L’OMBRA DEL GIORNO
/Shadow of the day
– Linkin Park/
Ti ho sempre visto, padre, come il mio
unico mondo.
Tutto ciò che io
sarei voluto diventare.
Sono cresciuto nel tuo mito
vedendoti come un grande mago, forte, incrollabile,
impareggiabile… mi sei sempre apparso come un mito, tutto
ciò che io potevo desiderare era essere te.
Ma forse mi sono sempre confuso.
Tutto ciò che volevo,
in realtà, eri tu, la tua attenzione.
Per questo ho cercato di
diventare come te, facendo in modo di renderti fiero, di essere il
migliore nelle cose scolastiche che sapevo per te contavano,
differenziandomi come facevi tu o per lo meno cercando di farlo.
Quando ho visto Harry
Potter il mio primo anno ad Hogwarts ho pensato che se fossi
diventato suo amico, amico di uno così
famoso, ti sarebbe piaciuto.
Quando però non ha
voluto esserlo mi son detto che sarebbe stato peggio per lui.
Avrei fatto di tutto per far sì che si pentisse di non aver
preso la mia mano, quel primo giorno.
Poi ho visto come lo disprezzavi
a tua volta ed allora ho capito che era meglio non essergli amico e che
anzi avrei dovuto far di tutto per ridicolizzarlo, umiliarlo ed
infangarlo.
Non l’ho mai odiato
davvero, in fondo… non finché tu eri il mio sole
ed eri con me. O per lo meno facevi finta.
Sai, in realtà non mi
sono mai sentito guardato davvero dai tuoi occhi. Li ho sempre sentiti
grigi e gelidi andare oltre me. Cercavo di emularti ed imitarti e man
mano che crescevo capivo un po’ di più di quel che
facevi, volevi e apprezzavi od odiavi, così mi sono limitato
a fare di riflesso le tue stesse cose.
E prima che me ne rendessi
conto, pur di renderti fiero, pur di attirare i tuoi occhi su di me e
di sentirti dire quanto mi volessi bene, sono davvero diventato come
te. Anche se in realtà sono solo la tua ombra.
O forse tu lo sei.
Un ombra.
Sai, padre… quando ti
hanno incriminato buttando la nostra famiglia, me e mia madre, nel
disonore facendoci andare in fallimento, quando non sei più
stato con noi, quando te ne sei andato, ho capito che alla fin fine non
eri mai stato davvero con noi.
Con me.
Non ho sentito davvero la tua
mancanza, non più di quanto non l’avessi mai
sentito.
Però un cambiamento
c’è stato e non nella paura di mia madre per me e
nemmeno nell’insolita protezione di Piton.
Si tratta solo della mia
consapevolezza.
È lì che
ho aperto gli occhi e che ho capito di essere davvero solo ad
affrontare questa cosa.
Ero stato scelto, mi ripetevo, e
mi obbligavo ad esserne onorato. Rifiutavo anche l’aiuto di
Piton. Mi ostinavo ad affrontare questa cosa da solo. Nemmeno a mia
madre ho mai chiesto conforto anche se avrei tanto voluto averla con me.
Questo sesto anno di Hogwarts
è stato il peggiore e all’inizio, sul treno,
sapevo bene che non avrei fatto gli altri. Oh, se lo sapevo bene.
Sembrava quasi che fossi io a
volermene andare disprezzando la scuola, così come tu,
padre, mi avevi insegnato a fare dicendomi che non era un gran posto,
quello, e che ce n’erano di migliori.
Ho pensato che le arti oscure,
il male ed il disprezzare i babbani fosse il meglio perché
tu l’hai sempre creduto ma non era poi quello che pensavo io,
in effetti.
Ma l’ho capito solo
troppo tardi, quando mi sono trovato in questo gioco maledetto da cui
non posso più tirarmi indietro.
Come vorrei poterlo fare.
Come vorrei essere qualcun
altro, in un altro posto… dalla parte giusta…
dalla parte dove si sta bene anche se si deve combattere e rischiare la
vita lo stesso.
Eppure anche io la rischio da
questa parte ma non ho nessun conforto nel farlo.
Loro… quegli
impiastri che ho sempre detestato… Potter…
combatte, rischia e se la vede sempre peggio ma non è solo e
lo fa per una causa in cui crede. In cui è LUI
a crederci. Nessuno lo ha obbligato, nessuno lo ha condizionato,
nessuno gli ha mentito facendogli credere che fosse il meglio quando
invece non lo era.
Pensavo che questa parte, presa
da te, padre, fosse la migliore e la più giusta, una volta
che mi ci sarei trovato dentro mi ci sarei sentito da Dio, come non
mai, felice ed onorato.
Ma non c’è
onore nel portare avanti una condanna in cui non si crede.
