*Ecco il secondo capitolo.
Antonio ed Hank non si conoscono ancora bene e non sanno quanto possono
fidarsi, ma a questo punto non si torna indietro. L'operazione è troppo
importante e vale la pena affrontare ogni rischio. Ma è solo per questo
che non si tirano indietro nemmeno quando le cose si complicano
ulteriormente, o c'è dell'altro? Buona lettura. Baci Akane*
2. FINO IN FONDO
Non era stato molto difficile
introdursi come cliente, seguendo l’indicazione di Antonio aveva
richiesto delle pratiche specifiche dimostrando di essere uno abituato
a giri del genere.
Mostrato subito la prima parte
del pagamento in contanti, avevano chiamato subito Antonio che era
venuto per cominciare quel nuovo lavoro.
Hank era lì all’angolo della
strada dove si facevano gli affari con quella gang, aveva già
registrato la prima parte della trattativa.
Il referente di Antonio gli
diede delle chiavi e gli disse che c’era una camera che l’aspettava con
quel tipo.
- Quanto sono sicuro? Devo
sapere se devo difendermi o se posso stare tranquillo. - Disse
guardingo per il tipo losco che sembrava essere Hank nella sua giacca
in pelle e l’aria impaziente e cupa.
Il ragazzo lo spinse dicendo di
non preoccuparsi.
- La tua incolumità interessa
più a noi che a te, certa merce è difficile da trovare! - Antonio lo
trovò sibillino e non capendo cosa intendeva, lo guardò torvo. - C’è
chi ti guarda e comunque ci tuteliamo con delle microcamere che
riprendono tutto. - Antonio spalancò gli occhi.
- Mi registrate mentre trombo
coi clienti? - Chiese stupito. Il gestore rise schernendolo.
- Coi filmati migliori ci
ricaviamo un bel po’ di soldi, anche di quelli ti va una percentuale,
perciò meglio esegui e meglio è per te. - A quel punto Antonio capì che
era davvero fregato, ma davvero tanto.
“Voight mi ucciderà!” Pensò
senza sapere se fosse il caso di mandare tutto all’aria o no.
Insomma, il giro era davvero
grande e difficile da far fuori proprio perché si tutelavano come altri
non facevano. Avevano l’occasione della vita, non era il caso di
lasciar perdere così facilmente. Ormai erano arrivati a quel punto e
comunque uscirne ora era più difficile a dirsi che a farsi. Non avevano
ancora prove concrete della loro attività criminosa, se interveniva la
squadra per aiutarli avrebbero fatto un ridicolo buco nell’acqua
pregiudicando qualunque altro tentativo in futuro. Ed uscirne da soli
senza scoprirsi poliziotti era impossibile, visto che c’erano dei
gorilla ad ogni piano.
Alla fine Antonio decise anche
per lui.
“E che sarà mai una scopata
davanti alle videocamere? Basterà distruggere i video prima che
chiunque altro li veda. Insomma, non è che mi dispiaccia farmelo. Che
sia corrotto o meno, è un tipo fisicamente intrigante. Per il resto non
me lo devo mica sposare, solo scopare. Posso farlo. Ed io non sono un
brutto partito, si sacrificherà come me!”
Antonio passò davanti ad Hank e
gli fece un cenno senza troppo entusiasmo. Hank lo guardò e lo seguì su
per le scale della pensione che usavano per gli affari di quel tipo.
Hank era già entrato nella
camera, Antonio stava per chiudere quando vide un energumeno piazzarsi
proprio davanti alla sua porta.
Gli fece l’occhiolino allegro,
poi si chiuse dentro. In due secondi doveva impedirgli di mandare tutto
a monte e non avendo idea di dove fossero le microcamere e di come
fossero, ovvero se fossero solo per riprendere immagini o anche voci,
improvvisò come faceva sempre.
Gli andò davanti veloce e
sinuoso, gli mise le braccia al collo e mentre Hank impallidiva con
l’aria da ‘sei impazzito’, attaccò la bocca giocando subito con la sua
lingua. Mentre si occupava di lui, abilmente disattivò le microspie che
avevano addosso per evitare che qualcuno dei loro capisse cosa
succedeva.
