CAPITOLO II:
MA CI SEI STATO TU

- Steve, dammi tregua! -
Esclamò alla fine esasperato Danny sfuggendo dalla sua ennesima presa da dietro. Aveva la forza dalla sua e la usava in ogni momento per prevalere… non che l’altro fosse deboluccio, infatti scappava con una certa abilità.
Steve sbuffò allargando le braccia impaziente:
- Mi spieghi che diavolo c’è che non va? - Da quando si erano baciati era passato qualche giorno ed in seguito Danny gli aveva di nuovo concesso solo qualche altro bacio, non era mai andato oltre e non gli aveva assolutamente permesso a Steve di farlo contro la sua volontà. Però la sua bocca non la rifiutava mai, solo le sue mani quando andavano sotto la cintura dei jeans.
Aveva immaginato che volesse andarci piano, ma così tanto era assurdo!
Danny si girò lieto che questa volta fossero a casa di Steve e non a lavoro come l’incosciente qualche volta aveva tentato.
- Te lo devo davvero spiegare? - Chiese incredulo visto quanto chiaro fosse per lui.
- Sì, non ci arrivo proprio visto che stavamo andando -mi pare- piuttosto bene! -Conoscendolo, la prossima domanda sarebbe stata ‘perché non scopiamo ancora?’ ed essendo che Danny voleva evitarla, decise di essere quanto più illuminante possibile. Se c’erano stati equivoci era il caso di stanarli.
- Steve, non sono gay, non ho mai avuto esperienze simili, mi sono sempre piaciute parecchio le donne, sono stato sposato ed ho avuto una bambina, non è facile per me affrontare una cosa simile solo perché… mi piace baciarti! - Alla fine era tutto ciò che era disposto a concedergli. ‘mi piace baciarti’.
Steve lo fissò ad occhi sgranati come se stesse parlando arabo.
- ‘Mi piace baciarti’?! - Fece infatti basito e seccato. Danny si chiuse sulla difensiva e come ogni volta che lo faceva, attaccò con un monologo logorroico ed ironico!
- Sì Steve, mi piace baciarti, e allora? Cos’è, ti aspettavi di più? Pensavi che volessi saltarti addosso o che diavolo ne so, ti amassi? Non sono cose facili e veloci come nei film e soprattutto fra l’attrazione ed il sentimento non è un passo così breve, siamo nella vita reale, per uno che non ha mai vissuto cose simili non è facile. Siamo in un’epoca avanzata in ogni senso, non ho problemi coi gay ma ho problemi ad esserlo. E francamente, Steve, non basta qualche bacio piacevole per farmi fare il passo, mi serve più tempo, è chiaro o ti devo fare un disegno? Anche tu, poi, dannazione… non eri un etero incallito? Come fai a viverla tanto facilmente? Come fai dopo aver avuto a che fare con corpi femminili per tutta la vita a volerne uno maschile così con uno schiocco di dita? -
Almeno questa volta il discorso era ben chiaro e approfondito e non doveva usare l’immaginazione per capirlo.
Steve sbatté un paio di volte le palpebre e fissandolo come se fosse talmente ovvio da essere ridicolo, rispose disorientato:
- Io sono bisessuale. Cioè, ho avuto un’esperienza al liceo ed una quando ero arruolato coi Seal, poi per il resto ho avuto solo donne, però non è la prima volta. Tendenzialmente preferisco le donne, è vero, mentre per gli uomini comincio con un discorso interiore per poi arrivare a quello fisico, però non ho i tuoi problemi… - Ma davvero non l’aveva capito da solo che era bisessuale col rapporto che avevano instaurato sin da subito?
Non è che ne aveva di simili con tutti quelli che lo circondavano, nemmeno con Chin che lo conosceva da più tempo e che il rapporto era comunque stretto, era così intimo.
Dannazione, con nessuno in realtà!
