*Ecco il penultimo capitolo! Bene bene, Allanon ha trovato una strada da percorrere, ha una scelta da fare ma sarà giusta? Sarà possibile? Sarà in grado di compierla? Vorrà davvero rinunciare alla magia ed alla sua essenza di druido per vivere per sempre il suo amore con Will? Di dubbi in un attimo ce ne saranno molti ed è ora di affrontarli nell'ultima prova che decreterà irreversibilmente il loro futuro. Buona lettura. Baci Akane*

13. L'ULTIMA SCELTA



"Sono in piedi nelle prime linee Sto combattendo per la mia anima
Ho camminato in una strada solitaria auto distruttiva
Ho letto i segni di pericolo ma Ero troppo cieco per vedere
Ho sentito il dolore finchè ho creduto
Ho uno scopo Questa è guerra Questa è guerra
Dal giorno in cui sono nato Morirei solo per vivere, solo per sanguinare
Combatterò Per la mia vita Trasformare le mie tenebre in luce
Questa è guerra, è guerra intorno a me"

/War over me - Papa Roach/


Wil aveva voglia di piangere e urlare, non avrebbe mai creduto in lui, mai. Come faceva a dirgli che lui sapeva, lui sentiva che Allanon non era in pericolo ma si trattava di altro? Allanon era convinto di aver ragione e non lo smuoveva, ma la verità era che aveva paura e non delle conseguenze di un suo legame terreno, bensì di aprirsi a qualcuno ed indebolirsi per lui.
Allanon sicuramente non aveva mai avuto affetti e relazioni vere, dopo 300 anni così non sapevi come si faceva. Era comprensibile, ma era per questo che doveva fidarsi.
Guardò la fiamma della torcia che teneva in mano, tremava mentre percorreva il castello a grande falcate, nervoso, arrabbiato e deluso.
Aveva ancora la sensazione della sua lingua sulla propria, per non parlare delle visioni avute mentre si baciavano. Era sicuro che fossero reali così come quelle viste le altre volte che per quanto tragiche, si erano sempre rivelate vere.
Raggiunse il salotto dove aveva acceso il caminetto, il fuoco bruciava ancora mai consumato grazie all’incantesimo di Allanon, si accucciò davanti e si scaldò dopo aver posato la torcia in uno degli anelli accanto alla porta che sbatté.
Fuori il temporale ancora non accennava a calmarsi, sembrava sarebbe durato per sempre.
Per sempre intrappolati lì?
O solo fino a che non avrebbero preso la decisione giusta?
Wil per un momento si chiese se ci fosse un incantesimo sul castello, come una sorta di forza sovrannaturale che spingeva i viandanti bisognosi a trovarlo e a cercare riparo lì dentro per qualche ragione, a quello strano pensiero si riscosse realizzando che era assurdo, così tornò a concentrarsi sul fuoco con aria truce. Come se quelle fiamme arancioni fossero Allanon e potesse leggervi dentro.
Quanto lo voleva? Quanto voleva leggere in lui per capire cosa provava, cosa pensava, cosa lo bloccava...
“Non credo sia mancanza di fiducia in me anche se io la vivo così e mi ferisce per questo. Penso che sia paura e basta. Come faccio a fargli capire che non ne deve avere?”
Proprio mentre si faceva con ossessione le stesse domande incantandosi col fuoco e pensando ad Allanon, sentì la sua voce che rimbombava, non era lì e non era nella sua testa, era come se parlasse attraverso il fuoco.
Fu una frase veloce e fugace ma chiara:
“Per abbracciare il mio destino e liberarmi devo rinunciare alla cosa più cara della mia esistenza, per un ragazzo che ora vuole questo con tutto sé stesso, ma per quanto sarà così? Ne varrà davvero la pena?”
Sentendolo Wil si alzò in piedi di scatto col cuore che batteva all’impazzata nel petto, lo guardò ansimante come se dal fuoco potesse uscire Allanon, ma rimase tutto fermo e silenzioso.
“Ho fatto un incantesimo col fuoco? Cos’era?”
Allanon che vagliava la possibilità di liberarsi, ma da cosa?
Non passò molto che la porta del salotto si aprì e Wil si voltò come se sapesse, lo guardò pallido mentre lo shock si tramutava in consapevolezza. Allanon mascherava bene, ma era sconvolto, lo si capiva da come lo fissava immobile davanti alla porta, come se cercasse di leggergli dentro o meglio...
“Sta lottando, vuole leggermi ma ha promesso di non farlo e cerca di evitare...”Sarebbe stata una novità, ma c’era stato un periodo in cui Allanon effettivamente aveva smesso di leggergli in testa, anche se poi in certi momenti l’aveva fatto senza problemi.
Wil aveva ancora la frase sentita dal fuoco e non sapeva cosa intendesse davvero e cosa significasse, ma capiva che Allanon cercava la risposta della sua vita e decise di farlo scivolare nella sua coscienza e scandagliarla per ottenere tutto ciò che desiderava.
Non l’aveva mai fatto ed odiava l’idea di farsi vivisezionare da lui, però se questo l’avrebbe aiutato ad uscirne e ad abbandonarsi a lui, allora che fosse.
Wil deciso aprì le mani come se nel  mezzo potesse materializzare una sfera magica, camminò deciso verso Allanon ancora fermo vicino alla porta e prima di dire qualsiasi cosa, gli mise le mani sulle tempie, ai lati del viso. Lo fece con decisione e convinzione, volendo disperatamente con tutto sé stesso aprirsi al cento percento con lui.
Se quella era l’ultima prova per avere quello che desideravano, bene. Era pronto.
Appena Wil gli mise le mani sul viso un flash brillò accecandolo, Allanon chiuse istintivamente gli occhi e gli mise le mani sulle sue ma non per togliergliele, bensì per entrarvi meglio. Capì che Wil si stava aprendo a lui e così decise di farlo. Se lui lo voleva e glielo permetteva avrebbe potuto vedere meglio, vedere tutto.
La prova finale, quella decisiva che gli avrebbe permesso di scegliere una volta per tutte.

