Tormenta di Neve
CAPITOLO
2:
PRENDIMI COSI’
Poterei
sentirmi più caldo se lui mi assecondasse, per una volta. Ma secondo me è per
principio, è nella sua natura fare tutto il contrario di quel che faccio io. Si
è messo testardamente in testa di resistermi? Tanto questa volta andrà
diversamente da come pensa.
Mi
alzo in piedi e cammino lentamente per la stanza avvicinandomi di più al fuoco.
Non faccio troppo caso ai movimenti, o meglio è l’idea che do…sembro più
preso dalla temperatura che si è alzata. Normalmente sono conosciuto come
Malfoy teniamo-le-distanze-prego Draco. Mi stanno bene le distanze, le ho scelte
per non contaminarmi, per non rischiare di sporcarmi agli occhi di mio padre. Io
devo sempre dimostrare tutto quel che sono a lui e a mia madre. Ma lei non mi
vede e lui…beh…io sono destinato a succedergli per forza di cose e con
questa consapevolezza lui mi fa diventare coi suoi modi particolari il suo degno
erede ed io non chiedo altro di seguirlo per essere grande almeno quanto lo è
lui…affinchè un giorno possa guardarmi con lo sguardo che gli amici di questo
sciocco gli riservano sempre.
Alzo
impercettibilmente le spalle, odio questi pensieri, li avevo allontanati.
Non
importa cosa credo e cosa penso…andrei su tutte le furie se sapessi che
qualcuno li legge e conoscendo l’impavido ragazzo che mi sta a fianco direi
che è tutto il tempo che ci prova…stringo gli occhi a fessurra argentea che
si riflette nel fuoco…se ci fosse riuscito non lo sopporterei. Non solo per
l’umiliazione…ma perché ognuno ha i suoi segreti, i suoi misteri, i suoi
diavoli da tenere solo per se. A me non è mai interessato sapere i suoi. Io
voglio conoscere i suoi punti deboli per poterglieli ritorcere contro, per un
passatempo, per vendetta…ma non voglio sapere la profondità di cui è capace,
non voglio sapere come è fatto veramente….perché non so di preciso cosa
troverei…e se potrei controllarmi ancora…se scoprissi cose che non vorrei
sapere per me sarebbe peggio…e poi non è nel volere di mio padre sapere i
segreti dei Potter. Lui in qualità di mangiamorte odia questo
ragazzino…immagino che se lo uccidessi sarebbe il modo migliore per ottenere
la giusta attenzione di quell’uomo che mi da il sangue e il nome…con una
freddezza allucinante contemplo questo pensiero incoscientemente dal momento che
può essere facilmente percepito da lui, in quanto pericoloso per se stesso.
All’immagine
concreta di doverlo uccidere vengo catturato da una sensazione potente e
violenta. È strana, non penso di averla mai provata. Solo ora mi rendo conto di
non aver mai vissuto veramente.
Lo
fisso di scatto negli occhi smeraldo, sono diversi. Sono adulti. Quando è
cresciuto così? Perché si è distanziato da tutti? Lui è in un altro mondo.
È sconosciuto…e detesto che lui ci sia riuscito ad andarsene mentre io No.
Sempre
più forte il sentimento di odio mi avvolge…e l’idea che per seguire
veramente mio padre dovrei ucciderlo mi divora come un cancro facendomi stare
propriamente male.
Non
so cosa succede, non so perché mi si avvicina, ma è come se mi provocasse, se
ci provocassimo a vicenda. Io lui, lui me. Che gioco stiamo giocando?
Voglio
avvolgerlo con le mie spire, voglio sentirlo contorcersi sotto di me, voglio
avere i suoi occhi sinceri nei miei.
Potter,
fatti vedere….io lo so che tu non sei chi dici di essere. Smetti di
nasconderti e di scappare…
Fiumi
nella mente. Fiumi di veleno che si sciolgono a contatto con le sue onde diverse
de quelle generose e semplici di sempre.
Quando
è diventato adulto?
Quando
ha acquistato un peso che lo porta ad un coraggio anormali per un Potter?
