*Eccoci qua con un altro capitolo. Wil non intende arrendersi a quello che Allanon è convinto sia il suo destino, ovvero diventare il Signore Oscuro, ma resta da capire chi dei due ha ragione. Sta di fatto che Wil farà di tutto per convincere Allanon a stare con lui e con tutto si intende tutto. Nel frattempo il loro cammino li porta in un vecchio castello abbandonato destinato ad essere più protagonista di quello che sembra. Buona lettura. Baci Akane*

10. ATTRAVERSO LA TEMPESTA




"Corri, ragazzo, corri! Il sole ti guiderà
Corri, ragazzo, corri! Muoiono dalla voglia di fermarti
Corri, ragazzo, corri! Questa corsa è una profezia
Corri, ragazzo, corri! Scappa dalla società"
/Run boy run - Woodkid/

Il risveglio fu dolce, così dolce che per un momento la sua memoria gli giocò uno strano scherzo.
Sembrava non essere in nessuna situazione complicata, sembrava che andasse tutto bene e che non ci fossero problemi da risolvere e che ciò che lo stava eccitando potesse liberamente continuare.
Allanon nel dormiveglia realizzò che quello che lo stava eccitando era una mano, scivolò a toccarsi le parti intime, ma non era la propria mano bensì quella di qualcun altro e si muoveva molto bene, deciso e sensuale.
Il piacere srotolò dal suo basso ventre espandendosi lento e letale in tutto il suo corpo e ormai sveglio raggiunse completamente l’orgasmo nella mano di... di chi?
Troppo tardi realizzò e girandosi vide Wil alzare la stessa mano e salutarlo con un’occhiolino.
- Buongiorno! - Con questo lo baciò veloce sulle labbra scappando poi altrettanto veloce in bagno.
Allanon rimase solo nel letto dove era appena venuto e si coprì il viso con il braccio insultando sé stesso e quel desiderio ormai sbloccato.
Il ricordo vivido di tutto ciò che era successo quando non aveva memoria era lì come se l’avesse fatto lui coscientemente, quando avevano fatto l’amore era la parte migliore che ricordava e non riusciva a dimenticarlo, il proprio corpo rivoleva quella sensazione, il suo addosso, la sua bocca, entrare in lui e possederlo.
“Ma non posso, non posso più. Devo allungare il più possibile il mio tempo.”
Quando Wil uscì dal bagno era estremamente soddisfatto ed allegro di come era andata, lo salutò ancora e vestendosi disse che l’avrebbe aspettato giù facendo colazione.
- A proposito, come pagheremo? Io non ho un centesimo, non ero diventato ancora un vero guaritore, infatti ero un apprendista, non ho preso un soldo per i miei servizi quando ne prestavo... e lo sai meglio di me, salvare il mondo non paga... - Allanon sospirando seccato si alzò a sedere e con un gesto della mano gli fece volare in faccia un sacchetto di monete dai propri vestiti di druido apparsi insieme al resto della magia.
- I druidi hanno un loro fondo! Ora lasciami respirare! - Brontolò aprendogli anche la porta per farlo andare. Wil guardò il sacchetto di soldi.
- E suppongo che il fondo in questione sia illimitato! - Con un altro gesto lo spinse fuori sbattendo la porta, sentì la sua risata in risposta. Se non l’avesse ucciso sarebbe sopravvissuto per troppo tempo!
- Ma cosa mi è saltato in mente innamorarmi di lui? -
Ma non era così proprio per la loro estrema diversità che permetteva di completare ad uno le mancanze dell’altro?
Ogni azione di Wil alla fine aveva sempre avuto un suo esito positivo anche se nel mezzo aveva penato il triplo più del necessario, questo perché non lo ascoltava mai e faceva sempre di testa sua, ma in un certo senso era il suo pregio per quanto potesse sembrare strano.
Quando aveva passato la gran parte del tempo a detestarlo, per esempio, senza capire volutamente che ogni suo gesto era dettato da un motivo preciso e che non era per volontà propria o sadismo. Il nascondere le cose era per non influenzare il corso del destino, non perché detestava il mondo.
Per Allanon comunicare e farsi capire erano cose completamente lontane da lui.