Danny ne rimase quasi ammazzato, non aveva assolutamente mai sospettato di nulla e ritrovarsi ora davanti a quella verità brutalmente spiattellata lo disorientava.
- Come diavolo facevo a saperlo? Non ne abbiamo mai parlato e da quando sono qua hai sempre avuto donne! -
A Steve a quel punto venne spontaneo…
- Ma ci sei stato tu! -
Danny però continuava testardamente a non voler capire:
- Che diavolo centro io? E’ solo da qualche giorno che… - Steve a quel punto si esasperò e allargando le braccia lo fermò spazientito:
- Che ci baciamo è da qualche giorno ma dai, non è solo una questione di quello che facevamo ma di ciò che eravamo! Ti sembra che siamo sempre stati solo amici o colleghi e basta? Io che non mi apro ai cazzi miei nemmeno sotto tortura se non con pochi eletti e che invece con te vivo praticamente in simbiosi sotto ogni aspetto delle nostre vite? Che ti dico tutto, che mi confido, che ci presentiamo le rispettive famiglie, che… dannazione, Danny, come puoi cadere dalle nuvole così? -
Quando prese fiato notò che l’altro era davvero stupito di quel che stava ascoltando e probabilmente perché si rendeva conto solo ora che aveva ragione, sperava si stesse chiedendo come diavolo avesse potuto non accorgersene prima da solo ma sapeva che anche in tal caso non l’avrebbe mai ammesso, sarebbe stato come dire di una sua mancanza e per Danny era impensabile!
- Io… suppongo che fossi preso da… - Ma nemmeno impegnandosi trovò una valida giustificazione, il punto era che Steve aveva ragione e strofinandosi il viso stanco e stufo abbassò di schianto le braccia appoggiandosi al tavolo del soggiorno dove erano finiti a discutere. - Va bene, forse non hai torto… - che era diverso dal dire che aveva ragione e Steve abbozzò un sorrisino divertito avvicinandosi sinuoso al compagno. -però sta di fatto che per me non è facile ed è la prima volta che mi capita una cosa simile e se ti va devi aspettare che io sia pronto o che mi vada, altrimenti amici come prima. -
- Che non eravamo… - Concluse l’altro divertito prendendolo per la vita.
Danny sospirò davanti alla sua espressione risoluta ed ironica, era talmente espressivo che non gli serviva parlare per dire cosa pensava.
- Come vuoi! Ma mi hai capito? - Chiese gesticolando con le mani alzate di lato per farsi dar retta.
Ormai Steve era appoggiato a lui completamente col bacino e non gli lasciava molto spazio di movimento. Nemmeno volendo si sarebbe mosso.
- Alla perfezione. Niente obblighi di alcun tipo. Solo quello che vogliamo quando vogliamo. - Riassunse alla perfezione Steve. Anche per lui andava meglio così visto quanta paura aveva delle relazioni serie, non ne aveva da una vita. Preferiva quelle sporadiche, quando aveva voglia e basta.
Così sarebbe stato perfetto fra loro, non poteva chiedere di meglio, peccato che c’era un particolare che Danny, con quel sorrisetto da damerino di chi diceva ‘ho vinto comunque io’, non considerava.
- E come la mettiamo ora col fatto che io voglio andare a letto con te e tu no? Chi vince in questo caso? - Per entrambi la risposta era scontata, ‘io’,però nessuno dei due lo disse visto che ormai le loro labbra erano di nuovo unite come era bene che fossero.
Alla fine Danny stesso lo prese per i fianchi e lo tenne a sé senza però permettergli di andare oltre, così poteva circa tenerlo sotto controllo e spingerlo via quando sentiva che lo frugava un po’ troppo.
Certamente era piacevole, non poteva negarlo, ed il fatto che non si fosse mai imposto di considerare certe cose non significava che nel momento in cui le viveva -sia pure contro la propria volontà in un certo senso- non fosse piacevole, anzi. Lo era forse ancora di più, come cedere ad il proibito o qualcosa del genere.
