V CAPITOLO
Ci sono momenti che non riusciremo più a dimenticare.
Attimi che, lo sappiamo benissimo, si fermeranno nella nostra mente e non si cancelleranno mai più.
Raphael è in piedi davanti alla porta della camera di suo zio.
Da quando sono iniziati i rumori nessuno si è avvicinato a quella stanza, nemmeno Anna.
E’ lui che la tiene in ordine e che va a suonare.
E adesso Hiroyuki è li, davanti al piano, con in mano quegli spartiti che sono spariti da mesi.
Nudo, con i capelli che gli sfiorano un sedere che sembra scolpito nel marmo.
Sul viso un’espressione di puro stupore, confusione e … timore quasi.
Totalmente estranea all’Hiro che lui conosce.
Poi la pendola batte quattro rintocchi e lui sembra riscuotersi, si guarda attorno, spaesato, guarda Raphael sulla porta, lentamente lascia cadere gli spartiti e si affloscia per terra.
Come se all’improvviso gli avessero tagliato i fili.
Raphael fa appena in tempo a sorreggerlo coprendo i pochi metri che li dividono velocemente, quasi anticipandolo, con un istinto che non sapeva di possedere.
Gli passa le braccia attorno alla vita e se lo ritrova premuto contro il suo corpo mentre lo trascina sul divano accanto a loro.
Le loro virilità entrano a contatto, perfettamente combacianti e si risvegliano immediatamente, malgrado i loro proprietari non pensino affatto a loro… e Raphael non può fare a meno di posare un bacio su quelle labbra morbide ancora socchiuse.
Non è svenuto, se ne rende subito conto appena lo bacia, Hiro apre gli occhi neri e immensi e li fissa nei suoi.
E’ completamente privo di forze ma ancora in se e cerca di mettersi seduto ma Raphael glielo impedisce:
- cosa credi di fare? Non so che accidenti è successo ma non ti reggi nemmeno in piedi, adesso te ne stai li buono che ti vado a prendere un po’ di acqua e zucchero.-
Schizza via come un fulmine, fa le scale quattro alla volta e si precipita in cucina.
Per un breve istante il suo pensiero va agli spartiti nelle mani di Hiroyuki ma è solo un momento.
Dovrà spiegargli parecchie cose, certo, ma prima deve stare meglio.
Non teme che possa derubarlo, questo pensiero non gli sfiora nemmeno l’anticamera del cervello.
Quando torna da lui sono passati pochi minuti ma Hiro si è addormentato, il corpo abbandonato sul divano e un braccio che è scivolato lungo il corpo fino a sfiorare il pavimento.
- E adesso che faccio??- mormora perplesso, dovrebbe svegliarlo, fargli bere l’acqua e poi pretendere delle spiegazioni… dovrebbe.
Già.
Invece va a prendere la coperta che è sul letto di suo zio e lo copre dolcemente.
Poi si stende dalla parte opposta del divano, dove ci sono i suoi piedi e cerca di sistemarsi alla meno peggio, cercando di non svegliarlo e dandosi mentalmente dello stupido.
" almeno potrei andare nel letto dello zio…"
ma sa che non lo farà.
Vuole stargli vicino e, per i suoi gusti, sono anche troppo lontani.
La sua concezione di vicino è proprio assoluta, tipo fratelli siamesi.
Vorrebbe avere il suo viso accanto e non i piedi.
Si volta a guardarli alzando un po’ la coperta:
perfetti, come il resto del corpo.
Li bacia con dolcezza ," non sto cedendo, quando si sveglierà dovrà dirmi tutto, dalla A alla Z!!! "
Ma intanto appoggia il viso sulla sua caviglia mentre i suoi piedi sfiorano le spalle di Hiro che non si è reso conto di nulla, troppo spossato per riemergere dal sonno profondo in cui è caduto.
Lo sveglia la luce che entra dalle fessure degli scuri ormai vecchi e l’abbaiare dei cani, trascurati ormai da troppe ore.
Oggi è sabato e Anna non viene, quindi nessuno gli ha ancora dato da mangiare.
Sente un peso strano sulle gambe e apre gli occhi, infastidito.
Sul momento pensa di sognare, è troppo assurda la scena…
Raphael è intrecciato a lui in maniera incredibile, su un divano abbastanza grande ma non certo quanto loro due.
Si sente leggermente ammaccato, giusto per usare un eufemismo ma non osa muoversi per non svegliarlo.
