CAPITOLO XXV:
UNA VOLTA PER TUTTE
“ Per cominciare lascia che mi scusi
Lascia che mi scusi per ciò che ho detto
Ma cercare di essere sincero era più difficile di quanto sembrasse
Ma in qualche modo ci sono rimasto incastrato in mezzo “
- In between – Linkin Park -
Mac e le sue mani non intendevano
staccarsi da Danny, ora il punto dolente era passato di gran lunga, non
c'era più alcun massaggio in corso, era solo un assorbimento di gel
balsamico.
Peccato che anche quello, ormai, si fosse quasi del tutto assorbito.
Mac non sapeva come uscirne, come
controllarsi. Passava ogni minuto della propria esistenza a
controllarsi ed ora non ci riusciva.
Danny non si muoveva, non respirava, non sembrava intenzionato a farlo smettere.
Probabilmente gli piaceva, Mac se ne rendeva conto. Almeno quanto stava piacendo a lui.
Forse anche di più.
“Finirà male.”
Si ripeté pensando che stava con
Don. Non era più un deterrente, colpa del suo strano discorso sulla
dinamica a tre che c'era fra di loro.
Il saperlo e l'andargli bene, non l'aiutava ora a fermarsi.
Voleva continuare anche in altre
zone e per sempre, ma per qualche miracolo ritrovò un minimo di
coscienza e riuscì a staccare le mani dalla sua pelle.
Le lasciò sospese mentre chiudeva gli occhi facendo un sospiro silenzioso.
- Va meglio? - chiese fingendo che non fosse mai successo altro.
Non vide Danny pulirsi le due dita usate per togliersi il gel dalla fessura.
Lo sentì muoversi, ma pensò che stesse provando a vedere se il dolore era sopportabile.
Teneva gli occhi chiusi, cercava di
controllarsi, di tornare il solito Mac normale, ma gli risultava
difficile con la sensazione dei suoi glutei fra le mani ancora a
mezz'aria.
Era profondamente scosso e turbato
da quello che stava provando e si riversava nella propria eccitazione
che, se si fosse alzato in piedi ora, si sarebbe vista molto bene.
Per cui non intendeva muoversi e
aprire gli occhi, terrorizzato dal vedere Danny nudo, terrorizzato dal
sapere cosa sarebbe potuto succedere.
E non vide che comunque sarebbe successo ugualmente.
La bocca di Danny si posò sulla sua e fu come se ci fosse un'esplosione improvvisa, un tuono potente.
Mac spalancò gli occhi e si ritirò spingendolo, le mani sul suo petto ancora nudo.
- Danny che fai? - Ma Danny stava
seduto davanti a lui con le gambe piegate di lato ed una mano
appoggiata dall’altra. Quella libera, invece, sul suo inguine.
Danny era del tutto nudo e a quanto pareva stava bene.
Smise di toccarsi e vide che Danny stava anche troppo bene.
Con espressione accusatoria e maliziosa insieme, disse:
- Prenditi le tue responsabilità.
Questa è di certo colpa tua! - Danny aveva una bella erezione pari
forse solo alla propria e Mac in piena difficoltà, guardandolo, capì
che la sensazione di prima era come sempre sensata e legittima.
Non sarebbero più potuti tornare
indietro e mentre pensava che non andasse bene per qualche regola
morale e cose del genere, non respinse le labbra di Danny che tornarono
a carezzare le proprie lento ed erotico.
La mano sulla sua guancia.
Schiusero la bocca, infilò la lingua
nella sua e dopo un po' di titubanza, mentre chiudeva lento gli occhi
di nuovo, si trovò a rispondere al bacio.
Quando lo trovò, quando sentì il suo sapore, fu la fine di quella piccola ultima resistenza.
L'ultima rimasta.
Amava Danny ed era attratto da lui.
E stessa cosa provava per Don.
E probabilmente anche fra Don e Danny era uguale.
E da qui non se ne usciva.
Sapeva che non andava bene, ma sapeva che Danny non si sarebbe fermato ed alla fine nemmeno lui voleva fermarsi.
