CAPITOLO XXIX:
LA TENSIONE SI ALZA
“Chissà per quanto tempo
Sono stato sveglio ora?
Le ombre sul mio muro non dormono
Continuano a chiamarmi
Chiamano con un cenno ...
Chi sa che cosa è giusto?
Le linee diventano sempre più sottili
La mia età non mi ha mai reso saggio
Ma io continuo a spingere su e su e su e su “
- Nothing left to say – Imagine dragons -
Don andò al lavoro con la
testa al bacio a Mac e alla notte passata con Danny e si rese conto di
quanto semplice e bello fosse, il pensarci tanto l'aveva reso più
difficile di quanto in realtà non lo fosse.
Ragionare per schemi
mentali prestabiliti era normale, non si poteva certo pensare che non
lo fosse, però una volta che ci si liberava di essi si poteva
constatare che quell'essere fuori dagli schemi era molto più facile del
dovuto.
Per quello avrebbe fatto di
tutto per prendere Shane. Per proteggere quanto conquistato con fatica.
Quella completezza non l'aveva mai sperimentata, ma ora non se ne
sarebbe più liberato.
Mac andò a svegliare Danny
vedendo che non dava cenni di vita, entrato in camera aprì la luce del
comodino e lo scosse sulla spalla, la sua voce bassa e carezzevole.
Danny ci mise un paio di
secondi a capire che non era nel suo sogno, quando aprì mezzo occhio e
lo vide lì sul serio, sorrise con mezza bocca ancora confuso sul motivo
per cui si fosse addormentato con Don e si fosse svegliato con Mac.
- Ho saltato il pezzo in
cui ti arrendevi all'evidenza! - Disse con voce roca e l'umore che
usciva subito splendido come di rado capitava.
Mac non poté che sorridere alla sua sfacciataggine solita e si raddrizzò fingendo una compostezza che in quel momento latitava.
- Non hai saltato nulla.
Don è andato a lavoro. Non voleva svegliarti. - Danny fece un sorriso
più dolce pensando a quell'attenzione di Don e sospirò guardando
l'altra parte del letto, disfatta e vuota.
- Starà bene, non sarà mai davvero solo. - Lo precedette Mac capendo a cosa stava già pensando.
- Vorrei essere comunque
con lui. - Mac sorrise intenerito dal modo in cui pensavano sempre uno
all'altro e si chiese se in realtà fossero loro due quelli davvero
legati e lui ad un altro livello.
Cercando di mascherare quest'idea, si avviò verso l'uscita della camera usando un tono ironico.
- Ed invece sei qua con me,
dovrai accontentarti! - Danny, sorpreso della stoccata che, anche se
scherzosa, aveva un certo fondo di verità, si alzò di scatto
ricordandosi di indossare al volo i boxer per terra, poi lo inseguì in
cucina allargando le braccia coi suoi soliti modi.
- Ehi, hai frainteso, sono
felice di stare con te, solo che sarebbe perfetto se ci fosse anche
lui! E poi sai che è nell'ambito di Shane... - Mac sorrise fra sé e sé,
dandogli le spalle mentre gli versava il succo e metteva nel piatto la
sua colazione.
- Non devi spiegare nulla.
- Mac fece finta di essere freddo e composto come suo solito, ma dentro
di sé gli stava piacendo quella conversazione, si stava piano piano
abituando all'idea di quel che erano. Qualcosa di assolutamente non
convenzionale, ma comunque interessante, piacevole. Bello. Appropriato
per loro.
Gli stava piacendo più di
quel che aveva immaginato, vivere quella relazione. Non la stava
vivendo a tutti gli effetti e quelle convivenze erano del tutto
forzate, ma alla fine stava andando sempre meglio e stava capendo che
avevano ragione, che era quello il loro mondo.
Un altro mondo rispetto a quello della gente comune, ma non per questo sbagliato ed invivibile.
Doveva solo abituarsi e lo stava facendo più in fretta del previsto.
Poi avrebbe solo dovuto accettarlo.
Forse anche quello prima di quanto immaginato.
- Dai Mac... lo sai come la
penso su noi tre... se non fosse per il vero motivo di fondo, sarei
felicissimo di essere qua con voi. Cioè lo sono, ma la felicità è
rovinata dal pensiero di quello psicopatico a piede libero che
probabilmente mi cerca... - Mac a quello si fece serio e si girò.