Però era un fatto, la sua mente vinceva ancora troppo sui propri impulsi e non era convinto che andasse bene buttarsi a capofitto in una situazione del genere.
Però la sua bocca l’avrebbe tenuta volentieri per sé ancora a lungo, quello sì…


C’era da chiedersi cosa avesse di tanto particolare da renderlo creta nelle mani di un artista.
No, fino a quel momento era riuscito a mantenere la propria volontà ben ferma ma giorno dopo giorno con lui e con le sue continue insistenze era diventato sempre più difficile rifiutarlo.
In fondo era così deciso e veloce con quelle mani che spesso prima che si accorgesse che erano scappate dalla sua vita se le ritrovava già in posti inappropriati.
Quel giorno erano andati, su eccessiva insistenza di Steve, a fare una scampagnata in uno dei suoi luoghi preferiti, soli in cima alla natura, circondati solo da uno splendido e rilassante verde, non gli era ancora chiaro come, alla fine, Steve fosse riuscito a circuirlo in quel modo.
La sua abilità in quel settore era notevole ed anche se prima di lui non aveva mai provato attrazione fisica per un altro uomo, era ormai quasi impossibile non provarla per lui.
Arreso al suo bacio e alle sue mani, non trovò malvagio appoggiarsi ad un tronco e aggrapparsi alle sue larghe spalle possenti per lasciarlo, quella volta, agire quasi indisturbato.
Quasi.
Non gli era comunque chiaro come avesse fatto ma fra un bacio e l’altro, dopo il suo collo si era preso anche il suo inguine, fortunatamente solo con le mani.
Solo.
Come se non fosse già troppo.
Però si stupì, si era sempre immaginato a schifarsene, forse non aveva voluto andare oltre per paura di rendersi conto di questo. Che non gli sarebbe piaciuto e che avrebbe dovuto così troncare con lui.
Dopo essersi teso fino allo spasmo si trovò addirittura rilassato e attirandolo a sé gli chiese implicitamente di non fermarsi, circondando il suo collo con entrambe le braccia, trasmettendogli la voglia di avere di più.
Non sapeva proprio cosa avesse di particolare e come facesse, ma ogni volta che insisteva con lui e che violava la sua volontà, finiva sempre per stare assurdamente meglio. Questo non gli impediva di impuntarsi comunque ogni santa volta!
Finendo per mordergli il lobo dell’orecchio mentre lui gli succhiava ancora un punto sul collo in perfetta sincronia con la mano che si muoveva veloce e decisa sotto i suoi pantaloni, alla fine riuscì anche a raggiungere l’apice non con poco sconvolgimento.
Non era normale, si ripeteva ansimante col volto premuto contro la sua spalla. Non lo era affatto. Ma era tremendamente bello.
Sconvolgente ma bello.
Il sorrisino soddisfatto e sornione con cui Steve l’accolse riprendendosi poco dopo le sue labbra, fu una specie di capolavoro che restituì tutte le forze appena perse.
- Ora spero che tu sia abbastanza soddisfatto e che mi lascerai in pace! - Ma suonava tanto come un ‘non smettere più’. Cogliendolo alla perfezione, l’altro rispose a questo.
- Puoi giurarci. - Danny capì perfettamente cosa intendeva e si rassegnò. Una volta che quello partiva non lo fermava più nessuno ed in tutta onestà, così, a caldo, non riusciva lui stesso a trovare un motivo valido per non farglielo rifare la volta successiva.

Fu forse per quei retroscena che quando Steve cadde nel dirupo rompendosi il braccio, Danny per un momento uscì di testa.
Fece molta fatica a rimanere in sé e lucido ad agire come andava fatto.
Quasi tentato di scendere con lui e aspettare stupidamente in sua compagnia, alla fine riuscì a fare la cosa giusta e a far venire i soccorsi, non dopo essere riuscito a farlo risalire.
