TRA SOGNO E
REALTà
3° capitolo
\Nyatri\
La
testa mi fa così male che sembra stia per scoppiare da un
momento all'altro.
Sono
entrato in contatto con Mika, ma il suo silenzio è
pressoché totale.
E'
immerso nel buio e l'unica cosa che riesco a sentire è
questo mal di testa terribile.
Ha
smesso di pensare, ha smesso di fare qualsiasi cosa stesse facendo.
Ma
non è morto, questo lo so con sicurezza.
O
almeno... non ancora.
La
sua forza vitale, la sua energia si sta spegnendo.
Così
la “addormento”.
Faccio
si che entri in quella dimensione che precede il sonno, oblio totale.
Non
è addormentato nel vero senso del termine ma questo stato in
cui l'ho immerso gli impedisce di dormire e di entrare in coma.
Nello
stesso momento Sean gli sta dando un po' della sua energia.
Non
c'è stato bisogno di parlarci, è bastato
guardarci prima di salire in macchina.
Ancora
adesso la sua mente è a contatto con la mia e io posso
sentire il suo calore che esce da lui per raggiungere il corpo di Mika,
mentre so che lui riesce a sentire la mia mente che ha agganciato
quella del nostro amico.
Anche
se non lo abbiamo mai visto c'è un'affinità
così completa con Mika che poteva lasciarci sconcertati, se
non fosse che ... noi lo sapevamo già.
Altrimenti
non avremmo attraversato un continente per raggiungerlo.
Per
raggiungerci.
Angelo
è totalmente concentrato sulla guida ma la sua schiena
è irrigidita.
Fa
forza su se stesso per non cedere però il solo pensiero che
Mika possa essere morto sta scavando nella sua anima mettendo a dura
prova il suo autocontrollo.
Autocontrollo
che già di per sé non è che sia molto
forte.
Ricordi
pericolosi cercano di venire a galla, dolore e disperazione.
Vorrei
poter fare qualcosa di più per lui ma non posso, questa
è una cosa che deve superare da solo.
Deve
trovare in se stesso e in quello che prova per Mika la forza per
credere di nuovo, per sperare che tutto andrà bene.
Solo
lui può rassicurarsi, nessun'altro riuscirà a
trovare le parole giuste
per
far breccia nella fortezza inespugnabile che è diventata la
sua anima.
Però
qualcosa posso farlo.
Una
cosa piccola ma che forse può alimentare la speranza che si
tiene aggrappata alla sua coscienza con le unghie e con i denti.
Metto
la mano sulla sua spalla e lui si irrigidisce improvvisamente, ma non
gli lascio il tempo di esplodere perchè aggancio la sua
mente facendogli vedere il luogo dove ho rifugiato la mente del suo
ragazzo.
Gli
faccio vedere, per una frazione di secondo, la calma e la pace che sta
provando.
E
Angelo capisce, perchè le sue spalle si rilassano, le sue
mani allentano la presa sul volante e un minuscolo movimento delle
labbra le stende per una frazione di secondo.
Quello
che basta.
<<
Grazie>>.
Solo
questo dice, fra i denti.
Ma
io ho capito.
Sembra
una persona troppo “solida” per credere in tutto
ciò ma...io ho visto i fantasmi che albergano nella sua
anima.
Ho
visto il potere che questo ragazzo, così provato dalla vita,
cela.
E
questo mi ha fatto capire molte più cose di lui che non anni
di vuote parole.
Eccolo,
siamo arrivati.
<<
Rallenta, dopo questa curva ci deve essere una stradina a sinistra, vai
lì>.
Senza
dire una sola parola Angelo fa quello che gli ho detto e appena ci
inoltriamo nella stradina sommersa nel verde una macchia rossa spezza
l'incanto del luogo e della natura “quasi”
incontaminata.
Angelo
frena improvvisamente e in un attimo è davanti alla macchina
rossa, seguito da Alex che frena dietro di noi.
E'
un attimo, non urla, non grida, non impreca.
Sbianca
semplicemente.
Si
ferma davanti alla macchina che è accartocciata davanti ad
un albero e sento che il suo istinto lo porterebbe a spalancare la
porta per toglerlo da li dentro con la forza.
Per
togliere da quella trappola mortale l'unica persona che conti veramente
qualcosa nella sua vita.
Che
cos'è che glielo impedisce?
Mi
volto in tempo per vedere la figura di Sean che scende dalla macchina.
La
calma apparente che emana mentre “parla”, in
silenzio, con Angelo.
Senza
smettere di dare energia a Mika.
Ho
“sentito” forze più o meno forti entrare
in contatto con me.
Ho
sentito energie tra le più diverse agire nell'universo.
Ma
mai,mai sono stato davanti a qualcosa di così grande.
In
un corpo apparentemente fragile.