- Togli il probabilmente! -
Danny si mise a ridacchiare vedendola come una specie di vittoria e si
avvicinò prendendogli il piatto di mano, lasciandogli in cambio un
bacio a stampo sulle labbra. Mac si irrigidì brevemente, aveva ancora
il sapore del bacio di Don e farlo così disinvolto con Danny non era
facile, ma a suo modo fu bello. Non lo poteva negare.
Sentiva sempre più, mentre viveva tutto quello, che era giusto.
“Eppure è così assurdo!”
Danny andò a sedersi al
tavolo ed una volta iniziato a mangiare, la testa gli trasmise altri
pensieri. Poco dopo stava parlando ancora di Shane e delle sue
possibili mosse, Mac si sedette con lui, pronto per uscire, continuando
quella conversazione che non avrebbe comunque portato a nulla di nuovo.
La testa di Shane aveva sempre avuto una caratteristica particolare.
Era imprevedibile!
Dopo i primi giorni Danny divenne matto.
Mac non gli faceva fare
nulla al di fuori del laboratorio e se la sua presenza era necessaria
altrove, si muoveva rigorosamente con lui.
Questo poteva sembrare il
sogno della sua vita, ma la verità era che uno come lui non poteva
avere un mastino come Mac alle calcagna ogni secondo!
Don, che tornava a casa
ogni sera tardi, nel vedere un Danny sempre in peggior condizioni, che
fra l'altro nemmeno provava a portarsi a letto Mac e non aveva voglia
di farlo con Don da tanto il suo umore era nero, fremeva per risolvere
la situazione. Era alimentato dalle condizioni di Danny ed in generale
dalla tensione che c'era in casa loro. Non esattamente il clima ideale
immaginato da Don e Danny nell'universo in cui potevano vivere insieme.
Sapevano che finché ci
sarebbe stata l'ombra di Shane su di loro, non avrebbero potuto pensare
alla loro situazione e viverla serenamente.
Ora era una specie di
preludio, ma con la testa di tutti da un'altra parte era impossibile
stare lì insieme, sereni a stimolare Mac ad arrendersi pienamente a
quello che sarebbe stato il loro futuro.
La sera era tutto molto silenzioso e teso, quasi cupo.
Don faceva sempre tardi, la
sera, quindi arrivava che loro già dormivano. Se erano svegli o
discutevano o erano in silenzio. La cena era tenuta in caldo, nel
caso in cui fossero a letto. Don la mangiava e si buttava nel divano a
riposare le ore rimanenti.
Al mattino si incontravano
spesso perchè Mac e Danny, che dormivano a letto insieme senza
consumare nulla, si svegliavano presto e non era raro che andassero a
lavoro con lui.
Una sera di quelle non andò
più tanto bene. Per quanto strana fosse l'atmosfera che c'era lì, non
avevano mai litigato, quando la tensione si alzava un poco per via del
nervosismo di Danny, si mettevano tutti a tacere.
Quella sera ne parlarono,
erano passati già diversi giorni e non era normale che Shane non si
fosse fatto vivo, con l'intenzione di aiutare Don usando qualche
ragionamento, Mac provò a parlarne.
Non giunsero a molte
conclusioni se non che Shane stava preparando fisicamente il suo nuovo
piano di vendetta e che non si faceva vivo perchè evidentemente era più
complicato del previsto.
- Quando deciderà di
cominciare con le sue mosse sarà un casino prenderlo! - Per quanto
difficile potesse sembrare trovarlo ora che non dava tracce di sé,
quando invece ne dava di proposito per giocare con loro era peggio,
perchè li faceva diventare tutti matti.
Danny, all'uscita di Don,
sbottò battendo le mani esasperato. Infatti era rimasto zitto tutto il
tempo ad ascoltare Don e Mac parlarne.
- Se ti facessi aiutare forse avresti buone chance di trovarlo! - Don alzò gli occhi al cielo esasperato allo stesso modo.
- No Danny! - Disse secco alzandosi dal tavolo e togliendosi la camicia per farsi una doccia veloce prima di dormire.
Mac rimase al tavolo mentre Danny si alzava in picchiata, allargando le braccia teatrale.
- E perchè no? -
- Ho tutto l'aiuto che mi serve! - Rispose sempre secco, mentre si toglieva la cintura sfilandosela.
- Ma tu hai me, Shane cerca
me! Devi usarmi per prenderlo prima! - Appena lo disse Don lo puntò col
dito lasciando libera di nuovo la furia trattenuta in quei giorni.
