, intrecciandola alla sua, succhiandola con
dolce avidità.
Il loro primo bacio.
In un parco pubblico.
Vicino a casa sua per giunta.
- Non permettere più che mi allontani da tè.-
Gli disse Mitsui con il fiato corto, quando si staccarono senza
ossigeno.
In quel momento gli occhi di Kogure erano immensi e colmi di una
dolcezza senza fine, così come la sua voce.
- Non ti lascerò andare mai più, te lo prometto.
fini alla fine.-
" Fino alla fine. alla fine ".quelle parole gli rimbombano nella mente,
morde le labbra fini a farle sanguinare, accelera di più e
affronta una curva a duecento all'ora.
Le ruote slittano sull'asfalto bagnato ma riesce a mantenerle
miracolosamente sulla strada.
" Aspettami Kimi. aspettami" urla il suo cervello incessantemente.
Finalmente arriva in ospedale.
Sale in corsia senza più forze e quando arriva in terapia
intensiva si rende conto che tutto il suo coraggio l'ha abbandonato.
Entra con titubanza, terrorizzato da quello che potrebbe trovare
davanti a quella porta. e quello che vede lo scuote in effetti, anche
se non come se lo immaginava.
- Che accidenti sta succedendo ? Perché quelle facce
allegre?- la sua voce è quasi un ringhio, come possono
Rukawa e Sakuragi essere così contenti se Kogure sta per.
- come perché? E' uscito dal coma, capisci?
Ce l'ha fatta. certo, dovrà superare la notte prima di
essere fuori pericolo ma quel dannato quattr'occhi c'è
riuscito.
I dottori ancora non ci credono e .-
Mitsui è stordito da quel fiume di parole.
Non ha capito niente. come uscito dal coma?
In quel momento Rukawa mette la mano davanti alla bocca di quel Doaho
(letteralmente.)per farlo stare zitto e, con espressione "quasi" dolce
cerca di chiarirgli un pò le idee: - è uscito dal
coma poco fa, non parla ma ha aperto gli occhi ed è
cosciente.-
Mitsui scuote la testa, incredulo
- ma. e quello squillo?-
- Oh quello. questo idiota ha voluto assolutamente mandartelo lo
stesso per renderti partecipe, ha detto che tu avresti notato la
differenza di suono.- guarda Sakuragi con aria di compatimento, mentre
quest'ultimo si prepara a controbattere, offeso. Mitsui non riesce a
credere alle sue orecchie.
Volta la testa verso la grande vetrata che permette ai parenti di
osservarei pazienti senza entrare e lo vede circondato da medici e
infermieri.
Appoggia le mani al vetro e si protende verso di lui, quasi come a
cancellare lo spazio che li divide con la sola forza della sua
volontà.
Quella forza che lo ha tenuto in piedi fino ad ora.
Ed ecco che lui si volta.
Lentamente, molto lentamente.
Come se avesse sentito la sua voce che lo chiamava.
E Mitsui sente la morsa che gli attanaglia il cuore
allentarsi sempre più.
Vede quel viso a lui così caro che lo guarda e gli occhi si
riempiono di lacrime.
Lacrime che non riesce a fermare neanche se lo volesse.
E lui non lo vuole.
All'improvviso una mano si posa sulla sua spalla e la voce di Rukawa
penetra nella nebbia che lo avvolge: - ce l'ha fatta. Hanamichi ha
ragione su questo.
Lui ce l'ha fatta. ed è questa la cosa più
importante.
Mitsui abbassa lo sguardo sulle sue mani ancora appoggiate al vetro,
sono piene di graffi e di lividi, soprattutto le nocche. domani saranno
gonfie. domani.
Domani sarà qua con lui.
E anche dopodomani.
Fino alla fine dei loro giorni.
EPILOGO.
Sono passati tre mesi dal giorno in cui Kogure è stato
picchiato a sangue da tre teppisti che volevano vendicarsi di Mitsui
nel peggior modo possibile.
Furono trovati dai loro amici e ricoverati in ospedale.
Uno di loro subì diverse fratture e un trauma cranico.
Gli altri due ebbero la prognosi sciolta dopo quindici giorni.
Resatrono in ospedale per un mese.
Ma mai quanto Kogure che restò in quell'ospedale per due
mesi.
Due mesi duranti i quali subì due operazioni.
Adesso è a casa da quattro settimane, la riabilitazione ha
dato ottimi risultati e lui freme dalla voglia di tornare ad allenarsi.
E di fare l'amore con Mitsui.
Che, terrorizzato dall'idea di perderlo, non lo sfiora nemmeno con un
dito.
Si scambiano baci ardenti e carezze ai limiti della censura ma quando
si tratta di andare fino in fondo lui si ferma, lasciando
così Kogure a bocca asciutta.
Letteralmente.
E adesso, il dolce e comprensivo kogure ha deciso che è ora
di smetterla .
Si è autoinvitato a casa di Mitsui per il fine settimana.
Due giorni durante i quali saranno soli a casa, visto che i genitori di
Mitsui sono fuori città.
Quando arriva a casa sua la porta è socchiusa e, con una
determinazione nuova in lui entra, deciso più che mai a
farla finita.
Oggi faranno l'amore.
E più di una volta.
In ogni modo possibile ed immaginabile.
Dapertutto.
Ha tre mesi da recuperare ed intende farlo alla grande.
- Vado a fare una doccia, fa un caldo pazzesco, sono tutto
sudato…-
Kogure è giunto al limite dell'umana sopportazione.
E tenta l'ultima disperata carta.
Dopo di che lo stenderà sul pavimento e lo
violenterà.
Mitsui ha respinto ogni approccio con decisa fermezza… anche
se la sua eccitazione è più che
evidente… e così anche il suo desiderio.