Lo sguardo con cui salutò Wil era severo e di rimprovero e lui invece sorrideva tutto felice e soddisfatto.
“Lo preferivo astioso ed arrabbiato, era meno irritante!”
Forse perché era abituato a gestire gente arrabbiata con lui.
Eppure era così bello sedersi al suo tavolo e fare colazione insieme con lui che allegro raccontava qualcosa di idiota sull’oste e sulla colazione e su chissà cos’altro gli passasse per la testa.
- Ci ho pensato bene! - Esclamò poi mentre si beava della sensazione di vivere da coppia con lui.
- Sarebbe una novità! - Brontolò lui mangiando. Wil lo guardò corrugato e specificò: - Che pensi bene a qualcosa. Di solito pensi, ma non bene, e vai precipitosamente a fare la cosa più sbagliata! - Poteva citare una serie infinita di circostanze in cui l’aveva fatto ma se lo risparmiò, Wil fece una smorfia.
- Bene, vedo che hai ritrovato il tuo buon umore! Il regalino di stamattina allora ti è piaciuto! Pensa che potrebbe essere così per sempre! - Allanon alzò gli occhi al cielo esasperato. Certo che lo voleva, ma era sicuro di non potere.
- A cosa hai pensato tanto bene? A come seccarmi nei miei ultimi giorni di esistenza? -
Wil sogghignò convinto che tanto non sarebbe né morto né passato al lato oscuro della forza!
- Hai detto che sono magico, posso usare la magia sul serio, no? Perché non mi insegni qualche trucco? - Allanon chiuse gli occhi posando il cucchiaio con cui aveva mangiato la colazione e lo guardò torvo cercando una pazienza che non aveva.
 -Trucco? - Citò contrariato. Wil piegò il capo e fece un cenno divertito.
- Beh intendevo... insomma, hai capito. Come lo devo chiamare? -
- Non trucco! Non faccio trucchi di prestigio, io uso la magia! Anzi precisamente lascio che la magia scorra in me, divento il tramite per l’espressione esteriore della magia! - Wil sospirò seccato fermandolo prima che iniziasse un sermone.
- Avanti, insegnami ad essere un tramite anche a me, dici che la magia scorre in me! Tramite il mio sangue hai ritrovato la memoria! Il mio sangue ha purificato l’acqua del regno infettata dal Signore degli Inganni! -
Allanon voleva solo rimbeccarlo, ma alla fine aveva ragione, era saggio insegnargli ad usare meglio la magia che scorreva in sé, specie ora che era ancora separato dai suoi mezzi magici.
- Gli Shannara hanno molti colpi a loro vantaggio, non solo l’utilizzo di oggetti magici come le pietre o la spada... - Wil allargò le braccia eccitato.
- Insegnami qualcos’altro! -
Allanon si compiacque per la prima richiesta intelligente e saggia e lo guardò stupito incrociando le braccia al petto:
- Non pensavo di dover essere in punto di morte per sentirti dire qualcosa di intelligente! - Rispose infatti serio. Wil capì che lo stava prendendo in giro e gli tirò una briciola di pane stizzito.
- Ti ho mai deluso? - Chiese poi in difesa, alla sua espressione eloquente si affrettò ad aggiungere più infervorato: - Voglio dire, alla lunga! - Allanon decise di lasciar perdere.
- Alla fine è il risultato che conta, ma se non facessi di testa tua ogni santa volta, il risultato lo raggiungeremmo prima e con meno conseguenze. - Wil voleva dire che le conseguenze delle azioni di Allanon non erano mai state comunque indolori, però sarebbe stato un colpo basso e visto che Allanon aveva chiuso il collegamento per non sentire i pensieri sconci su di lui, approfittò di pensare quel diavolo che gli pareva.
- Bene, è deciso! Mi insegnerai qualcosa! Mi piace quella sfera di energia che scagli contro le persone facendole volare dall’altra parte! Quella secondo me è utile! E poi quel fascio che esce dal palmo quando cerchi di annientare qualcuno! Quello sembra il tuo colpo più forte! -
- Quando troverai le pietre e la spada certi colpi saranno anche più forti. - Asserì Allanon soddisfatto di parlare finalmente la stessa lingua e che Wil fosse interessato al suo mondo. Si alzarono e salutarono l’oste già pagati per ogni cosa, infine si avviarono a recuperare i cavalli.
- La sfera di energia è la più facile da imparare, non è proprio energia quanto una sorta di onda d’urto della propria magia interiore radunata e concentrata in un unico piccolo punto ed usata contro gli altri. La magia la usi solo per difesa, ricordalo Wil. - Wil ascoltò ogni parola assorbendola con attenzione e cura.

