*Ecco
un altro capitolo. Allanon e Wil sono arrivati in un castello in
rovina, spinti da una tempesta fortissima a cercare riparo. Quel che
troveranno dentro saranno riflessioni, discussioni ed occasioni di
crescita, nonchè scie di sogni che potrebbero avverarsi. Wil è sicuro
di avere ragione e non è intenzionato a mollare, ma Allanon è molto
testardo, anche se inizia a vacillare. Gli scenari interni del castello
sono stati ispirati da immagini trovate su pinterest che metto alla
fine del capitolo, spero che le mie descrizioni siano all'altezza di
quel che immaginavo. Buona lettura. Baci Akane*
11. UN CASTELLO NELLA TEMPESTA
"Mi spezza il cuore perchè so che tu sei l’unico per me
non ti sembra triste il fatto che non ci sia mai stata una storia e che non ci sarà mai?
e tu non lo saprai mai io non mostrerò mai quel che provo,
quello di cui ho bisogno da te, no, tu non lo saprai mai"
/You'll never known - Imany/
Allanon con pazienza scosse il capo chiudendo gli occhi.
- È un illusione. Noi
pensiamo di poter scegliere, ma in realtà eseguiamo precisamente quello
che è già stato determinato all’inizio dei tempi. Noi percorriamo il
nostro destino, non lo plasmiamo. È una cosa a cui ti devi arrendere. -
- Ma come è possibile allora
scegliere male? - Wil si stava alterando e battendo i piedi per terra
stizzito sentiva l’insano bisogno di picchiarlo, era in piedi davanti
al fuoco e gesticolava esasperato e fuori la tempesta che si abbatteva
sul castello sembrava specchio del suo stato d’animo.
- I ruoli determinano il
giusto e lo sbagliato. Amberlie era la prossima Eterea perché l’Eterea
aveva scelto lei. Non avrebbe potuto scegliere male, ma non doveva
essere influenzata in questo. -
- Poteva essere influenzata? -
- Certo! Potevo manovrarla e
dirle che non avrebbe dovuto farlo perché avrebbe distrutto tutti,
potevo dirle un sacco di cose! - Allanon stava perdendo la pazienza che
di norma non aveva, ma Wil non demordeva.
- Perciò il destino può essere cambiato! -
- Solo da chi sa. La
differenza è il sapere ciò che è giusto per una persona o meno e
manovrarlo in senso opposto. Il mio destino è sostenere gli shannara
nella salvezza del mondo, se ti voltassi le spalle al momento del
bisogno lo farei consapevolmente che vengo meno al mio ruolo di druido.
Quello è il mio ruolo, il mio dovere, il mio destino. -
- Ed ora pensi che sia diventare malvagio? Che ci sia un senso in questo? -
- Non che sia giusto, ma che
sia questo il mio cammino ed è ineluttabile. - Wil scosse per
l’ennesima volta la testa esasperato e alzando le mani lo mandò
momentaneamente a quel paese, fece per andare a farsi un giro per
calmarsi, ma poi si fermò, tornò indietro e si prese la felpa
perché lontano dal fuoco faceva più freddo. In quello gli disse
un’ultima cosa arrabbiato:
- Questa è una fuga dalle
proprie scelte. Tu non devi scegliere perché il tuo cammino è già
segnato e quello è il destino e tu non devi cambiare il tuo destino, ci
hai provato e non ci sei riuscito. Balle. Quello è scappare di nuovo.
C’è una scelta giusta in tutto questo, il male non è il futuro di
nessuno altrimenti non manderebbero druidi e shannara a salvare il
mondo ogni volta che il male giunge! Non ci manderebbero a ‘correggere’
gli errori! Il male non è il tuo futuro e a doverlo accettare sei solo
tu! - Con questo Wil se ne andò dal salone sbattendo la porta, una
ventata fredda sopraggiunse in quello facendo quasi spegnere il fuoco,
ma poi le fiamme si raddrizzarono nel camino ed Allanon rimase
sospirando a fissare l’arancione confortevole.
