*Ecco
il nuovo capitolo. Allanon è resuscitato ma non ricorda niente e non ha
la magia, però ne sente il richiamo. Riuscirà lentamente il vecchio e
vero Allanon a tornare a galla? E questo cosa comporterà? Quali sono
gli istinti profondi che aveva sempre nascosto e represso e che ora
verranno fuori senza freni inibitori? Wil lo sta per scoprire a sue
spese, ma nel suo caso fare ciò che è giusto potrebbe essere la cosa
più difficile di tutte! Buona lettura. Baci Akane*
3. IL PREZZO DELLA MAGIA
"Ogni sera, guarda la stessa vecchia stella, ma la strada sottostante sta cambiando
Dopo un po' perdi chi sei
e non sarai mai più lo stesso
Soffrire nel mondo selvaggio
Sono sparito dalla vista, sperando che la morte non sia vicina
Forse sono stanco di perdere tempo o forse sono morto da anni"
/Wild world - Scott Ruth/
“Immagino che si
maturi, no? Ora vedo le cose diversamente da prima, riesco a capire
cosa è davvero importante e su cosa posso passare sopra perché ho fatto
esperienze che mi hanno fatto maturare di più. E poi è anche vero che
lo capisco meglio, prima non potevo.”
Al momento giusto Allanon aveva dato la vita per Wil e Mareth, perciò non poteva recriminare come un tempo.
- Ce l’avevo con
te, ma era il destino il colpevole. Cercavi di dirmelo, ma io non ti
credevo e volevo avercela con qualcuno, perciò ti accusavo di non dirmi
le cose che sapevi e sentivi... - Disse a testa bassa Wil fissandosi le
ginocchia che si abbracciava. Allanon guardava lui e lo ascoltava senza
interromperlo, così sollevò il capo e lo guardò ansioso di vedere come
la prendeva. Era serio e attento, non sembrava arrabbiato o ferito.
- Come mi hai
perdonato? - Chiese piano e penetrante. Wil incantato dal suo sguardo
scuro e profondo, rispose incapace di staccare gli occhi dai suoi:
- Mi sono trovato
in condizioni simili alle tue. Ad avere un ruolo e sapere cose che
sapevo di non poter condividere con gli altri per non influenzare gli
eventi. Ed ho capito che ce l’avevo con te perché pensavo non ti
fidassi di me, ma non era vero. Tu non potevi, così come io. Mi sono
incolpato per dei fallimenti e tu mi hai consolato dicendo che non
dovevo vedere solo quelli ma anche i successi. Così ho realizzato che
ci tenevi a me e che era una questione di destino, di ruoli, di giusto
e sbagliato, ma non di scelte e sentimenti. - Allanon trovò
confortevole la consapevolezza che Wil aveva capito una cosa simile e
che nella morte non si erano separati con sentimenti negativi di mezzo.
- Eravamo compagni di missioni, dicevi? - Wil sorrise ancora a quel termine.
- Ti sei sempre
isolato di proposito perché pensavi che i legami indebolissero e poi
sei morto quando hai iniziato ad averne. Hai provato un senso di colpa
verso Bandon e provando a salvarlo o fermarlo hai saltato il sonno
druidico e ti sei indebolito, sei morto per proteggere me e tua figlia.
I legami ti hanno ucciso. Eppure l’avevi detto, come hai sempre detto
tutto. È il destino, non siamo noi. I legami indeboliscono, bisogna
essere forti. Ma eccoci qua. Tu sei morto, si può dire per me, ed io ho
abbandonato completamente la vita di prima per trovare un modo per
riportarti in qua. - Wil trovò catartica quella confessione, prima di
farla non aveva capito quanto bisogno ne avesse avuto.
Allanon quella
volta seguì il suo istinto e gli mise una mano sulla spalla girandosi
meglio verso di lui, poi scivolò dietro al collo e strinse la presa
come sentiva di dover fare. Wil rabbrividì e chiuse gli occhi
abbandonandosi a quella sensazione terribilmente bella e nostalgica.
- L’ultima volta che ci siamo visti prima della tua morte, mi hai stretto così. - Era un ricordo doloroso eppure il più bello.
- La prima volta
che siamo stati davvero compagni di viaggio... - Allanon così l’attirò
a sé e appoggiò la testa alla sua chiudendo gli occhi a sua volta, si
abbandonò a quella sensazione splendida, così calda e confortevole,
così giusta.
Aveva voluto farlo per tutto il tempo, come se fosse la memoria del corpo a spingerlo.