Per un momento aveva temuto davvero che cadesse giù oltre quel piccolo spiazzo roccioso. In quell’istante si era gelato e spaventato come ricordava poche volte si era sentito. Era stato diverso comunque.
Questo sarebbe stato l’input con cui, in seguito, si sarebbe trovato a fare i conti e a tentare conseguentemente altre strade.
Innamorarsi di uno spericolato come Steve era un suicidio, forse per pura sopravvivenza personale sarebbe stato meglio evitare.
Idee a cui avrebbe pensato solo dopo, una volta solo.
Sul momento quando riuscì a tirarlo su e a riprendere la sua mano, si era sentito come dimagrito di dieci chili e quasi capace di volare. Non riusciva a quantificare lo spavento che si era preso ma tale era stato il sollievo di riaverlo con sé sano e salvo che non si era sentito poi tanto idiota nel rispondere in quel modo al suo grazie urlato in mezzo a tutti i soccorsi appena giunti per portarlo via.
Aveva infatti indicato sé stesso, poi fatto un cuore con le dita e indicato conseguentemente Steve mentre veniva sollevato per la fune verso l’elicottero.
Un gesto comico fra amici.
E sicuramente due amici si mimavano ‘ti amo’ così, per ridere, specie due uomini così affezionati alla loro virilità. Sicuro, come no!
Non aveva voluto dire davvero che l’amava o tirare fuori chissà quale sentimentalismo, ma magari che gli voleva bene sì, magari sollevare quel momento di immane paura, magari chissà cos’altro.
Comunque l’aveva fatto e solo dopo si era reso conto del reale significato.
Era vero che l’aveva fatto non certo per dovere ma perché ci teneva. Ma ci teneva in quel modo?
Fra due che si baciavano e che stavano per andare oltre era normale comportarsi in quel modo e farsi dichiarazioni tanto simpatiche e spontanee, ma visto che non voleva spingersi sopra un certo livello forse valeva la pena di fermarsi a riflettere sul peso di quel ‘ti amo’ o ‘ti voglio bene’ che dir si volesse…
Certo la paura che aveva provato prima non aveva termini di paragone perché Steve non ne aveva con nessuno, non sapeva cosa pensare ma che gli voleva bene era innegabile.
Era dunque già a quel punto?
Veramente?
Per un momento si chiese cosa avesse pensato Steve di quel gesto.
Per un momento si chiese cosa ci fosse di male nell’ammettere che era vero e non una cosa così per sdrammatizzare, o tanto per dire, o chissà cos’altro.
Per un momento avrebbe voluto essere fra le sue braccia e sentire di nuovo il suo calore fisico mentre lo schiacciava e lo mandava in zone inesplorate di sé.
A quel punto stare senza Steve era già così atroce?, si chiese ricordando la maledetta paura di quando l’aveva visto cadere a quel modo a testa a penzoloni verso il precipizio.
Non poteva immaginarlo ma nemmeno ammetterlo, nonostante con quel gesto simpatico avesse appena fatto.

- Sai una cosa? Tieniti il tuo gesso, chi se ne frega! Non voglio più firmartelo! -Asserì imbronciato Danny parcheggiando a casa di Steve per lasciarlo. Non aveva di certo intenzione di scendere ed aiutarlo, anche se viveva solo ed aveva un braccio rotto si sarebbe arrangiato, visto che faceva tanto il prezioso!
Steve rise divertito e prendendo le chiavi della macchina dal quadro d’accensione, scese con un chiaro messaggio.
La stava facendo davvero lunga, sembrava un bambino.