Dio,
è nauseante tutto quello che si percepisce in lui…schiacciato dal suo nome,
dalla sua missione, dai suoi doveri…da tutti che lo innalzano, lo cercano, lo
amano, lo idolatrano….che gli danno compiti da eseguire, problemi da
risolvere…e lui che regge tutto quello…vorrebbe essere un ragazzino
qualunque, ne sono certo, lo percepisco anche se non lo ammette…è contro la
mia volontà capire questa sua intimità. Mi riesce…perché? Perché ce l’ho
così vicino. L’ho voluto io. È per vendetta. Di cosa? Perché non mi ha
scelto.
Riesco
a sentirlo così perché è stufo anche lui…e lo fa uscire da ogni cellula.
Siamo
più simili di quanto pensassimo, è per questo che ora in questo momento,
arrivo a vederlo veramente, percepisco queste cose…mi sento così strano.
È
come avere via libera.
Non
è più il Potter leale che sarebbe andato in panico.
Sarà
più divertente ora…con un Potter con carattere…ma è sempre stato così.
Lui
è sempre stato l’unico a sapermi affrontare….a non aver mai avuto paura di
me…è sempre stato l’unico a sfidarmi e a raccogliere le mie
provocazioni…a vincere le piccole battaglie, talvolta…è sempre stato
l’unico a riuscire in molte cose per quanto mi riguarda….troppe…vediamo
ora di cosa è capace.
Mi
ero fatto un immagine delle cose, ora lui me ne da altre, non per questo
vacillerò.
La
cosa mi eccita.
Mi
spinge a proseguire.
Ad
andare oltre.
Perché
se è disposto a farsi udire da me non è così disprezzabile come penso…ed è
solo l’odio per quello che lui è a portarmi ad essere quello che sono.
Io
sono carico di sentimenti negativi per tutti, per mio padre per primo.
Solo
che ho il coraggio di non rinnegarli e di non averne paura.
Io
ho conosciuto solo questo.
Con
aria carica di veleno, l’unica che dalla nascita ho visto nei volti dei miei
genitori, mi avvicino a lui. Non è solo veleno, c’è anche ironia e malizia.
È
ancora seduto e arrivatogli di fronte poso le mani sulla sua camicia, non
distoglie lo sguardo dal mio, non l’ha mai fatto. Lo tiro leggermente
facendolo alzare da lì. Ora mi sta davanti e siamo più vicini. Così sussurro
con voce sibilante:
-
Ti sei divertito?-
Sbatte
una volta le palpebre, cerca di capire a cosa mi riferisco.
-
andiamo, non sei stupido come dai a credere. Pensi che non sappia perché non
distogli mai lo sguardo dal mio?-
Posso
riferirmi a tutto e a nulla e lui lo sa. In questo momento rendendomi conto che
lui potrebbe leggere troppo innalzo una barriera mentale onde evitare
intrusioni.
E
accentuo il sorriso che sa di buio.
Non
capisco che espressione fa, non mi piace cercare di capirlo perché l’unica
cosa che non condivido è il suo mascherare l’odio di cui è capace dietro
sorrisi.
Cos’avrà
sempre da sorridere, poi?
Che
fastidio.
È
così fastidioso.
Non
lo sopporto proprio.
-
è legittima difesa…e poi non potrei mai avere paura di te.-
Sicuro
e deciso. Ma anche lui cerca di controllarsi nella provocazione continua che mi
lancia. Mollo la camicia decidendo di iniziare la lezione. Salgo con una mano
sul collo sottile e caldo, poi la nuca è nelle mie dita, tiro poco gentile i
capelli facendogli voltare il capo di profilo, avvicino il volto al suo sentendo
inesorabile il contatto dei nostri corpi, lento come la neve che inizialmente
calava sulla terra fredda, le mie labbra arrivano al suo orecchio fino a
sibilare ancora con quel tono strisciato:
-
Oh…e da cosa dovresti difenderti?-
Mi
da fastidio perché ancora non fa una piega. Cerca di controllarsi, di non dar a
vedere nulla.
Così
soffio per poi leccargli lieve l’orecchio, infine i denti afferrano il lobo.
Lui è immobile.
Oh,
che sensazione…era quella di quando mi aveva toccato. Non è proprio
disgusto…è solo una diversità di reazioni ad eventi uguali talmente diversa
da essere nauseante.
Voglio
un contatto più profondo e fargli male, scomporlo, sentirlo urlare a causa
mia…gemere…sconfitto…voglio…solo lui.
Risponde
qualcosa di biascicato che non comprendo, non si ode nemmeno a questa distanza
ma si capisce che gli piace.
