CAPITOLO IV:
ME LO MERITO
Certamente il
primo impulso che ebbe una volta davanti a lui fu quello di abbracciarlo ma
subito dopo venne quello di sparargli, quindi si trovò a sbraitargli contro
infuriato sulla questione di ‘ma che problemi hai? Scappare di prigione? Sei
fuori di testa? Facendoti ferire a morte, per di più!’ e cose simili.
Poi si erano
messi a litigare come al solito, come ai vecchi tempi, solo alcune settimane in
realtà, ed in breve si erano ritrovati, sempre come ai tempi sopra citati, in
macchina insieme diretti in qualche luogo per risolvere la situazione.
Non dopo aver
litigato sulla questione di ‘no, tu stai qua e non ti muovi, è pericoloso se
vai in giro, sei di nuovo, tanto per cambiare, ricercato dal mondo intero!’ che
poi aveva, tanto per cambiare, vinto Steve con quella che ‘sei mai riuscito a
farmi fare qualcosa che volevi?’.
Punto debole per
l’altro che dovette ammetterlo apertamente che ovviamente no, non ci era mai
riuscito ma comunque era suo dovere provarci.
Era per questo
che aveva provato -a quel punto poteva dire solo così- a lasciarlo.
Certo era anche
che per lasciare qualcuno dovevi prima starci insieme e Danny era convinto di
non aver mai fatto quel fatidico passo, non era ancora così suicida da mettersi
con Steve.
Ma ora?
Le cose erano
decisamente cambiate o forse erano sempre come prima con l’unica variante che
rimaneva solo una strada da percorrere, quella che poi volevano entrambi.
Steso sul sedile
retrostante dell’auto, Steve non tardò a fargli il terzo grado sul motivo per
cui non era partito con Rachel per ricominciare la loro zuccherosa seconda
vita.
Non furono le
domande insistenti a destabilizzarlo ma i suoi occhi e glielo disse.
- Piantala di
guardarmi così! - Ci riusciva anche attraverso lo specchietto retrovisore
mentre quello era steso e lui guidava.
Non era
soggezione o inquisizione ma un leggergli dentro e sbaragliarlo, snudarlo e poi
farlo a pezzi.
Gli dispiaceva
aver fallito il suo tentativo di rinascita, significava che nemmeno sforzandosi
poteva seguire la strada obiettivamente giusta.
Ma lo sguardo di
Steve, dopo che si fece raccontare brevemente la situazione, ovvero che Rachel
era tornata con Stan perché il bambino non era suo ma dell’altro, non gli si
staccò un secondo e Danny per tutto il tempo della guida aveva avuto la
tentazione fortissima di mollare tutto, fermare l’auto, andare dietro e farsi
abbracciare.
Era amareggiato,
aveva fatto un tale casino, rivoluzionato vite, dato false speranze a sua
figlia, litigato brutalmente con Steve e poi… e poi, dopotutto, aveva avuto
ragione lui sul fallimento.
Non era uno
sguardo da ‘avevo ragione’, per questo gli faceva male e non fastidio.
Quanto lo
devastava quando lo guardava in quel modo.
In silenzio
arrivarono alla destinazione designata e fecero il colloquio con un uomo che
poté raccontargli qualcosa di utile per il proprio caso e quindi su suo padre,
quindi concluso con lui e tornati in auto di nuovo per il passo successivo,
Danny questa volta deviò con l’impellente bisogno di stare solo con lui come si
doveva, in santa pace e non a guidare per le vie della città dovendo fare
attenzione che la polizia non vedesse Steve.
Fermatosi in un
luogo sicuro, fuori città, dove non passava nessuno ed erano isolati dal resto
del mondo, Steve lo guardò stupito scendere dall’auto e andare dietro, salire a
sua volta e in pieno stile impulsivo assolutamente non da lui, prendergli il
viso fra le mani e baciarlo quasi con un bisogno impellente.
Erano cose da
Steve, si disse, ma non aveva importanza. Ne aveva avuto una voglia matta ed ormai
era così idiota trattenersi…
Poi avrebbero
potuto passare l’inferno di nuovo, fallire in quella indagine e non trovare
prove per scagionarlo e quindi far fare all’altro il fuggitivo a vita. Doveva
cogliere quei momenti quando arrivavano, non poteva più farsi sfuggire niente
dalle dita, niente. Era stufo di perdere quel che voleva e di illudersi che ciò
che aveva andava bene.
