DOM
E' in momenti come
questi che ci penso.
Siamo riuniti
al tavolo a mangiare
insieme, fare casino, ridere e divertirci.
Molti dei
membri che completavano
questa tavola sono cambiati, se ne sono aggiunti altri. A volte
cambiano ancora. Ne verranno altri. Su una cosa però sono certo,
gira e rigira noi quattro ci saremo sempre. Parlo di me, Brian, Letty
e Mia.
È vero, Letty a
lungo non c'è stato e
prima di lei non c'era Brian. Beh, Brian non c'era da sempre
comunque.
Però è come se
lo considerassi da
sempre di questa tavola... anche se in realtà non è così.
È arrivato lui
e sono arrivati i veri
casini, prima avevo tutto sotto controllo, facevo dei colpi con le
macchine, era tutto a posto.
È arrivato lui,
ha fatto le soffiate
ai suoi amici sbirri e tutto è andato a rotoli, non lo posso mica
negare... dopo di lui siamo dovuti scappare in tutte le parti del
mondo, solo ora siam potuti tornare.
Come ho potuto
riprenderlo nella
famiglia?
Ma anche
'riprenderlo' non è il
termine giusto.
Lui non c'era
mai stato davvero, quando
è arrivato era un infiltrato, è stata tutta una menzogna.
È stata dura
per me digerirlo, non ho
mai sbagliato le mie fiducie. Avevo percepito qualcosa in lui ma era
qualcosa che mi piaceva.
Ho passato anni
a rifletterci incredulo
su come avessi fatto.
Mi ha
distrutto, Brian. Con lui ho
perso tutto e tutti lentamente.
Eppure come ho
potuto accettarlo nella
famiglia dopo che l'ho ritrovato?
Io non lo so,
so solo che quando mi ha
liberato dalle manette ed ha bussato alla mia porta, gli ho aperto.
Anche se non avevamo una vera porta.
Poi in realtà
abbiamo fatto vite da
fuggitivi separati, li volevo proteggere.
O forse volevo
capire che fare con lui.
Questo in
effetti è più probabile.
Mia si fidava,
si erano innamorati di
nuovo, io non ero convinto. Né dell'amore di Brian per lei né di
lui stesso.
Ha passato la
vita dalle forze
dell'ordine a quelle del crimine di continuo, come potevo fidarmi?
E poi mi aveva
pugnalato e fra tutti la
sua ferita è stata quella più dolorosa.
Mi ha aiutato
molte volte, alla fine.
Però mi ha pugnalato. Io non riesco a dimenticare chi tradisce. Però
alla fine non era mai stato dei nostri, ha tradito senza esserlo.
Non sapevo cosa
fare, quindi sono
andato in giro da solo per proteggerli. Per capire.
Quando sono
arrivati dicendo che Mia
era incinta non ho avuto scelta.
Che diavolo
potevo fare, a quel punto?
Lei era troppo
importante, dovevo
vegliare, stare attento che non le facesse male e... e poi
lentamente, prima che me ne accorgessi, l'avevo già accettato.
L'avevo accettato da sempre, forse.
Forse non
l'avevo mai mandato via.
Forse per me è
sempre stato della
famiglia, dal primo istante in cui ha messo piede nella mia casa.
Quella sera, quella festa, quando gli ho dato la birra. Era entrato.
E non è vero che se ne è andato, non davvero.
Però ha
tradito.
Eppure non l'ho
mai tolto da dentro.
In che modo è
rimasto?
Ho potuto
dimenticare e superare tante
cose, persino Letty avevo superato, quando l'ho creduta morta. Sono
riuscito a stare con un'altra donna.
Però lui... lui
non l'ho mai messo da
parte.
Ed ora che
abbiamo questa tregua, ora
che siamo qua insieme, che è tutto finito, che siamo di nuovo a casa
riuniti e respiriamo.
Ora che vedo
una famiglia diversa ma
sempre famiglia... me lo chiedo.
Il fulcro di
tutti i veri guai è
sempre stato Brian.
Quando mi è
entrato?
Sì, gli ho
offerto la birra quella
sera. Perchè mi aveva salvato la pelle con gli sbirri.
Un segno di
riconoscenza d'obbligo.
Solo questo?
Davvero solo
questo?
Eppure ci deve
essere stato un istante.
Un istante.
Ripercorro un
po' la nostra storia, i
primi istanti, non mi piaceva. Inizialmente lo trovavo fastidioso.
