*Eccoci
qua con un altro capitolo. Allanon inizia a sentire il proprio istinto
che lentamente emerge in superficie specie in certi momenti, ben presto
non sarà più in grado di controllarsi mentre la battaglia di Wil fra
ciò che è giusto e ciò che desidera ha appena inizio. Ho fatto dei
disegni, non sono molto brava ma siccome quando descrivevo certe scene
le avevo in mente ho voluto riprodurle. Una è del primo capitolo,
quando Wil fa rinascere Allanon, la seconda è di questo capitolo. Li ho
messi alla fine per non rovinare nessuna sorpresa. Buona lettura. Baci Akane*
4. LENTAMENTE IN SUPERFICIE
"Tu sei il suono che sento
C'è veleno e C'è sangue
E un grande fuoco, che brucia In cenere E senza ritorno
Tu sei il suono che sento Non siamo in piedi
Stiamo cadendo"
/The wolf - Fever Ray/
Quando si svegliò era
mattina, ma a giudicare dalla posizione del sole non era molto tardi.
Non aveva dormito tanto, ma gli sembrava di stare meglio. Sbadigliando
andò nel salotto e vide Allanon addormentato, sorrise scuotendo la
testa. Sembrava una persona umana come tante, un’ombra sul viso
tenebroso dai lineamenti di qualche posto meridionale od esotico, ma
non un druido pieno di consapevolezze e doveri che portava il peso del
mondo sulle spalle.
E nemmeno lui lo era più.
Non era più niente di speciale senza le pietre e la spada. Aveva il suo
sangue, ma non credeva potesse servire a molto dopotutto.
Non sapeva quanto sbagliava.
“Il punto è che mi
piacerebbe questa vita e piacerebbe anche a questo Allanon. Potrei
arrendermi a questo e sperare che il vero Allanon non torni mai in
superficie. Forse è così che andrà comunque. Se ho ragione sul prezzo
della magia, devo iniziare ad abituarmi!”
Doverlo rifiutare perché
sapeva era la cosa migliore nei confronti dell’Allanon che aveva
scoperto di amare, era più facile che arrendersi a quel che provava, ma
era anche vero che con quell’Allanon che ora dormiva affascinante e
abbandonato sul divano, sarebbe di sicuro stato tutto diverso.
“Troppo. Magari sono le cose facili che non mi piacciono...” Pensò schernendosi cercando un po’ di leggerezza.
Sospirando andò alla zona
cottura e cercò qualcosa che somigliasse a del thè o una qualche calda
bevanda prima di mettersi in movimento. Magari del cibo da portarsi per
il viaggio.
Pensando a questo iniziò a
radunare tutto quello che trovava, infine non avendo nulla di caldo da
bere e non volendo accendere di nuovo il fuoco, andò a svegliare
Allanon con della cioccolata apparentemente ben conservata, metà ne
stava mangiando lui quando gli toccò delicatamente la spalla e si stupì
del proprio gesto tenero. Allanon aprì gli occhi che rimasero cupi per
un attimo, appena lo vide accennò ad un sorriso e prima di ogni cosa,
ancora prima di tirarsi su a sedere, disse con voce bassa e roca:
- Come va? - Wil sorrise e lo spinse poco gentilmente sedendosi vicino, poi gli diede mezza cioccolata.
- Tu? - Allanon annuì.
- Suppongo di essere stato stanco... ora sto meglio. -
- Eh questi corpi mortali...
come sono deboli! - Lo prese in giro bonariamente, Allanon lo guardò
col broncio e Wil scoppiò a ridere. Oggi andava meglio, Allanon lo capì
mentre si rasserenava al suono della sua risata. Sentiva di non essere
capace di ridere così, ma era bello che Wil potesse farlo.
