CAPITOLO XXIX:
LA TENSIONE SI ALZA

“Chissà per quanto tempo
Sono stato sveglio ora?
Le ombre sul mio muro non dormono
Continuano a chiamarmi
Chiamano con un cenno ...
Chi sa che cosa è giusto?
Le linee diventano sempre più sottili
La mia età non mi ha mai reso saggio
Ma io continuo a spingere su e su e su e su “

- Nothing left to say – Imagine dragons -

Don andò al lavoro con la testa al bacio a Mac e alla notte passata con Danny e si rese conto di quanto semplice e bello fosse, il pensarci tanto l'aveva reso più difficile di quanto in realtà non lo fosse.
Ragionare per schemi mentali prestabiliti era normale, non si poteva certo pensare che non lo fosse, però una volta che ci si liberava di essi si poteva constatare che quell'essere fuori dagli schemi era molto più facile del dovuto.
Per quello avrebbe fatto di tutto per prendere Shane. Per proteggere quanto conquistato con fatica. Quella completezza non l'aveva mai sperimentata, ma ora non se ne sarebbe più  liberato.

Mac andò a svegliare Danny vedendo che non dava cenni di vita, entrato in camera aprì la luce del comodino e lo scosse sulla spalla, la sua voce bassa e carezzevole.
Danny ci mise un paio di secondi a capire che non era nel suo sogno, quando aprì mezzo occhio e lo vide lì sul serio, sorrise con mezza bocca ancora confuso sul motivo per cui si fosse addormentato con Don e si fosse svegliato con Mac.
- Ho saltato il pezzo in cui ti arrendevi all'evidenza! - Disse con voce roca e l'umore che usciva subito splendido come di rado capitava.
Mac non poté che sorridere alla sua sfacciataggine solita e si raddrizzò fingendo una compostezza che in quel momento latitava.
- Non hai saltato nulla. Don è andato a lavoro. Non voleva svegliarti. - Danny fece un sorriso più dolce pensando a quell'attenzione di Don e sospirò guardando l'altra parte del letto, disfatta e vuota.
- Starà bene, non sarà mai davvero solo. - Lo precedette Mac capendo a cosa stava già pensando.
- Vorrei essere comunque con lui. - Mac sorrise intenerito dal modo in cui pensavano sempre uno all'altro e si chiese se in realtà fossero loro due quelli davvero legati e lui ad un altro livello.
Cercando di mascherare quest'idea, si avviò verso l'uscita della camera usando un tono ironico.
- Ed invece sei qua con me, dovrai accontentarti! - Danny, sorpreso della stoccata che, anche se scherzosa, aveva un certo fondo di verità, si alzò di scatto ricordandosi di indossare al volo i boxer per terra, poi lo inseguì in cucina allargando le braccia coi suoi soliti modi.
- Ehi, hai frainteso, sono felice di stare con te, solo che sarebbe perfetto se ci fosse anche lui! E poi sai che è nell'ambito di Shane... - Mac sorrise fra sé e sé, dandogli le spalle mentre gli versava il succo e metteva nel piatto la sua colazione.
- Non devi spiegare nulla. - Mac fece finta di essere freddo e composto come suo solito, ma dentro di sé gli stava piacendo quella conversazione, si stava piano piano abituando all'idea di quel che erano. Qualcosa di assolutamente non convenzionale, ma comunque interessante, piacevole. Bello. Appropriato per loro.
Gli stava piacendo più di quel che aveva immaginato, vivere quella relazione. Non la stava vivendo a tutti gli effetti e quelle convivenze erano del tutto forzate, ma alla fine stava andando sempre meglio e stava capendo che avevano ragione, che era quello il loro mondo.
Un altro mondo rispetto a quello della gente comune, ma non per questo sbagliato ed invivibile.
Doveva solo abituarsi e lo stava facendo più in fretta del previsto.
Poi avrebbe solo dovuto accettarlo.
Forse anche quello prima di quanto immaginato.
- Dai Mac... lo sai come la penso su noi tre... se non fosse per il vero motivo di fondo, sarei felicissimo di essere qua con voi. Cioè lo sono, ma la felicità è rovinata dal pensiero di quello psicopatico a piede libero che probabilmente mi cerca... - Mac a quello si fece serio e si girò.
