5. UNA DECISIONE CHE VALE UNA VITA
Per il resto del tempo
passato tutti insieme, Tommy e Brendan non parlarono fra di loro, non
interagirono e furono molto freddi uno con l’altro, Tess capì subito
che c’era qualcosa che non andava e pensando che era il solito rapporto
fra fratelli delicato, decise di prendersi le bambine e guardarsi un
film con loro, suggerendo a Brendan di mostrare a Tommy ‘quella cosa’.
- Così vedi come procede! -
Tommy aggrottò la fronte
poiché non sapeva di cosa parlava, mentre Brendan piegò la testa di
lato soppesando l’idea suggerita dalla moglie.
- Ma è sera, non si vedrà molto… -
- C’è un generatore,
l’energia serve per portare avanti i lavori… - Ricordò Tess. A quel
punto Brendan decise di approfittare, così avrebbero potuto parlare da
soli.
- Ok, mi sembra una buona idea! - Rispose.
- Di cosa parlate? - Chiese Tommy senza capire.
- Vieni con me, ti mostro una cosa! - Tommy lo fissò perplesso e diffidente.
- A quest’ora? - Brendan alzò le spalle mettendosi la giacca.
- C’è la corrente elettrica! - Risposta che per Tommy diceva tutto e nulla.
- Ah beh, se c’è la corrente… - Commentò ironico.
Brendan ridendo prese la giacca di Tommy e gliela lanciò.
- Dai, sbrigati! -
Con questo si infilò anche
le scarpe ed uscì di casa lanciando uno sguardo complice e grato alla
moglie che aveva capito che avevano bisogno di un momento insieme.
Tess era molto comprensiva
se si trattava del resto della sua vita, si era impuntata solo per
quanto riguardava le MMA, seppure alla fine avesse ceduto e fosse
venuta a vedere le lotte dell’ultimo giorno.
Era stata lei ad insistere
perché smettesse, perché si faceva sempre troppo male e lei non poteva
sopportarlo, specie perché non voleva che le bambine avessero un brutto
esempio.
Finita quella parentesi non
concessa, ma comunque ammessa, Tess aveva ribadito che non voleva che
tornasse a combattere e lui aveva deciso di accontentarla, dopotutto
ora si erano sistemati coi soldi e per quanto gli piacesse combattere,
poteva capire la sua ansia e le sue motivazioni. Era padre, dopotutto.
Aveva una responsabilità diversa.
- Dove stiamo andando? -
Chiese Tommy impaziente. Brendan fermò l’auto e gli indicò di scendere
che erano arrivati. Si guardò intorno e notò un cantiere, era un
vecchio edificio in ristrutturazione.
Tommy scese senza capire.
- Ti dai all’edilizia? -
Chiese. - Hai messo su un’attività di costruzione coi soldi che ti
avanzavano del premio? - Naturalmente Brendan aveva saldato il debito
della casa, dopo di che aveva deciso di investire i soldi in un
progetto che gli era sembrato giusto e sensato.
- Non proprio! - Rispose
Brendan alla prima domanda, avanzò e con le proprie chiavi aprì il
portone dell’edificio attorniato da impalcature, una volta dentro fece
scattare il generatore che accese una luce provvisoria. In un attimo
prese forma l’interno, sempre in ristrutturazione e pieno di travi,
tubi metallici, impalcature interne e materiale edile.
Tommy entrò circospetto con
un sopracciglio alzato: la cuffia nera in testa e la giacca altrettanto
scura, più la stazza prestante dava di lui l’idea di un ladro nella
notte.
- Che stai costruendo? - Chiese senza capire.
- Una palestra per MMA! -
Appena lo disse, Tommy capì e si girò di scatto verso di lui che lasciò
la porta chiudersi con un boato.
- Che intenzioni hai? -
Chiese un po’ risentito. Brendan si mise a camminare per lo spazio
interno allargando le braccia, mentre indicava zone e parlava con
entusiasmo.