Se non era Steve
non andava affatto bene e dopo aver rischiato di perderlo tutte quelle volte
poteva smettere di fare lo stupido in quel modo scappando spaventato.
Spaventato da
cosa?
Da una cosa
troppo grande ed ingestibile?
Che male poteva
esserci? La volevano in due, ERANO in due e questo era bene che se lo
ricordasse, dannazione, prima di fare lo Steve della situazione e scegliere da
solo per tutti.
Senza
accorgersene aveva fatto come lui. Per lo meno il diritto di voto doveva
darglielo ma questa volta diede per scontato che gli andasse bene ed in ogni
caso se pur non fosse stato d’accordo non avrebbe potuto che prendersi la sua bocca
e farla sua.
Steve senza
fiato e senza parole, ancora scosso per ciò che aveva ascoltato da quell’uomo
che sapeva fin troppe cose su suo padre, si ritrovò le sue labbra sopra e nel
momento in cui le sentì fu come se un nodo si sciogliesse, la medesima
sensazione che provava Danny.
Era come se
tutto si districasse.
Avrebbe voluto
mandarlo un po’ a quel paese visto quello che gli aveva fatto patire, ma come
poteva immaginare che quando si innamorava diventava così patetico e dipendente
dall’altro?
Aveva pensato di
essere quello forte che gestiva tutto ed invece gestiva il novanta percento
della sua vita e di quella degli altri se non quando si arrivava in campo
sentimentale. E con sentimentale intendeva sentimenti davvero seri.
Gli faceva
ancora male l’addome quando si muoveva, respirava e stava pure fermo, Victor
per aiutarlo e farlo evadere l’aveva quasi ucciso ma se per patire quello ora
poteva stare lì a baciare Danny poteva anche azzardare l’ipotesi che ne fosse
valsa la pena.
Alzato
lentamente una mano, si decise a toccarlo e prendendolo per la spalla risalì
fino al collo e alla nuca dove affondò le dita fra i capelli biondi come sempre
ordinatamente pettinati all’indietro. Attirandolo ulteriormente a sé mentre le
lingue si fondevano come non avessero mai smesso, con l’altra corse sulla
camicia a cercare qualcosa che sconvolgentemente non c’era. La sua cravatta.
Dopo qualche
minuto di apnea si separarono e contrariato riuscì anche a dire:
- Mi manca la
tua cravatta! - Danny inarcò le sopracciglia sorpreso e scettico, era di certo
una stronzata…
- Se l’hai
sempre odiata… - Mormorò quasi sulle sue labbra.
- Mi manca da
togliere… - Danny sorrise divertito.
- Ora è chiaro…
ti piace togliermela… - Steve fece altrettanto e rilassato come da settimane
non era più si impresse la sua espressione serena e contenta, anzi, luminosa,
da quella vicinanza ubriacante, quindi sospirando si fece brevemente serio.
Era stato un
vero inferno in prigione, era stato uno schifo completo poterlo vedere solo
attraverso un vetro, avere tutte le ragioni e non riuscire a provarle, lasciare
un pezzo di merda a piede libero mentre lui che era innocente trovarsi così
dietro le sbarre.
Era stato
talmente infernale da non poter paragonare il modo in cui si sentiva ora,
insieme a lui, così tranquillo dopo averlo baciato e compreso che sarebbe
finalmente stato suo.
Non c’era
bisogno di dirselo, ormai era così e finalmente potevano anche viversela a modo
loro.
- Me lo merito.
- Disse infine seguendo quel suo pensiero apparentemente egoistico e strano.
Danny lo capì subito e sorridendo appena se lo prese e l’attirò a sé di nuovo
con delicatezza consapevole di dover fare attenzione per non fargli male.
- Sta finendo.
Vedrai che andrà bene. - Steve non ricordava di essersi mai sentito meglio nell’abbandonarsi
alle dolcezze di qualcuno e aggrappandosi a lui si tenne stretto sia alla sua
spalla che alle sue parole.
Ora si
cominciava a risalire, finalmente.
Fu la sensazione
più strana che avesse mai provato e la sentì quando mise piede in casa sua.
Dopo settimane
in prigione poteva anche essere normale ma l’idea di casa l’ebbe quando si girò
e vide con sé Danny che l’aveva accompagnato.