- Togli il probabilmente! - Danny si mise a ridacchiare vedendola come una specie di vittoria e si avvicinò prendendogli il piatto di mano, lasciandogli in cambio un bacio a stampo sulle labbra. Mac si irrigidì brevemente, aveva ancora il sapore del bacio di Don e farlo così disinvolto con Danny non era facile, ma a suo modo fu bello. Non lo poteva negare.
Sentiva sempre più, mentre viveva tutto quello, che era giusto.
“Eppure è così assurdo!”
Danny andò a sedersi al tavolo ed una volta iniziato a mangiare, la testa gli trasmise altri pensieri. Poco dopo stava parlando ancora di Shane e delle sue possibili mosse, Mac si sedette con lui, pronto per uscire, continuando quella conversazione che non avrebbe comunque portato a nulla di nuovo.
La testa di Shane aveva sempre avuto una caratteristica particolare.
Era imprevedibile!

Dopo i primi giorni Danny divenne matto.
Mac non gli faceva fare nulla al di fuori del laboratorio e se la sua presenza era necessaria altrove, si muoveva rigorosamente con lui.
Questo poteva sembrare il sogno della sua vita, ma la verità era che uno come lui non poteva avere un mastino come Mac alle calcagna ogni secondo!
Don, che tornava a casa ogni sera tardi, nel vedere un Danny sempre in peggior condizioni, che fra l'altro nemmeno provava a portarsi a letto Mac e non aveva voglia di farlo con Don da tanto il suo umore era nero, fremeva per risolvere la situazione. Era alimentato dalle condizioni di Danny ed in generale dalla tensione che c'era in casa loro. Non esattamente il clima ideale immaginato da Don e Danny nell'universo in cui potevano vivere insieme.
Sapevano che finché ci sarebbe stata l'ombra di Shane su di loro, non avrebbero potuto pensare alla loro situazione e viverla serenamente.
Ora era una specie di preludio, ma con la testa di tutti da un'altra parte era impossibile stare lì insieme, sereni a stimolare Mac ad arrendersi pienamente a quello che sarebbe stato il loro futuro.
La sera era tutto molto silenzioso e teso, quasi cupo.

Don faceva sempre tardi, la sera, quindi arrivava che loro già dormivano. Se erano svegli o discutevano o erano in silenzio. La cena era tenuta in caldo, nel caso in cui fossero a letto. Don la mangiava e si buttava nel divano a riposare le ore rimanenti.
Al mattino si incontravano spesso perchè Mac e Danny, che dormivano a letto insieme senza consumare nulla, si svegliavano presto e non era raro che andassero a lavoro con lui.
Una sera di quelle non andò più tanto bene. Per quanto strana fosse l'atmosfera che c'era lì, non avevano mai litigato, quando la tensione si alzava un poco per via del nervosismo di Danny, si mettevano tutti a tacere.
Quella sera ne parlarono, erano passati già diversi giorni e non era normale che Shane non si fosse fatto vivo, con l'intenzione di aiutare Don usando qualche ragionamento, Mac provò a parlarne.
Non giunsero a molte conclusioni se non che Shane stava preparando fisicamente il suo nuovo piano di vendetta e che non si faceva vivo perchè evidentemente era più complicato del previsto.
- Quando deciderà di cominciare con le sue mosse sarà un casino prenderlo! - Per quanto difficile potesse sembrare trovarlo ora che non dava tracce di sé, quando invece ne dava di proposito per giocare con loro era peggio, perchè li faceva diventare tutti matti.
Danny, all'uscita di Don, sbottò battendo le mani esasperato. Infatti era rimasto zitto tutto il tempo ad ascoltare Don e Mac parlarne.
- Se ti facessi aiutare forse avresti buone chance di trovarlo! - Don alzò gli occhi al cielo esasperato allo stesso modo.
- No Danny! - Disse secco alzandosi dal tavolo e togliendosi la camicia per farsi una doccia veloce prima di dormire.
Mac rimase al tavolo mentre Danny si alzava in picchiata, allargando le braccia teatrale.
- E perchè no? -
- Ho tutto l'aiuto che mi serve! - Rispose sempre secco, mentre si toglieva la cintura sfilandosela.