Tornò ad ipnotizzarsi e dopo
poco allungò le mani sulle lingue più alte, lasciò che gli bruciassero
le dita e come se non sentisse nulla, pronunciò in druidico:
- Rivela! -
A questo il fuoco divampò
scoppiando, gli schizzi di brace lo schiaffeggiarono facendogli
chiudere gli occhi. In quello dei flash lo attraversarono.
Flash di lui e Wil che
giacevano nudi ed avvinghiati insieme dopo aver fatto di nuovo l’amore
e lo scenario era chiaramente quel castello.
Allanon tornò in sé, ritirò
le mani bruciate che però non gli dolevano, se le mise sugli occhi,
premette disperato e sospirando mormorò un ‘perché?’ straziante.
Non riusciva a capire.
Quel posto era anche più
grande di quello che sembrava da fuori, a Wil sarebbe piaciuto vederlo
senza la tempesta ad impedirgli certi percorsi.
I percorsi intorno al
palazzo erano dei corridoi che costeggiavano le stanze che si
distribuivano sui piani, le pareti interne erano addobbate con arazzi e
quadri ormai rovinati, mentre quelle esterne erano composte da
innumerevoli finestre senza vetri ad archi ed in pietra, sulla somma di
queste dei rosoni completamente aperti, da un lato si vedeva un
giardino interno del palazzo che probabilmente era incantevole.
Le pareti ora erano piene di
edera rampicante, al momento era sconsigliato l’attraversamento di
quello che era diventato una sorta di porticato aperto. Wil immaginò di
chiudere il rosone e le finestre mettendovi dei vetri per poter
passeggiare liberamente e guardare il giardino. Corridoi esterni
incorniciavano ogni piano dando accesso alle stanze.
Innumerevoli stanze private
dei signori che vi avevano abitato, studi e stanze di intrattenimento
come quella della musica e delle feste.
I soffitti erano attraversati da archi che dividevano le stanze insieme alle pareti ed alle porte.
Era tutto fatiscente ed
abbandonato, alcune stanze non erano utilizzabili per via di pareti e
finestre rotte che permettevano la pioggia di entrare, però molte erano
chiuse e piene di polvere ed oggetti curiosi decisamente antichi.
Wil immaginava di metterla a
nuovo e sistemarla ed usarla per viverci, far di essa la sua casa dove
magari poteva ricevere le persone in cerca di guarigione.
Viverci lì con Allanon, Eretria, Mareth, Cogline e qualunque amico privo di dimora.
- La casa dei maghi sfigati!
- Disse ad alta voce scherzando sul fatto che i suoi amici erano tutti
con dei poteri di qualche sorta o che avevano a che fare con la magia,
ma non avevano un vero ruolo nel mondo o non erano riconosciuti
altrove.
- Ci vuole coraggio per
definirci maghi. - La voce di Allanon risuonò bassa e penetrante
facendolo rabbrividire mentre un lampo illuminava la stanza in cui
erano. Un vecchio studio a giudicare da libreria, scrivania, sedie e
poltrone.
Wil ridacchiò felice che
fosse venuto a cercarlo e decise di lasciar perdere la discussione di
prima, forse un giorno l’avrebbe convinto. Magari vedendo che non si
trasformava in nessun signore oscuro.
- Beh, grosso modo è quello
che siamo! - Allanon l’aveva raggiunto con una torcia di fuoco in mano
ad illuminare le camere più buie e senza sbocchi esterni. Si avvicinò
con l’aria seria ma meno arcigna di prima, così capì che era il suo
modo per scusarsi. Si guardarono uno davanti all’altro e non si dissero
niente, così Wil indicò un dettaglio sulle pareti.
- È molto bello, peccato sia
lasciato andare. Penso appartenesse a qualche stirpe gloriosa andata in
rovina. Però è un castello bellissimo, con una ristrutturata
diventerebbe una casa accogliente! -
- Per maghi sfigati? - Citò
ironico Allanon, Wil rise al suo tentativo di sdrammatizzare e così
allentò anche lui la tensione. Allanon si perse nella sua risata,
riusciva ad essere così luminoso e sereno come lui in trecento anni non
aveva mai potuto.