- Ho detto no! Non farai da
esca! Non te lo farò mai fare, fattene una ragione! - Mac si alzò a sua
volta dovendo dire la sua, ma Danny parlò subito come un treno, senza
lasciargli tempo di aprire bocca.
- Andiamo, è la cosa più
veloce e soprattutto l'unica! È l'unica, lo sai! Non si farà prendere
se non vuole e a quanto pare non vuole, ma se mi usi come esca verrà
allo scoperto! - Don sentì l'impulso di prenderlo a pugni, ma si
trattenne e guardando Mac indicò Danny concitato.
- Per favore, digli che è idiota e che se lo scorda di fare da esca! -
Mac a quel punto si accodò calmo ma deciso:
- Te lo scordi di fare da
esca. - Don allargò le braccia alzando la testa lodando il cielo, per
poi, sulla domanda enfatica di Danny sul 'perchè no?', andare in bagno
sbattendosi la porta dietro.
Danny e Mac discussero a loro volta, ma con Mac c'era poca discussione.
Ovviamente vinse lui che dovette usare la carta del capo:
- In quanto tuo superiore
ti vieto di farlo, fine della discussione! - Poco gradito da Danny che
a sua volta provò con la carta del quasi fidanzato:
- Qua dentro non siamo capo
e dipendente! - Mac però riuscì a rigirarsi abilmente anche questo ed
andandogli avanti, fissandolo col suo sguardo intenso, mormorò
glaciale:
- Appunto perchè non siamo
capo e dipendente dovresti ascoltare quando ti dico di no. - Danny non
poté ribattere perchè si era scavato la fossa da solo e ingoiandosi una
parolaccia, si girò brontolando per poi sparire in camera, che comunque
condivideva con Mac.
Questi rimase in salotto a
riordinare e quando Don uscì tirò un sospiro nel constatare che Danny
era in camera. Mac fece un sorrisino di comprensione e stanco quanto
lui, passandogli vicino, gli strinse la spalla con una mano.
- So che lo prenderai. Non
farti mettere pressione. Lavorare con la pressione porta a mosse
avventate. Mi raccomando. - Don si ammorbidì e sorrise a sua volta
grato. Era bello come si prendeva cura di lui, come si preoccupava.
Quello era la benzina che lo faceva andare avanti.
E quel testone che non voleva farsi proteggere!
Il giorno dopo, di sera,
proprio mentre Don stava andando a casa con l'ennesima giornata
fallimentare, ricevette una segnalazione da un suo collega fuori
servizio su un avvistamento casuale di Shane.
Corso lì in picchiata,
rischiò l'osso del collo pur di prenderlo improvvisandosi una specie di
Tarzan urbano, ma con la motivazione che si ritrovava era stato
disposto a scalare anche grattacieli a mani nude, pur di prenderlo e
porre fine a quell'incubo.
E l'incubo fu concluso da lui, quando atterrò letteralmente sulla schiena di Shane.
Eppure la sensazione che nonostante tutto era stato troppo facile prenderlo, gli rimase a sporcargli quella soddisfazione.
Perché ormai lui sapeva che con Shane non era mai finita.
Mac buttò la porzione di cena che Danny aveva lasciato, troppo arrabbiato con Don per mangiare.
Non aveva insistito sapendo
che non poteva pretendere molto da Danny e già ora aveva preteso
abbastanza. Chiedergli di stare in parte non era una cosa da poco.
La casa vuota, Danny chiuso in camera a far finta di dormire, rivolto verso il muro proprio come un fidanzato furioso.
Mac si sentiva già parte di quel terzetto d'amore, per così chiamarlo.
Se non avessero avuto Shane a cui pensare, sarebbero progrediti ancora di più ma per il momento era tutto in bilico.
Finito di riordinare, andò
in camera ed iniziò a cambiarsi per la notte. Movimenti lenti e
silenziosi, sguardo concentrato sulla schiena di Danny che ancora non
respirava regolarmente, indice che non dormiva.
Mac sospirò, ma rimase
zitto, si era appena messo i pantaloni del pigiama e rimasto in
canottiera intima, che il telefono suonò. Mac se lo portava sempre
dietro e lo prese immediatamente, al contempo Danny scattò sedendosi
sul letto e rivolgendosi verso di lui, l'aria tesa ed ansiosa di sapere
se era Don. Gli occhi di Mac parlarono confermando che lo era e
incatenati a quelli di Danny che fremevano per sapere, rispose:
- Don? -
La sua voce che di norma non tradiva ansia, questa volta rispose mostrandone.