- Beh che fai? - Chiese incredulo Wil, Allanon montato a cavallo lo guardò ovvio.
- Ripartiamo? - Wil si aggrottò.
- Ma come? E l’insegnamento? - Allanon non gli diede nemmeno retta.
- Non ora. - Girò il cavallo con un colpo di tacchi ed il cavallo capì di voltarsi, poi tirò la briglia e lo fermò aspettando che il signorino si decidesse a salire sul proprio.
- E quando? -
- Dobbiamo riunirci a Mareth e Cogline. - Ripeté tipo per la centesima volta.
- Ma me l’hai promesso! - Allanon stufo delle sue lagne lo afferrò per un braccio e lo issò sul cavallo come se fosse un fuscello. Wil si ritrovò in un attimo in marcia al seguito di un silenzioso druido che maledì intensamente. Come osava promettergli una cosa e poi negargliela?
Wil gli mise il broncio fino a che non vide ad un paio d’ore di strada stagliarsi all’orizzonte un nido spesso e minaccioso di nuvole tempestose, da lontano vedevano anche le saette che correvano da una nube nera all’altra, erano molto basse. Wil si animò.
- Ma non mi dire! Dobbiamo attraversare proprio quelle? - Allanon non fece una piega.
- Quattro gocce non ci fermeranno! - Esclamò deciso senza rallentare.
- Quattro no... - Commentò divertito Wil seguendolo conscio di cosa sarebbe arrivato dopo.

Si gettarono in mezzo alla tempesta impavidi senza esitare, nel giro di pochi istanti erano entrambi zuppi e la pioggia era così forte e scrosciante che non potevano nemmeno sentire, oltre che vedere.
Notando la seria difficoltà dei cavalli nel proseguire e rischiando di perdere l’orientamento, proprio su un fulmine che cadeva poco distante da loro, Allanon decise di tirare su bandiera bianca e facendo un cenno a Wil, indicò una costruzione in pietra in lontananza che non sembrava troppo distante, si stagliava imponente fra un considerevole numero di alberi.
Ben presto vi furono davanti e solo una volta superata la barriera della flora riuscirono a capire che si trattava delle rovine di un antico castello, dimora probabilmente di qualche ricca stirpe estinta o andata in rovina.
Allanon senza esitare superò i neri cancelli e tutto il vasto cortile, infine con un gesto del braccio aprì le porte principali ed i due entrarono fermandosi poco dopo, con un altro gesto, Allanon chiuse le stesse lasciando fuori la furia della natura che si abbatteva su tutta la regione.
Non era un silenzio immacolato e perfetto, c’era il rumore scrosciante della pioggia, quello dirompente dei tuoni e il vento ululante che batteva contro le pericolanti pareti, molte finestre erano ormai rotte per l’usura del tempo, ma constatarono che avrebbe retto il necessario.
- Sembra molto grande. - Disse Wil scendendo da cavallo e lasciandolo legato ad una delle colonne d’ingresso, rappresentato da un’ampissimo salone sorretto da alcune colonne ornamentali. Allanon fece altrettanto proseguendo per primo verso il fondo del salone introduttivo, alla ricerca non di qualcuno ma di qualcosa.
Un posto dove poter accendere un fuoco, scaldarsi ed asciugarsi. La sosta forzata era lontana da pasti e riposi regolari e li rallentava di un bel po’, più tardi avrebbe controllato la posizione delle pietre magiche con l’incantesimo di prima, sperando che Mareth e Cogline non si spostassero.
- Sono bagnato fradicio, sarà meglio accendere un... - Wil lo raggiunse poco dopo e gli morì la voce in gola vedendo che Allanon aveva già provveduto in un sontuoso camino di un sontuoso salone.