Anche se ci provò lo stesso tornando a spingerlo debolmente.
- Sto con Don, ci stiamo
riprovando... - Danny scivolò sulla sua guancia e con la lingua trovò
l'orecchio che stuzzicò e delineò facendolo rabbrividire. Sempre lì lui
gli rispose sussurrando.
- Questo non toglie quello che proviamo uno per l'altro. -
Mac piegò la testa cercando di rendergli la vita difficile, Danny scese sul collo mentre con le mani gli slacciava la camicia.
- Ma non è corretto lo stesso. -
- Donny sa cosa proviamo noi due ed
ha accettato di tornare con te nonostante tutto. - Danny aveva ragione,
erano state le stesse parole di Don.
- Vi siete parlati? - Chiese mentre
la nebbia saliva appannandolo dal piacere. La sua bocca, la sua lingua
sempre più giù, sul suo petto, sui suoi capezzoli.
- Sì e sappiamo cosa proviamo uno
per l'altro. Tutti e tre. Il fatto che sia anomalo e sbagliato per la
società non significa che sia immaginario! - Mac scosse il capo, per
loro era più facile accettare la sovversione delle regole. Anzi, erano
felici nell'andarci contro.
Mac cercava disperatamente di
pensare e ragionare, le mani ora sulle sue spalle, poi sul suo collo,
poi sulla sua nuca mentre scendeva sul petto sempre più, con le dita
che ora gli aprivano i pantaloni e lo toccavano sotto, sull'inguine.
Il contatto diretto mandò in estasi
Mac che cercava di parlare con coerenza, ma la testa gettata
all'indietro, gli occhi chiusi, il volto abbandonato al piacere della
sua lingua e delle sue mani addosso.
- Ma non va bene comunque... - Non sapeva argomentare, non ci riusciva.
- Provi qualcosa per me? - Chiese a bruciapelo Danny, proprio come aveva fatto Don.
Mac in difficoltà rispose nella più totale sincerità.
- Credo di amarti... - Sotto pieno flusso ormonale, non poteva certo mentire, non riusciva a ragionare proprio.
- Vuoi fare sesso con me? - Chiese poi mentre la bocca girava intorno alla sua erezione ormai del tutto fuori.
Mac stava morendo e indirizzandogli la testa sul proprio membro eccitato, sibilò arrendendosi.
- Dio, sì... - Danny ebbe la sua
vittoria e la celebrò avvolgendolo del tutto con le labbra e
leccandolo, iniziò a muoversi e succhiarlo mentre Mac l'accompagnava
gemendo, ormai l'ultima resistenza era crollata, non sarebbe tornato
indietro e forse si sarebbe pentito di tutto, una volta tornato lucido,
ma aver desiderato troppo e per troppo tempo tutto quello, giocò contro
di lui.
Se si fosse soddisfatto in qualche modo invece di frenarsi e reprimersi, sarebbe riuscito a gestirsi meglio ora.
Danny si alzò prima di farlo venire
e si stese di schiena alzandosi le gambe, se le tenne piegate contro il
petto e lo guardò attendendo.
- Mac ti prego... - Mac cercava di
tornare in sé, ma senza l'orgasmo soddisfatto era ancora più difficile
pensare. Alla fine comunque era tardi per tornare indietro e fermarsi.
Quanto fatto era comunque grave e decise di andare fino in fondo.
Almeno avrebbe avuto una notte.
Si alzò togliendosi del tutto i
vestiti di dosso e l'istante dopo, senza girarci più intorno, andò
subito al sodo come necessitavano entrambi. Una sola cosa, solo una.
Mac si sistemò su Danny, si
indirizzò in lui e si prese le sue gambe in mano, poi si premette su di
lui e si appoggiò al letto, raggiunse il suo viso e prima di affondare,
lo baciò.
Il secondo dopo spinse fluido e
deciso, Danny alzò le braccia alte sulla testa, si prese alla testiera
e si tese inarcandosi. Il dolore fu più forte per via delle condizioni
del suo coccige sistemato appena. Ma il desiderio era tale da
impedirgli di fermarsi, l'accolse comunque e fra il dolore che
picchiava nella schiena, il piacere si fece largo.