- Qua posso ricevere i
pazienti, di là c’è un’anticamera che può diventare una sala d’aspetto!
- Wil partì illustrando ogni idea, accompagnandolo quasi correndo per
il resto del castello mentre lo riscoprivano insieme, uno passivo e non
molto interessato se non all’entusiasmo dell’altro che a volte anche
saltellava.
Non era mai stato così
propositivo e felice da quando l’aveva incontrato. Si era sempre
lamentato ed opposto a tutto, spesso costretto dalle circostanze aveva
eseguito le cose riluttante, ma non aveva mai avuto una spinta
spontanea e fatto progetti se non accennato al suo sogno di essere un
guaritore, aveva iniziato l’apprendistato ed era diventato piuttosto
bravo, non gli mancava molto per specializzarsi e poterlo fare da solo.
- E poi il giardino deve
essere meraviglioso, chissà quante erbe ci potrei coltivare! - Si stava
lasciando andare perché aveva accettato destino e ruolo, ma era
convinto che il proprio fosse al fianco di Allanon e non contro di lui.
Aveva accettato di amarlo e
di voler stare con lui per sempre e dopo averlo resuscitato, vedeva
finalmente qualcosa di bello e voluto nel suo futuro.
Non era lo stesso per
Allanon che tuttavia non riusciva a lasciarlo andare, non c’entrava
davvero l’addestramento ed il renderlo in grado di ucciderlo a tempo
debito. Poteva addestrarlo Cogline, ne era in grado.
Sentiva di non poter rinunciare alla sua presenza fino all’ultimo respiro che avrebbe emesso in sé stesso.
Temeva forse che allontanandolo subito si sarebbe risvegliato prima.
Perciò stava con lui e si
beava della sua presenza che gli piaceva sempre più, si faceva
penetrare ora dopo ora dalla sua forza, dalla sua luce e da qualunque
cosa fosse stato ad attirarlo di lui, ma era consapevole che non poteva
esagerare, non poteva cedere completamente.
Cosa sarebbe successo se si
fosse messo sul serio con lui? Anteporre qualcuno al bene supremo
l’avrebbe comunque portato presto alla rovina, ma era possibile
continuare a controllare la situazione in quel modo per tanto?
Stare con lui per il sentimento provato, ma non abbandonarsi completamente a lui mettendo comunque una piccola distanza.
Wil si fermò improvvisamente
indicando delle scale che scendevano ai piani interrati del castello e
gli prese il braccio senza pensarci:
- Ehi, cosa troveremo là sotto? Mica ci sarà qualche mostro segregato? - Allanon si sentì andare a fuoco al contatto.
“Certo sarebbe possibile se lui collaborasse, dannazione!”
- Non sento vibrazioni di alcuna creatura viva e nemmeno energie di sorta. - Rispose Allanon pacato.
- Mi insegni a percepire le
presenze come fai tu? - Chiese Wil, in risposta Allanon annuì e
proseguì per primo la discesa delle scale in pietra che si immergeva
nel buio.
Lì sotto c’erano meno
rovine, il tempo non era riuscito a raggiungere i sotterranei, ma era
comunque un’atmosfera inquietante quella che li accolse.
Wil si strinse di più ad Allanon istintivamente vedendo alla loro sinistra una zona chiaramente atta agli interrogatori.
- La stanza delle torture,
guarda là, ci sono delle prigioni! - Wil ormai si era appeso al suo
braccio come se fosse in una casa degli orrori da scoprire con cautela.
Allanon non se lo scrollò di dosso.
- È normale che in un
castello ci sia anche questo. - Wil si voltò verso la parte destra per
vedere che cosa c’era e vide una porta che divideva e nascondeva
qualcosa che improvvisamente attirò completamente la sua attenzione e
curiosità.
Wil lasciò Allanon e andò subito a tentare di aprirla, ma era chiusa a chiave, così si mise a cercare.
