NOTE:
ora che ho finito anche il settimo libro sono pronta a scrivere una
serie di fic su HP provocando la felicità di un paio di
persone, fra cui Yukino! Bè, avevo deciso appena ho fatto
L’ossessione di Harry, che avrei scritto questa…
solo che ora ho deciso anche che faccio ancora un’altra. Il
seguito diretto de L’odio di Draco, è
un’altra mia fic che ho scritto tempo fa, L’ombra
del giorno. Sono tutte collegate, solo che me ne sono resa conto ora!
Ammetto
che non so se sia probabile una punizione simile ma non avevo proprio
idee così mia sorella Sike mi ha suggerito questa che mi ha
fatto venire su un paio di scene interessanti!
Spero
non ci siano inesattezze, nonostante sono fresca dei libri ed io cerchi
sempre di essere più precisa che posso, ad eccezione delle
esigenze di copione, so che c’è sempre il rischio
di scrivere qualche innocente castronata. Nel caso sia successo senza
che io lo sappia, chiedo di farmele passare, tanto è solo
una fanfic!
La
canzone sotto il titolo è quella che ho associato a questo
momento della vita di Draco, cercavo qualcosa un po’ diverso
ma anche questa mi è parsa perfetta, così nel
caso non la conosciate ho messo il testo. So che Yukino ritiene Piero
Pelù una colonna sonora perfetta per Harry e Draco ed io
sono d’accordo!
Bè,
spero vi piaccia!
Buona
lettura.
Baci
Akane
Naturalmenten oon ho trovato il midi giusto, ma ci metto uno di Piero
Pelù lo stesso!
L’ODIO
DI DRACO
Ti
stavo a guardare nel silenzio
il
senso dello spazio ci divide già
mi
fermo qui, davanti a questo muro
ogni
parola non ha più peso dell'aria
che
si confonde in noi
Non
respirare
questo
momento non ha età
e
un vago senso di vuoto ci colora…
ti
prego lasciami solo…
Io
scatto senza volo
Io
cuore senza amore
Io
cuore senza amore
Io
re del mio silenzio
Tutto
è lontano la gioia e la malinconia
e
ogni pensiero non ha più peso dell'aria
che
si confonde in me
quando
tutto è qui, quando tutto è fermo
non
chiedo pietà, chiedo di lasciare che tutto passi
perché
non so più amare…
Io
scatto senza volo
Io
cuore senza amore
Io
cuore senza amore
Io
re del mio silenzio
VoloVoloCadoCado…
VoloVoloCadoCado…
Volo…Volo…
/Re
del silenzio - Piero Pelù/
Non
ci posso credere… più cerco di allontanarmi da
lui, più mi si attacca e mi cerca!
Ma
cosa vuole da me? Quando facevo di tutto per umiliarlo come semplice
passatempo, scappava come un codardo, ora invece mi sta sempre appresso
cercando di capire cosa combino!
Bè,
è ovvio che è questo il motivo, non ci vuole mica
un genio. Non so come ma deve aver capito che sto facendo qualcosa e
vuole scoprire cosa. In più sospetta già che io
sia un mangiamorte.
Sono
proprio a posto… già è difficile fare
quello che devo, se non mi lascia in pace lo sarà ancora di
più!
È
sempre lui… è sempre per colpa sua che mi ritrovo
in situazioni una peggiore dell’altra.
Da
quando l’ho conosciuto tutto è andato sempre
peggio!
Lui,
la fissazione di mio padre e del Signore Oscuro, la causa della rovina
della mia famiglia!
Ora
per rimediare agli errori di mio padre sono io preso di mira dal
Signore Oscuro… mi ha assegnato un compito troppo difficile.
Non è impossibile, certo, so perfettamente come devo fare e
sono la pedina principale per la riuscita di tutto il piano…
ma dannazione, appunto! Sono solo una pedina!
Finito
di fare il mio dovere mi butterà come ha fatto con mio
padre. Anche se con lui è successo perché aveva
fallito nel suo compito. Se io non fallisco ho la
possibilità di sopravvivere, dopo tutto. E che bella
prospettiva!
Sopravvivere!
Con
amarezza mi accingo a raggiungere l’ufficio della McGranitt
per la seconda punizione. Sempre colpa di quell’idiota
impiccione!
Mi
fa perdere un sacco di tempo!
Ma
non posso certo destare troppi sospetti, già lui ne ha in
abbondanza!
Ho
provato a vedere se potevo evitarlo ma non è stato proprio
possibile, paradossalmente è più facile saltare
le lezioni e le partite di Quiddich che una punizione della McGranitt!