Appena chiuse gli occhi si sentì come cadere giù in un pozzo senza fondo, tutto nero intorno a sé fino a che in fondo iniziò ad intravedere una piccola luce, Allanon si indirizzò verso di essa come se volasse. Mano a mano che volava, la luce diventava più grande avvicinandosi fino a che divenne un nucleo azzurro.
L’essenza di Wil, la sua magia, la sua vita stessa, i suoi sentimenti, il suo cuore, la sua anima. Era tutto lì. Una volta dentro, avrebbe visto. Dopo non si tornava indietro.
Allanon esitò un istante, poi respirò a fondo ed infine si tuffò.

La luce lo avvolse completa trasformandolo nella stessa a sua volta.
Lui che era braci incandescenti. Lui che bruciava fino a consumarsi, si ritrovò in un tiepido bagno di luce fresca ed immediatamente la pace lo invase. Non c’erano più dubbi e paura, nessuna agitazione.
Andava tutto bene, era lì per trovare quello che cercava.
Allanon si perse per qualche istante poi si ricordò il motivo per cui era entrato.
L’amava davvero, Wil? L’amava come una persona disposta ad amarlo per sempre? Il suo amore era fugace e momentaneo, riflesso di un affetto o di un desiderio carnale che sarebbe svanito dopo un po’, o era serio, corposo e destinato a durare per sempre?
Poteva fidarsi di quell’amore? Era un amore vero?
Mentre si girava nella luce alla ricerca di risposte, iniziò a vedere i volti delle persone a lui care.
I suoi genitori, Allanon guardò con dolcezza Shea.
Suo zio Flick, sorrise anche a lui.
Amberlie, Eretria, Mareth, dopo di loro altre persone che lui non aveva conosciuto ma care a Wil e poi al centro di questo turbine di volti e persone, lui.
Allanon si vide lì nel mezzo come in uno specchio, nudo e pulito, come se fosse puro.
Tale ai suoi occhi.
Allanon si avvicinò a quel sé stesso candido e guardò, lo amava come gli altri?
Appena si fece quella domanda, l’Allanon di Wil si voltò, lo guardò e animato e vivo iniziò ad attaccarlo. Prima di realizzarlo, stava combattendo contro sé stesso.
Lì Allanon era vestito dei suoi abiti neri da druido, impugnava la sua spada ed il suo scettro e combatteva coi propri simboli incisi sul corpo che brillavano quando usava la magia, gli scagliava incantesimi ed energia addosso, ma l’altro Allanon privo di segni sul corpo e di caratteristiche da druido, rispondeva a testa alta senza scalfirsi, come se non potesse morire perché aveva una protezione addosso.
Ogni volta che lo colpiva, la luce lo avvolgeva rigenerandolo.
L’amore di Wil continuava a proteggerlo e dargli vita.
Allanon lo trafiggeva e lo feriva ripetutamente per difendersi dai suoi attacchi privi di magia, ma ugualmente molto forti, ma non lo feriva mai, non lo esauriva mai.
Prendeva la forza da Wil. Wil non gli permetteva di dissolversi.
La spada che usava quell’Allanon era la spada di Shannara, riflesso della magia di Will, e quella spada faceva scintille ogni volta che la lama incrociava la propria.