- Se non eravamo
compagni di viaggio da sempre, come posso sentire questo? Perché mi hai
riportato in vita? - Wil ricordò la profezia.
Solo per amore si poteva riportare in vita qualcuno. Era evidente che Wil lo amava, non molto il modo ed il tipo di amore.
O forse lo era anche quello?
- Te l’ho detto,
avevamo un rapporto complicato ed io non so nemmeno come spiegartelo,
però alla fine ho capito che sbagliavo e... ed è stato troppo tardi...
- Allanon si staccò e gli prese il viso fra le mani guardandolo negli
occhi così da vicino, Wil era intorpidito mentre il corpo fremeva con
quello sguardo penetrante su di sé.
Si sentiva pieno di brividi che partivano dall’inguine.
Un momento, da dove?
Wil aprì la bocca nella propria spontanea sorpresa e Allanon parlò:
- Non so cosa ci
legava e cosa io posso averti detto, ma so cosa provo ora stando
davanti a te. È un istinto al pari della magia. Tu sei... è come se
fossi la cosa più importante, come se non potessi lasciarti andare. Non
capisco quello che provo, per questo ti faccio tutte queste domande, ma
la verità è che sono felice di essere qua con te. È questo che sento. -
Wil voleva chiedergli come poteva stare bene nell’essere senza memoria
e magia, si fidava solo del suo istinto che ogni tanto gli parlava e lo
confondeva e poi si fidava di tutto quello che lui gli raccontava,
eppure era lì e stava bene, non si stava distruggendo nel non sapere,
non si stava schiacciando in ciò che aveva perduto.
Probabilmente fu
ancora il suo istinto a spingerlo verso le sue labbra, realizzando che
lo stava per baciare Wil lo spinse con una mano sul petto saltando
sorpreso. Un pensiero veloce gli balenò nella mente.
“Quando ricorderà
tutto mi ammazzerà! Io non c’entro nulla, ma è evidente che ora Allanon
non è in sé! Non posso permettergli di fare qualcosa che non farebbe.
Non so perché non lo farebbe se in realtà lui invece è chiaro che vuole
farlo, ma ora non sa tutto quello che sapeva prima, ora è lui per metà.”
- Che succede? -
Chiese Allanon senza capire come mai ora lo interrompesse. - Credevo
che il mio istinto fosse l’unica cosa che mi rimanesse, di dovermi
fidare. - Wil riluttante si alzò sfilandosi dalle sue braccia ed andò a
vedere del fuoco, lì vi rimase accucciato e tremante, guardò le mani
ballare davanti a sé e si morse il labbro chiudendo gli occhi. Era in
totale subbuglio.
“Lo volevo. Solo
ora lo vedo bene. Lo volevo come un matto. È questa la natura del
nostro legame, dell’amore che mi ha permesso di riportarlo in vita,
quello che ho sempre negato perché era più facile così! Ma lui ora non
è completamente sé stesso.”
- Wil. - Chiamò ancora Allanon deciso.
- Tu ora non sei in te. -
- Forse lo sono
più di prima. Io seguo puramente il mio istinto, non ho altri
preconcetti in testa che mi impediscono le cose. -
Wil era sempre più nel panico e sentiva di non potersi girare a guardarlo, era anche molto eccitato.
- Non so perché non hai mai voluto spingerti su quel livello con me anche se lo volevi... - O per le meno così sembrava.
- E lo voglio
tutt’ora, la sola cosa che so è che il mio corpo si muove verso di te.
- Wil si girò di scatto alla sua voce più vicina e sentendosi un gatto
braccato lo fissò mentre si accucciava davanti al fuoco, Wil una mano a
terra e l’altra aperta davanti a sé a fermarlo, il cuore in gola, il
terrore nello sguardo. Allanon si fermò ed alzò le sue mani per
calmarlo.
- Non so perché
non ti sei mai spinto oltre pur volendolo, però bisogna rispettare il
volere di quell’Allanon che presto tornerai ad essere. Quando i ricordi
torneranno non ti giustificherai per ciò che hai fatto, credimi che
almeno in questo ti conosco! - Wil aveva ragione, ma non capiva che ora
quell’Allanon era diverso eppure autentico in qualche modo.
- Ma ora non ho i
ricordi e non ho magia. Senza tutto questo non ho i ruoli ed i doveri
di prima e sono più libero di essere il vero me stesso. - Wil annuì
capendo perfettamente il punto, era lo stesso motivo per cui invece che
cercare Mareth, Eretria, le pietre e la spada, si era messo a cercare
un modo per riportare in vita Allanon.
