EPILOGO:
GIUSTO COSI'

“'Guaio' è il tuo secondo nome
ma alla fine non sei così male
c'è qualcuno che può dirmi se è sbagliato che io sia così pazzo di te “

- Mad about you – Hooverphonic -


Mac stava compilando mentalmente le scuse migliori da rifilare loro per togliersi da quella situazione, quando Danny e Don semplicemente, senza dire nulla, iniziarono a baciarsi davanti al suo viso.
Cioè a due centimetri da lui.
In un certo senso lo incatenavano al divano, non potendo alzarsi perchè loro due, uno di qua ed uno di là, erano incollati davanti a lui.
Mac pensò che fosse un sistema poco efficace per convincerlo.
Passivo, si disse. Del resto probabilmente si erano detti che con lui un sistema più attivo non avrebbe funzionato, quindi la scelta era ricaduta su qualcosa di meno invadente.
Non che potesse lamentarsi, ma Mac era graniticamente sicuro che non avrebbe mai ceduto. Non se la sentiva.
Vide inevitabilmente le loro lingue giocare insieme, intrecciarsi all'interno delle loro bocche aperte ed unite. Muovevano le teste in modo da stare meglio e Mac doveva ammettere che avevano un'ottima tecnica di bacio.
Del resto lo sapeva che baciavano bene.
Vedendoli così presi, gli venne un'imprevista voglia di baciarsi con loro, ma pensò che probabilmente prima o poi l'avrebbero coinvolto. Dopo quel bacio uno dei due avrebbe cercato lui e poi l'avrebbe cercato l'altro, chiaramente... pensare a quelle cose era ancora un po' disturbante, ma mano a mano che i due continuavano a baciarsi in quel modo davanti a lui, il disturbo si spostava in merito al fatto che non lo stavano coinvolgendo e lui... dannazione, ora lui ne aveva voglia.
In realtà era eccitatissimo, aveva voglia di fare l'amore con loro, ma era spaventato dall'idea di farlo insieme.
Però ne aveva voglia.
Aveva voglia della bocca di uno e dell'altro, del loro corpo, di perdersi su di loro ed in loro.
Era da molto che non se lo concedevano ed ora che le cose si erano completamente sistemate, non aveva altro a cui pensare che ossessionarsi con questo.
Fu così, vedendo che i due non volevano saperne di staccarsi per coinvolgerlo, che Mac prima di rifletterci, ipnotizzato dalle loro lingue ora fuori dalle bocche che non si univano più, annullò quella breve distanza che rimaneva.
Si era sempre chiesto se fosse possibile un bacio a tre.
Ci aveva un po' fantasticato, era umano e loro due erano il suo sogno erotico.
Una volta che si avvicinò il resto scattò da sé, fu tutto molto più facile di quanto immaginato.
Le cose andarono da sole.
Don e Danny, che non aspettavano altro che quella piccola richiesta, lo coinvolsero e smettendo di occuparsi di loro, si occuparono di lui.
Spostarono le lingue fino all'angolo della sua bocca, uno per parte, lo stuzzicarono con le punte fino a che Mac l'aprì e tirò fuori la sua, inevitabile voglia di provare. Inevitabile istinto di unirsi a loro, perchè in realtà era proprio questo che voleva fare.
Per un momento, un solo momento, appena li sentì, si chiese cosa stesse facendo. Ma fu un momento, perchè il secondo dopo stava sperimentando il senso più profondo del termine 'trasporto'.
Le mani dei due corsero veloci e sincrone fra le sue gambe e la reazione di Mac fu del tutto istintiva. Aprì per farli accomodare. Don e Danny coi palmi aperti scivolarono sulle cosce per poi delineare insieme la sua erezione attraverso i vestiti. In poco tutti e tre, ma soprattutto Mac, li sentirono di troppo.
Danny scivolò con la lingua sul suo viso percorrendolo fino ad arrivare all'orecchio e a stuzzicarlo, Mac sospirò nella bocca di Don, mentre prendevano a baciarsi con più impeto.
Lo stavano facendo, si disse Danny. Ci stavano riuscendo.
Mac lo voleva fare più di quel che era stato disposto ad ammettere e lui l'aveva saputo dall'inizio, per questo aveva insistito tanto, sapeva che appena provato, ci sarebbe subito stato.
Don continuò ad occuparsi della sua bocca e a baciarlo mentre Danny scese a succhiargli il collo. Lasciò l'inguine a Don mentre lui andò a slacciargli la camicia.
