Vino Tequila Champagne e Uzo

CAPITOLO II

-Mika-

Una giornata io e lui da soli.
Questo è il regalo di Angelo.
Sembra nulla di che, una giornata da solo con il mio ragazzo… come se non ne abbiamo mai passate fino ad ora!
Si ma questa volta è leggermente diverso!
Questa volta il mio incredibile Siciliano ha messo una clausola molto interessante: una giornata con lui, interamente nelle mie mani.
Tutto il giorno farà quello che IO voglio. Fino a sera.
Ha messo solo un punto che comunque a me piace molto: andare a cena in collina, a Trasaghis, sul lago di Cavazzo.
Mi ha guastato i piani in effetti quando me lo ha detto, perché contavo di  fare una mini festa anche con Milos e Michel e di farmi accompagnare da loro a trovare i due gemelli più belli del Creato: Alexander e Nikolas.
Da quando sono tornati non sono andato una volta sola a trovarli, non so nemmeno dove è l’albergo se non fuori Udine.
Ma Angelo è di una gelosia assurda e solo al nominarli diventa di ghiaccio.
Ghiaccio che copre la lava del vulcano… impensabile pensare anche lontanamente di convincerlo.
Così speravo di metterlo davanti al fatto compiuto. È il mio compleanno e io scelgo di andare a trovare i miei amici .
Punto.
Fino a quando la sua voce bassa e così particolare mi   fece andare in cortocircuito:
<< come regalo ti faccio me stesso.>>
Che cosa avreste fatto voi?
Con tutto il rispetto per i miei due gemelli io amo Angelo e ne ho ancora di fantasie da mettere in pratica, e tante.
Tutte diverse una dall’altra.
Finisco di vestirmi e l’aroma del caffè invade il nostro appartamento.
In cucina trovo Heater che sta mettendo l’aromatica bevanda nella mia tazza preferita, quella con il faccino sorridente.
Mi accoglie con un sorriso.
E’ l’ultima settimana che passiamo insieme questa, la prossima settimana va a vivere con il suo Shun e così lascerà questo buco per volare da sola, con le sue ali.
Mi mancherà, senza dubbio.
Mi mancheranno i suoi discorsi seri, sensati.
Da “adulta”, nonostante abbia solo tre anni più di me.
Le sue risate, i suoi silenzi.
Il suo rispetto per ogni forma di vita, perfino quella vegetale.
Ma è arrivato il momento in cui io pensi seriamente al mio futuro con Angelo.
E alla possibilità di lasciare i nostri due buchi per comperare un solo appartamento, abbastanza grande per tutti e due.
Chiaramente a lui non ho accennato ancora a questa possibilità ma lo conosco abbastanza per sapere che ci ha pensato.
Almeno quanto ci ho pensato io.
Heater mi saluta con la sua voce calda e si volta verso la credenza per prendere un’altra tazzina.
Quella con il broncio.
Alzo un sopracciglio e la guardo interrogativamente …che vuol dire?
Angelo deve arrivare fra mezz’ora e non è mai successo che sia in  anticipo!!
Figuriamoci, lui… DRRRRRRRIIIINNNN
Il suono del campanello ferma a metà il mio pensiero!
E’ già qui…non posso crederci!
E lei…come faceva a saperlo?
<< Questo non te lo dico… se no perdo tutto il mio mistero,tesoro…>>
…e senza che io formuli la domanda!!!
Questa donna ha poteri sopranaturali per caso?
Ci ritroviamo a fare colazione tutti e tre insieme, mentre le briosch che Angelo ha preso nella pasticceria Siciliana di via Grazzano riempiono i nostri stomaci in maniera dolce  e delicata.
Hetaer esce di casa dopo aver riordinato la cucina, è il suo turno questa settimana e quando tocca a lei ho almeno la certezza di mangiare decentemente.
Guardo il mio ragazzo mentre va nel lavandino e beve direttamente dal rubinetto… delle gocce d’acqua scivolano giù lungo il mento, fin sul collo… mi alzo in piedi e fermo la sua mano che stava per asciugarle sostituendola con la mia bocca…sarà una giornata lunga e molto, molto calda.
Soprattutto per lui.
 