- Comunque sto meglio,
quelle ore di sonno mi hanno portato consiglio. Ora sono leggero e
pronto a tutto. - Allanon inarcò un sopracciglio. - Beh, diciamo che
farò di tutto per riavere l’Allanon originale perché è giusto così e
poi perché non so cosa avrebbe voluto lui, perciò non mi resta che
cercare lui. Poi se non dovessi riuscirci accetterò le cose come stanno
e vedrò quel che si può fare con quel che ci sarà nel piatto! - di
primo impatto poteva sembrare una cosa troppo semplicistica, ma Allanon
capì che invece era giusta, era la cosa migliore che avrebbero potuto
fare, sebbene per il momento prevaleva il lato che gli diceva che
voleva una vita normale. Ma forse Wil aveva ragione, che ne potevano
sapere di cosa voleva davvero il vero Allanon? Quello sopito dentro di
sé e che tramite ondate istintive usciva in certi momenti?
Allanon annuì mangiando il
suo pezzo di cioccolata e Wil sorrise vedendo che si era sporcato
all’angolo della bocca, non sembrava per niente lui in tutte quelle
cose umane e mortali. Senza riflettervi gli pulì l’angolo dando vita ad
un contatto inatteso che non aveva proprio saputo evitare. Si fecero
subito seri guardandosi un attimo, fu Wil il primo a cambiare discorso
e ad alzarsi stiracchiandosi.
- Scappatina in bagno e poi
via! - Disse Wil indicando il bagno ad Allanon dopo che lui invece ci
era andato prima di svegliarlo.
Allanon scoprì i piaceri del
liberarsi dei propri bisogni primari, poi si lavò provando l’istinto di
usare l’acqua sul proprio viso ed infine guardò quel pettine che stava
sul ripiano dello specchio e guardò la propria immagine riflessa,
serio, corrugato. Una parte di sé si riconosceva, un’altra gli sembrava
di vedersi per la prima volta.
Prese il pettine e lo bagnò,
quando si guardava era come se qualcosa non andasse, qualcosa fuori
posto nella sua immagine, non la barba, ma quei capelli così in
disordine e sulla fronte.
- Ehi, ho trovato una mappa!
Finalmente so dove siamo, c’è un posto che mi è venuto in mente dove
possiamo provare prima della Fortezza dei Druidi, è una grotta druidica
dove una volta tu sei... - La voce gli morì in gola quando finalmente
alzò la testa dalla mappa che si era studiato mentre lui era in bagno.
Wil trattenne il fiato e si
perse il ‘guarito’, per un momento si trovò sospeso fra quel tempo ed
un altro, un tempo in cui Allanon non era mai morto e non aveva mai
perso la memoria, infatti ora era lì davanti a lui coi capelli corti
pettinati all’indietro come li aveva sempre tenuti, rasati ai lati e
sulla nuca.
Questo gli ricordò che
l’istinto scalpitava in lui, ma che non era ancora in sé e sorridendo
fischiò sempre per alleggerire qualcosa che poteva essere più strano
che mai.
- Wow, ti sei ricordato come ti piaceva pettinarti! - Allanon accennò ad un sorriso.
- Questi vestiti stonano... - Wil scoppiò ancora a ridere.
- Forse forse il prezzo
della tua rinascita non sarà la memoria, dopotutto. Stai tornando più
in fretta che mai! - Non sapeva se esserne felice o meno, una parte
sapeva che se fosse tornato il vero Allanon, sarebbe tornato quello
strano rapporto di odio-amore di prima. O forse no. O forse la morte
cambiava davvero certe cose e certe persone.
- Stai benissimo anche così,
ho trovato una mappa e mi sono ricordato di un posto che potrebbe
aiutarti, non è molto lontano da qui, ma il vero problema è il mezzo di
trasporto, se non troviamo dei cavalli... - Ma non riuscì a finire la
frase che appena aperta la porta di casa per uscire con le cibarie per
il viaggio nella borsa e la mappa in mano, si ritrovò il muso lungo di
uno splendido stallone nero dalla criniera corvina, infinitamente belli
erano i suoi occhi.
Nel ritrovarsi davanti
l’esemplare, Wil si sentì istintivamente in soggezione come se non
fosse un semplice cavallo. In un secondo momento lo riconobbe.
- Ma è... - Non finì, perché
il cavallo si voltò verso Allanon che alzò istintivamente la mano verso
il suo muso e come se fosse una specie di magia, l’animale appoggiò la
fronte sulla sua mano aperta in attesa.