Dopo aver visto
quei filmati poco chiari su suo padre ed essersi oscurato brevemente, aveva
bisogno di distrarsi e a quanto pareva il suo compagno aveva l’intenzione di
aiutarlo.
Fu Danny a
battere le mani e a chiedergli cosa volesse fare per primo da vero uomo libero.
Steve qualche
idea gli venne in quel momento e fissandolo con quel suo sguardo malizioso fin
troppo comunicativo, lo fece sentire a disagio. Sembrava dire che voleva farsi
lui e Danny non era così stupido da non capirlo.
- Secondo me
dovresti trovare il modo di lavarti! - Lo precedette immaginando che le docce
in prigione dovessero essere state discutibili e non intendendo toccarlo prima
di una lavata seria.
- Ho ancora la
ferita al ventre, non posso bagnarla. - Disse Steve ricordandosi le
raccomandazioni del dottore.
Ricordandoselo
Danny fece una faccia strana e guardandogli l’addome chiese:
- Dove ti ha
pugnalato? - Chiese non ricordando bene il posto preciso.
Steve si slacciò
la camicia hawaiana che gli aveva prestato il dottore e gli mostrò la
fasciatura ancora intatta proprio nella parte più bassa del suo ventre.
- Cavolo, un po’
più in basso e ti rendeva impotente! Ammesso che non l’abbia fatto comunque! -
Disse spontaneo immaginando che per un po’ sarebbe stato fuori uso!
Steve sgranò gli
occhi e schifato disse:
- Non dire
queste stronzate! Sono a postissimo, dannazione! Se vuoi te lo dimostro! -
Insinuare che era sessualmente inattivo era peggio di una bestemmia per lui e
Danny che lo sapeva perfettamente si mise a ridere fingendo di ignorarlo per
dirigersi al bagno, di certo non gli serviva una mano per lavarsi ma se doveva
fare attenzione a non toccare la ferita e certi movimenti non poteva farli, si
sarebbe sacrificato.
- Non voglio che
ti si riaprano i punti, sei stato sbudellato, Steve! - Nel senso più letterale
del termine.
L’altro però
parve non sentirci in quel lato e seguendolo in bagno continuò a lamentarsi
seriamente convinto di quel che diceva:
- Non ho
assolutamente problemi a scopare, piantala di insinuare che sia inutilizzabile
perché altrimenti… - Ma Danny stufo di quel discorso idiota si girò e non lo
fece finire, infatti mettendosi dietro di lui lo prese per i fianchi e cominciò
a muovere il suo bacino avanti ed indietro come se stesse facendo sesso, questo
provocò non poche stilettate alla ferita ricucita di Steve che imprecò:
- Ok ok, ho
capito, piantala! - Borbottò seccato mentre Danny si decise a mollarlo
sorridendo soddisfatto.
Dopo la
dimostrazione pratica si crogiolò nella sua ragione andandogli davanti:
- E’ bello
sentirtelo dire, sai? Non che per un po’ non puoi fare certe cose, ma che ho
ragione. È davvero soave, come suono. E comunque non credere che se sei fuori
uso non si possa fare nulla… - A quello una luce maliziosa si accese nel suo
sguardo mentre lo fissava avvicinandosi, era davvero indisponente e la sua convinzione
che se lui non c’era il mondo crollava era davvero ridicola.
Steve si fermò
stupito e non riuscì a dire nulla prima che Danny gli slacciasse i pantaloni
facendosi strada con la mano nella parte inferiore del suo corpo. Non si
stavano toccando se non per quello e nemmeno dopo un bacio, ma non si fermò
muovendosi nel suo inguine con decisione, il discorso sospeso in quelle
settimane stava riprendendo egregiamente senza il minimo problema perché non
gli faceva senso toccare un altro corpo maschile, come aveva invece avuto paura
all’inizio. Era stato quello, fra l’altro, a spingerlo a provare altre strade.
La paura che poi non riuscisse ad aggiungere il lato fisico con Steve che gli
piaceva come persona e come uomo.