\Sean\
Non
è semplice quello che dobbiamo fare.
Sopratutto
non abbiamo più tempo.
Eppure
non posso fare a meno di fermarmi per tranquillizzare Angelo.
In
lui c'è un dolore così grande che mi commuove.
Se
muore Mika anche lui se ne andrà.
Non
riuscirà a superare anche questa perdita.
Ne
ha subite troppe nella sua vita.
Quando
lo sento almeno più...fermo ci avviciniamo alla macchina.
Sento
le presenze confortanti degli altri dietro di noi mentre Alex chiama
l'ospedale con la certezza che siamo in un posto appartato e che prima
che arrivi qui passerà del tempo.
Niki,
che non riesce a stare fermo ad attendere, va sulla statale per guidare
fin qui l'ambulanza mentre Angelo apre la porta della macchina e...si
fa da parte.
Lentamente
ci lascia agire e con questo atto dimostra tutto l'amore che prova per
il suo compagno.
Sa
che non può fare nulla per lui se non imprecare e aspettare
un'ambulanza forse inutile.
Questo
suo farsi da parte vuol dire molte cose e tutte molto difficili per lui.
Ma
io le riunisco in una soltanto:” mi fido di voi “.
Non
permetterò che rimanga solo.
Nyatri
mi aspetta in silenzio.
Attento.
Mi
avvicino a lui dalla parte opposta.
Apro
la portiera con cautela e osservo il corpo immoto di Mika.
Ha
il volto rivolto verso destra, un evidente ematoma sulla tempia
sinistra scende fin giù sull'orecchio e in parte del collo.
Dallo
stesso orecchio scende del sangue.
Alzo
lo sguardo verso Nyatri, sta guardando lo stomaco di Mika e vengo
attraversato da un brivido: emorragia interna.
L'ambulanza
non arriverà in tempo.
Sotto
gli ematomi la pelle è candida, il respiro lieve, appena
accennato.
Nello
stesso istante, con un sincronismo perfetto, le mie mani e quelle di Ny
si muovono.
Le
mie si fermano sulla tempia mentre quelle di Nyatri sullo stomaco.
Per
un istante accarezziamo, lievi, la pelle quasi fredda di Mika.
La
sua forza è incredibile.
Sta
per morire eppure la sua volontà lo tiene ancora qui.
Non
vuole arrendersi, non vuole lasciarsi andare ancora.
E
noi lo aiuteremo.
Chiudiamo
gli occhi e al di là delle palpebre chiuse cerco di
visualizzare l'ematoma.
Vado
oltre la pelle, la carne, le ossa... eccolo li.
Il
sangue ha formato una macchia scura coprendo ogni cosa che incontra sul
suo cammino.
Come
faccia ancora a respirare è incredibile.
Allora
cerco dentro di me l'energia necessaria per distruggerlo.
La
ascolto... ascolto lo scorrere del mio sangue, il battito del mio
cuore...e la forza che si alza libera, senza più barriere.
La
imprigiono alla mia volontà, la incanalo nelle mie braccia,
sulle mie mani.
Le
sento bruciare al calore che emanano improvvisamente.
Calore
che lascio finalmente libero di uscire per distruggere l'ematoma che
sta togliendo la vita di Mika.
Mika
che inizia a lamentarsi piano.
Gli
faccio male...ma è un dolore che dà vita.
Sente
le sue cellule che si stanno rigenerando, sente un fuoco che lo sta
facendo rivivere un'altra volta.
Per
tutti coloro che lo amano.
Per
l'unico che morirebbe senza di lui.
Finalmente
anche l'ultima particella di sangue viene distrutta e il cuore di Mika
torna al suo battito naturale.
Nyatri
abbassa le mani in una dolce carezza, le vedo con l'occhio della mente.
Le
sento con il calore che emanano.
E
la voce stanca di Mika si fa sentire, bassa eppure perfettamente
udibile, pronunciare l'unico nome che alberga nei suoi pensieri e nel
suo cuore: << Angelo>>.
Nello
stesso momento, con un tempismo perfetto, sentiamo l'ambulanza che
arriva, il suono che lacera l'aria immota.
Apro
lentamente gli occhi e osservo Nyatri che fa lo stesso,
Ci
guardiamo per un lungo istante:poi abbassiamo lo sguardo sugli occhi
accesi e splendidi di colui che ormai posso chiamare, senza paura di
essere smentito, nostro amico.
E
senza guardare l'orologio (che non ho tra l'altro) so che sono passati
tre quarti d'ora.
Tre
quarti d'ora per infondergli la nostra energia.
Tre
quarti d'ora che a noi sono sembrati un attimo.
Senza
dubbio l'ambulanza ha avuto...diciamo delle difficoltà nel
trovarci.
Nonostante
Niki sia sulla statale da più di mezz'ora.