- Ma tu hai me, Shane cerca me! Devi usarmi per prenderlo prima! - Appena lo disse Don lo puntò col dito lasciando libera di nuovo la furia trattenuta in quei giorni.
- Ho detto no! Non farai da esca! Non te lo farò mai fare, fattene una ragione! - Mac si alzò a sua volta dovendo dire la sua, ma Danny parlò subito come un treno, senza lasciargli tempo di aprire bocca.
- Andiamo, è la cosa più veloce e soprattutto l'unica! È l'unica, lo sai! Non si farà prendere se non vuole e a quanto pare non vuole, ma se mi usi come esca verrà allo scoperto! - Don sentì l'impulso di prenderlo a pugni, ma si trattenne e guardando Mac indicò Danny concitato.
- Per favore, digli che è idiota e che se lo scorda di fare da esca! -
Mac a quel punto si accodò calmo ma deciso:
- Te lo scordi di fare da esca. - Don allargò le braccia alzando la testa lodando il cielo, per poi, sulla domanda enfatica di Danny sul 'perchè no?', andare in bagno sbattendosi la porta dietro.
Danny e Mac discussero a loro volta, ma con Mac c'era poca discussione.
Ovviamente vinse lui che dovette usare la carta del capo:
- In quanto tuo superiore ti vieto di farlo, fine della discussione! - Poco gradito da Danny che a sua volta provò con la carta del quasi fidanzato:
- Qua dentro non siamo capo e dipendente! - Mac però riuscì a rigirarsi abilmente anche questo ed andandogli avanti, fissandolo col suo sguardo intenso, mormorò glaciale:
- Appunto perchè non siamo capo e dipendente dovresti ascoltare quando ti dico di no. - Danny non poté ribattere perchè si era scavato la fossa da solo e ingoiandosi una parolaccia, si girò brontolando per poi sparire in camera, che comunque condivideva con Mac.
Questi rimase in salotto a riordinare e quando Don uscì tirò un sospiro nel constatare che Danny era in camera. Mac fece un sorrisino di comprensione e stanco quanto lui, passandogli vicino, gli strinse la spalla con una mano.
- So che lo prenderai. Non farti mettere pressione. Lavorare con la pressione porta a mosse avventate. Mi raccomando. - Don si ammorbidì e sorrise a sua volta grato. Era bello come si prendeva cura di lui, come si preoccupava. Quello era la benzina che lo faceva andare avanti.
E quel testone che non voleva farsi proteggere!
Il giorno dopo, di sera, proprio mentre Don stava andando a casa con l'ennesima giornata fallimentare, ricevette una segnalazione da un suo collega fuori servizio su un avvistamento casuale di Shane.
Corso lì in picchiata, rischiò l'osso del collo pur di prenderlo improvvisandosi una specie di Tarzan urbano, ma con la motivazione che si ritrovava era stato disposto a scalare anche grattacieli a mani nude, pur di prenderlo e porre fine a quell'incubo.
E l'incubo fu concluso da lui, quando atterrò letteralmente sulla schiena di Shane.
Eppure la sensazione che nonostante tutto era stato troppo facile prenderlo, gli rimase a sporcargli quella soddisfazione.
Perché ormai lui sapeva che con Shane non era mai finita.

Mac buttò la porzione di cena che Danny aveva lasciato, troppo arrabbiato con Don per mangiare.
Non aveva insistito sapendo che non poteva pretendere molto da Danny e già ora aveva preteso abbastanza. Chiedergli di stare in parte non era una cosa da poco.
La casa vuota, Danny chiuso in camera a far finta di dormire, rivolto verso il muro proprio come un fidanzato furioso.
Mac si sentiva già parte di quel terzetto d'amore, per così chiamarlo.
Se non avessero avuto Shane a cui pensare, sarebbero progrediti ancora di più ma per il momento era tutto in bilico.
Finito di riordinare, andò in camera ed iniziò a cambiarsi per la notte. Movimenti lenti e silenziosi, sguardo concentrato sulla schiena di Danny che ancora non respirava regolarmente, indice che non dormiva.
Mac sospirò, ma rimase zitto, si era appena messo i pantaloni del pigiama e rimasto in canottiera intima, che il telefono suonò. Mac se lo portava sempre dietro e lo prese immediatamente, al contempo Danny scattò sedendosi sul letto e rivolgendosi verso di lui, l'aria tesa ed ansiosa di sapere se era Don. Gli occhi di Mac parlarono confermando che lo era e incatenati a quelli di Danny che fremevano per sapere, rispose:
- Don? -
La sua voce che di norma non tradiva ansia, questa volta rispose mostrandone.