Poi spuntarono nelle sue mani le pietre di Shannara, tramite quelle l’energia pura lo colpiva come se fosse Wil stesso.
Allanon capì che era il riflesso dei sentimenti del ragazzo, il suo amore non gli permetteva di uccidere quella proiezione, era come se lo rendesse invincibile tramite sé stesso. Inaccessibile. Inesauribile.
Un colpo, due colpi, le energie dalle pietre e dallo scettro, le spade che dirompevano scontrandosi e poi la consapevolezza che avrebbe potuto combattere per sempre, ma non l’avrebbe mai sconfitto, non sarebbe mai morto, quell’Allanon.
Ed in un istante capì il motivo.
“Non è un amore che puoi seppellire ed uccidere. È questo il modo in cui mi ama. Sicuro, deciso, solido, eterno, puro.”
Appena lo realizzò, abbandonò le proprie armi, chiuse gli occhi e aprì le braccia, l’Allanon di Wil lo trafisse con Shannara e appena si ritrovò la sua spada nel petto, Allanon sorrise nella pace e non nel dolore.
Come era dolce abbandonarsi, come era bello purificarsi e liberarsi.
Liberarsi.
Finalmente poteva, era ora.
Aveva superato la prova ed aveva deciso.
- Io, Allanon,  abbraccio il mio nuovo destino a mi libero dalla mia essenza di druido diventando mortale e scelgo l’amore. - Dicendolo riemerse in superficie, si accasciò ritrovandosi fra le braccia di uno sconvolto ed ansimante Wil che aveva fatto da spettatore alla prova di Allanon.
Una prova conclusa nell’unico modo possibile e giusto.
Allanon non era più un druido, era mortale. Aveva scelto di vivere con lui e per lui il loro amore, per sempre, fino a che morte naturale ed umana non sarebbe sopraggiunte. 

Le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi mentre sentiva il vuoto lasciato dalla magia, il distacco dal suo essere profondo.
Non era come perdere un braccio od una gamba, era come perdere la persona più importante della tua esistenza, come un figlio che avevi cresciuto per tantissimi anni.
Un’affezione che solcava nel profondo dell’anima e lo sconvolgeva impedendogli di respirare.
Allanon sentiva di non poter smettere di piangere, Wil lo vide sconvolto e lo strinse senza saper cosa dire e cosa fare.
Sconvolto lui stesso per quello che era successo, ancora incapace di realizzarlo a pieno se non grazie al suo pianto davvero shoccante.
Nemmeno sapere del sacrificio di Amberlie lo aveva scosso tanto.
Vedere Allanon piangere così era una di quelle cose che segnavano per la vita.
Fu lì che capì l’enorme importanza di ciò che era appena successo.
Allanon aveva rinunciato alla cosa in assoluto più cara che non era la sua vita a cui aveva rinunciato quasi con facilità all’idea della liberazione del tormento, ma la sua magia, la sua essenza di druido.
Aveva messo la sua felicità nelle sue mani, che era più delicata della sua vita.
Proteggere e mantenere in vita qualcuno era più facile che renderlo felice, molto spesso era così.