Mac era appoggiato allo schienale del divano e si lasciava completamente fare mentre le sue mani erano abbandonate ai lati.
Farsi fare era un conto, fare lui era diverso.
Danny gli tolse la camicia facendogliela scivolare lungo le braccia, Mac collaborò per non ritrovarsi legato nei movimenti e Don, smesso di baciarlo, gli aprì i pantaloni per infilare la mano dentro e continuare nel suo lavoro, dopo di che approdò sul suo collo, dall'altra parte.
I due, sempre sincroni, nemmeno si fossero messi d'accordo, continuarono a scendere assaporando il corpo di Mac con fame, passarono ai capezzoli che succhiarono per poi arrivare lenti e graduali ma decisi alla sua erezione, fra le mani di entrambi.
Mac non avrebbe certo immaginato di arrivare a fare quelle cose, ma forse dopotutto ci aveva sperato che prendessero l'iniziativa obbligandolo.
Se gli avessero permesso di scegliere avrebbe di sicuro detto sempre di no, ma così era diverso.
Così non glielo stavano chiedendo, gli stavano direttamente dimostrando che era bellissimo.
Bellissime le loro bocche sul proprio corpo, sul proprio membro, le lingue che si intrecciavano insieme, incontrandosi sulla punta, che giocavano fra di loro e con lui,
bellissimo il sentirli salire e scendere e stringere lateralmente ed il prendere di uno la parte superiore e dell'altro quella inferiore.
Fu bellissimo, innegabilmente, fisicamente, mentalmente bellissimo.
Mac non si rese nemmeno conto di spostare le mani sulle loro teste e guidarli sul proprio inguine, non si rese conto di gemere. Non si rese conto di nulla. I sensi amplificati, gli ormoni in circolo, un'enorme eccitazione in ogni particella e quel volere di più, quel bisogno di averne. Di entrare. Di entrare in uno dei due o in entrambi, di averli, prenderli e sentirli.
Mac si accese come la miccia di una dinamite difettosa. Dopo aver faticato a prendere fuoco, esplose come da copione.
Sentendosi vicino all'apice e non potendolo raggiungere per quel bisogno fisico di essere inglobato in loro, li allontanò prendendo la maglia di uno e togliendola. L'altro lo fece da sé alzandosi in piedi e mentre Mac apriva i pantaloni di Don, Danny in piedi davanti a loro se li era a sua volta già tolto e gli si porgeva in un chiaro messaggio che colsero immediatamente.
La mano di Mac si perse prima di arrivare al membro di Don, perchè lo sguardo venne catturato da quello che Danny gli stava dando. Anzi, dalla sua gamba, in realtà.
Non gli aveva ancora visto la cicatrice dell'operazione.
I segni di Shane sarebbero rimasti per sempre e per un momento le cose si fermarono, si fermarono così, con gli occhi di Mac su quel brutto segno in rilievo e sensibile e con Don che cercava di capire cosa fosse successo, perchè si fosse fermato.
Quando vide, Danny imprecò. Imprecò perchè Mac alzò la mano e gliela toccò con le dita, delicato, convinto gli facesse male.
- Fa male? - Chiese premuroso. Danny scosse il capo contraendo il viso in una smorfia di fatica.
- È sensibile... - Don sapeva bene cosa intendeva, perchè anche lui aveva una brutta cicatrice sull'addome che gli era rimasta sensibilissima ai primi tempi, tutt'ora lo era, ma appena fatta era il delirio e fu lui a far capire a Mac cosa intendeva, infatti gli scostò la mano e la percorse con la lingua.
Danny gettò la testa all'indietro aprendo la bocca, sospirò eccitato e Mac capì iniziando a toccarsi da solo, trovando quella scena estremamente bollente.
Non gli stava leccando altro che una cicatrice sulla coscia, ma la reazione di Danny e le posizioni, uno seduto sul divano e l'altro in piedi... non sapeva cosa di loro due e di quel che stavano facendo, ma lo mandarono presto in delirio e dovette forzarsi a non girare Danny per entrargli subito dentro.
Si limitò a prendergli il membro duro che si stava strofinando. Don continuò a stuzzicargli la cicatrice mentre lui si impegnò sull'inguine e Danny gemette ancor più forte, Don risalì ed aiutò Mac facendo la stessa cosa. Danny stava per venire, il suo sogno erotico di non sapeva bene quanti mesi lo stava vivendo e non poteva desiderare altro.