Ora, dopo tutto
quello che avevano passato, poteva dire di aver trovato tutte le sue molte
risposte alle altrettante domande e se Danny intendeva solo dargli una piccola
lezione, Steve decise che sarebbe stato tutt’altro. Infatti prendendolo per le
braccia con decisione, sentendo l’eccitazione funzionare a pieno ritmo con gran
sollievo, lo spinse contro il lavandino e inginocchiandosi piano per sovrastare
testardamente le fitte di dolore al ventre, trafficando coi suoi jeans disse
guardandolo dal basso:
- Non
preoccuparti che molte cose si possono fare lo stesso anche se non posso
spingerti come meriti! - A Danny piaceva quando parlava in quel modo, era suo
dovere riprenderlo ma gli piaceva e ci provò nella speranza di riuscire a dire
qualcosa di sensato…
- Come sempre
parli in modo inappropriato. È questo il modo per dire che non riesci a fare
sesso ma che puoi fare altro? Cioè, ‘non posso spingerti come meriti’? - Fece
imitandolo, ma poi la voce gli morì in gola quando si sentì libero sull’inguine
e poi poco dopo la sua lingua che stuzzicava la punta della propria erezione
mentre la sua mano se la lavorava con impeto.
Si prese al
lavandino a cui era appoggiato e smise finalmente di blaterare, con gran gioia
di Steve che poté godersi meglio il suo assaggio meritato.
Il suo sospiro
di piacere gli diede la spinta a proseguire e avvolgendolo completamente nelle
labbra cominciò a muoversi e succhiare con sicurezza, facendosi sentire sempre
di più in un aumento vertiginoso d’eccitazione.
Consapevole che
comunque per un po’ quello sarebbe stato il massimo che avrebbero potuto avere,
decise che non si sarebbe trattenuto e quando sentì le mani di Danny chiudersi
sulle sue spalle e poi risalire sulla sua nuca per chiedere di più e attirare a
sé la sua testa, Steve l’accontentò portandolo al culmine del suo godimento che
arrivò insieme alla sua voce immersa nel piacere.
Adorava la sua
voce, il suo tono, il modo in cui l’usava… era la prima cosa che gli era
piaciuta di lui, quel suo modo di parlare e non ciò che diceva. Se lo
ripetevano sempre. Steve aveva l’espressione e lo sguardo, Danny il tono e la
voce.
Quando raggiunse
l’orgasmo, il compagno era abbastanza sconvolto da non aver capito il luogo ed
il modo in cui era successo ma quando lo vide rialzarsi, capì e se ne imbarazzò.
Era di certo una
delle cose che lui non sarebbe mai stato disposto a fare. Steve si pulì la
bocca con malizia e raggiunto il suo viso gli ebbe pure la faccia tosta di
porgersi a lui per baciarlo, suo malgrado, sia pure comunque irrigidito ed
imbarazzato, Danny non riuscì a rifiutarlo.
Com’era
possibile che niente di quel che facevano lo impressionava come si sarebbe
aspettato?
Per lui che era
alla sua prima esperienza omosessuale trovarsi in un mondo simile e
destreggiarsi più o meno a suo agio, era davvero strano ma non poteva dopotutto
che assecondare gli eventi stessi.
Avvoltolo, se lo
strinse a sé cercando di non usare troppa forza per non fargli male in basso,
quindi decidendo che avrebbe come minimo potuto ricambiare, pensò che per ora
si sarebbe potuto accontentare della sua mano.
Danny aveva
altri modi di fare, prendere o lasciare.
Steve si
accontentò beatamente consapevole che era anche tanto quello che gli stava
dando, quindi appoggiando la fronte alla sua smisero di baciarsi per dare a
Danny la giusta concentrazione per muoversi con la mano sul suo inguine. Nell’attesa
gli slacciò i bottoni della camicia dopo averla tirata fuori dai jeans ormai
aperti e finito il proprio lavoro andò in un oblio completo quando sentì la
propria eccitazione salire fra le dita del compagno che aumentò intensità e
velocità. Fece scivolare le braccia fra i suoi fianchi, sotto la camicia
aperta, quindi a diretto contatto con la sua pelle calda l’abbracciò affondando
le unghie nella sua schiena. Riconfermò ciò che già sapeva.
Danny era basso
ma aveva tutte le cose al punto giusto e su questo non ci pioveva…
Quando venne
avevano gli sguardi agganciati e così vicini che si mescolavano i respiri, un
soffio per baciarsi di nuovo ma stare così, fronte contro fronte, occhi negli
occhi a guardarsi e sentirsi e basta fu appagante e bello, diverso da sempre,
diverso da qualunque altra cosa.
Era come
realizzare che l’incubo era finito e che ora cominciava la vera vita, quella
che entrambi volevano veramente e che nessuno avrebbe più osato contrastare.