Poi ricorda tutto quello che è successo la sera prima e sprofonda nel divano con un gemito.
" Oh Dio… gli spartiti, dovrò spiegargli tutto… come farò?"
- Fai bene a gemere, dovrai però essere più convincente, così non funziona troppo bene…-
La voce di Raphael non è severa come le sue parole potrebbero far pensare, sentire quel corpo così incollato al suo lo distrae quel tanto che basta per fargli diminuire notevolmente tutta la rabbia di poche ore fa.
Si muove leggermente strofinandosi contro di lui e sente la sua eccitazione salire pericolosamente.
- Raphael io… sono crollato di schianto.
Ero stravolto perché …-
Ma la voce gli muore in gola alla vista del corpo nudo del suo compagno che ha appena tolto la coperta, rivelando così chiaramente quali sono le sue intenzioni.
- OK… me lo dirai dopo, buono adesso che devo darti il buongiorno…-
Si scioglie dal suo abbraccio trascinandolo sul pavimento.
Per un attimo Hiroyuki rimane senza fiato alla sensazione del legno duro sotto la schiena ma poi sente la bocca di Raphael che cerca la sua e dimentica tutto quanto per rispondergli con tutto se stesso.
- Credi di cavartela così? Non lo sai che un conte va trattato con più deferenza? Adesso ti insegno come devi salutarmi -
e lo vede rigirarsi su di lui, veloce come un gatto, agile come una pantera… e letale come una tigre.
Sente quella bocca famelica tra le sue gambe mentre vede il membro di Raphael che si abbassa sul suo viso posandosi tra le sue labbra.
" Che diavolo di un ragazzo " pensa con una smorfia di piacere quando Raphael comincia subito a succhiarlo senza perdere neanche un attimo in altri preliminari.
E allora apre la bocca e lo fa entrare fino in fondo, lasciando che sia lui a imporre il ritmo con movimenti sempre più veloci e profondi.
Si limita a succhiare con fatica, cercando di non respingerlo istintivamente quando raggiunge il fondo della sua gola che si contrae automaticamente.
Ma Raphael non rallenta, anzi, aumenta il ritmo con frenesia, deciso a fargli anche del male se necessario.
Vuole fargli capire che non deve nascondergli nulla.
Se è sincero con lui tra loro potrà essere stupendo altrimenti… diventerà un nemico implacabile.
E’ la prima persona di cui si è fidato… spera con tutto il cuore di non essersi sbagliato.
Quando sente che non ce la fa più accelera i suoi movimenti accogliendolo a sua volta completamente e soltanto quando lo sente svuotarsi nella sua bocca si libera in un orgasmo violento e bruciante.
Proprio come le sue emozioni in quel momento.
Rotola accanto a lui leccandosi le labbra con voluttà e appoggiandosi alle sue gambe per bloccarlo accanto a se.
Quando il respiro si calma un po’ alza la testa e si volta per guardarlo, ha ancora gli occhi lucidi e, ci giurerebbe, bagnati di lacrime.
Una fitta di rimorso, di… tenerezza forse, si fa strada in lui e la presa si fa più dolce, accarezzando.
- Adesso è il momento delle spiegazioni.
Adesso ti ascolto.-
Non cerca di alzarsi da terra, rimane così e si limita ad allungare la mano per prendere la coperta e coprire i loro corpi sudati.
- E’ così difficile parlarti di me, di una cosa così mia e così profonda da fare male anche soltanto a pensare di dirtelo.
E poi io non sono tanto bravo con le parole…-
Si ferma incerto e Raphael si sente sciogliere.
La sua voce esce curiosamente roca.
- La verità. Dimmi soltanto la quella, non voglio altro.-
Un sospiro profondo accompagna le sue parole,
- La verità… quale? La mia o la tua?
La verità e che non so che accidenti ci facevo la davanti con quegli spartiti in mano.
Stavo sognando e nel sogno camminavo in questa villa, mi vedevo salire le scale ed entrare in questa stanza, la conoscevo bene, sapevo che era la MIA camera.
Sono andato al pianoforte a colpo sicuro e ho rovesciato lo sgabello, ho svitato una gamba e, all’interno, c’erano gli spartiti.
Mi sono svegliato quando tu mi hai chiamato… e mi sono reso conto che non avevo sognato.
