NOTE:
finalmente metto mano ad una coppia hot su cui volevo scrivere da
molto, ho trovato la chiave giusta e così ho iniziato. La coppia è
Kelly Severide e Matt Casey di Chicago Fire. Saranno una serie di one
shot collegate fra loro, iniziamo con la prima. Siamo nella terza
serie, dopo che Shay è morta Kelly si è lasciato andare tanto che Matt
se l’è preso in casa. Contemporaneamente lui e Gabriela hanno avuto dei
problemi di coppia e si sono lasciati (se la memoria non mi inganna era
lo stesso periodo, in caso contrario chiedo perdono). Il contenuto è da
subito bello caldo, al contrario della serie su Chicago PD, non inizio
piano per poi andare dopo al sodo. La dinamica è ben diversa. E
insomma, buon inizio. La serie si chiamerà ‘On fire’.
Baci Akane
FUORI CONTROLLO
Torna a casa di nuovo ubriaco e per una volta è un sollievo.
La penultima volta è tornato con
il viso livido, ha fatto a botte e non è stato certo facile gestirlo,
così l’ultima non è tornato per nulla ed io sono diventato matto.
Adesso torna, sempre ubriaco. Ma almeno torna.
Fa il solito casino, quando esco
dalla camera e lo guardo lui ridendo si scusa per il casino, borbotta
che ha rotto qualcosa, ma che non sa cosa sia ed io controllo che non
si sia fatto male. Si china a raccogliere ma cade, così mi precipito e
lo tiro via prima che si ferisca.
- Severide, va bene… - Lo prendo per le braccia, da dietro, e lo sollevo di peso usando tutta la mia forza.
Lui alla fine si lascia fare, si
abbandona a me e così finisce che mi si appoggia del tutto. Lo faccio
sedere sul divano e tira su i piedi con le scarpe sporche, arriccio
contrariato il naso e lo guardo per capire se abbia almeno intenzione
di levarsele.
Ovviamente no.
È lì beato con le braccia chiuse
sul viso, non so nemmeno se dorma. Così sospirando paziente mi chino e
glieli afferro uno per volta levandoglieli. Li metto in ordine e mentre
vado a tirare su i cocci del bicchiere che ha rotto, lui comincia a
biascicare ancora.
- È divertente, mi hanno spedito a casa con un biglietto in tasca… - Mi aggrotto e lo guardo dalla cucina.
- Chi? - Severide scuote la
testa come per dire che non ricorda, così sospiro e vado da lui, gli
infilo le mani nelle tasche e lo cerco. Ovviamente certi contatti
potrei, anzi, dovrei evitarli.
Ma chiaramente come faccio a tirare fuori un bigliettino se non lo tocco?
Quando lo trovo vittorioso mi
raddrizzo tornando a respirare, sono parecchio imbarazzato ma per
fortuna lui non sembra turbato dalla cosa.
Nemmeno lo nota.
Toccarlo non è mai facile.
Leggo il biglietto.
‘Se il pacco è arrivato, facci uno squillo! Firmato: Hermann e Otis’
Sospiro e scuoto la testa e prendo il cellulare.
‘Pacco arrivato, ma potevate evitare di farlo bere così tanto!’ Li rimprovero via sms.
Otis risponde subito:
‘Prova tu a non fargli fare qualcosa che vuole!’
In effetti non ha torto. Alla
fine non rispondo e lo guardo, mi osserva. Pensavo dormisse, ma
effettivamente non russa. Ha una delle sue arie strane.
- Cosa vuoi fare? - Chiedo
riferendomi al dormire sul divano o sul letto, dove altrimenti lo devo
portare. Severide a questo punto fa un sorrisino malizioso dei suoi, di
quel tipo che fa sempre.
Così mentre tremo dentro di me, lui lo dice vittorioso:
- Un bagno! - Rabbrividisco all’idea di che cosa significhi e scuoto la testa.
- Intendevo dormire qua o a letto! - Dico togliendo dalla discussione che lo aiuti a farsi un bagno alle due di notte.
- Oh, andiamo! - Si tira su a
sedere brontolando ed io scuoto la testa sospirando. - Beh io lo faccio
lo stesso anche da solo! - Così dicendo si alza, muove un passo,
barcolla e mentre vedo che va dritto dritto verso una lampada nuova, lo
afferro al volo e gli circondo la vita con un braccio attirandolo a me,
mi porto il suo intorno alle spalle tenendogli la mano e così lo
sollevo e lo conduco al maledetto bagno sperando che invece vomiti.
- Ce la facevo. - Borbotta come lo scemo che è.
- Certo. Come no. - Rispondo io
ironico. Lui ride e appoggia la testa nell’incavo del mio collo, io mi
irrigidisco nel sentirlo così contro di me. I soliti effetti
devastanti.