Ma si è messo in testa che il suo compagno è
ancora convalescente e può fargli male dar sfogo alla parte
"carnale" ( ma così deliziosa) del loro rapporto.
La verità e che è semplicemente terrorizzato
dall'idea di perderlo, capisce bene l'impazienza di Kogure,
perché è anche la sua ma appena le loro carezze
diventano più audaci si blocca e non riesce ad andare oltre.
Adesso l'uscita del suo ragazzo lo lascia allibito… che
accidenti gli è venuto in mente questa volta?
Si alza dalla sedia della cucina dove hanno appena finito di pranzare e
inizia a sparecchiare.
Carica la lavastoviglie con calma, cercando di tenere a bada i suoi
ormoni impazziti al pensiero di Kogure in bagno, con l'acqua che gli
scorre sulla pelle bianca e liscia, vede la spugna colma di schiuma che
passa con lentezza esasperante su quel corpo stupendo e inghiotte a
vuoto alcune volte… appoggiando la testa allo stipite della
lavello, frustato.
Fino a quando la voce dell'oggetto dei suoi desideri si alza, chiara e
spaventata dal bagno, facendolo sussultare dalla paura: -
Mitsui… vieni qui, presto… ho un problema,
corri…-
Scatta verso il bagno con il cuore in gola, spalanca la porta e
…lo vede in piedi sotto la doccia, apparentemente
sano… e bellissimo.
- Eccomi… ma…cosa è successo? Qual
è il problema?-
Fa scorrere lo sguardo su quel corpo che gli ha tolto il
sonno… gli sembra perfetto… anche troppo.
- E' questo il problema.-
Kogure indica con l'indice l'inguine, in modo particolare la sua
eccitazione che è così evidente da non aver
bisogno di presentazioni.
- Non puoi fare niente per aiutarmi?-
Mitsui chiude la bocca che aveva lasciata aperta e se la riscopre
improvvisamente piena di saliva, come davanti a un cono gelato doppio
con panna e noccioline(…magari anche con cioccolato fuso),
inghiotte alcune volte ma non è che le cose migliorino di
molto.
Cerca di mantenere lo sguardo sul viso di Kogure ma, inevitabilmente,
gli scivola verso il basso…
- non farti pregare Hisashi… io non ce la faccio
più…- avanza lentamente verso di lui,
completamente bagnato, le gocce d'acqua che scivolano sul suo corpo
disegnando quei muscoli alla perfezione…
- oh Kimi… non sai cosa mi chiedi…-
ma non riesce a dirle dirgli di no, questa volta non ce la fa e rimane
li come un cretino, la bocca socchiusa e gli occhi brucianti che
accarezzano ogni centimetro di quel corpo stupendo e completamente suo.
Quando kogure lo tocca sussulta… come se fosse stato colpito
da una scarica elettrica e un pensiero continua a martellare la sua
mente "
è mio, completamente mio… nessuno
riuscirà a mettersi fra noi… potrei uccidere per
questo…"
Quando il suo compagno si spalma su di lui la sua eccitazione premuta
contro di lui gli fa provare fitte di autentico piacere.
- ho bisogno di te… ti prego-
ma Kogure non deve più pregare, ogni pensiero razionale ha
abbandonato Mitsui (era ora…) che comincia a far scorrere le
mani sulla sua pelle bagnata, cercando e trovando i punto
più sensibili del suo compagno, sostituendo le labbra alle
mani per assaggiarlo, gustarlo di nuovo, inebriandosi con il suo sapore.
Cade in ginocchio davanti a lui accogliendolo nella sua bocca,
divorandolo quasi, con una fame arretrata che è cresciuta
attimo dopo attimo.
Kogure non capisce più niente,, sa solo che è in
paradiso e intende restarci il più a lungo possibile.
Stringe le meni nei suoi capelli mugolando piano, al culmine di un
piacere quasi dimenticato.
Viene con un grido rauco, l'acqua che continua a scendere, riempiendo
di vapore il piccolo bagno e i due ragazzi, ormai al culmine
dell'eccitazione.
Mitsui risale il corpo di Kogure per terminare il suo lento e
inebriante viaggio nella sua bocca, dissetandosi di lui.
Nessuno dei due parla, non c'è bisogno di parole, hanno
già detto quello che c'era da dire ( finalmente…).
Kogure si volta verso le piastrelle con foga, allargando le gambe e
protendendosi verso Mitsui, vuole sentirlo dentro di
sé… stà impazzendo dal desiderio.
E così anche il suo compagno che lo prende con passione, con
una voglia trattenuta ormai da troppo tempo.
I loro corpi bagnati scivolano, si riprendono, si allacciano e si
muovono con un'intensità mai conosciuta prima.
Il dolore iniziale si mescola con un piacere impossibile da descrivere
per Kogure che non riesce a trattenere le grida sempre più
alte.
Esplodono insieme nell'orgasmo più folle della loro
vita… consapevoli che soltanto la paura di essersi persi li
ha portati a una passione così profonda.
Finiscono a terra, ansimanti, stravolti ma assolutamente, completamente
felici.
Il mattino li accoglie abbracciati e finalmente addormentati.
E' stata una notte unica e i desideri di Kogure sono stai esauditi.
Tutti quanti.
Fu poco prima dell'alba, nel momento magico in cui il mondo attende la
promessa del rinnovamento e l'animo umano si protende in cerca
dell'affermazione della vita che Mitsui si muove nel sonno, stringendo
i fianchi del suo amante con un braccio.
Con il viso premuto tra i suoi capelli mormora nel sonno - mai
più nessuno.
Non ci sarà più nessuno fra noi.-
E kogure nel sonno sorride.