OLTRE IL MURO DEL
SILENZIO
VII CAPITOLO
…E questa
volta ricorda tutto.
Tutto quanto.
Lui è lo
spettatore impotente di quanto è accaduto sulle rive di quel
laghetto così magico.
Così oscuro.
Trent’anni fa.
E il suo incubo ha
inizio.
Il sole è
ancora alto nel cielo, sono le due del pomeriggio, ora insolita per un
appuntamento.
In genere a
quell’ora, d’estate per di più, sono
tutti a riposare, soprattutto nella villa.
Il ragazzo è
arrivato al laghetto, nel luogo dove l’avvocato De Blasi gli
ha dato appuntamento ma lui non c’è ancora.
Il posto non
è certo dei più belli… anzi.
E’ senza
dubbio il peggiore di tutto il parco.
Nascosto completamente
dalla fitta vegetazione che il giardiniere si ostina a non curare per
lasciare quell’aspetto "selvaggio" al laghetto…
niente a che vedere con il luogo appartato ma pieno di luce e di magia
dove si sono amati per la prima volta lui e Francesco.
Si addolcisce un
po’ pensando al suo amore… quel giorno
è a Udine per affari e sarebbe tornato soltanto alla sera.
Si sente strano,
è la prima volta che lui e Francesco sono separati e la sua
reazione lo spaventa.
E’ diventato
così possessivo?
Così
dipendente?
Si alza un
po’ di vento che riesce a penetrare attraverso i cespugli
altissimi e gli asciuga il sudore… soltanto in quel momento
si rende conto che è sudato.
Com’è
possibile?
Proprio lui che non
suda mai? Immediatamente si stringe le braccia attorno al
corpo…un brivido gelido lo ha attraversato…
come… come se qualcuno lo stesse osservando.
Guarda
l’ora… due e dieci.
Ancora un minuto e se
ne va.
E l’avvocato
può andare al diavolo.
Perché
parlargli proprio li?
Così lontani
dalla villa?
Completamente…isolati
da tutti?
L’uomo
è alto e imponente, vestito con dei pantaloni di fresco lana
grigi dal taglio impeccabili e una camicia che sembra cucita su di lui
e mette in risalto ancora di più il torace ampio e perfetto.
Ha quasi
cinquant’anni ma non li dimostra e quell’aria di
glaciale distacco rende l’insieme molto impressionante.
Guarda il ragazzino
biondo leccandosi le labbra, pregustando il momento in cui lo
avrà fra le mani, ha vent’anni ma non ne dimostra
più di sedici… poco più di un
adolescente.
Sente
l’eccitazione salire e si lascia sommergere lentamente dal
piacere.
Quella massa enorme di
riccioli biondi da cui spuntano due occhi immensi di un verde intenso
sembrano quelli di un cerbiatto e come un cerbiatto è magro
e seducente.
Lo vuole
così tanto da stare male.
Ma fra poco lo
avrà.
Quella puttana della
contessa gli ha dato via libera.
Deve terrorizzarlo
così tanto da farlo scappare via a gambe levate…
e quando avrà finito con lui non gli resterà
altra scelta se non quella di andarsene via velocemente.
Se lui sarà
soddisfatto logicamente.
Quando si rende conto
che il ragazzo è cotto a puntino l’irreprensibile
avvocato Andrea De Biasi esce dal suo nascondiglio e si fa vedere.
Avanza verso di lui con
una evidente erezione che supera la barriera sottile dei pantaloni e
una luce affamata negli occhi.
E Stefano si sente in
trappola.
Dietro di lui il lago.
Davanti
l’animale più pericoloso che Dio ha creato:
l’uomo.
- Scusa il ritardo,
è tanto che aspetti?-
la voce è
fredda ma lo sguardo lo sta bruciando e Stefano fa un passo indietro
istintivamente ma l’unica via di fuga gli è
preclusa da quell’uomo.
Com’è
nel suo carattere non finge un rispetto che non ha e cerca di non farsi
sommergere dalla paura.
- E’ una
trappola, vero? Mi hai attirato qui con una scusa per… che
cosa vuoi da me? –
Il ghigno che apre quel
viso austero gli taglia le gambe e, dentro di se, invoca Francesco.
Ma è Andrea
che gli risponde.