Ero veramente la davanti con gli spartiti in mano e lo sgabello svitato…-
Guardano contemporaneamente lo sgabello ancora steso a terra.
- Vorresti dirmi che TU eri mio zio nel sogno e che LUI ti ha guidato davanti a quel piano? MIO ZIO?-
La sua voce però è incrinata e appena udibile.
- Perchè… ti riuscirebbe così difficile da credere?-
Raphael lo guarda, gli occhi spalancati ma per niente increduli.
- Tu che dormi qui da solo, in una villa dove ci sono rumori che ti impediscono di dormire, dove spariscono le cose e il pianoforte suona da solo… proprio tu non mi credi?-
Raphael lo guarda, i suoi occhi azzurri si accendono di sfida, d’orgoglio mentre raddrizza inconsapevolmente la schiena.
Stupendo.
- Quello è diverso, non ci sono coinvolto personalmente.-
Si ferma per un attimo, assimila quello che ha detto e poi va oltre, accettandolo come un dato di fatto.
- Non sarà certo un concerto in piena notte ad impedirmi di dormire o di studiare, non esiste nessuna forza al mondo, di questo o di un altro, che riuscirà a fermarmi o a cacciarmi da casa mia, non mi sono mai posto il problema di crederci o no.-
Hiroyuki scuote la testa con dolcezza, testone, orgoglioso, caparbio… sfida tutti, spiriti compresi.
E vince per giunta.
- Che parole devo usare per spiegarti qualcosa che fa parte di me così profondamente da risultare impossibile sradicare? Per me è naturale come l’aria che respiro, come bere un bicchiere d’acqua.-
Si interrompe un attimo, gli occhi di Raphael lo guardano attenti, senza lasciarsi sfuggire un solo particolare, una sfumatura.
Fa un respiro profondo:
- Sto parlando della scrittura automatica.-
Un battito di ciglia, unico indizio che gli fa capire che ha sentito tutto.
- Sai cos’è? -
- Si, più o meno -
La voce è priva d’inflessione, né incredula né ironica.
- Vai avanti -
E improvvisamente è tutto chiaro dentro di se.
Tutte le parole che non riusciva a dire, le emozioni che aveva paura di esternare.
Come una finestra che improvvisamente si spalanca per far entrare la luce del sole.
Luce che illumina e riscalda.
Luce che da vita.
- Tu probabilmente sai quello che sanno la maggior parte della gente per sentito dire: una penna e un foglio che ti mettono in contatto con persone morte.
Ma è molto di più, c’è un intero universo dietro.
Ogni volta che penso a questo… questo " dono " che ho mi rendo conto che potrei mettere in ginocchio tutto il mondo, se solo lo volessi.
E allora penso alla fiducia cieca che Dio ha avuto in me quando mi ha donato ciò che ho.-
Un fremito sfiora Raphael, il suo rapporto con Dio è così conflittuale, così difficile… ma nemmeno per un istante dubita delle sue parole.
E Hiro continua.
- Lui non sapeva cosa ne avrei fatto realmente, però ha creduto in me lo stesso, ha avuto talmente tanta fiducia da donarmi una "cosa" così grande e assoluta, pura e innocente, forte e potente.
La sua fiducia in mè è così grande da impressionare anche i non credenti.
Non sono il solo sai, non l’ha data solo a me la sua fiducia ma ad ognuno di noi.
Questa è la sua religione.
Mentre noi ne abbiamo tante, una diversa per ogni popolo, Lui ne ha una uguale per tutti.
Ed è pronto a rischiare tutto quello che ha creato per salvarne soltanto uno.
Ed è questa la "missione", se vuoi chiamarla così, di coloro che hanno questo dono.-
Si ferma e chiude gli occhi premendo le dita sulle tempie, è andato fuori tema, lo sapeva ma quando comincia a parlare di queste cose non si ferma più.
Lui che parla di Dio… quando lo fa restano tutti increduli, e se anche Raphael…
- Continua -
Cerca di spostarsi un po’ ma Raphael glielo impedisce, così continua a parlare in quella posizione assurda:
- La scrittura automatica è la possibilità di comunicare con gli spiriti.
Basta credere fermamente a ciò che stai per fare, aprire completamente la tua mente, svuotarla e lasciarla andare.
Nel momento in cui impugno con mano morbida la penna e la adagio sul foglio apro prima di tutto il mio cuore e con gli occhi dell’anima sento tutto ciò che c’è nell’aria che non possiede materia solida o visibile, poi riesco a vedere, senza nemmeno rendermene conto, la mia stessa anima, vista come aura.