Oh, andiamo Kelly!
Perché da ubriaco diventi tanto appiccicoso?
Ed io che sono sempre stato così attento a non avere certi approcci con te!
Che diavolo mi è saltato in mente di prendermelo in casa dopo il lutto di Shay?
È che lui mi aveva aiutato quando ho passato la stessa cosa, così…
Il vero problema è dato dal fatto che io e Gabby non stiamo più insieme, se così fosse sarebbe molto più facile, dannazione.
Lei riusciva a tenermi sulla retta via.
Lo lascio sul water dove si
siede ridendo, così sospiro, chiudo il tappo della vasca e apro l’acqua
calda. Ed io che gli faccio da baby sitter e gli do retta.
Il patto è che fuori casa se lo sorbiscono gli altri quando ha gli attacchi di bere. Qua a casa è tutto mio.
Che culo!
Mi giro e si sta soffocando con la maglia che, maledetto lui, è aderente.
Rimango a ridere perché è
un’immagine troppo comica e per un momento soppeso l’idea di lasciarlo
a sé stesso, ma poi comincia a brontolare e imprecare.
- CAZZO, AIUTAMI! - Oh, che non gli venga la ciocca arrabbiata, ora!
Sospiro e scuoto la testa, alla fine vado da lui e lo aiuto a togliergli quella cavolo di maglia. Ci voleva solo questa.
Eccolo qua a torso nudo. Mi mordo il labbro nel vederlo. Lui e il suo maledetto corpo.
Ma che cosa ho fatto di male?
Kelly è sempre stato il mio punto debole.
Non ho mai pensato di essere gay, mai avuto sospetti, mai esperienze, voglie, dubbi.
Finché, il primo giorno di accademia, non ho incontrato Kelly.
Ed è stata la mia rovina.
Come se fosse una maledizione,
non me lo sono più tolto dai piedi. Non solo accademia insieme, ma
anche stessa caserma. E, come se non bastasse, promozioni nello stesso
periodo. Stesse assegnazioni, solo che poi lui per fortuna è passato
alla squadra ed io sono rimasto al camion.
Kelly si lecca le labbra e ridacchia malizioso, ma è più o meno sempre la sua espressione perenne ed è un po’ il mio problema.
È sexy e provocante. Come si fa a provare attrazione per uno del tuo stesso sesso se non hai mai avuto istinti simili per altri?
Probabilmente non ho mai
incontrato nessuno come lui. Se ne avessi già incontrati, probabilmente
avrei avuto gli stessi istinti. Probabilmente.
Kelly si butta all’indietro, si
appoggia alla scatola dello sciacquone e chiude gli occhi gingillandosi
il bottone dei jeans. Ci sta tipo mezz’ora, poi alla fine torna ad
imprecare impaziente.
- Matt, andiamo! - quando è ubriaco mi chiama per nome.
Litigare con lui è stato un
sollievo, quasi. Sono sempre stato astioso nei suoi confronti e ad ogni
occasione abbiamo litigato, ma poi nei momenti importanti ci siamo
sempre aiutati. Quando la mia ragazza è morta lui è stato molto dolce,
ha tirato fuori un lato che non avrei mai immaginato. Così ora che è
morta Shay mi è venuto spontaneo prenderlo in casa con me. Poi le cose
con Gabby si sono complicate e ci siamo presi una pausa, questo mi ha
gettato in un gran casino.
Kelly era come un randagio che
elemosinava calore ed ora continua a farlo, ma un conto è gestirlo se
ho una fidanzata molto hot che fa da controparte, un altro è se non ho
nessuno con cui sfogare i miei bassi istinti. Molto bassi, devo dire.
Infatti adesso sto per impazzire.
Gli apro i jeans e mi eccito
subito, lo sapevo. Per fortuna è così ubriaco che non se ne accorgerà e
poi ho il pigiama sufficientemente comodo.
I suoi jeans, al contrario, sono troppo stretti ed impreco quando glieli apro.
- Perché devi vestire così aderente? - Che domande.
Kelly ridacchiando apre i suoi erotici occhi azzurri e sottili.
- Perché così piaccio alle donne! - Un moto di stizza mi investe.
- Che domande stupide! - Dico
sarcastico lasciandolo visto che glieli ho aperti. Lui si afferra ai
bordi del water su cui siede e spinge il bacino in alto con gli occhi
mezzi chiusi, mi fissa sottile in una muta pericolosa richiesta.
- Come, e le tue donne dove sono? - Dico sempre acido, stupidamente geloso. Kelly ride.
- Oh andiamo Matt… - Torna a miagolare ed io scuoto la testa.