Le rovine non erano in pessime condizioni ma il fasto di un tempo era sicuramente andato. Radici e rampicanti si distribuivano in tutto il castello su pavimenti e pareti, spaccandoli in diversi punti. La pietra grigio levigato e chiara di un tempo era ora coperta di sottili strati di muschio poiché il sole non la riscaldava sufficientemente.
Arazzi sporchi e sgualciti dal tempo, vetrate rotte, un enorme rosone sopra l’ampio ingresso anch’esso mezzo rovinato purtroppo.
Il salone dove erano rintanati sembrava una delle stanze in migliori condizioni, ma non avevano guardato il resto. Rimasero fermi davanti al fuoco ad asciugarsi in silenzio per un po’, quel fuoco non si sarebbe mai consumato. Il calore cominciò a fare subito il suo effetto e Wil decise di togliersi il giacchetto sopra appoggiandolo in una vecchia poltrona polverosa, rivolto verso il fuoco in modo che si asciugasse meglio.
Si tolse anche la felpa rimanendo in maniche di maglietta e pantaloni, Allanon lo guardò torvo.
- Che fai? - Wil lo guardò ovvio.
- Metto ad asciugare... -
- Può asciugarsi anche addosso a te... - Rimbeccò polemico.
- Sì certo, ma non mi asciugo io così! - Allanon decise di lasciar perdere i battibecchi col re dei battibecchi e spostò l’altra poltrona vicino al fuoco dandogli un colpo per togliere la vecchia polvere. Si sedette sopra e rimase in attesa fissando il fuoco come se lo interrogasse, per un momento a Wil parve che si fosse ipnotizzato. Le sue pupille erano due braci ardenti e rimase ad osservarlo incantato a sua volta, poi si riscosse ricordandosi del suo proposito.
- Mi insegni la magia allora? - Allanon alle sue parole si risvegliò e spostò lo sguardo su di lui.
- La magia viene sempre con un prezzo, è diverso per tutti, ma c’è. -
- Penso d’averlo capito visto che è il tuo motto! - Replicò acido.
- Non so quanto ti sarà chiaro. Per tuo padre la magia era il tormento verso il dovere che comportava, si è consumato in tutte le cose che sentiva di dover fare perché magico e quando non riusciva a fare tutto si buttava giù fino a perdere la ragione. -
- Per te cos’è? - Chiese Wil cogliendo la palla al balzo. Allanon si irrigidì e lo guardò non capendo come potesse fargli quella domanda.
- La rinuncia ad una vita privata e personale! L’annullare la mia volontà per il servizio del bene e del giusto e dell’umanità! - Wil chiuse gli occhi, che domande stupide.
- Pensi che se metti te stesso per primo le tenebre ti avvolgeranno? Non pensi che succederà esattamente l’incontrario? Che la pace che troveresti nell’abbandonarti a ciò che desideri ti permetterà di rimanere nella luce? Che se invece continui a rinunciare a ciò che vuoi allora sì che le tenebre ti avvolgeranno? - Il punto di vista di Wil lo colse impreparato, Allanon rimase per la prima volta senza parole a guardarlo inebetito e shoccato. L’aveva espresso così bene che non sapeva proprio cosa rispondere, così scosse il capo e si strinse nelle spalle risultando piccolo per la prima volta.
- Non lo so, vivo in base a ciò che mi è stato insegnato... - Wil scosse il capo.
- Magari questa parte dell’insegnamento mancava... - Azzardò Wil dolcemente. Allanon chiuse gli occhi frustrato nel non avere delle risposte più sicure, ma non c’erano risposte nette nella magia, quando si interrogava il destino la risposta la davi tu ma avevi sempre la sensazione che ne esistesse una universalmente corretta.
- Siamo noi che dettiamo il giusto e lo sbagliato, Allanon. Il destino si adegua a ciò che viene da noi. Non possono dirti ‘loro’ cosa è giusto fare, lo sai solo tu e quello che sceglierai diventerà il tuo destino. -
Allanon non sapeva se essere d’accordo, aveva sempre pensato che il destino fosse segnato punto e basta, ma era anche vero che doveva essere scelto liberamente, dunque se si veniva influenzati dal sapere di qualcuno, quello non era destino, quello era essere manovrati e ciò poteva cambiare l’esito.
- Il destino è una scelta libera, per questo non posso mai dire quello che è giusto per qualcuno. - Tornarono all’argomento principale di sempre, Wil aveva capito ormai perché non aveva potuto dire nulla del destino di Amberlie.
- Allora qualunque scelta farai tu, sarà giusta. -
- Per me, per il mio destino. Non per il mondo. - Wil scosse il capo stufo, non ne sarebbero usciti da quel vicolo cieco.
- Non puoi sapere cos’è giusto per il mondo, Allanon! Non sai tutto! Sai cos’è giusto in una data situazione e davanti ad un dato problema. Sai che uno Shannara deve salvare il mondo ed un druido lo deve aiutare nell’impresa, sai che i druidi oscuri vanno abbattuti, sai che l’eletta suprema deve diventare la nuova Eterea, ma lo sai perché sono così che vanno le cose, però se Amberlie sceglieva di rimanere con me e non sacrificarsi, le sorti del mondo sarebbero cambiate. Quello non era più destino? Sì che lo era! Il destino cambia di continuo in base alle nostre scelte! Siamo noi che lo determiniamo! -
Wil non si sarebbe arreso, non poteva.