- Goderti .
Giù la
maschera, vero? E va bene, lo farò anch’io.
Sono qui da parte della
contessa per… convincerti a lasciare il conte e scappare via
a gambe levate… con le buone o con le cattive…-
Si lecca le lebbra con
intenzione e Stefano ha un brivido ma cerca di rispondere con voce
sicura:
- lo potete scordare.
Noi ci amiamo
e…-
non aspettava altro.
In un attimo gli
è accanto e lo afferra per le braccia facendolo sbattere
contro il suo corpo.
- Amore… non
farmi ridere.
Lui ti sbatte mattine
mattina e sera, questa è la verità.
Altro che amore.
E tu te lo fai mettere
dentro con piacere, così lo hai nelle tue mani.
Ma adesso lui non
c’è… non può difenderti e tu
sei solo, a tre chilometri dalla villa, nessuno sentirà le
tua urla e le tue invocazioni-
Stefano cerca di
strapparsi da quella stretta d’acciaio ma Andrea non glielo
permette e la sua bocca scende su quelle labbra morbide e cedevoli,
divorandole.
In un ultimo tentativo
disperato Stefano lo morde a sangue ma un potente manrovescio gli
stacca quasi la testa dal collo.
O almeno è
quella la sua impressione.
Si ritrova per terra
con la testa che sembra scoppiare da un momento all’altro e
il corpo pesante dell’avvocato su di lui.
- Sei nelle mie mani,
piantala di cercare una via di fuga, non c’è . -
Gli lecca il sangue che
esce dal labbro spaccato e sussurra:
- Ma urla pure se vuoi,
sarà più divertente così…-
affonda con la lingua in quella bocca che sa di sangue e di lacrime,
mordendolo con foga… succhiando con voracità
quella lingua umida e vellutata.
Spinge freneticamente
con i fianchi contro quelli di quel ragazzino stupendo che si sta
contorcendo sotto di lui, tentando di sfuggirgli.
Meglio così.
Non lo vuole
arrendevole e pronto a tutto.
Ha già la
contessa che diventa di cera nelle sue mani e gli concede tutto quello
che vuole.
Lui preferisce
però la violenza.
Costringere con la
forza Stefano a cedergli, picchiarlo, graffiarlo e morderlo, bere le
sue lacrime e il suo dolore.
Per farselo tirare
ultimamente e poter così fottere quella puttana in calore
pensa a Stefano nudo, legato nel suo letto, completamente alla sua
mercè.
Solo così
gli diventa abbastanza duro, si vede mentre lo violenta e allora gode
come un pazzo nel corpo della vecchia.
Alza la testa lasciando
quella bocca violata, per ora, solo dalla sua lingua e lo spettacolo
del suo viso stravolto lo fa scoppiare a ridere.
Raccoglie con la lingua
le lacrime:
-
Deliziose… il tuo dolore è inebriante-
Gli strappa la leggera
maglietta con facilità.
Per togliere i jeans
è un altro paio di maniche.
Stefano scalcia e lo
graffia, cercando di approfittare di quel momento per scappare ma un
pugno nello stomaco lo blocca facilmente.
Ridendo del suo
tentativo di fuga Andrea lo spoglia completamente e afferra con
bramosia il membro del ragazzo, gustandone con voluttà la
consistenza.
Non lo farà
godere… vuole divertirsi con lui e portarlo
sull’orlo dell’orgasmo. Umiliandolo completamente.
Quando avrà
finito sarà un cagnolino docile nelle sue mani.
Potrebbe anche
nasconderlo a casa sua facendo finta che sia scappato e usarlo ogni
volta che lo vorrà.
Il suo schiavo.
A questo pensiero il
membro pulsa impazzito, cercando un buco qualunque dove trovare
sollievo.
E lui glielo
darà.
La mano comincia a
muoversi su e giù con sapienza, stimolandolo e portandolo a
una lenta erezione.
Sa che così
Stefano si sente ancora più umiliato e ride, ride mentre
aumenta il movimento della mano affondando con i denti nella carne
tenera del capezzolo fino a quando non sente il sangue invadergli la
bocca.
Allora continua quel
tormento sull’altro.
Intanto ha portato il
ragazzo sull’orlo dell’orgasmo masturbandolo sempre
più velocemente… e quando lo sente irrigidirsi
nella sua mano smette immediatamente, divertito da quel giochino
delizioso.