Quello fu il primo sorriso
tenero che Wil vide nel volto serio di Allanon, rabbrividì e se ne beò,
quasi si commosse di quell’incontro, la voce rauca venne dopo un colpo
di tosse:
- È il tuo cavallo... come ti ha trovato? - Allanon continuando a sorridere scosse la testa, non ne aveva idea.
- Immagino che il druido abbia un legame profondo col suo cavallo? - Wil piegò il capo in una risposta possibilista.
- E suppongo che la magia
non sia davvero scomparsa da te. Forse ce la caveremo, dopotutto! - Wil
si sentiva sempre più positivo e mentre assaggiava via via sempre più
‘il vero Allanon’ che arrivava ora dopo ora, capiva che al di là di ciò
che volevano loro nel profondo, il destino avrebbe fatto il suo corso e
comunque era giusto così.
Era quell’Allanon dedito al
suo ruolo ed al suo fato che aveva pagato dei cari prezzi ed era lui
che doveva riemergere e decidere cosa fare della sua vita. Quello era
giusto, punto.
L’andatura del cavallo era
sostenuta ma non eccessiva, Wil voleva salire dietro Allanon perché
quello era il suo destriero, ma lui insistette per farlo stare davanti,
dopotutto era Wil a conoscere la strada.
Riluttante si mise lì, era
strano averlo dietro visto che erano sul suo cavallo, o forse era
strano essere come una fanciulla fra le braccia del principe fra le sue
braccia. La sensazione durò poco perché appena il torace possente e
comodo di Allanon divenne un piacevole appoggio e sostegno, non si
lamentò dell’imbarazzante posizione.
“Con il vero Allanon mi sognerò una cosa simile... me la godo ora!”
Con le proprie mani sulle
redini, quelle di Allanon erano sulla sua vita e presto scivolarono in
avanti con la scusa di carezzare la criniera del cavallo, si chinò su
di lui schiacciandolo, a Wil venne un bel colpo sentendolo
letteralmente col fiato sul collo e fu peggio quando si rialzò, ma non
del tutto. Le sue mani grosse si piazzarono sulla sua pancia e non sui
suoi fianchi come prima, in un vero abbraccio. Wil fece un sorrisino
malizioso mentre scuoteva la testa divertito dai suoi modi.
“Diciamo che se vuole una cosa la ottiene, con o senza memoria.” Ciò in quel momento non gli dispiaceva.
Le sue mani rimasero ferme
sulla pancia per un po’, fino a che chiaramente in noia totale decisero
di esplorare altro e testare la forza di volontà di Wil.
Quando le sentì cadere saltò
sul dorso e girò subito la testa verso di lui che sbucava sulla sua
spalla, sempre appoggiato alla sua schiena.
- Ehi! - Le mani di Allanon tornarono sopra la cintura e non sotto, ma ci rimasero poco.
Era proprio una posizione da
principesse, si disse Wil mentre sentiva la mancanza di quella mano che
nel frattempo gli aveva fatto esplodere una bella botta di calore nelle
parti basse.
Si succhiò il labbro
dispiaciuto perché stava a posto, ma fece poi un sorrisino soddisfatto
mentre tornò di nuovo al di sotto della cintura e questa volta Wil non
lo fermò, non poteva fare un viaggio intero a dirgli di smetterla,
specie perché in realtà lo voleva anche lui.
“La cosa è più semplice di
quel che penso. Quando tornerà in sé, ed ormai inizio a crederlo, non
mi toccherà più anche se lo vorrà fare. Penso che potrei avere una sola
occasione per tuffarmi in questo folle desiderio, questa qui.”
Si disse mentre si
appoggiava al suo petto e schiudeva le labbra beandosi della sua mano
che lo toccava in mezzo alle gambe aperte, Wil sospirò ed Allanon fece
un sorrisino sentendo il suo corpo fremere al suo tocco, sapeva che lo
voleva e che sarebbe bastato insistere un po’.
Wil aveva ragione a dire che
quando sarebbe tornata la memoria sarebbero tornate le ragioni di
Allanon, perciò finché ne era libero, perché non approfittare?