- Però lo sei lo
stesso. Lo siamo. Siamo entrambi... il Druido e lo Shannara! Che ci
piaccia o no abbiamo quei ruoli ed un destino tracciati a cui abbiamo
imparato non possiamo sottrarci. Ed anche se ora c’è un altro druido ed
io ho perso le pietre e la spada magica e le minacce sembrano essersi
calmate, noi rimaniamo questo! - Dirlo lo rendeva reale e dava le
risposte a sé stesso oltre che ad Allanon, il quale rimaneva
chiaramente fermo nella propria posizione per qualche strana ragione.
Testardo, sicuro di sé, deciso.
Allanon gli prese la mano aperta che tentava di fermarlo e l’abbassò stringendola.
- Non lo senti? -
Chiese riferendosi al calore che provava nel toccarlo. A Wil vennero le
lacrime agli occhi, ogni volta che l’aveva toccato da quando si
conoscevano aveva sempre provato dei brividi sconvolgenti dentro, aveva
sempre pensato fosse perché i loro destini erano fortemente
intrecciati, ma ora vedeva oltre. Il destino c’entrava, ma non solo
quello.
- Lo sento troppo bene. Ma c’è anche quello che so e non solo quello che sento. -
- Tu per primo non sai perché io non volevo, ma so che lo voglio. -
- Non mi importa
saperlo, mi basta che lui non lo voleva. Mi fido di quel che faceva
lui. Non mi sono mai fidato, ma sbagliavo, ho sempre avuto delle
pessime conseguenze nel non fidarmi di Allanon. Ora ho capito la
lezione. Credimi che quando tornerai in te mi ringrazierai e mi dirai
col tuo vocione grosso di rimprovero ‘ehi ragazzo, hai fatto la sola
cosa giusta in tutta la tua vita!’ Ed io allora ti dirò scherzando ‘e
che ne dici del riportarti in vita?’ E tu mi rimprovererai dicendo
qualcosa a proposito che il destino non si cambia e che la magia ha un
prezzo e... - E qua si fermò illuminandosi mentre tutto aveva un senso,
un enorme senso sconvolgente. Quelle consapevolezze che arrivano come
un uragano cambiando ogni cosa in modo definitivo e quando vanno via
niente è come prima e tornerà ad esserlo.
- Cosa? - Chiese
Allanon vedendo che Wil aveva capito qualcosa, gli occhi ancora pieni
di lacrime cristallizzate che non sarebbero mai scese, la paura tutto
d’un tratto regnava nel suo viso etereo.
- La magia ha un prezzo. È questo il prezzo! - Allanon si aggrottò lasciandogli la mano.
- Questo cosa? Il
non poter vivere il nostro legame per quello che è? - Wil scosse il
capo sentendosi strano ad essere quello saggio dei due. Si alzò in
piedi con l’agitazione pressante, la testa iniziava a fargli male ed il
cuore in gola. La consapevolezza d’aver perso tutto dopo averlo appena
ritrovato.
- La tua memoria, la tua magia. Non torneranno più. - In quel momento ne era sicuro come non lo era mai stato di niente.
Allanon si alzò
piano mentre i sensi si annebbiavano davanti a quelle parole di
sentenza. Una parte di sé non gli importava davvero di chi era prima,
vedeva chi era ora e voleva vivere per quel che sentiva nel presente,
un’altra sapeva che era importante ricordare e sapere ed essere di
nuovo sé stesso.
Si sentì come
spaccato in due e mentre le prime luci dell’alba iniziavano a brillare
fuori nel cielo stellato, Wil si piantò in mezzo alla stanza, le
mani ai fianchi, gli occhi lucidi e terrorizzati.
- Ti ho riportato
in vita, ma a quale prezzo? - Allanon era totalmente diviso in due, si
sentiva impazzire. Una parte di sé voleva inveire contro quella
notizia, l’altra invece non riusciva a disperarsene.
- La magia e la
memoria? Le stesse cose che ci impedivano di vivere per ciò che
volevamo, come volevamo? - La seconda parte prevalse mentre rimase in
piedi a debita distanza, Wil chiuse gli occhi e scosse il capo.