Stava di nuovo facendo l'amore con Mac, era lui ora dentro di sé.
Erano di nuovo una cosa sola.
La sua ossessione, il suo pensiero fisso.
Erano insieme e stavano solo facendo quello che avevano voluto da sempre, probabilmente.
Anche per Mac fu lo stesso.
Fu come un'esplosione trattenuta a
lungo e a stento. Il fuoco divampò e lui si fece divorare e bruciare
mentre il piacere ingigantiva. Colpo dopo colpo, sempre più in
profondità, sempre più veloce, il mondo girava intorno a loro,
vorticava, ma non erano capaci di dominarsi, non potevano. Serviva di
più, serviva ancora.
E continuarono senza rallentare,
aumentando, gemendo e chiamandosi fino a che ebbero entrambi il massimo
del piacere. Prima uno, poco dopo l'altro.
Quell'esplosione li investì entrambi e rimase indelebile in loro.
Mentre si accasciavano senza forze,
coi sensi impazziti, insicuri di quel che sentivano fisicamente,
pensarono lucidamente una cosa.
Non sarebbe stata l'ultima, quella.
Alla fine per quanto strano,
sbagliato ed anormale fosse, era così. Era così che stavano le cose. E
si poteva scappare dalla verità, oppure guardarla e accettarla.
Infine si poteva anche rifiutarla e fingere.
Oppure si poteva viverla.
Danny non era mai stato sicuro di qualcosa in vita sua come in quel momento.
Mac fu il primo a riprendersi e con Danny beatamente steso sopra, si coprì il viso con la mano strofinandosi gli occhi.
Dopo l'orgasmo più incredibile della
sua vita, si ritrovò sbalzato nella realtà e nella razionalità tutto
d'un colpo e fu drammatico a dir poco sopravvivere alla consapevolezza
di quel che aveva fatto.
Non riusciva minimamente a capire come aveva potuto cedere così ai propri bassi istinti la notte dopo essere tornato con Don.
- Danny, dobbiamo parlare. - Danny
fece finta di meravigliarsi mentre nella più beata pace dei sensi
voleva continuare a crogiolarsi in quella serenità psicofisica
meravigliosa.
- Mmm... - Fu tutto quel che disse.
- Danny... - Ma in risposta Danny rotolò via dal suo petto e girandosi di schiena si accoccolò continuando il suo ormai sonno.
Mac sospirò scontento.
“Non va bene così!” Ed ormai
sembrava diventato il suo motto, ma quello era troppo, non avrebbe
continuato in quel modo facendo finta di nulla.
Così Mac giratosi a sua volta dall'altra parte, prese dai propri pantaloni a terra il telefono e scrisse a Don.
'Domani mattina alle sette da Danny, è urgente!'
Si chiese cosa pensasse del fatto
che la sera dopo essere tornati insieme Mac fosse sparito e si chiese
anche cosa pensasse ora con quel messaggio. Non era presto, ma nemmeno
troppo tardi. Sicuramente lo stava leggendo, ma vedendo che non
rispondeva, rimase a pensare fino allo sfinimento mentale a seguito del
quale si addormentò contro la propria volontà.
Non sarebbe stato da lui tacere una
cosa simile e nemmeno protrarla avanti a lungo senza prenderla nelle
proprie mani e provare a gestirla.
Il mattino seguente arrivò con il
campanello che suonava ed un Mac pronto per accogliere Don. Danny
ancora ampiamente nel mondo dei sogni, non si accorse di nulla e quando
Don guardò accigliato Mac per il fatto che fosse lui ad aprire a
quell'ora, l'altro indicò la camera da letto su cui si intravedeva la
sagoma sotto le coperte che ronfava di grosso.
Don vedendo la scena capì cosa era
successo e capì che anche Danny aveva avuto successo con la sua parte
di piano e che ora iniziava la pericolosa fase tre.
“Sì ma adesso quello dorme e non capisce un cazzo e dovrò gestirla io da solo!”