Ci sono dentro e mi rendo conto
di non esserne all’altezza, che questo gioco è
più grande di me, va oltre le mie forze ed anche se sono
diventato in gamba proprio per renderti fiero, anche se so fare tante
cose che tanti della mia età non sanno fare, mi rendo conto
che pronunciare quelle parole al mago che tu mi hai detto sempre non
essere il più grande e che invece io penso lo sia,
è qualcosa che non mi renderà mai felice.
Sono solo.
È questa la
verità.
Non mi avvicino a nessuno e
nessuno si avvicina a me, sto sempre per i fatti miei a pensare a quel
che devo fare, a come farlo e a cosa succederà una volta che
ci sarò riuscito.
E non ci sono se e ma.
Una volta che ce
l’avrò fatta e che darò io stesso
inizio alla fine con uno degli atti più gravi ed importanti
destinati a finire nella storia della magia, cosa sarà di me?
Per tutto il tempo nella mia
solitudine, divorandomi nella costrizione di ciò che dovevo
fare, convincendomi che fosse bene ed un onore pur di non crollare, ho
visto quella sua dannata luce ed era sempre
più lontana. Quella di Harry.
E più ne scappavo per
non avere nessuna tentazione nei suoi riguardi,
tentazione di prenderla per me e bagnarmi con essa, più lui
mi cercava e mi seguiva avvicinandosi.
Ho fatto di tutto per
allontanarlo e sono arrivato ad un illusione di odio inaudito,
riversavo in lui tutte le colpe delle disgrazie che
mi erano capitate.
Per colpa sua
mio padre era fallito, era stato catturato ed io dovevo continuare la
sua opera senza vie d’uscita.
Per colpa sua
ora devo uccidere Silente facendo entrare tutti gli altri mangiamorte
nella scuola affinché la prendano.
Per colpa sua
ora sono davvero solo.
Per colpa sua
ora ti odio, padre, perché mi hai abbandonato dalla nascita
senza darmi solo ciò che un figlio desidera.
Amore.
Se me l’avessi dato
avrei imparato a darne anche io ed ora non sarei solo ad affrontare una
cosa simile.
Ora non metterei io stesso la
parola ‘inizio’ alla ‘fine’ che
attende tutti.
E lo faccio solo per non morire,
perché anche se sono alla deriva e nelle tenebre
più che mai, senza via d’uscita, capisco che lo
faccio solo perché non voglio morire e se mi rifiuterei il
Signore Oscuro mi ucciderebbe.
Non voglio morire ma…
come posso uccidere una persona?
Chiunque esso sia… e
nemmeno con tutto l’odio del mondo ce la farei…
Sai, padre… la
verità è che quando poco tempo fa, nei bagni, in
uno dei miei momenti di cedimenti e di lotta contro me stesso, nel
momento in cui mi sono visto perduto in un affondo senza via, quando ho
pianto… lì, come una beffa, è arrivato
lui, Harry Potter… e
lì come uno schiaffo in pieno viso, vedendo la sua
luce, ho capito quanto lontano dal giusto e dalla salvezza io fossi.
Mi aspetta la morte?
Non voglio…
è solo questo… non voglio morire…
eppure se mi succedesse nella luce non avrei tanta angoscia…
PERCHÉ DIAVOLO LUI
È DIVENTATO TUTTO QUELLO CHE IO HO SEMPRE DESIDERATO?
Per tutta la vita, padre, ho
creduto di voler essere come te, ma là, steso nel pavimento
del bagno, bagnato e sanguinante, immobile, ferito, umiliato,
battuto… là… senza più
forze e voglia di muovermi, nella mia stessa ombra, lontano anni luce
da quel che avevo sempre cercato, ho capito ciò che volevo
essere.
Non te.
Lui.
Harry Potter.
È stato tutto
lì.
E non sarei mai potuto
diventarlo.
Mai.
Perché lui
lì è arrivato a vette inimmaginabili, non avrei
mai potuto raggiungerlo dal fondo in cui ero finito.
Però sappi, padre,
che il mio odio per te, oggi che sono ufficialmente un mangiamorte e
che li aiuterò a distruggere ciò che invece
vorrei stupidamente contribuire a proteggere insieme a lui,
non avrà mai fine, non sarà mai paragonabile a
nulla. Nemmeno alla pura del Signore Oscuro, della morte o della
sofferenza di mia madre… tanto meno a quello che credevo di
possedere per Harry.
Io non avrò mai la
luce e nemmeno sarò per lui un ombra di
ciò che avrei voluto essere, ma tu avrai per sempre il mio
odio perché mi hai rovinato in tutti i modi un figlio ed una
persona può essere rovinata.
Non ti perdonerò mai
perché sei stato la negazione della mia felicità
e della mia volontà.
Ti odio, padre.
Ed è tutto
ciò che posso fare perché ormai non mi resta
altro.
Non posso nemmeno più
guardare la sua luce splendere e crescere sotto i
miei occhi, poiché ormai è troppo
irraggiungibile.
Ho fallito su tutti i fronti.
È così che
l’ombra scende su di me.
Non sono più nulla.
Solo un fallito.
FINE