- Sul serio, non hai trovato
nessuna con cui spassartela? - Continuo geloso. Lui ride mentre io
glieli prendo e li tiro via, non faccio poca fatica, impreco mentre
l’imbarazzo sale alle stelle e con i jeans si abbassano parecchio anche
i boxer sotto, che sono aderenti naturalmente. Figurati!
Arrivano fino all’inizio del suo inguine e scendono a metà sedere.
Sfilo i jeans dai piedi e lui rimane tutto stravaccato su quel cavolo di water. Nessuno è mai stato così sexy su un water!
I suoi occhi mezzi aperti mi osservano mentre si morde il labbro sorridendo lascivo.
- Dopo un po’ mi annoiano… -
Dice poi come se avesse senso. Aggrotto cercando di capire a cosa si
riferisce e lui si tira su mentre io preferisco girarmi a vedere com’è
l’acqua della vasca.
L’operazione della svestizione
ha richiesto più tempo di quel che pensassi, così va a finire che
chiudo il rubinetto e mi gratto la nuca osservandolo dubbioso.
- Di che parli? -
- Le donne! - E ricordo che gli ho chiesto che fine hanno fatto.
- Oh, ma non mi dire! E che è
successo? Sono troppo tradizionali? - Chiedo non avendo idea di che
cosa intenda con ‘noiose’, visto che è l’etero più incallito che io
conosca.
Kelly ride e si alza
barcollando, prima di cadere si tiene alla mia spalla ed io gli afferro
il braccio. Poi arriva la parte complicata.
Con l’altra mano il genio del male fa scendere i boxer che erano già mezzi abbassati.
Non posso staccare gli occhi dal suo inguine, ora del tutto scoperto.
L’ho visto nudo altre volte, in
caserma ci si fa la doccia insieme. Però adesso è un gran casino.
Perché ce l’ho letteralmente a portata di mano e mi si appoggia addosso
ed io non sfogo gli ormoni da troppo tempo. E, sempre da troppo tempo,
sono rimasto fermo a desiderarlo in tutte le salse.
- L’acqua è pronta. - Gli
ricordo poi quando si raddrizza guardandomi nudo e crudo davanti a me,
la mano sulla mia spalla, io gli lascio il braccio sperando che smetta
di torturarmi. Non ne è nemmeno minimamente consapevole.
- Se ti lascio penso di cadere a testa in giù nella vasca. - Dice poi serio come se mi facesse una proposta indecente.
Però rido e visto che si smorza
la tensione, non lo lascio annegare, bensì decido di aiutarlo. Gli
riprendo il braccio e lo accompagno, lui però è davvero un peso morto e
così devo prenderlo da dietro la schiena, afferro entrambe le braccia e
gli dico di infilare e gambe.
- Con quale inizio? - Chiede ubriaco.
- Quella che vuoi. - Sospiro reggendolo da dietro.
- Allora la destra. - E alza la
sinistra. Con questo rido anche io e lui si gira per guardarmi
sorpreso, in questo si dimentica di controllare il piede che stava
infilando in vasca e finisce che va giù di schianto, così io d’istinto
lo tengo per evitare che si prenda una botta. Kelly va giù a peso
morto, l’acqua schizza ed io lo seguo dentro per non farlo annegare a
testa in giù come prima aveva detto.
Risultato, sono entrato in vasca con lui, vestito. E mi è pure tutto attorcigliato addosso, nudo.
Le sue risa riempiono l’aria, io vorrei ucciderlo ma non ci riesco perché, sorprendentemente, rido anche io.
Ma ti pare? Cioè… io volevo solo scappare e chiudermi in camera e sono finito in vasca con lui che mi sta nudo sopra!
- Se volevi fare il bagno anche
tu bastava spogliarti. - Dice divertito spostandosi per farmi sedere
meglio. L’intenzione sarebbe di togliermi, ma se mi alzo ormai
l’erezione spiccherebbe troppo anche per uno ubriaco fino a questi
livelli. Così non ho nemmeno la forza di togliermi da questo
imbarazzante momento dove vorrei proprio sotterrarmi.
Annegare non è sufficiente.
Lui si gira e si mette di fronte
a me, allarga bel bello le gambe e l’acqua è troppo trasparente, così
anche se non lo vedo bene, lo vedo abbastanza comunque.
Non ha pudore. Come sempre.
Imbarazzato scuoto la testa e stringo le gambe coperte dal pigiama che fluttua.
Stringere però non sarà
sufficiente se non smette di muovere i propri piedi contro le mie
cosce, perché la vasca è spaziosa ma comunque non poi così tanto da non
toccarsi in due.
Mi mordo il labbro, lui appoggia
la schiena all’indietro e abbandona la testa, prende il guanto di
spugna, lo bagna e se lo strizza sul viso lasciando che le goccioline
di acqua lo bagnino e scivolino sul suo volto rilassato.