Danny da dentro si mise ad urlare che gli restituisse le chiavi ma quando questo non successe, dovette arrendersi e scendere a sua volta, quindi con le braccia spalancate ed aria imbronciata disse:
- Ma sono questi i modi per farsi aiutare? No dico, se non riesci a toglierti la maglia da solo basta chiedere gentilmente una mano, no? E poi sai che sei proprio un bel tipo? Non mi fai firmare il tuo stupido gesso ma pretendi che mi fermi e ti aiuti! Ma fatti aiutare da Sandrine! - Disse stizzito riferendosi alla cameriera. Non era per niente difficile capire quando Danny era geloso, non dava pena per mascherarlo nemmeno un po’, era fin troppo divertente. Steve allora fece dietrofront e si parò in breve davanti a lui, non lo toccò ma si avvicinò tanto da sfiorarlo col corpo e quando sembrava stesse per baciarlo si fermò, quindi malizioso chiese:
- Vuoi davvero che ti chieda una mano qua come si deve? -
Solo allora capì il senso di quella mano e arrossendo come uno sciocco, Danny sfilò via precedendolo in casa sua mentre Steve, ridacchiando soddisfatto, lo seguiva vittorioso.
Una volta in casa abbandonò le chiavi sul mobile dell’entrata e parandosi davanti con le braccia lungo i fianchi, chiese languido come se gli stesse facendo chissà quale proposta indicibile.
- Allora me la dai questa mano, per favore? - Sicuramente così andava meglio, si disse Danny mentre capiva di nuovo cosa intendeva Steve con quell’uscita.
Non c’era molto da fare, quando si metteva in testa una cosa era davvero la fine…scuotendo il capo si rilassò nel trovarsi solo con lui al sicuro, quindi prendendogli i lembi bassi della sua maglietta che, manco a dirlo, era ovviamente attillata, gliel’alzò imprecando.
Era arrivato al braccio ingessato.
- Ora te la strapperei via, questa maledetta maglietta! - Imprecò spontaneo senza pensare a cosa poteva sembrare quest’uscita spazientita per la fatica di togliergliela senza fargli male.
Steve infatti si illuminò subito e malizioso gli prese la cravatta a cui mai per nessuna ragione rinunciava, quindi lo tirò a sé giudicandola per una volta comoda.
- Bastava dire che mi volevi nudo tutto per te, non serviva esporre tanta violenza! -
Danny si rese di nuovo conto delle sue allusioni e cominciando a maledirle imbarazzato, si riprese la propria cravatta togliendogliela di mano, quindi senza più scrupoli gli tolse la manica che rimaneva della maglietta. Steve non fece mezzo lamento nonostante una fitta l’avesse sentita, quindi una volta a torso nudo cominciò ad avanzare verso il compagno che invece indietreggiò altrettanto lentamente. Sapeva di star dando l’idea di uno che scappava, ma come glielo faceva capire che era restio a lasciarsi andare ad una relazione del genere?
Dopo la paura che aveva provato quel giorno all’idea di vederlo piombare giù nel burrone, come poteva biasimarlo?
Ma quello che ne poteva sapere… era lui che si metteva sempre in quelle situazioni rischiose!
- Vuoi sapere perché non ho voluto che mi firmassi il gesso davanti agli altri? -Chiese improvviso come se cambiasse discorso. Danny disorientato infatti sbatté un paio di volte le palpebre per riprendersi, quindi scuotendo il capo in segno di ’perché’, ascoltò la sua risposta che invece non era poi tanto fuori luogo. Bè, dipendeva dai punti di vista…- Avevo paura che mi firmassi con un cuore! -
Danny si bloccò venendo finalmente raggiunto da Steve che, vittorioso, lo prese di nuovo per la cravatta attorcigliandosela al polso. Non l’avrebbe fatto andare via e sorridendo malefico, lo scrutò nel suo imbarazzo ricordandosi del gesto che aveva fatto dopo il suo ringraziamento nel bosco. Mimare un ’ti amo’ non era certo tanto per scherzo se prima c’era stato un orgasmo di mezzo fra i due interessati!
Danny lo capì tanto quanto Steve e in difficoltà, il primo, si chiese come potesse fare per districarsi da quel casino.