\Angelo\
Quello
che accade ha dell'incredibile perfino per me, anche se sono io a
compierlo.
Mi
faccio da parte.
Sono
qui, davanti a quello che resta della macchina di Mika.
Osservo
il rottame che è diventata accartocciato contro l'albero.
E
non mi precipito li come tutto in me sta urlando.
Non
vado lì, non apro la portiera della macchina, non faccio
nulla di tutto questo.
L'incubo
di cui tutti hanno paura è qui davanti a me.
Ci
sono in mezzo.
Il
ragazzo che ami, la persona che per tè è
più importante di tutto e di tutti è in quello
che resta della sua macchina.
E
tu non puoi fare nulla.
Non
puoi prendere a pugni il maledetto che l'ha ridotto così.
Non
puoi salvarlo, non puoi impedire che accada perchè
è già accaduto.
Non
puoi fare nulla di nulla.
E
ti rendi conto di quanto sei piccolo e insignificante.
Un
puntino nell'universo.
In
questo stramaledetto e fottutissimo universo.
Eppure
il calore che sento provenire da quei due uomini pallidi dietro di me
è così grande da scalfire il gelo che mi inchioda
qui.
Se
c'è qualcuno che può fare qualcosa per lui sono
loro.
Loro
così apparentemente insignificanti.
Loro,
così forti in quel corpo tanto fragile.
Li
vedo aprire la porta della macchina e i miei piedi rimangono inchiodati
qui.
Potrei
seguirli e restare abbastanza vicino per capire quello che sta
succedendo.
Invece
mi fermo qui e non muovo un solo muscolo.
Anche
la macchina di mio padre era rossa.
Ma
lui non era uscito di strada.
Un
ubriaco li aveva presi in pieno.
Ricordo
che pioveva a dirotto, io stavo osservando la pioggia che rigava i
vetri della macchina.
Stavo
per addormentarmi.
Quando
un fulmine mi svegliò del tutto.
Non
ricordo lo schianto.
Non
ricordo nulla.
I
miei ricordi riprendono l'indomani del funerale.
Quando
ero già nella casa del giudice.
Mika
è il primo essere umano da cui ho accettato un contatto
fisico volontariamente.
Il
primo di cui mi sono fidato.
Non
c'è nessuno che è riuscito a toccare il mio cuore
come ha fatto lui.
Nessuno.
Attorno
a noi tutto va avanti come sempre.
Gli
uccelli, dopo un primo attimo di silenzio, hanno ripreso a cantare,
ritenendoci innocui.
I
due che sono in macchina con Mika hanno gli occhi chiusi e le mani su
di lui.
Li
chiudo anche io per un istante.
Se
adesso io fossi uno che crede in qualsiasi cosa potrei mettermi a
invocare l'aiuto di qualcuno.
Se
soltanto io ne fossi capace.
Ho
smesso di credere l'attimo in cui mi sono svegliato nella camera del
giudice.
Nessun
aiuto mi è arrivato dall'alto.
Nessuno
è venuto a tirarmi fuori da lì.
Soltanto
io.
Eppure
adesso, per Mika, vorrei essere capace di pregare.
Una
cosa è certa: se non torna da me io perderò anche
l'ultimo barlume di vita che ancora alberga nelle mie ossa.
Nel
mio corpo.
E
in quello che chiamano anima.
Quando
riapro gli occhi lo sento.
Sento
il suono della sua voce che mi chiama.
Quanto
tempo è passato?
Pochi
secondi?
Pochi
minuti?
O
delle ore?
Quanto?
La
sua voce ha cancellato ogni cosa, ogni attesa, tutto quanto.
Tutto.
La
sua voce che mi chiamava.
Anche
a questa distanza, anche se era poco più di un sussurro.
Quando
il suono della sirena lacera l'aria io sono già accanto a
lui, a guardare ancora quegli occhi di cielo, il mio cielo personale.
Soltanto
mio.
Gli
stringo le mani e avvicino il viso al suo.
Ho
bisogno di sentirlo, di sentire il suo respiro sulla pelle.
E'
vivo.
Ma
non dimentico le persone che hanno fatto si che questo possa accadere.
I
due uomini accanto a me.
Che
sono appena leggermente sudati, la pelle un po' più
arrossata.
Come
se avessero appena terminato una passeggiata.
Alex
è accanto al più chiaro dei due e lo sorregge per
le spalle.
Abbasso
la testa e abbozzo un sorriso.
Sorriso
che si fa più ampio quando Mika dice, con voce appena
più bassa:
<< Accidenti, stai sorridendo a due sconosciuti. Dovevo
schiantarmi contro un albero per vederlo>>
<<Idiota>> mormoro prima di abbassarmi a
baciarlo sulle labbra, nel momento in cui arrivano quelli
dell'ambulanza, perfettamente inutili ormai.