Pensava imprecando mentre entrava consegnando il caffè a Mac e metteva giù quello di Danny.
- Che è successo? - In realtà Mac
era vestito e sarebbe potuto sembrare anche altro. Ma Mac era molto
serio e sull'orlo di una delle sue sfuriate gelide.
- Dobbiamo parlare. -
- A quest'ora? -
- Sì a quest'ora e prima che lo
chieda dobbiamo farlo insieme! - Rispose secco Mac prendendo il
bicchiere di caffè e dirigendosi in camera da Danny. Don rimase sullo
stipite della porta a guardare la scena, le braccia incrociate sul
petto.
“Non arriveremo a nulla, ne sono certo!”
Don era negativo in quanto conosceva meglio Mac ed era più realista di lui.
Quando Mac scosse Danny e questi
aprì gli occhi assonnati, gli porse il bicchiere da cui proveniva un
eccellente profumo di caffeina e questo fece aggrottare la fronte di
Danny che faticava a riprendersi.
- Mac, il mio turno inizia dopo,
potevi andare senza salutarmi... - Non era un gran romanticone e lo
sapevano tutti. Don fece un sorrisino mentre Mac sospirò spazientito,
cosa rara visto che di solito era sempre l'ultimo a perderla.
- Danny, svegliati per cortesia. Dobbiamo parlare. - Disse calmo, ma laconico.
Danny strinse gli occhi e si mise a
pancia in giù strofinandosi il viso coi palmi. Nel movimento sentì
ancora delle fitte al coccige e si lamentò.
- Forse non è stata una grande idea
fare sesso dopo il massaggio, ero ancora dolorante... credo me ne
servirà un altro o non riuscirò a muovere il culo a lavoro... - Mac
alzò gli occhi al cielo. Far sapere a Don i dettagli di quanto successo
in quel modo non era il massimo, infatti lo guardò per vedere la sua
reazione che consistette nello spalancare gli occhi incredulo.
“I massaggi al culo? Seriamente
Danny? E Mac ci è cascato?” Ma i lamenti nell'alzarsi a sedere gli
fecero capire che aveva avuto davvero male. “Non so se abbia fortuna o
se sia scaltro a cogliere gli attimi perfetti... penso tutti e due!”
Concluse poi facendo un'aria tirata che poteva significare tutto e
niente. Fu così che lui ed i suoi occhi azzurri voltarono loro le
spalle per andare a sedersi nel divano del salotto, in attesa che i due
arrivassero.
Mac per la prima volta non fu sicuro della sua reazione un po' anomala.
“Se erano d'accordo giuro che li uccido.”
- Danny, o ti alzi o ti sveglio con
una secchiata di acqua gelida. - Danny si decise ad alzarsi sul serio
allargando le braccia polemico e lamentoso.
- Eccomi sono in piedi, che c... -
Ma girandosi lo vide da solo, che c'era. Intravide Don nel suo divano e
capì che la sensazione che Mac sapesse tutto era probabilmente fondata.
“O forse vuole parlare subito di quanto successo perchè è un uomo giusto ed integro... anche questo sarebbe da lui!”
Danny decise che avrebbe improvvisato e seguendo Mac in salotto col caffè in mano, mormorò con la sua perenne faccia tosta.
- Ehi, come va? - Una di quelle cose che si poteva dire incontrando un amico in una situazione normale. Non certo quella.
Mac, stufo di quella situazione,
prese le cose nelle sue mani e a braccia incrociate al petto si
appoggiò al biliardo che era in una posizione ideale per guardare
entrambi. Danny si sedette sul bracciolo dello stesso divano su cui
stava Don, i due non osavano guardarsi in viso e Mac non era tanto
meglio da osservare.
- Dobbiamo parlare e questa volta
sul serio. - Fece Mac iniziando per primo con un'apparente calma.
Dentro di sé non sapeva bene come affrontare la situazione, non era
certo di quello che era successo.
Don e Danny non dissero nulla non
sapendo di fatto cosa fosse il caso di dire, come Mac la volesse
affrontare, cosa di preciso albergasse nella sua mente misteriosa.