Si mescola a quella degli altri esseri che desiderano parlare con mè, essere aiutati o magari anche soltanto essere presi in considerazione da qualcuno che SA di esistere.
Le nostre anime fuse in una sola rende possibile ogni cosa.
Sento delle sensazioni indescrivibili.
Mi emoziono fino allo sfinimento, posso ascoltare nella mia mente tutto l’universo che si concentra su quell’essere desideroso solo dei miei ricordi.
Posso scrivere e leggere le parole dell’anima di qualcun altro che mi sarà eternamente grato solo per averlo ascoltato.
Posso essere lui.
E nel momento in cui stacco la penna dal foglio con la consapevolezza che ciò che dovevo fare l’ho fatto, una meravigliosa sensazione di benessere e serenità mescolata a stanchezza e svuotamento mi fa restare ancora fermo, immobile ed in silenzio, e un flebile soffio caldo di vento mi sfiora l’anima.
Un grazie appena sussurrato che mi percorre il corpo di mille brividi lasciandomi esterrefatto.
Tutto questo è la scrittura, ciò che mi succede quando c’è qualcosa di ultraterreno che si accende infiammandomi l’anima e rendendola impossibile da incatenare, trattenere, non ascoltare.
E la vita mi sembra così grande, infinita, e solo in quel momento riesco a capire il vero senso di quel termine.
E’ come dire: " moltiplicalo all’infinito, portalo negli abissi dell’eternità e comunque vedrai solo uno spiraglio di quello di cui parlo!"
( N.D.P. concedetemi la citazione ).
E capisco che è inutile farmi domande su queste cose.
L’unica è accettarla così come mi viene posta.
E’ così e basta.
E’ inutile cercare di spiegarlo con semplici parole… sono
così piccole in confronto a questo che ti scandalizzeresti.
E’ quello che ho fatto io: L’ho accettato e basta.
E il primo che mi ha chiamato è stato Francesco,
Tuo zio.-
Il silenzio assoluto segue il discorso più lungo che Hiroyuki abbia mai fatto.
Si sente prosciugato e sa che non è ancora finita.
Gli occhi di Raphael lo guardano tranquilli, per nulla stupiti o ironici.
Sente che le sue mani stanno incominciando ad accarezzarlo sulle caviglie, sui piedi con una lentezza ipnotizzante.
E’ il suo modo per dirgli che gli crede.
E lui continua, più sereno.
- E’ stato il primo che ha aperto la mia anima e si è messo in contatto con me.
All’inizio voleva soltanto parlare con qualcuno.
Era in un luogo di desolazione e solitudine, colmo di rancore verso tutti.
E disperatamente solo.
Piano piano mi ha palato di Stefano, il suo amore che è stato ucciso nel lago trent’anni fa.
So tutto di loro due e della loro disperata storia.
So che Francesco si e suicidato perché non ce la faceva a vivere senza di lui ma che non è riuscito più ad incontrarlo.
Dov’è adesso Stefano non c’è e lui non ce la fa più.
La voce di Raphael lo interrompe improvvisamente:
- Come ucciso? Stefano è morto annegato mentre faceva il bagno nel laghetto, non è stato ucciso!-
Si guardano, turbati.
- Sei sicuro? –
- Certo che si, diamine! La loro storia mi ha commosso tantissimo!!!
- Francesco mi ha scritto che Stefano è stato spinto nel lago volontariamente, visto che non sapeva nuotare era impossibile che fosse andato a fare un bagno, non credi?-
- Non… non sapeva nuotare?-
Raphael lo guarda stravolto da quello che ha appena ascoltato.
- Voglio parlare con mio zio.
Cioè scrivere… insomma, hai capito!-
- Cosa hai detto? –
Hiroyuki si alza improvvisamente, seguito da Raphael, si fronteggiano in silenzio per un attimo.
- Voglio parlare con lui attraverso te.
Non è per questo che ti ha mandato qui?-
Hiro scuote la testa, sorpreso.
- Ma allora tu mi credi! Credi a tutto quello che ti ho detto!-
- Certo che ti credo, mi hai fatto venire la pelle d’oca… sei stato meravigliosamente appassionato.-
Si avvicina a lui e gli sfiora le labbra con un bacio.
E a Hiroyuki sembra di essere in paradiso.