- Qua un bel ring, qua un
tappeto, qua gli attrezzi, poi di là gli spogliatoi e le docce e lì
l’accettazione! Questo posto sarà tuo! Lo gestirai tu! - Quando lo
disse con entusiasmo, Tommy si sentì mancare perché era la prima volta
che qualcuno faceva qualcosa del genere per lui. Anzi, era la prima
volta che qualcuno faceva qualcosa per lui in assoluto!
- Lo fai per me?! - Brendan sorrise più che mai annuendo.
- Certo! Dopo aver pagato
la casa avevo avanzato dei soldi e ci tenevo ad investirli in qualche
modo, così ho cercato qualcosa che potessi sentire mio, che avesse
senso, capisci? Sai, non sono tipo da fare locali e cose simili… -
Tommy scosse il capo girandosi intorno a guardare alla luce fioca che
ronzava. - A me piace il mio lavoro, ma piace anche la MMA… e volevo
fare qualcosa per te, perché ti ho ritrovato e ti ho promesso che ti
avrei aiutato e… insomma, ho pensato che questa fosse la soluzione
migliore! - Tommy voleva rifiutare per qualche ragione, ma in realtà
l’idea era bella, utile e sconvolgentemente giusta per loro.
Non sapeva per quale motivo avrebbe dovuto rifiutare.
- Mi stanno chiamando in
tanti per combattere. Ho molte segnalazioni di gare, tornei, incontri…
vogliono che torni sul ring. E mi chiedono anche di te. Scommetto che
chiamano anche te! - Esclamò Tommy senza rispondere a quella proposta
indiretta.
Non parlare del loro ‘problema’ personale non serviva, però in quel momento era meglio così per entrambi.
Brendan alzò le spalle mettendosi le mani in tasca.
- Sì certo, ma non
combatterò più… sono un insegnante ed è vietato dal regolamento, mi
piace quel lavoro. E poi sono padre. E a Tess viene un infarto ogni
volta che salgo sul ring… avevo smesso per queste motivazioni, ho
ripreso per disperazione, mi servivano soldi… - Tommy fece un mezzo
sorriso immaginando la risposta. Si spostò su un’impalcatura e vi si
sedette, era sopra Brendan di una spanna e lo guardava dall’alto, ad un
paio di metri di distanza. Appoggiò il mento alle braccia conserte sul
telaio metallico.
- Io invece penso che
riprenderò. Finché riesco e sono vincente… così metto via un po’ di
soldi, quando posso me ne vado… - Brendan sorrise felice della sua
intenzione, ci aveva sperato che non smettesse, era dotato, gli faceva
bene e gli piaceva. Non c’era ragione per smettere. Però era una di
quelle cose che non si potevano chiedere od imporre, non potevi
convincere un lottatore a combattere. Doveva volerlo lui.
Brendan si avvicinò con quel luccichio soddisfatto, ai suoi piedi che pendevano ad altezza delle braccia.
- Sono contento di questa
decisione! E quando decidi di smettere puoi fare l’allenatore in questa
palestra! Quando vorrai passare dall’altra parte, sarà tua! Nel
frattempo ti allenerai qua! - Brendan era molto entusiasta e a Tommy
piaceva vederlo così, sorrise divertito con mezza bocca, poi senza
staccargli gli occhi di dosso, disse mezzo serio e mezzo ironico.
- Ma a me serve un
allenatore subito. Ed anche a questa palestra! - Questo perché Tommy
aveva visto in là con molta chiarezza. Brendan si fermò realizzando
cosa stava intendendo.
- Scherzi? - Tommy accentuò il sorrisino.
- Perchè? Questa palestra
l’hai costruita perché la volevi tu, poi hai pensato che potesse fare
bene anche a me, ma è un sogno tuo. Ci devi stare tu. E non devi
rinunciare alle MMA. Non dico di combattere se non te la senti, però ci
devi rimanere dentro. Come allenatore e gestore della palestra è
l’ideale. E’ il tuo mondo. E’ come se fosse scritto per te. Tu hai
tecnica, hai sempre avuto tecnica. Io ho forza bruta e rabbia, ma tu
hai tecnica. E sei carismatico, hai il dono dell’insegnamento! Secondo
me lo devi fare tu! - Brendan rimase perso all’idea che gli stava
proponendo, indeciso, preso in contropiede abbassò lo sguardo shoccato.