- Ti piace tesoro?
Volevi venire, vero? Se farai il bravo forse alla fine ti accontento.
Adesso però
sarai tu a darti da fare… mi sembra anche giusto del
resto… non trovi?-
Con un gesto fulmineo
si siede a gambe larghe e, afferrandogli quei capelli di seta, spinge
con forza il suo viso contro l’inguine, avvertendolo
però con voce dura –Non fare scherzi, non provarti
a mordere se non vuoi che ti stacchi i denti uno a uno…
tanto per quello che farai d’ora in poi non ti serviranno
più, hai capito?-
Ma Stefano è
avvolto da una cappa di dolore che non ha eguali.
Il torace pulsa
ricoperto di sangue e la sua volontà è
completamente annientata.
Un solo nome nella
mente: Francesco.
E Andrea, consapevole
di avere nelle sue mani un burattino, affonda nella sua bocca,
violentandola con un piacere sempre più grande.
Gli alza e gli abbassa
la testa velocemente, andandogli incontro con il bacino, mentre lo
tormenta anche con le parole:
- uuhhh che bocca
deliziosa, oh… è morbida e profonda, sfido io che
al conte piaccia farti fare pompini…-
aumenta il ritmo
sospirando di piacere e insultandolo:
- siiii…
così…. Succhia adesso puttana…lurido
cane schifoso… dai che ce la fai a ingoiarlo
tutto… che c’è, è troppo
grosso per te?-
In effetti quello
è uno dei motivi per cui la contessa lo ha "scelto" come
amante… ma è sicuro che Stefano non è
del tutto d’accordo e ride sadicamente mentre raggiunge il
fondo della gola, godendo delle contrazioni di dolore attorno alla sua
carne pulsante:
- non preoccuparti, non
ti soffocherò, la tua deliziosa boccuccia mi
servirà ancora… dovrai usarla spesso su di
me…- si ritrae, un ultimo affondo e viene, copioso, nella
bocca di Stefano, mentre gli sfila il membro quel tanto che basta per
farlo respirare:
- Ingoia, ingoia tutto
se non vuoi che ti picchi a sangue, bastardo.
Gli basta guardare quel
volto sporco di sperma per eccitarsi di nuovo.
Lo sapeva che quel
ragazzino l’avrebbe fatto impazzire dal piacere…
gli solleva la testa strattonandolo all’indietro per i
capelli, scoprendo così la gola bianca e, incredibilmente,
quegli occhi si accendono di nuovo.
Ribellione, indomabile
spirito d’orgoglio… non è piegato
ancora… e questo lo stupisce.
"E’
incredibile, dovrebbe essere completamente annientato…"
morde la carne tenera
della gola con euforia, eccitato dai movimenti frenetici di Stefano che
cerca di graffiarlo, urlando con tutta la sua voce un solo nome:
Francesco.
Ma Andrea è
più forte di quello scricciolo e, con un movimento brusco,
lo stende sotto di lui, bloccandogli le mani e, guardandolo, si mette a
ridere.
Ironico.
Spietato.
Eccitato da morire.
- E adesso cosa
vorresti fare? Francesco non c’è e da qui puoi
urlare quanto vuoi, nessuno ti sentirà. -
Continua a ridere
mentre cerca con gli occhi la cintura dei suoi pantaloni e, trovatala
accanto a loro, lega i polsi del ragazzo che non ha ancora smesso di
dibattersi, incendiandolo all’inverosimile.
- Ecco fatto, adesso
voglio proprio vedere cosa farai…-
gli lecca divertito le
lacrime che continuano ad uscire da quegli occhi indomiti.
- Che sapore
meraviglioso ha il tuo dolore… si, urla pure, scalcia,
graffia, fammi sentire la tua disperazione, la tua
umiliazione…-
gli succhia il labbro
inferiore alternando la lingua ai morsi
cercando di tenersi al
di fuori dei suoi denti mentre con le mani libere graffia ogni
centimetro di pelle che incontra.
Scende
nell’inguine insinuandosi fra di loro, afferra i testicoli e
stringe con forza, facendolo urlare dal dolore.