- L'ho preso, Mac. - Lo
disse subito, come se avesse fretta e bisogno di renderlo reale
dicendolo a lui e dirlo a lui era sempre un renderlo reale.
Mac sospirò di sollievo
chiudendo gli occhi e Danny capì scattando in piedi sul materasso per
fiondarsi davanti a Mac e rubargli il telefono di mano!
Improvvisamente era di
nuovo di buon umore, entusiasta ed il solito Danny. Come se non avesse
mai avuto ire funeste da smaltire.
- Ehi Donny, nonostante
l'età alla fine ce l'hai fatta, eh? Meglio tardi che mai! Tornando a
casa prendi un pacco di birre ed una pizza per festeggiare, ho una fame
che non ci vedo! -
Don, che al momento era
ancora scosso ed elettrico per avercela finalmente fatta, rimase un po'
spaesato dal brusco cambio di voce e soprattutto dal tono completamente
diverso dall'ultima volta che ci aveva parlato.
Suo malgrado usò dei buoni riflessi e rispose tornando presto lui:
- Nonostante l'età? Dovevi
vedere che acrobazie ho fatto, cose che tu, mio caro di pochi anni meno
di me, ti sogneresti! - Al termine acrobazie Danny si preoccupò ma
riuscì a nasconderlo bene.
- Per qualche salto che avrai fatto... -
- Qualche salto? Sono
passato da una parte all'altra del palazzo appeso ad una spranga di
ferro mobile a cui mi sono aggrappato saltando. E sotto di me avevo il
vuoto! Messer, tu cammini sulla terra, io sull'acqua! È questa la
differenza fra noi! - Danny si mise a ridere e sentendolo anche Don
fece altrettanto, mentre Mac scuoteva la testa divertito e felice di
sentire ancora i loro soliti battibecchi che gli erano enormemente
mancati.
L'amore implicava quella
capacità incredibile di voltare subito pagina nonostante le divergenze
ed i momenti difficili. Andare oltre senza bisogno di parlarne.
Mac si riprese il telefono sedendosi sul letto.
- Don, ti aspettiamo. -
- Arrivo fra poco, ormai il mio compito è finito. Il rapporto lo faccio domani. -
Stava per mettere giù quando Mac aggiunse con fermezza:
- E... ottimo lavoro. - Don si riprese da tutta la fatica fatta per prendere Shane.
I giochi con Danny e la dolcezza di Mac.
Ora si poteva tornare alla
vita e mettere da parte sensazioni negative e pessimiste.
Probabilmente, si disse fermandosi a prendere pizza e birra, era
l'abitudine che lo faceva stare all'erta. Perché nel suo lavoro aveva
visto spesso che non era mai finita. Ma forse il capitolo Shane poteva
essersi concluso.
Forse.
Quando arrivò a casa, Danny
gli saltò al collo come un tornado, gesto più di preoccupazione che
altro. Lui superava le cose così.
Mac prese il cartone della
pizza gigante e le birre al volo prima che finisse tutto all'aria e
ridendo li posò sul tavolino davanti al divano, poi una volta che Danny
ebbe liberato Don, gli diede una pacca sulla spalla sulla quale si
soffermò per stringere con la mano, Don mise la propria sulla sua in
segno di gratitudine per la fiducia dimostrata, vitale per farcela in
quell'ennesima impresa.
- Sapevo che ci saresti riuscito... - Disse Mac complimentandosi con uno sguardo estremamente fiero.
- Io no, in effetti, però
sono felice di sbagliarmi ogni tanto! - Disse Danny ironico con la sua
solita falsa cattiveria che fece ridere i due, Don lo guardò con le
sopracciglia alzate e l'aria di sufficienza.
- 'Ogni tanto?' Dì pure
spesso! - E con questo andò oltre, verso il divano e la birra. Ne prese
due mentre Danny ancora rispondeva e le lanciò a loro, una se ne prese
per sé e su una delle solite sparate di Danny, aprì la birra
interrompendolo come se non avesse detto nulla:
- Taci e fai un brindisi,
Messer! - Lo chiamava così quando faceva finta di bisticciare con lui.
