*Ecco
l'epilogo. Ormai Allanon non è più un druido anche se mantiene tutte le
sue conoscenze e può aiutare gli altri che invece hanno dei poteri
troppo grandi da poter controllare da soli. Vediamoli un paio di anni
dopo, nel loro Castello delle Necessità, con Wil che è diventato un
vero guaritore e cura gli altri, mentre Allanon addestra Mareth ed
Eretria, in un periodo di sorprendente pace sulla Terra. Spero che vi
sia piaciuta la mia versione del vero finale di Shannara. Se volete
sapere cosa scrivo, quando pubblico e dove, seguite la mia pagina su FB. Grazie per avermi seguito. Buona ultima lettura. Baci Akane*
EPILOGO
"Il sole
sta colando Più caldo come gli anni
che passano,
Oh di nuovo riscàldati, Oh così a lungo
Un fresco respiro di
innocenza Così a lungo fino alla
vita che ci eravamo abituati a conoscere
Perché ogni volta che
chiudo gli occhi Voglio scomparire con te
Sì e spero che anche
tu voglia scomparire con me"
/Disappear
- Mikky Ekko/
Varcò la prima soglia del
guaritore, la stanza d’aspetto dove solitamente stava l’assistente, non
lo vide, come non vide altri pazienti. Per oggi doveva aver finito
davvero.
Dopo la sala d’attesa c’era
un corridoio con diverse camere e molti letti adibiti a dormitori per i
più bisognosi, pur avendo i cosiddetti orari di visita, Wil ed il suo
assistente si prendevano costantemente cura di quelli che rimanevano
anche se la cosa non li occupava molto perché non erano mai in
condizioni troppo gravi, il lavoro che faceva prima Wil era sempre ben
fatto.
Quando giunse allo studio,
in fondo al corridoio, Allanon non bussò perché riteneva suo diritto
entrare in ogni camera del castello che fra l’altro aveva sistemato lui
stesso.
Così quando vide il giovane
assistente saltare di soprassalto lo fissò subito male e truce, questi
era un giovane che sembrava aver appena superato la maggiore età, aveva
lunghi capelli neri ed era piuttosto femminile come persona. In
qualcosa ricordava Bandon, forse nel tipo di sguardo spaurito che aveva
all’inizio, quando l’avevano trovato.
Era un giovane con un
passato complicato ma molto dotato come guaritore, a Wil sembrava
strano istruire qualcuno nell’arte da lui imparata con tanta fatica,
però era anche appagante, lo faceva sentire importante ed era bello
esserlo non solo perché era uno Shannara.
Quel nome se l’era quasi lasciato alle spalle, così come Allanon quello di druido.
- Abbiamo finito, stavamo
solo sistemando delle cartelle di alcuni pazienti! - Si affrettò il
giovane di nome Jerome inquieto per la presenza di Allanon. Non che poi
lo sguardo fosse amichevole!
Wil ridacchiò mentre il suo compagno lo fulminava ulteriormente.
- Puoi finire da solo? -
Chiese cupo, nonostante la domanda normale sembrava gli avesse chiesto
se poteva uccidersi in modi atroci da solo. Jerome annuì veloce e Wil
disse divertito.
- Potevi aspettare che
venissi io... - Allanon rispose senza staccare gli occhi dal giovane
che si rimise a scrivere teso e rigido sulla sedia vicino alla
scrivania.
- E come faccio a beccarti a
tradirmi se aspetto che sia tu a venire? - Rispose apertamente e
burbero. Wil scoppiò a ridere e si rivolse al suo assistente che stava
sbagliando a scrivere per la paura:
- Non preoccuparti, scherza.
È come un cane gigantesco e spaventoso che abbaia ma non morde. -
Jerome fece una risatina nervosa ed annuì.
- Andate pure, io finisco e do un’ultima occhiata ai pazienti. -
- Poi va a riposare. - Disse infine Wil gentile. Il giovane annuì e Wil uscì con un impaziente Allanon che brontolò:
- Non dovresti mentirgli. -
- Sul fatto che scherzi e
vieni sempre nel mio studio proprio perché sei geloso? - Allanon
scrollò le spalle senza toccarlo, camminando dritto ed impettito.
- Quello. E sul fatto che
non mordo. Sai che mordo. - Wil rise di gusto ed in modo rumoroso ed il
suono della sua risata rischiarò l’umore storto di Allanon che si
rilassò agganciandogli il collo col braccio per chiudergli la bocca con
un bacio, almeno avrebbe smesso di prendersi gioco di lui.
Wil preso poco alla
sprovvista ricambiò il bacio rimanendo con una mano sul suo petto,
fermi nella sala d’aspetto che introduceva tutta l’ala est, quella del
guaritore.
Si presero tutto il tempo che vollero per baciarsi, poi Wil si separò dalla sua bocca.
- Se questi sono i tuoi
morsi, mordimi più spesso! - Esclamò spontaneo, fu il turno di Allanon
di ridere e lo fece tornando a baciarlo, lo strinse con entrambe le
braccia divertito, gli tolse il fiato e gli fece anche male, ma poi la
sua bocca tornò ad occuparsi della sua, le lingue a giocare insieme, i
sapori a mescolarsi e tutto svanì lento e dolce, come sempre.
- Devo mordere tutti così? - Chiese poi Allanon staccandosi e riprendendo a camminare con lui al fianco.
- Oh oh, hai solo da
provarci! - Fece Wil con una finta risata, Allanon lo guardò
soddisfatto ed insieme continuando a scherzare si diressero verso
l’antro del druido a dire ad Eretria e Mareth che era ora di smettere
con l’addestramento per quel giorno.