Il solito
bulletto che voleva
impressionarmi perchè io in zona ero qualcuno.
Poi ho visto
che aveva messo gli occhi
addosso a mia sorella e di certo non è salito nella lista delle
amicizia.
Però dannazione
ad un certo punto...
ad un certo punto lui mi è piaciuto. Mi è piaciuto davvero.
Da brocco da
ringraziare per il favore
coi poliziotti, a mio lavoratore personale.
È stato quando
ha portato quell'auto
scassata nella mia officina. Lui e la sua gran faccia tosta, era
tutto felice.
Quella era la
mia macchina.
Rido a
ripensarci. Sembrava un rottame.
Poi in realtà
aveva un motore da urlo.
Mi è piaciuto
perchè lì ha
dimostrato di saper guardare lontano, di saper pensare in grande.
Aveva una testa non indifferente, non era un'idiota.
E poi aveva la
faccia tosta. Mi doveva
una macchina e mi ha presentato un'auto distrutta.
Così quando ho
capito che mi piaceva,
l'ho legato a me obbligandolo a lavorare nella mia officina. E lo
facevo correre per me, lui il culo io i soldi. Bello, no?
L'ho legato a
me. L'ho legato in tutti
i modi che potevo.
Lui era mio.
È stato mio
quando ha mostrato le
palle di avere a che fare con me.
E dopo quella
volta non è mai stato...
di nessun altro... non davvero... Roman mi ha raccontato di come
Brian, suo amico d'infanzia, l'ha salvato dalla prigione. Ha sempre
avuto, dopo di me, la mania di aiutare i criminali.
Non mi ha mai
tolto dalla sua testa ed
io non ho fatto altrettanto.
Brian era mio,
è sempre stato mio ed
anche se ho fatto tanto per allontanarmi, alla fine non si è mai
levato di torno, perchè io non volevo.
Volevo
rimanesse mio.
Io il suo
tormento, lui la mia
proprietà.
Se decide
qualcosa deve farla in
funzione mia, se c'è un colpo lo facciamo insieme, se c'è un
rischio lo corriamo insieme. Correre o morire. Sempre insieme.
Se ha qualcosa
per la testa si deve
consultare con me.
Ed io in
effetti faccio altrettanto, da
quando mi sono arreso.
Controllarlo,
vedere che non faccia
soffrire mia sorella... che idiota.
La verità è che
mi rodeva vederli
insieme fare gli innamorati.
Speravo di
poter fare ancora l'eroe
solitario, non è stato possibile.
Perchè la mia
proprietà privata si è
sentito ancora mio.
Non sono un
idiota.
Brian mi piace,
mi è sempre piaciuto.
E non considero
nemmeno Letty la mia
proprietà privata.
Letty... Letty
è parte del mio mondo,
parte della mia famiglia. L'ho conosciuta da ragazzino, è entrata
nel gruppo e poi nelle mie coperte. Diciamo che è stata una cosa
normale, una conseguenza dell'avere una bella ragazza intorno. Poi
lei mi venerava, ed era forte. Mi piaceva.
Anche ora ho
fatto di tutto per lei ma
quando è sorto il dubbio che lei semplicemente avesse voltato le
spalle alla famiglia, ho detto che avrebbe dovuto pagare. Perchè
nessuno può voltare le spalle.
Poi è venuto
fuori che aveva perso la
memoria, era diverso.
Però ero
disposto a fargliela pagare
se così fosse stato.
Solo Brian ha
potuto.
Penso che se
tornasse a tradirmi lo
ucciderei e poi potrei seguirlo, non lo so.
Non riesco ad
immaginare me stesso
senza di lui.
È questo il
livello.
Mentre senza
Letty riesco ad
immaginarmi.
Senza lui...
penso che andrei fuori di
testa.
Quando eravamo
in rotta sono stato di
merda e riaccettarlo è stata un'impresa, non l'avevo mai fatto con
nessuno, non lo potrei mai fare con nessuno. Io sono così, è il mio
codice.
Però lui l'ho
ripreso.
E se dovesse
tradirmi di nuovo non
reggerei. Lo so. Sarebbe il mio limite massimo. È la cosa che non
sopporterei.
Quindi cosa
posso dire di Brian?
È diverso dagli
altri, molto diverso.
Per me, voglio
dire.
Ed è mio.
È sempre stato
mio.
Sempre lo sarà.
In un caso o in
un altro.
La mia
proprietà.
Un rapporto che
comunque non finirà
mai.
BRIAN
Sono cambiato,
è vero.