Quando
ci si mette quella vecchia megera è proprio fastidiosa!
Almeno
con Piton le passo tutte lisce, nonostante sia un traditore come tutti
gli altri.
Non
uno stupido idiota che sia venuto in soccorso della mia famiglia quando
il Signore Oscuro si è rivoltato contro di noi. Se non
accettavo di rimediare non so come saremmo finiti, ma non me ne faccio
niente di meriti a discapito della mia vita.
Perché
è questo che sto facendo.
Sto
rischiando davvero la mia vita per accontentarlo.
Dannazione,
uccidere Silente!
Ma
è impazzito?!
Io,
un semplice studente del sesto anno!
Chi
pensa che sia?
Mi
fermo prima di bussare, sospiro con un vago moto sconsolato.
È troppo dura per me ma non ho scelta. O morire per mano del
Signore Oscuro o per mano di Silente… che belle prospettive!
Di
cosa mi lamento? Posso anche scegliere come morire!
Si,
perché quel viscido traditore di Piton che tanto mi sta
dietro facendo finta di volermi aiutarmi, altro non cerca che
informazioni sul piano di cui, evidentemente, non è messo a
parte!
Che
vada al diavolo anche lui!
Non
mi faccio manovrare così facilmente. Il Signore Oscuro ci
riesce perché non ho scelta, sono io che rischio la mia vita
ed è praticamente certo che in un modo o
nell’altro morirò alla fine di questo anno.
Altro
che Potter e le sue cazzate!
È
sempre stata colpa sua. Lui è l’incarnazione di
tutte le mie disgrazie!
Se
non ficcasse sempre il naso negli affari degli altri impedendo i loro
piani, le cose si realizzerebbero con più
facilità e mio padre ora non sarebbe considerato peggio di
un cane.
Ma
è proprio la sua presenza che mi fa scuotere, quindi
riprendendo la mia aria altera e sprezzante busso alla porta prima che
lo faccia lui, entro in perfetto silenzio ed evito anche un minimo
cenno in sua direzione. Per me lui è come morto.
La
professoressa alza gli occhi dalla scrivania, quindi si sistema gli
occhialini sul naso e con saccenza ci spiega in cosa
consisterà la punizione.
Di
peggio non poteva esserci, naturalmente!
Stanare
i mollicci che ci sono nelle cantine di Hogwarts!
Non
so se è più matta lei che ci fa fare una cosa
simile o Potter che accetta di buon grado come se fosse la cosa
più divertente di questo mondo!
-
Ma… dice sul serio? - Chiedo esitante senza mascherare il
mio pensiero.
-
Certo che dico sul serio! Siete fra i più bravi in Difesa
contro le arti oscure, direi che non c’è nessuno
meglio di voi per questo compito! Siete sempre così bravi a
duellare fra di voi che non avrete problemi a sistemare un paio di
mollicci, mi auguro! So per certo che il professor Lupin vi ha
insegnato tutto su di loro! -
La
McGranitt parte in quarta col suo tono acuto sull’isterico
andante, quindi contraendo la mascella mi guardo bene dal replicare
ancora.
Ma
guarda cosa doveva capitarmi!
-
Cos’è, hai paura dei mollicci, Malfoy? - Chiede
allora Potter pensando di avermi colto in fallo, io lo guardo
sprezzante come se fosse un verme, poi rispondo in un sibilo:
-
Mollicci? C’è molto di peggio nella vita, Potter!
Lo imparerai anche tu! - So che è arrogante e presuntuoso e
detesta quando si insinua che ciò che ha passato sono
sciocchezze, quindi quando posso rimarco il fatto che per me
è proprio così. Per lo meno confronto a quel che
sto passando io, lui è stato in paradiso!
-
Non preoccuparti che lo so perfettamente! - Ribatte offeso come
prevedevo, allora congedandomi con forzata educazione, esco per primo
seguito a ruota da lui.
Vedrai
se non ho ragione… tu stesso dirai che quel che hai subito
fin’ora è nulla rispetto a quel che passerai per
colpa mia!
Non
ne vado fiero.
Non
vado fiero di niente di ciò che faccio. Sto cercando di
uccidere Silente senza riuscirci, facendoci rimanere secchi altri; devo
farlo da solo, nessuno mi può aiutare, nessuno
può alleviare il mio peso. Nessuno. Sono io
l’unico che ci può riuscire. Nemmeno quegli idioti
di Tyger e Goyle possono condividere. Per quanto sciocchi siano, sono
stati gli unici pseudo amici che avevo ma dopo quest’anno
è più l’odio reciproco che ci unisce.