Prima teso e
tremante e poi rilassato e sfinito come se avesse percorso i mille metri, Steve
si sentì come Danny poco prima ed uniti nelle medesime identiche sensazioni, si
strinsero l’uno all’altro nascondendo i visi a loro stessi che si abbandonarono
a quell’abbraccio conclusivo che seppe di dolcezza nonostante loro non erano
tipi del genere.
Tolta la benda
con cura cercando di non fargli male in alcun modo, Danny fece una notevole
fatica a non farsi riaccendere dall’istinto di saltargli addosso. Steve era
nudo e stava entrando nella doccia per lavarsi a pezzi, doveva stare molto
attento a non bagnare la ferita quindi aveva bisogno di una mano per certe
cose, di conseguenza oltre a farsi togliere la benda da lui, Steve gli chiese
se poteva passargli la parte posteriore del corpo con l’acqua e poi con la
spugna che al davanti ci avrebbe pensato lui.
Quando non sentì
nulla da parte dell’altro si girò per vedere se era tutto a posto e non poté
non nascondere un ghigno soddisfatto. Danny stava contemplando molto
concentrato il suo sedere ed era chiaro che stava gradendo.
- Pensi di
riuscirci senza saltarmi addosso? Non posso fare movimenti bruschi o non
guarisco più. - Ed improvvisamente non poteva più farne!
- Certo, quando
fa comodo a te non puoi farne, no? Ma ti senti? - Steve sorrise vedendo che si
era ripreso quindi tornando a dargli le spalle gli porse il manico della doccia
che avrebbe dovuto gestire con cura in modo che l’acqua non gli giungesse
davanti.
Danny finalmente
in sé fece il suo dovere e lo fece parlando per non tornare a sentirsi come una
scolaretta alle prese col suo primo nudo maschile.
- Quanto ci
metterà a cicatrizzarsi? - Chiese per puro interessamento senza secondi fini
dietro.
- Il dottore ha
detto un paio di giorni, è ancora presto, è fresco, me l’ha fatto appena
stamattina… - Si fermò realizzando quante cose erano cambiate in un giorno
solo, quante ne avevano fatte e ricordandosi anche che probabilmente stava già
per arrivare l’alba.
Con l’acqua che
scorreva sul suo corpo robusto e forte si sentì addosso tutta la stanchezza di
quelle ventiquattro ore più i giorni di prigione precedenti, quindi sospirando
stanco aggiunse: - sembra davvero impossibile… ieri sera dormivo in una
maledetta cella claustrofobica e stanotte invece nel mio letto. Con te. - Che
Danny si sarebbe fermato era indiscutibile.
L’altro sorrise
consapevole delle pene che aveva patito trovando a suo modo tenera quella
considerazione, gli dispiaceva aver fatto così poco per lui, alla fine l’aveva
aiutato molto di più il suo vecchio capo Seal in un giorno che lui in tutto
quel tempo.
Giunto con la
spugna al suo fondoschiena Danny si distrasse non sapendo improvvisamente più
cosa dire e decidendo che non avrebbe detto nulla, si tirò su in fretta prima
di cedere alla tentazione di toccarlo con le mani. Era quasi una barzelletta…
si trovò a ridacchiare fra sé e sé attirando infatti l’attenzione di Steve che
intanto aveva finito di insaponarsi davanti.
- Che ridi? -
Chiese infatti girando la testa a metà e ridandogli il manico della doccia per
sciacquarlo.
- Niente…
pensavo che è ridicolo che prima di addentrarmi effettivamente in questo mondo
non provavo desideri irresistibili verso il tuo corpo mentre ora che l’ho
assaggiato un po’ mi risulta quasi impossibile non toccarti. È come se fossi
stato miope ed ora avessi messo gli occhiali e ci vedessi bene. -
Steve ridacchiò
capendo cosa intendeva, per lui era stato diverso ma poteva immaginare visto
che lo conosceva.
- Io ci ho
sempre visto bene, invece! - Asserì spaccone, Danny lo spinse scherzando:
- Smettila di
tirartela! - Lo intimò, quindi Steve come se non gli avesse detto nulla proseguì
col suo solito piglio deciso e sicuro di sé:
- Ho sempre
pensato che qualche colpo te l’avrei dato volentieri! - Nella sua solita
volgarità che gli riservava solo in privato poiché non si addiceva ad un
capitano Seal e ad un capo squadra, espresse comunque qualcosa che interessò a
Danny non per una questione di narcisismo ma per pura curiosità.