Ad un certo
punto non ero più un
poliziotto, ero un criminale. O qualcosa di simile.
Però penso che
sia successo molto
prima di quando ho deciso di lasciare la polizia prima e l'FBI poi...
Quando sono
cambiato?
A volte ci
penso.
Ho passato gran
parte della mia vita a
cercare di capire da che parte fossi, ero tormentato, insoddisfatto.
Prima in polizia come infiltrato perchè avevo la faccia da
delinquente, poi l'ho lasciata e sono passato veramente dalla parte
dei delinquenti. Poi non ero ancora contento e sono andato all'FBI.
Non mi piaceva comunque ed ho finito per lasciare anche quello.
Quando sono
stato contento, in
definitiva?
Quando mi sono
riunito a Dom e agli
altri.
Dunque?
Quando sono
cambiato?
Penso che sia
successo quando ho
incontrato Dom, è lui che mi ha 'rovinato'. Questo in effetti l'ho
sempre pensato. Ma non subito. Non dal primo istante in effetti...
Quando è
successo?
C'è stato
qualcosa in quel periodo,
quando ero infiltrato come poliziotto e cercavo di entrare nelle sue
grazie.
Ripenso a tutti
quei giorni, giorni
molto intensi, giorni decisivi per la mia vita, per la mia svolta.
È lì che sono
cambiato...
Le volte in cui
io e Dom lavoravamo
insieme all'officina mi piacevano molto, ogni giorno di più.
Arrivavo a dimenticarmi che ero lì per lavorare, mi trovavo bene e
basta e più scoprivo di lui, più mi affascinavo. Mi ha ammaliato
quasi subito, è diventato un'ossessione ma non proprio... è stato
più... più un voler fare parte del suo mondo e non un doverlo
essere.
Lentamente mi
diceva più cose di lui e
mi piacevano, cioè ha avuto una vita tormentata e ne sono rimasto
come ammaliato, non so che dire di preciso.
Però c'è stato
effettivamente un
istante in cui mi sono preso da lui fino a questo punto.
Al punto da
dire che non ne sarei mai
uscito.
In un istante
mi viene in mente Mia e
le sue parole, quando Dom mi ha detto che ci avrei messo un sacco di
tempo per fargli l'auto che gli dovevo e che l'avrei fatto lì nella
sua officina impiegandoci tutto il tempo necessario per farla bene.
Lì lei mi ha
detto una cosa che mi ha
messo i brividi e non ho capito bene perchè.
'Ora sei suo.'
Sul momento non
ho nemmeno capito il
senso, che c'entrava? Lavorare per lui?
Era quello a
cui miravo.
Ora ero suo...
sì, ripensandoci ora
penso che in effetti è stato quello a cambiarmi perchè mi sono
venuti i brividi e mi sono sentito felice e realizzato.
Davvero
maledettamente soddisfatto come
poche volte mi sono sentito.
Quella volta ho
creduto che fosse
perchè era ad un passo dal mio obiettivo di infiltrato, ma ora posso
dire che quello non c'entrava proprio.
Piano piano la
mia metamorfosi è
arrivata per un semplice motivo.
Mi piaceva
stare con lui e far parte
della sua vita.
Mi piaceva
essere suo.
Mi considerava
una sua proprietà in
pratica, io correvo per lui, io mi facevo il culo e lui i soldi. Lo
dovevo ripagare per l'auto che aveva vinto e che gli avevo distrutto.
Insomma, è
così.
Però il fatto
che avessi Mia mi ha
impedito di vedere le cose come stavano.
Quando l'ho
fatto scappare sapevo di
aver fatto la cosa giusta, lì ho scelto seriamente la mia parte,
però lui se ne è andato, lei non mi ha più voluto vedere ed ho
sofferto più per lui che per lei. Ho lasciato la polizia, sono
andato con altre donne ed intanto ho riversato in Roman quello che mi
rodeva per Dom.
Ho voluto
aiutarlo pensando che fosse
un po' come Dom, un mezzo criminale travolto dagli eventi e da una
vita difficile.
Non lo so...
Sono rimasto
tormentato dalla figura di
Dom e mi chiedevo se stesse bene e che vita facesse.
Non sapevo
farmene una ragione.
Mentre vedi,
con Mia non ho avuto
grossi problemi a superarla.
Quando li ho
rivisti è stato
devastante, come un treno in corsa. Letty mi ha chiesto una mano ed
io gliel'ho data. Per riabilitare Dom. per lui ero di nuovo pronto a
tutto anche se adesso avevo una nuova carriera in FBI e tentavo di
rimettermi in carreggiata.