Per quanto era rimasto a piangere fra le sue braccia?
- Nessuno ha detto che sarebbe stato facile... - Mormorò Wil dopo un po’, la voce rimbombava e il temporale lontano sembrava affievolirsi, finalmente, come se l’incantesimo che gravava sul castello si fosse calmato con la scelta giusta di Allanon.
Sarebbero rimasti lì fino a che non avrebbe fatto quella scelta?
Allanon smise di piangere e scosse la testa riesumandosi dalle sue braccia, si pulì il viso con la manica dei vestiti da druido che gli erano rimasti, così come un bastone magico che non avrebbe potuto utilizzare. La spada era diversa, l’avrebbe potuta usare comunque.
- No, nessuno l’ha detto, è vero. - mormorò rauco.
- L’importante è che tu non te ne penta, non immaginavo che si trattasse di una cosa simile, avresti dovuto pensarci meglio, prenderti più tempo... - disse turbato e preoccupato Wil.
Allanon scosse il capo deciso mentre gli occhi neri brillavano come due mari notturni dove la luna si rifletteva rischiarandolo.
- Non avrei mai superato la prova altrimenti. Il rito consisteva in questo, una lettura profonda degli animi per capire quanto forte era il tuo sentimento e poi di conseguenza il mio, quanto ero disposto a sacrificare, quanto sarebbe durato. Se non fossimo stati pronti, se non fosse stato giusto, non sarebbe mai finita così, ma io avrei ucciso l’altro Allanon. - Disse ritornando in sé piano piano, era ancora molto scosso, sentiva freddo ma non un freddo esteriore.
Wil si accorse che tremava e sebbene cercasse di tornare in sé ed in controllo, non ci stava riuscendo bene. Certo, non piangeva, ma tremava un sacco.
Wil capì cosa cambiava da ora, cosa stava succedendo e vide Allanon per la prima volta fragile e con delle debolezze, sentì di dover essere lui la sua colonna, la sua forza, di doverlo proteggere perché si affidava a lui ed era vulnerabile. Ora sarebbe invecchiato con lui, sarebbe morto un giorno, se ferito non sarebbe guarito facilmente a meno che lui non sarebbe riuscito a sanarlo.
- Diventerò più forte, non permetterò che nessuno di quelli che amo vengano mai toccati. - Mormorò Wil prendendogli il viso fra le mani nel disperato tentativo di fermare il suo tremore. Allanon guardò i suoi occhi dolci preoccupati e trovò conforto, sorrise e li chiuse beandosi in quella sensazione, la sua fronte sulla propria, le mani sul viso. Dolcezza.
- Lo so. Non ho paura di questo. - Wil scostò il capo per guardarlo meglio in viso ed Allanon riaprì gli occhi, poi calmo mormorò piano:
- È la mancanza della magia, la mia essenza di druido è sparita e mi manca. È come avere un febbrone da cavallo, sono gelido dentro di me. Devi... devi scaldarmi... scaldarmi dentro... - Wil per un momento lo guardò confuso come se sragionasse, poi capì cosa intendeva e andando in uno dei sofà vicino al fuoco da cui aveva tolto il telo bianco impolverato, gli indicò di raggiungerlo, una volta che Allanon si fu seduto sopra con la bocca aperta per ripetergli che non era un freddo esteriore, Wil si sedette sopra di lui a cavalcioni, gli prese di nuovo il viso fra le mani come prima e lo baciò impedendogli di ribattere.
Allanon rimase con le labbra schiuse ad accogliere le sue, le mani aperte in un primo momento, inebetito, si posarono poi sui suoi fianchi e poco dopo era rilassato a rispondere al bacio.
Le lingue si intrecciarono subito come se si dessero e si prendessero linfa vitale a vicenda, prima di quello Allanon non aveva immaginato cosa potesse aiutarlo a stare meglio, si sentiva perso, ma appena le sue mani e la sua bocca si erano chiuse su di sé aveva capito ed aveva iniziato come a respirare di nuovo.
Il sangue sotto la pelle che prima si era fermato ora scorreva di nuovo, lento e sempre più veloce.
Tornava a sentirsi vivo, dolcemente vivo.
Allanon strinse le mani intorno alla sua vita tenendolo contro di sé, non l’avrebbe mai lasciato andare, mai. Le braccia di Wil si chiusero intorno al suo corpo e la bocca scivolò sul suo orecchio e lo baciò lì, poi si strinsero forte a vicenda abbandonandosi per un momento a quell’abbraccio sentito e profondo ed infine Wil mormorò piano:
- Ti amo Allanon. Nessuna promessa, nessuna esagerazione di alcun tipo. Solo questo. Solo loro. Solo il puro sentimento ammesso e mostrato.
Allanon si rilassò e si riscaldò ulteriormente, tornò a sentire delle lacrime dietro le palpebre ma non di disperazione e di vuoto ma bensì di gioia per la liberazione e l’abbandono al proprio sentimento. Non doveva più gestirlo, soffocarlo, ignorarlo e torturarlo.
Poteva semplicemente...
- Ti amo anche io Wil. - Ammetterlo e basta. Andava bene così.
Wil sorrise felice e fu il suo turno di commuoversi, non avrebbe mai pensato che trovandosi davanti alla propria verità avrebbe potuto abbracciarla così facilmente, senza lotte interiori di alcuna sorta.
Eppure era così giusto, finalmente.