Mac continuò a sorridere alle loro scene ed aperta la birra aspettò che
Danny si degnasse di fare altrettanto.
- Lo faccio, ma solo perchè
mi va e non perchè me lo hai detto tu, sia chiaro! - Don e Mac risero
mentre Danny apriva finalmente la sua birra ed in piedi posti a
triangolo uno verso l'altro, alzarono i bracci e prima di scontrare le
bottiglie, Don disse:
- Alle promesse mantenute. -
- Alla pace ritrovata. - Fece Mac lieto che effettivamente fosse tornata.
- A chi protegge la
famiglia. - Detto da Danny fu bello, perchè era quello che aveva
contrastato Don che voleva proteggerlo. Sentirglielo dire era come
un'ammissione. Che aveva fatto bene, che era sempre stato dalla sua
parte. Che era felice così come erano andate le cose.
I tre brindarono e bevvero per poi sedersi sul divano.
- Ok, adesso basta bere e parlare, ho una fame che non ci vedo! - Mac, aprendo il cartone, gli lanciò un'occhiata sottile:
- Chissà come mai! - Disse ironico. Don non sapeva il retroscena e Danny arrossì cercando di mascherarlo.
- Ogni tanto mi si chiude lo stomaco, ok? - Don lo guardò sorpreso con la fetta di pizza fra le dita:
- Direi proprio di no! - In effetti Danny aveva sempre fame, se non l'aveva era un evento!
- Danny era ancora
arrabbiato e preoccupato per te, credo che prendere Shane sia stata una
salvezza per Danny più di quanto immagini! - Fece Mac in un misto fra
il serio ed il divertito, Danny ormai imbarazzato decise di rimpinzarsi
di pizza evitando di rispondere che tanto non sapeva più che dire,
mentre Don sorrideva senza riuscire a tirare fuori qualcosa di
sferzante che allentasse un po' l'atmosfera che improvvisamente si era
fatta strana.
Si misero così a mangiare
più o meno seriamente, mentre Don si metteva a raccontare i dettagli
della serata passata alla rincorsa di Shane.
- è un po' strano trattandosi di lui. - Fece Mac guastando l'attimo di godimento per la vittoria conquistata.
- Anche io l'ho pensato, ma
quel che conta è che ora ce l'abbiamo noi. Punto e basta. - Chiuse Don
senza alimentare preoccupazioni che già aveva da solo.
- Pensate che Shane si sia
fatto prendere di proposito perchè ha in mente qualcosa? - Chiese Danny
il quale più che altro non voleva pensarci.
- Non lo so, spero di sbagliarmi. - Rispose Don che non voleva avere altri incubi imminenti.
- Shane è uno che ama
pensare, prima di attuare qualcosa lo architetta nei dettagli e non fa
mosse a caso. Mi sembra come se volesse farsi trovare. Lui che gira
all'aperto in un locale senza nascondersi? È un errore da
pivelli, lui non lo è. - Mac non poteva fare a meno di pensarci, ma
Danny era esasperato da lui, non ne voleva proprio sapere. Voleva
eliminarlo dalla sua vita.
- Non lo è e forse aveva in
mente chissà cosa, ma lui sottovaluta il sistema, lo fa sempre. Così lo
abbiamo preso tutte le altre volte. Così lo abbiamo preso ora. Adesso è
nostro. Stop. E se continuasse a scappare e a fare le sue porcate, lo
prenderemo di nuovo, perchè se lui è bravo ad ammazzare gente con cacce
al tesoro macabre, noi siamo bravi a trovarlo. Sempre. - Così Danny
chiuse il discorso, facendosi accettare anche da Don e Mac che
convennero con lui. Sarebbero stati pronti, sempre.
Non avevano scelta.
Finita la cena e tornati a
parlare d'altro per distrarsi, Don sbadigliò strofinandosi il viso. Si
era aperto i primi bottoni della camicia e si era messo comodo, ma dopo
aver mangiato e allentato la tensione, cominciava a sentire la
stanchezza.
Mac così si alzò per primo raccogliendo il cartone vuoto per posarlo vicino all'ingresso dove l'indomani sarebbe stato buttato.
- Don, prenditi il letto
stanotte, starò io sul divano. - Don lo guardò stupito della frase,
mentre Danny lo aiutava a riordinare prendendo le birre vuote e andando
a buttarle nel cestino del vetro.