Avanti,
tira fuori il tuo vero aspetto…tu dovevi essere un serpente, tutti lo
sanno…sei tu che hai scelto quella stupida casata insulsa…ma tutti lo sanno
che dovevi essere uno dei nostri.
Gli
giro il volto nuovamente continuando tenerlo per i capelli, siamo terribilmente
vicini, fisso gli occhi nei suoi perdendomi io stesso in quelle pietre troppo
positive per me. Possibile che non ammetta chi in realtà è?
Perché
si ostina?
Con
uno scatto di poca sensualità identificabile come ira affondo le labbra nelle
sue aprendogliele con la forza, premo e irruento entro nella sua bocca
forzandolo, la lingua trova la sua che oppone una lieve resistenza, poi non ho
la grazia di capire il suo reale volere. Gioco a mio piacimento con lui sentendo
finalmente il suo respiro sulla mia pelle….il suo sapore nella mia bocca.
Vendetta
verso chi?
Perché?
Chi
è che si nasconde e finge?
Lo
sapevo, il suo contatto mi mostra cose strane…diverse da quelle che ho sempre
creduto.
Per
questo non ho mai voluto sapere la sua intimità nei suoi pensieri, non ho mai
voluto vedere la sua anima.
Ma
siamo troppo vicini….io lo vedo troppo. Lo sento.
Sento
tutto.
È
il mio corpo che cambia, è in un bagno di sudore, in trasformazione…con
cattiveria sopendo il bacio che dolce e passionale non si può definire, ma solo
amaro e velenoso.
Irrequieto
cerco qualcosa che lui possiede ed io non ho.
Lui
sa, ha risposte che io ho creduto di avere ed invece non ho mai avuto.
Chi
è mio padre?
Chi
sono io?
Chi
è Potter?
Cosa
voglio in realtà?
Perché
tu sai tutto e dimostri di essere sempre un passo avanti a me?
Poi
come faccio a non detestarti?
Non
dirò mai più di questo.
È
contro di me.
Mantenendo
quella rabbia nei movimenti che ha reso possibile una specie di trasformazione,
prendo a spogliarlo senza complimenti e lui…bè, mi è difficile capire cosa
fa, cosa pensa e cosa vuole…
Ma
non me ne importa…egoisticamente voglio solo far quello che mi pare.
Appena
nudo premo il corpo caldo contro il suo morbido e liscio. I pensieri coerenti
pian piano scemano lasciando solo un tormento e una rabbia repressi che mi
accompagnano per sempre in queste ore.
-
perché ora non ti ribelli?-
Chiedo
col mio perenne tono superbo mentre lascio una umida scia di baci lungo il suo
petto, il suo addome…all’inguine mi fermo aspettando i suoi ansimi.
Coi
denti abbasso l’ultimo indumento che resisteva e la sua visibile eccitazione
mi riempie le lune che ho al posto degli occhi.
Lune
serpentine.
Poso
la lingua sulla punta del suo pene mentre con le dita mi aiuto massaggiando la
base. Sento subito le sue fra i miei capelli, me li spettina per premere il capo
lì. Mentre lecco soddisfatto mormoro ancora a fior di labbra:
-
non ti da fastidio, eh?-
Ormai
non credo nemmeno mi ascolti, ma scoprire così le idee sconnesse eppure allo
stesso tempo odiose mi carica.
E
a lui piace quel che accade.
Accoglie
la mia bocca non un innocente Harry Potter, bensì un consapevole Harry Potter.
Che
sembra sapere molte cose e accettare.
Che
fastidio…con disprezzo e rabbia prendo a succhiare mandandolo preso al colmo,
muto il tutto in languore e seduzione allo stato puro facendolo venire poco dopo
che mi stacco…mi pulisco dal sudore che mi cola ai lati del viso e mi alzo
tornando davanti a lui, con occhi febbrili accoglie le mie labbra sulle sue in
un altro bacio che mantiene il fondo di rabbia e tormento che mi divora.
Lui
sa ed io non capisco cosa mi muove. Cosa ci muove.
Che
sentimento può essere così uguale all’odio assoluto?
Troppe
domande mi sono fatto e ormai non voglio più essere superato da lui,
distanziato, umiliato…voglio sentire soddisfazione da parte delle persone per
me importanti.
Voglio
sentire qualcosa di diverso da quello che ho sempre ricevuto.