Hank rimase braccia lungo i
fianchi ed aria spiazzata, non rispose propriamente al bacio, si limitò
a non coprirlo di pugni. Antonio scivolò con la lingua lungo la sua
guancia ed arrivò all’orecchio che leccò facendolo rabbrividire. A quel
punto, gli sussurrò piano:
- Siamo nella merda. - Hank capì
cosa era appena successo e sebbene l’eccitazione stava già salendo, lo
cinse con le braccia intorno alla vita assecondandolo.
- Ci registrano? - Antonio
annuì.
- E fuori c’è un mostro che ci
controlla. - Non solo dovevano fare ‘sonoramente’ finta, ma dovevano
fare completamente sul serio.
- Quando tutto questo finirà, ti
ucciderò. - Mormorò prendendogli a sua volta il lobo fra i denti,
mentre le mani di Antonio scivolavano sulla sua schiena possente e poi
davanti, sul petto. Lo carezzò fino a far scivolare via la sua giacca.
- L’operazione non era completa,
non potevamo mandare tutto a monte ormai. E sparire senza rivelare che
è un’indagine della polizia è impossibile. - Spiegò il suo ragionamento
mentre lo spogliava. - Perciò ora lo faremo. -
Hank alzò gli occhi al cielo.
- Non so nemmeno che diavolo ho
chiesto quando ho detto le cose che mi hai detto di dire. - Antonio gli
aveva specificato la richiesta, ma parlando in codice non aveva idea di
cosa significasse. Antonio rise dopo avergli aperto la camicia che fece
scivolare anch’essa lungo le braccia.
- Puoi usarmi come ti pare,
legarmi, schiaffeggiarmi senza esagerare, cortesemente. Quando mi
prendi, non puoi essere gentile. - Continuò spiegando divertito.
- Per te è un gioco? - Chiese
Hank cominciando a seccarsi.
Aveva tenuto a bada quel lato di
sé con una certa bravura, ora veniva lui e mandava tutto al diavolo.
Come osava?
Beh, peggio per lui: almeno
quella soddisfazione -in ogni senso- se la sarebbe presa.
- Non devi preoccuparti per me.
Sono stato iniziato a questo lato delle cose da molto tempo. - Hank lo
guardò perplesso mentre con le dita trafficava con la sua cintura,
guardandolo da vicino senza baciarlo di nuovo. Malizioso e caldo, molto
caldo. - Tanto che ho imparato ad apprezzarlo. - Con questo Hank capì
che Antonio non era solo stato abusato da ragazzino, ma poi aveva anche
imparato a praticare e ad apprezzare.
- Sei gay? - Chiese mentre si
inginocchiava davanti a lui togliendogli i jeans ed insieme gli slip.
Hank aprì la bocca mentre lo guardava da sopra.
- Bisessuale. Faccio tutto quel
che mi pare con chiunque. - Poi, la sua lingua finì sulla sua erezione
ed ogni cosa scivolò facilmente via.
Hank gettò la testa all’indietro
mentre accompagnava la sua contro di sé. Antonio ridacchiò alzando lo
sguardo dopo che lo sentì eccitarsi e volerlo con parecchio piacere.
- E mi pare che anche per te è
così. - Hank voleva dargli un pugno, poi si ricordò che poteva essere
brutale e decise di approfittare, lo prese, lo alzò e lo spinse
sul letto.
Antonio lo guardò sorpreso
mentre prendeva la cintura dai jeans, l’unica cosa che aveva per
legarlo.
- Ho passato del tempo ad
evitare tutto questo con tutto me stesso. E ci sono riuscito molto
bene. - Antonio ridacchiò sfilandosi la maglia e rimanendo a torso
nudo, mentre i tatuaggi che aveva si rivelavano insieme al suo corpo
atletico.
- Fino ad oggi. - Disse
vittorioso come se fosse merito suo. Gli piaceva pensare che non
avrebbe mai fatto una cosa simile con altri, chissà poi perché.
Hank salì sul letto a cavalcioni
su di lui, deciso. Sentì la sua erezione dura strofinarsi addosso
mentre gli prendeva le mani e con sicurezza le metteva sopra la testa.