- A volte le porte chiuse devono stare chiuse. -
- Sciocchezze, senti
qualcosa di magico ed oscuro? - Allanon negò. - E di vivo? - Allanon
negò ancora. - Allora ci voglio entrare! - E non si discuteva.
Allanon non si stupì della
sua curiosità e visto che prima aveva litigato con lui e non gli era
piaciuto, decise di assecondarlo, così con un gesto del braccio
semplicemente aprì la porta senza troppe cerimonie. Wil lo guardò
stupito poi con un sorrisino divertito lo ringraziò entrando.
La stanza era buia, così il
giovane Shannara tornò al braccio di Allanon che impugnava la torcia e
lo guidò all’interno girando di qua e di là per vedere cosa c’era.
Trovato subito un sistema di
illuminazione, lo attivò usando la torcia che diede fuoco ad un canale
che girava su tutta la circonferenza della stanza che, mano a mano si
illuminava grazie a del liquido d’accensione, mostrava la sua
grandezza e profondità.
Wil rimase senza parole nel
vedere, mentre Allanon riconobbe subito di cosa si trattava e come se
si sentisse a suo agio, rispose:
- L’Antro di un Druido. - Wil lo guardò interrogativo e Allanon spiegò: - Lo studio se preferisci. -
- Meno inquietante. Già questo è inquietante di suo! - Doveva ammettere che era la parte meno bella del castello.
La stanza era molto grande e
profonda, dall’ingresso scendevano delle scale che arrivavano al
pavimento, da lì partiva un angolo che sprofondava ulteriormente
in una zona che non si vedeva bene, come una sorta di centro
divinatorio o qualcosa di simile. L’infossamento era circolare ed al
centro dello stanzone. Per il resto c’erano armadi, librerie, un tavolo
molto grande, un paio di sedie e sicuramente attrezzature apprezzabili
solo da un druido.
Allanon si perse in quel che
vedeva mentre si chiedeva se il druido che aveva abitato quell’antro
magari l’avesse conosciuto e combattuto insieme.
- È il luogo più sicuro di
tutto il palazzo. - Disse Allanon mettendo giù la torcia in un anello
di ferro accanto alla porta, proseguì giù per le scale fino al
pavimento principale e andò alla ricerca dei diari che di norma i
druidi scrivevano per i posteri, esperienze, considerazioni, scoperte.
Lì avrebbe potuto trovare chi era il druido spirato.
- È il luogo più inquietante di tutto il palazzo! - Commentò ironico Wil affrettandosi ad inseguirlo.
Su quello che era il
principale tavolo da lavoro non c’erano attualmente diari, solo diversi
oggetti, cianfrusaglie a prima vista. Wil ne prese una senza farci
caso.
- È solo un mucchio di polvere... - Allanon vide cosa aveva preso e gliela tolse immediatamente di mano.
- Con questo puoi bloccare
immediatamente ogni stanza del palazzo mettendo tutti in sicurezza o
prigionia, ma il sistema per sbloccarle... - Allanon cercò fra gli
altri oggetti radunati e vide uno complementare, li posò insieme in
parte. - Questo sblocca. - Disse secco. - Non giocare con queste cose,
puoi fare solo danni! - Wil fece un broncio per essere stato sgridato,
così alzando le spalle iniziò a fare i capricci.
- Senti andiamocene, ho
trovato la stanza dei ricevimenti e delle feste, andiamo là a fare un
po’ di lezione di magia? - Allanon lasciò perdere la sua ricerca per
dedicarsi a Wil che andava verso l’uscita.
- Questo è il posto ideale
per imparare qualche trucco! - Disse ironico ‘trucco’ per citare le sue
parole di prima, Wil rise convinto che scherzasse e riprese la torcia
alla porta.
- Dai, muoviti! -
La sua voce si affievolì
quando lo vide al centro del cerchio di pietra infossato nel pavimento,
aveva l’aria molto convinta e seria. Si morse il labbro e lo vide
mentre gli tendeva la mano invitandolo a raggiungerlo, non ammetteva
repliche. Quando era così non lo smuoveva.
Sospirò.