Mac a quel punto inarcò le
sopracciglia come un padre severo che sgrida i suoi figli. Peccato che
il rapporto fra loro era decisamente diverso da quello.
- Non avete nulla da dire? -
Ok, si dissero. Mac aveva mangiato davvero la foglia.
Adesso non si poteva far altro che
parlare a viso aperto. Don e Danny si guardarono e mentre Don pensava
ad un modo per sistemare quel gran casino, Danny parlò senza nemmeno
rifletterci.
- E' stata la notte più bella della
mia vita! - Don, in seria difficoltà con le parole giuste da dire, si
coprì il viso con una mano scuotendo il capo con un profondo sospiro
sconsolato. Mac fece la sua espressione da 'mi prendi in giro?' e Danny
proseguì convinto allargando le braccia. - Che c'è? Sono sincero! A
questo punto cosa serve cercare di indorare la pillola? Vuoi sincerità?
Sono sincero! -
- Come sempre! - Esclamarono Don e Mac insieme allo stesso modo che aveva del comico, dopotutto.
- E' stata una notte bellissima! - ripeté imperterrito Danny.
Don stava ancora cercando di parlare quando fu di nuovo preceduto da Mac:
- Non è questo il punto, Danny! - Rispose secco e calmo insieme Mac.
- Sì invece! A te è piaciuto? - Danny non mollava l'osso e Don pensò che se quello era il suo piano, era un piano assurdo.
- Ripeto. Non è quello il punto! - Mac era perentorio e con le idee ferme, proprio come Danny.
- Sì invece, è proprio questo! È
stato bello, è stato bellissimo! E non lo puoi negare! - Mac per farlo
smettere decise di farlo contento.
- Sì, è stato bellissimo, ma ci sono miliardi di altri fattori intorno a questo. -
Danny si alzò sempre sbracciando e con le mani aperte in un 'alt' deciso, continuò come il treno che era:
- Bene. Ti è piaciuto l'altra notte
con Donny? - Chiese ancora. Mac sospirò cercando di calmarsi, mentre
capiva dove voleva andare a parare Danny.
- Sì, ma... - E Danny batté le mani.
- Bene, anche a me e a lui piace tutte le volte che succede! -
Mac si strofinò le dita sulla fronte
guardando in basso per riprendere il controllo che faticava a tenere e
sempre indulgente cercò di inserirsi.
- Non è così semplice... - Danny
mosse un passo in avanti sempre coi suoi movimenti decisi. Considerando
che si era solo messo i boxer e che era per il resto nudo, riuscire a
parlare seriamente con lui era anche una conquista.
- Sì che lo è! È semplice! Noi tre
ci piacciamo alla stessa maniera che non è come si piacciono degli
amici! C'è attrazione sessuale, fisica e c'è anche amore! Non affetto,
amore! - Mac non poteva credere che fosse davvero disposto a vivere una
relazione simile e scuotendo il capo portò le mani in avanti senza
staccarsi dal biliardo per cercare di rimanere calmo lui stesso.
- Danny, non puoi essere serio! -
“Che domande... “ Pensò Don mentre Danny rispondeva convintissimo senza capire perchè non potesse esserlo.
- Certo che lo sono, che dici?! -
- Don, ti prego, spiegagli perchè
sta uscendo dal seminato. - Mac chiamò disperato in causa un Don ancora
seduto che non era riuscito ad inserirsi e pentendosi amaramente di
esistere, si sentì guardare da due paia d'occhi che si aspettavano da
lui lo stesso sostegno.
- Sì Don! Dì quel che pensi! - Fece
Danny accusatorio, implicando che se non l'avesse spalleggiato proprio
ora l'avrebbe smembrato facendo evaporare i resti del suo corpo.
Don sperò di stare facendo un
incubo, ma quando fu esortato a parlare capì che quella volta toccava
davvero a lui ed in base a quel che avrebbe detto, le cose fra loro
sarebbero cambiate definitivamente. In un modo o nell'altro.