Legò insieme i polsi alla spalliera del letto, poi scese in basso, gli
afferrò i pantaloni e strattonò con poca gentilezza, come gli aveva
detto di essere.
- Adesso ti prenderai le tue
responsabilità. - Per quanto ne sapeva chi li stava registrando,
potevano stare recitando una qualche parte, spesso fra cliente e
prostituta nascevano spontanee giochi di parti e non era strano che
senza concordarsi prima, recitassero qualcosa.
Antonio spinse il bacino verso
l’alto aiutandolo a sfilargli tutto, Hank non se lo fece ripetere e
quando l’ebbe spogliato del tutto, lo guardò con uno sguardo pericoloso
che brillava.
- Forse sei più abituato di quel
che sembri. - Insinuò Antonio legato.
- A fare sesso di questo genere?
- si leccò le labbra divertito, malizioso e provocatorio. Rischioso
come sempre.
- Ad approfittare degli altri,
delle situazioni… - Hank capì cosa intendeva, non servì specificasse a
livello lavorativo. Gli occhi gli brillarono pericolosi ed un moto di
rabbia e fastidio per quel che aveva insinuato, lo invase tanto che si
chinò su di lui, gli prese un capezzolo fra i denti e tirò senza
complimenti. Antonio si lamentò ritrovandosi poco dopo coperto di
brividi.
Era incredibilmente piacevole.
Non il momento del dolore, quello successivo. Il calore si espandeva
subito dalla parte lesa ed era strano.
Hank scese sul suo ventre
leccando la sua pelle liscia, aveva un corpo perfetto e già così gli
stava dando alla testa. Come sarebbe uscito da quella camera, poi? Come
avrebbe fatto a meno di quello?
Negarselo da una vita per la
consapevolezza di essere predisposto, trovare la persona giusta con cui
realizzare ogni recondito desiderio e poi doverne fare a meno.
Forse era l’ideale, si disse
mentre con le dita affondava i fianchi e scivolava giù graffiandolo
senza usare violenza sul serio.
Antonio inarcò ancora il torace
verso di lui.
Così si sarebbe tolto lo sfizio
e poi non ci avrebbe mai più pensato.
- Mi sa che non sono l’unico ad
avere lati poco puliti. - Antonio si aggrottò senza capire.
- Perché mi piace scopare con
gli uomini? Questo è poco pulito? - Chiese seccato. Hank sorrise
soddisfatto, ma gli diede uno schiaffo sulla natica, di lato. Antonio
sussultò e poi sospirò istintivamente.
- Intendevo questo. - I due si
guardarono con sguardi intensi, eccitati e significativi.
- Questo cosa? - Chiese ancora
fingendo di non capire solo per riceverne un altro.
Hank ridacchiò malefico e gliene
diede un altro, sempre con una forza accettabile, il necessario per
dargli una strana scarica d’adrenalina. Antonio aveva le gambe aperte
ed i piedi puntati per sollevare il bacino tutte le volte che voleva
qualcosa di più. Ed ora era di nuovo sollevato.
- Queste pratiche alternative.
Questo è il tuo lato poco pulito. Io, magari, approfitto di certe
situazioni quando mi sembra giusto. - Antonio voleva discutere su cosa
fosse giusto per lui, ma invece si ritrovò a chiedergli ben altro.
- Pensi di succhiarlo prima che
vengo da solo? - Questa richiesta così diretta creò non pochi problemi
ad Hank che imprecò e scosse la testa.
“Al diavolo, a questo punto vado
fino in fondo. Dopo cancellerò tutto, ma adesso è mio.” Decise di non
perdere più tempo dietro a domande su cosa fosse meglio e fin dove
dovesse spingersi. Non aveva scelta, a quel punto. Avrebbe dovuto
evitarlo dall’inizio, ma mandare a monte un’operazione della polizia
sarebbe stato un vero peccato. Del resto bastava fare sesso e poi
cancellare tutte le prove dell’avvenuto. Che problemi c’erano?
Dopo averglielo guardato e
desiderato, Hank lo prese in mano, lo leccò ed infine lo avvolse fra le
labbra.