E la sua risata esplode
nelle orecchie ferite dai morsi, quella risata sarcastica che lo sta
facendo precipitare nell’inferno.
Che gli dice, una volta
di più, che per lui non c’è speranza.
-
Dai,
grida più forte… più tu urli
più IO
godo…urla…URLA
mentre ti schiaccio le palle…-
Un’altra
stretta, un altro urlo, nonostante tutto se stesso gli ordini di non
farlo, ma il dolore è terribile.
- non preoccuparti, non
te le strapperò, mi servirai tutto intero… che me
ne faccio di uno schiavo a metà?-
E mentre continua
ancora per un po’ con quel giochino al solo scopo di
eccitarsi con le sue urla se lo immagina a casa sua, completamente
sottomesso, pronto a soddisfare ogni sua perversa voglia…
che sia farsi scopare o leccargli i piedi.
Dopo averlo
… "convinto" chiaramente.
E’ a questo
punto sente che non ce la fa più.
Deve averlo adesso.
Subito.
Deve prendere quel
corpo, violarlo, sporcarlo… farlo completamente suo.
Solo così
potrà placare un po’ la fame spaventosa che ha di
lui.
Gli allarga
improvvisamente le gambe lasciandogli liberi i testicoli, punta il suo
membro tra i glutei:
- Sei pronta
puttanella? Adesso comincia il divertimento…-
e, con
un’unica spinta entra dentro quel sedere sodo, bianchissimo.
Fino in fondo.
All’urlo
straziante di Stefano risponde con un suo grido di trionfo, continuando
la sua folle spinta fino a quando sente i suoi testicoli sbattere
contro la carne tenera.
L’urlo del
ragazzo sotto di lui si trasforma in un lamento prolungato, una specie
di ululato per cercare di trattenere così il dolore e non
far eccitare ulteriormente l’animale sopra di lui che si
è fermato un attimo, gli occhi chiusi,
un’espressione di puro piacere dipinta sul volto.
Ma sa che appena si
muoverà il dolore sarà troppo forte per lui
… non ce la farà a sopportarlo… ne
è sicuro.
- Che calore
osceno… e come sei stretto, ummm… lo sapevo che
quel buono a nulla di Francesco non sarebbe stato in grado di sfondarti
il culo a dovere.
Troppo
sentimentale…-
Apre gli occhi e
un’espressione di crudele godimento li riempie.
Non intende finirlo
presto.
Se lo godrà
lentamente ma spietatamente e comincia uscendo da lui quasi del
tutto… per poi affondare di nuovo in quel corpo caldo,
pulsante dolore e disperazione.
Rinnovando
così i suoi lamenti strazianti e godendo selvaggiamente di
tutto ciò.
- Lo senti bene adesso,
vero? Ti sto squarciando… sento la tua carne lacerarsi e
sanguinare…-
un sospiro profondo, un
altro affondo fino alle ossa,
- sangue che riempie il
mio cazzo… questo Francesco non te lo hai mai fatto, vero?
Lui è così dolce e caro con te, Così
tenero mentre ti fotte…-
accelera il ritmo
facendosi sfuggire di mano la sua risoluzione di goderlo lentamente.
Il piacere sale onda
dopo onda e lo sommerge completamente.
Lo insulta sbattendolo
con violenza contro il terreno mentre con le mani tiene spalancate le
gambe per alternare lo sguardo dal suo membro che entra ed esce
incessantemente al viso di Stefano sopraffatto da un dolore che sta
uccidendo la luce che ancora tenacemente teneva accesi i suoi splendidi
occhi.
Quando si sente
prossimo all’orgasmo lascia le gambe e si stende
completamente su di lui, gli afferra il viso con le mani,
- guardami
attentamente… sto per venire dentro di te… ti
marchierò per sempre come mio oggetto di piacere…-
e gli copre la bocca
con la sua nel momento culminante, bevendo le sue ultime grida mentre
il corpo è scosso da un piacere immenso.
Rotola via e si stende
vicino a lui cercando di riguadagnare una respirazione accettabile, poi
scoppia in una risata liberatoria:
- … questa
si che è una scopata, mai goduto così tanto in
vita mia.
Ed è solo
l’inizio…-
Si mette a sedere a
gambe larghe un’altra volta, si appoggia ad un albero dietro
di loro, lo afferra per i capelli e lo trascina con se, poi gli sibila,
ad un centimetro dal viso:
- Hai capito, troia ?