- Io… io non so… si tratterebbe di rinunciare alla cattedra scolastica? - Tommy alzò le spalle.
- Puoi ridurre ad un part
time e fare solo al mattino, le palestre possono anche stare chiuse al
mattino o ci puoi mettere qualcuno che ti sostituisca quando non puoi.
Ci sono molte soluzioni. Te la posso tenere aperta io quando tu non ci
sei, ma sei tu il capo, tu che gestisci ed alleni… -
- Ma ci sono le gare, i
combattimenti. In quanto allenatore devo seguire il lottatore, mi
porterebbe via tempo… non credo potrei fare entrambi… - Tommy alzò le
spalle sospirando.
- Dipende da quanti ne
alleni, puoi prendere un collaboratore che ti tenga aperto il posto
mentre tu non ci sei… e nel frattempo… - Tommy a questo punto si alzò e
si mise a pancia in giù sporcandosi nella trave dell’impalcatura che lo
reggeva, poi si sporse verso di lui e arrivando ad altezza viso,
sorrise girandoglielo verso il proprio con un dito.
- E nel frattempo alleni me
e mi accompagni nelle lotte. Sono principalmente di sera, tornei di più
giorni come quello sono rari. -
Brendan rimase senza parole per il gesto e la vicinanza, e per la proposta.
In un attimo gli aveva fatto una controproposta che gli aveva rivoluzionato l’esistenza.
In un attimo il mondo era tutto sottosopra.
- E’ così che ci fermiamo a
riflettere sulla nostra situazione anomala? - Chiese improvviso,
rigido, senza allontanarsi. Lo guardò contrariato e smarrito insieme,
quello sguardo tipico suo, così particolare.
Tommy fece un sorrisino malizioso.
- E’ tutto il giorno che ci penso. Tu no? -
Brendan annuì colpevole
abbassando lo sguardo ed il volto. Tommy tornò a rialzarglielo con
sicurezza, cercando di nuovo i suoi occhi dolci e persi.
- Ho capito che non si
scappa da ciò che si è, quando te ne sei andato eravamo arrivati al
punto di scoprire i nostri veri sentimenti, i nostri veri istinti. Tu
te ne sei andato perché l’hai scoperto prima, io non ho voluto vedere
per rabbia. Ma abbiamo ripreso da dove ci siamo interrotti. Per quanto
osceno e sbagliato, è questo che siamo, è questo che ci è successo e
che continua a succedere. - Per Tommy era facile, non aveva legami di
alcun genere, non doveva rendere conto a nessuno e non c’era una
coscienza che gli diceva che non poteva per determinati motivi.
Perché non poteva? Per lui non c’era un divieto, non c’era un ‘no perché…’
Brendan sospirò chiudendo
gli occhi, tenendo quel contatto delle due dita sul proprio mento e la
sensazione di essere guardato così da vicino.
Così meraviglioso.
Il cuore tornò ad andare
veloce come tutte le volte che erano troppo vicini, si morse il labbro
e respirò a fondo senza il coraggio di guardarlo negli occhi.
- Non è così facile, non mi
sembra. E se ci leghiamo come un allenatore ed un lottatore credo che
ci complichiamo la vita. Se lo facciamo significa che abbiamo preso una
decisione che… che dobbiamo essere molto sicuri di volere. - Tommy
rispose subito senza il minimo dubbio.
- Io lo sono. Sei la prima
cosa bella della mia vita, l’unica, dannazione! E non me ne frega se
siamo due fratelli e due uomini! Quello che provo, quello che voglio è
chiaro! Lo è sempre stato tutte le volte che giocavo con te toccandoti,
perché mi piaceva tormentarti, che gridassi e poterti avere fra le
mani… - Brendan ora si stava eccitando, si spostò da un piede
all’altro, ma non si mosse, rimase fermo sempre con gli occhi chiusi. -
E poi sotto la doccia stamattina è stato lampante, Brendan. Appena ti
ho avuto… appena ti ho preso il cazzo in mano non mi sono potuto
fermare. E’ stato come togliere un coperchio schiacciato a forza per
troppo tempo. - Brendan si leccò le labbra in difficoltà. Cercava di
rimanere lucido per capire cosa dovesse fare, cosa provasse. Ma non era
facile con lui che ora gli scivolava con la mano dietro la nuca. - E
baciarti è stata una rivelazione. Avere un orgasmo insieme. Tu che lo
facevi a me, io che lo facevo a te. Se ci ripenso mi torna duro. E’
sbagliato, ma è così che siamo fatti. E lo rivoglio. Tu non lo rivuoi?