- L'ho preso, Mac. - Lo disse subito, come se avesse fretta e bisogno di renderlo reale dicendolo a lui e dirlo a lui era sempre un renderlo reale.
Mac sospirò di sollievo chiudendo gli occhi e Danny capì scattando in piedi sul materasso per fiondarsi davanti a Mac e rubargli il telefono di mano!
Improvvisamente era di nuovo di buon umore, entusiasta ed il solito Danny. Come se non avesse mai avuto ire funeste da smaltire.
- Ehi Donny, nonostante l'età alla fine ce l'hai fatta, eh? Meglio tardi che mai! Tornando a casa prendi un pacco di birre ed una pizza per festeggiare, ho una fame che non ci vedo! -
Don, che al momento era ancora scosso ed elettrico per avercela finalmente fatta, rimase un po' spaesato dal brusco cambio di voce e soprattutto dal tono completamente diverso dall'ultima volta che ci aveva parlato.
Suo malgrado usò dei buoni riflessi e rispose tornando presto lui:
- Nonostante l'età? Dovevi vedere che acrobazie ho fatto, cose che tu, mio caro di pochi anni meno di me, ti sogneresti! - Al termine acrobazie Danny si preoccupò ma riuscì a nasconderlo bene.
- Per qualche salto che avrai fatto... -
- Qualche salto? Sono passato da una parte all'altra del palazzo appeso ad una spranga di ferro mobile a cui mi sono aggrappato saltando. E sotto di me avevo il vuoto! Messer, tu cammini sulla terra, io sull'acqua! È questa la differenza fra noi! - Danny si mise a ridere e sentendolo anche Don fece altrettanto, mentre Mac scuoteva la testa divertito e felice di sentire ancora i loro soliti battibecchi che gli erano enormemente mancati.
L'amore implicava quella capacità incredibile di voltare subito pagina nonostante le divergenze ed i momenti difficili. Andare oltre senza bisogno di parlarne.
Mac si riprese il telefono sedendosi sul letto.
- Don, ti aspettiamo. -
- Arrivo fra poco, ormai il mio compito è finito. Il rapporto lo faccio domani. -
Stava per mettere giù quando Mac aggiunse con fermezza:
- E... ottimo lavoro. - Don si riprese da tutta la fatica fatta per prendere Shane.
I giochi con Danny e la dolcezza di Mac.
Ora si poteva tornare alla vita e mettere da parte sensazioni negative e pessimiste. Probabilmente, si disse fermandosi a prendere pizza e birra, era l'abitudine che lo faceva stare all'erta. Perché nel suo lavoro aveva visto spesso che non era mai finita. Ma forse il capitolo Shane poteva essersi concluso.
Forse.

Quando arrivò a casa, Danny gli saltò al collo come un tornado, gesto più di preoccupazione che altro. Lui superava le cose così.
Mac prese il cartone della pizza gigante e le birre al volo prima che finisse tutto all'aria e ridendo li posò sul tavolino davanti al divano, poi una volta che Danny ebbe liberato Don, gli diede una pacca sulla spalla sulla quale si soffermò per stringere con la mano, Don mise la propria sulla sua in segno di gratitudine per la fiducia dimostrata, vitale per farcela in quell'ennesima impresa.
- Sapevo che ci saresti riuscito... - Disse Mac complimentandosi con uno sguardo estremamente fiero.
- Io no, in effetti, però sono felice di sbagliarmi ogni tanto! - Disse Danny ironico con la sua solita falsa cattiveria che fece ridere i due, Don lo guardò con le sopracciglia alzate e l'aria di sufficienza.
- 'Ogni tanto?' Dì pure spesso! - E con questo andò oltre, verso il divano e la birra. Ne prese due mentre Danny ancora rispondeva e le lanciò a loro, una se ne prese per sé e su una delle solite sparate di Danny, aprì la birra interrompendolo come se non avesse detto nulla:
- Taci e fai un brindisi, Messer! - Lo chiamava così quando faceva finta di bisticciare con lui. Mac continuò a sorridere alle loro scene ed aperta la birra aspettò che Danny si degnasse di fare altrettanto.