- Questo non sei tu! Allanon sarebbe furioso per questo! -
- Quell’Allanon forse non tornerà più! -
- Non è vero,
senti i suoi istinti profondi dentro di te. Quell’Allanon è ancora lì
che ti piaccia o no e credimi che è sempre pesato più a me che a te non
poter fare ciò che volevamo! - Ma si morse la lingua. Che ne poteva
sapere? Il fatto che Allanon non si lamentasse mai e che facesse sempre
tutto ciò che andava fatto, non significava che non ci stesse male, che
non stesse morendo dentro.
“E forse non si è
‘dimenticato’ del sonno druidico, ma si è lasciato morire consapevole
che Bandon avrebbe resuscitato il Signore degli Inganni e che l’avrebbe
ucciso. Perché lui sapeva sempre tutto. No?”
Stizzito e
shoccato da questa verità che l’attraversò come l’ennesimo fulmine,
scosse il capo sospirando stanco e pesante, poi si voltò verso la
finestra e il cielo rosato e alzò la mano.
- Devo dormire
almeno un’ora. Ed anche tu. Poi arriveremo nella tua fortezza, ti
ricongiungerai con la tua spada ed il tuo terribile letto da druido e
vedremo cosa succederà. Poi troverò Mareth ed il Codice e un modo per
restituirti al vero te stesso. - La voce gli tremò nel finale, Allanon
non ribatté, lo lasciò andare a dormire in una delle camere di quel
grazioso rifugio, si sedette nel divano davanti al fuoco e respirò a
fondo un paio di volte.
- E se fosse
questo il mio nuovo destino? Dopo aver sacrificato tutto ed anche la
mia vita, vivere libero da quel ruolo terribile e poter fare
semplicemente ciò che desidero? Magari sarò anche mortale ed
invecchierò in modo normale. Che male ci sarebbe in questo? -
Lo mormorò ad
alta voce, le sue parole raggiunsero Wil nella camera accanto e strinse
gli occhi forte, girato verso il muro e sotto le coperte.
Forse era vero,
ma sapeva che se lì dentro c’era ancora il vero Allanon, quello che gli
aveva fatto perdere la testa nel modo più seccante ed innaturale
possibile, non glielo avrebbe mai perdonato. E l’idea di non essere
perdonato da quell’essere odioso che amava in modo insensato, non lo
faceva stare in pace con sé stesso.
“Se esiste un
modo per riavere il vero Allanon lo devo trovare. Questa è una
bellissima favola, ma non è reale. So che non ha senso essermi
innamorato di lui visto che ho passato un sacco di tempo a far di tutto
per evitarlo e non vederlo, ma è così, punto. Ed è di lui che mi sono
innamorato, quello che ‘il destino non si cambia’ e che ‘non potevo
dirtelo, cercavo di proteggervi’. Odio tre quarti delle cose che fa,
eppure lo amo. E non è che deve tornare lui perché io lo amo. Deve
tornare lui perché lo merita. È questo che il vero Allanon vorrebbe.
Essere di nuovo sé stesso al cento percento.”
Ma c’era comunque una piccola parte dentro di sé che credeva che l’Allanon di là avesse ragione.
Dopo tutto quello
che la vita aveva rubato e preteso da lui, un po’ di pace e semplicità
non era giusta? Non avrebbe voluto questo, in fondo al suo cuore un
uomo così tormentato e prosciugato come lui?
“Come diavolo può
un druido evitare il sonno druidico sapendo che finirebbe per morire?
Come può se non per sua precisa volontà? Bandon o meno non riesco a non
pensare che lui in realtà lo volesse. Volesse morire. Perché non ce la
faceva semplicemente più.”
Wil si girò per l’ennesima volta nel letto esasperato e disperato, mentre il sonno era ben lontano da lui anni luce.
“Fanculo, se solo ci fosse lui a dirmi una volta per tutte cosa vuole davvero, il vero lui, non quello di là! Dannazione!”
Quello era il
problema maggiore, ora. Che lui non aveva mai capito Allanon, mai, ed
ora questo pesava come una montagna sulle sue spalle, perché se fosse
quello che il vero Allanon voleva, lui l’avrebbe accontentato. Vivere
in pace una vita normale come tutti.
“Eppure se non è questo che vuole davvero devo rimediare assolutamente. Devo.”
Ma sapeva di non
avere scelta, che poteva solo cercare di riavere il vero Allanon. Che
fosse giusto o meno, che lo volesse anche lui o meno, era ciò che
avrebbe fatto, perché non restava sul serio altro.
“E se non ci dovesse essere un modo, mi arrenderò perché significa che il destino era questo.”
Solo a quel punto Wil si addormentò.