Ma
non posso, non posso coinvolgerli. Non mi aiuterebbero in alcun modo,
quel che fanno è più che sufficiente!
Se
sapessero di più mi aiuterebbero ad andare ancor
maggiormente in rovina!
Giunti
alle cantine del castello, ampi spazzi illuminati solo in alcuni punti,
pieni di armadi e scaffali con un’infinità di
oggetti per lo più strambi e misteriosi, cosa che non
ottiene un attimo di più la mia attenzione, mi fermo
stringendo le labbra e assottigliando gli occhi grigi.
Respiro
a fondo l‘aria impolverata. Se fossi solo sarebbe addirittura
più semplice, dover condividere invece l’aria con
lui mi pesa più di cercare d’aggiustare
l’armadio svanitore!
Se
affrontasse una volta per tutte il suo destino invece di fuggire sempre
come un bambino, ora non sarei qua in questa situazione.
Mio
padre sarebbe ancora il braccio destro del Signore Oscuro ed io avrei
riconoscimenti invece che oneri simili.
Per
quanto non mi stia a genio Silente non lo voglio morto e non voglio
nemmeno ucciderlo. Io non voglio uccidere nessuno, dannazione. Io
voglio solo vivere in pace con la mia famiglia, che tutto torni a posto
come prima… vorrei solo… solo un po’ di
felicità, dannazione!
Invece
sono qua costretto a cercare modi per fare fuori uno dei maghi
più grandi di tutti i tempi per permettere ai miei genitori
di sopravvivere ancora!
Per
sopravvivere io stesso!
Se
fallisco? Se fallisco cosa succederà?
Lo
penso spesso e mi sforzo di non soffermarmi
sull’eventualità!
-
Allora, io mi occupo di quella parte, tu dell’altra, va bene?
- Potter mi parla con un tono che sembra normale, io non lo guardo
nemmeno, senza dire nulla vado verso la parte opposta alla sua e
comincio a cercare impugnando ben saldo la mia bacchetta, pronto a
difendermi.
Lui
non ha idea di cosa sta per succedere, vive la sua vita scolastica coi
suoi amichetti, circondato da tutta la fama e la gente che lo apprezza,
basta che schiocchi le dita e qualcuno è pronto a
proteggerlo o a fare quello che chiede.
Prima
che possa concentrarmi su ciò che mi tocca fare in queste
cantine dall’atmosfera cupa, sento la sua voce pronunciare
l’incantesimo contro un molliccio e sono sicuro che
avrà trionfato alla perfezione!
Mi
rivolta lo stomaco.
Avanti,
prima la finiamo, meglio è!
Arrivo
in un angolo particolarmente buio, fra un armadio ed il muro, allora lo
sento. È una sensazione strisciante simile a quando sono al
cospetto del Signore Oscuro.
Nessun
mangiamorte mi provoca questo effetto. Nessun mostro spaventoso.
Nessuna creatura oscura, nemmeno i dissennatori.
È
colui che se fallisco dovrò affrontare ed allora non ci
saranno altre opportunità o giochi da poter fare. Nessuna
furbizia mi salverà, in quel caso.
Né
me né i miei genitori. Le nostre vite sono appese alla mia
capacità di cattiveria.
Uccidere…
tutto ciò che devo fare.
Facile.
E
non posso farmi aiutare da nessuno, non posso dirlo a nessuno, nessuno
può fare niente per me, nessuno può tirarmi fuori
da questo guaio perché in ballo non ci sono solo io ma anche
i miei genitori.
Nessuno
può aiutarmi
Allora
la figura tremenda del Signore Oscuro esce dall’angolo buio,
avvolto nel suo mantello, il suo viso simile ad un serpente, quegli
occhi rossi, le pupille verticali.
Lui.
L’incarnazione di tutti i miei guai, della mia fine, del mio
dolore, delle mie paure. Senza di lui io starei bene, senza di lui
sarei felice con mio padre e mia madre, ancora dei grandi maghi
stimati. Noi, insieme al pranzo di natale, dopo aver scartato i regali
che mi hanno fatto.
Ma
mai, mai più, mai più tutto questo, no?
Mai
più felicità.
Mai
più serenità.
Mai
più unione.
Mai
più dignità.
Mai
più noi.
Solo
lui, lui che vince, lui che uccide i miei davanti a me e che poi mi
finisce.
Oh…
credo che sarebbe di gran lunga meglio se si limitasse a punire me,
dopo tutto…
Ma
nessuna debolezza deve trapelare da me, nessuna esitazione, nessun
desiderio contrario, nemmeno un briciolo di bontà, no?
Io
sono davvero così?
Quanto
potrò andare avanti?