Continuavo ad
essere insicuro,
tormentato, senza una meta.
Correvo sempre
e non sapevo mai per
dove, le volte in cui ero sicuro era quando facevo qualcosa per Dom.
Quando l'ho
rivisto è stato difficile
non capire che non l'avevo mai messo via e che non avrei mai potuto,
però è stato facile perchè c'era anche Mia e mi sono concentrato
su di lei.
Ha bloccato
quel genere di sentimento,
ho pensato di amare lei, ho pensato che lei fosse perfetta e così ho
accettato Dom solo come mio amico.
Mi è stato bene
a lungo, ci sono
riuscito, ho fatto una buona vita, felice, ho avuto una famiglia, ho
fatto molte cose e sempre con loro. Mia, Dom... Roman... cose
incredibili e soddisfacenti, devo dire.
Mi hanno sempre
tenuto occupato.
Occupato a rimanere vivo.
Poi lei è
rimasta incinta e mi ha
preso ulteriormente.
Di conseguenza
non mi sono mai fermato
davvero, poi il bambino è nato e come potevo?
Insomma... sono
successe una serie di
cose che mi hanno impedito di guardare in faccia la realtà.
Poi lui c'era
sempre, abbiamo sempre
agito uno in funzione dell'altro. Siamo sempre stati comunque le
persone più importanti delle nostre vite.
Adesso che c'è
questo momento di
tregua... adesso che il bambino cresce, Letty è tornata, noi siamo
di nuovo a casa a Los Angeles, il gruppo è riunito... adesso è
diverso.
Posso pensarci.
Devo.
Non ho molta
scelta.
Perchè mi
dicevo... è come un
fratello. È importante. È normale che sia tutta la mia vita...
anche Mia lo è.
Ma è diverso.
Mia è una persona
importantissima in un altro modo, è la madre di mio figlio, l'adoro.
La amo, in un certo modo. Però senza di lei andrei avanti, l'ho già
fatto. È senza Dom che non penso potrei più.
Ci sono stati
molti momenti in cui ho
pensato che non ce la facesse, mi sono sentito morire. Ho pensato è
finita. Io mollo. Se lui non torna io non continuo.
E non so bene
in che senso intendessi.
Penso sarei
potuto sparire dal mondo,
non lo so.
Io adoro Mia ma
Dom... Dom mi è
entrato dentro in un modo che non so dire.
Mi è entrato
prima lui, poi il suo
mondo e tutto quello che lo riguardava. Mia era il suo mondo. Era
parte di esso.
Quindi capisco
anche il senso della sua
esistenza nella mia vita.
È come un
assicurarmi che Dom sia
sempre con me.
Però ora che è
tornata Letty io mi
sto sentendo... Dio, non pensavo davvero di potermi sentire in questo
modo.
Quanto sono
imbecille.
Sono geloso, è
questa la verità!
Mi dà fastidio
quando sono insieme,
dannazione. Quando si baciano. Quando lui guarda solo lei.
Mi dà fastidio.
Così sto con Mia e
supero la cosa.
Lei mi rilassa,
mi fa bene.
Però appena li
rivedo mi salgono i
nervi.
D'altronde ha
fatto una vita martire
per lui. E io per Mia. Beh, più o meno. Più che altro io l'ho fatta
per riunirmi a lui e per tenermelo vicino, impedirgli di fare l'eroe
solitario.
So che lui è
innamorato di lei per
davvero, certe cose le vedi e basta. Sono proprio così.
È inutile stare
tanto a girarci
intorno.
A cosa serve?
A niente... è
così e basta...
Lo posso
digerire, lo posso accettare.
Mi può andare bene.
Tanto lui
resterà qua per sempre, per
la famiglia. Per noi. Per me.
Resto sempre
importante, il più
importante. O il secondo.
Chi lo sa.
Però mi può
bastare.
È solo un amore
platonico. Non posso
dire che lo vedo solo come un fratello, mentirei a me stesso ed ormai
sono abbastanza grande. Non posso fare sempre così.
Dopo aver
passato metà della mia vita
a cambiare di continuo idea su chi volevo essere, è ora di guardare
subito in faccia la realtà.
Amo Dom. Sono
un imbecille, però è
così.
Anche lui mi
ama, ma per lui è un
volermi bene, ama Letty, va bene. Non ha importanza.
Me lo farò
andare bene.
Tutto qua.