Lo fissava quasi boccheggiante con la mente completamente vuota, tanto quanto gli aveva fatto quel gesto la mattina. Gli era uscito così spontaneo che non sapeva cosa dire. Non poteva rinnegarlo, voleva solo dargli il giusto peso.
- Vedi, Danny…se prima non ti avessi avuto in quel modo non ci avrei pensato nemmeno un po’, era ovvio che giocavi. Ma con un precedente come quello mi spieghi come faccio a non pensarci? - Era anche ovvio che Steve voleva arrivare al punto cruciale su cui lavorava da giorni con solerzia.
Voleva andare a letto con lui dal primo bacio che si erano scambiati, ora non poteva lasciar perdere, era vicino. Ci era dannatamente vicino.
- Non… non aggrapparti a delle sciocchezze simili… noi giochiamo sempre, non dare peso a tutte le stupidaggini che faccio! - Era consapevole che una dichiarazione simile dopo che cercava di non farne aveva un gran peso ma non sapeva cosa farci ormai.
Steve, infatti, sembrava non sentirci proprio per niente da quel lato ed ormai tolta la sua cravatta, cominciò a tirargli fuori la camicia dai jeans per poi sbottonargliela.
- S-Steve, cosa pensi di fare? - Chiese in difficoltà. Non voleva indietreggiare facendo la parte dell’idiota che scappava, voleva solo che Steve la smettesse ma figurarsi se quello era capace di dargli retta!
Coi nervi a fior di pelle gli prese l’unica mano che stava lavorando su di lui e la fermò ma alla fine risultò un gesto ancor più romantico del cuore di quella mattina.
Cosa poteva fare con lui?
Steve si accese e stringendo a sua volta la presa, si chinò con un sorriso contento dei suoi fino a prendergli le labbra nelle proprie. Gliele schiuse con sicurezza fino a violarlo con la lingua. Danny non oppose molta resistenza ma si sentì strano a quel bacio. Gli parve avesse un’importanza diversa dagli altri, come se venisse dopo una vera e cosciente dichiarazione.
La camicia ormai era del tutto aperta e la mano bloccata nella sua era bollente.
Non poteva fare sempre quello che voleva, ogni tanto doveva capire che era lui quello che doveva cedere, ma poi sentì distrattamente che il suo torace davanti a sé era senza maglietta e solo nello sfiorarlo si rese conto di quanto lo volesse.
- Volevo ringraziarti come si deve… - Disse sulle sue labbra intrecciando le dita alle sue.
Forse quella paura che non gli piacesse Steve perché era un uomo poteva anche metterla da parte, ormai, visto quanto gli era piaciuto oggi che lo toccasse. Anche se non era proprio una prova superata visto che era stato solo lui a toccarlo e non viceversa.
Si chiese se il problema fosse solo quello. Paura che non gli piacesse come desiderava, poi si accorse che in ogni caso lo voleva, voleva che gli piacesse in ogni senso, in ogni modo, ad ogni livello e solo per poter stare con lui come si doveva.
Se ne rese conto con shock.
Quando era arrivato a quel punto?
Quando oggi aveva avuto il terrore che cadesse giù nel burrone morendo?
In risposta arrivò la propria mano libera che lo cinse per la vita attirandolo a sé ancor di più, infatti sentendolo, Steve sospirò compiaciuto sulle sue labbra che riprese a divorarsi.
Era ovvio per lui che prima o poi sarebbero giunti a quel punto, talmente ovvio che non capì perché interromperlo proprio in quel momento.
Eppure Danny lo fece. Sciogliendo le dita intrecciate, lo prese per la vita e lo allontanò da sé. Mantenne gli occhi chiusi e la fronte aggrottata, la testa appena abbassata per pensare. Gli mancava e voleva baciarlo ancora, voleva anche il resto, voleva tutto di Steve, ma era possibile che fosse così facile e veloce?
Che una paura più grande sbaragliasse le altre punto e basta?
Voleva capirlo, voleva assolutamente capirlo.