Com’era successo
per Steve? Era proprio curioso di saperlo…
- Modestamente è
l’effetto che faccio a molte persone! - Che poi i colpi in questione potessero
essere intesi in molti sensi era irrilevante!
Steve rise non
trovando nient‘altro da aggiungere ad un discorso fin troppo chiaro:
- Modesto,
sciacqua bene perché poi i residui di bagnoschiuma mi fanno prurito! -
Danny inarcò
scettico le sopracciglia.
- Povero, il
ninja Seal superuomo impavido ha la pelle delicata! - E Danny che cercava di
fare in fretta per evitare di nuovo gli istinti di approfondire la sensazione
della sua pelle sotto le mani…
Del resto se lo
voleva lui…
Senza sentire la
sua risposta l’accontentò accompagnando al getto della doccia che spostava
sulla schiena, anche la sua mano che cominciò oltre che a sciacquarlo bene
anche ad accarezzarlo.
Sapeva che era
inevitabile.
Aveva qualche
tatuaggio posto nel punto giusto, gli donavano, Steve era un tipo da tatuaggi.
Per il resto la sua muscolatura era forse anche aumentata in quel periodo in
prigione e stava decisamente meglio di prima. Era deleterio, così liscio e
piacevole al tatto… morbido… sodo…
Si trovò a
mordersi il labbro e a trattenere il fiato quando arrivò sul fatidico
fondoschiena e non poteva vedere come Steve ghignava sadicamente contento
mentre aspettava che facesse i suoi comodi.
Avrebbe potuto
sentirsi come un padre se non ci fosse stato di mezzo ben altro e Danny ad un
certo punto provò l’irrefrenabile istinto di penetrarlo.
Esattamente
quello.
Si bloccò non
poco shockato da quella voglia e capendo come funzionava quando desideravi una
persona in ogni senso, gli porse il manico in modo che continuasse a
sciacquarsi da solo sul davanti e nel momento in cui ebbe le mani libere, le
riposizionò nella sua parte migliore e stringendo i suoi glutei come avrebbe
voluto fare prima, fece sorridere Steve che si beò della sua intraprendenza.
Danny era una
persona che cercava di controllarsi sempre e fare le cose giuste e per bene ma
che in realtà cedeva alla pressione che si auto imponeva, di conseguenza
bastava poco per fargli fare certe cose interessanti.
Quando sentì le
sue labbra sulla propria schiena, come se bevesse dalla sua pelle, si ricoprì
di brividi di piacere accompagnati da quelli portati dalle sue dita che
sembravano gradire il suo didietro.
Chiuso il rubinetto
e finita la doccia, Steve si girò fra le sue stesse braccia e guardandolo con
malizia lo sfidò a proseguire, ma quando al piano di sotto il pendolo rintoccò
le tre di notte, improvvisamente l’incantesimo si spezzò e sebbene i loro
sguardi volessero solo proseguire, si resero conto che erano davvero troppo
stanchi per andare oltre ancora e che a breve si sarebbero dovuti svegliare e
riattivare.
- Penso che non
sia il momento per un miliardo di motivi… - Li avrebbe anche elencati tutti se
Steve non si fosse mosso uscendo dalla doccia in strano accordo con lui.
Aveva ragione, i
muscoli gli dolevano nonostante l’egregia cura del suo compagno e comunque
aveva un bisogno fisico oltre che mentale di dormire come si doveva.
Rivestito e
sistemato per la notte, diede a Danny dei vestiti per la notte ed una volta che
furono stesi entrambi in camera, ci volle poco per sentire gli occhi pesanti.
Prima di
lasciarsi andare Steve si girò verso il compagno e trovatolo rivolto verso la
parte esterna capì che l’aveva fatto per non guardarlo e non avere di nuovo la
tentazione di fare altro.
Soddisfatto di
tutte quelle voglie che cercava costantemente di contenere e che prima o poi
sarebbero esplose tanto bene che mai, gli si attaccò per dietro e cingendogli
la vita con il braccio di sopra, gli baciò leggero la spalla, quindi con un
mugugno indistinto che doveva essere un buonanotte, si addormentò con quella
gioia che da settimane non sapeva più che sensazione desse.
Meravigliosa.