Antonio continuò a spingere
nella sua bocca e a chiedere di più, mentre le dita di Hank affondavano
nei fianchi e scivolavano giù sulle cosce per prendere di più e dargli
di più.
Quando lo fece, lo sentì
tendersi e gemere più forte, completamente trasportato dal piacere che
stava avendo.
Si staccò prima di farlo venire,
lo lasciò sospeso nel nulla senza toccarlo per un momento, lo guardò
sporgersi teso verso di sé, ogni muscolo in evidenza, il viso così
carico d’eccitazione, così come la sua erezione dritta. Si masturbò
guardando quella visione così sensuale, poi Antonio tornò a
chiederglielo.
- Cazzo, scopami! - nessuno dei
due avrebbe pensato di finire così, entrando lì dentro.
Perdersi fino a quel punto,
volerlo contro ogni ragionevolezza.
Il totale non controllo.
Per Antonio non ci fu verso e
nemmeno per Hank. I due si guardarono significativi, come a dire se ne
era sicuro, oh sì che lo era. A quel punto lo era, dannazione.
- Ci saranno dei preservativi. -
Disse Antonio ricordandosi delle usanze più tipiche fra cliente e
prostituta. In ogni caso era bene tutelarsi visto che stava facendo
sesso con uno di cui non sapeva se fidarsi davvero o no.
Hank si stese su di lui e cercò
nel cassetto accanto al letto, Antonio voltò la testa e assaporò quello
sfiorarsi di corpi, fremendo per poterlo toccare anche lui. Si spinse
ed Hank sorrise malizioso. Preso il preservativo, girò il volto prima
di sollevarsi e lo guardò da lì, così vicino tanto da svenire. Aprì la
bocca e gli sfiorò la sua con la lingua. Antonio gli venne incontro, si
trovarono dando vita ad un bacio di quelli particolarmente spinti,
carichi di un trasporto che durò un bel po’.
Poi Hank si raddrizzò, si mise
il preservativo, prese le gambe di Antonio e se le avvolse intorno alla
vita, infine lo guardò per capire se era sicuro che arrivasse fino a
quel punto o se preferisse che facesse finta.
Non servirono parole, Antonio
capì quel riguardo finale e lo apprezzò, stupito che l’avesse. Infine
annuì.
Hank così affondò in lui con una
spinta forte. Antonio aprì la bocca e inarcò la schiena tendendo i
muscoli in particolare delle braccia bloccate.
Hank diede una seconda spinta
deciso entrando fino in fondo senza troppi riguardi.
- Liberami, liberami ti prego. -
Mormorò al suo orecchio. Hank lo fece senza esitare, così si ritrovò le
sue braccia intorno al collo che l’attiravano a sé e lo stringevano.
Dopo che si fu abituato ed ebbe
cominciato a rilassarsi stringendo di meno, Hank iniziò a muoversi in
lui.
Ad ogni spinta andava meglio,
scivolava più facilmente e poteva aumentare il ritmo. Presto
l’intensità fu sconvolgente, così come i loro gemiti sinceri, misti fra
le mille sensazioni violente che provavano.
- Sì, sì… così… - Continuò a
chiedere Antonio dopo aver trovato quel punto che lo faceva godere
sempre. Hank premette lì più forte, come voleva lui.
Lo vide raggiungere l’orgasmo e
pensò che come filmato, quello, doveva essere venuto piuttosto bene.
“Quasi quasi distruggerlo è un
peccato.” Pensò realizzando che avrebbe potuto tenerlo per uso
personale.
Le sue braccia lo strinsero, la
sua bocca si chiuse sul suo orecchio e fu presto il turno di Hank di
svuotarsi in lui e raggiungere l’apice del piacere con un’altra spinta
possente.
La sua voce roca e bassa si levò
contro il suo orecchio, infine si accasciò su di lui rilassandosi di
schianto.
Antonio lo tenne a sé,
abbracciandolo. I corpi sudati ed ansimanti, i sensi impazziti e loro
ancora allacciati.
Non dissero nulla, non fecero
nulla. Rimasero così, abbracciati, a capire cosa avevano appena fatto e
a cercare di tornare in loro.