- Proprio qua? A me inquieta! -
- Sciocchezze, questo posto trabocca di energia, è pieno di meccanismi che la incanalano. -
- Avevi detto che non sentivi niente! - Replicò polemico Wil rimettendo giù la torcia riluttante.
- Perché da fuori non si
sente, il legno usato per la porta è frassino, protegge e in certi modi
maschera la magia. - Wil si stupì, poi nella mente elaborò tutte le
proprietà svariate delle piante e capì che se usate in determinati modi
potevano essere usate anche per la magia.
- Ci sono molti tipi di
druidi, Cogline è votato alla scienza, mi pare, no? Non usa proprio la
magia come te, ma sa moltissime cose magiche... - Wil alla fine si
rassegnò a raggiungerlo, ridiscese gli scalini, percorse il pavimento e
poi superò l’ulteriore discesa in pietra levigata per raggiungere il
centro dove si trovava Allanon.
- Sì, ci sono diversi tipi di druidi a seconda dell’inclinazione di ognuno, la magia non è uguale per tutti. -
Il centro del pavimento era
sufficientemente spazioso ma non troppo grande, le discese in pietra
non erano esagerate e profonde, partivano dai quattro angoli del
pavimento ampio, rettangolare. Per terra era inciso un cerchio
all’interno del quale stava Allanon il quale estrasse il bastone magico
dalla propria cintura e con un cenno lo allungò sia sopra che sotto
l’impugnatura, proprio come si faceva con la spada.
Wil si fermò davanti a lui
fuori dal cerchio e lo guardò, Allanon chiuse gli occhi, prese un
respiro profondo e pronunciando una parola in druidico che significava
‘risvegliati’, batté il centro del cerchio dove era lui e a quel punto
l’incisione circolare per terra si illuminò del colore del fuoco, come
se dovesse scaturire da lì, successivamente da esse partirono altri
segni druidici, poi le incisioni incandescenti si svilupparono fino ai
quattro angoli e raggiunte le piccole discese, queste divamparono con
dei fuochi minori che non si consumavano. Wil rimase senza parole e
sorpreso sentendo il cuore improvvisamente accelerare come un matto,
una sensazione strana, quasi gli girava la testa, ma non si sentiva
male.
- Ora lo senti? - Wil annuì,
Allanon riaprì la mano e lo invitò a raggiungerlo. Wil esitante si unì
a lui al centro del cerchio incandescente, ma meno vivido di poco
prima. Gli prese la mano e sentì una sorta di corrente elettrica.
- Che stai facendo? -
- Il primo passò è sentirla!
- Wil capì che parlava della magia, Allanon rimise via il proprio
bastone, gli prese anche l’altra mano e sistemati esattamente al centro
del cerchio magico, chiuse gli occhi indicando di fare altrettanto.
Wil li chiuse.
- Devi fidarti di me. - Disse a bassa voce.
- Mi fido. -
- Abbandonati, non opporre
resistenza. Qua non ci sono pericoli, non è un posto inquietante, è un
posto estremamente sicuro. - Cominciò con voce bassa, penetrante e
conciliante. Will iniziò a provarci, ma non era molto facile. Era teso
anche per le loro mani giunte. - Senti la tempesta? - Wil scosse il
capo. - Qua non ci può raggiungere. Nessun tuono, nemmeno un goccio di
pioggia. - Wil lentamente riusciva a rilassarsi in quel posto strano,
il problema rimanevano le loro mani allacciate. Supponeva di dover
sentire la magia di Allanon, o magari tramite lui la magia
tutt’intorno, o magari gli faceva sentire quello che sentiva lui... -
smettila di farti domande su cosa stiamo facendo, abbandonati. - Wil
sospirò seccato ed insofferente. - Wil. - Lo richiamò ancora fermo ma
calmo. All’ennesimo Wil si decise ed il sospiro fu un lasciare andare
tutto. Cancellò il fatto che le loro mani fossero allacciate, cosa
cercasse di fare, cosa dovesse sentire in linea teoria. Abbandonò tutto
e semplicemente si concentrò sulla sua voce che lo guidò nel viaggio.
Un viaggio davvero incredibile.