Tanto Allanon avrebbe potuto incolpare solo sé stesso, non certo Wil.
Allanon andava totalmente ad
istinto, toccò nel centro del piacere sentendo ogni brivido partire e
quando ebbe la mano lì, sentì Wil tendersi ed appoggiarsi, reagendo al
tocco. Gli piaceva farlo sentire così, era evidente che era bello. Mano
a mano che lo toccava sentiva la sua erezione diventare sempre più
dura, fino a che Wil strattonò le redini del cavallo senza volerlo che
fece una brusca virata facendolo quasi cadere per terra. Fu Allanon a
tenerlo su reggendolo con le braccia forti, gli prese subito le redini
di mano e tirò facendo fermare l’animale.
Quando Wil si girò verso di lui, Allanon ridacchiava divertito.
- Ti ho distratto. - Disse
malizioso mentre voltatosi a guardarlo incrociava lo sguardo col suo,
ma non era molto severo quanto imbarazzato. Le labbra aperte in attesa
di qualcosa di sensato da dire, ma rimasero fermi in sella al cavallo
uno fra le braccia dell’altro a guardarsi da quella posizione sempre
più romantica. I loro respiri sui visi, le bocche ormai a sfiorarsi ed
infine Allanon in controllo, come sempre.
- Dobbiamo controllare la
mappa? - Chiese come se gli proponesse di rotolarsi sull’erba. Wil in
un secondo momento capì cosa gli stava dicendo e così la prese e la
guardò interrompendo il contatto visivo con lui. Correvano da ore, così
decise che per capire meglio che diavolo guardava, era meglio scendere
e lasciar riposare e abbeverare il cavallo, un po’ d’acqua fresca
avrebbe giovato anche ai suoi bollenti spiriti.
Non andava con qualcuno da un sacco di tempo, doveva essere quella volta con Amberlie.
Per Allanon sicuramente era anche peggio visto che sapeva si era privato dell’amore e dei piaceri umani di proposito.
Evidentemente era ora di andare oltre le privazioni ed i doveri.
- Al cavallo serve una pausa
e là c’è questo ruscello, di questo passo stasera arriveremo alla
grotta grazie al tuo cavallo. Se tutto va bene stasera avrò l’onore di
essere insultato dal vero Allanon. - Wil saltò giù da cavallo parlando
a macchinetta mentre era imbarazzato, Allanon lo guardò ridacchiando e
lo seguì scendendo.
- Sicuro di volere il vero
Allanon allora? - tentò provocatorio, Wil strinse le labbra mentre
tirava il cavallo verso il ruscello. Non sapeva cosa voleva, ma sapeva
cosa era giusto.
Alzò le spalle.
- Il destino fa il suo corso
che ci piaccia o no. Ci illudiamo di poterlo controllare o combattere.
Ma non è così. - Allanon lo affiancò.
- Ma se non mi porti in questo posto magari non recupererò mai la memoria. -
Wil sollevò lo sguardo con un sorrisino.
- Ma se è giusto che la recuperi, in qualche modo tornerà da te. -
Allanon non continuò su
quella strada e rimase un po’ in silenzio mentre il cavallo dopo tutta
la mattina di viaggio si nutriva e dissetava all’ombra di un gruppo di
alberi in riva al fiume.
Si accucciò immergendo le mani nell’acqua fredda e si sciacquò il viso sperando che bastasse a rinfrescarlo.
- Io ho un po’ fame, e tu? - Disse Wil alzandosi in piedi per andare nella borsa appesa nella groppa dell’animale.
- Dovresti approfittare e
prendere quello che vuoi quando puoi. - Disse Allanon tornando
all’attacco mentre gli si appiccicava dietro, si appoggiò col suo corpo
e scivolò con le mani alla sua vita e poi sul suo inguine proprio come
prima. Wil si tese e si appoggiò al fianco del cavallo per non cadere
mentre lui lo spingeva da dietro vigoroso e per un momento pensò come
sarebbe dovuto essere venire posseduti da lui.