Quel
qualcosa che lui saprebbe darmi.
Non
ci arrivo, cos’è? Non lo conosco, non l’ho mai ricevuto, ma ne sono
attratto.
Ci
accasciamo al pavimento davanti al fuoco, mentre i colori caldi ci dipingono la
pelle chiara in modo sensuale quasi come la mia lingua continua a giocare con
lui cospargendo il corpo minuto ma non osseo che mi eccita tanto.
Non
credo di farcela più. Devo sfogarmi, devo…andare fino in fondo in questa
follia…lo giro sul pavimento premendo alcune parti sue contro la pietra
semifredda che crea contrasto con le nostre temperature accaldate.
Sento
i suoi gemiti e quando scivolo in lui senza neppure prepararlo facendogli
chiaramente male è come se provassi sollievo e non capisco bene se è perché
gli ho fatto fisicamente male oppure per un altro motivo che mi sfugge. Sento la
sua voce roca ed impastata riempire la stanza di ansiti e gemiti di dolore. Non
penso riesca a provare piacere così come lo sento chiaramente io.
Ora
non ci sono dubbi su come mi senta e su cosa provi. Man mano che andava avanti
anche poco fa sapevo di avvicinarmi al benessere assoluto. Ora lo so di cosa
avevo bisogno. E non solo ora….so che mi servirà sempre per andare avanti.
È
quel piacere che mi dona un tipo di sentimenti che mi riempiono, non ho mai
provato, non ho mai sentito…non sapevo che provarli mi avrebbe ridotto così.
Ecco cosa mi perdevo cercando di compiacere mio padre….ecco cosa mi mancava.
Non
era Potter ad essere falso e a dover mostrarsi per come era in realtà….ma
solo io.
Io…che…non
so ancora come vedermi veramente.
Chi
sono?
Cosa
voglio?
Domande
che terminando con una unica…perché?
Tutte
che rimarranno ancor senza risposta…spingo sempre più forte mentre ho queste
considerazioni, come lampi violenti….la stessa scossa che mi invade quando mi
libero forte dentro di lui.
Stringo
gli occhi cercando di catturare e imprimermi questo momento in cui ho provato
cose mai sentite.
Non
mi sento umiliato, ma solo più sincero. Insomma…non ho paura di essermi
scoperto…ho solo la sensazione di aver iniziato a vedere.
Ora
è tutto diverso.
So
che è colpa sua, avevo ragione ad odiarlo e a dire che lui era sempre più
avanti di me.
Avevo
desiderato la sua amicizia, da piccolo appena arrivato, perché sapevo che lui
sarebbe stato diverso dal mio ambiente…mi avrebbe potuto dare quello che
andavo cercando da tempo. Ma negandomelo mi ha condannato a questo inferno.
Ora
che ho tornato a vedere, donandomi il caos, non posso rinunciare.
Ho
capito un’unica cosa.
Ho
bisogno di lui per arrivare in cima a questa serie di pensieri sconnessi.
E
non solo.
Ho
bisogno di lui e basta.
E
non credo rinuncerò.
Mi
stacco da lui freddamente. A tornare in me sono bravo, ho imparato dal migliore.
Anche
se in questo momento mio padre è ben lontano.
Non
è stato quello che volevo, non totalmente. Mi ero immaginato tutto
diversamente…ma ho capito che era esattamente quel che cercavo, che mi
serviva. Non ne sono pentito, per la prima volta non mi sento sconfitto o
umiliato.
Mi
limito a fare ancora di nuovo solo cose coerenti e in mio perfetto stile. Non
saprei fare diversamente. Mi rivesto dandogli la schiena immerso nei miei
pensieri.
Non
una parola. Nulla.
Per
la prima volta non so che dire, ma credo ci sia ben poco.
Lui
invece saprebbe di cosa parlare. Ma capisce che il silenzio è tutto ciò che mi
serve.
Cupo
e pensieroso mi avvio alla finestra lasciandolo del tutto a se stesso. Mi perdo
in me stesso mentre vedo che la tormenta di neve è cessata lasciando solo una
distesa bianca totale che non credo sia più in sintonia con la mia anima.
Sono
confuso.
Solo
questo distinguo…e so che ancora una volta è colpa di Potter…per capire
meglio dovrò tornare a fargli visita, alla prima occasione.