Sentendosi vicino all'orgasmo, li avvertì e Don lo allontanò alzandosi, finì di togliersi i vestiti che gli rimanevano. Poco dopo Danny era in mezzo ai due a prenderlo in bocca da Don e da dietro da Mac.
Ancora più naturale delle sue idee notturne, si disse mentre elettrizzato e sconvolto si muoveva sincrono in lui. Don aveva lo stesso ritmo nel muoversi nella sua bocca e Danny stringeva di riflesso, in reazione al membro di Mac dentro di sé.
Il piacere arrivò veloce per entrambi che prolungarono il momento separandosi e cambiando le posizioni nei momenti in cui sentivano di essere vicini agli orgasmi. Rallentando l'apice, prolungandolo, tenendolo per tutti sul filo dell'impossibile per poi tornare uno nell'altro, in diverse posizioni, dandosi sempre piacere, per soddisfarsi ancora e ancora prima di porre fine a quell'immenso ed incredibile momento erotico estremamente sensuale.
Era come arrivare alla follia e fermarsi un istante prima di tuffarsi. Per continuare a salire ancora e ancora.
Come se non ci fosse mai una fine, come se il piacere fosse eterno.
Fino a che non ce la fecero più a continuare e dovettero arrendersi a degli orgasmi ravvicinati che colpirono come un domino tutti e tre.
Impossibili da trattenere oltre, tesi, eccitati, ansimati e sudati, intrecciati, stretti, elettrizzati.
I sensi annebbiati, i cuori furiosi, i fiati corti, i nervi tesi.
Si lasciarono cadere fuori uno dall'altro, ancora intrecciati insieme, incastrati sul divano. Si baciarono sfiniti e rimasero immobili, poco dopo andarono sul letto. Danny mugolò di piacere per potersi stendere e sospirò ancora quando i due si stesero con lui, abbracciandolo per starci entrambi.
Lasciarono che il silenzio li cullasse per un po', come le coperte che li ricoprirono dopo essersi messi comodi.
Lenti i pensieri tornarono a scorrere come il sangue che si calmava ed i respiri che si quietavano.
Pensieri soddisfatti, contenti, stupiti.
Stupiti di quanto bello fosse stato, di quanto facile, naturale e giusto da un certo punto di vista.
L'averci pensato con ossessione, l'averlo atteso da molto e l'essere riuscito ad averlo, l'aveva reso molto più frenetico ed eccitante del previsto.
Le volte successive non sarebbero state come la prima, niente era come la prima volta. Diversa per il livello di tensione che c'era tutt'intorno e per l'enorme aspettativa.
Le altre volte sarebbero state migliori, normali, calme, dolci... diverse... eppure questa prima sarebbe rimasta sempre quella che avrebbero ricordato di più.
La paura nell'arrivare a quel punto, la paura di star correndo troppo, di essere nell'universo sbagliato, di esagerare davvero.
E poi la calma e la serenità nel capire quanto giusto e perfetto fosse stato, capire che non avrebbero potuto farne a meno ancora.
- Sei pentito? - Chiese Don sapendo la risposta di Mac. Mac sorrise mentre con la mano cercava la sua da sopra il petto di Danny, dove entrambe poggiavano, sistemati su un fianco e rivolti verso di lui, nel mezzo, supino.
- Lo sai che non lo sono. - E Don lo sapeva davvero.
Lui e Danny fecero il medesimo sogghigno soddisfatto e Mac scosse la testa.
- Siete stati la miglior scommessa che avrei potuto fare... - Ammise poi mentre i due si gonfiavano di felicità guardandosi complici. Don posò la fronte a quella di Danny per poi andargli sopra e baciare Mac in un segno che espresse anche a voce, con quella dolcezza che fra i tre era quello più in grado di tirare fuori.
- Grazie di esserti fidato. -
- Non avrei potuto fare altro. - Disse mentre baciava anche Danny per mettersi giù a dormire un po'. Don chiuse la luce da sopra il letto e il buio li accolse placido ed intimo.
Poco dopo, nel silenzio della notte appena giunta, solo la voce di Danny si levò per concludere quella che per lui era stata l'impresa di una vita.
- Io comunque lo sapevo dall'inizio! Non c'era altra conclusione! - E le risa degli altri due accompagnarono quell'uscita così alla Danny che, se non l'avesse detta, si sarebbero preoccupati.
Dopotutto se una cosa era giusta, per quanto strana fosse, era inevitabile che si verificasse.
E loro erano estremamente giusti così, insieme.

FINE