Ripercorsero tutto il piano
e prima di prendere le scale per scendere, si fermarono nel corridoio
che si affacciava sul giardino interno, al centro del castello, quello
che Wil aveva sognato ad occhi aperti il primo giorno che aveva messo
piede lì, nel mezzo di una tempesta colossale.
Guardò fuori i rimasugli di
uno splendido tramonto che si trasformava in un viola suggestivo, si
riempì gli occhi di quella bellezza che lo rilassava tutte le volte.
- A cosa pensi? - Chiese
Allanon cingendo il corpo di Wil da dietro, spuntò col viso sulla sua
spalla e guardò fuori con lui. Wil non si era ancora abituato a quelle
domande, visto che una volta leggeva da sé la sua mente senza chiedere,
e rispose sdrammatizzando:
- Mi viene sempre un colpo
quando me lo chiedi! - Allanon rise; era bellissimo vederlo ridere, non
l’aveva mai visto ridere da quando si conoscevano, se non forse in
rarissime occasioni. Sempre incredibilmente belle, comunque.
- Come se ti dispiacesse che non posso leggerti nel pensiero! -
- Come se a te non bruciasse
il non poterlo più fare con me! - I due si beccarono ancora un po’ per
poi tornare allo spettacolo esterno, Wil si addolcì e tornò al pensiero
che aveva avuto prima.
- Ricordavo com’ero quando
sono passato di qua la prima volta, arrabbiato con te e disperato
perché non riuscivo a farti capire che sbagliavi. - Allanon sorrise.
- Alla fine la tua testardaggine ha vinto in qualche modo. -
- Pensi che anche quella
pioggia fosse un segno del destino? Se non fossimo mai arrivati qua non
avresti trovato quel diario e quel libro e quella soluzione... -
Allanon si strinse nelle spalle.
- Tutto è destino, lo sai.
Questo castello ha un incantesimo, lo trova solo chi ne ha davvero
bisogno, come l’albero della vita. - Wil si ricordò di come l’aveva
resuscitato e si rese conto che ogni suo bisogno era stato soddisfatto
da qualcosa di incantato.
- Sono stato molto fortunato. -
- A trovare cose che si rivelano in caso di bisogno? - Wil annuì.
- Sono felice, ora. Ho
quello che ho sempre desiderato. Quel giorno pensavo che avrei perso
tutto e non ce l’avrei mai fatta, che ti avevo resuscitato per niente,
che non sapevo come fare e non sarei mai stato felice. Invece ora dopo
qualche anno ecco qua che ho tutto quello che ho sempre desiderato ed
il mondo è in un lungo periodo di pace e... ed è tutto perfetto. Sono
stato fortunato. - Allanon era felice di sentirlo parlare così, si beò
di quelle ammissioni e non lo interruppe, fu lui a chiedergli quindi: -
E tu? -
- Io cosa? - Chiese trasalendo mentre non era intenzionato a muoversi dalla parete finestrata.
- Sei felice o ti sei
pentito di aver perso i poteri di druido? - Sapeva quanto cara era
stata quella rinuncia, ma poi si ricordava che la magia aveva un prezzo
e che per Allanon era stata la solitudine. Come si fa a vivere per
sempre e così a lungo senza amore?
A volte aveva la presunzione
di credere d’averlo salvato dal male, dalle tenebre, dalla sofferenza,
ma poi chi lo poteva dire? Allanon era illeggibile, sempre stato.
Certo era più affettuoso,
spesso sorrideva ed addirittura rideva e quando erano insieme il suo
sguardo era rilassato e sereno, ma quando era solo? Quando era da solo
giù nel suo antro oscuro com’era il suo sguardo? Si pentiva mai della
sua scelta?
Quando era solo, come stava?
- Non me ne sono pentito un
solo giorno. Ogni cosa ha un suo senso, anche Mareth che sembrava
impossibile la sua nascita, ora capisco perché è successo. Senza di lei
non avrei avuto la forza di rinunciare al mio ruolo, ma con lei sapevo
che il mondo era in buone mani. Tutto è andato nel modo giusto, anche
questo castello con questo incantesimo, Azeroth con la sua storia.
Pentito? No, nemmeno un po’. - Wil si girò fra le sue braccia cercando
il suo sguardo, i loro occhi si incontrarono e quelli di Allanon erano
davvero specchi delle sue parole, cosa che non erano mai stati prima
che venissero a vivere lì insieme.
- Sei felice? - Nel suo caso era meglio di un ‘mi ami?’
Allanon sorrise ed annuì.
- Lo sono molto. - Wil si
sentì sollevato perché sapeva che era sincero ed il bacio suggellò
sulla luna che iniziava a vedersi nel pezzo di cielo limpido.
Era tutto perfetto, per una volta.
Il calore ad ogni bacio si
sarebbe propagato nelle loro anime in eterno e la sensazione di
invecchiare insieme, la consapevolezza di poter morire come tutti stava
dando una pace inattesa in un uomo che non ne aveva mai avuta.
Una vita di rinunce e doveri
per avere la magia ed alla fine una scelta difficile ma giusta arrivava
a ribaltare ogni cosa. Rinunciare alla magia per vivere nei propri
desideri e nell’amore. Non avrebbe mai immaginato di poter arrivare a
quel momento, quel momento che aveva visto nella sua visione il giorno
in cui tutto era cambiato per sua volontà.
O, forse, perché era destino.
Un destino che entrambi
avevano abbracciato insieme senza mai pentirsi e che avrebbero
abbracciato serenamente fino alla fine terrena e naturale dei loro
giorni.
FINE