-Angelo-
Ha già iniziato.
Maledetto Svedese… mi sono messo in gabbia da solo.
Come fai a dire a un ragazzo come Mika, con quella sensualità che gli scivola addosso come una seconda pelle,
che sarai il suo regalo di compleanno? Come ho potuto dire una cosa del genere?
Perché mai?
Raggiunge la mia bocca e inizia a mordicchiarla per farla aprire, la risposta è in quella lingua sapiente che prende possesso della mia.
In quelle mani che mi stringono forte il sedere attraverso la stoffa ruvida dei soliti jeans.
Perché lui vale tutto questo.
Vale l’incognita di una giornata nelle sue mani.
Mani che mi faranno impazzire e probabilmente rimpiangere il momento in cui sono venuto alla luce.
Termina il bacio e io accenno con una mano alla porta della camera, al di là della cucina… non riesco a parlare, visto che il mio cervello è troppo occupato e mandare segnali contradditori in tutto il corpo.
Sto impazzendo…ed è soltanto l’inizio.
Non mi risponde nemmeno, con un movimento secco del braccio butta a terra tutto quello che ancora resta sul tavolo e mi fa appoggiare li…e io mi chiedo quante volte avrebbe voluto fare una cosa del genere, visto l’espressione di intensa soddisfazione che si è accesa sul suo volto mentre scaraventava a terra tutto quanto.
La sua voce calda mi accarezza l’orecchio, mandando a farsi benedire il resto del mio tanto decantato autocontrollo!
<< adesso lascia fare a me, questa prima volta sarò io a condurre tutto quanto. Tu non muovere un muscolo fino a quando non te lo dico io…>>
e chi lo muove?
Anche se me lo ordinerebbe non riuscirei a fare niente altro che cercare di ricordarmi come si respira, mentre i suoi denti iniziano a mordicchiare la pelle tenera sotto il collo, scendendo giù lungo il torace, alternando i denti alla lingua, fino a quando non incontrano un capezzolo.
E li iniziano a succhiarlo con forza… accarezzandomi dolcemente l’altro.
In un’alternanza di sensualità e ferocia che mi fa digrignare i denti per non iniziare a mugolare già da adesso, senza ritegno.
E no… gli farò sudare i miei gemiti accidenti…almeno questo!!!
Slaccia con mano esperta i pantaloni mentre si stacca da me quel che basta per togliermeli.
Mi fa solo muovere i piedi per allontanarli da lì,non senza prima aver fatto sparire ogni cosa: slip e calzini.
Sto sudando cazzo!
Sto sudando nonostante non è che si scoppia di caldo qui dentro.
Non è mica la prima volta che facciamo l’amore…perché sono in queste condizioni dopo venti minuti esatti allora?
Appena so la risposta illuminerò anche voi!
E la mia mente si perde nel calore improvviso che mi esplode nel petto, appena lui inizia ad esplorare con quella lingua maledetta la parte bassa del mio corpo.
Il cazzo è così teso che potrebbe scoppiare soltanto se ci soffia sopra… e lui ci appoggia, leggero, la punta della lingua mentre le mani sfiorano, palpano, stringono tutto il resto!
Afferro con le mani i suoi capelli per obbligarlo ad infilarlo in bocca ma lui me le toglie deciso ricordandomi così quello che ha detto.
Fino a che non me lo chiede farà tutto lui, io devo stare fermo!
Vaff…appunto!
Sospiro pesantemente mentre esce tutta l’aria dai polmoni in un istante: mi ha infilato un dito nel sedere mentre la sua lingua sta bagnando, con piccole lappate, tutto il mio cazzo.
Quanti modi ci sono per morire?
Credo che oggi Mika me li farà scoprire tutti quanti.
 
-Alexander-
Magnifica giornata.
Accidenti che aria pulita c’è oggi.
Sembra che dopotutto il cielo ha ascoltato l’invocazione( o minaccia, è più vicina alla realtà) che mio fratello gli ha rivolto ieri sera.
Voleva una giornata da non dimenticare.
Dopo davvero tantissimo tempo, troppo comunque, siamo di nuovo insieme.
Manca ancora qualcuno ma recuperarli dai posti in cui si sono rifugiati è davvero impresa titanica… ci siamo riusciti con Javier, Milos e Michel e tutto questo grazie a Milos e alla sua idea di fare questa festa a sorpresa per il compleanno di Mika.
Mika è vegetariano e anche Hetaer, la sua migliore amica e Shun, il suo fidanzato.
Quindi oggi mi cimenterò, con l’aiuto del cuoco dell’albergo, soltanto in piatti vegetariani.
Affetto le verdure appena portate e le metto a grigliare, mentre sento una vecchia canzone degli anni ottanta che esce dalla radio lasciata a tutto volume da Niki.
Non cambierà mai.
Gli anni passano, noi diventiamo adulti…ma lui rimarrà sempre l’eterno bambino che temi possa combinartene una ogni stante.
Salvo poi stupirti con i suoi silenzi intensi, profondi, vivi.
O con i suoi abbracci improvvisi.
Alzo gli occhi e guardo il cielo dalla finestra spalancata… lui è così.
Grande come questo cielo, apparentemente distante, improvvisamente vicino.
Unico.
Irripetibile.
Una macchina interrompe i miei pensieri…devono essere arrivati.
Mi pulisco le mani lasciando il nostro cuoco alle prese con le verdure e vado a salutare Javier, è davvero troppo che non lo vedo.