Rilassato è riduttivo. È proprio lascivo. Ed è me che fissa con quello sguardo lascivo.
Il silenzio è così imbarazzante e pesante, ora, la tensione si taglia con il coltello.
Ci guardiamo senza proferire
parola e lui finisce che lascia perdere il guanto di spugna per
scivolare con le mani dentro l’acqua, sul suo corpo. Non riesco a non
guardargliele. Non posso.
Finisce che lo guardo, lo guardo bene mentre si tocca, si carezza e si strofina.
Le cose sfuggono decisamente e
non solo di mano, visto che la sua è fra le sue gambe aperte e fa quel
diavolo che gli pare davanti a me, ma sfuggono proprio in generale
visto che mi tendo tutto e mi succhio il labbro. Non riesco a non
guardarlo e lui non riesce a stare fermo.
Proprio non ce la fa.
Oh maledetto Kelly, che diavolo combini?
Si masturba bellamente davanti a
me, zitto. Non saprei proprio che dire, ma dopo un po’ la sua voce esce
roca e piena di piacere. Impallidisco nel sentirlo.
Osa pure parlare.
- Sai perché con le donne mi
annoia, ora? - Dice puramente erotico. Scuoto la testa con gli occhi
sbarrati, sconvolto. Lui fa un sorrisino, l’altra mano, quella libera,
scende ancora più sotto la sua erezione. Il dito carezza il suo
ingresso e in un momento si infila dentro da solo.
Oh. Mio. Dio.
E come se non bastasse, appena
lo fa ed io devo avere proprio un’aria tremenda, il piede dalla coscia
esterna, va sotto e si infila fra le mie gambe strette. Strette per
poco. Tanto fa fino a che prepotente riesce ad infilarsi, e al diavolo.
Non è che io opponga tanta resistenza.
Così il suo piede trova la via
fra le mie gambe, la mia erezione dura attraverso la stoffa del pigiama
viene lambito dalle sue dita e spinge mentre strofina. Non usa altro,
non fa altro. Però basta.
Perché mentre lo vedo che si
masturba avanti e dietro, e già questo sarebbe sufficiente, mi manda in
estasi col suo dannato piede.
Finisce che apro meglio le gambe e lascio andare la testa all’indietro insieme ad un innegabile gemito di piacere.
Come innegabile è il mio orgasmo
che arriva solo così. Basta questa visione. Basta questo tocco fra le
gambe. Basta questo. Ed io sono perso.
Anni di resistenza stoica per… per cadere comunque proprio lì.
Sono scappato ma forse non avevo molto scampo.
Gli ansimi riempiono la stanza e
non sono solo i miei. Apro gli occhi e lo vedo che anche lui adesso è
in estasi. Kelly è venuto e al diavolo.
Era davvero una visione che non avrei voluto perdermi per sempre.
Sei un bastardo. Adesso che dovrei fare, io?
Mi strofino il viso con le mani e lo guardo sconvolto, mentre lui dorme beato come se non avesse il minimo problema al mondo.
Certo li ho tutti io!
Quello che è appena successo nella vasca non ha il minimo senso.
So che lo volevo dal primo
giorno che l’ho visto, ma so anche che ero ben deciso a non farlo
succedere. Principalmente perché ero convinto che lui non avrebbe mai
voluto, che non era di questa sponda, nemmeno per divertirsi e basta.
Cioè… se c’è uno etero al cento percento, quello è Severide. Ero convinto di questo. Quindi ho sempre preso le mie misure.
Ma ora arriva e mi fa un lavoro col suo piede sulla mia erezione e mi fa morire.
Il tutto mentre lui si faceva la stessa cosa con la mano, ma nudo e senza il minimo pudore.
Ci ripenso e scuoto la testa strofinandomi per l’ennesima volta il viso, non ci posso credere proprio per niente.
E lui è lì che dorme beato nella sua camera, sotto le sue coperte, nudo come è uscito dalla vasca.
Che se non gli viene un colpo è
un miracolo, perché gli ho tirato l’asciugamano e lui se l’è avvolto
alla vita, ridendo è andato a bersi acqua, per fortuna, e poi è andato
in camera.
Barcollava di meno, credo che l’orgasmo nella vasca abbia aiutato un po’.
Però mi sono assicurato che si mettesse a letto e non per terra. Che bella scusa.
Rivedere il suo corpo nudo non era certo male.
Rimango fermo sulla sua porta, lui dorme della grossa e l’osservo, ma non ne vengo a capo.
Credo che non abbia la minima idea di che cosa ha fatto.
Sragionava proprio.
Alla fine è inutile stare a
pensarci tanto, credo che vedrò come si sveglia domani, ma solo io
posso cacciarmi in questi casini.