E’ solo l’inizio.
Adesso tu mi farai
godere in ogni modo possibile ed immaginabile.
Ho una resistenza
illimitata quando devo scopare e mi basta pensare al tuo corpicino
accogliente perché il cazzo sia in tiro di nuovo-
Gli lecca gli occhi
lasciandoci volutamente la saliva, poi lo schiaffeggia, obbligandolo a
riaprirli.
- Ingoierai il mio
sperma e la mia saliva, ancora ed ancora, fino a che non mi rimarranno
più forze…-
un’altra
leccata alla bocca martoriata,
- e comincerai adesso
ripulendomi il cazzo con la tua lingua.
Gli toglierai sperma e
sangue fino a che sarà diventato duro di nuovo…-
E mentre spinge quei
riccioli dorati contro il suo inguine lo minaccia di nuovo:
- La lingua…
voglio vedere la tua lingua che lavora se non vuoi che te la
strappi…-
e la ferocia contenuta
in questa frase fa si che Stefano apra la bocca e tiri fuori la lingua,
non vuole morire, non prima di aver tentato la fuga… se lo
crede distrutto allenterà la sorveglianza…
Lo lecca e lo pulisce
perfettamente trattenendo i conati di vomito mentre il suo carnefice
sospira di piacere, non dimenticandosi di tormentarlo anche con le
parole :
-
così… muovi su e giù quella
lingua…mmm… che bravo… quanto
zelo… scommetto che ti piace eh… puttanella
viziosa… ohhhh… continua
così… prendilo in bocca…
mmm… sei un pompinaro nato… basta
…basta adesso -se lo strappa di dosso facendolo mettere a
quattro zampe.
Si alza in piedi e lo
prende di nuovo come se fosse un animale, mordendogli a sangue la
spalla mentre anche la natura sembra tacere, orripilata da quello
scempio, dalla violenza inaudita che sta subendo un’innocente
la cui unica colpa è amare.
E Hiro assiste a tutto
questo impossibilitato ad intervenire, sentendo le violenze di Stefano
come fossero sue, soffrendo con lui senza riuscire a svegliarsi.
Lo guarda mentre Andrea
continua la sua violenza bestiale facendolo sedere sul suo membro una
volta di più, impalandolo senza pietà…
fino a quando capisce che non riuscirebbe più a farsi venire
un’erezione.
Non credeva che un uomo
potesse arrivare a venire ripetutamente avendo un’erezione
dopo l’altra… ma Andrea De Blasi, rispettabile
avvocato e temuto uomo d’affari ha preso quel corpo ormai
distrutto quattro volte, obbligandolo ogni volta a "ripulirlo e
leccarlo".
E mentre Hiroyuki pensa
di avere davanti agli occhi un ragazzo distrutto e piegato
completamente ed Andrea pregusta notti e giorni chiuso a casa sua
rinnovando quel piacere ogni volta
Stefano stupisce tutti
e due di nuovo.
Raccoglie le ultime e
disperate risorse che non ha, che non è umanamente possibile
che egli abbia ancora per svincolarsi da lui.
Le mani le aveva
già libere quando Andrea lo aveva obbligato a mettersi
carponi e, con la forza della disperazione, lo morde mentre
l’avvocato cerca di prenderlo in braccio per portarlo via.
Affonda i denti e
stringe con forza, fino a quando sente che lo libera, imprecando
violentemente.
Hiroyuki lo vede
correre scompostamente verso il lago… non riesce a
gridare… lo guarda orripilato quando inciampa, troppo
spossato per restare in equilibrio… cade
nell’acqua senza un grido, gli occhi spalancati guardano con
orrore il suo torturatore che grida e si protende nel tentativo inutile
di fermarlo.
Assurdamente Andrea
cerca di salvarlo… non può morire
così… adesso che aveva appena avuto un assaggio
del corpo di Stefano, aveva goduto come nemmeno da ragazzo era mai
riuscito a fare… non poteva lasciarlo andare così.
Riesce ad afferrare la
mano che Stefano tende fuori dell’acqua ma gli scivola via
una, due volte.
Finchè le
acque si chiudono su di lui dandogli finalmente la pace.