- Brendan era già molto eccitato e sperava solo che agisse, perché non
riusciva a muoversi e non poteva tornare a casa da sua moglie in quelle
condizioni.
Così, tremante, a quella domanda, mormorò sempre con gli occhi chiusi che non osava aprire.
- Certo che lo rivoglio.
Quando sono con te non desidero altro. E se staremo insieme ancora, non
ci sarà un momento in cui non lo vorrò ancora! - Tommy, soddisfatto e
finalmente felice di qualcosa, sorrise e si protese verso di lui
sfiorandogli le labbra con le proprie.
Brendan si tese, aprì gli occhi d’istinto e poi si rilassò subito richiudendoli.
Il calore si espanse, era così bello, era così semplicemente bello.
Come poteva essere sbagliato?
Era quello che voleva, era quello che voleva e basta.
Piegò la testa di lato e
aprì la bocca per accogliere la sua lingua e andargli incontro, quando
si trovarono si intrecciarono giocando in una piccola lotta erotica che
culminò con una voglia indicibile, indomabile.
Di nuovo come quella mattina, come se il fatto di essere fratelli li incentivasse invece che fermarli.
Tommy poi si separò da lui,
si tirò su sulle braccia e si mise in ginocchio, si aprì la giacca e si
tolse la cuffia e la maglia, infine guardando Brendan in basso, ancora
a terra, fece il gesto di salire sull’impalcatura con lui.
Brendan capì cosa voleva, inghiottì a vuoto, teso ed emozionato. Era il momento della decisione.
Farlo e condividere la vita
con lui con tutte le conseguenze del caso, che significavano tradire
Tess e avere un segreto inenarrabile con le figlie, oppure negarlo,
chiudere e non fare più nulla?
Poi capì cos’era a pesare in particolare.
“E perderlo di nuovo? No, Dio mio… non potrei mai…”
Con questo si tolse la
giacca anche lui e dopo un brivido di freddo, salì sull’impalcatura con
lui, si sedette e sistemò i propri vestiti giù come aveva fatto Tommy,
per potersi mettere sopra.
Tommy si tolse anche i
pantaloni ed i boxer e Brendan esitò di nuovo un secondo, ma lui
l’aiutò senza perdere tempo, lo spogliò del tutto e lo stese. Quando
l’ebbe sistemato sotto di sé, i brividi cessarono, così come i dubbi e
la paura.
Quel passo sarebbe stato forse il migliore della sua vita, perché quello più desiderato.
Tommy lo baciò prendendogli
le mani e inchiodandole alle proprie ai lati del viso, le strinse e
scese fuori dalla bocca, percorrendo il viso dai lineamenti sempre così
gentili e delicati nonostante fosse un uomo adulto.
Arrivò all’orecchio e lo
leccò, scese sul collo succhiando e mano a mano che andava giù, le
emozioni divamparono insieme ad un’eccitazione senza pari. Lo volevano
come non mai, ma Tommy prima di andare oltre si fermò e tornò su a
guardarlo negli occhi, con uno sguardo tanto intenso quanto corrucciato.
- Che cosa mi rispondi? - Brendan, smarrito, non capì a cosa si riferiva.
- Per cosa? -
- Mi allenerai? - Brendan
capì in quel momento quanto strano fosse allenare proprio lui, proprio
loro con i trascorsi che avevano. Ma capì anche quanto importante
dovesse essere per lui.
“Se nonostante l’incesto lui mi vuole lo stesso, significa che conto troppo.”
Per Brendan fu chiaro in quel momento e prendendogli il viso fra le mani, sorrise.
- Ti allenerò. - Così in un istante cambiò totalmente la sua vita.