Immobile
e bloccato la lingua mi si annoda, la mente si rifiuta di mandare
l’incantesimo. Cos’è che aveva detto
quel tipo al terzo anno? C’era una cosa che dovevo fare
assolutamente… cos’era?
No,
non so, non lo ricordo… non ne sono sicuro…
È
così che succederà se fallirò? Se non
riuscirò ad uccidere Silente e far entrare i mangiamorte?
Io
davanti al Signore Oscuro, immobile, terrorizzato, preda del panico,
impossibilitato anche solo a pensare un incantesimo utile.
Io
e l’umiliazione più grande.
La
mia morte.
Dopo
un indefinito lunghissimo momento di tortura in cui sento che il gelo
sta sconfiggendo il mio sangue, una figura mi si para davanti e la
‘cosa’ si trasforma in… in me!
Me
col braccio scoperto, col marchio nero in piena vista.
Quello
sono io rivelato per ciò che sono!
Dopo
di ché, senza la minima esitazione, dice: - Riddiculus! -
poi c’è un brevissimo attimo in cui giurerei di
vedere il mio clone nudo, ma prima che possa accertarmene grida di
nuovo più concitato: - Riddiculus! - come se la prima volta
non abbia funzionato, ma adesso lo vedo vestito da donna e finalmente
tutto svanisce in fretta.
Il
silenzio ci avvolge in un attimo, è interrotto solo dal mio
respiro affannato e dal suo più regolare del mio.
Indietreggio
istintivamente prima che si giri e sempre istintivamente mi prendo il
braccio con la mano per proteggerlo.
È
ovvio che lui è ossessionato dal sapere se sono un
mangiamorte o no, ma addirittura temere che io lo sia
veramente… è… bè, non
è da lui!
E
soprattutto ero io nudo, poi? Avrei dovuto farlo ridere ma pare non
abbia funzionato poi molto, visto che ha cambiato in fretta cercando
qualcosa di più efficace!
Che
diavolo gli prende?
Comunque
non ha paura del Signore Oscuro ma di me, di me nel caso io cui io sia
un mangiamorte!
Non
ha mai avuto paura di me e gliene ho fatte di cattiverie, gli ho
dimostrato si essere un mago in gamba e privo di scrupoli se si tratta
di lui… ma ha paura del mio marchio!
Perché?
Prima
che possa arrivarci da solo, con le funzioni che tornano regolari, lui
si gira verso di me, avanza e mi guarda agguerrito e sconvolto allo
stesso tempo, nonostante il lieve lampo di rossore che imporpora le sue
guance. È imbarazzato da un lato ed infuriato per
l’altro.
Cosa
pensa? Cosa vuole da me? Cosa sta per fare?
Per
un momento mi inselvatichisco e mi pare come di ergere un muro
altissimo fra me e lui, più di quanto non lo sia mai stato.
Ci
fissiamo male ma non sappiamo decifrarci. I cuori battono allo stesso
modo, però… mi pare di sentirlo, il suo.
Dovrei
dire qualcosa o forse andarmene subito prima che parli, ma sto qua,
inchiodato davanti a lui ed è ora che l’assurda
verità mi schiaffeggia.
Mi
ha aiutato.
Eccolo
qua un altro suo gesto di pietà schifosa, una nuova
umiliazione, un nuovo significato negli sguardi che da ora in poi mi
lancerà.
Odio,
odio questo suo lato pietoso, umilia gli altri e nemmeno se ne rende
conto, dannazione!
Odio
tutto di lui, possibile che non se ne renda conto?
Cosa
gli costa lasciarmi in pace?
Cosa
gli costa starmi lontano?
Lo
odio e non lo capisce!
Lui
è l’incarnazione di tutti i miei problemi, lui
è la colpa di ogni cosa, lui e lui soltanto!
Mi
fa rabbia, mi monta dentro una furia tale che lo potrei davvero
schiantare solo con lo sguardo e penso che se ne renda conto.
Non
doveva aiutarmi, non doveva mettersi in mezzo, non doveva ossessionarsi
con me, NON DOVEVA ESISTERE!
-
COSA SIGNIFICA QUELLO?! - Ringhiamo insieme gridandoci l’un
l’altro. Stringiamo ancora le bacchette pronti ad usarle, ma
cerchiamo un controllo che in fondo sappiamo di avere anche se non lo
vorremmo.
-
Io! E tu?! - Rispondiamo ancora insieme. Ci fermiamo, respiriamo a
fondo, allora chiudo gli occhi cercando in me il modo migliore per
districarmi da questa situazione scomoda. Voglio solo andare il
più lontano possibile da lui.