Doveva prendersi del tempo per trovare una risposta con lucidità perché farlo così a caldo dopo una giornata simile sarebbe stato precipitoso, poteva essere solo preda degli eventi pericolosi della giornata, poteva non significare nulla, doveva esserne più sicuro, non era un passo facile quello che gli stava chiedendo.
- Danny, sei tu che ti sei dichiarato e che… - Ma Danny non lo fece finire e capendo quanto seccato fosse -a ragione- cercò di rimediare prendendogli il viso fra le mani, quindi guardandolo da vicino, seppure con aria confusa, rispose piano:
- Lo so e mi dispiace, hai ragione, faccio un passo in avanti e dieci indietro, ma non riesco a buttarmi come fai tu. Fammi pensare, fammi pensare meglio, per favore. Ne ho bisogno… io oggi ho avuto troppa paura per poter essere razionale. Quando ho fatto il segno che ti amavo ero così fuori di me che se avessi avuto un letto ti averi preso seduta stante, ma non è quello il modo in cui io agisco. Voglio essere sicuro. Per favore. -Lo chiese con un tale tono implorante che fu strano, Steve capì quanto ci teneva dal modo in cui glielo chiese, non era normale infatti che parlasse così, non con lui, e sconvolto più per quello che per la richiesta in sé, lo prese a sua volta per il fianco, sotto la camicia, e consapevole di aver innescato di nuovo un meccanismo di tortura, disse sulle sue labbra sfiorandole solamente:
- Ho capito. Hai più o meno un minuto… - Fece comunque scherzando. Danny l’accolse sorridendo capendo che stava alleggerendo la situazione e gliene fu grato.
- Speravo in qualcuno in più… -
- Ed io speravo di poter fare l’amore con te ma come vedi non tutti possono avere quel che vogliono quando lo vogliono! - Se l’asciugò così ma era ovvio che non stava dicendo sul serio, ovvero sì ma non voleva forzarlo a parlare e decidere su due piedi. Costretto avrebbe sicuramente preso la scelta sbagliata.
Danny finse di tirargli un pugno sullo stomaco che in realtà fu una specie di carezza con le nocche, quindi risalendo sui pettorali si mise a disegnargli sempre con quella parte della mano sulla pelle, le linee dei suoi muscoli accentuati che guizzavano al suo tocco.
Come poteva non farsi prendere dalla voglia di averlo e darsi? Quel corpo così invitante non gli faceva più paura, non aveva il terrore di scoprire che non gli piaceva farlo con lui, ormai aveva la certezza che così non era.
Ma ugualmente farlo in quel momento sarebbe stato sbagliato.
- Come minimo ora però dovresti smettere di toccarmi… - Disse Steve ancora sulle sue labbra, fra un bacio leggero e l’altro. Danny annuì ma non cessò e aprendo la mano con cui lo toccava, continuò sui capezzoli finendo per eccitarlo. - Danny, se continui non rispondo di me. - Disse quando lo sentì scendere sul ventre e poi proprio sulla cintura dei jeans pronti per essere aperti.
Danny allora si riscosse, seppure con forte fatica.
Lo voleva quanto lui, come poteva negarglielo?
Come poteva?
Doveva.
Doveva e basta, non aveva scelta. Per fare le cose per bene, con calma, come si doveva e come voleva, quello era lo scotto da pagare. Frenare i bollenti spiriti.
Per una volta che Steve gliela dava vinta non poteva sprecare l’occasione.
Con un sospiro insofferente e mordendosi le labbra si staccò e girandosi quasi col fiatone si allacciò la camicia, appena fu presentabile o così gli parve, uscì senza dire nulla.
In realtà era spettinato, con la camicia allacciata male e tutta fuori dai pantaloni e, cosa ancor più grave, senza cravatta!
Ma in quel momento Danny riusciva solo a vedere Steve, il suo corpo ed i suoi occhi dannatamente desiderabili.