- Lo faccio, ma solo perchè mi va e non perchè me lo hai detto tu, sia chiaro! - Don e Mac risero mentre Danny apriva finalmente la sua birra ed in piedi posti a triangolo uno verso l'altro, alzarono i bracci e prima di scontrare le bottiglie, Don disse:
- Alle promesse mantenute. -
- Alla pace ritrovata. - Fece Mac lieto che effettivamente fosse tornata.
- A chi protegge la famiglia. - Detto da Danny fu bello, perchè era quello che aveva contrastato Don che voleva proteggerlo. Sentirglielo dire era come un'ammissione. Che aveva fatto bene, che era sempre stato dalla sua parte. Che era felice così come erano andate le cose.
I tre brindarono e bevvero per poi sedersi sul divano.
- Ok, adesso basta bere e parlare, ho una fame che non ci vedo! - Mac, aprendo il cartone, gli lanciò un'occhiata sottile:
- Chissà come mai! - Disse ironico. Don non sapeva il retroscena e Danny arrossì cercando di mascherarlo.
- Ogni tanto mi si chiude lo stomaco, ok? - Don lo guardò sorpreso con la fetta di pizza fra le dita:
- Direi proprio di no! - In effetti Danny aveva sempre fame, se non l'aveva era un evento!
- Danny era ancora arrabbiato e preoccupato per te, credo che prendere Shane sia stata una salvezza per Danny più di quanto immagini! - Fece Mac in un misto fra il serio ed il divertito, Danny ormai imbarazzato decise di rimpinzarsi di pizza evitando di rispondere che tanto non sapeva più che dire, mentre Don sorrideva senza riuscire a tirare fuori qualcosa di sferzante che allentasse un po' l'atmosfera che improvvisamente si era fatta strana.
Si misero così a mangiare più o meno seriamente, mentre Don si metteva a raccontare i dettagli della serata passata alla rincorsa di Shane.
- è un po' strano trattandosi di lui. - Fece Mac guastando l'attimo di godimento per la vittoria conquistata.
- Anche io l'ho pensato, ma quel che conta è che ora ce l'abbiamo noi. Punto e basta. - Chiuse Don senza alimentare preoccupazioni che già aveva da solo.
- Pensate che Shane si sia fatto prendere di proposito perchè ha in mente qualcosa? - Chiese Danny il quale più che altro non voleva pensarci.
- Non lo so, spero di sbagliarmi. - Rispose Don che non voleva avere altri incubi imminenti.
- Shane è uno che ama pensare, prima di attuare qualcosa lo architetta nei dettagli e non fa mosse a caso. Mi sembra come se volesse farsi trovare. Lui che gira all'aperto in un locale senza  nascondersi? È un errore da pivelli, lui non lo è. - Mac non poteva fare a meno di pensarci, ma Danny era esasperato da lui, non ne voleva proprio sapere. Voleva eliminarlo dalla sua vita.
- Non lo è e forse aveva in mente chissà cosa, ma lui sottovaluta il sistema, lo fa sempre. Così lo abbiamo preso tutte le altre volte. Così lo abbiamo preso ora. Adesso è nostro. Stop. E se continuasse a scappare e a fare le sue porcate, lo prenderemo di nuovo, perchè se lui è bravo ad ammazzare gente con cacce al tesoro macabre, noi siamo bravi a trovarlo. Sempre. - Così Danny chiuse il discorso, facendosi accettare anche da Don e Mac che convennero con lui. Sarebbero stati pronti, sempre.
Non avevano scelta.

Finita la cena e tornati a parlare d'altro per distrarsi, Don sbadigliò strofinandosi il viso. Si era aperto i primi bottoni della camicia e si era messo comodo, ma dopo aver mangiato e allentato la tensione, cominciava a sentire la stanchezza.
Mac così si alzò per primo raccogliendo il cartone vuoto per posarlo vicino all'ingresso dove l'indomani sarebbe stato buttato.
- Don, prenditi il letto stanotte, starò io sul divano. - Don lo guardò stupito della frase, mentre Danny lo aiutava a riordinare prendendo le birre vuote e andando a buttarle nel cestino del vetro.