Arrossì fino alla punta
delle orecchie che Allanon provvide a leccare sensualmente, seguendo
tutti i suoi mille istinti irrefrenabili, uno peggio dell’altro se si
trattava di quel ragazzo.
- Non so come fa... - sussurrò poi scendendo sul suo collo mentre Wil esitava prima di sgusciare via.
- A fare? -
- A resistere a tutti questi
istinti micidiali che ha verso di te. Non sai quello che prova. Che
provo. - Wil aprì la bocca senza sapere cosa dire, girò il capo verso
di lui sperando di trovare la forza di respingerlo, mentre gli occhi
carichi di desiderio cercavano i suoi.
Allanon smise di baciargli
il collo mentre le mani erano finite ormai sotto i pantaloni a
continuare il lavoro che aveva iniziato prima, lo guardò da vicino in
attesa che si arrendesse a lui come l’erezione della sua mano che era
di nuovo dura ed eccitata come prima.
Wil cercava di parlare, ma
gli uscì un gemito e schiuse gli occhi abbandonando la testa
all’indietro, a quel punto però gli tornò in mente la domanda e
raddrizzando il capo gliela sussurrò:
- Davvero mi desidera tanto?
- Era strano parlare di Allanon come se non gli stesse saltando lui
addosso, ma era una situazione un po’ particolare. Allanon fece un
sorrisino divertito ed annuì, trasudava sesso, si disse Wil mentre
stava per avere di nuovo un orgasmo dopo chissà quanto.
- Te lo posso mostrare? -
Allanon aveva anche perso la memoria, ma il suo corpo evidentemente no
e comunque imparava da esso molto velocemente.
Wil impallidì al significato di quella frase e per un momento il panico gli bloccò l’orgasmo quasi raggiunto.
Fare sesso completo con Allanon era un passo davvero troppo grande, specie in condizioni come quelle.
Aveva da pochissimo ammesso
la natura dei suoi sentimenti per lui e sempre da poco aveva liberato
quel desiderio verso di lui, gli piaceva essere desiderato e toccato in
quel modo e voleva anche farsi fare di tutto, ma non in una volta sola
ed improvvisamente.
Aveva bisogno di aspettare e andare più per gradi, assimilare la questione e viverla in modo meno traumatico.
Scosse così il capo e
sgusciò via precipitandosi al fiume in riva al quale si acquattò
infilando la testa nell’acqua fredda. Allanon rimase con una mano sul
cavallo e l’altro braccio aperto da dove Wil gli era scappato, la
stessa mano che si era occupata della sua erezione di nuovo gelosamente
nascosta nei pantaloni.
Per un momento l’aveva
assaggiato convinto di poterlo avere davvero e abbandonarsi a quel
subbuglio terribile che lo mandava completamente fuori di testa ogni
volta che lo aveva sotto le dita.
Come poteva Allanon
resistere accanto a lui provando quelle tentazioni? Per quale ragione,
cos’era così importante da frenare una voglia simile?
“Oltretutto non credo sia
solo istinto e voglie fisiche, credo ci sia anche un sentimento molto
forte perché quando sono con lui sono in pace e sono felice e
tranquillo, ci deve essere qualcosa di profondo che lo lega a questo
ragazzo. Non capisco.”
Allanon era più confuso di
prima, ma lo lasciò riemergere dall’acqua mentre ora la propria
erezione, non ancora sfiorata, era dura quanto quella di Wil stuzzicata
dalla sua mano. Arrivava a fargli quasi male, richiuse la bocca mentre
si guardò vedendo un rigonfiamento dentro i vestiti maschili che
indossava, gli stringevano proprio nella patta dei pantaloni e senza
capire come gestirla prima che esplodesse, si infilò la mano, la stessa
che aveva lavorato su Wil, e capì il senso di quel gesto spontaneo
appena fatto.
Poi non capì come potesse averlo respinto.
Si accasciò sulle ginocchia
abbandonandosi al piacere proprio a poca distanza da Wil che girandosi
in quel momento infilò di nuovo la testa nell’acqua fino al collo,
imprecando disperato.
Sarebbero state le ore più terribili della sua vita.