- Come? No non se ne
parla... mi tengo il divano... tanto per una volta... - Dirlo fece
ricordare a tutti che erano lì insieme per precauzione, ma ora che
Shane era stato preso, non sarebbe servito più stare insieme a
guardarsi le spalle.
E cadde come un velo di
dispiacere, un po' di malinconia e di rimpianto perchè non avevano
sfruttato davvero a dovere quella grande occasione. Erano stati insieme
senza rendersene conto ed ora che l'incubo era finito, potevano
ricordarsi della loro vera situazione e dei vari discorsi in sospeso.
Mac fu il primo a risentirne, con sua somma sorpresa, ma lo nascose molto bene.
Pensò chiaramente che gli
sarebbero mancati in giro per casa, la sera, la notte e la mattina. Le
loro discussioni, i loro musi lunghi, la loro presenza.
- Stanotte rimanete tutti e
due, è tardi per tornare a casa. E tu vai nel letto. Non è una proposta
ma un ordine! - Rispose fermo Mac, Don fece un risolino e con le mani
in alto come se si arrendesse, annuì e si alzò.
- Agli ordini tenente
Taylor! - Danny si sforzò di ridere e si girò verso Mac che si
preparava il divano per dormire. Rimase in piedi in mezzo alla casa,
fra il salotto e la camera, da una parte Don, dall'altra Mac e quella
sgradevole sensazione d'incompletezza.
Era finita. Nel bene e nel
male era finita e se con Shane era andata bene, con loro tre non si era
ancora concluso nulla, ma ormai si tornava a casa, era l'ultima notte e
non sapeva come gestirla. Era fuori luogo parlarne o era giusto?
Danny si fece serio e grattandosi la nuca alla fine si decise, piano lo disse:
- Non devi per forza stare nel divano... - Mac non lo guardò e fece finta di non capire.
- Hai detto tu il primo giorno che con la schiena che ti ritrovi non puoi fare divano. - Ma Danny non si mosse e non demorse.
- Infatti nemmeno io
intendo stare sul divano. - Mac si fermò guardando un divano ormai
pronto per ospitare qualcuno e Danny aggiunse suadente. - Puoi stare
nel letto con noi. Ci stiamo. - Mac lo guardò piano, era necessario,
ora. Doveva rifiutare guardandolo negli occhi e vide Don, dietro di
lui, appoggiato alla soglia della camera, in canottiera e boxer,
braccia conserte, in attesa di una risposta a sua volta. Serio.
Quell'atmosfera accantonata a lungo ora era tornata ed era pressante,
enorme ed ingombrante.
Mac si sentì caldo, si
sentì caldo in posti che nemmeno immaginava. Rimase immobile pensando
che se avesse fatto un passo, sarebbe stato verso di loro.
Lo voleva. Lo voleva quanto
loro ed ormai era inutile negarlo, aveva avuto un piccolo assaggio in
quei giorni, un bell'assaggio, ma poteva averne di più, poteva avere il
pacchetto completo.
- Non credo sia il caso.
Non ancora. - Non voleva aggiungere l'ancora, però gli uscì fuori dal
proprio controllo. Consapevole che prima o poi avrebbe ceduto perchè lo
voleva e basta.
Ma ora era presto, aveva
una specie di paura, paura di qualcosa che non sapeva definire, paura e
basta. Forse paura di oltrepassare un limite preciso e non da poco,
dopo il quale non sarebbe potuto tornare indietro. Doveva essere sicuro
di farlo, non solo incerto. Quella non era una cosa da poco.
- Ne sei sicuro? - Chiese Danny sperando ci ripensasse.
- No. Ma è per questo che non è il caso. - Rispose Mac.
I due non insistettero,
sapendo che comunque erano ad un passo dal riuscirci. Quella condizione
perfetta per raggiungere la vera felicità, sentirsi completi in ogni
aspetto delle loro vite. L'amore era lì ad aspettarli. Lì.
- Come vuoi. Quando vuoi. - Fece allora Danny piano, sorprendentemente comprensivo.
Non sentirsi forzato era importante, per Mac, e apprezzò che lo capissero.
Danny e Don, in camera,
dormirono abbracciati sentendo la mancanza di Mac, non fecero nulla,
solo pace in modo atipico per i loro canoni. Non fecero l'amore, si
baciarono e rimasero abbracciati fino a che non si addormentarono,
sperando che quel senso di incompletezza presto sarebbe stato colmato.