- Come? No non se ne parla... mi tengo il divano... tanto per una volta... - Dirlo fece ricordare a tutti che erano lì insieme per precauzione, ma ora che Shane era stato preso, non sarebbe servito più stare insieme a guardarsi le spalle.
E cadde come un velo di dispiacere, un po' di malinconia e di rimpianto perchè non avevano sfruttato davvero a dovere quella grande occasione. Erano stati insieme senza rendersene conto ed ora che l'incubo era finito, potevano ricordarsi della loro vera situazione e dei vari discorsi in sospeso.
Mac fu il primo a risentirne, con sua somma sorpresa, ma lo nascose molto bene.
Pensò chiaramente che gli sarebbero mancati in giro per casa, la sera, la notte e la mattina. Le loro discussioni, i loro musi lunghi, la loro presenza.
- Stanotte rimanete tutti e due, è tardi per tornare a casa. E tu vai nel letto. Non è una proposta ma un ordine! - Rispose fermo Mac, Don fece un risolino e con le mani in alto come se si arrendesse, annuì e si alzò.
- Agli ordini tenente Taylor! - Danny si sforzò di ridere e si girò verso Mac che si preparava il divano per dormire. Rimase in piedi in mezzo alla casa, fra il salotto e la camera, da una parte Don, dall'altra Mac e quella sgradevole sensazione d'incompletezza.
Era finita. Nel bene e nel male era finita e se con Shane era andata bene, con loro tre non si era ancora concluso nulla, ma ormai si tornava a casa, era l'ultima notte e non sapeva come gestirla. Era fuori luogo parlarne o era giusto?
Danny si fece serio e grattandosi la nuca alla fine si decise, piano lo disse:
- Non devi per forza stare nel divano... - Mac non lo guardò e fece finta di non capire.
- Hai detto tu il primo giorno che con la schiena che ti ritrovi non puoi fare divano. - Ma Danny non si mosse e non demorse.
- Infatti nemmeno io intendo stare sul divano. - Mac si fermò guardando un divano ormai pronto per ospitare qualcuno e Danny aggiunse suadente. - Puoi stare nel letto con noi. Ci stiamo. - Mac lo guardò piano, era necessario, ora. Doveva rifiutare guardandolo negli occhi e vide Don, dietro di lui, appoggiato alla soglia della camera, in canottiera e boxer, braccia conserte, in attesa di una risposta a sua volta. Serio. Quell'atmosfera accantonata a lungo ora era tornata ed era pressante, enorme ed ingombrante.
Mac si sentì caldo, si sentì caldo in posti che nemmeno immaginava. Rimase immobile pensando che se avesse fatto un passo, sarebbe stato verso di loro.
Lo voleva. Lo voleva quanto loro ed ormai era inutile negarlo, aveva avuto un piccolo assaggio in quei giorni, un bell'assaggio, ma poteva averne di più, poteva avere il pacchetto completo.
- Non credo sia il caso. Non ancora. - Non voleva aggiungere l'ancora, però gli uscì fuori dal proprio controllo. Consapevole che prima o poi avrebbe ceduto perchè lo voleva e basta.
Ma ora era presto, aveva una specie di paura, paura di qualcosa che non sapeva definire, paura e basta. Forse paura di oltrepassare un limite preciso e non da poco, dopo il quale non sarebbe potuto tornare indietro. Doveva essere sicuro di farlo, non solo incerto. Quella non era una cosa da poco.
- Ne sei sicuro? - Chiese Danny sperando ci ripensasse.
- No. Ma è per questo che non è il caso. - Rispose Mac.
I due non insistettero, sapendo che comunque erano ad un passo dal riuscirci. Quella condizione perfetta per raggiungere la vera felicità, sentirsi completi in ogni aspetto delle loro vite. L'amore era lì ad aspettarli. Lì.
- Come vuoi. Quando vuoi. - Fece allora Danny piano, sorprendentemente comprensivo.
Non sentirsi forzato era importante, per Mac, e apprezzò che lo capissero.
Danny e Don, in camera, dormirono abbracciati sentendo la mancanza di Mac, non fecero nulla, solo pace in modo atipico per i loro canoni. Non fecero l'amore, si baciarono e rimasero abbracciati fino a che non si addormentarono, sperando che quel senso di incompletezza presto sarebbe stato colmato.