-
Ora sai che non sono un mangiamorte! Chi mai avrebbe paura della
persona che serve con devozione e ammirazione? - Ma è
un’obiezione debole, infatti non lo convince affatto. Mi
guarda alzando le sopracciglia, i suoi occhi verdi dicono chiaramente
quanto io sia sciocco e non si fa problemi ad esprimerlo:
-
Tutti i mangiamorte ne hanno paura! Lo servono per questo, fanno solo
finta di ammirarlo. Sperano di salvarsi la vita, così. Non
sanno che la loro fine è solo rimandata a quando lui si
sarà stufato di usarli! - La sua risposta incarna tutto
ciò che penso, mi mordo il labbro. Sembra che mi abbia letto
dentro.
Non
devo indietreggiare, non devo, vorrei solo andarmene, ma non
così, non ora, o penserà che sono un codardo!
-
Ah si? Bè, non so come funziona, sai, non sono un
mangiamorte come pensi tu! - E qua colgo la palla al balzo, quindi
raddrizzandomi riprendo un tono più sibillino e velenoso,
come mio solito: - Tu piuttosto, sembra che abbia paura io lo sia! - Lo
sguardo di scherno lo schiaffeggia come le sue parole hanno fatto con
me. Sa che sto pensando a quando mi ha snudato con la mente e poi ha
cambiato subito visione per sconfiggere il molliccio, sa anche che
è altrettanto imbarazzante per me parlarne in modo diretto.
Che diavolo dovrei dire?
‘perché
mi hai visto nudo?‘
Lo
sento irrigidirsi e contrarre la mascella, anche se non lo chiedo
chiaramente sa a cosa penso, sta sperando che non ne parli.
Respira
a fondo, lotta col desiderio di schiantarmi, è facile
capirlo.
Comincio
a riprendere controllo di me.
-
Non ho paura che tu lo sia! - Ribatte subito senza pensare, cercando di
far finta che ‘il resto‘ non ci sia stato.
-
Ah no? E cos’era quella mia versione col marchio? - Incalzo
insinuante, acquistando sicurezza. Non è male… mi
ero scordato come fosse appagante metterlo in difficoltà!
Probabilmente
nell’inferno di questo anno scolastico, questi due momenti in
punizione con lui saranno paradossalmente stati i migliori!
-
Non certo paura che tu sia un mangiamorte! -
-
E cosa allora? -
-
Non lo vengo a dire certo a te! - Che ne dici allora di dirmi come mai
mi hai immaginato nudo?
-
Vigliacco! - però mio malgrado mi limito a questo, poi ne
approfitto, seppure stranamente a malincuore, per andarmene. Volevo
torturarlo su quel piccolo particolare…
Mi
era sembrato di tornare ai bei vecchi tempi, quando la mia missione era
solo infastidirlo per il gusto di farlo!
Però
la sua voce adirata mi segue e la risposta rimbomba per tutte le
cantine:
-
HO SOLO PAURA DI CIÒ CHE POTRESTI FARE NEL CASO TU LO FOSSI!
-
Mi
fermo, mi giro lentamente e con eleganza poso i miei occhi
d’argento sui suoi di smeraldo, nonostante il buio ci vediamo
bene. Ci assorbiamo. È un momento magico, strano, che non
è mai stato fra noi. Poi non ci penso.
-
Sarebbe terribile, vero? - Un sorriso inquietante mi illumina il viso
pallido e affilato. Lui sussulta. Sarebbe facile sottometterlo
completamente ora, fargli davvero del male.
Ma
è davvero questo che voglio?
La
sua paura?
O
forse piuttosto l’esatto opposto?
L’esatto
opposto della paura, dell’odio,
dell’indifferenza…
All’idea
che vorrei fosse tutto diverso, ed in maniera sconvolgente, mi torno a
girare e me ne vado prima di cedere alla tentazione di dirgli:
‘ti sono piaciuto nudo?‘; senza aggiungere altro
sparisco nel buio delle cantine, lasciandolo là a guardarmi
e a pensare a cosa significhi tutto ciò.
Ma
cosa importa, ora?
Cosa
importa ciò che vorrei davvero?
Tanto
conta solo ciò che devo fare… ormai sono
completamente schiacciato.
Morte
e distruzione.
È
questo che devo fare.
Allora
sarà meglio aggrapparsi all’odio o non ce la
farò mai.
Con
agilità scaccio tutto quello che è successo,
tutti i pensieri avuti e le sensazioni provate. Persino lui che pensava
a me nudo.
Scaccio
tutto, sono bravo a far finta di nulla.
Tanto
a cosa serve?
Non
potrà mai essere.
FINE